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Calabria
10 novembre 2014
• Introduzione
• Fattori che inducono la fatica
- Deplezione delle riserve glicolitiche
- Deidratazione
- Danno muscolare
- Fatica del SNC
- Il decremento dell’intensità e della distanza percorsa nell’ultimo quarto di un match sono attribuibili ad un decremento delle
scorte di glicogeno (Bangsbo et al. 2006, Jacobs et al. 1982, Krustrup et al. 2006)
- Al termine di un match le riserve di glicogeno sono quasi completamente esaurite nei vari tipi di fibre muscolari (Krustrup et
al., 2006)
• Deidratazione
- In condizioni ambientali calde (circa 31,5°C), dopo un match, vi è una perdita di fluidi corporei di circa 1,5 litri, con
decremento della capacità di salto di circa l‘8,2%, diminuzione della velocità di sprint (2,6%) e diminuzione del tempo
trascorso ad una FC sopra il 95% della max nel secondo tempo rispetto al primo (Mohr et al., 2010).
- Con tasso alto di umidità (circa 50%), al termine di una sessione di allenamento vi è un decremento dell’osmolalità delle
• Danno muscolare
- Attribuibile ad una rottura, fisiologica, della fibrocellula muscolare e della sua membrana, con contemporaneo aumento delle
proteine infiammatorie, alterazione della funzione muscolare, dolore muscolare (DOMS) e gonfiore.
- Causa del danno muscolare sono tutte quelle azioni che richiedono contrazioni eccentriche, come salti, sprint, cambi di
- Kawabata e coll. (2000) hanno evidenziato una diminuzione dei valori di MVC ed un aumento dell’indice di fatica nei
muscoli estensori e flessori del ginocchio dopo tre serie di 50 contrazioni isocinetiche a 180°/s.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico
Protocollo Risultati
• Mb, CK, DOMS e CRP misurati dopo 30’, 24 e 48 ore • DOMS dei mm. quadricipite, flessori della coscia,
tricipite surale e adduttori della coscia inferiore nel
CWG rispetto al TNG, soprattutto dopo 24 ore.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico
Protocollo Risultati
• Quattro sessioni di allenamento (da martedi a venerdi) • Nessuna differenza nei valori di CMJ, RSA
e temperatura corporea nei tre gruppi.
• Tre gruppi e tre diverse strategie di recupero:
• Valori di CK più alti nel gruppo PAS rispetto
- Immersione in acqua fredda (CWI) a 15°C per 8’ agli altri due gruppi.
- Immersione in acqua a temperatura neutra (TNI)
a 28°C per 8’ • Valori di CK più bassi dopo le quattro
sessioni nel CWI rispetto al TNI (255 U/l vs
- Recupero passivo in una zona all’ombra (PAS) 270 U/l).
Recupero attivo
Protocollo Risultati
• Due gruppi e due diverse strategie di recupero: • Performance di salto diminuita in entrambi i
- Un gruppo ha eseguito recupero attivo (ARG) composto gruppi ma in modo meno marcato nel ARG
da 5’ di corsa lenta e 5’ di stretching.
- Un gruppo che non ha svolto nessuna forma di recupero. • Risultati del test di sprint peggiori di circa il
50% in più nel gruppo che non ha svolto
recupero rispetto all’ARG.
• Test di salto, sprint test e percezione del dolore misurati
al termine del match. • Valori di VAS inferiori nell’ARG rispetto
all’altro gruppo.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico
Protocollo Risultati
• 2’30” di sprint ad un cicloergometro al 130% del • Valori di lattato muscolare e plasmatico e Ph minori
VO2peak seguiti da 30” di sprint alla massima nel ARG rispetto al gruppo PAS
intensità.
• Due gruppi: • Al termine dell’esercizio le scorte di glicogeno
- Un gruppo eseguiva recupero attivo (ARG) su erano diminuite di circa il 46% in entrambi i gruppi,
cicloergometro per 45’ al 40% del VO2peak seguito ma il gruppo PAS ha mostrato una resintesi delle
da 30’ di recupero passivo. scorte più rapida rispetto all’ARG.
- Un altro gruppo eseguiva recupero passivo (PAS) in
posizione seduta per 75’.
• Lattato muscolare e plasmatico, Ph e riserve
glicolitiche misurate dopo l’esercizio nei due gruppi.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico
Massaggi
Effleurage + petrissage, 15-30’ ↑ flusso sanguigno, ↓ La muscolare, ↓ percezione dello sforzo, ↑ ROM
(Best et al. 2008, Hilbert et al. 2003, Mancinelli et al. 2006, Moraska et al. 2005).
Probabili effetti psicologici prima e dopo l’esercizio dovuti alla combinazione delle tecniche di
effleurage, petrissage e frizione (Leivadi et al. 1999, Weinberg et al. 1998).
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico
Stretching
Principali effetti:
• Viscoelastici, ↑ ROM articolare e ↓ rigidità muscolare
• Neurali, ↓ eccitabilità motoneuroni, ↓ attività contrattile con conseguente rilassamento muscolare
Principali benefici:
• 4 x 90” ↓ delle resistenze periferiche mm. ischiocrurali (18-19%) (Magnusson et al.,
1995, 1996)
• 5 x 90” ↓ delle resistenze periferiche mm. ischiocrurali (8,3%) (McHugh et al.,
2008)
• 60” di stretching ↑ intensità provocano gli stessi effetti (9%) (McHugh et al., 2008)
Controinidcazioni
• ↓ della performance e della qualità muscolari se eseguito prima dell’esercizio (Cramer, 2005)
(Marek, 2005).
Indumenti compressivi
Principali effetti:
• ↑ pressione a livello femorale aumentando il flusso sanguigno e
quindi favorire il ritorno venoso.
Principali benefici:
• Smaltimento più rapido del lattato ematico grazie all’aumento del flusso
sanguigno (Lovell et al., 2011).
• Attenuazione della percezione del dolore muscolare (Duffield et al.,
2008).
• Mantenimento di una costante temperatura corporea (Duffield et al.,
2008).
Controindicazioni:
• A causa della loro capacità di mantenere costante la temperatura corporea,
molti atleti hanno manifestato delle difficoltà nell’utilizzare i pantaloni
compressivi nelle stagioni calde, soprattutto durante la notte.
Principali strategie utilizzate per il ripristino omeostatico
Elettrostimolazione
Recupero attivo
Elettrostimolazione
Indumenti compressivi
Grazie
Fabio Errigo
FC Crotone
fabioerrigo@icloud.com
fabioerrigo