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PRESENTAZIONE DEL MIO LAVORO 15

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Presentazione del mio lavoro

Che cos’è l’espressione corporea?

L’espressione corporea ha attraversato un periodo fortunato; poi, come


tutto ciò che è influenzato dalla moda, si è trovata eclissata da altre tecniche. Ciò
nonostante, io continuo a insegnarla.
Le fonti da cui attingo sono gli scritti di Jaques-Dalcroze, che morì circa
quarant’anni fa. La mia riflessione non cessa di essere alimentata e stimolata dal
suo pensiero che è di una vastità e di una ricchezza sulle quali il tempo non produce
alcun effetto.
L’orientamento del mio lavoro si spiega attraverso il tipo di formazione che
ho avuto, che mi fa prediligere un approccio pedagogico. A partire dall’espressio-
ne spontanea si stabilisce un processo di costruzione e di elaborazione che richiede
da parte mia una certa direttività: non sono «animatrice» ma pedagogista.
Per me, l’espressione corporea non è «terapeutica»; con questo intendo dire
che non do la priorità al vissuto, non pongo l’allievo in una situazione precisa per
fargli rivivere i suoi stati emozionali, non voglio spingerlo al transfert o alla
regressione. Desidero che possa utilizzare il corpo sapendolo controllare, senza
proiettarsi continuamente in ciò che vive per poi prenderne le distanze; egli saprà
allora che starà «recitando» e non si porrà in una situazione emotiva della quale
diventerebbe schiavo. Sarà capace di entrare nel suo ruolo e di uscirne senza
esserne prigioniero: è questo riequilibrarsi continuo che fa l’attore.
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Il mimo e la danza, che vengono spesso equiparati all’espressione corporea,


sono arti dello spettacolo ed è su quest’ultimo che tutto è imperniato fin dall’inizio,
nella preoccupazione di uno stile e di una forma che porteranno a una creazione.
Esistono certamente delle affinità nella volontà di rigore e di precisione, nei mezzi
utilizzati e a volte nella scelta dei temi. Tuttavia la danza utilizza una tecnica più
rigida e più elaborata della mia, il cui stile è meno definito. Anche se il mio lavoro
può sfociare in uno spettacolo, non ha mai tale scopo; basato sulla ricerca, è
analitico e non è mai competitivo; la personalità dell’allievo vi riveste un ruolo
importante.
Come io la concepisco, l’espressione corporea è una disciplina artistica:
campo di esperienza, mobile e fluttuante, decondizionante per il fatto che non si
tende verso alcun modello. La creazione diventa creatività: si vive nell’effimero;
il punto di partenza è un tema e il punto di arrivo non è mai definito.
Per essere apprezzato, questo tipo di lavoro presuppone uno spirito aperto
e mobile, attratto dalle cose profonde e sottili; si assaporano allora il piacere
«gratuito» della ricerca, il lusso di concedersi tempo per scavare, analizzare —
lasciandosi momentaneamente trascinare in una direzione diversa — scoprendo
con gioia un percorso che si va allargando in profondità. Si riflette sul significato
di un comportamento, di un atteggiamento, stabilendo dei paralleli con situazioni
quotidiane; si respira un’atmosfera di fiducia, di calore e si apprezzano il confronto
costruttivo e la qualità della relazione.
Allora, si può parlare di punto finale quando c’è sempre nuovo cammino da
percorrere? quando si sa che niente è immobile e immutabile? che tutto è
sfumatura? che la verità non è sola e unica?
Per finire, parlerò dell’improvvisazione. È un’arma a doppio taglio, che
lusinga con il suo aspetto creativo, attrae con la sua fugacità e seduce con il suo
aspetto liberatorio. Sceglierla non deve essere una via di comodo. Si è tentati, in
effetti, di improvvisare su una musica, di lasciarsi andare a grandi eccessi lirici, di
creare un romanzo fiume. Ma non è interessante fermarsi a questo perché ben
presto ci si trova di fronte a dei limiti, se non altro di ordine tecnico. L’improvvisazione
vocale, musicale e corporea si studia e si apprende; deve essere sfumata ed
equilibrata, presentare una forma e uno stile. Perché abbia valore pedagogico,
bisogna capire chiaramente perché e come utilizzarla, essere quindi in grado di
farne una critica (su tutti i piani: spaziale, tecnico, ritmico...) affinché a poco a poco
l’allievo prenda coscienza del suo modo di esprimersi. Prima di tutto bisogna dare
all’improvvisazione un supporto preciso e limitato; questo secondo requisito mi
sembra importantissimo. Effettivamente, più i mezzi dell’allievo sono limitati, più
lui fa fatica a limitarsi, ma poi ben presto si rende conto che la libertà desiderata
è dura da assumere; l’allievo esperto accetta facilmente la situazione perché è in
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grado di estrarne tutte le ricchezze, e prova gioia nel vedere le sue possibilità
espandersi all’infinito. Così concepita, l’improvvisazione è costruttiva. Struttura la
mente, sviluppa l’immaginazione, la prontezza di spirito, la spontaneità e la
personalità.

Esprimersi

L’espressione, a un primo livello, corrisponde all’esteriorizzazione sponta-


nea delle proprie sensazioni ed emozioni, che possono anche tradursi
corporeamente in maniera elaborata. Ciò presuppone di decodificare e di
trasporre il quotidiano, di studiare gli elementi inerenti a qualsiasi linguaggio per
assimilarli, di eliminare l’aneddotico evitando di prendere come supporto una
storia o una situazione.
Per conoscere un linguaggio, bisogna sapere di che cosa è fatto (il contenuto)
e come utilizzarlo (la forma): l’oggetto di questo libro è precisamente questo.
Tuttavia la sua padronanza è ambigua in quanto permette anche di limitare
il proprio investimento. Una persona dall’eloquio facile è capace di tenere un
discorso vuoto, senza credere a una parola di quanto dice.
Nel movimento, il rischio è identico: piacere cinestesico, seduzione della
forma, perché no; ma dove sta l’espressione?

Che cosa esprimere?

Uno spettacolo mostra delle situazioni, concrete o astratte, delle idee, dei
concetti. Crea un’atmosfera o trasmette un messaggio. Nel mio lavoro, si cerca
di esprimere ciò che si è e ciò che si sente, dapprima per se stessi, in seguito per
gli altri. Questi saranno colpiti tanto profondamente quanto si sarà riusciti a
raggiungere la propria profondità.
A tale proposito è molto significativo che le persone che non corrispondono
ai canoni della moda si esprimano con un’autenticità e un’interiorità che
conferiscono loro una bellezza stupefacente; sapendo che non possono fornire
un’immagine gradevolmente stereotipata, imparano ad attingere dalla loro
ricchezza personale.

Come esprimersi?

La parola e la scrittura — il nostro linguaggio quotidiano — restano,


malgrado l’onnipresenza dell’immagine, il mezzo di comunicazione più corrente.
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Ma quale abisso tra il loro uso abituale e il loro sviluppo nella forma più elaborata,
quella dei poeti e degli scrittori... Diffidiamo dell’eccesso di parole, che assume
sempre un significato: cercare di stordire (se stessi o l’altro), colmare un disagio,
rimediare all’angoscia, estasiarsi nel sentirsi parlare... ma l’ascoltatore sopraffatto
finisce per non ascoltare più. Colui che si esprime con il corpo cade spesso nello
stesso trabocchetto e strafà: per bisogno di rassicurarsi, per paura del silenzio, per
difficoltà a cogliere l’essenziale.
La parola, che è uno strumento, non diventa necessariamente linguaggio. I
bambini o i creatori di fumetti si esprimono a monosillabi: la frase non è ancora
nata.
Scegliete una parola (un movimento), cercatene le sfumature o coloratela
secondo la vostra interpretazione. Dite «favoloso» con aria infastidita, con
esaltazione, affettazione o nostalgia. Trovate significati vicini: fantastico, meravi-
glioso, straordinario.
Un movimento, a seconda dei punti di partenza o della partecipazione
differenziata del corpo, può essere sfumato in mille modi: lavoro tutto in
sottigliezza, che richiede coscienza e precisione.
Ecco cinque modi per eseguire un cerchio; suscitano cinque sensazioni molto
diverse.

Descrivo un cerchio con il braccio:


– questo resta teso; lo sento come un blocco unico
– la spalla conduce il movimento
– il gomito conduce il movimento
– la mano conduce il movimento
– il polso conduce il movimento

Continuo il movimento del cerchio, che traccio con l’avambraccio:


– l’accompagno con lenti movimenti del busto
– adotto differenti posizioni delle gambe
– concateno diversi atteggiamenti della testa

Poi viene l’apprendimento del linguaggio, il cui approfondimento e arricchi-


mento sviluppano la sensibilità intellettuale e sensoriale: doti che permettono di
penetrare e di apprezzare qualsiasi forma di espressione artistica, di esprimersi con
finezza evidenziando le numerose sfumature. Sul piano personale, provoca un
confronto con se stessi che porta allo sbocciare delle proprie potenzialità.
Ecco qualche esempio succinto.

Nello spazio:
– cerchi orizzontali, verticali o obliqui
– cerchi di grandezze differenti
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– lontano o vicino a sé
– partendo da distesi, seduti o in piedi
Nel tempo e nell’energia:
– con rapidità e leggerezza
– con rapidità e poca energia
– lentamente e con resistenza
– molto lentamente, con pesantezza
Nel tempo, nello spazio e nell’energia:
– descrivete un cerchio il più rapidamente possibile; con leggerezza; a
velocità media restando rilassati
– cominciate con un cerchio piccolo e aumentatelo a poco a poco:
rallentando; conservando la stessa velocità; con energie diverse
Potete riprendere queste proposte cercando i mezzi più adatti all’espressione
che desiderate trasmettere. Potete anche adottare il procedimento inverso, cioè
partire dall’emozione. Ecco un esempio che mostra i due percorsi:
trovate un movimento; eseguitelo in modo neutro
riprendetelo modificandolo ogni volta per mezzo di un elemento come lo
sguardo, lo spazio, il ritmo
fatelo: con tenerezza, fervore, passione...

Questi modi di procedere si completano; spesso interdipendenti, sono


trattati indifferentemente come causa o come conseguenza l’uno dell’altro e si
applicano a qualunque soggetto, sia esso tre note di musica o una frase.
Scegliendo tre note congiunte:
– giocate sull’intensità
– conservate la stessa intensità e variate il timbro
– fraseggiatele come volete
– inserite dei silenzi
– cantatele dandovi delle immagini: trasmettere un’impressione di nebbia;
essere sulla cima di una montagna e cantare di giubilo... sentitevi:
infallibili; mostruosi; perversi; ingenui
Scegliendo una frase, ad es. «la luna è tonda», ditela:
– a velocità diverse
– più o meno forte
– spezzando o prolungando certe sillabe
Interpretatela:
– con aria da spacconi
– facendo finta di confidare un segreto prezioso
– con aria sospettosa
Così si lavora l’espressione. Incessante andirivieni tra l’interiore e l’esteriore,
tra la spontaneità e il controllo; gioia di scoprire questo gioco in sé e di riuscire a
esprimerlo!
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I miei obiettivi

«Che cosa interesserà nel mio lavoro? Unicamente quel che ognuno ha in sé.
Forse niente, forse tutto. In un testo, si trova solo ciò che vi si porta... noi non
leggiamo tutti lo stesso libro, non ascoltiamo tutti lo stesso professore».
Come l’abate Jousse, sono cosciente che il contenuto del mio lavoro e la mia
personalità possano non essere congeniali a tutti.
Lo scopo del mio insegnamento è una formazione dell’essere che, arbitra-
riamente, potrebbe definirsi così:
– sviluppo della persona
–␣ sviluppo mentale
–␣ sviluppo artistico

È per il tramite dei miei allievi che saranno trattati i primi due punti. Ecco
alcune delle loro risposte alla mia domanda «Che cosa vi dà l’espressione corporea
e quali sono le ragioni che vi spingono a proseguire?»

Sviluppo della persona


– «Attraverso questo lavoro, credo di poter trovare la possibilità: a) di
affrontare — forse superare — il problema del tempo; b) di recuperare una
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maggiore spontaneità il che significa ascolto interno, padronanza dei


mezzi espressivi, autoaccettazione eliminando la paura di mostrarmi
come sono.
– È un confronto costante e dinamico con le mie capacità; mi piace il
continuo superamento di me stesso.
– Provo piacere a concedermi del tempo e a vivere anche per me.
– Grazie alla sua cornice rassicurante, l’espressione corporea mi permette
di progredire, di avviare un processo di cambiamento che può prolungarsi
nella vita quotidiana: non è più lontana dai miei bisogni profondi.
– Dovendo attingere dalle mie risorse personali per esternarmi, scopro le
mie possibilità e prendo coscienza dei miei limiti; ciò mi permette di fare
il punto della mia situazione.
– Lo spirito di gruppo mi rende responsabile e solidale con gli altri; il mio
spirito di iniziativa si rinsalda e la mia ricettività aumenta.
– Imparo l’autonomia, che mi dà il rispetto di me stesso e degli altri.
– Per me, questo lavoro verte soprattutto sulla conoscenza, la modificazione
e l’accrescimento dell’immagine di sé (in movimento mi sento liberata
dall’immagine esteriore del mio corpo — che raramente è soddisfacente);
ciò mi dà nuove possibilità di entrare in relazione con gli altri e con
l’esterno. Permette anche di uscire dai ruoli in cui ognuno di noi si
impantana.
– L’espressione corporea è il piacere di scoprirsi e di scoprire il proprio
corpo in una dimensione diversa; è la gioia del movimento in sé e della
relazione con lo spazio, il tempo, l’altro.
– Mi aiuta a sentire quest’unità corporea che costituisce la base di un’espres-
sione libera e che è il frutto di un’accettazione vera e profonda del corpo.»

Sviluppo mentale

– «Faccio pratica di concentrazione; essa permette di fermare il filo dei


pensieri, procurando così un certo rilassamento.
– Mi piace la possibilità di apertura mentale, mi piacciono le svariate
sfaccettature del lavoro e i vari collegamenti.
– Mi stimola verso la ricerca, verso l’ostacolo; mi piace questo tentativo di
sviluppo di ogni punto fino al suo massimo, sfruttando tutte le possibilità.
– Struttura il pensiero e affina il senso di osservazione.
– Le sfumature e le sottigliezze di questo lavoro mostrano che un dettaglio,
banale all’apparenza, può cambiare tutto (una sensazione, un’espressio-
ne).
– L’apprezzamento e la critica del proprio lavoro e di quello degli altri
affinano il senso di osservazione e di analisi, il senso delle sfumature e dei
contrasti come pure la sensibilità.»
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Sviluppo artistico

La sensibilità artistica è fonte di gioia; colora la vita e le dà un tocco poetico.


Mi sta a cuore stimolarla e svilupparla armoniosamente.
Approfondendo l’espressione corporea, l’allievo si trova alle prese con gli
elementi comuni a tutte le arti: tempo, spazio, energia. Ciò facendo, si sensibilizza
ai contrasti e alle sfumature, prova piacere nella ricercatezza del dettaglio: sarà
attento a un silenzio, sarà colpito dalla qualità di una forma, di un volume,
commosso dalla perfezione di un movimento.
Così si sarà affinata l’intuizione e stimolata la creatività. Con l’affinamento
dello spirito critico e della sensibilità, l’allievo dovrebbe essere in grado di godere
pienamente di qualsiasi forma d’arte, non solo con il cuore ma anche con lo spirito.
Una dimensione nuova sta per arricchire la sua quotidianità.

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