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N.
Reg. Sent.
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ANNO
Il Tribunale Amministrativo Regionale del LAZIO, Sez. III^-quater
composto da
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
contro
per l'annullamento
Nominato relatore alla pubblica udienza del 26 marzo 2008 il Consigliere Umberto
Realfonzo; non ricorrendo la presenza di difensori.
FATTO
Con il presente gravame, la ricorrente chiede l’annullamento dell'art.
2, comma 5 del D.M. 22/4/1993 contenente il bando di concorso per
l’immissione in ruolo nella scuola secondaria di secondo grado, nella parte in cui
stabilisce che i servizi prestati nell’insegnamento della religione
cattolica o alternativi non sono utili né ai fini dell'ammissione al
concorso e né ai fini dell’attribuzione del punteggio in graduatoria.
La ricorrente con l’unica rubrica di gravame denuncia la violazione dell’art. 2. co. 10 del
d.l. 6.11.1989 n. 357 e segg, ed eccesso di potere per difetto di presupposti.
DIRITTO
La ricorrente, la quale nel a.s. 1990/1991 era stata nominata sul posto di insegnante delle
“attività alternative” alla religione cattolica, chiede che il predetto servizio sia
integralmente valutato a tutti gli effetti per il concorso per l’immissione in ruolo nella
scuola secondaria di secondo grado ed a tal fine impugna il relativo bando di concorso
Con l’unico mezzo di gravame deduce la violazione dell’art. 2, co. 10 del d.l.
6.11.1989 n. 357 (conv. in L. n. 417/1989) che prevede la valutazione del “servizio di
insegnamento.. negli istituti statali di ogni ordine e grado…per insegnamenti
corrispondenti a posti di ruolo… nonché per insegnamenti relativi a classi di
concorso”….
Il ricorso è infondato.
La giurisprudenza, sia del giudice delle leggi (C. Cost. 22 luglio 1999 n. 343) che del
giudice amministrativo (cfr, fra le tante, Cons. Stato, II Sez., 10 gennaio 2001 n.
1606/2000; T.A.R. Pescara 15 giugno 2001 n. 567; T.A.R. Puglia Bari, sez. I, 19 maggio
2003, n. 1948), ha ritenuto che l'insegnamento della religione cattolica e delle materie
alternative è ininfluente ai fini dell'ammissione alla sessione riservata di esami e della
valutabilità del servizio prestato. E ciò perché i docenti, ai quali il suddetto incarico è
affidato, svolgono, nell'ambito delle scuole statali, una funzione genericamente
educativa.
Lo svolgimento per gli alunni che non si avvalgono dell'insegnamento delle attività
alternative alla religione cattolica, non corrisponde infatti né a posti di ruolo né ad una
individuata classe di concorso, è specificamente caratterizzata dal fatto che esse non
hanno per oggetto materie curricolari e non concernono un insegnamento "unitario".
Per contro, il carattere derogatorio della disposizione tendente alla immissione in ruolo
per soli titoli, intende ancorare l’immissione in ruolo a titoli di servizio maturati su
materie curricolari (cfr. Consiglio Stato, sez. VI, 20 aprile 2000, n. 2465).
Per tali ragioni, i servizi svolti nell'insegnamento delle attività alternative della religione
cattolica non sono validi né ai fini dell'ammissione e neppure ai fini del punteggio.
Sussistono in ogni caso sufficienti motivi per disporre l’integrale compensazione delle
spese del presente giudizio.
P.Q.M.
2. Spese compensate.
Ric. N. 12551/2008