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Con liberty a Torino si intende la diffusione di tale stile nella citt� sabauda,

riconducibile alla stagione artistica della belle �poque tipica degli ultimi anni
dell'Ottocento e che si concluse in una convergenza verso l'eclettismo nei primi
due decenni del Novecento.

Il liberty interess� l'Italia intera e particolarmente il capoluogo piemontese,


coinvolgendo varie discipline artistiche tra cui le arti applicate e,
prevalentemente, l'architettura. Nello specifico panorama torinese quest'ultima
risent�, nelle sue maggiori opere, dell'influenza della scuola parigina e di quella
belga divenendo uno dei maggiori esempi italiani di questa corrente, non senza
subire anche inevitabili incursioni eclettiche e d�co.

Per il successo di questa corrente stilistica e la tipologia di edifici che sorse


nei primi decenni del Novecento, Torino fu definita �la capitale italiana del
liberty� tanto che si percepiscono ancora oggi cospicue testimonianze
architettoniche di quel periodo.

Il passaggio dal XIX al XX secolo in Europa fu caratterizzato da un fervente


rinnovamento delle espressioni artistiche, fortemente influenzato dal progresso
tecnico e dall'entusiastica esaltazione positivista degli importanti traguardi
raggiunti dalla scienza. Le evoluzioni dell'avanguardia artistica di fine Ottocento
coinvolsero dapprima le arti applicate, assumendo denominazioni differenti a
seconda delle aree geografiche: nell'area francofona prese il nome di art nouveau,
in Germania jugendstil, in Austria sezessionstil, modern style in Gran Bretagna e
modernismo in Spagna.[4]

In Italia, e particolarmente a Torino, la nuova corrente si afferm� inizialmente


come �arte nuova�, declinando il termine direttamente dal francese. Nel complessivo
e variegato panorama nazionale questa nuova corrente, che in seguito assunse anche
il nome di �stile floreale�,[4] non si consolid� mai in una vera e propria scuola
italiana di riferimento ma si afferm�, seppur con un lieve ritardo rispetto ai
maggiori paesi europei, vivendo il suo massimo splendore nei primissimi anni del
Novecento. Nella sua prima decade, infatti, si pu� parlare di liberty, termine che
infine si afferm� pi� diffusamente in Italia e derivante dai celebri magazzini
londinesi di Arthur Lasenby Liberty, tra i primi a esporre e diffondere oggetti e
stampe di gusto esotico che ostentavano le forme sinuose tipiche di questo nuovo
stile.[5]
Edificio in via Pietro Piffetti

Il liberty, dunque, trov� nell'architettura il suo maggior successo, lasciando ai


posteri una delle testimonianze pi� durature. All'inizio del XX secolo l'alta
borghesia, ormai affermatasi definitivamente come classe egemone della societ�
italiana, trov� nel liberty il proprio specifico elemento distintivo, ovvero
l'occasione per mostrare la propria superiorit� e allo stesso tempo sottolineare il
distacco dalla vecchia classe nobiliare e dalle sue dimore neoclassiche e
barocche[6] ancora fortemente legate al pi� conservatore stile eclettico che aveva
caratterizzato tutto l'Ottocento.[7] Tuttavia il suo aspetto innovativo non fu
soltanto la contrapposizione al neogotico e all'eclettismo ma anche una maggiore
considerazione delle arti applicate come implicito punto di forza, poich� il
liberty confid�, grazie anche al crescente sviluppo della tecnica, in una
produzione su vasta scala di un'arte che nella sua emblematica bellezza fosse
accessibile alla maggior parte del tessuto sociale dell'epoca; malgrado queste
premesse anche a Torino quest'iniziale vocazione populistica del liberty and�
scemando, l'ideale di un �socialismo della bellezza�[8] and� evolvendosi in un
ricco trionfo di motivi floreali, nervature filiformi, ardite decorazioni
metalliche di chiara ispirazione fitomorfa ma divenne presto soltanto un privilegio
delle classi sociali pi� abbienti. In questo contesto Torino, con un certo anticipo
rispetto al resto d'Italia, fu la citt� italiana che pi� seppe accogliere le
lusinghe di questo nuovo stile e farne emblema dello status dell'emergente
borghesia industriale locale e straniera,[N 1] che nel capoluogo piemontese insedi�
nuovi e numerosi stabilimenti proprio negli anni a ridosso tra Ottocento e
Novecento.[9]

A seguito di questa stagione stilistica, spesso considerata �frivola� e forse


ingenuamente ottimista,[10] il valore aggiunto della tecnica e dell'industria
prevalsero, cos� come la �funzione� prevalse sulla �forma� ma la modernit� presto
sfoci� negli orrori della Grande Guerra che, non soltanto simbolicamente, decret�
la fine della stagione del liberty.

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