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A.I.P.A.C.

Calabria

10 novembre 2014

STRATEGIE DI RECUPERO NEL


CALCIATORE
Indice

•  Introduzione
•  Fattori che inducono la fatica
-  Deplezione delle riserve glicolitiche
-  Deidratazione
-  Danno muscolare
-  Fatica del SNC

•  Principali strategie per il ripristino omeostatico


-  Immersione in acqua fredda
-  Recupero attivo
-  Massaggi
-  Stretching
-  Indumenti compressivi
-  Elettrostimolazione

•  Conclusioni ed applicazioni pratiche


+ +
=
Cos’è la fatica?
La fatica è una compromissione acuta della performance, tramite una
percezione maggiore dello sforzo nell’esprimere una
potenza/forza desiderata, ma anche in seguito ad un’incapacità
vera e propria di esprimere queste forze e/o potenze
(Gandevia, 2001)

Due tipi di fatica:


•  Fatica centrale (SNC)
•  Fatica periferica (muscolare)
Fattori che inducono la fatica nel calciatore

•  Deplezione delle riserve glicolitiche


-  In soggetti con circa 400 mmol/kg di muscolo fresco pre match, si sono registrati valori inferiori di circa l‘87.5% al termine
della partita (Saltin e coll., 1973)

-  Il decremento dell’intensità e della distanza percorsa nell’ultimo quarto di un match sono attribuibili ad un decremento delle
scorte di glicogeno (Bangsbo et al. 2006, Jacobs et al. 1982, Krustrup et al. 2006)

-  Al termine di un match le riserve di glicogeno sono quasi completamente esaurite nei vari tipi di fibre muscolari (Krustrup et
al., 2006)

•  Deidratazione
-  In condizioni ambientali calde (circa 31,5°C), dopo un match, vi è una perdita di fluidi corporei di circa 1,5 litri, con

decremento della capacità di salto di circa l‘8,2%, diminuzione della velocità di sprint (2,6%) e diminuzione del tempo

trascorso ad una FC sopra il 95% della max nel secondo tempo rispetto al primo (Mohr et al., 2010).

-  Con tasso alto di umidità (circa 50%), al termine di una sessione di allenamento vi è un decremento dell’osmolalità delle

urine, perdita di circa 1.7 litri di sudore. (Williams e Blackwell, 2012)


Fattori che inducono la fatica nel calciatore

•  Danno muscolare
-  Attribuibile ad una rottura, fisiologica, della fibrocellula muscolare e della sua membrana, con contemporaneo aumento delle
proteine infiammatorie, alterazione della funzione muscolare, dolore muscolare (DOMS) e gonfiore.

-  Causa del danno muscolare sono tutte quelle azioni che richiedono contrazioni eccentriche, come salti, sprint, cambi di

direzione, decelerazioni e contrasti con gli avversari.

-  ↓ MFV (28%), ↑ CK, ↑ DOMS, ↑ circonferenza (3%) (Howatson e Milak, 2009)


-  ↑ DOMS, ↓ ROM, ↑ CK (Chatzinikolaou et al, 2010)

•  Fatica del sistema nervoso centrale


-  Dopo un match giocato, i valori di massima contrazione volontaria (MVC) e di attivazione volontaria (VA) sono diminuiti
rispettivamente dell’11 e 7.7% mantenendosi al di sotto dei valori basali fino a 48 ore dopo il match. (Rampinini et al., 2011)

-  Kawabata e coll. (2000) hanno evidenziato una diminuzione dei valori di MVC ed un aumento dell’indice di fatica nei

muscoli estensori e flessori del ginocchio dopo tre serie di 50 contrazioni isocinetiche a 180°/s.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Immersione in acqua fredda

Protocollo Risultati

•  Un match di 90’ •  CK e CRP inferiori nel CWG rispetto al TNG

•  Due gruppi: •  Valori di MB inferiori nel CWG dopo 30’ ma


-  Immersione in acqua fredda (CWG) a 10°C simili nei due gruppi dopo 24 e 48 ore.
-  Immersione in acqua a temperatura neutra (TNG) a 35°C

•  Mb, CK, DOMS e CRP misurati dopo 30’, 24 e 48 ore •  DOMS dei mm. quadricipite, flessori della coscia,
tricipite surale e adduttori della coscia inferiore nel
CWG rispetto al TNG, soprattutto dopo 24 ore.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Protocollo Risultati
•  Quattro sessioni di allenamento (da martedi a venerdi) •  Nessuna differenza nei valori di CMJ, RSA
e temperatura corporea nei tre gruppi.
•  Tre gruppi e tre diverse strategie di recupero:
•  Valori di CK più alti nel gruppo PAS rispetto
-  Immersione in acqua fredda (CWI) a 15°C per 8’ agli altri due gruppi.
-  Immersione in acqua a temperatura neutra (TNI)
a 28°C per 8’ •  Valori di CK più bassi dopo le quattro
sessioni nel CWI rispetto al TNI (255 U/l vs
-  Recupero passivo in una zona all’ombra (PAS) 270 U/l).

•  RPE, CMJ, RSA, temperatura corporea misurati prima


•  L’RPE è risultato essere inferiore nel CWI
e dopo l’allenamento. al termine di tutt’e quattro le sessioni di
allenamento rispetto agli altri due gruppi.
•  CK misurata il lunedi e sabato.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Recupero attivo

Protocollo Risultati

•  Due gruppi e due diverse strategie di recupero: •  Performance di salto diminuita in entrambi i
-  Un gruppo ha eseguito recupero attivo (ARG) composto gruppi ma in modo meno marcato nel ARG
da 5’ di corsa lenta e 5’ di stretching.
-  Un gruppo che non ha svolto nessuna forma di recupero. •  Risultati del test di sprint peggiori di circa il
50% in più nel gruppo che non ha svolto
recupero rispetto all’ARG.
•  Test di salto, sprint test e percezione del dolore misurati
al termine del match. •  Valori di VAS inferiori nell’ARG rispetto
all’altro gruppo.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Protocollo Risultati

•  2’30” di sprint ad un cicloergometro al 130% del •  Valori di lattato muscolare e plasmatico e Ph minori
VO2peak seguiti da 30” di sprint alla massima nel ARG rispetto al gruppo PAS
intensità.
•  Due gruppi: •  Al termine dell’esercizio le scorte di glicogeno
-  Un gruppo eseguiva recupero attivo (ARG) su erano diminuite di circa il 46% in entrambi i gruppi,
cicloergometro per 45’ al 40% del VO2peak seguito ma il gruppo PAS ha mostrato una resintesi delle
da 30’ di recupero passivo. scorte più rapida rispetto all’ARG.
-  Un altro gruppo eseguiva recupero passivo (PAS) in
posizione seduta per 75’.
•  Lattato muscolare e plasmatico, Ph e riserve
glicolitiche misurate dopo l’esercizio nei due gruppi.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Massaggi

Quattro tecniche di massaggio principali:


•  Effleurage, scivolamenti o scorrimenti continui sulla pelle, con scopo di lenire i dolori muscolari e
favorire il rilassamento.
•  Petrissage, in cui vengono fatti massaggi ad impasto, con compressione e sollevamento dei tessuti
per favorire il ritorno venoso.
•  Frizione, con movimenti trasversali e paralleli alla direzione delle fibre del muscolo trattato,
utilizzato per ridurre gli spasmi muscolari.
•  Tapotement, nel quale le mani colpiscono rapidamente la zona da trattare al fine di stimolare il
muscolo meccanicamente o per azione riflessa.

Effleurage + petrissage, 15-30’ ↑ flusso sanguigno, ↓ La muscolare, ↓ percezione dello sforzo, ↑ ROM
(Best et al. 2008, Hilbert et al. 2003, Mancinelli et al. 2006, Moraska et al. 2005).

Probabili effetti psicologici prima e dopo l’esercizio dovuti alla combinazione delle tecniche di
effleurage, petrissage e frizione (Leivadi et al. 1999, Weinberg et al. 1998).
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Stretching

Principali effetti:
•  Viscoelastici, ↑ ROM articolare e ↓ rigidità muscolare
•  Neurali, ↓ eccitabilità motoneuroni, ↓ attività contrattile con conseguente rilassamento muscolare

Principali benefici:
•  4 x 90” ↓ delle resistenze periferiche mm. ischiocrurali (18-19%) (Magnusson et al.,
1995, 1996)
•  5 x 90” ↓ delle resistenze periferiche mm. ischiocrurali (8,3%) (McHugh et al.,
2008)
•  60” di stretching ↑ intensità provocano gli stessi effetti (9%) (McHugh et al., 2008)

Controinidcazioni
•  ↓ della performance e della qualità muscolari se eseguito prima dell’esercizio (Cramer, 2005)
(Marek, 2005).

Nessun effetto è stato dimostrato nell’alleviare i sintomi del DOMS.


Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Indumenti compressivi
Principali effetti:
•  ↑ pressione a livello femorale aumentando il flusso sanguigno e
quindi favorire il ritorno venoso.

Principali benefici:
•  Smaltimento più rapido del lattato ematico grazie all’aumento del flusso
sanguigno (Lovell et al., 2011).
•  Attenuazione della percezione del dolore muscolare (Duffield et al.,
2008).
•  Mantenimento di una costante temperatura corporea (Duffield et al.,
2008).

Controindicazioni:
•  A causa della loro capacità di mantenere costante la temperatura corporea,
molti atleti hanno manifestato delle difficoltà nell’utilizzare i pantaloni
compressivi nelle stagioni calde, soprattutto durante la notte.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico

Elettrostimolazione

Due effetti principali sulle capacità di recupero:


•  Capacità di aumentare il flusso sanguigno con conseguente eliminazione dei metaboliti muscolari.
•  Riduzione della percezione del dolore muscolare a causa di alcuni effetti analgesici della stimolazione.

Effetti delle correnti TENS (transcutaneal electrical stimulation):


•  Le correnti TENS sono le più indicate nel trattamento del dolore muscolare (DeSantana,
2008)
•  Le correnti TENS ad alta frequenza e bassa intensità sono responsabili dell’inibizione della
trasmissione dello stimolo nocicettivo da parte delle fibre afferenti del midollo spinale.
•  Le correnti TENS a bassa frequenza ed alta intensità stimolano il gruppo III e IV delle fibre
afferenti causando il rilascio di oppioidi endogeni nel SNC.

Effetti delle correnti a bassa frequenza (LFES):


•  ↑ flusso sanguigno nel muscolo.
•  ↓ CK, probabilmente dovuta all’aumento del flusso sanguigno (Vanderthommen, 2007).

Nessun effetto evidente dell’eletrostimolazione sulle qualita neuromuscolari, aerobiche ed anaerobiche.


Conclusioni ed applicazioni pratiche

Stretching, 60-90” per muscolo x 3-4 reps

Immersione in acqua fredda, 10°C per 8-10’

Recupero attivo

Massaggi pre e post esercizio

Elettrostimolazione

Indumenti compressivi
Grazie
Fabio Errigo

Allenatore Fisico – Fisioterapista

FC Crotone

fabioerrigo@icloud.com

fabioerrigo

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