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I S O BRE 2010 - TIRATU RA COPIE
20.0
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1
Senza un
euro
in tasca.
Direttore Responsabile Ecco i nuovi poveri italiani.
Mara Parmegiani
Donne, uomini, famiglie
Comitato scientifico che fino a ieri avevano
Gino Falleri Vice Presidente ordine dei giornalisti,
On. Paola Pelino, Avv. Nino Marazzita,
una vita più che dignitosa
Giudice Simonetta Matone, travolti improvvisamente
Principe Carlo Giovannelli, dall’economia dell’euro. E
Dott. Emilio Albertario,
ogni anno quasi 200 mila piccole imprese sono strozzate
Segreteria di Redazione dall’usura.
Marco Alfonsi
Nicoletta Di Benedetto Sull’onda dell’inchiesta <http://vistidalontano.blogosfere.
Marina Bertucci it/2007/12/new-york-times-gli-italiani-il-popolo-meno-feli-
Servizi fotografici di redazione
ce-deuropa.html> dedicata dal New York Times al disagio
Laura Camia, Giancarlo Sirolesi italiano, compaiono sui quotidiani di tutto il mondo con-
tributi e corrispondenze tesi ad illustrare la difficile situa-
Collaborano
Helène Blignaut, zione italiana.
Marco Alfonsi, Costanza Cerìoli, Poveri di colpo, rispetto a ieri, poveri da non arrivare più
Isabella De Martini,
Nicoletta Di Benedetto, Andrea Di Capoterra, alla fine del mese con quel poco che prima bastava e ora no.
Cristina Guerra, Rita Lena, I “nuovi poveri” balzano agli occhi: sono i giovani con un
Nino Marazzita,
Gaetano Costa,
titolo di studio, malati, depressi, angosciati, insicuri, disil-
Siderio, Josephine Alessio lusi, intolleranti, pieni di rabbia e negativi.
Fotografo: Maurizio Righi
A Roma lo si può verificare partendo dal Monte di Pietà
Via Piero Aloisi, 29 - 00158 Roma che “fotografa” la crisi che cresce in Italia tra i nuovi poveri
Tel. 06.4500746 - Fax 06.4503358 dove già alle sette e mezza del mattino si inizia a fare la
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Aut. Trib. di Roma n. 529/2005 del 29/12/2005 fila: per cercare di vendere i gioielli di famiglia o un ogget-
to per poter fare la spesa.
Edizioni e Stampa
Rotoform s.r.l.
Si passa poi alla Mensa dei Poveri dove si trova chi deve
Via Ardeatina Km. 20,400 - S. Palomba (RM) arrangiarsi con una pensione di 500 euro che consente di
vivere per due settimane al mese, le altre due sono nelle
Ideazione grafica ed impaginazione
Daniele Furini mani di Dio.
Chi ha ancora qualche spicciolo va alla ricerca di offerte
Settore Pubblicità
Direzione: 00158 Roma - via Piero Aloisi, 29 Tel. speciali nei supermercati. I commercianti si sono adeguati
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E, da poveri, si finisce con il perdere anche la casa, man-
cano i soldi dell’affitto si finisce a dormire dentro l’auto.
La responsabilità legale del contenuto degli articoli e dei con-
Una povertà che i direttori di banca conoscono bene.
tributi di tipo pubblicitario è a carico dei singoli autori. La col- Sono 14 milioni gli italiani compresi fra la categoria stati-
laborazione al mensile Chapeau è da ritenersi del tutto gratuita
e pertanto non retribuita, salvo accordi scritti o contratti di stica degli indigenti «puri» o che appartengono alle fami-
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È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi, grafici, im- glie pericolosamente vicine alla soglia di povertà.
magini e contributi pubblicitari realizzati da Chapeau. Un’incertezza che rischia di portare “all’esasperazione sociale”.
Chi se ne preoccupa?
Mara Parmegiani
2
I
n
d
i
c
e
4 Gustavo Rol
6 Moda
10 RoMa by NiGht
12 i CapRiCCi di veNeRe
doNNe e MoRalità
14 Nell’aNtiCa RoMa
22 il Caso sCajola
27 sofia Coppola
28 vaN GoGh
tRa CaMpaGNa e CittÁ
29 l’avvoCato RispoNde
30 NeWs
31 RiCetta e oRosCopo
3
IL SENSITIVO
Gustavo
Rol
«Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra
esistenza risiede nell’amore che non abbiamo donato. L’amore
che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l’eternità »
Gustavo Roll (1903 - 1994).
A volte l’esperimento diventava perfino divertente. Accadeva quando, sollecitato da Fellini durante un pranzo al ristorante che
gli chiedeva di scrivere, a distanza, sui tovaglioli i difetti di certi commensali corpulenti che pranzano con il tovagliolo puntato
sul petto. Il sensitivo tracciava dei segni per aria e sul tovagliolo del tranquillo commensale apparivano le frasi più strane, spesso
pungenti, suscitando reazioni di protesta con i proprietari del ristorante.
Mara Parmegiani
5
Dopo tante follie, ecco di nuovo l’attitudine all’eleganza, ad un
sono manifestazioni da passerella. Poi, la realtà del prodotto si quieta e diventa ampiamente portabile. Nelle vetrine parigine, in particolare da
Colette (Rue St. Honoré), il negozio icona che ormai da anni rappresenta la bussola dello stile
per la fashion community, oppure nel nuovo spazio dell’Eclaireur, un’altra icona
della ricerca d’avanguardia (in Rue Severine, nel Marais), spiccano i pantaloni di
che non conosce confini, oppure gli elegantissimi visoni mixati a maglia di Dior,
6
di Céline in marrone tabacco da abbinare a capi color
di quest’inverno.
7
Gucci, un mix tra firma italiana e proprietà francese,
8
Decisamente ispirati alla grande tradizione nipponica, gli abiti
per una magnifica serata di Raffaella Curiel che ancora una volta
orizzonti d’eleganza.
9
ROMA by NIGHT
a cura di Giancarlo Sirolesi
A Maria Lampo, ambasciatrice della Moda Positano la
Targa dell’OPE per i suoi 64 anni di attività
Premio Marche alla bellissima Maria Grazia Albano riceve il Premio Persefone al teatro di Luisa Corna ha presentato il suo nuovo cd al
Cucinotta ospite d’onore della Casina Vecchia Villa Torlonia Gay Village
Madama
10
Rita dalla Chiesa alla Roma Fiction Fest
Il regista, Dado Fiori con la moglie Ludovica alla presentazione del suo film “Strategia
degli affetti”.
Carlo Conti conduttore di successo de “I migliori anni” con Roberta Carlo Lizzani e l’interprete Elena Claudio Amendola in gara al circolo del
Morise, Elena Ossola , Angela Tuccia e Sara Facciolini vestite da Monelli alla presentazione del film Golf Marco Simone con la formula delle
Michele Miglionico “Tanto pè cantà” 18 buche stableford
11
I CAPRI
L’ideale di bellezza fisica riconosciuto dalla società è strettamente
legato all’epoca ed alla situazione economica e sociale di
un popolo.
Nel corso dei secoli si sono succedute mode diverse,
con canoni estetici di riferimento. Da sempre gli sforzi
compiuti dalla società per adeguarsi sono stati notevoli ed
appannaggio quasi esclusivo del sesso femminile.
Nulla è sembrato troppo assurdo e stravagante nelle epoche in
cui una certa moda si è manifestata. E, a queste regole la donna si è
sempre assoggettata diventando magra, opulenta, provocante, angelica, misteriosa. Dalla
Venere primitiva , dove il volto della donna era appena sbozzato, mentre le forme tipiche
della femminilità, seno fianchi e ventre, erano esageratamente evidenziati, per valorizzare
la funzione materna della donna alla Venere di Milo, da molti considerata la migliore
rappresentazione dell’ideale di bellezza, si contrappone
il Cinquecento, in cui l’amore fisico riprese il
suo giusto spazio ed il corpo la sua
importanza. Una Bellezza
dell’epoca, Diana de Poitiers, a
42anni diviene l’amante di Enri-
co II ed è la vera regina di Fran-
cia. Alta e forte, il naso aquili-
no, la bocca piccola, l’espressione
dura, detiene il segreto di
particolari voluttà. A metà Settecen--
to dilaga il gusto del mistero
e del travestimento: le dame amano
celarsi dietro velette e ventagli, le signore
aristocratiche arricchiscono il guardaroba con
abiti ispirati al mondo pastorale o all’oriente. Il ballo in maschera diventa una
nuova occasione sociale, foriera d’incontri galanti e, grazie alle piccanti memorie
di Giacomo Casanova, Venezia diventa la grande capi- tale della seduzione
e dell’erotismo. Cent’anni più tardi il Ro
manticismo lancia
cia un nuovo tipo
di beltà fatale: donne pallide,
sottili, con vite di vespa ot-
tenute con busti mozza-
fiato, mani diafane, in-
somma una bianchezza
di cera ed una fragilità di
porcellana. Per mantene-
re la linea si nutrivano di
petali di rosa e beveva-
no acqua e aceto.
12
CCI DI
Venere La tisi era un fascino in più. Per poi passare ad amare le donne con le fossette, le gole provocanti, i seni
prosperosi, le braccia ed i polpacci rotondeggianti. Negli anni trenta, del secolo scorso, ragioni sociali
favorirono l’affermarsi di un modello di bellezza femminile più atletico, caratterizzato dalla vita stret
stret-
ta e dai capelli corti che sottolineano l’esile collo, come vediamo nei quadri di Tamara de Lempicka.
Nel secondo dopoguerra, dopo che miseria e morte avevano dilagato, ritorna un ideale di donna
barocca estremamente femminile con forme procaci evidenziate da generose scollature: le pin-up.
Negli anni successivi, corsi e ricorsi “storici”, è in auge il modello Twiggy, indossatrice della fine degli anni
sessanta, famosa per la sua magrezza e il volto da bambina. Immagine che sarà sostituita dalle conigliette di Play Boy, che nelle
performance fotografiche, evocano le danze delle baccanti filiformi e formose.
Se le attuali star, che invadono i calendari, si affannano per divenire più belle ed in forma, il più delle volte, grazie a interventi
chirurgici plastificanti, che dire delle adipose veneri di Rubens, e dell’ideale plastico greco da cui ci separano oltre 25 secoli?
Oggi è il cinema, la televisione e il mondo della moda a diffondere
modelli estetici. La bellezza è diventata una vera industria, una cul-
tura e in certi casi, un culto con i suoi lati negativi. Basti pensare a
patologie quali anoressia, bulimia, depressione. Forme quasi inarre-
stabili, se si pensa alla pubblicità di attrici sempre giovani e di
rockstar muscolose, per non parlare di indossatrici famose che continua-
no a dominare nell’immaginario di molte donne.
E, anche se siamo l’altra metà del cielo, non dimentichiamo le
nostre esistenze di donne comuni che si confrontano ogni giorno
con l’elaborazione di un’estetica pratica del quotidiano, creando
un piccolo valore aggiunto nella
storia della società.
Mara Parmegiani
La famiglia e il matrimonio erano i cardini della società romana, soprattutto nel periodo repubblicano.
E all’interno di essi la donna aveva un ruolo tutt’altro che secondario. Anzi, sono state proprio
due donne a costituire l’emblema dei due momenti costitutivi della storia di Roma antica,
due donne entrambe stuprate. Come dire che la città, che divenne poi caput mundi,
deve la sua fortuna a un atto di violenza sessuale. La prima donna è Rea Silvia che venne
violentata da Marte e partorì poi Romolo e Remo che gettarono le fondamenta di Roma
nel 753 a.C.; la seconda è Lucrezia, moglie di Collatino, che fu stuprata dal figlio minore
del re Sesto Tarquinio. La donna si suicidò per non dover sopportare il disonore e questo
gesto creò un tale sdegno in tutta la città che alcuni cittadini si ribellarono, abbatterono la
monarchia, cacciarono da Roma i Tarquini e diedero vita al governo della Repubblica.
I due avvenimenti ovviamente rientrano nel quadro leggendario della nascente potenza italica. Ma
il loro significato simbolico è ben chiaro: Rea Silvia rappresenta
la divinità, Lucrezia la moralità pubblica e privata, i due soli-
soli
di pilastri su cui doveva poggiare la società politica romana.
Gli usi e i costumi (i mores) della Repubblica dovevano quindi
rispecchiare l’integrità della società, dovevano essere severi e
chiaramente impostati al rispetto dell’altro. Rispetto che, en-
en
tro certi limiti, veniva richiesto anche in famiglia, tra moglie e
marito.
Riguardo al matrimonio l’orientamento generale era quello di
una moglie “univira”, cioè una sola donna per ogni uomo. È il
principio base della monogamia, che non nasce – diversamen-
diversamen
te da come molti credono – con il cristianesimo. L’esclusività
del partner ha infatti un’origine morale e sociale prima che
religiosa.
Una donna poteva sposarsi a partire dai dodici anni e se uno
dei due coniugi moriva non ci si poteva risposare prima dei
dieci mesi. Nonostante fosse, per legge, sottomessa al marito,
la donna romana in realtà era tenuta in grande considerazione
come madre dei figli e godeva di un’invidiabile indipenden-
indipenden
za, soprattutto se messa a confronto con la donna greca o di
alcune società orientali. Per quanto riguardava poi il divorzio,
la decisione spettava al marito, ma la richiesta doveva essere
presentata alle famiglie dei coniugi che potevano anche dis-
dis
sentire; inoltre l’uomo doveva restituire la dote, salvo tenere
per sé solo quanto era necessario per i figli. In realtà anche la
moglie poteva divorziare, ma la richiesta non poteva essere presentata da lei direttamente, ma dal pater
familias o dal fratello o da chi ne facesse le veci.
Come si svolgeva il rito del matrimonio? In origine la cerimonia consisteva in un sacrificio a Giove
sosti-
sull’ara familiare di una focaccia di farro (confarreatio). Poi questa forma venne pian piano sosti
tuita da un rito per così dire “civile” (coemptio), decisamente più semplice e veloce, per arrivare
infine all’usus, una sorta di moderna convivenza: il matrimonio in questo caso era valido se si
conviveva per almeno un anno di seguito, ma bastavano tre giorni e tre notti per interromper
interromper-
lo. La ritualità venne dunque sostituita dalla praticità. Ma il mos maiorum, cioè il costume
degli avi, non era destinato a durare a lungo. Il contatto con altre società al di fuori della
penisola italica, l’ingresso nei confini della Repubblica di nuovi territori dove vivevano
civiltà più licenziose e libertine, non poteva non lasciare il segno. Fu la guerra annibalica
a dare una forte accelerazione al cambiamento morale perché costrinse Roma - dopo
socioeconomi-
aver distrutto città e campagne, depauperato l’Italia, scosso la struttura socioeconomi
dell’im-
ca della Repubblica, compresa la piccola proprietà terriera - ad avviare la politica dell’im
perialismo in Asia. Roma doveva in qualche modo riempire di nuovo l’erario pubblico,
svuotato dalle ingenti spese del conflitto contro Cartagine e rifarsi delle spoliazioni subite
durante l’avanzata di Annibale. Fu una politica vincente, una politica che rese Roma più ricca, ma
anche più immorale. Le ricchezze che arrivarono dall’oriente
facevano gola a tutti. Le donne amavano ostentare oro, gioielli
aggiunge-
e bei vestiti. Nel giro di poco tempo, mentre la città aggiunge
va conquista a conquista, allargava il suo dominio e accresceva
il suo potere, al suo interno si stravolgeva tutto: scoppiarono
allen-
devastanti guerre civili e la moralità pubblica e privata si allen
tò fino alla manifestazione di un evento imprevisto: la libertà
sessuale delle donne. In realtà questa licenziosità fu favorita
non solo dall’affluenza della corruzione e del lusso orientali,
so-
ma anche dall’incertezza che le guerre civili crearono nella so
cietà con le proscrizioni, le vendette, le denunce, le violenze.
sal-
Il sesso divenne per le donne una via di fuga, un rituale di sal
sci-
vazione o di potere, secondo le circostanze. E da lì il lento sci
volamento dei costumi non si fermò più. Rea Silvia e Lucrezia
dimentica-
divennero simboli sbiaditi di una società che aveva dimentica
echeg-
to il pudore e la decenza. Solo un altro nome di donna echeg
giava ancora a ricordare l’antico richiamo etico e l’orgoglio
ma-
materno divenendo così modello perfetto di figlia, sposa e ma
dre che non si fece incantare dal nuovo mondo: Cornelia, figlia
di Scipione l’Africano, madre dei famosi Tiberio e Gaio Gracco,
nonché suocera di Scipione l’Emiliano. Famoso è l’episodio in
cui una matrona romana della nuova classe dirigente andò a
trovare Cornelia per parlarle delle ricchezze che possedeva, tra
ville e gioielli. Cornelia ascoltò serena e tranquilla. Aspettò che
i figli tornassero da scuola e, appena entrati, disse superba:
“Ecco i miei gioielli!”. Ma di donne come lei ve ne erano troppo poche per non temere il potere che erano
in grado di acquisire, una volta uscite dai rigidi schemi sociali.
Così Marco Porcio Catone avvertiva il Senato: “Che succederà mai se alle donne darete la libertà?
Se permetterete loro di avere i vostri stessi diritti? Il giorno in cui quelle conquisteranno la parità
dei sessi, vi sottometteranno”. Forse Catone fu fin troppo profetico…!
Cristina Guerra
giornalista TG1
15
Women and
morality in the
ancient Rome
During the Republican Period (the) family and (the) mar
mar-
riage were considered the foundamental in the roman
society and women in such a context had important roles.
Indeed,two roman women became the symbol of two hi
storical, constitutive moments of the ancient Rome, two
women that were both raped. So, Rome in becoming
“caput mundi” , owed its fortune to a sexual violence.
The former, Rea Silvia, has been raped by Marte and gave
birth
to Romolo and Remo who founded Rome in 753 BC; the later,
Lucretia, Collatino’s wife has been raped by Sesto Tarquino’s son.
Lucretia committed suicide because of dishonour and for this act
roman population rose against the monarchy and the Tarquini were banished
from Rome and since then the Republic borne. Two stories that were part of the le- le
gend of the rising italic power with a clear meaning: Rea Silvia represents the divinity,
Lucretia the public and private morality, two strong pillars on which had to be based the
roman, political society.
Republican habits had to reflect the integrity of the roman political society and so it had
to be severe and respectful of one another. A sense of respect requested also between
wifes and husbands as well. In the ancient Rome there was monogamy that did not
origin from Christianity, eventhough its origin was first of all moral and social. A
woman could marry when she was twelve and if one of the two spouses dead
it was impossible to marry again before ten months had passed.
Even if a married woman was subjected to her hu-
sband, the roman woman was independent spe-
cially in comparison with the greek and oriental
woman. In case of divorce it was the husband
that took the decision, but the intention to
divorce had to be submitted to the husband
and wife that could dissent; furthermore
the husband must give back the wifès
dawry and saved only the necessa-
ry for his sons. Woman too could
decide to divorce, although the
request had to be presented
by the pater familias or by her
brother.
How did go the wedding ri-
tual? Originally the ceremony
consisted in offering to Giove
as sacrifice a “focaccia” made
with spelt (confarreatio). Gra-
dually this habit has been sub-
stituted with a civil ritual (co-
emptio), tha was simpler and
faster; finally there was the
“usus”, a sort of modern
cohabitation. In this case
the marriage was valid if
16
woman and men used to live together almost for one year, but it was sufficient three days and three
nights to break off it.
So rituality was substituted by convenience . But further, when roman society came into contact
with foreign societies out of Italian peninsula and after new countries were annexed to the Republic
and their libertine and licentious habits influenced roman society.
Then Annibalès war quickened this change of roman morality and forced Rome, after the destruction
of the Republic and its economy, to begin the imperialist policy in Asia.
Rome had to gain again its power and to get rich again. It was a winning policy and Romans, women
and men started to boast their richness again. Soon Rome conquered the world, town after town,
and its power grew.
But in the meanwhile Rome became more and more important out of the peninsula, something was
changing in people morality, above all woman sexual habit changed and thanks to the uncertainty
due to the civil wars and the influence of oriental corruption , it became “sexual freedom” .
Sexe became for the roman woman a way of escape or it could
represent, from time to time, the power or their salvation. Since
then roman customs changed and Rea Silvia and Lucretia beca- beca
me the faded symbol of a society that had forgotten decency
and reserve.
But at that time a woman, named Cornelia became the perfect
model of wife, mother and daughter and she did not let herself
flattered by the new world . She was Scipione l’Africano’s dau
dau-
ghter, Gracchi brother’s mother and Scipione l’Emiliano mo- mo
ther’s-in law.
Everyone remember the story of a roman matron that paid Cor- Cor
nelia a visit and began to tell about her richness. Cornelia liste-
liste
ned to her quietly, but when her sons came back from school
she, looking at them, said proudly “Here are my jewels”. Then,
in Rome, women like her were a few and there was who began
to be afraid of the power that the new independent women, in
roman society, were able to conquer..
At the Senate, the senator Marco Porcio Catone did inform his
collegues with these words:”What it will happen if we will give to
women more freedom and more rights? When they will conquer
the parity of rights between man and woman they will submit
us”.
We can say that Catone was really prophetic!
Cristina Guerra TG1 – trasled Rita Lena
Si chiama Nushu, è nato nell’Hunan, la donne, legami di sorellanza che servivano
regione meridionale della Cina, ed è unico da argine contro l’oppressione maschile. Era
nel suo genere. Non è un bambino, neppure uno strumento importante in mano al mon-
un uomo. È un linguaggio, anzi un dialetto, do femminile, uno strumento ingestibile per
il cosiddetto “dialetto delle confidenze”. Si gli uomini al potere. Per questo fu bandito. Il
credeva fosse morto con la scomparsa, avve- divieto di usarlo venne abolito nel 1976, ma
nuta l’anno scorso, dell’ultima conoscitrice solo ora la “lingua al femminile” è riemersa
degli ideogrammi misteriosi, la signora Yang con forza grazie ad un gruppo di donne dello
Huangyi, custode di questa lingua segreta Hunan che è riuscito a trascrivere centinaia di
fino a 92 anni. È unica nel suo genere perché versi fino ad oggi sconosciuti e a recuperare
è una lingua conosciuta e usata nell’Estremo migliaia di diari segreti. I testi, per salvarli dal-
Oriente solo dalle donne e
severamente preclusa agli
uomini. Fu bandita da Mao
negli anni cinquanta del
secolo scorso, ma rimase
sempre silente e nascosta.
La leggenda narra che una
contadina, offerta in sposa
al primo imperatore della
dinastia Song, ideò una
lingua specifica per denunciare
alle sorelle il suo immenso
dolore. Da allora il Nushu
venne usato dalle spose per
comunicare ad amiche e
sorelle le proprie sofferenze
senza rivelarle ai mariti. Era
tradizione che alle donne, in
procinto di maritarsi, venisse
donato il cosiddetto “libro
del terzo giorno” (San Chao
Shu), per raccogliere auguri
e confidenze. Il libro era ov-
viamente scritto in Nushu:
si creava così un patto tra
18
la distruzione delle Guardie Rosse e dai roghi
della Rivoluzione Culturale, erano infatti sta-
ti sepolti sotto terra o messi nelle tombe di
coloro che li avevano scritti. Adesso raffinate
linguiste hanno tradotto 2.800 ideogrammi
(curvilinei, e non quadrati come quelli tradi-
zionali) e pubblicato il primo alfabeto Nushu.
19
Il Bidet
UNA “SCONVENIENZA CONTINENTALE”
20
del ministro degli esteri francese Louis de Voyer, marchese
D’Argenson, è la prima testimonianza dell’esistenza del bidet.
Tempi d’oro per gli ebanisti che fabbricavano preziosi bidét, e su diritti, doveri, uguaglianza e meritocrazia.
ciascuno aveva il suo modello esclusivo; nel 1739 Remy Pàverie La storia del bidet si intreccia con quella della nobiltà francese.
lanciò sul mercato quello per coppie affiatate: doppio, con Gli inglesi poi lo etichettarono come una “sconvenienza
schienali affiancati; nel 1751 l’ebanista Duvaux ne creò uno continentale” perchè veniva usato nei bordelli, evitando
per la Marchesa di Pompadour “con schienale impiallacciato proprio di dargli alcun tipo di considerazione, tanto che
in legno di rosa e modanature floreali, piedi e ornamenti in ancora oggi è per loro pressoché sconosciuto.
bronzo dorato”, e poi, per M.me de Talmont Saint-Germain,
Oggi viene usato dal 97% degli Italiani, dal 47% dei francesi e
un altro in ciliegio selvatico con intarsi in legno d’amaranto,
portoghesi, dal 13% degli inglesi e americani e solo dal 6%
sgabello rivestito di pelle rosa e impunturato di borchie dorate;
dei tedeschi.
nel 1762 Jacques Dulin creò un particolare modello da viaggio
in metallo laccato e decorato a fiori e scene mitologiche, con M. P.
piedi svitabili.
Curioso fu l’omaggio che il cardinale de Bernis fece a
Giuliana di Santacroce: un bidet in argento scolpito. La
nobildonna, non sapendo a che cosa servisse, durante
una sontuosa cena natalizia, lo usò come piatto di portata
per il pesce. Equivoco in cui occorse anche un rivenditore
dell’epoca che, non avendo capito bene a che cosa servisse,
lo proponeva al pubblico come custodia per violino.
Nei registri contabili degli artigiani della prima metà del secolo
XVIII era denominato “sedia di pulizia” ma sembra che sin
dall’inizio si impose, a causa della posizione che si doveva
adottare per sedersi su di esso, il termine di bidet, ovvero
‘pony’.
Ma la vera innovatrice fu la Regina di Napoli Maria Carolina
d’Asburgo-Lorena che volle un bidet nel suo bagno personale
alla Reggia di Caserta. Dopo l’annessione al Piemonte, ad
unità d’Italia avvenuta, i Savoia fecero l’inventario di ciò che
trovarono nella reggia borbonica e, non sapendo cosa fosse,
non seppero dare una definizione dell’oggetto; nell’inventario
fu scritto “oggetto sconosciuto a forma di chitarra”.
Di servizi igienici erano dotate anche le case di Ferdinandopoli,
la comunità industriale delle sete di San Leucio, assegnate
da Re Ferdinando IV ai coloni istruiti per diventare eccellenti
artigiani in quella che fu definita la sua “utopia” ma che in
realtà fu il primo esperimento concreto di città sociale basata
21
Psicologia
IL CASO SCAJOLA
Tutti abbiamo seguito, alcuni mesi fa, la vicenda riguardante
l’appartamento “regalato” al Ministro Scajola, una brutta pa-
gina, sulla quale sembrava essere stato detto tutto. L’Onore-
vole Ministro, eletto per rappresentare e tutelare gli interessi
dei cittadini, di tutti, ma in modo particolare dei più deboli e
indifesi, aveva accettato, a sua insaputa, il pagamento della
casa da affaristi senza scrupoli. Tutti abbiamo letto le lettere
di indignazione dei cittadini che faticano a pagare il proprio
mutuo, e le dichiarazioni che invocavano le dimissioni. Anche
io, come tutti, avevo seguito la vicenda, culminata, appunto,
con le dimissioni del Ministro. Tutto questo avveniva qualche
mese fa ….. poi più nulla! Niente: quotidiani e Tv sembrava-
no avere già archiviato tutto, ed il diretto interessato, politico
non certo “di primo pelo,” non ha più battuto ciglio pensan-
do, evidentemente, che quell’episodio intollerabile, potesse te volte, con cinismo e determinazione, e hanno messo un
passare nel dimenticatoio. Qualche giorno fa ho letto, invece, guinzaglio all’illusione … e per tutti oggi è un giorno brut-
che l’ex Ministro ed ex coordinatore di Forza Italia ha comuni- to, troppe code di paglia stanno bruciando, troppa rab-
cato di essersi “pentito “ e di volere, non solo vendere la casa bia per chi vive ancora sperando in un mondo migliore …”.
pagata con denaro altrui, ma addirittura devolvere il ricavato
No, non si può fare finta di niente in questo caso, non si può
in beneficenza, per poi dedicarsi alla rinascita dell PDL. A co-
giustificare il tradimento della morale: quanto è accaduto è
rollario di questa ultima ipotesi, la notizia riferiva anche di una
semplicemente vergognoso! Adler , parlando della vergogna,
urgente richiamata a Roma dell’ex-Ministro, da parte di Ber-
l’ha giustamente definita come un prodotto del sentimento
lusconi in persona. Dunque si tratterebbe di un raro caso di
sociale: in altre parole, senza vergogna per la verità non esi-
“pentimento” politico, che non ho idea se comprenda anche
sterebbe neppure la società umana. La vergogna compare, in-
l’inserimento in un programma di protezione, da parte dello
fatti, quando è compromesso il valore della persona, e la sua
Stato. Se ben ricordo, però, i pentiti sono sempre stati ritenuti
dignità è persa. Adler conclude il suo saggio spiegando come
inaffidabili dagli esponenti del partito a cui Scajola appartie-
il sentimento della vergogna abbia come effetto (da parte di
ne, e solo poco tempo fa ho letto veementi dichiarazioni con-
chi lo prova) un allontanamento dall’ambiente ... Ma allora
tro la testimonianza di un tale Spatuzza, assolutamente non
l’ex-ministro non si vergogna? Bene, se per sfortuna sua, e
attendibile in quanto proveniente, appunto, da un pentito. L’i-
nostra, egli non si vergogna, come sembra evidente, allora
nattendibilità del pentito veniva attribuita al fatto che egli, da
non vi sono alternative, se vogliamo uscire da quel “giorno
tale testimonianza avrebbe tratto un beneficio (la prosecuzio-
brutto” di cui parla la canzone di Bertoli siano gli altri politici
ne del programma di protezione). Ma allora, i pentiti politici
che sicuramente avranno, loro sì, provato vergogna (per la ca-
sono diversi dai pentiti di altra natura? Non è che anche il pen-
tegoria) riguardo a quanto successo, a pretenderne l’allonta-
timento di Scajola sia anch’esso strumentale, per poter così
namento per sempre, per evitare la calamità. Calamità, perché
ritornare, pulito (anzi pentito) come un giglio a servire Berlu-
ho usato questo termine? Ho solo preso in prestito le parole
sconi? Sì, perché non è che dopo il pentimento l’ex-ministro
di Benjamin Disraeli che, nel rispondere ad una domanda sulla
sarebbe pronto ad andare ad assistere le popolazioni disastra-
differenza fra sfortuna e calamità disse: “Se Gladstone cades-
te dall’alluvione in Pakistan, no, egli sarebbe pronto a guida-
se nel Tamigi, sarebbe una sfortuna. E se qualcuno lo tirasse
re, da condottiero, la rinascita di una Forza Italia allargata!
fuori sarebbe, credo, una calamità “.
Pensavo a questo, mentre guidavo ieri sera, poi ho acce-
so la radio, la musica era quella di una vecchia canzone di
Isabella De Martini *
Pierangelo Bertoli (Varsavia), e le parole mi hanno profon-
damente colpito, sembravano scritte per quanto avvenu- docente di Psicologia Medica
to. Le parole sono: “…ci hanno traditi, l’hanno fatto tan- coordinatore ligure Liberal Democratici
22
2000
anni di imbrogli
Quando dalla cassa dello Stato, qualche rivolo occulto, accortamente guidato, devia verso una borsa privata per favorire chi
non dovrebbe e si accumulano in tal modo ricchezze che compensano l’onesto lavoro si parla di malversazione.
La figura dello speculatore di Stato, di colui che accumula ricchezze, grazie al potere politico, è sempre esistito. Dai “barattie-
ri” chiamati così da Dante, per i quali aveva predisposto la quinta bolgia infernale dove bolle “la tenace pece” agli “abusi di
coloro che accumulano ricchezze grazie al potere politico; non è solo di oggi.
una delle più belle statue del Il diritto romano, sempre vigile e pronto a disciplinare le relazioni umane, dovette
Partenone “La Pallade Armata”,
creare nuove leggi per reprimere gli abusi di una vita diversa da quella dei padri
cioè una Atena tutta d’oro e
avorio, dal valore ingente. trovando in Catone il Censore un promulgatore di leggi a tutela dello Stato.
23
80 anni più tardi anche Marzio Aquilio, Le malversazioni di Talleyrand, Per non parlare dello scanda-
prete poi vescovo e poi laico lo della Banca Romana che, nel
ardito condottiero proclamato “impe-
1893, sconvolse l’Italia e fu por-
rator” del Senato per essere stato un non impallidiscono al confron-
tato in Parlamento: sfruttato,
to delle sue opere di diploma- esacerbato, ingrandito dall’im-
valoroso combattente e capace con-
tico eccellente. Come ministro placabile lotta di due uomini
dottiero, aveva commesso grosse vio-
che si con tendevano il Potere:
degli Esteri del Direttorio ta-
lazioni: le sue estorsioni e concussioni l’uno, Francesco Crispi prossimo
glieggerà autorità nazionali al tramonto, accusato per via di
non si contavano eppure in giudizio la
e straniere, riscuoterà mance un prestito concesso a sua mo-
passò liscia. Catone era morto da un pezzo! glie Donna Lina; l’altro, Giovanni
o, come si diceva, post-de-vin
Giolitti, in piena ascesa e risolu-
(beveraggi) da tutti, giocando
to a non farsi portar via il timo-
in anticipo in borsa con le ne dello Stato; accusato di aver
Poi viene il nostro tempo. Non più o non ancora storia, ma materiale di cronaca
che sarà riordinato e giudicato dai posteri. Molti dei nomi che oggi ci sono familiari
saranno ignoti ai nostri figli perché la storia non ama soffermarsi sulle ombre degli
illeciti perché come si giustificò nel 1630 il generale d’Armata de Marillac accusato
M.P.
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Scienza
Un fianco dell’Etna
sta scivolando lentamente
La ricerca si basa sull’utilizzo di tecniche di ri-
levamento radar satellitare : i dati satellita-
ri non forniscono direttamente informazioni
sul sottosuolo, ma permettono di misurare,
con estrema precisione, la deformazione, cioè
lo spostamento della superficie del vulcano.
A rivelarlo un nuovo studio multidisciplinare sul fianco orien- Una delle problematiche più dibattute nella comunità scien-
tale dell’Etna, il più alto vulcano attivo d’Europa, condotto tifica che studia l’Etna riguarda la definizione della presenza,
dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia insieme ed eventualmente la misura della profondità, della superficie
all’Università Roma Tre e all’ Istituto per il Rilevamento Elet- sulla quale scorre il fianco orientale del vulcano. Lo studio ha
tromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ri- messo in evidenza che lo spessore del fianco che collassa si
cerche. aggira intorno ai 4 km. “Un dato di importanza fondamentale
per stabilire con esattezza l’entità delle masse in movimento e
“Sin dai primi anni ’90 numerosi studi hanno dimostrato che i
le implicazioni che ne derivano sulle dinamiche eruttive”, con-
fianchi dei vulcani possono collassare sia attraverso deforma-
ferma Marco Neri, che conclude: “Da tempo questi fenomeni
zioni repentine, sia mediante movimenti molto più lenti, ma
sono sotto assiduo esame da parte della comunità scientifica,
continui, che investono porzioni significative degli apparati
sia per i danni ai manufatti causati dalle faglie in movimento
vulcanici”,spiega Marco Neri dell’INGV di Catania. “Lo studio,
ai margini delle zone instabili, sia perché la stessa dinamica
pubblicato su Geophysical Research Letters, ha dimostrato
di fianco sembra effettivamente collegata alle eruzioni attra-
che attualmente l’Etna è interessato da questo secondo tipo
verso meccanismi non ancora completamente chiari e quindi
di deformazioni e che, in alcuni periodi, questo movimento
meritevoli di attenzione”.
accelera producendo terremoti ed evidenti deformazioni del
suolo in corrispondenza dei margini tra il fianco instabile e la Rita Lena
restante parte dell’apparato vulcanico”.
25
Quanto costa
essere donna
Permettetemi di iniziare con una constatazione, la stessa che portante come si abusa di una donna, perché non si possono
dà il titolo all’ambizioso e profondo lavoro di Vittoria Siggilli- stilare classifiche tra le varie tipologie di violenza, non esiste
no: “Quanto costa essere donna”. Una constatazione, a volte una hit–parade degli abusi. Un’anima violata soffre come e
un interrogativo, che ogni donna si è posta almeno una volta più di un corpo abusato : le ferite interiori si rimarginano con
nella vita, e che racchiude in se un oceano di verità, molte, più difficoltà. In “Quanto costa essere donna” ritroviamo tut-
voglio sottolinearlo, assolutamente positive. Per onestà intel- to questo: l’ansia, l’angoscia, di chi è vittima del delirio della
lettuale devo ammettere di non apparire imparziale, nella mia violenza. Ritroviamo i segni che l’arroganza e la
doppia veste di Ministro per le Pari Opportunità, e ancor prima ferocia dell’abuso lasciano nell’anima.
di donna. Ma sono sotto gli occhi di tutte, le pic- Grazie all’“emotional song” di Vittoria,
cole e grandi conquiste quotidiane un genere assolutamente innovativo,
al femminile. Conquiste che le note acquistano un peso diverso. E
vedono le donne, oggi, non proprio grazie all’effetto catartico del del-
solo protagoniste del lavoro la musica, attraverso una delle arti più
e della società, ma interpreti fini del Creato, la vittima rinasce a
convinte di quel nuovo ruolo nuova vita. Il canto come forma di
di mogli, madri, donne, con cui liberazione, il canto come forma
ogni giorno affrontano la vita. all’ingiusti
di pacifica ribellione all’ingiusti-
Un ruolo da protagoniste che ha zia. A questo punto, però, anche
ribaltato e rifiutato la semplicistica perché il mio ruolo me lo impo-impo
immagine della donna intesa solo ne, voglio lanciare un appello a
come angelo del focolare, o del- de
tutte le vittime di violenza: de-
la donna concepita come proprietà nunciate! Perché lo Stato, oggi,
privata dell’uomo. Un ruolo poliedri- grazie alle leggi più severe che
co e complesso, quello della donna abbiamo messo in campo, pu- pu
ai giorni nostri, che con le sue mille nisce severamente chi sfregia
sfaccettature ha scardinato le convin- una donna, ammonisce chi la
zioni arcaiche e primordiali dell’uomo perseguita e, nei casi più gravi di mole- mole
padrone. Quest’ultimo, allora, quando stie, assicura al carcere il persecutore. Oggi, è previsto il
si vede destituito del suo ruolo, reagi- sce gratuito patrocinio per le vittime di abusi, e non sono più con- con
con gli insulti, con la violenza, che da psi- cologica diviene cessi benefici premiali – come gli arresti domiciliari, per i vio-
fisica, perché possedere “l’oggetto” è l’unico modo che cono- lentatori. Insomma, oggi, le vittime non sono più sole. Oggi
sce per non sentire minacciato l’orgoglio, per ristabilire la sua una donna che ha subito una violenza può chiedere a gran
supremazia. Vittoria Siggillino, tra i molti, ha un merito: l’aver voce il diritto di avere giustizia. Non le sarà restituito ciò che
cantato la sofferenza che prova una vittima di violenza, o di le è stato tolto, ma chi l’ha violata, pagherà, com’è giusto che
tentata violenza, per denunciare alla società quello che troppo sia. Lei, in compenso, saprà trasformare – con la forza che
spesso viene sottaciuto. Attraverso le note, questa denuncia, contraddistingue noi donne – il pianto in canto, come Vittoria
questa consapevolezza, arriva a molti, si diffonde tra noi, ci ha fatto. Anche questo sanno fare le donne.
educa, affinché nessuna forma di violenza contro le donne sia
tollerata: perché vedete – mi preme sottolinearlo – non è im- Mara Carfagna
26
CINEMA
Andrea di Capoterra
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Arte
Vincent
Van Gogh
tra campagna e cittá
Il Complesso del Vittoriano di Roma, da più di un decennio si sa non fu facile, ogni giorno combatteva un’altra battaglia
sede di importanti esposizioni artistiche, chiude l’anno con quella della depressione, che sicuramente condizionò tutte
una grande mostra “VINCENT VAN GOGH: Campagna senza le sue scelte e le sue ribellioni non solo per le regole sociali
tempo e città moderna”. La mostra è visitabile dall’8 ottobre ma anche pittoriche. Natura e segni del progresso questo ha
2010 fino al 31 gennaio 2011. Dopo 22 anni torna a Roma ritratto nei suoi quadri Van Gogh. Per lui la campagna era
un’esposizione dedicata al grande Maestro olandese Vincent legata alla tradizione, a luoghi da rispettare, ai ritmi che si
Van Googh, l’ultima era stata allestita alla Galleria Nazionale riflettono nei colori delle stagioni: I piantatori di patate,
d’Arte Moderna. La rassegna, proposta da Comunicare Campo di papaveri, Ulivi. Invece il desiderio di identificato
Organizzando, è curata da Cornelia Homburg, la massima come pittore moderno lo concretizzò nelle opere: I bevitori
esperta sull’opera del pittore olandese, oltre che da un o le quattro età dell’uomo (sullo sfondo ciminiere fumanti di
Comitato Scientifico Internazionale. fabbriche), Il ponte di Langlois (matita e inchiostro su carta
La mostra, come anticipa il titolo, non è improntata sulla brunita), segni del progresso. Nel percorso espositivo si trovano
ritrattistica ma sulla grande passione che Van Gogh aveva anche i ritratti, lo stesso simbolo della mostra è l’Autoritratto
per la natura e per la città, quest’ultimo tema fu caro anche eseguito nel 1887 e oggi al Rijksmuseum Museum, ma c’è
agli impressionisti. Scriveva la mamma del pittore nel 1876 anche Il Giardiniere prestato dalla Galleria Nazionale d’Arte
“Vorrei che potesse trovare un lavoro nel campo dell’arte o Moderna di Roma.
vicino alla natura”. E questa esposizione è la sintesi dei due In mostra sono esposti anche una trentina di opere di artisti
desideri. Infatti i temi trattati nelle 70 opere esposte tra i che entrarono in contatto con Van Gogh come Gauguine,
dipinti, i delicati acquerelli e i disegni, rappresentano le due con il quale condivise il soggiorno ad Arles, Millet, Cezanne
inclinazioni, contrastanti, che accompagnarono per tutta la e Pissarro.
vita la scelta dei soggetti di Van Gogh. Ma la vita del pittore Nicoletta Di Benedetto
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L’avvocato risponde
Al momento della nascita ho ricevuto da mia madre un nome rativi, non fa che offendermi e prendermi a parolacce: una volta
composto e così sono stata battezzata, ma all’anagrafe sono stata ha alzato anche le mani. Sono disperata, anche perché stavamo
registrata solamente con uno dei due nomi. progettando il nostro matrimonio. Ora ho intenzione di trasfe-
Considerato che tutti mi conoscono anche con il prenome le chiedo: rirmi provvisoriamente da mia madre. È vero che il convivente,
- è possibile far riconoscere legalmente il doppio nome? a differenza del marito, non può essere nemmeno denunciato?
- in tal caso, verranno corretti tutti i documenti identificativi? Silvia da Reggio Emilia
Anna Simona da Prato
No. Silvia può sporgere formale denuncia-querela per il reato di
Può farlo, ai sensi dall’art. 89 del D.P.R. n. 396/2000 che prevede maltrattamenti in famiglia di cui all’art. 572 c.p. nei confronti del
che, chiunque voglia cambiare il nome o aggiungere al proprio un compagno. La Corte di Cassazione con la sentenza n. 24668/2010
altro nome, può presentare apposita domanda al Prefetto della ha, infatti, recentemente ribadito che il reato di maltrattamenti in
provincia del luogo di residenza o di quello nella cui circoscrizione famiglia sussiste a prescindere dalla convivenza o dalla coabita-
è situato l’ufficio dello stato civile dove si trova l’atto di nascita al zione. Secondo la Corte per la configurabilità del reato previsto e
quale la richiesta si riferisce. È bene sottolineare come le richieste punito dall’articolo 572 del codice penale è “sufficiente che inter-
rivestono carattere eccezionale e sono ammesse esclusivamente corrano relazioni abituali tra il soggetto passivo e quello attivo”.
in presenza di situazioni oggettivamente rilevanti, supportate da La norma infatti tutela le persone della famiglia “ove per famiglia
adeguata documentazione e da significative motivazioni. non si intende soltanto un consorzio di persone avvinte da vincoli
Il Prefetto riceve e istruisce le istanze di cambiamento del nome di parentela naturale o civile, ma anche una unione di persone
ma la decisione finale è di competenza del Ministro dell’Interno, tra le quali, per intime relazioni e consuetudini di vita, siano sorti
che può autorizzare o meno la modifica. legami di reciproca assistenza e protezione e di solidarietà”.
Gentile Avvocato, Caro Avvocato,
spesso sento parlare della “pensione per le casalinghe”. Ma come sono nonna di due meravigliosi nipotini. Mia figlia e il marito
si ottiene? sono separati: la maggior parte del tempo i due bimbi lo passano
Anna da Taranto
con il padre che, di fatto, impedisce a me e a mio marito di vedere
i nostri nipoti. Posso rivolgermi al giudice per ottenere la facoltà
In Italia non esiste la cd. “pensione per le casalinghe”: tale espres-
di vederli?
sione è frutto di una elaborazione giornalistica. Anna da Roma
Le casalinghe, visto che non hanno una contribuzione “reale” possono:
Purtroppo di recente la Corte di Cassazione ha dovuto amara-
1) presentare domanda per ottenere un assegno sociale. L’as-
mente riscontrare come la legge del 2006 non attribuisca ai non-
segno sociale è erogato, su espressa domanda dell’interessato,
ni concreti poteri di intervento: la riforma dell’affido condiviso
dall’Inps alle persone residenti in Italia di età maggiore di 65 anni
infatti non ha accresciuto, in concreto, i diritti dei nonni. La Cor-
che non hanno diritto ad altre forme di pensione e il cui reddito
te di cassazione, con la sentenza n. 22081 del 16 ottobre 2009,
annuo non supera i 5.142, 67 euro;
se da un lato ha ricordato che quella legge, sulla carta, contem-
2) versare una “contribuzione volontaria” al fine di ottenere una
pla i diritti dei nonni e degli altri familiari di non interrompere i
pensione per quelle “persone che svolgono lavori di cura non re-
rapporti con i nipoti, dall’altro non dà loro concreti poteri. Infatti
tribuiti derivanti da responsabilità familiari”, come regolamentata
la legge n. 64 del 2006 sull’affidamento condiviso, «ha ricono-
dal D.lgs n. 656/1996.
sciuto e valorizzato il ruolo degli ascendenti e degli altri parenti di
Mi è stato notificato un atto di citazione, ma al momento non ciascun ramo genitoriale, affermando il diritto del figlio minore di
posso permettermi un avvocato. Cosa posso fare? conservare, nel regime di separazione personale (o di divorzio dei
Arianna da Treviso genitori), rapporti significativi con i medesimi», ma non ha fornito
concreti poteri di intervento ai nonni. Manca invero una specifica
Se, in base all’ultima dichiarazione dei redditi, risulti titolare di
disposizione normativa: allo stato quindi, non potendo i nonni
un reddito annuo imponibile non superiore a euro 9.723,84,
rivolgersi al giudice della separazione per modificare le disposizio-
potrà presentare presso la Segreteria del competente Consiglio
ni sul diritto di visita, gli stessi possono solamente sollecitare un
dell’Ordine degli Avvocati un’istanza di ammissione al gratuito
controllo del giudice sull’esercizio della potestà dei genitori che
patrocinio. Qualora il Consiglio accolga la domanda, Arianna
non possono, senza un motivo plausibile, impedire i rapporti dei
potrà nominare un difensore, scegliendo il nominativo dall’ap-
minori con i nonni. I nonni quindi non possono chiedere al giudice
posito elenco degli Avvocati abilitati alle difese per il patrocinio a
una modifica del regime di visita, possono solo rappresentare al
spese dello Stato.
giudice che il padre impedisce loro, senza un plausibile motivo,
di vederli, in modo che il giudice ne accerti le cause e disponga
Mi è appena stato notificato un verbale di contravvenzione per
di conseguenza.
aver parcheggiato la mia automobile in divieto di sosta; in re-
altà, pur sapendo che in quella zona era proibito parcheggiare,
Egregio Avvocato,
l’ho fatto in buona fede, avendo visto quotidianamente che altri
abito in una palazzina composta da 8 famiglie. Il precedente am-
veicoli vi erano parcheggiati senza essere sanzionati. Posso fare ricorso?
ministratore è stato revocato per una serie di problemi. L’assem-
Rosa da Cagliari
blea condominiale ancora non ha nominato un nuovo ammini-
No. Rosa, infatti, ha dedotto la tolleranza della Pubblica Autorità stratore e sembra non abbia intenzione di farlo, ma purtroppo
verso il comportamento vietato, invocando a sua giustificazione è necessario procedere in tempi brevi visto che dovremmo fare
la circostanza che “lo fanno tutti”, senza essere puniti. Non può presto dei lavori al palazzo. Posso richiedere di mia iniziativa la
dirsi certo caduta in un “errore scusabile”. Anzitutto, il fatto che nomina?
altri veicoli non venissero sanzionati può dipendere da altre cause Paolo da Caserta
e non dalla semplice “mirata” tolleranza a loro favore. In secon-
do luogo, l’errore per essere giustificabile deve essere incolpevole Preciso come ai sensi dell’art. 1129 c.c. il condominio deve nomi-
(art. 3, comma 3 della legge 689/1981). E mai può esserlo se chi nare un amministratore quando i condomini sono più di quattro;
viola la legge sa di farlo, come nel caso di specie. Peraltro l’errore preciso altresì come qualora l’assemblea non provveda a tale no-
deve cadere sul “fatto”. mina, vi può provvedere il Tribunale anche su ricorso di un solo
Da quasi 3 anni convivo con il mio compagno. Negli ultimi mesi, condomino. Pertanto consiglio al lettore di rivolgersi al giudice ci-
probabilmente a causa dello stress legato ai suoi impegni lavo- vile per ottenere la nomina di un amministratore del condominio.
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Nel Mondo...
“BRAS THAT PINCH”, OVVERO IL REGGISENO CHE PIZZICA.
Il reggiseno più assurdo del mondo è di Laura Ann Jacobs, artista americana che “firma”
corsetti e lingerie d’autore dal suo studio di Palm Beach, California. La sua ultima scultu-
ra, ricavata dalle chele di un granchio, si chiama “Bras That Pinch”, ovvero il reggiseno
che pizzica.
Il 68enne inglese Clive Williams ha fatto una scoperta a dir poco entusiasmante.
Dopo aver piantato qualche verdura nell’orto di casa sua, ha trovato una carota
identica all’eroe di Toy Story, Buzz Lightyear.
E a proposito di ortaggi
il 41enne Fei Jianjun, è conosciuto da tutti come l’uomo ippopotamo per via di
un grosso tumore, in corrispondenza del naso, che gli ricopriva gran parte del
volto, dopo il trattamento di chemio e la ricostruzione chirurgica della parte
colpita ha potuto ripercorre a testa alta le strade di Maxiang.
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