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REPUBBLICA ITALIANA

N.

Reg. Sent.
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ANNO
Il Tribunale Amministrativo Regionale del LAZIO, Sez. III^-quater

composto da

dr. Mario Di Giuseppe Presidente

dr. Antonio Amicuzzi Consigliere

dr. Umberto Realfonzo Consigliere-rel.

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sul ricorso n. 12551/1993 R.G. proposto da ALESSANDRINI


MIRELLA, rappresentata e difesa dall’avv. C. Mauceri e dall’avv. F. Buccellato, presso
il cui studio in Roma è elettivamente domiciliato, v.le Angelico, n. 22;

contro

- il Ministero della Pubblica Istruzione, in persona del Ministero p.t.


costituitosi in giudizio a mezzo dell’Avvocatura Generale dello Stato;

per l'annullamento

-- del D.M. 22/4/1993 nella parte in cui all'art. 2, comma 5, stabilisce la


non valutabilità dei servizi prestati nell’insegnamento della religione
cattolica o alternativi;

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione dell’Amministrazione;

Visti gli atti tutti della causa;

Nominato relatore alla pubblica udienza del 26 marzo 2008 il Consigliere Umberto
Realfonzo; non ricorrendo la presenza di difensori.

Ritenuto e considerato, in fatto e in diritto, quanto segue:

FATTO
Con il presente gravame, la ricorrente chiede l’annullamento dell'art.
2, comma 5 del D.M. 22/4/1993 contenente il bando di concorso per
l’immissione in ruolo nella scuola secondaria di secondo grado, nella parte in cui
stabilisce che i servizi prestati nell’insegnamento della religione
cattolica o alternativi non sono utili né ai fini dell'ammissione al
concorso e né ai fini dell’attribuzione del punteggio in graduatoria.

La ricorrente con l’unica rubrica di gravame denuncia la violazione dell’art. 2. co. 10 del
d.l. 6.11.1989 n. 357 e segg, ed eccesso di potere per difetto di presupposti.

L’Amministrazione intimata si è formalmente costituita in giudizio a mezzo


dell’Avvocatura dello Stato, che ha fatto proprio il rapporto dell’Ufficio.

All’udienza predetta, la causa è stata dunque introitata dal Collegio.

DIRITTO

La ricorrente, la quale nel a.s. 1990/1991 era stata nominata sul posto di insegnante delle
“attività alternative” alla religione cattolica, chiede che il predetto servizio sia
integralmente valutato a tutti gli effetti per il concorso per l’immissione in ruolo nella
scuola secondaria di secondo grado ed a tal fine impugna il relativo bando di concorso

Con l’unico mezzo di gravame deduce la violazione dell’art. 2, co. 10 del d.l.
6.11.1989 n. 357 (conv. in L. n. 417/1989) che prevede la valutazione del “servizio di
insegnamento.. negli istituti statali di ogni ordine e grado…per insegnamenti
corrispondenti a posti di ruolo… nonché per insegnamenti relativi a classi di
concorso”….

Di qui la non correttezza e lo sviamento di potere della mancata


valutazione in quanto il suo servizio che doveva essere considerato
valido perché prestato in un istituto statale con nomina sulla base
della graduatoria per una supplenza per una determinata classe di
concorso..

Il ricorso è infondato.

La giurisprudenza, sia del giudice delle leggi (C. Cost. 22 luglio 1999 n. 343) che del
giudice amministrativo (cfr, fra le tante, Cons. Stato, II Sez., 10 gennaio 2001 n.
1606/2000; T.A.R. Pescara 15 giugno 2001 n. 567; T.A.R. Puglia Bari, sez. I, 19 maggio
2003, n. 1948), ha ritenuto che l'insegnamento della religione cattolica e delle materie
alternative è ininfluente ai fini dell'ammissione alla sessione riservata di esami e della
valutabilità del servizio prestato. E ciò perché i docenti, ai quali il suddetto incarico è
affidato, svolgono, nell'ambito delle scuole statali, una funzione genericamente
educativa.
Lo svolgimento per gli alunni che non si avvalgono dell'insegnamento delle attività
alternative alla religione cattolica, non corrisponde infatti né a posti di ruolo né ad una
individuata classe di concorso, è specificamente caratterizzata dal fatto che esse non
hanno per oggetto materie curricolari e non concernono un insegnamento "unitario".

Per contro, il carattere derogatorio della disposizione tendente alla immissione in ruolo
per soli titoli, intende ancorare l’immissione in ruolo a titoli di servizio maturati su
materie curricolari (cfr. Consiglio Stato, sez. VI, 20 aprile 2000, n. 2465).

Per tali ragioni, i servizi svolti nell'insegnamento delle attività alternative della religione
cattolica non sono validi né ai fini dell'ammissione e neppure ai fini del punteggio.

In conclusione il ricorso è infondato e deve essere respinto.

Sussistono in ogni caso sufficienti motivi per disporre l’integrale compensazione delle
spese del presente giudizio.

P.Q.M.

il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio– Sez.III^-quater :

1. respinge il ricorso di cui in epigrafe.

2. Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità Amministrativa.

Così deciso dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio– Sez.III^-quater, in


Roma, nella Camera di Consiglio del 26 marzo 2008.

IL PRESIDENTE dr. Mario Di Giuseppe

IL CONSIGLIERE-EST. dr. Umberto Realfonzo

Ric. N. 12551/2008

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