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Conservatorio “Casella” L’Aquila Bimestrale, anno VIII gen. - feb. 2013 Poste Italiane spa sped. abb. post. 70% L’Aquila aut. n. C/AQ/42/2012
?
Karlheinz StocKhauSen
lettere inedite

Scandalo all’Aquila
Auditorii inaugurati e richiusi

La cultura rende ovunque, in Italia no


Rapporto Federculture

Le piace Verdi o Wagner?


Cartelloni italiani a confronto
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Gennaio-Febbraio
2013
SOMMARIO
HANS WERNER HENZE ADDIO _____________4 FOGLI D’ALBUM ________________________33
Melodia per pianoforte Allevi. Alba o tramonto?
di Hans Werner Henze
MUSICOTERAPIA_______________________34
TEATRI D’OPERA_________________________ 6 Convegno all’Aquila
Privati e Marketing trasgressivo Intervista a Jos De Backer
di Adriana de Serio
TEATRI A L’AQUILA ______________________7
Inaugurati e richiusi RISCOPERTE __________________________37
di Andrea De Santis Porpora e Metastasio. Cantate
di Maria Laura Martorana
RASSEGNE____________________________10
Il successo di Musica Futura ANNIVERSARI__________________________40
a cura della redazione Verdi o Wagner?
Cartelloni a confronto
INEDITI_______________________________11
a cura di Elisabetta Guarnieri
Stockhausen scrive a Piano Time
DISCHI ____ __________________________42
Stockhausen-Pensiero______________16 Verdi, Porpora
dalla A alla Z di Umberto Padroni
di Karlheinz Stockhausen
LETTO SULLA STAMPA __________________43
FABBRINI RACCONTA ___________________18 Scritti di Nicola Piovani, Pierluigi Battista, Danilo
Eccher, Francesco Erbani
Michelangeli generoso
a cura della redazione RAPPORTO FEDERCULTURE ______________47
La cultura dimenticata e calpestata
FOGLI D’ALBUM ________________________22
di Pietro Acquafredda
Scienza da festival
ARIA DEL CATALOGO ___________________50
ANNIVERSARI __________________________ 23 Il casalingo del Flaminio
Pierrot Lunaire di Leporello
di Piero Mioli

MIRACOLO VENEZUELA__________________ 25
Come nacque ‘El sistema’ Conservatorio "Alfredo Casella" Hanno collaborato a questo numero:
nel racconto di Leonardo Panigada Direttore: Bruno Carioti
Via Francesco Savini 67100 L'Aquila
Claudia Caneva, Andrea De Santis, Adriana De
Serio, Alessio Gabriele, Elisabetta Guarnieri,
a cura di Claudia Caneva tel. 0862 22122 Maria Laura Martorana, Piero Mioli, Umberto
Padroni, Roberto Prosseda

Letto sulla stampa


INSTALLAZIONI_________________________28 Bimestrale di musica Pierluigi Battista, Danilo Eccher, Francesco Er-
La mia invenzione per Cage Anno VIII N.31 Gen. - Feb. 2013
Direttore Responsabile: Pietro Acquafredda
bani, Nicola Piovani

di Alessio Gabriele Reg. Trib. dell’Aquila in corso

Progetto grafico
curato dagli studenti del corso di Grafica è una produzione del Laboratorio teorico-pra-
FOGLI D’ALBUM_________________________30 dell'Accademia di Belle Arti dell'Aquila tico di "Tecniche della Comunicazione" del
Conservatorio "Alfredo Casella"
Après Lissner Copertina: Marta Fornari, Alberto Massetti
Interno: Caterina Sebastiani
Lettere al direttore. Indirizzare a:
Illustrazioni: Eleonora Regi, Barbara
pietro.acquafredda@fastwebnet.it
Santarelli, Alberto Massetti
INVENZIONI__________________________31 Stampa: Fabiani Stampatori
Impaginazione: Barbara Pre
Zona ind.le Loc. San Lorenzo
Un piano-pédalier tutto nuovo Consultabile sul sito: www.consaq.it 67020 Fossa (AQ)
tel. 0862 755005 / 755096 - fax 0862 755214
di Roberto Prosseda Versione online: Alessio Gabriele
E-mail: stampa@gte.aq.it
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Hans Werner Henze

HEnZE ADDIO!

Gutersloh, 1luglio 1926 - Dresda, 27 ottobre 2012

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Foglio d’album apparso su Piano Time nel 1987. Dedicato da Henze a Barenboim

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TEATRI D’OPERA

Conferenza internazionale a Firenze sul teatro d’opera


PRIVATI E MARkETInG
TRASGRESSIVO

“C ostruire su basi più solide la partecipazione


dei privati ai Teatri d'Opera, fondamentale servizio
flusso del mecenatismo mentre Barbara Minghetti (
As.Li.Co) ha raccontato l'esperienza dei teatri di tradi-
zione come momento importante nella formazione
sociale e 'museo vivente' di una forma artistica da del pubblico, attraverso progetti rivolti alla fascia gio-
preservare. Lo Stato continuerà a sostenerli tentando vanile.
anche di rompere gli schemi e stimolando operazioni Tra le principali criticità del sistema Mario Ruffini ha
di 'marketing trasgressivo' coinvolgendo la televi- indicato il problema delle agenzie artistiche da lui ri-
sione pubblica, favorendo una sana educazione mu- tenute ''responsabili di una parte delle spese elimina-
sicale a scuola e spettacoli per i giovani'', la ricetta di bili, in un sistema definito malato''. ''Le compagnie
Nastasi. stabili di canto - ha aggiunto - e il teatro di repertorio
''Lo Stato - ha detto Purchia (Napoli) - faccia il possi- rappresentano l'unico sistema sano per fare teatro
bile per venire incontro ai finanziatori privati nelle musicale''. Sia Ruffini che Quirino Principe hanno sot-
forme più opportune”. tolineato l'importanza della musica nelle scuole e del
''Il pareggio di bilancio - ha osservato Vergnano (To- teatro d'opera come gigantesca forma simbolica
rino) - non può essere un fine ma un mezzo e la qua- della identità dell'essere uomo''; mentre Froboese
lità è una priorità dei teatri italiani di cui ci rendiamo (Halle) ha sottolineato l'eccellenza di compagnie ita-
conto soprattutto quando portiamo le nostre produ- liane che propongono con successo all'estero titoli
zioni all'estero. I privati siano coinvolti su progetti mi- del teatro musicale barocco che in Italia, invece,
rati o obiettivi nuovi che non possono essere hanno pochissima diffusione.
alternativi all'intervento statale''. Nell’ excursus giuridico sui teatri d' opera europei,
''Lo stato - per Ernani (Bologna) - ci deve mettere in Cerrina Feroni ha sottolineato che in Germania la
condizioni di poter conoscere in tempo utile la dispo- maggior parte dei teatri in cui si rappresentano opere
nibilità economica a lungo termine; basta perciò ai liriche sono a titolarità pubblica (Comuni e/o Lander)
tagli a sorpresa. A questo proposito Guy Montavon e dipendono fortemente dai finanziamenti pubblici
(Erfurt), ha dichiarato di avere la sicurezza finanziaria per più dell'80% delle entrate complessive.@
per i prossimi 4 anni; consentendogli di pianificare la
propria attività a medio e lungo termine. Sia Monta-
von che Clemeur (Strasburgo)) hanno
sottolineato le necessità di affidare la
scelta dei vertici del teatro a commis-
sione di esperti che ne valutino le com-
petenze oggettive.
La sovrintendente Colombo ( Firenze) si
è augurata che possa davvero realiz-
zarsi l'attuazione del contratto di servi-
zio tra Stato e RAI per l'inserimento
regolare nel palinsesto di spettacoli di
teatro d'opera o programmi di avvicina-
mento a questo settore ed ha osservato
che il sistema italiano non premia ade-
guatamente chi consegue risultati vir-
tuosi.
Passigli ( Amici della musica, Firenze) ha
ricordato che esiste già una minima
forma di defiscalizzazione dei contributi
dei privati, ma che ancora non aiuta l'af-

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TEATRI A L’AQUILA

Inaugurato a L’Aquila il nuovo Auditorium di Renzo Piano

Un GRAnDE STRADIVARI
ADAGIATO SUL PARCO
di Andrea De Santis
Una città dove si inaugura un auditorium all’anno, ma dove, quello stesso auditorium
viene richiuso dopo l’inaugurazione. E’ accaduto anche all’auditorium di Renzo Piano,
dopo quello di Shigeru Ban, donato dal Giappone all’Aquila, e offerto al Conservatorio.
Inaugurato quasi due anni fa, è ancora chiuso.

O ttobre 2012. Domenica 7, alle 16.57, con qual-


che minuto di anticipo sulla tabella di marcia il sin-
Orchestra Mozart è tornato a L’Aquila, tre anni dopo
lo straordinario concerto del 13 giugno 2009,
quando l’associazione “Orchestra Mozart per
daco dell’Aquila, Massimo Cialente, forbici alla l’Abruzzo. Una casa per la Musica” promosse un’ini-
mano, ha dato il via con il tradizionale taglio del na- ziativa di solidarietà rivolta ad una raccolta di fondi
stro all’attività del nuovo “Auditorium del Parco”, pro- per la realizzazione di uno spazio musicale a L’Aquila
gettato da Renzo Piano.. Claudio Abbado con la sua (i 47.500 euro raccolti, sono stati girati alla Provincia

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TEATRI A L’AQUILA
Autonoma di Trento, finanziatrice dell’intero pro- dinata ospitante il pubblico ubicata sulla facciata
getto, costato 6,7 milioni di euro). Il noto architetto obliqua e sfruttare al meglio la rifrazione sonora
genovese con il suo “Renzo Piano Building Wor- delle pareti.
kshop”, in collaborazione con lo studio “Atelier Al termine dell’applauditissimo concerto inaugurale,
Traldi”, ha realizzato il progetto della nuova struttura seguito dagli aquilani, non curanti della pioggerel-
aquilana. lina, sul maxischermo all'esterno dell'edificio, si sono
Nella serata inaugurale ha dominato la Musica, esibiti fino a tarda notte artisti dei numerosi enti ed
messe a tacere per un giorno le critiche rivolte al associazioni musicali della città aquilana.
progetto con motivazioni di localizzazione, costi e
priorità nell’ambito della ricostruzione cittadina. L'Auditorium di Renzo Piano
Alle ore 18.00, nel “grande Stradivari adagiato sul Il nuovo ‘Auditorium del Parco’, pensato in sostitu-
parco” (così ha definito Renzo Piano il suo progetto, zione temporanea della sala Nino Carloni, sorge al-
in riferimento alla realizzazione di una struttura inte- l'interno del parco circostante il Forte spagnolo che
ramente in legno d’abete rosso di risonanza della val la conteneva, così da non interrompere l'abitudine
di Fiemme trentina, da sempre caro ai maestri liutai degli aquilani a recarsi lì per ascoltare musica ed
di Cremona, e che grazie alle ottime qualità acusti- anche per creare un polo culturale e di aggrega-
che consentirà all’edificio di “suonare” come fosse zione a ridosso della zona rossa del centro storico.
uno strumento) inizia il concerto interamente ba- Occupa una posizione defilata rispetto all'asse tra la
chiano ( in programma anche i Brandeburghesi nn. 2 piazza della fontana luminosa ed il bastione ovest
e 3); il Presidente Napolitano, arrivato solo qualche del castello, in modo da non ostacolare la vista dello
minuto dopo, attenderà fuori la fine del primo brano stesso; per di più la struttura è collocata nel pieno ri-
in programma, per entrare. spetto della vegetazione arborea che la avvolge, la
Grande nota di merito l’acustica, davvero pregevole quale inoltre è stata e sarà ulteriormente arricchita
in ogni punto della sala (anche le due file da 24 posti con nuove piantumazioni.
l’una poste nel lato posteriore al palco hanno avuto La struttura è costituita da 3 volumi di legno a forma
un perfetto riscontro uditivo), e favorita, oltre che da di cubo di dimensioni differenti e dislocati uno ac-
particolari fresature presenti sulle pareti e grandi canto all'altro in modo irregolare. Il volume centrale,
pannelli lignei posti sulle stesse, dall’originale posi- il più grande e corrispondente alla sala dell'Audito-
zione del corpo centrale della struttura (ovvero il più rium, è inclinato di 30° rispetto agli altri: questa par-
grande dei 3 cubi e contenente la sala) inclinato di ticolare posizione offre i vantaggi dell'ubicazione
30° così da ottimizzare la curva di visibilità della gra- della platea sulla facciata obliqua, permettendo così

Il teatro di Mario Cucinella che non si farà

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TEATRI A L’AQUILA

un'ottimale curva di visibilità, e il pieno sfrutta- Il teatro di Mario Cucinella che non si farà
mento delle pareti interne della sala in funzione acu- “Un liuto abitato”. È così che l’arch. Mario Cucinella,
stica. La sala si articola in una zona piana centrale, definì il teatro disegnato per L’Aquila. La struttura,
occupata dal palco rettangolare, rialzato di 40 cm ri- questa sì davvero rivoluzionaria rispetto alle altre
spetto alla pavimentazione dell'area centrale e di- pur pregevoli di Piano e Ban, era destinata a sorgere
mensionato per ospitare circa 40 orchestrali, e due in Piazza d’Armi, e doveva essere interamente realiz-
zone contrapposte inclinate con andamento a gra- zata in legno lamellare antisimico.
doni, di altezza 40 cm e profondità 90 cm, per il pub- L’idea fu lanciata da Cosmit e Federlegno che, in oc-
blico. Le sedute sono disposte lungo 8 file da 24 casione del Salone del mobile, invitarono l’arch. Cu-
posti (22 la prima) sul lato frontale del palco e 2 file cinella a progettare il nuovo teatro da donare alla
da 24 ciascuna sul palco ( a seconda dei casi, occu- città colpita dal sisma.
pate dai coristi), per un totale di 238 posti a sedere; La struttura all’esterno si presentava come una
escludendo le due file di posti sul palco, l’audito- grande arca disegnata da un sistema di ponteggi.;
rium conta 190 posti Le scale di accesso ai vari livelli mentre il disegno interno era ispirato al liuto, uno
della gradonata sono 3 per ognuna : una centrale e strumento musicale del quale la struttura intendeva
due sui lati a contatto con le pareti della sala. Ai lati evocare la semplicità. Ma questo teatro non si farà;
della zona centrale sono ubicati gli accessi alla sala la storia della mancata realizzazione è lunga da rac-
dell’Auditorium per il pubblico e gli artisti prove- contare e presenta aspetti anche non chiari. Al suo
nienti dai due cubi laterali della struttura, rispettiva- posto un nuovo progetto per Piazza d’armi.
mente adibiti a foyer e camerini.
Terminata la giornata inaugurale l’auditorium è nuovo teatro in Piazza d’armi
stato nuovamente chiuso e riaprirà quando saranno Il nuovo teatro, vincitore del concorso internazio-
risolti alcuni problemi, come quello della gestione. nale, progettato da Modostudio di Giorgio Martoc-
Non ci si poteva pensare prima? chia, Fabio Cibinel e Roberto Laurenti, e di cui
esiste al momento solo un progetto di massima, si
L’Auditorium ‘giapponese’ ancora chiuso svilupperà su tre livelli principali per un totale di
Inaugurato quasi due anni fa, e immediatamente ri- circa 2900 mq. Il livello terra ospita oltre la bigliette-
chiuso dopo l’inagurazione per lavori urgenti che ria una sala conferenze di 120 mq, uffici e guarda-
l’inaugurazione ‘ affrettata’ aveva procrastinato, per roba. Una rampa, che sale fino alla terrazza, porta
la ragione che si voleva fare un doveroso omaggio alla sala, sia a livello della platea che della galleria.
all’ambasciatore del Giappone che aveva voluto l’au- Oltre la rampa, nello spessore del cilindro interno si
ditorium, ne aveva seguito tutte le fasi della proget- attestano scale di sicurezza e tre ascensori di cui uno
tazione e costruzione, e che stava per ritornare in di servizio, servizi igienici e camerini. A quota + 6.50
Giappone. Successivamente, ma non immediata- rispetto alla hall di ingresso, si attesta la platea con il
mente, ripresero i lavori, che terminarono verso la palco. Lo spessore del solaio di circa 1.5 m, permette
fine dell’anno. Ora si attendeva solo l’autorizzazione il passaggio di impianti e soprattutto la possibilità di
della ASL, secondo il cui responsabile i servizi pre- avere una platea movibile con tribune telescopiche,
senti nell’auditorium non erano sufficienti – se ne garantendo così la massima flessibilità di layout per
pretendevano almeno una decina per 220 posti. E ogni tipologia di rappresentazione teatrale. Nel pro-
neanche il vicino Conservatroio, con i suoi servizi getto non è prevista una buca per l’orchestra, per-
convinse del tutto l’ASL, poi finalmente arrivò l’au- ché nel bando si richiedeva specificamente di
torizzazione, anche perché se quella regola avesse a progettare un teatro ‘sperimentale’ da destinare alla
valere dappertutto, all’auditorium di Roma ci sareb- prosa e quindi privo di buca per orchestra ed altro.
bero voluti un centinaio di cessi, e all’Arena di Ve- Una galleria, posta a quota +12.00, completa l'of-
rona addirittura un migliaio. Poi venne la grande ferta di sedute e garantisce la massima capienza di
nevicata di febbraio che produsse due piccoli ‘am- spettatori. La rampa che avvolge il cilindro ospitante
maccamenti’; uno al tetto, l’altro ad una colonna la sala, permette sulle pareti dello stesso di avere in-
esterna, rivestita di cartone pressato. Il fuoco non stallazioni artistiche, facendo in modo che l'edificio
era iruscito a distruggere quel cartone, nelle nume- diventi anche un contenitore multifunzionale, non
rose prove effettuate, l’acqua invece l’aveva reso fra- riservato esclusivamente alle rappresentazioni tea-
dicio alla base. Ora per questi due lavori, di trali. L'ultimo livello, il terzo, posto a quota +21.50, è
bassissimo costo, e della durata complessiva di qual- un grande spazio che ospita caffetteria/ristorante,
che giornata , si aspetta da mesi che arrivi la manna servizi multimediali e libreria: un grande spazio pa-
dal cielo. Ed, intanto, il Conservatorio, ed anche tutta noramico che gode di una terrazza all'aperto che
la città, ogni giorno devono fare a meno di quello domina su tutta la città. @
spazio già ammirato per la sua acustica incantevole.
A quando la riapertura, DEFINITIVA?

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RASSEGNE
Grande successo per la rassegna MusicaFutura a L’Aquila

Musicisti di domani unitevi!


a cura della redazione

L’Orchestra Nazionale dei conservatori in prova

attraverso l’ormai consolidato Premio delle Arti, e


C oncerti 13 (9 serali e 4 mattutini per le scuole
della Regione); strumentisti 102 provenienti da 28
costruire un ponte fra il mondo della formazione e
quello del lavoro. Anche di questo si è parlato nel
corso della prima Conferenza unificata dei Direttori
conservatori italiani; tutti vincitori del Premio nazio- e dei Presidenti dei Conservatori italiani che si è
nale delle Arti 2011; spettatori 2000 circa. svolta nell’Aula Magna del Conservatorio Casella il
Sono i numeri di MusicaFutura, la rassegna che si è 15 e il 16 settembre. E’ la prima volta che direttori e
svolta a L’Aquila dal 15 al 23 settembre 2012 nell’Au- presidenti si riuniscono per discutere dei problemi
ditorium del Conservatorio, organizzata dall’ISMEZ che assillano maggiormente i Conservatori, in attesa
e dal Conservatorio A. Casella; finanziata del Regolamento sullo sviluppo che dovrebbe con-
al MIUR, dal MIBAC, dal Dipartimento delle Politiche cludere l’iter applicativo della Riforma. Il testo giace
Giovanile della Presidenza del Consiglio, dalla Re- inspiegabilmente nel gabinetto del Ministro del-
gione Abruzzo, dalla Provincia dell’Aquila e dal Co- l’Istruzione da più di 3 anni! Sono state inoltre evi-
mune dell’Aquila, con la collaborazione della Facoltà denziate le difficoltà che i Conservatori incontrano
di Scienza della Formazione dell’Università di Te- nel confrontarsi con gli omologhi europei che pos-
ramo. La rassegna, inaugurata dall’Orchestra Nazio- sono vantare, tra l’altro, grande flessibilità e autono-
nale dei Conservatori impegnata in un programma mia nell’individuazione del corpo docente, tallone
interamente beethoveniano, sotto la guida di Ivan d’Achille del nostro sistema formativo eccessiva-
Ciampa, è proseguita con musiche e strumenti mente sindacalizzato. Durante l’incontro si è altresì
molto vari: dal jazz alla musica antica, dalla musica parlato anche del futuro dell’Orchestra Nazionale
elettronica al mandolino, alla fisarmonica. Perché dei Conservatori, esperienza molto importante che
MusicaFutura e perché L’Aquila? L’ennesima rasse- ha però bisogno di una riorganizzazione interna per
gna di concerti o qualcosa di diverso? Perché in poter dare quei frutti che tutti si aspettano e che si-
tempo di tagli e cancellazioni, c’è chi avvia un curamente può dare. L’Aquila è stata quindi per 9
nuovo progetto? La ragione sta nell’intento del- giorni il luogo dove l’Alta Formazione Musicale ita-
l’ISMEZ (associazione nata a L’Aquila qualche decen- liana ha trovato la sua sintesi, riunendo in un unico
nio fa che annovera tra i suoi soci tutte le più luogo studenti, presidenti e direttori. L’esperienza ha
importanti Istituzioni musicali aquilane) di rilanciare avuto sicuramente un esito estremamente positivo e
la cultura e l’economia del capoluogo abruzzese che sarebbe importante dargli continuità. Sta ora alla
non può non fondare il proprio futuro sulla cultura, politica locale creare le condizioni perché MusicaFu-
e del Conservatorio dell’Aquila che ha voluto – di co- tura non resti un episodio isolato ma si trasformi in
mune accordo con la Direzione Generale AFAM – un appuntamento annuale per il capoluogo abruz-
creare una vetrina dove “esporre” i gioielli del si- zese.@
stema AFAM che vengono annualmente selezionati

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A proposito di alcune lettere inedite di karlheinz Stockhausen a ‘Piano Time’.

Stockhausen inedito
Pubblichiamo la corrispondenza intercorsa fra Stockhausen e la direzione del mensile
‘Piano Time’. La gran parte riguarda fatti di natura giornalistica, una invece l’ultima in
ordine di tempo, più lunga ed articolata delle altre, contiene la risposta dettagliata ad
alcuni compositori italiani, tutti giovani, che in un numero della rivista avevano deni-
grato le sue opere. Infine, in un curioso alfabeto, lo Stockhausen pensiero.

L a corrispondenza fra il grande musicista e la dire-


zione del mensile ‘Piano Time’ ( non si conserva
musicale’ secondo Stockhausen, elaborato con la
sua complicità, in occasione di un suo concerto a
copia delle lettere in uscita dalla redazione ed indi- Roma, alla RAI. In quell’occasione formulammo per
rizzate a Stockhausen), che qui di seguito si pubblica ogni lettera dell’alfabeto una domanda al celebre
per la prima volta, ha inizio qualche anno dopo musicista: alla lettera ‘ S’, Stockhausen, naturalmente;
l’uscita di ‘Piano Time’, il cui primo numero andò in ‘A’ come Avanguardia e ‘Z’ come Zen. Il musicista ri-
edicola nell’aprile del 1983, e perciò trent’anni fa. In spose alle domande anche le più delicate, come ad
questo gruppo abbiamo inserito anche una lettera esempio quando disse chiaramente della sua scarsa
precedente, datata 16.v.1980 , la prima delle lettere considerazione della ’Critica’ musicale. Fu soddi-
qui riprodotte che fa riferimento ad un nostro pre- sfatto del risultato, come scrisse nella lettera sud-
cedente intervento sul mensile ‘Banchetto Musicale’, detta che pubblichiamo per la prima volta, e come
alla fine degli anni Settanta una sorta di ‘alfabeto ebbe modo di dirci tutte le volte che lo abbiamo in

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INEDITI
seguito incontrato nel corso degli anni, fino all’ul- nabile. Ci chiede anche di far recensire sulla rivista
timo incontro, qualche mese prima della sua scom- alcune sue nuove musiche e ci suggerisce anche il
parsa, all’Auditorium di Roma. Si ricordava ancora nome del recensore di sua fiducia, Luigi Ferrari, al-
di quel nostro ‘alfabeto’ musicale, che ci fa piacere ri- lora al Comunale di Bologna, che non ha mai saputo
produrre in questo servizio, per non perderne del di questo credito.
tutto le tracce. In un’altra lettera c’è poi la sua risposta negativa (
Le altre otto lettere, che vanno dal gennaio dell’84 al ‘non ho tempo libero’, scrive il musicista) ad una no-
luglio dell’88, hanno a che vedere direttamente con stra richiesta di far parte della giuria del concorso di
la rivista ‘Piano Time’ e si riferiscono a fatti specifici composizione che la rivista bandì, intitolato ap-
che serve raccontare. ‘Piano Time’ pubblicava, ogni punto ‘ Fogli d’album’, alla seconda edizione, che
mese, una pagina di musica nuova, nella rubrica ebbe luogo nel 1986, nella quale la giuria fu presie-
‘Fogli d’album’, dove sono apparsi via via composi- duta da Aldo Clementi.
zioni pianistiche di tutti i più noti compositori del- C’è poi, anche, una curiosa lettera dell’estate 1988,
l’epoca, per lo meno i più importanti italiani da che reca un omaggio poetico, dal titolo: ‘saluto
Petrassi a Berio, a Donatoni a Sciarrino a Bussotti a d’estate 1988’.
Manzoni, Clementi, Pennisi, Razzi, Castiglioni ( molti La lettera, ultima della serie, datata 28 luglio 1988, la
di questi pezzi furono poi pubblicati in una raccolta più interessante ed articolata ( che noi abbiamo
edita da Ricordi; in particolare, quello di Donatoni è pubblicato negli anni scorsi anche su Music@ in una
alla base dei vari quaderni delle ‘Francoise Variatio- versione non integrale) è la risposta dettagliata ad
nen’, entrate nella grande letteratura pianistica del un lungo servizio pubblicato da Piano Time, intito-
Novecento). In uno dei nostri incontri con il musici- lato ‘Quale volto avrà l’opera’ scritto a più mani da
sta tedesco gli chiedemmo un brano, non ancora Marco Tutino, Carlo Pedini, Lorenzo Ferrero, Adriano
edito, da pubblicare su ‘Piano Time’ in detta rubrica. Guarnieri, Giorgio Battistelli, ai quali la rivista aveva
Lui ci fece, generosamente, il regalo di pubblicare chiesto un parere sul futuro del melodramma, ma
per primi il suo ‘Klavierstuk XIV’, scritto per i sessanta anche un giudizio sulle opere di Stockhausen, del
anni di Pierre Boulez. Nei primi anni di vita di ‘Piano ciclo ‘Licht’, del quale si erano visti già alcuni titoli
Time’, Radio Tre trasmetteva una rubrica settimanale alla Scala ( anche questo dibattito abbiamo pubbli-
con lo stesso titolo della rivista, a cura della dire- cato alcuni anni fa su Music@ - n. 6 gen-feb 2008 - e
zione della medesima, nel corso della quale si da- perciò lo omettiamo in questa occasione). Secondo
vano informazioni sul mondo del pianoforte ( il celebre compositore quei giovani huppies della
musica, interpreti ed anche strumenti) e si trasmet- musica, alle prime esperienze nel mondo del ‘teatro
tevano i ‘fogli d’album’ che la rivista aveva pubbli- musicale’ non avevano ancora le idee molto chiare
cato, facendoli eseguire da pianisti che si ritenevano (adesso le hanno?); e noi, per colpa loro, ci meri-
all’altezza del compito, cosa che Stockhausen conte- tammo una bella bacchettata: ” sarebbe da racco-
sta per il suo pezzo. Su questo argomento torna mandare che Lei pubblicasse dei testi che abbiano
spesso nelle sue lettere. Lui ci aveva indicato il pia- un valore anche per il futuro prossimo. Questo però
nista francese Pierre Laurent-Aimard; anzi l’aveva richiede esattezza, competenza in materia, sempli-
messo come condizione per l’esecuzione del suo cemente più verità”, qualità che Stockhausen non ri-
brano e la trasmissione a Radio Tre. L’esecuzione che scontrò allora negli interventi di quei giovani
aveva ascoltato a Radio Tre e successivamente, sem- compositori italiani.
pre con lo stesso pianista, che aveva avuto modo di Per terminare, una nota di colore, letteralmente. In
ascoltare dal vivo a Friburgo, a lui non erano pia- quelle sue lettere Stockhausen usava inchiostri di
ciute affatto. Abbiamo cercato di scavare nella me- vario colore, e scriveva solitamente sul retro di fogli
moria per ricordare il nome di quel pianista senza di partitura sbagliati, volantini, mai un foglio di carta
successo - lo avremmo citato senza nessun pro- vergine.
blema, in tutta sincerità ; e neanche alla radio ri- Gli originali di quelle lettere li abbiamo regalati, in
sulta traccia di quella esecuzione radio trasmessa. occasione di questa pubblicazione, alla documen-
Resta il mistero del nome di quel pianista che co- tata e ricca sezione musicale della biblioteca dell’Isti-
strinse Stockhausen a lasciare ‘infuriato’ la sala del tuto Storico Germanico di Roma, il cui direttore dott.
concerto. In altre lettere, dove ci consiglia dei piani- Markus Engelhardt, che ringraziamo, ha impreziosito
sti italiani per lui affidabili ( Canino, Ballista), ci dice la pubblicazione della corrispondenza con la sua
di riparare al danno di quell’esecuzione facendola ‘traduzione’ d’autore. ( P. A.)
registrare e ritrasmettere da altri pianisti di sua fidu-
cia e, infine, si lamenta sempre delle sue foto pubbli-
cate su ‘Piano Time’, sospettando che il direttore del
mensile, e cioè noi, lo facesse apposta a mettere
foto ‘brutte’- la qual cosa non era neanche immagi-

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STOCKHAUSEN

STOCkHAUSEn SCRIVE A PIAnO TIME


[angolo sinistro, diagonale] Raccomandata
a Pietro Acquafredda
via Domenico Berti 63
00135 Roma
Italia

16.V.80
Caro Signor Acquafredda,
molte grazie per la cassetta che con la presente rinvio. Le sue domande erano buone e spero che Lei presto pubbli-
cherà l’intero “Alphabet” . Potrei ricevere ancora un’altra copia della rivista?
Tutto il bene e
Arrivederci!
Stockhausen

14.I.84 STOCKHAUSEN
(5067) KÜRTEN
Egregio Signor Acquafredda,
sono ultimamente apparsi a stampa 2 nuovi Klavierstücke XII e XIII. Sarebbe forse sensato far scrivere per PIANO-
TIME un’approfondita descrizione di questi pezzi. La potrebbe scrivere Luigi Ferrari oppure un pianista tedesco (per
esempio Herbert Henck). Cosa ne pensa Lei?
cordiali saluti
K. Stockhausen

[timbro] 12 set. 1987 Pierro Acquafredda


6 settembre 1984 Viale Mazzini 132
00195 ROMA
Tel. 06/3581146

Caro Signor Acquafredda,


molte grazie per la Sua lettera del 2 agosto 84. Sono d’accordo che Lei pubblichi un nuovo pezzo
GEBURTSTAGS FORMEL (Klaviestück XIV) su 2 pagine nella Sua rivista PIANO nell’aprile 1985. La autorizzo a man-
dare in onda questo pezzo (ca. 5 ½ minuti) per la prima volta in „Piano Time“ a una condizione:
La registrazione deve essere fatta con il pianista francese Pierre Laurent AIMARD: la prego di fare un contratto con
lui per l’inizio di aprile del 1985.
3 Ave. de Choisy
(75643) PARIS Cedex 13
Telefono 00331 – 5833897
Cordiali saluti
K. Stockhausen

28.XII.85
Caro PIANO-Acquafredda,
per la fine del 1985 Le invierò la partitura del KLAVIERSTÜCK XIV.
La prima l’ha suonata Pierre Laurent-Aimard per il compleanno di Boulez.
A Friburgo ho incontrato il pianista (americano) che Lei ha ingaggiato: ha suonato e io sono rimasto molto deluso,
perché ha fatto tanti errori (ritmicamente, foneticamente ecc.). Ma Le avevo chiesto di incaricare Aimard!
Ho lasciato infuriato la stanza dopo la prova con il pianista friburghese: Lui è un “Fake”: La prego urgentemente di
far riparare a un altro bravo pianista (Herbert Henck? Bernhard Wambach? Majella Stockhausen) il Suo errore! Allego
un testo per PIANO *
[margine sinistro:] *Due testi: Questionnaire e Musica e morte
cordiali saluti Stockhausen

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INEDITI
20.I.86
Caro Pietro Acquafredda,
molte grazie per la Sua lettera del 15.I.86.
Non ho tempo libero per la giuria: la prego di comprendere.
Per favore corregga tramite una nuova trasmissione della RAI l’interpretazione sbagliata del pianista di Friburgo!
(L’ho incontrato: suona il in pezzo in maniera del tutto errata!)
Aimard avrebbe dovuto suonare il pezzo a Roma.
Poi sono ancora molto deluso dell’orrenda foto sulla copertina di Piano Time: Lei deve compensare questa con una
foto migliore sul numero successivo.
Tutto il bene augura Stockhausen

15. II. 86 [Timbro] 21 Feb. 1986


Caro Acquafredda,
la prego di attirare in Piano Time l’attenzione sulla partitura TIERKREIS per clarinetto e pianoforte
(Luigi Ferrari potrebbe eventualmente scrivere una ragionata illustrazione: Teatro Comunale di Bologna).
Se non ha più bisogno della copia la regali per cortesia a un bravo pianista (a Canino oppure a Ballista per esempio).
Cordiali saluti
Stockhausen

PS. Conosce I pianisti Marianne Schroeder, Bernhard Wambach, Herbert Henck, Ellen Corver (!)? Ho l’impressione che
Lei conosca soprattutto i vecchi, reazionari.

17. VII. 86
Caro Acquafredda,
Lei sa che Marianne Schroeder ha pubblicato su disco KLAVIERSTÜCKE VI – VII – VIII?
[margine destro] HAT HUT Records
Box 461
4106 Therwil,
Switzerland
Dall’elenco in allegato Lei può vedere che Herbert Henck prepara le opere complete KLAVIERSTÜCKE I – IV (4 dischi)
[sotto:] WERGO e Bernhard Wambach ugualmente KLAVIERSTÜCKE X – XIV (4 dischi) [sotto:] SCHWANN.
Come mai trova sempre delle foto così brutte? È intenzionale questo?
cordiali saluti
Stockhausen

Saluto d’estate 1988


Le opere libere svegliano speranze,
aprono lo spirito al futuro
di spaziali viaggi musicali.
Cosa valgono le navi orbitali degli ultimi decenni
per il sole, la luna e le stelle,
per Nettuno e Sirio
e per Giove, Saturno, Luneva in LICHT,
a confronto con i sogni
del cosmo infinito dei colori?!
Cantiamo l’infinito canto del GESANG DER JÜNGLINGE!
Stockhausen
23. VI. 1988

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STOCKHAUSEN

Stockhausen [Timbro] RICEVUTA


28. VII. 88 4 AGO 1988

Caro Pietro Acquafredda,


tra i [tanti] concerti sono stato solo 7 giorni a casa. La ringrazio per la spedizione di PIANOTIME.
Mi sarei aspettato che la Sua rivista avesse commentato le nuove pubblicazioni su disco di tutti
i KLAVIERSTÜCKE con Bernard Wambach (Schwann – Schallplatten ) e con Herbert Henck (WERGO) – eventualmente
questo potrà ancora avvenire.
Al Mozarteum di Salisburgo e al Conservatoire National di Parigi (dall’ 8 al 13 agosto e dal 7 al 9 ottobre) terrò un
corso per pianisti: Lei mi chiede delle mie considerazioni a proposito dei testi dei 5 autori che hanno scritto sul-
l’opera. Sarebbe stato sensato interpellare autori che avessero viste tutte e tre le opere DONNERSTAG, SAMSTAG e
MONTAG aus LICHT. Ma i testi mostrano che questa conoscenza manca.
È falsa la superficiale asserzione che le mie opere abbiano un rapporto con le opere di Wagner. Questo è indubbia-
mente extra-musicale. Se si giudica secondo il contenuto musicale risulta esattamente il contrario.
È altrettanto falso che nessun altro teatro d’opera abbia eseguito LICHT: DONNERSTAG è stato rappresentato alla
Royal Opera di Londra (Covent Garden) per l’apertura della stagione (cosa che in questo teatro non è mai stata pos-
sibile per un’opera contemporanea). Tutte le rappresentazioni sono andate esaurite. Davanti alla stampa internazio-
nale la direzione della Royal Opera ha confermato che questa produzione è stata quella con il maggior successo
della stagione e che DONNERSTAG sarà ripresa appena finito il restauro del teatro.
La Hamburgische Staatsoper farà 20 recite di MONTAG aus LICHT nel 1991. A Palermo è stato annunciato in una
conferenza stampa che nel 1991 DONNERSTAG, SAMSTAG e DIENSTAG aus LICHT saranno eseguite in tutti e due i
teatri della città. Il sovrintendente del teatro di Rio de Janeiro ha appena confermato che nel 1991 MONTAG aus
LICHT sarà eseguito a Rio.
I teatri in Germania (più di 80) non hanno potuto eseguire le opere di LICHT perché i teatri tedeschi devono usare
cantanti e cori stabili e così non possono scritturare l’organico delle opere di LICHT (tutti gli interpreti delle opere
LICHT sono comunque stati preparati con prove di anni per le rappresentazioni della Scala e poi sono stati scritturati
dal Teatro alla Scala). Questa situazione comincia lentamente a cambiare.
Non dimentichi che per MONTAG aus LICHT sono stati scritturati un coro misto dai Paesi Bassi, un coro di voci bian-
che di 60 bambini dall’Ungheria e 21 solisti dagli Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio, Marocco, Inghilterra, Ungheria e Ger-
mania.
Inoltre ognuna delle opere di LICHT necessita del noleggio d’un complesso impianto elettroacustico (pannello di
missaggio di 40 canali, 24 altoparlanti con amplificatori, 16 trasmettitori-ricevitori, 10 monitor TV, magnetofoni a 8
tracce ecc. ecc.). Solo il Covent Garden aveva messo a disposizione con propri mezzi questo impianto insieme a 6
tecnici. Per tutte le altre rappresentazioni l’impianto e i tecnici sono dovuti arrivare dalla Germania.
Per quanto riguarda la “rinascita dell’Opera proprio nel suo dato comunicativo più importante la voce e la parola” si
dovrebbero semplicemente ascoltare le pubblicazioni di DONNERSTAG e SAMSTAG aus LICHT (Deutsche Grammo-
phon – anche in CD). Ognuno può provare poi che anche i compositori tedeschi (non solo gli Italiani) possono rin-
novare l’opera per quanto attiene alla “voce e parola”.
(Perché la critica musicale italiana ha premiato l’opera DONNERSTAG aus LICHT con il “Premio della Critica Musicale”
“per la migliore novità di musica contemporanea”? Questi esperti allora devono essere sordi!)
Cosa si intende con “famiglia laboratorio”? È vero che a DONNERSTAG aus LICHT tre dei miei figli hanno partecipato
come solisti (tra 14 solisti), a SAMSTAG aus LICHT due dei miei figli (tra 13 solisti) e a MONTAG aus LICHT mio figlio
Simon (al sintetizzatore) tra 21 solisti. Non dimentichi che esistono più di 30 esìmi cantanti, strumentisti, danzatori e
mimi, che regolarmente (alcuni da vent’anni) eseguono a memoria le mie opere. Probabilmente siamo una “fami-
glia” ma in senso spirituale.
Sarebbe da raccomandare che Lei pubblicasse dei testi che abbiano un valore anche nel futuro prossimo. Questo
però richiede esattezza, competenza in materia, semplicemente più verità.
Cordialmente La saluta
K. Stockhausen

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INEDITI

Stockhausen pensiero in forma di alfabeto


DALLA A DI AVAnGUARDIA ALLA Z DI ZEn
di karlheinz Stockhausen

Avanguardia con analisi scientifiche ed approfondite. Da quando


Ogni generazione ha dei ‘generatori’. E gli artisti, in direttore è diventato un certo Thomas, un critico tra
special modo, sono insieme dei ‘trasformatori’ che ‘'altro, è divenuto tempio dell'interpretazione e non
creano nuove forme nell'espansione della coscienza: della sperimentazione.
ecco I'avanguardia. La nostra generazione poi ha Elettronica
un'avanguardia più avanzata di quelle di altri tempi. Dopo la scoperta dei nuovi mezzi sonori e del mi-
Beethoven crocosmo musicale, i nuovi effetti che si potevano
Un vero compositore d'avanguardia. La mente musi- ottenere a livello di materiale sono stati volgarizzati
cale più forte per l' integrazione della musica in un ed applicati anche al pop. I centri elettronici di varie
mondo non convenzionale. Un vero pioniere, a dif- nazioni si sono ormai normalizzati e non producono
ferenza di Mozart e Schubert che hanno conservato quasi più nulla di importante, quando non vengono
linguaggio e forme già preparate da altri. impiegati esclusivamente per scopi didattici. Forse è
Critica finita precocemente l'era dell'impiego dell'elettro-
In genere non ho stima dei critici. Sono ormai più di nica nella musica.
vent'anni che non leggo i giornali. La critica aveva Festival
un senso al tempo di Schumann, quando gli artisti Il segno moderno della società turistica. È una com-
militavano nella critica. Questo accadeva anche con binazione del bisogno di viaggiare, di fare una va-
Wagner: allora i giornali avevano molte pagine che canza magari in un bel posto con quello dell'ascolto
fornivano spiegazioni minuziose delle nuove com- della musica. Occorrerebbe però avere dei festival
posizioni. Negli ultimi vent'anni invece la politica è monografici: uno di Stockhausen, un altro di Bach,
diventata l 'articolo numero uno delle prime pagine. perché la scelta del pubblico discenda dal preciso
L'arte è così passata all'ultima, forse dopo lo sport. gusto musicale.
Molti critici infine aspirano a diventare direttori arti- Giovani (e la musica)
stici o impresari, considerando quindi il loro lavoro Occorre distinguere da nazione a nazione. In Germa-
un'occupazione transitoria. nia, ma anche in Giappone, i giovani sono informa-
Darmstadt tissimi sul piano della tecnica strumentale. Tutti
È un caso triste. Un tempo era il maggior centro hanno qualche strumento e sono già molte le or-
mondiale di pubblicizzazione del mestiere musicale, chestre di giovani. In Italia manca ai giovani il con-

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STOCKHAUSEN

tatto con la musica contemporanea a partire dalla me naturale anche all'interno di una stessa opera.
scuola. Ma per quelli intelligenti questa mancanza di Ritmo
conoscenza è un fattore scatenante della curiosità. Tutto l'universo è una polifonia ritmica. Ogni vibra-
Hymnen zione ha tempi differenti e cambiamenti di tempo
Il titolo di una mia composizione giustamente consi- all'interno dei metri. La musica d'oggi si è aperta alla
derata importante per i giovani. Un'opera che è as- registrazione del ritmo universale.
solutamente necessario conoscere per l'espansione Stockhausen
della coscienza degli stili musicali del mondo d'oggi Per un accidente due tedeschi fecero un bambino. Il
e dell'integrazione di tutti i livelli estetici. nome del padre era Stockhausen e questo bambino
Interprete si chiamò Stockhausen. Il mio corpo fu prodotto da
Chi offre tutta la sua tecnica e tutto il suo essere per quelle due persone semplici, vissute in ambiente
la manifestazione di un messaggio spirituale. Que- contadino. Il mio nome oggi è probabilmente il
sto tipo di interprete è molto raro, ma è l'interprete segno per le sessantotto opere che io ho fatto. Oltre
del futuro. che ad indicare gli aneddoti legati alla mia persona,
Linguaggio fino a che avrò vita, spero che diventi sempre più e
Nella musica d'oggi, il linguaggio assomiglia ad una solo un nome per queste opere.
mistura di differenti idiomi. E questo è figlio diretto Tradizione
del pluralismo musicale oggi vigente. Non esiste un Processo permanente dell'illuminazione dell'uomo.
unico linguaggio per tutta la musica d'oggi. Il valore della tradizione nella musica è molto simile
Morte (della musica) a quello del codice genetico di ognuno nella cre-
La musica è come la natura, dove possiamo trovare scita e nello sviluppo. Serve, nell'atto del comporre,
alberi prossimi alla decomposizione ed altri che a conoscere quanto è stato già fatto ed a quali solu-
sbocciano. V'è sempre una musica che muore ed zioni si è pervenuti. Per farla breve, ci si serve della
un'altra che nasce. Generalmente il pubblico non tradizione per negarla in ogni nuova scoperta del
vede i piccoli fiori che sbocciano e presta più atten- mondo sconosciuto.
zione invece al grande dramma degli alberi che Universo (musicale)
stanno morendo. È molto circoscritto. Basta avere i sessanta dischi
Novità dell'Unesco per conoscere tutti gli stili della musica
Quando un ascoltatore ha l'impressione di non aver nel mondo d'oggi. La musica universale è ben altra
mai udito prima quanto sta ascoltando, quando il cosa: è infinità. Per ascoltarla non abbiamo ancora
linguaggio di una musica è al di sopra della sua co- gli strumenti idonei, e non parlo solo di strumenti
noscenza, quando si sente commosso profonda- della tecnica.
mente senza spiegarsi la causa, solo allora si trova di Verità (della musica)
fronte a qualcosa di veramente nuovo nella musica. La musica è un mezzo per diventare esseri sovru-
È la manifestazione della coscienza primigenia, del- mani. Utilizziamo la musica per danzare, per il diver-
l'archetipo, dimenticata nel tempo. timento. Ma questa è solo una pre-musica, una
Orchestra musica semplice, infantile, una preparazione alla
È un grand'organo che consta di un centinaio di es- musica. Ma noi siamo soprattutto un'anima (eterna)
seri umani che hanno normalmente una tecnica fan- per la quale la musica dev'essere il mezzo di pene-
tastica, o per lo meno dovrebbero averla soprattutto trazione negli spazi eterni, spirituali: è questa la ve-
quando sono giovani. Essa deve trovare un'armonia rità della musica. La vera musica è quella che ci
umana, una grande amicizia per divenire un solo rende felici di esistere, perché segno di un mondo
corpo e risuonare nella buona letteratura d'oggi. E superiore, una chiamata telefonica che ci avverte
ciò in un tempo in cui ognuno vive separato dagli che la nostra destinazione è in un mondo più per-
altri, e tende a diventare un solista, anche psicologi- fetto.
camente. È per questo che le orchestre sono oggi Zen
molto rare e rari sono anche i momenti in cui esse Un metodo che insegna la ricerca della verità attra-
diventano una orchestra vera. verso la tranquillità e la concentrazione sul vuoto
Partitura delle forme. Ed insieme un mezzo per risolvere i pro-
Anche nella musica contemporanea costitutisce l'in- blemi attraverso un grande umorismo, Sono entrato
formazione necessaria per la produzione dei suoni, molto spesso in monasteri zen ed ho osservato l'ar-
l'insieme dei segni portatori di questa informazione. chitettura dei giardini di pietre. Ora, dopo quelle
Quartetto, Quintetto esperienze, quando metto un suono in un punto, so
Oggi tali termini hanno ancora il loro senso antico. che è l'unico punto nel quale può stare. Mi com-
Ultimamente ho scritto un quartetto per danzatore, porto anch'io come i monaci zen.@
tromba, tenore e pianoforte. Il passaggio dalla mu-
sica da camera a quella orchestrale è diventato per

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Fabbrini racconta
Ancora su Benedetti Michelangeli

Generoso con gli altri non accettava


regali da nessuno
a cura della redazione

Si conclude il primo capitolo dei ricordi di Fabbrini sul mondo del pianoforte e dei pia-
nisti. Si è parlato soprattutto di Benedetti Michelangeli, forse il più grande pianista ita-
liano del Novecento, il cui nome, inspiegabilmente, sembra già coperto dalla polvere
del silenzio. Quarta ed ultima puntata.

Sapere della generosità di alcuni Torniamo a Michelangeli. Le la- Maestro ci aveva ordinato di ese-
celebri musicisti, fa bene; men- sciava delle liste di lavori da fare guire alcuni lavori che noi ave-
tre, non sono edificanti le noti- su un pianoforte, vero? Cosa vamo prontamente eseguito, ma
zie di cachet troppo alti, che c’era scritto? Sarebbe curioso ve- lui non era contento e continuava
denoterebbero scarsa sensibi- dere questi ordinativi di lavoro. a dirmi: Angelo, ma in questo pia-
lità, specie in tempo di crisi. noforte c’è qualcosa ancora che
Lo ripeto: il Maestro era partico- non va. Maestro, è tutto a posto.
larmente esigente, quasi mania- Dietro sua insistenza, abbiamo ri-
Non mi sono mai interessato ai cale per chi non approfondiva le smontato per l’ennesima volta la
loro compensi ma, se penso alle sue richieste. Una volta siamo ri- meccanica di quello strumento;
migliaia di ore di studio e di ri- masti qui nel mio negozio per alla fine abbiamo scoperto che
cerca per la preparazione di un quattro o cinque ore, il Maestro, io nei rulli dello scappamento c’era
concerto, credo sia molto difficile ed alcuni miei tecnici, tutti intenti una pelle incollata nel verso sba-
fare questi calcoli. a risolvere lo stesso problema. Il gliato, e lui lo avvertiva ma non ce

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Benedetti Michelangeli

lo diceva. Per il pianoforte aveva per dare risultati differenti; que- Quelli sì, hanno fatto insieme i
una sensibilità che non esiterei a sta, ad esempio, era una cosa alla concerti di Schumann e Ravel. Tra
definire diabolica. quale un tempo non si dava ec- loro due c’era un feeling speciale.
Un’altra volta, dopo la prima cessivo peso. Al compleanno del m.o Celibida-
parte del concerto, non voleva che, il Maestro ha voluto fare un
più tornare a suonare. Questa particolare attenzione bis in suo onore, con il m.o Celibi-
Aveva chiesto di non accendere alla collocazione dello stru- dache seduto in poltrona sul pal-
l’aria condizionata. La regolazione mento l’aveva anche Michelan- coscenico; credo che non l’abbia
dello strumento era stata fatta geli? fatto per nessun altro.
senza aria condizionata, e quindi
ad una certa percentuale di umi- Parlava degli altri pianisti, espri-
dità nell’aria. Con la sua accen- Non così. Era però molto attento meva giudizi od anche apprezza-
sione venivano invece alla sonorità del palcoscenico. In menti?
compromesse alcune regolazioni alcuni casi, richiedeva lo sposta-
(specialmente le molle del ritorno mento di alcuni elementi riflet-
del martello) che erano costate tenti. In tutta sincerità non l’ho mai sen-
diverse ore di lavoro. In quel caso tito parlare degli altri pianisti. Per
la responsabilità della mancata nei suoi concerti all’Auditorium lo meno non l’ha fatto mai in mia
prosecuzione del concerto è stata di Roma, Pollini vuole sempre presenza.
a lui attribuita, ma ingiustamente. una protezione, una specie di
paravento di legno dietro il pia- C’erano almeno dei pianisti della
nessuna tendenza maniacale? noforte. A che serve? sua generazione che stimava ed
apprezzava?

Nessuna. Quando un pianista Serve, anzi è fondamentale. Per-


suona in quel modo, ha il diritto ché quello che è importante non Di un suo gesto di stima sono
di essere intransigente e preten- è solo ciò che arriva al pubblico, stato testimone, a Parigi alla Salle
dere sempre il massimo. ma anche ciò che arriva al pianista Pleyel. Il m.o Ciccolini era stato
che suona. Se il pianista non ha operato al cuore, fece fare subito
Oggi, lei, dall’alto della sua l’esatta percezione di ciò che sta un telegramma di auguri e chiese
esperienza. ostenta sicurezza, suonando diventa impossibile di essere informato sul decorso
ma agli inizi della sua attività? esprimersi. Se un pianista sente post operatorio; evidentemente si
un suono al quale non è abituato, conoscevano.
perché c’è una particolare riverbe-
Nel ’96 la Steinway mi ha dato un razione od un grado di assorbi- E dei critici che diceva?
grande riconoscimento, Concert mento particolare, si innervosisce,
& Artist Lyra, per il miglior ‘servizio pregiudicando l’esito del con-
concerti’, che attestava inequivo- certo; tanto vale quindi ricorrere a Un giorno mi disse di comprare un
cabilmente la qualità del mio la- protezioni o a qualunque altro giornale, anticipandomi: vedrai
voro in tutti questi anni. Agli inizi, mezzo, in caso di simili inconve- che ci saranno commenti poco fa-
naturalmente, avevo timore, ma nienti. Insomma, il nostro lavoro vorevoli sul mio concerto. Poi
ruppi il ghiaccio lavorando con nasconde mille insidie. disse: a quel giornalista non ho
pianisti italiani come i m.i Campa- mai concesso un’intervista. Forse
nella, Ciani, Canino, Ballista, il Ha seguito i concerti di Miche- sarà per questo.
duo Gorini-Lorenzi, Tipo, il Trio di langeli con Giulini (Concerti di
Trieste, Marcello Abbado ed Beethoven registrati per la DG)? Ma che persona era umana-
anche con i m.i Magaloff, Arge- Sarebbe interessante capire che mente?
rich, Gilels, Rubinstein, Weissen- rapporti aveva con altri musici-
berg che mi hanno incoraggiato sti.
con il loro apprezzamento dan- Per esempio, era una persona che
domi tanti stimoli e suggerimenti. pur non avendo soldi, ne dava in
Ad esempio il m.o Pollini, attentis- No, quelli no, devono esserci stati beneficienza. Ma le racconto un
simo alla collocazione del piano- in uno dei rari periodi di black- fatto di cui sono stato protagoni-
forte nelle sale, mi ha fatto capire out, oppure avevo impegni che sta involontariamente. Un giorno
quanto il suono possa cambiare a non potevo disdire. incontro una persona che mi dice:
seconda della posizione sul palco. io so che lei è una delle persone
Bastano talvolta pochi centimetri E i concerti con Celibidache? che sta vicino al m.o Michelangeli,

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Fabbrini racconta
gli consegni questa busta, anzi dissi: Maestro ora non potrò mai storia della nostra azienda. Lo
quest’assegno. Io gli dissi che ero più guidare la Ferrari. E lui: perché pagai circa cinque milioni di lire ed
solo il suo tecnico e che quindi non me l’hai mai chiesto? La gui- è della metà degli anni sessanta.
non potevo fare da tramite in una dava sempre lui; guidava lui
circostanza tanto delicata. Io non anche quando veniva a Pescara, Un pianoforte dopo cinquan-
posso prendere l’assegno, si ri- ma con un'altra macchina. Ado- t’anni è ancora uno strumento ef-
volga alla Sig.ra Gros Dubois o al rava le auto veloci. ficiente?
Dott. Mettel. Ma, scusi, a lei cosa
costa prenderlo? Mi dispiace ma Per i concerti voleva sempre il ‘
io non lo prendo. Alcuni giorni suo’ pianoforte oppure era cu- Una decina d’anni fa vennero a tro-
dopo ero con il Maestro a lavo- rioso e provava altri strumenti? varmi nella mia bottega tre noti
rare, e gli racconto il fatto, dicen- tecnici di Casa Steinway – i Sig.ri
dogli che non mi ricordavo Griffig, Frund ed Adam- e videro
neanche il nome. Lui mi dice un Tutte le volte che sono stato al quel pianoforte originale in tutte le
nome, ed io gli rispondo: ah, sì, è suo fianco posso dire che ha sem- sue parti, nulla era stato cambiato.
lui. Cosa voleva, mi chiede. Voleva pre suonato i suoi strumenti, Restarono sorpresi. Solo tre anni fa
darmi un assegno per lei. Furi- quelli delle sale li provava, ma lo abbiamo poi restaurato. C’è
bondo mi dice: non l’avrai mica non li ha mai utilizzati per i con- anche da dire che un pianoforte da
preso? Si trattava di una cifra con- certi, voleva il suo. Lui ha sempre concerto non suona tutti i giorni,
sistente. Il m.o Michelangeli non suonato strumenti di sua pro- dunque non è sottoposto ad uno
voleva regali o presunti tali da prietà, quelli che gli ho fornito io stress giornaliero che potrebbe
nessuno. Nella sua condizione, ai oppure quelli di Casa Steinway. procurargli qualche ‘ferita’. Anzi, a
vertici del concertismo mondiale, volte accolgo volentieri qualche
poteva guadagnare qualunque Come viveva la vigilia dei con- studente che, felice di suonare un
cifra, invece, evidentemente, si ac- certi, Lei era un osservatore pri- bello strumento, viene a tenerlo in
contentava, non aveva grandi vilegiato delle vigilie. allenamento.
pretese, conducendo una vita ab-
bastanza normale. In Conservatorio, all’Aquila, ab-
Non dimenticherò, in occasione di biamo uno strumento che ha
E l’Italia era nei suoi pensieri, no- una concerto a Bregenz la sua ri- poco più di una quarantina
nostante si ritenesse trattato chiesta di cambiare i rulli dello d’anni, modello ‘chippendale’, po-
male in patria? scappamento la sera prima del tremmo definirlo storico e rite-
concerto, io con un mio aiutante, nerlo in qualche modo prezioso?
Donato, abbiamo sostituito tutti i
Credo proprio di sì, aveva amici rulli, per poi fare la regolazione
italiani che andavano a trovarlo. nota per nota. Abbiamo termi- Certo è uno strumento interes-
Comprava sigari toscani, olio e nato quel lavoro pazzesco la mat- sante, costruito su richiesta; lo ven-
vino toscano. tina seguente, il sole era già alto. detti io al Conservatorio ai tempi
Con il cambio di clima qualche del M.o Maccarini-Carmignani,
Oltre la musica e il pianoforte rullo si era indurito. Il Maestro arri- primo direttore dell’istituto aqui-
aveva almeno qualche altra pas- vava sempre due o tre giorni lano. Quello strumento sarebbe da
sione? Le macchine sportive? prima, voleva comunque suonare, restaurare per poi conservarlo in
provare la sala, il pianoforte lo co- un posto idoneo: nell’ufficio del Di-
nosceva. Suonava quasi sempre rettore oppure in un’aula dove si fa
Le macchine sì, aveva una Ferrari anche opere non inserite nel pro- lezione di canto.
che io gli invidiavo e che avrei de- gramma; a volte cose incredibili;
siderato guidare. Gliel’ ho anche chiedeva sempre qualche regola- Quanti pianoforti aveva Miche-
chiesto apertamente, dicendogli: zione della meccanica. Prove, re- langeli?
perché non credo che potrò com- golazioni e poi… poi il concerto.
prarmene mai una simile. Gliel’ho
chiesto allora una seconda volta, Senta, Sig. Fabbrini, si ricorda A Rabbi ne aveva tre, ma lui lavo-
visto che la prima volta non mi quando ha comprato il primo rava sempre su uno; era il piano-
aveva dato un risposta. Ricordo di pianoforte da concerto. forte sul quale studiava.
averglielo chiesto una delle tante
volte in cui ci spostavamo insieme E gli altri?
in Ferrari. Poi il Maestro vendette Il primo pianoforte che ho com-
quella macchina, ed allora gli prato non l’ho mai venduto. E’ la Credo che li utilizzasse per le le-

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zioni, c’era qualcuno che ogni del concerto mi chiese di rimet- - mi disse. Andai nel giardino e lo
tanto andava a farsi ascoltare, tere tutti i feltrini originali. Se io accesi. Sentendo l’odore di quel
quelli che ci riuscivano si ritene- non avessi previsto tale richiesta, sigaro, fui presto raggiunto da At-
vano ovviamente molto fortunati. forse non sarei stato in grado di ri- tila, il quale mi venne intorno mia-
Si diceva di Benedetti Michelan- portare il pianoforte allo stato ori- golando in maniera insistente. Si
geli quel che si diceva anche di ginale, ed il concerto sarebbe fece ripetutamente accarezzare.
Kleiber ed anche della Argerich. E quasi sicuramente saltato. Mi commossi.
cioè: finché il concerto non si fa,
non si è mai sicuri che si farà. Ancora una curiosità. Quando Si sente che Lei è legato tuttora
Horowitz è tornato a suonare in al Maestro, anche umanamente.
Era così? pubblico, neanche allora una pa-
rola sul grande pianista?
Sì, non posso non essergli ricono-
Per tutti gli anni che ho lavorato scente. A parte tutto quello che
al suo fianco, circa diciotto, tranne No, neanche una parola con me. ho imparato da lui, non posso di-
quel concerto in Svizzera, inter- Sicuramente il m.o Michelangeli menticare gesti davvero affet-
rotto e non più ripreso dopo la sapeva del suo ritorno, perché era tuosi da parte sua: non dimentica
prima parte, non ha mai saltato una persona informata. che lui è venuto appositamente a
un concerto di quelli program- Pescara per fare da padrino al bat-
mati. Il m.o Benedetti Michelan- Ogni tanto torna a Pula? tesimo di mio figlio? non è un
geli non era affatto persona gesto di squisita delicatezza ed
capricciosa. Se qualche volta può amicizia? Inoltre desiderava che
aver rinunciato lo ha fatto per Quando sono da quelle parti fac- gli organizzatori dei suoi concerti
tempo, non alla vigilia del con- cio sempre visita alla casa del fornissero anche me hotel e
certo. Una volta un suo concerto Maestro, ed anche alla sua tomba. viaggi confortevoli, gli stessi suoi.
di cui sono stato testimone di- Avrei preferito che fosse sepolto
retto, stava per saltare; non è ac- in una tomba diversa , oggi è se- Un’ultima cosa. Viene il sospetto
caduto perché mi ero premunito polto a terra, come lui aveva vo- che ormai di lui non si parli più e
ed avevo eseguito il lavoro richie- luto. Al suo funerale ricordo due che i suoi dischi non vengano
stomi con cura. Eravamo alla figure su tutte, la sig.ra Martha Ar- rieditati; perché?
Salle Pleyel, il m.o Michelangeli gerich e la sig.ra Marilisa Pollini.
aveva provato il pianoforte e non Le voglio raccontare un episodio
era pienamente convinto del molto toccante. Il Maestro aveva Discografia a parte, quello che
tocco. Mi ha chiesto quindi di un gatto che si chiamava Attila, lo conta è che il m.o. Arturo Bene-
cambiare tutti gli 88 feltrini del seguiva come un’ ombra. Una detti Michelangeli sia vivo più che
fondo tasto. Presi un filo d’acciaio volta, dopo la sua scomparsa, tro- mai: ancora oggi, quando ci si ri-
nel quale infilai i vecchi feltri ri- vandomi a casa del Maestro e ve- trova con pianisti ed amici, il di-
spettando la loro numerazione: dendo la scatola dei suoi sigari scorso va spesso a finire sul
eseguito il lavoro, lungo e di pre- toscani, chiesi alla sig.ra Gros Du- Maestro e sulla sua arte, indi-
cisione, il Maestro riprovò lo stru- bois di poterne fumare uno dei scussa.@
mento, sollecitandomi ulteriori suoi. Certo, Angelo, faccia conto
modifiche; ma, solo poco prima che glielo abbia offerto il Maestro

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Fogli d’Album

SCIEnZA DA FESTIVAL

del festival, la scienza non faceva invasioni di campo


T utti i partecipanti al prossimo ‘Festival delle
scienze’, in svolgimento questo gennaio 2013 all’Au-
indebite come nei precedenti casi, occupandosi del
‘tempo’, anche se tal concetto è a metà strada fra
scienza e filosofia. Nel corso del seguitissimo festival,
ditorium di Roma, dagli organizzatori, hanno rice- il concetto di tempo, la sua nozione veniva illustrata
vuto parole e musica della celebre ‘Felicità’ cantata in tutti gli ambiti, fatta eccezione per quello musi-
da Albano e Romina, mano nella mano, all’epoca, cale, perché secondo il curatore scientifico ‘da festi-
con l’invito ad impararla a memoria, parole e mu- val’ la nozione del tempo in musica non meritava
sica, per il karaoke finale, ed anche per capire in pro- altra attenzione oltre le carnevalate del ‘ Poème sym-
fondità il tema generale del festival: la felicità, phonique’- cerimoniale musicale per 100 metro-
appunto. Un festival della scienza si occuperà della nomi di Gyorgy Ligeti, installato nel foyer
felicità; e, per quanto strano e incomprensibile dell’Auditorium, per la gioia dei soli bambini, e la
possa apparire, è proprio così. Non è il primo caso. musica, eseguita per 24 ore, senza interruzione, da
A novembre scorso l’omologo festival genovese ha 90 pianisti, ‘Vexations’ di Eric Satie, 35 battute (di
scelto come filo conduttore ‘L’immaginazione’. Ci ri- quale tempo?). Insomma secondo il curatore del fe-
sulta che anche a Genova ai relatori e partecipanti stival scientifico, la nozione del tempo in musica non
siano stati inviati preziosi materiali, fra i quali ‘Ima- meritava, per inconsistenza, un esame scientifico, di-
gine’ dei Beatles, e lo spot con George Cloney, che menticando il curatore del festival, poco scientifico
pronuncia la fatidica parola. evidentemente, che a differenza di qualunque altra
Insomma la scienza si espande e prende ad occu- espressione artistica, la musica e solo la musica si
pare territori nei quali prima si guardava bene dal anima ogni volta nel tempo.@
mettere il naso, nell’un caso e nell’altro; nel generale
disappunto della comunità scientifica che vede in-
debitamente allargato il campo di interesse della
scienza. Per stigmatizzare tale anomalo comporta-
mento, è stata coniata l’espressione scienza ‘da festi-
val’, per distinguerla dalla scienza scientifica.
L’anno scorso no. A Roma, per la passata edizione

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Anniversari

Una giornata di studio sullo ‘Sprechgesang’, nella relazione del curatore

CAnTO In PAROLA O
PARLATO In CAnTO?
di Piero Mioli

Il contesto cittadino non lasciava via di scampo: il 2012, nella Bologna della musica
d’arte, doveva essere l’anno di Arnold Schoenberg, l’avanguardista supremo e ricono-
sciuto del Novecento.E l’Accademia Filarmonica si è inserita nel vasto mosaico della co-
siddetta ‘Schoenberg Experience’ (2011-2013) con il tassello del suo annuale convegno
di studio.

T ema del convegno, proprio quello che nel mese


di ottobre compiva cent’anni dalla prima applica-
veste musicale poco dopo lo scoppio dell’orchestra
pressoché al completo, in Fortissimo (FFF), sulla nota
Sol#, ed esige uno ‘Sprechgesang’ in Pianissimo (PPP)
zione avvenuta nel ‘Pierrot lunaire’, ovvero lo ‘Spre- per alternare poi canto e parlato sopra le parole
chgesang’, il canto parlato: quel tipo di scabra “sono il mio cuore” ponendo cinque asterischi d’into-
recitazione intonata secondo la quale il cantante nazione generica, tre bassi e due centrali. Ma un se-
tocca i suoni e li lascia subito, ri- colo di musica classica è molto più
nunciando alla rotondità e alla lungo e largo, e investe anche altri
tenuta del canto tradizionale; e generi e altre aree; e come ha con-
che dopo il ‘Wozzeck’ di Berg e il fuso le forme, gli organici e i nomi
‘Moses und Aron’ di Schoenberg tradizionali, così il XX ha conqui-
ha dettato legge per tutto il No- stato all’estetica occidentale l’in-
vecento. Se è ricca la bibliografia tero pianeta. Pertanto c’era molto
sulla formidabile invenzione di da fare a voler contribuire così
Schoenberg, forse lo è meno all’“esperienza” bolognese: la gior-
quella che ne cerca e raccoglie le nata di studio questo si propo-
eredità, le tracce, le presenze, le neva, perlustrando lo
assenze a venire, dall’Austria alla ‘Sprechgesang’ nelle sue soluzioni
Germania, dall’Italia all’America, più note e, perché no? anche in al-
dall’Est all’Ovest. Ecco dunque cune delle più recenti e ancora
un buon terreno da coltivare: la sconosciute.
grande, diversa, promiscua, pro- “Dura lex, sed lex” dicevano i ro-
blematica fortuna dello ‘Spre- mani, cioè “legge dura, ma vera”:
chgesang’ dal quel fatidico 1912 certe leggi saranno dure ma son
al 2012 nelle mani di parecchi, sempre leggi, insomma cose utili,
anche se certo non tutti i com- opportune, alla lettera ‘da rispet-
positori colti. tare’. Così dicasi anche dello ‘Spre-
Qualche esempio italiano e sce- chgesang’: nella sua asprezza,
nico: ecco il protagonista dell’’Ar- piaccia o non piaccia, proprio
lecchino’ di Busoni, l’Inventore come una regola superiore ha in-
della ‘Morte dell’aria’ di Petrassi, terpretato buona parte dello spi-
in genere il ‘Satyricon’ di Maderna e il ‘Blaubart’ di rito del Novecento; dunque doveva essere
Togni. E un mirabile caso particolare nell’’Ulisse’ di necessario, infatti continua a essere praticato; e se
Dallapiccola: il poeticissimo verso finale, “Signore! non è più ‘bello’ ma ‘duro’, è un canto che rimane
Non più soli sono il mio cuore e il mare” (tratto da sempre canto. La Filarmonica di Bologna ci ha pen-
una lirica del diletto Antonio Machado), affiora nella sato sopra, a cent’anni esatti dalla prima di Berlino,

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rispettando anche giorno e mese. Dunque la mat- poscuola del maestro e di capolavoro dell’opera.
tina del 16 ottobre, l’augusta Sala Mozart della Regia Nella seconda sessione, coordinata da Loris Azzaroni
Accademia ha ospitato la prima sessione dell’inizia- presidente dell’Accademia, hanno preso la parola
tiva che ha mandato i doverosi ma sinceri saluti e Mario Baroni, Pier Paolo Scattolin, Luigi Verdi e Vin-
ringraziamenti ai fattivi amici dell’iniziativa, menzio- cenzo Ramón Bisogni, che hanno trattato, rispettiva-
nando anche gli ambiti auguri di buon lavoro perve- mente, dell’apporto di Giacinto Scelsi (autore molto
nuti da parte di Alda Caiello ( la più capace e ispirata incline, per esempio, al canto sopra una sola nota),
‘Sprechstimme’ italiana del momento); quindi, le re- dello ‘Sprechchor’ e dell’alea corale, delle disparate
lazioni. Giovanni Guanti ha tenuto la relazione prima formule sospese fra canto e non-canto reperibili
e fondamentale, prendendo le mosse addirittura anche al di fuori della musica e della musica d’arte
dall’Ottocento incipiente e citando a piene mani il (interessante, all’uopo, e anche commovente il ri-
canto popolare, la sinagoga ebraica, Schubert, cordo dell’attore Luigi Vannucchi), degli interpreti di
l’Espressionismo. Pervenuta al Novecento, la rela- canto specialisti dello ‘Sprechgesang’. Dopo un pre-
zione si è soffermata su ‘La donna è mobile’ di Mali- ciso ricordo di Dietrich Fischer-Dieskau, egregio bari-
piero (Riccardo), ‘The prodigal Son’ di Britten, ‘Jakob tono berlinese scomparso pochi mesi prima, la
Len’z di Rihm, ‘Le terme d’Abano’ di Vacchi e si è con- relazione si è concentrata sui nomi dei cantanti ita-
clusa sul concetto di “teatro della crudeltà” di Ar- liani interessati o arresi allo ‘Sprechgesang’: i tenori
taud. Su Berg, suo annoso e pregiato luogo di Mirto Picchi e Antonio Annaloro; i soprani Magda
studio, si è pronunciato Paolo Petazzi, che ha preso Olivero, Liliana Poli e Gabriella Ravazzi; il mezzoso-
in esame passi di ‘Wozzeck’ e ‘Lulu’, peraltro alquanto prano Suzanne Danco (belga di vantata origine ita-
diversi di concezione un’opera dall’altra, ma senza liana); il baritono Tito Gobbi, indimenticabile
nascondersi la varietà, la duttilità, l’ambiguità di Wozzeck al S. Carlo e alla RAI; i bassi Italo Tajo e
quell’arduo, in tutti i sensi, canto parlato. Al contri- Mario Petri. Nel mezzo del pomeriggio, nella rela-
buto specifico dell’Ungheria si è prestata la ricerca zione di Sergio Miceli, i casi, come dire? di parlato ca-
di Antonio Castronuovo, subito accampando, ri- noro nel cinema, descritti e differenziati con acume,
spetto al modello schoenberghiano, la difformità e con qualche esemplificazione cinematografica di
della visione di Bartók con le lievi stonature, i “quili- particolare efficacia come una scena di ‘Henry V’, la
smi”, gli effetti singolari del ‘Castello del principe Bar- tragedia di Shakespeare tradotta in film da Kenneth
bablù’: dopo il caposcuola, ecco poi i casi, Branagh, che il pubblico presente al convegno ha di-
artisticamente più che notevoli (e anzi caldamente mostrato di apprezzare sommamente (anche, forse
raccomandati, specie il secondo), di Ligeti e Kurtág. soprattutto perché ascoltata in edizione originale,
Da Ligeti è partito il discorso di Marco Montaguti, senza l’inviso doppiaggio). Chiusa la breve ma in-
che poi è passato a Varèse, Berio, Bussotti, Lachen- tensa giornata, la consueta appendice concertistica
mann, Sciarrino e altri autori squadernando una nel vicino Conservatorio: nella Sala Bossi un’esecu-
serie incredibile di emissioni prescritte ( rauche, na- zione davvero ineccepibile del tanto citato ‘Pierrot
sali, rudi, languorose, bisbigliate, dentali, fino all’esi- lunaire’ di Schoenberg. Lungamente istruiti dai loro
genza, da parte del cantante, di percuotersi la insegnanti e già cimentatisi in qualche precedente, i
guancia e mettersi un fazzoletto in bocca). Sulla cen- giovani musicisti del “Martini” hanno reso l’irta parti-
tralità di Petrassi e della sua scenica ‘Morte dell’aria’, tura con tutta la pulizia di suono necessaria a far in-
il dramma del personaggio “duro e puro” che s’av- tendere la portata rivoluzionaria della partitura nata
vale di voce corale femminile fuori campo, singolare il 16 ottobre del 1912: poli del bel concerto sono
‘Sprechstimme’ in bianco e nero, si è soffermata Da- stati la ‘Sprechstimme’ Akané Ogawa e il direttore-
niela Tortora, confermando appieno la natura di ca- concertatore Tommaso Ussardi.@

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MIRACOLO VENEZUELA

nacque a scuola il rivoluzionario ‘Sistema’ venezuelano di José Antonio Abreu

ERAVAMO UnA DECInA


DI STUDEnTI DI MUSICA
a cura di Claudia Caneva
Presso l’Università degli Studi Roma Tre, per la Rassegna MusicaInFormazione, si è
svolto un incontro dedicato all’esemplare esperienza di educazione musicale e forma-
zione orchestrale attuata in Venezuela da Abreu. Leonardo Panigada, direttore di coro
e d’orchestra venezuelano, docente all’Indiana University di Bloomington, ha risposto
alle domande del prof. Raffale Pozzi.

P anigada, musicista, allievo di


Josè Antonio Abreu, membro del
giovani studenti di direzione co-
rale e di composizione. Quando
Abreu ebbe l’idea di fondare ‘El Si-
sicale era naturalmente più viva
che altrove. Vi si contavano una
decina di scuole di musica e un
primo nucleo di fondazione di El stema’, a metà degli anni Settanta, Conservatorio nazionale. A Barqui-
Sistema è attualmente responsa- studiavo con lui composizione. simeto, per esempio, che era
bile della diffusione di esso a li- Eravamo una decina di giovani al- ugualmente una grande città di 1
vello internazionale. Oggi si parla lievi e il maestro ci portava in giro milione di abitanti, c’era solo un
molto di questa esperienza edu- per il Venezuela per dare avvio al conservatorio, ma nessuna orche-
cativa anche grazie ai successi e suo progetto, che oggi conta tre- stra. I giovani musicisti non ave-
riconoscimenti ottenuti dall’Or- centocinquantamila studenti circa vano la possibilità di fare pratica
chestra Simon Bolivar e dal suo su tutto il territorio nazionale. E il musicale orchestrale nei conserva-
direttore Gustavo Dudamel. numero è in continua crescita! tori semplicemente perché non
Quando muovemmo i primi passi c’erano orchestre. Lo stesso succe-
Qual era la situazione della mu- la situazione in Venezuela era deva in altre città del paese quali
sica in Venezuela prima della na- quella di un paese di circa 20 mi- Maracay o Valencia.
scita di El Sistema? lioni di abitanti con due sole or-
chestre sinfoniche: una a Caracas, Quale repertorio veniva propo-
città di 3 milioni di abitanti, e una sto negli anni Settanta dalle or-
Ho conosciuto Abreu quando a Maracaibo che aveva 2 milioni chestre in Venezuela? Vi era un
studiavo musica all’età di 15 anni. di abitanti. Tutto qui: non c’era qualche rapporto tra il patrimo-
Eravamo un piccolo gruppo di altro! A Caracas, la situazione mu- nio di musica popolare venezue-
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MIRACOLO VENEZUELA
lana e la programmazione con- della città. Si aspettava di avere parte fondamentale dell’educa-
certistica? una bella risposta: almeno una zione e della propria formazione.
cinquantina di ragazzi. Se ne pre- Così è cominciato tutto! Peraltro,
sentarono, invece, solo undici. non molti sanno che José Antonio
Negli anni Settanta il repertorio Non si perse d’animo e disse a se Abreu è sì musicista, ma è anche
eseguito dalle orchestre venezue- stesso: solo undici? bene, lavo- laureato in economia, è stato un
lane era prevalentemente quello rando li moltiplicheremo! Questo autorevole uomo politico, come
classico-romantico eurocolto. è un tratto tipico del carattere di Ministro della Cultura del Vene-
C’erano nel secolo scorso, e ci Abreu: è un uomo energico, con zuela, ed è un manager di prim’or-
sono anche oggi, molti composi- una grande voglia di lottare, un dine: sette persone in una! E’
tori latino-americani e venezue- uomo che ha un’enorme, incredi- riuscito a trovare finanziamenti
lani che hanno scritto e scrivono bile capacità di lavoro. Non si rie- per mantenere l’orchestra, ha in-
per orchestra. Nella prima metà sce a stargli dietro! Cominciò ad serito la musica tra i principali
del Novecento, tuttavia, e anche andare dappertutto in Venezuela, compiti dello Stato. La musica per
successivamente, all’epoca dei nei villaggi e nelle piccole e lui è un diritto civile e pubblico
miei primi studi musicali, questi grandi città. Qualsiasi ragazzo che fondamentale. Le logiche privati-
musicisti di formazione colta non cantava in un coro o studiava in stiche che dominavano la musica
venivano eseguiti spesso. I nostri conservatorio o in una scuola di in Venezuela, grazie alla sua
compositori hanno certamente musica veniva invitato a Caracas. azione, sono state superate.
subito l’influsso del folklore vene- Li portava tutti i fine settimana in
zuelano. Come è noto, il Vene- città per lezioni interminabili, Il ‘Sistema’ è un progetto che uni-
zuela possiede una stupenda giorno e notte, per poi rimandarli sce formazione musicale e recu-
musica popolare, complessa e a casa la domenica. Raccoglieva pero sociale dell’emarginazione:
ricca nell’ armonia e nel ritmo. Ciò giovani che suonavano musica ai ragazzi privi di possibilità, è
ha dato luogo ad una forma di na- popolare, ogni sorta di strumenti noto, viene offerto gratuita-
zionalismo musicale analogo a e li invitava a seguirlo a Caracas mente lo strumento musicale. Vi
quello europeo, sicuramente inte- per le prove. Ad alcuni regalava sono inoltre altre particolarità
ressante e stilisticamente eclet- un violino e gli diceva: «Adesso strettamente didattiche: si punta
tico. La musica popolare devi suonare questo!». Le prove si per esempio ad ottenere risultati
venezuelana di tradizione orale è, facevano in un garage, a casa sua di alta qualità esecutiva attra-
però, rimasta essenzialmente con- o nei posti disponibili più diversi! verso il suonare insieme in or-
finata nel proprio ambito socio- Io ho fatto parte del primo nucleo chestra. Il mito del solipsismo
culturale e non ha prodotto forme dei suoi allievi diretti. Oltre alle le- virtuosistico non viene incorag-
di sintesi profonda e autentica zioni di composizione voleva che giato.
con la tradizione colta. noi andassimo con lui a vedere
cosa succedeva in Venezuela, che
La situazione era, dunque, molto ci rendessimo conto della situa- Abreu ci ripeteva spesso che l’im-
simile a quella di altri paesi colo- zione e lavorassimo anche noi con magine tradizionale del solista, le-
niali dell’America Latina. Come si questi ragazzi. gata al XIX secolo, oggi non può
è inserito in questo contesto cul- più essere riproposta negli stessi
turale il progetto di Abreu? L’Orchestra Simon Bolivar è, dun- termini. Il XXI secolo ha bisogno di
come è nato? Ci parli, innazi- que, nata da questo primo nucleo? un’altra figura di musicista. Per
tutto, di Abreu. questo la didattica del ‘ Sistema’
sottolinea la funzione della forma-
Sì, da un progetto di servizio per i zione collettiva e il centro di for-
José Antonio Abreu è un musici- conservatori, diventato poi vera mazione è proprio l’orchestra e il
sta che, tra altri riconoscimenti, ha impresa nazionale per la forma- repertorio sinfonico. La tecnica
ricevuto anche il nostro ‘Premio zione musicale e culturale della strumentale individuale si ap-
Nazionale per la Music’a. Ha ini- gioventù. Il nostro motto è «tocar prende nell’orchestra e con l’or-
ziato negli anni Settanta diri- y luchar», suonare e lottare! Fin chestra. In questo senso la Simon
gendo piccoli gruppi di giovani. dal principio Abreu ci ripeteva: Bolivar è una sorta di transformer:
In Venezuela i programmi di stu- «questa è un’impresa vostra, è svolge sia attività professionale
dio prevedevano la pratica orche- un’impresa per il Venezuela, per la con un calendario di prove e di
strale nei conservatori e lui si è gioventù del Venezuela». Era con- concerti strutturati tradizional-
offerto di mettere su un’orchestra vinto che non fosse giusto privare mente, sia attività didattica e ca-
a Caracas. Per formarla chiamò a i giovani dell’opportunità di acce- meristica. Si lavora con il quartetto
raccolta tutte le scuole di musica dere alla musica classica come d’archi, con i fiati e vari gruppi

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MIRACOLO VENEZUELA

strumentali e il bambino princi- greca. Emozione e percezione for- anni Ottanta, in numerosi paesi
piante vi partecipa subito. La teo- mano l’esperienza: se non c’è dell’America latina: abbiamo realtà
ria, la tecnica si apprendono bene emozione e ascolto non ci può es- significative in Messico, Cile, Co-
se vengono messe subito in pra- sere apprendimento! Il curriculum lombia, Argentina. L’orchestra ha
tica e se l’allievo ne avverte la fun- che noi abbiamo organizzato pre- cominciato a viaggiare molto pre-
zione creativa. Tutto ciò rovescia il vede che il ragazzo possa crescere sto per studiare e presentarsi: è
vecchio sistema secondo il quale musicalmente e suonare meglio venuta in Italia, a Venezia, nel
si arrivava a suonare in orchestra attraverso un percorso sistema- 1979, poi in Francia, negli USA.
solo quando si era solisti formati. tico, ma non rigido. Quando El Sistema è stato final-
Vi è poi un altro aspetto impor- mente riconosciuto come una
tante. Il bambino apprende dal- Finora abbiamo parlato di educa- possibile alternativa alla didattica
l’insegnante, ma anche grazie al zione alla musica strumentale. Lei musicale tradizionale, molti paesi,
contatto con altri coetanei o con i negli Stati Uniti insegna Direzione tra i quali gli USA, con nostra gioia
più grandi con maggiore espe- di Coro. Il ‘Sistema’ prevede anche e sorpresa, stanno iniziando a fare
rienza. Imparare da un altro bam- la formazione corale? un serio lavoro di creazione di nu-
bino è più facile che apprendere clei sperimentali. Fra questi uno
da un adulto perché quest’ultimo dei più importanti è a Los Angeles
suscita inevitabilmente maggior Sì e fin dalla nascita. Molte delle con Gustavo Dudamel, ma ce ne
timore. orchestre venezuelane sono state sono in Inghilterra, in Francia,
fondate con membri di cori esi- dove vi è molto interesse, e in
Il metodo di apprendimento stenti e Abreu ci ha trasmesso varie parti d’Europa. Anche in Ita-
della Simon Bolivar, che ri- l’importanza di formare la voce lia, mi accorgo, c’è molta atten-
chiama peraltro l’importanza as- per imparare a suonare lo stru- zione. Vi è poi l’Oriente dove il
segnata all’esperienza diretta in mento. Non a caso El Sistema è modello sembra avere successo:
molta pedagogia musicale mo- denominato precisamente ‘Si- Corea, Cina, Giappone. Pensando
derna, ha dato luogo a pubblica- stema nazionale di orchestra sin- al gruppo originario partito qua-
zioni didattiche? fonica e di cori infantili e giovanili ranta anni fa con Abreu e i famosi
del Venezuela’ perché i cori sono 11 studenti di musica che rispo-
parte essenziale del progetto for- sero al suo invito, siamo oggi felici
Non ci sono finora pubblicazioni mativo e l’educazione corale è ed anche un po’ stupiti per la dif-
didattiche vere e proprie. El Si- non solo propedeutica, ma dà fusione mondiale della nostra
stema è una strategia generale luogo anche ad una specifica atti- esperienza. Va detto che ci inco-
più che un metodo e tutti i me- vità corale. raggia molto a proseguire il nostro
todi didattici possono essere usati lavoro in favore della musica l’am-
a condizione che rispettino il prin- Il sistema oggi uscito dai confini mirazione e il sostegno di nume-
cipio essenziale che trova il suo del Venezuela e lei si occupa rosi grandi musicisti ‘amici’:
fondamento nell’educazione della diffusione internazionale. Claudio Abbado, Placido Do-
umanistica. Ciò che ha mosso mingo, Simon Rattle. Siamo loro
Abreu è proprio la sua ammira- veramente riconoscenti.@
zione per l’ideale della paideia Siamo presenti, a partire dai primi
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Ricordando Cage. Installazione musicale per la Filarmonica romana

Sono tutti confusi. non c’è nessuno


oggi che non sia confuso
di Alessio Gabriele

Inventare, progettare un’opera originale che tragga spunto dall’opera di John Cage e
possa essere eseguita all’aperto. Con questa consegna, ho costruito una installazione
musicale all’aperto, inserita nel progetto ‘Va’ vecchio John’.

D i John Cage avevo studiato e apprezzato soprat-


tutto l’opera per strumenti a percussione e per pia-
in cui Cage mette in luce come le nostre esperienze,
recepite tutte insieme, vanno oltre la nostra com-
prensione.
noforte. La richiesta della Filarmonica mi ha fatto, Sono partito da una attenta riflessione su quel testo,
invece, approfondire altri aspetti della sua produ- che ha portato alla installazione musicale che ho in-
zione che mi hanno fatto imbattere in ‘Where are titolato ‘Sono tutti confusi, non c’è nessuno oggi che
we going? And what are we doing?’ (‘Dove stiamo non sia confuso’.
andando? E cosa stiamo facendo?’) del 1961: Il testo di Cage, strutturato in quattro conferenze “si-
un’opera non strettamente ‘musicale’ all’apparenza, multanee”, tende ad esplorare il rapporto fra natura

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INSTALLAZIONI
e scienza, fra arte e società attraverso il racconto di esiti musicali con il proprio corpo e i propri sposta-
episodi della sua vita e delle proprie abitudini; rifles- menti.
sioni sull’arte, sugli spazi dedicati alla musica con- Uno spazio circolare delimitato da alberi di alloro è
temporanea; equivoche domande impersonali che stata l’originale location in cui proiettori di suono
mostrano l’ecletticità e la complessità dell’uomo e del Centro Ricerche Musicali (CRM) di Roma, e luci
del compositore. L’intento del lavoro è chiaramente hanno sollecitato il pubblico ad ascoltare suoni e
dichiarato già nella sua introduzione: “Eccoci qua. parole e ad interagire non come spettatore ma
Diciamo di sì alla nostra comune presenza nel Caos”. come presenza interattiva con l’opera e con la rifles-
E il caos, la confusione nella quale siamo tutti im- sione del compositore. Di più: i singoli hanno avuto
mersi, viene richiamata (con una citazione) nel titolo la possibilità di organizzare la “propria” opera, sce-
del mio lavoro. A partire dal testo ho cercato una gliendo dalle sue infinite possibilità. L’insieme so-
voce che potesse dare una lettura “reale” delle quat- noro, anche nelle sue parti apparentemente più
tro conferenze, lontana da interpretazioni attoriali o semplici, può infatti essere scomposto in molti ele-
accademiche. Mi interessava che dall’opera uscisse menti. L’ascoltatore sceglie a quale livello di scala
anche il lato umano e così caratterizzante del com- portare la propria attenzione e quale porzione di
positore: la sua saggia giocosità e la sua pratica iro- spazio dell’installazione occupare, cosciente di in-
nia. Ho registrato le conferenze in italiano, le ho fluire sugli esiti del tutto. Si compie in questa ma-
ricomposte secondo le indicazioni di Cage. Parallela- niera il destino di questa opera: anche con le proprie
mente ho realizzato degli interventi sonori (da ma- scelte ‒ un passo avanti, una permanenza lunga o
teriale sia concreto che sintetizzato) e predisposto le breve, per esempio ‒ ognuno di noi risponde impli-
elaborazioni in tempo reale sui suoni stessi e sulle citamente alle domande: “Dove stiamo andando? E
conferenze, seguendo le indicazioni della partitura che cosa stiamo facendo?”.@
WBAI, prescritta dall’autore per la perfomance “dal
vivo”. Ho in questa maniera tentato di creare uno
scambio in cui Cage autore, il fruitore ed io compo-
sitore agissimo su un piano di collaborazione, in un
rapporto quasi alla pari in cui nessuno dei tre do-
vesse subire in maniera passiva l’intervento dell’al-
tro.
‘Sono tutti confusi, non c’è nessuno oggi che non sia
confuso’ ha offerto al pubblico la possibilità di inte-
ragire con l’ambiente sonoro, influenzandone gli

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Fogli d’Album

APRéS LISSnER

I l dopo Lissner comincia a preoccupare tutti, dai


milanesi al sindaco Pisapia al mondo imprendito-
tare alla Scala finalmente un banchiere, che si spera
pronto ad aprire i suoi forzieri per amore della mu-
sica, ed una giovane imprenditrice culturale, già alla
Scala sotto Fontana, ma che per la sua giovane età
riale che ambisce – unico caso in Italia – sedere nel
potrebbe reggere la Scala per i prossimi cento anni,
salotto buono della Scala.
evitando a Milano ed alla Scala i reiterati problemi
Pisapia - si è saputo - ha telefonato ad Alemanno
di successione; anche fino al ritorno di Lissner, dopo
per contrattare la cessione del trio d’assi Muti -De
l’esperienza parigina. A loro potrebbe affiancarsi
Martino -Vlad. E , lo si è saputo anche, la risposta di
Enzo Restagno che, finalmente, siederebbe come
Alemanno è stata negativa su tutto il fronte. Arran-
direttore artistico sulla poltrona dorata del più rino-
giati, sembra gli abbia detto il sindaco di Roma.
mato teatro italiano, mentre fino ad ora si è dovuto
Nel frattempo sono cominciati i pronostici sul fu-
accontentare di fare il pendolare fra Torino e Milano
turo della Scala che si vorrebbe internazionale come
e di occuparsi di tutto, fuorchè di melodramma. C’è
negli anni di Lissner, ma più identitaria degli anni di
sempre una
Lissner, e magari
prima volta.
mantenendo la
In tutte queste
stessa pace so-
soluzioni, ed
ciale all’interno di
anche in altre
orchestra e mae-
possibili al mo-
stranze.
mento solo ven-
Perché fosse a
tilate ma non
tutti chiaro che la
ancora chiarite e
successione era
dichiarate, reste-
un vero gratta-
rebbe scoperta la
capo è scesa in
casella del diret-
campo anche Na-
tore stabile o
talia Aspesi, su Re-
musicale del tea-
pubblica. Lei
tro, per la quale
terrebbe Lissner
esiste già una
anche in compro-
lista di nomi: a
prietà con Parigi,
cominciare da Chailly, Gatti, Luisi, per finire a Pap-
ma questo lo vieta lo statuto europeo dei sovrinten-
pano che, nel 2015, sarebbe libero finalmente da
denti. L’uscita di Lissner crea un doppio problema,
Santa Cecilia, e dal Covent Garden, lasciato ancor
perché lui ha avuto il doppio ruolo di sovrinten-
prima, e dunque finalmente nella possibilità di sce-
dente e direttore artistico, seppure affiancato da un
gliere dove accasarsi per gli anni futuri. L’arrivo di
direttore, prima scaligero e poi musicale, e da una
Pappano a Milano, compenserebbe il ritorno a casa
segreteria ( coordinatore, per l’esattezza) artistica.
di Barenboim, stanco di tenergli il posto in caldo
La coppia che nessuno vuole a Milano, è quella for-
per tutti questi anni, fino al compimento dell’età
mata del ministro Ornaghi, che anche alla Scala fa-
‘scaligera’ del suo ex allievo. @
rebbe il Sovrintendente ombra, e del suo
prestigiatore Nastasi. Nessuno dei due, è stato detto
chiaro e tondo, appena candidata la coppia di aspi-
ranti /pretendenti.
E’ stata ventilata un’altra soluzione. Non si capisce
bene se questa potrebbe soddisfare in un sol colpo i
cosiddetti poteri ‘deboli’ milanesi e poteri ‘forti’ scali-
geri. Si tratterebbe di un ‘MiTo’ bis, che vedrebbe alla
Scala la coppia Francesco Micheli e Francesca Co-
lombo, in affanno quest’ultima al timone del Mag-
gio fiorentino. Questa coppia, oltre a vantare un
lungo affiatamento, ha il duplice vantaggio di ripor-

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INVENZIONI

Un pianista ed un organaro insieme hanno progettato un nuovo piano–pédalier

PInCHI PEDALPIAnO SySTEM


di Roberto Prosseda

Per ovviare alle evidenti difficoltà di trasporto e spostamento del primo doppio stru-
mento, costruito in Italia da Borgato, il nuovo sistema prevede la sua applicabilità a
qualunque strumento e può essere distrubuito sul mercato a prezzi contenuti

A poco più di un anno dall’inizio della mia nuova


avventura musicale con il piano-pédalier, ho avuto
tro Olimpico di Vicenza (il mio debutto in recital al
piano-pédalier), rischiava di saltare a causa dell’indi-
sponibilità del Doppio Borgato per quello specifico
modo di sperimentare alcuni limiti logistici che ri- evento.
schiavano di ostacolare una diffusione internazio- A seguito di queste considerazioni, e grazie al sug-
nale dello strumento e del suo repertorio. Del resto, gerimento di alcuni colleghi organisti (in particolare
già nei primi decenni del Novecento il piano-péda- il “claviorganista” Claudio Brizi), all’inizio dello scorso
lier si era praticamente estinto proprio a causa della marzo ho dato incarico alla ditta organaria Ars Or-
sua difficile trasportabilità e della scarsa conve- gani – Fratelli Pinchi di costruire una pedaliera “pas-
nienza, per le fabbriche di pianoforti, di realizzare spartout”, ossia in grado di collegarsi ad ogni tipo di
uno strumento troppo pianoforte a coda, così
poco vendibile per una da poter ottenere un
produzione a vasta scala. piano-pédalier in qual-
Per i miei primi concerti siasi teatro del mondo.
in Italia nel 2011 mi sono Ha così avuto origine il
avvalso, noleggiandolo, “Pinchi Pedalpiano Sy-
dell’unico modello mo- stem”, progettato da
derno di piano-pédalier, Claudio Pinchi e realiz-
il Doppio Borgato: un zato a tempo di record,
oggetto di alto pregio, tanto da essere stato
disponibile in un unico inaugurato, dopo un test
esemplare, in vendita (su di alcuni giorni presso la
ordinazione) al prezzo di fabbrica Fazioli Piano-
listino di 315.900 euro, forti, nel concerto dello
del peso totale di oltre scorso 27 aprile al Teatro
1.200 Kg. Con l’arrivo dei Comunale di Pordenone
primi inviti dall’estero, con i Berliner Symphoni-
però, mi sono ben presto ker, abbinato a due pia-
reso conto che non era noforti Fazioli: un
possibile integrare il mio modello 278 per il piano-
calendario di concerti fu- forte superiore e un 228
turi con piano-pédalier per la pedaliera. Pochi
(anche in America e Asia) giorni dopo, il 6 maggio,
con gli oggettivi limiti di ho utilizzato il Pinchi Pe-
trasporto e di disponibi- dalpiano System per il
lità di uno strumento concerto alla Philharmo-
così particolare ed esclu- nie di Berlino con due
sivo: tanto che anche un pianoforti Bechstein
concerto in Italia, quello gran coda, verificando
del 4 giugno 2012 al Tea- quindi la completa com-

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INVENZIONI
patibilità del sistema con diverse marche di piano- triplicare) all'ottava e alla quindicesima ogni nota
forti. singola suonata con la pedaliera, con effetti timbrici
Al di là degli oggettivi vantaggi pratici, vale la pena inusitati e sfruttabili dai compositori contempora-
sottolineare che la nuova pedaliera Pinchi è uno nei. Del resto il raddoppio all'ottava bassa o alta è
strumento di concezione modernissima, realizzato in già prescritto nelle partiture per piano-pédalier di
fibra di carbonio con macchinari ad alta precisione a Alkan, tanto che il piano-pédalier Erard appartenuto
controllo numerico computerizzato. Non si tratta di ad Alkan, tuttora conservato presso la Cité de la Mu-
una mera replica dei sistemi di piano-pédalier otto- sique di Parigi, ha già questa funzione. Alkan, di cui
centeschi – già la Boesendorfer nel 1874 costruiva nel 2013 cade il 200mo anniversario della nascita, è
un piano-pédalier con due pianoforti a coda sovrap- il più prolifico e innovativo autore di musiche per
posti e con pedaliera di circa tre ottave di esten- piano-pédalier.
sione. Presenta, infatti, varie funzioni innovative, che 3. Avere un pedale di risonanza a tre posizioni. La
mirano a espandere il concetto di ‘pedalpiano’, a pedaliera ha un pedale di ottone posto alla destra
farne uno strumento ancor più versatile e stimolante dei tre pedali del pianoforte superiore, che controlla
per chi lo suona, per chi lo ascolta e anche per i com- gli smorzatori dei due pianoforti. Nella posizione di
positori che intendano scrivere nuova musica per destra lascia sempre alzati gli smorzatori del piano-
piano-pédalier. Le principali innovazioni della Peda- forte inferiore; nella posizione di centro agisce come
liera Pinchi sono: un normale pedale di risonanza per il solo piano-
1. La possibilità di funzionare con qualsiasi piano- forte inferiore; nella posizione di sinistra controlla
forte a coda (anche mezza coda o un quarto di congiuntamente gli smorzatori di entrambi i piano-
coda). Il meccanismo, infatti, agisce direttamente forti. Il passaggio da una posizione all'altra è imme-
sulla tastiera esterna del pianoforte, proprio come diato e più essere effettuato durante un'esecuzione,
fanno le dita di un pianista. Le dimensioni e il peso così da gestire al meglio le risonanze di entrambi i
contenuto (meno di un pianoforte verticale) consen- pianoforti.
tono un agevole trasporto anche in aereo, per realiz- Il Pinchi Pedalpiano System sarà presto in vendita,
zare tour concertistici con piano-pédalier anche in permettendo a organisti, Conservatori, Scuole e Tea-
altri continenti a costi ragionevoli. L'assemblaggio tri che già dispongono di due pianoforti a coda o
con i due pianoforti avviene in circa mezz’ora. Il pia- mezza coda di ottenere un piano-pédalier ad un
noforte inferiore, a cui vengono tolte le gambe, costo analogo a quello di un buon pianoforte verti-
viene poggiato sulla base della pedaliera stessa, e la cale. Ciò potrà, auspicabilmente, consentire la diffu-
sua gamba posteriore viene rimpiazzata da una sione internazionale del piano-pédalier, finora
gamba più corta. Il pianoforte superiore viene pog- ostacolata proprio dai problemi logistici di costru-
giato con le sue gambe anteriori sulla base della pe- zione e trasporto dello strumento: se ne lamentava
daliera, e la sua gamba posteriore è sostituita da una già il padre di Mozart, a proposito delle difficoltà di
gamba a ponte di altezza adeguata. Ciò consente un spostamento del piano-pédalier di Anton Walter che
agevole e rapido montaggio e smontaggio del si- Wolfgang portava con sé per i suoi concerti negli ul-
stema attraverso lo scorrimento su ruote. La possibi- timi anni della sua vita. Del resto, l’idea di un piano-
lità di agire con pianoforti diversi amplifica la forte “aumentato” già stuzzicava la creatività del
gamma timbrica, ad esempio se il pianoforte infe- Salisburghese, che suonò in prima esecuzione il suo
riore ha un suono ben diverso dall'altro. E' anche Concerto K 466 proprio con il suo piano-pédalier, e
possibile adattare il Pinchi Pedalpiano System per per Robert Schumann il piano-pédalier era “il piano-
l’uso con pianoforti storici (Erard, Pleyel, Graf, etc). forte del futuro”. Oggi, dunque, nell’era della “realtà
2. Disporre di tre registri indipendenti di 16 piedi, 8 aumentata”, viene quasi spontaneo pensare ad una
piedi, 4 piedi e di un’estensione di 5 ottave. I tre regi- versione elettroacustica del piano-pédalier, in cui
stri sono azionati da tre rispettivi pedali di ottone, suoni sintetici ottenuti con una pedaliera elettronica
posti a sinistra dei tre pedali del pianoforte supe- mediante la tecnologia del motion-capture si pos-
riore. In base al registro usato, cambia l'estensione sano integrare con le sonorità acustiche del piano-
della pedaliera: il 16’ usa forte tradizionale. E
le tre ottave più gravi del chissà che proprio il
pianoforte; l'8’ suona fino piano-pédalier, già
al la 440, il 4’ ancora dato per estinto, non
un'ottava più su, consen- possa essere veicolo di
tendo di raggiungere una nuova concezione
un'estensione di ben 5 ot- del pianoforte, come
tave. La possibilità di cu- strumento sempre più
mulare i registri consente attuale e proiettato
di raddoppiare (o anche verso il futuro?@

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Fogli d’Album

ALLEVI. ALBA O TRAMOnTO?

“T
“ ranquilli.
L’onorificenza di
ganizzatori geno-
vesi conoscono la
differenza fra pia-
Cavaliere della Re- noforte e violino?
pubblica a Gio- Intanto ai futuri
vanni Allevi, gli è partecipanti al
stata data per rin- Concorso geno-
graziarlo di non vese vorremmo
aver fatto dischi suggerire una pro-
negli ultimi due testa clamorosa: il
anni; gliela ritire- rifiuto in massa di
ranno nel mo- eseguire quel
mento stesso in brano!
cui si azzardasse a Nella schiera di
pubblicare un falsi estimatori,
nuovo album", si detrattori di fatto,
legge in rete. Ed è sono finiti anche il
giunto il mo- presidente Schi-
mento. Il diretto fani - ma non c’è
interessato, in una da meravigliarsi,
intervista, ha spie- nel suo caso - ed
gato le ragioni di anche l’ex sovrin-
quel silenzio, da non mettere – naturalmente - in re- tendente napole-
lazione con l’onorificenza. Ha confessato Allevi che tano Canessa ( consulente per la musica del Senato
è stato il giudizio negativo espresso nei suoi con- della Repubblica, nel qual caso la meraviglia è d’ob-
fronti da un noto musicista( Uto Ughi ndr.), a ‘ca- bligo) che lo chiamarono a dirigere un concerto per
strarlo’ artisticamente, bloccandone l’attività di il Senato della Repubblica. Volevano dimostrare che
compositore - classico/contemporaneo, come si au- le più alte Istituzioni dello Stato erano attente ai gio-
todefinisce - per un lungo periodo. Verrebbe da dire vani. Peccato che abbiano sbagliato valutazione e
non abbastanza lungo! persona. Perché, mentre è abbastanza normale che
Chi lo ha scritto quel giudizio, affidandolo alla rete, Schifani, presidente del Senato di un paese come
appartiene alla schiera dei ‘detrattori’ di Allevi, l’Italia, non sappia cosa sia la musica, vien da pensare
schiera nutrita quanto quella dei suoi ‘ammiratori’. che Canessa, col passare degli anni, la musica se la
Dalla quale, però, alcuni sono passati, con le loro av- sia dimenticata, nonostante da secoli faccia il critico
venturose azioni, di fatto, nella schiera opposta, dei musicale e, per diverse stagioni, sia stato a capo del
detrattori. Teatro San Carlo di Napoli.
Da ammiratori in detrattori si sono trasformati co- Come fa meravigliare anche il caso di uno storico del
loro i quali l’hanno laureato all’Università di Mace- pianoforte, Piero Rattalino, che ha scritto in difesa di
rata, il cui rettore fa di nome Lacchè - se abbiamo Allevi: se fosse stato nella sua classe al Conservatorio
letto bene; ma anche gli organizzatori del famoso di Milano, dove Rattalino insegnava, probabilmente
Concorso ‘Paganini’ di Genova che hanno sospeso lo avrebbe espulso, per scarso rendimento – ed
per un anno la svolgimento del concorso per atten- anche perché allora non era famoso; adesso, invece,
dere ad un suo rilancio, commissionando ad Allevi - che è famoso, ne scrive il panegirico. Inutile, oltre che
che ovviamente ha bisogno di tempo per scriverlo, dannoso, perché la stella di Allevi ha già passato
non si direbbe! - un brano per violino e orchestra l’apice del suo cammino e volge al tramonto. Come
che dovrebbe diventare pezzo d’obbligo della era abbastanza facile ipotizzare, data l’inconsistenza
nuova edizione del Paganini. Come si fa a doman- ‘musicale’ del riccioluto Giovanni Allevi,
dare ad uno che scrive musica ‘dubbia’ per piano- pianista/compositore classico/contemporaneo.@
forte, uno strumento che dovrebbe conoscere, un
pezzo per violino, che non conosce, e orchestra ap-
pena uscito in disco, dal titolo ‘Sunrise’, Alba? Gli or-

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Convegno al Casella

Musicoterapia allo studio


di Adriana De Serio
Un convegno organizzato dal Conservatorio aquilano ha fatto il punto sulla musicote-
rapia in Italia ed Europa, facendo emergere problemi e risultati pratici raggiunti

A l Conservatorio di Musica “A. Casella” di L’Aquila


che dal 2005 ha attivato un corso accademico di Di-
Belgio)con la sua interessante relazione “To play or
not to play? The phenomenon of sensorial play and
possible music therapeutic interventions”, ha sotto-
ploma Biennale di Specializzazione in Musicoterapia, lineato l’importanza dell’improvvisazione musicale
in collaborazione con la Facoltà di Medicina (Corso (to play: giocare/suonare) in musicoterapia, com-
di Specializzazione in Psichiatria) dell’Università prendendovi anche l’uso del silenzio, post-riso-
degli Studi di L’Aquila, quale esperienza pilota in Ita- nanza, ascolto terapeutico, reazione terapeutica,
lia, ha recentemente organizzato il Convegno “La provocazione terapeutica, mentalizzazione. Sulla “fi-
Musicoterapia in Italia e in Europa. Esperienze clini- sica del suono” ha proposto originali e poetiche opi-
che e riflessioni”, in cooperazione con l’Associazione nioni Maurizio Grandi, medico immunologo e
Italiana Professionisti della Musicoterapia (A.I.M.) e oncologo clinico. Elena De Rosa (psicoterapeuta e
con il prezioso apporto del Comitato scientifico e or- musicoterapeuta, Dirigente A.S.L. Napoli 1) ha trat-
ganizzativo - costituito dal Direttore M.° Carioti e dai tato il tema “Dal trauma alla storia. Musicoterapia
musicoterapeuti Paola Abrescia, Claudio Bonanomi, applicata in contesti scolastici e salute mentale”.
Stefania Gianni (coordinatrice del Biennio di Specia- Negli interventi delle musicoterapeute Marinella
lizzazione in Musicoterapia), Emerenziana D’Ulisse, Maggiori, Elide Scarlata, Iolanda Benedetti, Anto-
e Ferdinando Suvini (Presidente A.I.M.), il quale ha nella Zenga, Marina Mariani, le problematiche ine-
affrontato, nella sua relazione d’apertura, l’annosa renti l’applicazione della musicoterapia nella pratica
questione del riconoscimento giuridico della profes- individuale e di gruppo, nell’autismo, nei nidi e nella
sione di musicoterapeuta in Italia e in Europa, con ri- scuola dell’infanzia. Con una tavola rotonda coordi-
ferimento, altresì, alla Confederazione Europea nata da Emerenziana D’Ulisse e dal prof. Massimo
Associazioni di Musicoterapia (E.M.T.C.) e al relativo Casacchia (Corso di Specializzazione in Psichiatria,
Registro Europeo di Musicoterapia. Università di L’Aquila), si è conclusa la prima sessione
Jos De Backer (Direttore Lemmen Institut, Leuven, del Convegno, dedicata a “La pratica clinica in età

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Musicoterapia

evolutiva”. tardo (Sara Tilli, docente di musicoterapia, Scuola


Il secondo giorno del Convegno si è articolato in tre “Oltre”, Roma), alla sclerosi multipla, con un approc-
sessioni, chairman Ferdinando Suvini. Per la ses- cio di gruppo basato sull’immaginario guidato e mu-
sione “La formazione in Musicoterapia al Conserva- sica-GIM (Barbara Zanchi, psicologa,
torio”, hanno parlato Beatrice Gargano e Stefania musicoterapeuta, Presidente MusicSpace, associate
Gianni, ma anche dei diplomati in Musicoterapia lecturer West of England University, Bristol).
presso il Conservatorio aquilano, che hanno presen- Nella quarta e ultima sessione “La pratica clinica in
tato i risultati della propria esperienza musicotera- altri contesti” si sono ascoltate le relazioni di Maria-
peutica in alcuni paesi europei: Adriana De Serio grazia Baroni (“Musicoterapia e cure palliative”) e di
(“Musicoterapia in terapia intensiva neonatale”, in ri- Ferdinando Suvini (“La Musicoterapia nei gruppi di
ferimento all’attività clinica di musicoterapia svolta elaborazione del lutto”).
presso l’Ospedale Regionale di Liepaja, in Lettonia), Il convegno si è concluso con una tavola rotonda co-
Marta Giacobbi e Luana Milani (“La musicoterapia al ordinata da Suvini e Stefano Necozione (Ordinario di
Centro Don Orione di Voluntari, Bucarest”), Anto- Igiene e Medicina Preventiva, Università di L’Aquila;
nello Moroni e Marzia Zingarelli (“Percorso formativo Docente Corso di Specializzazione in Musicoterapia,
ed esperienze di Musicoterapia al Lemmeninstitut”), Conservatorio di L’Aquila).
Maria Elena Vitale (“La Musicoterapia come espe- Una mostra di strumenti etnici e un laboratorio stru-
rienza dell’anima”). mentale a cura di Barbara Filippi, docente nel Con-
Nella sessione “La pratica clinica con adulti” gli inter- servatorio aquilano ed autrice del volume “L’Altra
venti hanno riguardato la musicoterapia in relazione Orchestra. Gli strumenti musicali dei popoli”, edizioni
alle gravi cerebrolesioni acquisite (Rita Meschini, Progetti Sonori, 2012, è stata allestita per le due
musicoterapeuta c/o Istituto “S. Stefano”, Porto Po- giornate del convegno.
tenza Picena), alla grave disabilità (Stefano Navone, Solisti e gruppi musicali del Conservatorio hanno of-
musicoterapeuta, rappresentante Italia E.M.T.C.), al ferto liete note alle impegnative discussioni.
gruppo di pazienti in età evolutiva affetti da grave ri-

Abbiamo intervistato uno dei più noti relatori al convegno aquilano: De Backer

Prima la musica, poi la terapia

Direttore del Corso di Formazione-Master in Musico-


terapia e professore di Musicoterapia nel Lemmenin-
stituut di Leuven, in Belgio, Direttore del
Dipartimento di Musicoterapia del Centro Psichia-
trico Universitario di Kortenberg (ove opera, altresì,
quale musicoterapeuta nel trattamento di giovani
pazienti psicotici) - Jos De Backer ha conosciuto la
musica in famiglia dal padre organista e professore
di musica nelle scuole. Suona pianoforte, violino, chi-
tarra, fisarmonica, percussioni, e organo ( in passato,
ha anche accompagnato i riti liturgici); e la musico-
terapia è la sua “passione oltre che la professione che
ama, da 25 anni”.
De Backer ha ricoperto, per oltre un decennio, presti-
giosi incarichi internazionali nella Confederazione
Europea di Musicoterapia (EMTC), dapprima in qua-
lità di vicepresidente, e poi di presidente. L’EMTC,
fondata nel 1990, promuove lo sviluppo della pratica
professionale musicoterapeutica e istituisce colla-
borazioni e di scambi fra musicoterapeuti in Europa,
è, in realtà, una confederazione di associazioni di
musicoterapia di 25 Paesi Europei, ognuno dei quali

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Musicoterapia

è rappresentato da un singolo musicoterapeuta. cazioni. “I corsi di musicoterapia devono essere fi-


L’EMTC ha poi strutturato l’European Music Therapy nanziati dallo Stato. Così deve essere! Lo Stato paga i
Register (EMTR), al fine di garantire elevati standards progetti di ricerca selezionati da apposite commis-
e livelli di qualificazione nel conseguimento dei titoli sioni e senza favortismi di sorta, sulla base della loro
professionali previsti, rispettivamente, dai due corsi valenza scientifica, da apposite commissioni, senza
accademici di musicoterapia (Bachelor, BA; Master, favoritismi di sorta!”
MA) attivi presso le Università europee. In riferimento agli ambiti clinici in cui i trattamenti
Al momento esistono 60 corsi in Europa, ma solo 30 musicoterapeutici registrano i migliori risultati,
sono accreditati quali MA, e 11 quali BA. Nell’Univer- spiega: “La musicoterapia lavora meglio in psichia-
sità di Leuven esiste sia il percorso triennale di lau- tria, handicap mentale, disabilità plurima, geriatria,
rea, sia il Master biennale di musicoterapia, con demenza, autismo. Progetti in via di sviluppo in anni
percorsi formativi molto ricchi (tra l’altro, è previsto più recenti riguardano invece la musica in medicina,
lo studio di più di uno strumento musicale. nella cura del dolore, nella sclerosi multipla, nello
De Backer ci dice che i centri specialistici all’avan- stress, nel trauma, nella depressione, e nella de-
guardia in Europa sono senz’altro quelli dei Paesi del menza, che oggi assume grande importanza per
Nord. Tuttavia, sottolinea che la professione del mu- l’ampliarsi del numero dei pazienti affetti da tale pa-
sicoterapeuta gode di un riconoscimento giuridico tologia.” Se la musica, poi, influisca sullo sviluppo
in ben pochi Paesi europei; in alcuni, come il Belgio, delle capacità cognitive, De Backer risponde che, se
non è riconosciuta dal governo, anche se musicote- è vero che il famoso “effetto Mozart” si è verificato
rapeuti vengono regolarmente assunti da cliniche e solo in un caso, e non si è più replicato, è comunque
ospedali (nel Centro Psichiatrico Universitario di Kor- scientificamente assodato che “capacità motorie e
tenberg operano sette musicoterapeuti in organico), cognitive vengono stimolate dalla musica”, e che
ed esistono corsi di musicoterapia nell’Università, o “quando si suona è importante l’aspetto emozio-
in Conservatorio, o in collaborazione fra Conservato- nale”. Con il suo accattivante sorriso De Backer con-
rio e Università. Meglio l’Università o il Conservato- clude: “La passione per la musica sollecita la
rio per la formazione? “Preferisco il corso di curiosità degli uomini di credere nel suono. Suono
musicoterapia in Conservatorio, poiché la musica è gli strumenti musicali con la gioia di suonare anche
importante”. Chiediamo a De Backer se ritiene che i per me stesso e per amore verso la musicoterapia.
corsi sia preferibile vengano gestiti esclusivamente La musicoterapia è per chiunque, è aperta a tutti, e
dal settore pubblico (Stato, Enti locali e autonomie contribuisce a rendere migliore e più interessante la
territoriali), o sia positivo affidarli anche a privati (sin- vita. Per me è una passione, anzi, è ancora di più, ‘it’s
goli individui, Istituzioni, che, per ragioni personali, my way of life’, è il mio modo di vivere, il mio sen-
finanziano la ricerca in musicoterapia e le sue appli- tiero della vita”.(.A.D.S) @

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RISCOPERTE

Le cantate di Porpora e Metastasio

IL nOME, IL SOGnO:
BELLEZZA PURA
di Maria Laura Martorana

E’ uscito di recente un nuovo CD ( Brilliant Classics) con cinque Cantate di Nicola Anto-
nio Porpora, per soprano - quattro in prima registrazione mondiale - interpretate da
Maria Laura Martorana e dai Virtuosi Italiani-Baroque Academy; due su testi di Pietro
Metastasio. Il CD, che recensiamo su questo numero, rappresenta la prima tappa di un pro-
getto della cantante che curerà la pubblicazione dell’integrale delle cantate di Porpora.

bondanti copie manoscritte nelle varie biblioteche,


quasi tutte recanti nel frontespizio la dicitura “All'/

S tando alle cantate fino ad oggi rinvenute nelle


collezioni di manoscritti delle biblioteche musicali
ALTEZZA REALE / di / FREDERICO PRENCIPE REALE di
VALLIA e PRENCIPE ELETTORALE di HANOUER / delle
Scienze e de le bell'Arti / Amatore Possessore e PRO-
pubbliche e private italiane, inglesi, tedesche e ame- TETTORE munificentissimo / Queste nuovamente
ricane, il computo di quelle di Porpora (1686-1768) è Composte Opre di Musica Vocale / Favorito Sollievo
di 134, per lo più per soprano e alto, con accompa- delle gravi Occupazioni- Dal suo dilicato Gusto / per
gnamento di basso continuo; meno di 10 cantate Loro pregio approvate e / Dalla sua Regale Cle-
sono sostenute da un piccolo organico orchestrale, a menza Gradite / Di Gratitudine e d'Ossequio in per-
volte anche con l’interessante aggiunta del flauto. petuo Monumento / dedica / L'umilissimo
Dei cantanti non si sa molto, anche se dai testi e devotissimo et Obbligatissimo Servo / nicolò por-
dalla scrittura vocale si può dedurre che furono cer- pora / LONDRA nel MDCCXXXV”
tamente donne e castrati a leggere le due chiavi di Oltre alle 12 presenti nella raccolta londinese, Por-
soprano e di alto, indicate in partitura dal composi- pora mise in musica un’altra cantata di Metastasio,
tore. 'La gelosia', nelle due versioni del poeta, con accom-
Metastasio (1698-1782), nell’arco della sua vita, pagnamento di archi.
scrisse 34 cantate, alcune delle quali riprese e variate Tutte le cantate composte da Nicola Porpora su
in più versioni recanti il medesimo titolo, dalla data- testo di Metastasio risultano cariche di una linea
zione incerta. Alcune sarebbero da mettere in rela- musicale di rara e semplice bellezza, come risulta
zione ai rapporti intercorsi con Marianna Benti dall’ascolto delle cantate 'Il sogno' e 'Il nome' - in
Bulgarelli e che, quindi, sarebbero state scritte negli prima registrazione mondiale - nelle quali il soste-
anni 1724-1728. Sulla stesura delle cantate non fornì gno elegante del basso continuo esalta la purezza
ragguagli più precisi neanche lo stesso poeta, che si del disegno musicale che si intreccia con l’essenzia-
limitò a far anteporre all'edizione Herissant la se- lità poetica del testo. Queste cantate, all’apparenza
guente avvertenza: "Tutto quello che ha potuto ram- relativamente semplici, sono ricchissime di elementi
mentarsi l’autore intorno alle seguenti cantate, si è drammaturgici, operistici, capolavori di stile e di
di averle egli stesso scritte quasi tutte in Vienna". Il grande espressività artistica, che esaltano le capa-
che non aiuta molto per la loro datazione, poiché il cità espressive dei due autori, amici nella vita e
Metastasio si trasferì a Vienna nel 1729 come 'poeta compagni d’arte.
di corte', subentrando ad Apostolo Zeno, e lì visse 'Il sogno' si apre con un’aria in la maggiore dall’an-
fino alla fine dei suoi giorni, nel 1782. damento 'sonnambulesco', lento ed avvolgente, nel
Delle 34 cantate di Metastasio, 12 furono stampate quale si respira la pace serafica che accompagna il
a Londra nel 1735, in un’edizione in cui appare solo il subito risveglio dalle immagini oppiacee di piacere
nome del musicista, Niccolò Porpora, ma non quello consolatorio che solo il sogno sa dare. La struttura
del poeta, e sono quelle che oggi rinveniamo in ab- strofica allinea i versi ottonari piani frammisti a tron-

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chi, ripar- terne, il sesto


titi in due con il settimo,
strofette di l’ottavo con il
tre versi nono hanno
ciascuna, rime baciate e
di cui il infine il
primo con quinto con il
il secondo decimo ri-
ed il mano fra loro.
quarto con Il testo di
il quinto quest’aria
hanno sarà nei secoli
rima ba- a seguire
ciata, men- fonte di ispi-
tre i due razione per
versi tronchi rimano fra di loro. Dal silenzio delle ul- altri musicisti quali Giovanni Davide Apell e Bonifa-
time note dell’aria, scaturisce il bellissimo recitativo zio Ansioli, nonché per Beethoven, che nei suoi 'Ita-
'accompagnato', ricco di forme musicali che descri- lienische Gesänge', assieme ad altre cantate del
vono le tante emozioni vissute. Incredulità, dolcezza poeta (La gelosia, La pesca), musicò per terzetto le
di ricordo, speranza vera dal sapore monteverdiano, quartine della seconda aria “Per te d’amico Aprile”.
sorpresa, imbarazzo, risentimento, dispiacere del ri- L’aria, nella parte B, parla di Filomena, ovvero l’usi-
sveglio, il tutto accompagnato e descritto da ricche gnolo, trasformata in uccello dagli dei poiché per
onomatopee musicali. Nella seconda aria, sempre in vendicarsi del cognato Tereo, che le aveva usato vio-
la maggiore, si opera il distacco dal sogno appena lenza, gli fece mangiare, con la complicità della so-
fatto; la prima strofa consta di due settenari tronchi a rella Procne, le carni del figlio Iti. Questo tema fu
rima baciata dal ritmo ternario altalenante e cullante, caro a tanti poeti dell’antichità; Aristofane in partico-
di due settenari piani pure a rima baciata e di uno lare ne fece il punto cardine della sua commedia “Gli
tronco. La seconda strofa consta di tre settenari piani uccelli”. Nel XX secolo Walter Braunfels ripercorre
(rimanti fra loro il primo con il terzo, libero il se- nuovamente il mito di Filomena nella sua opera “Die
condo) e da uno tronco, che rima con il verso tronco Vögel” nella quale chi scrive ha avuto il piacere di in-
della strofa precedente. terpretare l’intenso ruolo dell’usignola. La simbiosi
Anche la cantata “Il nome” inizia con un’aria, in sol con questo mito ci ha fatto suggerire al liutista di
maggiore, che procede con placido andamento, ' suonare nella parte B la chitarra barocca, con accenti
adagio sostenuto', a sottolineare la tranquilla insi- strattonati a rappresentare l’anima profondamente
stenza del sentimento dell’innamorato, che incide il provata ed ormai folle di Filomena.
nome dell’amata sul vivo legno dell’alloro, in memo- Circa la datazione di queste due cantate, una lettera
ria della fanciulla Dafne, amata da Febo Apollo (qui dell’avv. Saverio Mattei, datata 30 maggio 1784, ri-
chiamato 'Sol'), che secondo la leggenda fu trasfor- porta l’informazione che Porpora musicò le cantate
mata in alloro. Ottonari piani e tronchi costituiscono nello stesso tempo in cui il Metastasio le scriveva e
l’ossatura dell’aria, dei quali il secondo con il terzo, il migliorava. Forse vivevano nella stessa città? Sia Por-
sesto con il settimo hanno rime baciate, mentre il pora che Metastasio furono insieme a Napoli dal
quarto e l’ottavo rimano tra loro; liberi da rima o con 1719 al 21, e si ritrovarono a Venezia tra il 1725 e il
rima interna gli altri. Il recitativo successivo risuona 26. Poi Metastasio si trasferì definitivamente a
fin dalla prima battuta di una intensa napoletanità Vienna nel 1729, mentre Porpora andò a Londra nel
che Porpora non ha qui voluto nascondere, ed è per 1733. Ma se è vero ciò che il poeta stesso scrisse di
questo motivo che s'è ritenuto opportuno dare al sé (come riportato nell’edizione delle sue opere
liuto il piacere di una libera introduzione strumen- della vedova Herissant), queste due cantate potreb-
tale, chiedendogli in alcuni punti un suono 'mandoli- bero essere tra quelle composte a Vienna (non tutte
nato' che richiamasse le serenate napoletane furono infatti composte a Vienna, come disse il Me-
d’amore. Anche il recitativo è ricco di sfumature tastasio stesso). Non ci aiutano neanche le lettere
drammaturgiche che nulla hanno da invidiare al reci- del poeta al 'caro gemello' Farinelli, nelle quali non
tativo accompagnato di un’opera; i settenari piani si vengono citate affatto. Dunque per la loro data-
alternano agli endecasillabi, dando una varietà di ac- zione, sono più attendibili gli anni dal 1719 al1721,
centi che si presta al dispiegamento dei movimenti a Napoli (quando Metastasio e Porpora collabora-
emotivi. La seconda aria è composta di settenari sia rono sul versante operistico), e dal 1725 al 1726, a
tronchi che piani e di quinari, in cui il primo con il Venezia ( quando Metastasio compose altre canzo-
terzo, il secondo con il quarto verso hanno rime al- nette), oppure dal 1729 al 1735, a Vienna.@

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ANNIVERSARI

Cartelloni italiani a confronto

VERDI O WAGnER?

BARI - VERDI Macbeth (17-22/6)


- VERDI: Otello (19-29/1) - Inaugurazione Nuovo allestimento.
Nuovo allestimento. Direzione: Conlon. Regia: Vick. Interpreti: Salsi/Anto-
Direzione: Wilson. Regia: Nekrosius. Interpreti:Forbis, nucci, Spotti, Serjan/ Angeletti.
Di Giacomo, Sgura.
- VERDI: Rigoletto (31/5-10/6) GEnOVA
Nuovo allestimento - Progetto “Opera Nuova” - VERDI: Macbeth (19-27/1)
Direzione: Rizzari. Regia: Krief. Interpreti: Antonucci + Ricostruzione allestimento scenico: Benito Leonori.
Giovani cantanti. In coproduzione con la Fondazione Teatro Lirico G.
- VERDI: Falstaff (22-28/11) Verdi di Trieste e la Fondazione Pergolesi/Spontini di
Nuovo allestimento, in coproduzione con Fonda- Jesi.
zione Teatro di San Carlo di Napoli. Direzione: Battistoni. Regia: Brockhaus. Interpreti:
Direzione: Rustioni. Regia: Ronconi. Interpreti: De Gagnide/Vitelli, Gulegina/Caruso, Scandiuzzi/Ma-
Candia/Lepore, Rucinsky, Farnocchia. stroni.
- VERDI: Rigoletto (1-10/3)
BOLOGnA Direzione: Rizzari. Regia: Panerai. Interpreti: Ata-
- VERDI: Macbeth (5-12/2) nelli/Machaidze, Costa, Bezduz.
Nuovo allestimento. - VERDI: La Traviata (18-31/5)
Direzione: Abbado R. Regia: Wilson. Interpreti: So- Nuovo allestimento in coproduzione con l’ Opèra de
lari/Veccia, Zanellato/Cigni, Serjan/Pirozzi. Monte-carlo.
- WAGNER: Der fliegende Holländer (13-21/3) Direzione: Luisi/D’Espinosa. Regia:Grinda. Interpreti:
Direzione: Reck. Regia: Kokkos. Interpreti: Doss/Hall, Devia/Alberola, Meli/Ayan, Panerai/Servile.
Dal Monte, Gabler/Popovskaya.
- VERDI: Nabucco (19-27/19) MILAnO
Direzione: Mariotti. Regia: Oida. Interpreti: Frontali, - WAGNER: Lohengrin (7-27/12 + 4/12 ante-
Escobar, Kowaljow/Artamonov. prima giovani)
Nuovo allestimento.
CAGLIARI Direzione: Baremboim. Regia: Guth. Interpreti: Pape,
- VERDI: Nabucco (30/11-7/12) Kaufmann, Harteros.
Nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari in co- - VERDI: Falstaff (15/1-12/2)
produzione con l'Ente Concerti "Marialisa de Carolis" Nuovo allestimento in coproduzione con Royal
di Sassari. Opera House, Covent Garden e Canadian Opera
Direzione: Renzetti. Regia: Muscato. Interpreti: Company.
Conti/Inverardi, Liberatore/Iuliano, Denti/Simper. Direzione: Harding. Regia: Carsen. Interpreti: Mae-
stri/Terfel, Capitanucci/Cavalletti, Frittoli/Giannatta-
FIREnZE sio.
- WAGNER: Die Walk Walküre (Der Ring des - VERDI: Nabucco (1-20/2)
Nibelungen) (15-22/1) Direzione: Luisotti. Regia: Abbado. Interpreti:
Direzione: Mehta. Regia: Padrissa. Interpreti: Morris. Nucci/Maestri, Antonenko/Pretti; Kowaljow/Belosel-
Milling, Uusitalo. skiy.
- VERDI: Don Carlo (2-12/5) - WAGNER: Der fliegende Holländer (28/2-
Nuovo allestimento. 15/3)
Direzione Mehta. Regia: Ronconi. Interpreti: Belosel- Nuovo allestimento in coproduzione con Opernhaus
skij, Giordano, Viviani. di Zurigo e Den Norske Opera and Ballett, Oslo.
Direzione: Hartmut Haenchen. Regia: Andreas Ho-

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ANNIVERSARI
moki. Interpreti: Anger, Kampe, Vogt/König. Direzione: Ventura. Regia: Franconi Lee. Interpreti:
- VERDI: Macbeth (28/3-21/4) Prestia, Malagnini/Escobar, Piazzola.
Nuovo allestimento. - VERDI: Otello (10-15/3)
Direzione: Gergiev/D’Espinosa. Regia: Barberio Cor- Allestimento del Teatro Regio di Parma in coprodu-
setti. Interpreti: Vassallo/Bilyy, Kocàn/Sampetrean, zione con la Fondazione Teatro Comunale di Mo-
Garcìa/Melnychenko. dena e la Fondazione Teatri di Piacenza.
- VERDI: Oberto conte di San Bonifacio (17/4- Direzione: Barbacini. Regia: Maestrini. Interpreti: Be-
14/5) nedikt, Auyanet/Grigorian, Bocchino.
Nuovo allestimento. nAPOLI
Direzione: Frizza. Regia: Martone. Interpreti: Sartori, - VERDI: La traviata (5-15/12)
Ganassi, Agresta. In coproduzione con la Fondazione Lirico-Sinfonica
- WAGNER: Götterdämmerung (Der Ring des Petruzzelli di Bari.
Nibelungen) (18/5-7/6 e 22-29/6) Direzione: Mariotti. Regia: Ozpetek. Interpreti: Gian-
Nuovo allestimento in coproduzione con Staatsoper nattasio/Forte/Kos, Pirgu/Gipali, Stoyanov/Piazzola.
Unter den Linden, Berlino - WAGNER: Der fliegende Holländer (19-28/4)
In collaborazione con Toneelhuis (Antwerp). Produzione Fondazione Comunale di Bologna.
Direzione: Barenboim. Regia e scene: Cassiers. Inter- Direzione: Reck. Regia: Kokkos. Interpreti:
preti: Storey, Grochowski, Kränzle. Uusitalo/Zhang, Shvets, Kirch.
- WAGNER: Das Rheingold (Der Ring des Ni- - VERDI: Rigoletto (17-26/5)
belungen) (17-24/6) Produzione Fondazione Arena di Verona.
In coproduzione con Staatsoper Unter den Linden, Direzione: Morandi. Regia: Bernard. Interpreti: Al-
Berlino e in collaborazione con Toneelhuis (An- belo/Pop, Rancatore/Sierra, Hvorostovsky/Almaguer.
twerp).
Direzione: Barenboim. Regia: Cassiers. Interpreti: PALERMO
Volle, Buchwald, Vlad. - WAGNER: Das Rheingold (Der Ring des Ni-
- WAGNER: Die Walküre (Der Ring des Nibe- belungen) (22-31/1)
lungen) (18-25/6) Nuovo allestimento.
In coproduzione con Staatsoper Unter den Linden, Direzione: Inkinen. Regia: Vick. Interpreti: Hawlata,
Berlino e in collaborazione con Toneelhuis (An- Chiuri, Corley.
twerp). - WAGNER: Die Walküre (Der Ring des Nibe-
Direzione: Barenboim. Regia: Cassiers. Interpreti: lungen) (21/2-3/3)
O’Neill, Petrenko, Pape. Nuovo allestimento.
- WAGNER: Siegfried (Der Ring des Nibelun- Direzione: Inkinen. Regia: Vick. Interpreti: Hawlata,
gen) (20-27/6) Chiuri, O’Neill.
In coproduzione con Staatsoper Unter den Linden, - VERDI: Nabucco (22-28/3)
Berlin e in collaborazione con Toneelhuis (Antwerp). Direzione: Palumbo. Regia: Saverio Marconi (ripresa
Direzione: Barenboim. Regia: Cassiers. Interpreti: da Alberto Cavallotti). Interpreti: Gagnidze/Cecconi,
Ryan, Bronder, Uusitalo. Badalyan, Faria.
- VERDI: Aida (12-18/4)
- VERDI: Un ballo in maschera (9-25 luglio) Nuovo allestimento.
Nuovo allestimento. Direzione: Ranzani. Regia: Marini. Interpreti: Cornetti,
Direzione: Rustioni. Regia: Michieletto. Interpreti: Ál- He/ Williams, De León/De Caro.
varez/Pretti, Lucic/Viviani, Radvanovsky/Dyka. - VERDI: Rigoletto (3-9/5)
- VERDI: Don Carlo (12-29/10) Nuovo allestimento.
Direzione: Luisi/D’Espinosa. Regia: Braunschweig. In- Direzione: Finzi. Regia: Brockhaus. Interpreti: Terra-
terpreti: Pape/Kocàn, Sartori, Cavalletti. nova, Platanias/Inverardi, Rancatore/Ignacio.
- VERDI: Aida (25/10-19/11) REGGIO-EMILIA
Produzione 2006. - WAGNER: Das Rheingold (Der Ring des Ni-
Direzione: Noseda/D’Espinosa. Regia: Zeffirelli. Inter- belungen) (30/11)
preti: Tsymbalyuk, Krasteva/ Semenchuk, He/ Mona- Versione della tetralogia in 9 ore per 19 strumenti di
styrska. Jonathan Dove-Graham Vick.
Direzione: Warynski. Regia: Grindt. Interpreti: Louled-
MODEnA jian, Son, Merckx.
- VERDI: Don Carlo (17-21/10) - WAGNER: Die Walküre (Der Ring des Nibe-
Nuovo allestimento, in coproduzione tra la Fonda- lungen) (1/12)
zione Teatro Comunale di Modena e la Fondazione Direzione: Warynski. Regia: Grindt. Interpreti: Haff-
Teatri di Piacenza. ner, Son, Blasius.

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ANNIVERSARI

- WAGNER: Siegfried (Der Ring des Nibelun- Direzione: Gelmetti. Regia. Gelmetti. Interpreti: Ga-
gen) (1/12) zale, Marrocu.
Direzione: Warynski. Regia: Grindt. Interpreti: Martin, - VERDI: Macbeth (8-16/3)
Peintre, Dalis. Allestimento in coproduzione con la Fondazione Per-
- WAGNER: Götterdämmerung (Der Ring des golesi Spontini di Jesi
Nibelungen) (2/12) Direzione: - . Regia: Brockhaus. Interpreti: Giuliani,
Direzione: Warynski. Regia: Grindt. Interpreti: Angeletti, Kllogjeri.
Schmidt, Knop, Fauchère.
- VERDI: Macbeth (1-3/3) VEnEZIA
Nuovo allestimento, produzione del Teatro Comu- - VERDI: La traviata (2-30/9 2012 e 30/8-27/9
nale di Bologna in collaborazione coproduttiva con i 2013)
Teatri di Reggio Emilia. Direzione: Matheuz, Regia: Carsen. Interpreti:
Direzione: Abbado R. Regia: Wilson. Interpreti: Ser- Ciofi/Nuccio/Rossi, Poli/Park/Pretti,
jan, Solari, Zanellato. Meoni/Piazzola/Platanias.
- VERDI: Otello (16-30/11 e 10-17/7)
ROMA (OPERA) Nuovo allestimento.
- VERDI: Simon Boccanegra (27/11-11/12) Direzione: Whun Chung. Regia: Micheli. Interpreti:
Nuovo allestimento. Kunde/Fracco, Crocetto/Remigio, Gallo/ Platanias.
Direzione: Muti. Interpreti: Solari, Buraito, Zanellato, - WAGNER: Tristan und Isolde (18/11-1/12)
Sartori. Nuovo allestimento.
- VERDI: I due foscari (6-16/3) Direzione: Whun Chung. Regia: Curran. Interpreti:
Nuovo allestimento. Storey, Jun, Pinter.
Direzione: Muti. Interpreti: Salsi/Solari, Meli, Ser- - VERDI: I masnadieri (18-26/1)
dan/Boross. Nuovo allestimento in coproduzione con Fonda-
- WAGNER: Rienzi (10-18/5) zione Teatro di San Carlo di Napoli.
Nuovo allestimento. Direzione: Rustioni. Regia: Lavia. Interpreti: Gorrotxa-
Direzione: Soltesz. Regia: Deana. Interpreti: Scha- tegui, Rucinski, Agresta.
ger/Collins, Uhl, Astakhov.
- VERDI: Nabucco (16/7-18/8: quattro date) VEROnA
Direzione: Muti. Regia: Scarpitta. Costumi: Millenotti. - VERDI: Macbeth (13-23/12)
Interpreti: Salsi/Solari, Meli Zanellato. Direzione: Wellber. Regia: Cavani. Interpreti: Dobber,
Tavaglini, Branchini.
ROMA (SAnTA CECILIA) - VERDI: Attila (3-12/2)
- WAGNER: Das Rheingold (Der Ring des Ni- Direzione: Battistoni. Regia: Lavaudant.
belungen) (23-27/2) - VERDI: Un giorno di regno (3-12/3)
Direzione: Kirill Petrenko. Interpreti: Koch, Tzonev, Direzione: Ranzani. Regia: Pizzi. Interpreti: Allievi Ac-
Dusselje. cademia di canto Teatro alla Scala .
- VERDI: Un ballo in maschera (8-12/6)
Direzione: Pappano. Interpreti: Monastryrska, Meli, VERDI IN ARENA ESTATE 2013
Hvorostovsky. - Aida. Direzione: Meir Wellber. Regia:
Padrissa.
TORInO - Nabucco. Direzione: Kovatchev. Regia:
- WAGNER: Der fliegende Holländer (12- de Bosio.
21/10) - La Traviata. Direzione: Battistoni. Regia:
Direzione: Noseda. Regia: Heinrichs. Interpreti: De Ana.
Doss/Hall, Pieczonka/Petersen, Gould/ Dusseljee. - Il Trovatore. Direzione: Carella. Regia:
- VERDI: La Traviata (5-13/3) Zeffirelli.
Direzione: Rovaris. Regia: Pelly. Interpreti: Ciofi, Pretti, - Rigoletto. Direzione: Frizza. Regia: Guerra.
Alaimo.
- VERDI: Don Carlo (10-21/4) a cura di Elisabetta Guarnieri
Direzione: Noseda. Regia: de Ana. Interpreti: Var-
gas/De Biasio, Frittoli/ Kasyan, Abdrazakov/Prestia.

TRIESTE
- VERDI: Il Corsaro (11-19/1)
Nuovo allestimento del Teatro Verdi di Trieste in co-
produzione con l’Opéra di Monte-Carlo.

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DISCHI

CALLAS PER VERDI MARIA LAURA MARTORAnA


CAnTA PORPORA
P er meriti artistici e per dati caratteriali la figura di Maria
Callas (1923-1977) si colloca tra le più vistose sulla scena li-
rica del secondo ‘900. La clamorosa diatriba alimentata
negli anni ‘50 e ’60 dai suoi fautori contra il partito dei so-
N apoletano di nascita e formazione, Nicola A.G.Por-
pora (1686-1768) è stato un protagonista attivissimo nel
stenitori di Renata Tebaldi (1922-2004) fu l’ultima, qualificato mondo musicale della sua città, un mondo che
l’estrema, della cronaca teatrale (la storia della musica si si collocò vistosamente nella storia per meriti soprattutto
era estinta nel delirio alcuni decenni avanti) a concludere inerenti lo sviluppo e l’affermazione dell’opera e la disci-
un costume vivo da secoli. plina del canto. Porpora e il canto; ma non solo: anche al-
La giovane imponente soprano, nata a New York da geni- lora, senza internet, le idee circolavano e chi doveva
tori greci emigrati, dopo qualche incertezza incontrò il suo sapere, sapeva. Il ricchissimo repertorio lasciato dal proli-
trampolino di lancio a Verona (La Gioconda, Serafin, 1947) fico musico - quasi coetaneo di Bach, Haendel e D.Scarlatti
e subito fu apprezzata intanto per quella che nel suo fu- - testimonia una cultura di grande ampiezza, e la cono-
turo sarebbe stata la vigorosa prestanza della estesa vo- scenza profonda dello scenario musicale europero. Infatti,
calità, - così efficiente nei ruoli drammatici - e poi per sui quarant’anni, già molto noto, Porpora lasciò Napoli per
quella personalità che avrebbe innovato, innervando i Vienna, poi ripassò le Alpi e lavorò a lungo a Venezia; fu a
suoi personaggi di una prepotente vis scenica, un valore Londra, non a lungo, per rientrare a Napoli, ma per ripar-
disperso nei decenni’ e di cui si era persa traccia nella pra- tirne alla volta di Dresda, e di nuovo Vienna: dovunque in-
tica e nel costume della lirica, quindi nelle attese del pub- segnò con successo canto, musica e attese alla
blico. L’avvento di Maria (Meneghini) Callas nella vita del composizione. Tornato a Napoli vi trascorse gli anni della
palcoscenico portò la novità del ricupero di una teatralità vecchiaia in estrema povertà.
forte nei ruoli drammatici e tragici, favorita da una vocalità Le cinque Cantate presenti nell’esemplare CD dell’Accade-
irruente, graffiante e qualche volta terrifica. I ricordi lon- mia Barocca ‘I Virtuosi Italiani’ diretta con gesto sapiente
tani degli happy few, e oggi per i fortunati giovani le regi- da Alberto Martini, si llustrano della partecipazione di
strazioni, inducono però a riflettere su quelle che furono le Maria Laura Martorana, soprano di coloratura di solidis-
(pur contestate) riserve sulla grana della voce, sull’emis- sima esperienza. La Martorana, che è attiva nella vocalità
sione, sull’agilità affaticata, e malgrado l’indubbio smalto barocca con l’autorità derivante dal privilegio della voca-
in alcune fasce della tessitura, la vocalità della Callas, zione, alle linee di canto disegnate da Porpora per Il Vul-
parve a molti di una qualità che si offriva alla discussione, cano, Il sogno, Venticel che trà le frondi, Il nome, Il ritiro,
inevitabilmente in confronto alla splendida purezza della dedica la smaltata e naturale sinuosità della sua arte mi-
voce della coetanea Tebaldi, la quale, un anno avanti il de- gliore: è un dono intelligente e colto che in premio ri-
butto veronese della Callas, aveva preso parte, da solista, scuote dalla melodia del maestro napoletano, per lei e per
al concerto con cui Arturo Toscanini inaugurò la ricostruita il musicofilo, tutta la levigatezza e la bella doratura for-
sala del Teatro alla Scala (primo edificio ricostruito nella male della grande storica scuola.
semidistrutta Milano), attirando l’attenzione del settanta- Le cinque pagine, disegnate nelle arie e recitativi con mo-
novenne glorioso maestro. Qualità della voce e tempera- vimenti di aurea semplicità, ma ricche di vera emozione,
mento, intelligenza interpretativa e vita reale: il ricordo dei fanno parte di un cospicuo corpus di 134 Cantate, nume-
vent’anni scarsi di travolgente carriera di Maria Callas, rose su testo di Metastasio, composte da Porpora lungo la
scomparsa prematuramente, è sostenuto da un’aura mi- propria carriera, e che, nel loro insieme costituiscono un
tica che il romanzo esistenziale alimenta ancora oggi. La capitolo non trascurabile della Storia della musica, al
storia è annosa e un tempo ci si accalorava: ma oggi non è quale la Martorana promette, meritoriamente, di dedicar-
saggio evitare di precisare (ah, il senno di poi!...) che se il visi.( Brilliant 94331)
suo repertorio non avesse sconfinato in ruoli a lei estranei, U.P.
e le sue scelte artistiche e professionali non avessero allar-
gato a tessiture vocali di un carattere alla sua ugola disa-
gevole, la sua testimonianza, sarebbe stata davvero senza
ombre, e il suo ricordo certamente più limpido. Essenzial-
mente ottocentesco è il repertorio privilegiato da Maria
Callas; i ruoli romantici furono dalla carismatica cantatrice
greco-statunitense rivitalizzati con impegno convinto, e
indiscutibile, superiore talento. I personaggi verdiani pre-
sero uno spessore scenico, come si diceva, dimenticato e
le Leonore, Aida, Amelia, ma anche Gilda, hanno in questa
bella antologia un volto, un’anima, e una passione anche
oggi insolite. La discografia callasiana è copiosissima; que-
ste raccomandabili registrazioni di pagine da La forza del
destino, Un ballo in maschera, Rigoletto, Il Trovatore, e da
Aida, sono tutte realizzate in studio; i direttori sono Tullio
Serafin, Antonino Votto, e Herbert von Karajan; le esecu-
zioni sono datate 1954/1956, gli anni d’oro della grande
soprano: un bel ricordo.( Dynamic 668)
Umberto Padroni
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LETTO SULLA STAMPA

La musica passiva fa male anche a te brazioni dei cellulari sui tavoli, sono stato distratto
dalla voce del grande Leonard Cohen che cantava il
La musica passiva è quella musica che non ho scelto suo magnifico Halleluja: «Ho sentito che c’era un ac-
io, ma che devo sentire per forza: o perché sto com- cordo segreto / Che David suonò per compiacere il
prando l’insalata a un supermercato, o perché sto Signore. / Ma a te non interessa la musica, vero?».
mangiando in un ristorante “à la pâge”, o perché sto Raffaele Viviani a suo tempo scrisse una poesia con-
facendo fisioterapia, o perché viaggio sul taxi di un tro la posteggia, il canto dei suonatori ambulanti nei
tassista invadente, o perché faccio benzina in un self ristoranti napoletani: è una poesia intitolata “Facì-
service, o perché sto sotto il trapano del dentista… e teme magnà”, nella quale si lamentava in versi per-
l’elenco potrebbe continuare. Sto parlando di quella ché il suono dei mandolini lo deconcentrava dalla
musica diffusa ormai in molti ambienti pubblici, a meraviglia dei vermicelli a vongole. Chissà cosa
basso volume, ma comunque invadente: il cosid- avrebbe scritto Viviani oggi, costretto a mangiare col
detto sottofondo, la musica da parati, una via di perpetuo bordone del borbottio musicale che non
mezzo fra la musica “a palla” e il ronzio del condizio- dà tregua: i posteggiatori dell’epoca almeno ogni
natore d’aria. All’inizio del secolo scorso Eric Satie tanto facevano una pausa.
teorizzò la pratica della “Musique d’ameublement”, nicola Piovani
musica d’arredamento. (La Repubblica, 13 ottobre 2012)
Provocava giocando, Satie: ma è successo spesso
che provocazioni trasgressive delle avanguardie sto-
riche sono poi diventate pane quotidiano della so- La cultura senza idee vive di assi-
cietà consumistica. Nella musica da tappezzeria la stenzialismo
qualità di quel che si trasmette è un dettaglio di
poco conto, è un dato marginale. Sono anche capi-
tato, soprattutto fuori d’Italia, in qualche albergo Dicono che durante la prossima edizione della Festa
pretenzioso che nell’ascensore e nelle toilette diffon- del cinema di Roma saranno inscenate sacrosante
deva addirittura Mozart o Ravel: peggio che andar di proteste da chi è ancora in attesa dei pagamenti
notte. Al fastidio si aggiunge una sgradevole sensa- della Regione Lazio per l'edizione precedente. Ecco,
zione di blasfemia. In alcune trattorie, specialmente appunto: che c'entra la Regione Lazio con il cinema?
nell’Emilia delle terre verdiane, vengono addirittura Che c'entra l'assistenzialismo degli enti locali, la poli-
diffusi e profusi brani d’opera, sempre a volume tica che allunga i suoi tentacoli, le clientele che si ad-
medio basso: Violetta che piange morendo di tisi, densano fameliche attorno alle sovvenzioni
Calaf imprigionato che all’alba vincerà, pubbliche gestite dai partiti con l'arte, il cinema, la
Turiddu che prega la mamma. Nella maggior parte letteratura, il teatro, la musica? Niente: la Regione
dei casi si diffondono canzoni i cui testi, in quei con- Lazio, come qualunque altra Regione, Provincia, Co-
testi, risultano a fatica decifrabili. E a soffermarsi mune non deve perder tempo a piazzare i propri lot-
nell’ascolto spesso si scopre che la voce in diffusione tizzati al vertice delle istituzioni culturali. Sembra che
ci sta cantando un amore straziante, o un dramma la Polverini e Alemanno sia siano molto spesi per la
sociale, o una protesta antisociale; mentre noi com- nuova nomenclatura, Marco Müller in testa, che
priamo surgelati o arrotoliamo bucatini. Qualche dovrà gestire il festival cinematografico di Roma.
volta mi faccio coraggio e chiedo al gestore se si può Hanno fatto male: anziché lottizzare ed erogare
spegnere quel sottofondo. E magari, patteggiando, fondi pubblici, la Polverini avrebbe fatto bene a con-
ottengo di abbassarne il volume. Ma poi ci rifletto, e trollare il consumo di ostriche incrementato con l'au-
mi rendo conto che il mio è un comportamento mento dei fondi dei gruppi consiliari e Alemanno a
snob, involontariamente prepotente e cafone nei controllare lo stato terribile dei lavori pubblici nella
confronti di altri clienti, i quali invece spesso gradi- capitale. E questo vale ovviamente per tutti gli enti
scono quest’usanza dilagante. Lo so, è un mio ca- locali, di destra e di sinistra, che usano il pretesto
priccio quello che mi fa sperare in una normativa della cultura e dell'arte per finanziare una politica di
europea sulla musica passiva, simile a quella sul consenso attraverso il nuovo mecenatismo, forma
fumo passivo, e so anche che si tratta di un’ennesima dilapidatrice e arbitraria di assistenzialismo.
battaglia persa. Perciò ormai mi limito a informarmi Purtroppo i principali alleati dei politici che versano
prima, e a evitare i ristoranti e i dentisti musicarelli. fiumi di denaro per soddisfare clientele e consenso
Amo molto la poesia delle canzoni, e proprio per attraverso la «promozione culturale» sono quei regi-
questo mi avvilisce sentire il lavoro di colleghi, artisti sti, quegli artisti, quei musicisti che dell'assistenziali-
e tecnici, mortificato al ruolo di rumore di fondo. smo sono gli ideologi e i cantori, che fanno smorfie
Qualche tempo fa un gioviale chef mi illustrava le di riprovazione quando sentono parlare di mercato e
meraviglie di un culatello in un ristorante gioiosa- di botteghini vuoti e chiedono allo Stato soldi, finan-
mente chiassoso e, fra il tintinnar dei brindisi e le vi- ziamenti, sovvenzioni, erogazioni a getto continuo

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LETTO SULLA STAMPA


di denaro pubblico. Dicono che la cultura «muore» di un'incontinenza verbale che ha travalicato gli ar-
non per la spaventosa mancanza di idee che la sta gini della vergogna. Ma qui s'innesta anche una ri-
asfissiando, ma perché lo Stato, in tutte le sue artico- flessione sul ruolo di una destra e una sinistra
lazioni, è meno munifico di una volta, perché la pro- nell'ambito culturale in Italia. Definitivamente tra-
digalità sprecona di un tempo deve misurarsi con i montata e scomparsa una destra «futurista», sepolti
tagli alla spesa pubblica. gli eroi del pensiero eccellente, da Julius Evola a Fi-
E invece no: gli enti locali stiano alla larga dalla cul- lippo Tommaso Marinetti, da Ezra Pound a Ernst Jun-
tura, al massimo mettano a disposizione mezzi di ger, è rimasta una destra «chierichetta», codina,
trasporto più efficienti per i giorni in cui le città sono moralista, conservatrice nel senso più deteriore.
al centro di una manifestazione culturale o paghino Una destra genuflessa, maggiordomo di un capitali-
gli straordinari ai lavoratori che tengono i musei smo gaudente e vizioso, una destra culturalmente
aperti anche la sera. Ma ogni euro speso dalla poli- malata, incapace di leggere una contemporaneità
tica per la cultura è un euro che incoraggia l'asservi- complessa e frammentata, solo nostalgica di un pas-
mento della cultura alla politica, che perpetua una sato formale, insulso e caramelloso.Non sta certo
politica di mance e di clientele, che allarga i confini meglio la sinistra che, gettando in fretta e furia la
delle competenze dei partiti sulla vita sociale, che fa- propria ideologia, non si è accorta di gettare anche
vorisce lottizzazione e spartizione di fondi. E che ha quello spirito di ricerca, di antagonismo, di situazio-
permesso, a Roma, il blitz per cambiare i vertici di un nistica «fantasia al potere», attraverso il quale si era
festival cinematografico che dovrebbe vivere di idee formato il suo sapere e definita la sua anima. Ha con-
e non di sostegni pubblici. Dove proietteranno un fuso lo spirito etico di una cultura alta con una ridi-
film già visto: quello sulla lottizzazione. Altro che cola spocchia di un perbenismo salottiero, ha ridotto
ostriche a sbafo. in cenere un supposto primato dell'intelletto con-
Pierluigi Battista fondendolo con un più cinico snobismo manierista,
(Corriere della Sera, 8 ottobre 2012 ) ha perfino perso l'elementare ruolo di difesa dei pro-
pri alleati. «Utopia» è diventata una parolaccia, una
volgarità da ragazzi, l'idea che la cultura indichi una
Destra e sinistra, il peccato culturale strada che la politica deve poi costruire è un pro-
cesso totalmente ignoto alla sinistra. Solo ora ci si ac-
Caro direttore, l'episodio della nomine dell'onore- corge che il Pd ha addirittura un responsabile per la
vole Melandri alla Presidenza del Maxxi merita al- cultura, Matteo Orfini, faccia simpatica ma total-
cune riflessioni generali, non tanto sulle polemiche mente sconosciuta al mondo dell'arte.In queste con-
di questi giorni quanto sui criteri e sulle anomalie dizioni, e a pochi mesi dalle elezioni politiche
emerse di conseguenza. Ora, non ci si può scandaliz- nazionali, chiedere o semplicemente sperare che de-
zare che un politico presieda un'importante istitu- stra e sinistra possano illustrare un programma di
zione culturale, ciò avviene in molti Paesi occidentali politica culturale è poco più che una battuta umori-
senza alcun clamore o scandalo, neppure ci si deve stica. Eppure, vorremmo sfidare i partiti a dichiarare
stupire che un parlamentare possa vantare compe- quali impegni per la cultura intendono sottoscrivere;
tenze specifiche, interessi culturali e anche prepara- vorremmo chiedere quali strumenti intendono atti-
zione tecnica. vare per sostenere e promuovere la cultura in Italia;
Dunque, cosa dovrebbe stupire più di ogni altra vorremmo capire quali e quante risorse saranno de-
cosa? Innanzitutto il clamore e l'attenzione sull'arte stinate al nostro patrimonio culturale e alla nostra
contemporanea, e sui musei ad essa dedicati, da creatività.
parte di una classe politica vergognosamente as- Una seconda questione riguarda il ministro dei Beni
sente in tutti questi anni. Personaggi che raramente e attività culturali, un ministero quasi sempre giudi-
hanno solcato le porte di un qualsiasi museo si sono cato di «risulta» che ha visto dal dopoguerra, tranne
improvvisamente svegliati dal torpore e sentiti in do- rarissimi casi di qualità, una processione di figure im-
vere di esprimere la loro opinione sul Maxxi, una probabili, inaffidabili, incompetenti, in alcuni casi ad-
struttura che probabilmente non hanno mai visto né dirittura caricaturali. Non è il caso del ministro
sanno dove sia ubicata. Ornaghi, certamente un fine intellettuale, forse
Certamente si dirà che le valutazioni politiche pos- troppo «fine», al limite della trasparenza. Non ci si
sono e debbono prescindere dalla specificitàdell'og- può dunque stupire se poi, lungo la fragile catena di
getto, che il piano procedurale e legale non richiede comando istituzionale, ci troviamo sul territorio na-
una conoscenza diretta del campo d'intervento, e zionale assessori alla Cultura imbarazzanti, spesso
così, chiunque è legittimato a esprimere ogni scioc- privi della pur minima competenza o sensibilità cul-
chezza. Leggere le opinioni di Cicchitto, Gasparri, turale, incapaci di dialogare con le istituzioni che
Fassina, Vendola su questioni di carattere museale è rappresentano, colpevolmente presuntuosi. Il pro-
probabilmente oltre ogni immaginazione, è il segno blema allora non è quello di una nomina più o meno

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LETTO SULLA STAMPA

controversa, quanto piuttosto l'urgenza di restituire tarre settecentesche, arpe, organi intarsiati e poi il
al mondo culturale, a quello delle università, della ri- ‘ciac-ciac’ futurista di Giacomo Balla. Un repertorio
cerca, dei musei, dei teatri, del cinema, della lettera- accumulato in gran parte da un solo collezionista,
tura, dell'architettura, della musica, del paesaggio, Evangelista Gorga, un tenore che nel 1896 fu Ro-
della creatività quella centralità e quella dignità che dolfo nella prima esecuzione della Bohème di Puc-
in questi anni è stata saccheggiata ma che comun- cini e che si dedicò a raccogliere strumenti di tutte le
que rimane il dna di ogni società e di ogni nazione. epoche e di tutto il mondo. Dal 1964 la collezione è
Danilo Eccher nel museo, unico in Europa per quantità e valore del
(Corriere della Sera, 31 ottobre 2012 ) materiale. Ma sempre bistrattato, vilipeso, senza che
nessuno si impegnasse in politiche di valorizzazione,
come attestano le denunce di Antonio Latanza, che
Se il museo della musica è un cimi- lo ha diretto per vent' anni. Ora l' abbandono è com-
pleto. La chiusura del Museo è stata decisa dalla di-
tero di violini rettrice ad interim Rossella Vodret, che nel giugno
scorso era Soprintendente al Polo museale romano
Non bastano la seicentesca Arpa Barberini o il primo (di cui il Museo degli strumenti fa parte) e che da lu-
esemplare di pianoforte, un Cristofori del 1722, a evi- nedì scorso è in pensione.
tare che il Museo nazionale degli strumenti musicali La Vodret aveva destituito la precedente direttrice,
in cui sono esposti sia un vertiginoso buco nero della Luigina Di Mattia. Nell' ultimo anno dal museo sono
tutela in Italia, il simbolo dello stato comatoso in cui state staccate alcune sale, che tuttora sono inutiliz-
versa il patrimonio storico artistico. Dal 9 giugno il zate. Fra queste anche la cosiddetta "sala dell' azoto"
Museo, che ha sedea Roma in una palazzina dietro la dove pianoforti e spinette venivano ricoverate per
chiesa di santa Croce in Gerusalemme,è chiuso. Si uccidere i tarli. Un' operazione che ora non si fa più
dice che lo si debba ristrutturare, ma non c' è alcun se non mandando gli strumenti in laboratori privati.
cantiere aperto. Solo sei custodi divisi su tre turni vi- È stato anche smantellato l' auditorium che ospitava
gilano su quasi novecento oggetti che hanno pochi concerti e conferenze. Ora vi stazionano le scrivanie
eguali al mondo per valore e bellezza e che, senza di tre funzionari amministrativi sfrattati dai loro uffici
climatizzazione perché l' hanno staccata, sono rosic- passati ai colleghi di Spettacolo e Cinema. Senza ma-
chiati dai tarli. Nei tre magazzini al piano terra si ac- nutenzione, senza una temperatura costante di 19-
catastano sotto la polvere pianoforti, cembali e 20 gradi gli strumenti musicali rischiano danni
violoncelli. Negli scaffali brandelli di violini, tastiere irreparabili. Il legno è materiale vivo, l' umidità lo
fatte a pezzi. gonfia. In agosto, denunciano alla Cgil, si superavano
Dovunque lo struggente senso di un tesoro in ab- di molto i 40 gradi. Gli studiosi ancora ricordano il si-
bandono. E sul futuro solo voci. Lo scenografo Pier gnor Pietro Patacchiola, restauratore capo, che con la
Luigi Pizzi starebbe lavorando a un progetto di alle- direttrice Luisa Cervelli passava in rassegna gli stru-
stimento, ma intanto alcune parti sono state inglo- menti anche due, tre volte la settimana, uno per
bate e altre lo sarebbero dalla vicina Direzione volta. E qualcuno lo rammenta seduto a suonarli,
generale del cinema e da quella dello spettacolo dal quando c' era bisogno che anche solo per un attimo
vivo che, come il Museo, appartengono allo stesso riprendessero vita. Ora pianoforti, organi e cembali
ministero dei Beni culturali. Ma c' è chi sostiene che il giacciono muti, in attesa che il ministero ne fissi la
secondo piano, dove altri strumenti sono ammassati, sorte.
potrebbe far gola a società private che organizzereb- Francesco Erbani
bero mostre, anche con la consulenza di ex dirigenti ( La Repubblica, 20 ottobre 2012)
del ministero in pensione. Sulla vicenda è scattata
una denuncia della Cgil che ha diramato un comuni-
cato e che, insieme al Comitato per la Bellezza, ha
lanciato un appello per salvare il museo dalla distru-
zione.
Così deperisce un prezioso ma debole presidio che
ha un solo difetto agli occhi di chi misura tutto in ter-
mini contabili: non attira molti visitatori, circa 13 mila
l' anno, anche se fra questi figurano studiosi del
mondo intero e storici della musica che vengono a
Roma per vedere uno dei tre esemplari esistenti del
Cristofori del 1722, campanelli d' età ellenistica, sistri
in bronzo del VII secolo a.C., tamburelli cinesi, cem-
bali del Seicento con delicate pitture, ghironde, chi-

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LETTERE
Caro direttore, Caro Sindaco,
il suo editoriale del numero scorso (novembre), inti- apprendo della nomina del Sig. Fontana. Sono stu-
tolato ‘L’ha detto Accardo’, ci ha lasciate sgomente, pito ed amareggiato per l'evolversi della vicenda. Io
dove accenna alle stagioni ferrarese e reggina inon- avevo chiesto che democraticamente si procedesse
date da musicisti(e) stranieri(e); noi, se permette, con il concorso di cui al bando del Commissario Ci-
siamo più interessate al caso delle musiciste, meno closi e si arrivasse alla scelta del migliore... Invece in-
ai musicisti maschietti. Il ricorso a musiciste stra- gloriosamente avete scelto di far entrare dalla
niere, letteralmente, ci offende; noi che siamo sem- finestra ciò' che non poteva entrare dalla porta .
pre state famose per la nostra avvenenza, oltre che Avete modificato illegittimamente lo Statuto del
per la nostra bravura muliebre e musicale. Venivano Regio con una norma " ad personam " per favorire la
a cercarci da ogni parte d’Italia e d’Europa, portan- nomina del Sig. Fontana in un modo " che ancor
doci via come meravigliosi trofei, capaci di suscitare m'offende..". Ciò' non può' passare impunemente no-
invidie in chiunque avesse a vederci all’opera. Oggi nostante le grida e gli schiamazzi dei cortigiani " vil
forse non siamo più capaci di quelle prestazioni? razza dannata ". Mi vedo costretto ad impugnare
Scherziamo? Se a Ferrara come a Reggio Emilia i ri- tutti gli atti in ogni sede ed in ogni grado di giudizio
spettivi direttori artistici ci avessero scritturate, li per ripristinare il diritto e l'etica così' profondamente
avremmo soddisfatti in tutto e per tutto. E per que- feriti . Anzi di piu' sfido la SV ad un pubblico con-
sto siamo davvero offese. Perché come dice Accardo, fronto sulla vicenda concedendo la scelta del luogo ,
brave lo siamo, belle anche. Ma allora perchè si pre- della data e delle modalita' in modo che ogni citta-
feriscono ‘badanti’ straniere? dino possa liberamente farsi una opinione su quanto
Temiamo, però, caro direttore, che il ricorso alle è' successo ma dubito che ora Ella abbia il coraggio
straniere sia più diffuso di quanto non lasci pensare di accettare di misurarsi con me...sui principi di lega-
il suo editoriale. Lei ha dovuto allungare il collo per lità' e trasparenza che hanno ispirato questo " modus
guardare fino alla nostra rinomatissima regione, ba- operandi ". Con vive cordialità'.
stava che si affacciasse alla finestra del suo Conser-
vatorio e ficcasse il naso in qualche stagione Giuseppe De Leo Sovrintendente della Fondazione
aquilana; e, se poi avesse voluto spaziare andando Teatro della Fortuna di Fano
oltre, poteva impicciarsi delle vicende musicali delle
vicine Marche, per vedere il medesimo panorama. Caro Luigi,
Dalle sue parti, c’è un paio di stagioni, un piccolo ‘cir- apprendo ora della nomina del Sig. Fontana. Si tratta
cuito’, affidato alle medesime mani, che pecca dello a mio giudizio di una palese forzatura del diritto. Ciò'
stesso difetto denunciato da Accardo. Ma forse lì non che non poteva entrare dalla porta si cerca di farlo
si lamentano perché non possono vantare la nostra entrare dalla finestra . E' di tutta evidenza che chi ha
stessa avvenenza unita a bravura. posto in essere tale procedura , a dir poco inquie-
Comunque se vuole aprire una sottoscrizione nazio- tante dal punto di vista etico e non legittima dal
nale in difesa delle belle e brave musiciste italiane, punto di vista giuridico , dovrà' assumersene ogni re-
noi ci offriamo di firmarla per prime. Saluti sponsabilità'. Per quanto mi riguarda avendone ben
titolo per aver partecipato al bando emanato dal
Dorabella e Fiordiligi Commissario Ciclosi, impugnerò' tutti gli atti in sede
dame ferraresi civile ed amministrativa in ogni ordine e grado, con
riserva sul piano penale. Ovviamente spiegherò'
pubblicamente tutti i risvolti di questa incredibile vi-
Queste due lettere, benchè NON DESTINATE a cenda. D'altronde non si vive di solo pane ed i prin-
Music@, abbiamo deciso di pubblicarle. Esse hanno cipi come i Maestri insegnano , sono intoccabili.
per destinatari due parmigiani doc, il sindaco Pizza-
rotti e il giornalista Luigi Boschi, il cui sito internet è Giuseppe De Leo Direttore Generale del Comune
fra i più frequentati ed apprezzati. Ambedue, assai di Fano e Sovrintendente della Fondazione Teatro
simili, hanno per contenuto la nomina del dott. della Fortuna di Fano
Carlo Fontana ad ‘Amministratore esecuivo’ del Tea-
tro Regio di Parma. Il mittente è il dott. Giuseppe De
Leo, Direttore generale del Comune di Fano, e Presi-
dente-Sovrintendente del Teatro della Fortuna, del
quale è Direttore artistico Virginio Fedeli, titolare
della Agenzia di rappresentanza artistica Atelier Mu-
sicale Artists Management. (P.A.)

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RAPPORTO FEDERCULTURE

nel mondo, ovunque, la cultura genera progresso e prosperità

SOLO In ITALIA nO
di Pietro Acquafredda

L’annuale rapporto di Federculture, intitolato ‘ Cultura e Sviluppo. La scelta per salvare


l’Italia’, fotografa una nazione a due velocità: da un lato i cittadini che sembrano non
voler mai rinunciare ai consumi culturali (teatro, musica, musei, mostre) neanche in
tempo di crisi; dall’altro i politici, sordi anche a questi richiami ed incapaci di assumere
decisioni in merito. Decisioni non necessariamente o esclusivamente economiche.

T re casi. Ne bastano tre, e nessuno in Italia, per


convincersi che la cultura è portatrice di progresso
nuova vita della regione la sua ricchezza.
Un altro esempio? In Francia, in una regione del-
l’estremo nord, presso lo stretto che la divide dall’In-
civile, sociale ed economico. Sì, anche economico. ghilterra, sta nascendo il nuovo Louvre, in una zona
Chi non conosce l’avveniristica struttura architetto- che un tempo era industriale ed ora non più.
nica, disegnata da Gehry, del Museo di Bilbao? Quel Accanto a quelle realtà estere, si può citare l’unica
museo, contro il quale, al tempo della sua progetta- positiva recente eccezione italiana: l’Auditorium
zione e costosa costruzione, si erano scagliati indi- ‘Parco della Musica’ di Roma, inaugurato dieci anni fa
geni e non, è diventato oggi la più importante tra non poche polemiche: un grande, vivacissimo,
impresa economica della cittadina e dell’intera zona produttivo e redditizio polo culturale . Perché questi
circostante dei Paesi Baschi, ripagando ampiamente paesi, non esenti da difficoltà simili alle nostre,
l’investimento iniziale, e generando ricchezza su ric- hanno reagito alla mancanza di lavoro e redditività
chezza. Nessuno, un tempo, ci avrebbe scommesso. nei vari settori industriali , impiantando complessi a
Oggi, Bilbao e dintorni, senza il Museo, tornerebbe destinazione culturale e artistica, rivelatisi oggi fra i
ad essere fra le più depresse d’Europa. E non è più redditizi, e noi no?
l’unico caso. La Rhur tedesca, una intera regione a Avete mai sentito pronunciare dai nostri politici, di
vocazione mineraria, dismessa per l’antieconomi- qualunque schieramento, la parola cultura? Non l’ha
cità delle produzioni, ha convertito l’industria del mai pronunciata Berlusconi – ed uno direbbe: ovvio!
carbone in industria della cultura. La Ruhr è, oggi, – ma neppure Prodi, e neanche Bersani e Monti. Evi-
fra le più ricche regioni tedesche a causa della sua dentemente sono i primi a non credere sulla nostra
trasformazione in regione ‘dell’arte e della cultura’( massima ricchezza. Il quadro impietoso dell’Italia
Capitale Europea della Cultura 2010). Ex capannoni che getta via il suo più importante tesoro è sotto gli
industriali ed altri occhi di tutti. Son
manufatti d’epoca, passati circa due
accanto a nuovi anni da quando i fa-
complessi architet- mosi Bronzi di
tonici disegnati Riace, usciti final-
dalle archistar di mente come nuovi
tutto il mondo, dall’accurato re-
ospitano oggi, tea- stauro, giacciono
tri ( la bellezza di ancora imbracati e
120 teatri!), musei, distesi in un depo-
orchestre, univer- sito, perchè il nuovo
sità, istituti di ri- Museo di Reggio
cerca; e tutta la Calabria che do-
popolazione deve vrebbe ospitarli,
soprattutto alla non si inaugura an-

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RAPPORTO FEDERCULTURE
cora. Un famoso sponsor ( Della Valle) che ha deciso rebbero calati per effetto della crisi - che , invece, ha
di far restaurare a sue spese il Colosseo, simbolo fatto sentire i suoi colpi nel settore dei libri e dei di-
dell’Italia nel mondo ed in assoluto il monumento schi, come anche dei giornali - resterà sorpreso dai
più visitato, non riesce ancora a far partire i lavori, dati di tale rapporto.
come pure quell’ imprenditore di acque minerali che In valori assoluti la spesa degli italiani in tale settore,
s’è offerto di restaurare la Fontana di Trevi, al quale si stando al rapporto Federculture che ha elaborato
oppongono difficoltà su difficoltà di carattere buro- dati ISTAT, negli ultimi dieci anni ( 2001-2011) è cre-
cratico. Governanti analfabeti propongono e poi di- sciuta del 26,3%, attestandosi intorno ai 70,9 miliardi
fendono l’apertura di una discarica a qualche di Euro; e rappresentando intorno al 7,4% delle
centinaio di metri da Villa Adriana di Tivoli, uno dei spesa totale delle famiglie, e nel solo 2011, rispetto
più vasti complessi storico-architettonici famosi al al 2010, del 2,6%. Per i vari settori, negli ultimi dieci
mondo, già proclamato patrimonio dell’umanità. anni, l’incremento ha favorito più di ogni altro set-
Pompei e numerosi altri siti archeologici giacciono tore il teatro ( +17%), a seguire i concerti di musica
nel più totale abbandono. Insomma, perché l’Italia, classica ( +11%), e, infine, musei e mostre ( + 6,1%).
in ciò che rappresenta il suo massimo vanto agli (Gli ultimi dati segnalano una leggera flessione, per
occhi del mondo, l’insistenza e l’aggra-
e cioè l’Italia dei varsi della crisi). Lo
teatri, delle bel- slogan del Teatro
lezze paesaggisti- Eliseo di Roma , ad
che, dei siti inizio della passata
archeologici, dei stagione: ‘ Rinuncio
grandi monu- a tutto ma non al
menti, della crea- teatro’, fotografava
tività, del design, con esattezza ed
della cultura, per- anche con una
ché questa Italia punta d’orgoglio, la
deve essere salva- rosea situazione del
guardata dai pri- teatro italiano, al-
vati, come il meno dal punto di
benemerito Fai, e vista della presenza
non dallo Stato? del pubblico e della
Di chi è la respon- sua affezione.
sabilità di tale in- E lo Stato che ha
civile ed fatto?
antieconomica in- Nello stesso decen-
curia ? Certa- nio preso in esame
mente non dei da Federculture, il
cittadini. Anoma- bilancio del mini-
lie perfino nelle stero interessato (
stanze del mini- MIBAC) è passato da
stero. Nel suo ve- 2.120 milioni di Euro
loce passaggio da a 1.425, con una per-
via del Collegio dita secca del 36,4%,
romano, il ministro Galan nominò alla direzione della attestandosi la spesa per la cultura attorno allo 0,19
famosissima storica Biblioteca dei Gerolamini un mil- del bilancio dello Stato, ed allo 0,11 del PIL. Il cosid-
lantatore di titoli nobiliari e referenze, oltre che com- detto FUS ( Fondo Unico per lo Spettacolo, con il
merciante di libri antichi; e il ministro Ornaghi, quale lo Stato finanzia le attività del settore) è pas-
successore di Galan , è rimasto alla finestra a guar- sato dai 501 milioni di Euro del 2002, ai 411 del 2012,
dare, in attesa che la magistratura prendesse provve- con una diminuzione del 17.9%.
dimenti coercitivi contro quel signore, tale Marino E gli organi competenti dello Stato, nel medesimo
Massimo De Caro, accusato della sparizione di nu- periodo, ad esempio, non hanno mosso neppure un
merosi volumi antichi di grande valore. Il quadro che dito per la totale deducibilità dal reddito di qualun-
emerge dal recente ‘Rapporto annuale sullo stato que donazione in favore della cultura ( invece , si sta
della cultura in Italia’ elaborato da Federculture, ri- pensando ad una norma che favorisca in tal senso le
vela elementi, non nuovi, ma sempre impressionanti, donazioni ai partiti politici, come se non sperperas-
anche fermandoci ai soli numeri. Chi temeva che i sero già abbastanza denaro pubblico!).
consumi di musica, teatro, mostre, musei ecc… sa- Negli ultimi tempi, poi, soprattutto durante il mini-
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RAPPORTO FEDERCULTURE

stero Bondi/Tremonti, alcune leggi hanno ulterior- E’ facile concludere sulla disattenzione, distrazione,
mente strozzato le attività culturali, ponendo limiti al incapacità, ed anche malafede dei nostri politici, alle
numero dei componenti dei consigli di amministra- quali si sono aggiunti, distruzione a distruzione, i
zione delle fondazioni culturali, restringendo in tal terremoti degli ultimi anni, in Abruzzo e nell’Emilia.
modo l’eventualità di ingresso di soci privati; limi- Dopo Bondi, Galan e, dopo Galan, Ornaghi. Chi è co-
tando la possibilità di spesa degli enti locali, anche di stui? Nessuno lo conosce, il più assente dei ministri
quelli che hanno avanzi di bilancio, nel settore delle tecnici - è stato definito; di lui non si riesce a com-
mostre ,ad esempio; e, da ultimo, con una infame prendere cosa abbia fatto in quasi un anno di per-
legge, richiamata da una circolare di Salvatore Na- manenza al suo dicastero - come sanno soprattutto
stasi, direttore generale e grande manovratore del le popolazioni colpite dal terremoto dell’Emilia: al-
ministero (sempre lui!), che vieta ai musicisti che la- l’indomani del terremoto e nelle settimane e mesi
vorano nelle orchestre di esercitare qualunque libera successivi, il ministro ombra non si è mai materializ-
attività al di fuori di esse, norma protestata da notis- zato neanche per un istante a Mantova, nonostante
simi musicisti e da Claudio Abbado che ha addirit- le notizie dei gravi danni subiti dal Palazzo Ducale.
tura annullato tutti i suoi concerti già programmati Che cosa altro deve accadere in Italia per cambiare
presso le nostre Fondazioni lirico-sinfoniche, dando direzione?@
il colpo di grazia alla musica in Italia.

La cultura, in Italia, vale il 5,4% della ricchezza prodotta e impiega 1,4 milioni di persone

Un COMPARTO DA 76 MILIARDI DI EURO

Frutta al Paese il 5,4% della ricchezza prodotta, equivalente a quasi 76 miliardi di euro, e dà lavoro a un milione
e quattrocentomila persone, ovvero al 5,6% del totale degli occupati del Paese. Superiore, ad esempio, al settore
primario, oppure a quello della meccanica. E, allargando lo sguardo dalle imprese che producono cultura in senso
stretto – ovvero industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico-artistico e architettonico, performing arts
e arti visive – a tutta la ‘filiera della cultura’, ossia ai settori attivati dalla cultura, il valore aggiunto prodotto dalla
cultura schizza dal 5,4 al 15% del totale dell’economia nazionale e impiega ben 4 milioni e mezzo di persone, equi-
valenti al 18,1% degli occupati a livello nazionale.
Sacrificata spesso sull’altare della riduzione del debito pubblico, la cultura dimostra non solo di poter ‘sfamare’
il paese, ma di ‘far mangiare’ già oggi quasi un quinto degli occupati italiani. Eccola la risposta a chi sostiene che
la cultura non produce PIL, ecco la via italiana per combattere la crisi: è quanto emerge dal “L’Italia che verrà:
Rapporto 2012 sull’Industria culturale in Italia” elaborato da Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il
sostegno dell’Assessorato alla cultura della Regione Marche presentato a Treia, durante la prima giornata del
Seminario estivo della fondazione.
Si tratta del primo rapporto in Italia a quantificare il peso della cultura nell’economia nazionale. Con risultati,
spiegano Symbola e Unioncamere, “che smentiscono chi la descrive come un settore non strategico e rivolto al
passato, e la inquadrano invece come fattore trainante e di rilancio per molta parte dell’economia italiana, sicu-
ramente una delle leve per ridare ossigeno ad un Paese messo a dura prova dalla perdurante crisi”. Basti guardare
la tendenza del quadriennio 2007-2011: la crescita nominale del valore aggiunto delle imprese del settore della
cultura è stata dello 0,9% annuo, più del doppio rispetto all’economia italiana nel suo complesso (+0,4% annuo).
Dato che si riflette anche sulla caparbia tenuta occupazionale dell’industria culturale, nonostante la crisi: nel me-
desimo periodo gli occupati nel settore sono cresciuti dello 0,8% annuo, a fronte della flessione dello 0,4% annuo
subita a livello complessivo.
Ancora: il saldo della bilancia commerciale del sistema produttivo culturale nel 2011 ha registrato un attivo per
20,3 miliardi di euro che ha permesso alla cultura di contribuire alla ripresa, seppur contenuta, del PIL tra il 2010
e la prima parte del 2011. A livello di economia complessiva, invece, la bilancia indicava -24,6 miliardi. L’export
di cultura vale oltre 38 miliardi di euro e rappresenta il 10% dell’export complessivo nazionale; l’import è pari a
17,8 miliardi di euro e costituisce il 4,4% del totale. Interessante anche la capacità attrattiva della cultura sul tu-
rismo: fatta cento la spesa turistica sul territorio italiano nel 2011, la componente attivata dalle industrie cultu-
rali è quantificabile al 33,6% del totale, equivalente a 23,3 miliardi di euro.
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ARIA DEL CATALOGO

IL CASALInGO DEL FLAMInIO

I nvitato ad una vacanza intellettuale in Laguna,


molti anni dopo quella che l’Albertone di ‘Vacanze
osa tanto, perchè la musica, arte ‘liquida’ per sua
stessa natura, tollera senza alzare mai la voce, che
intelligenti’ propose alla pacioccona di sua moglie, anche i casalinghi azzardino giudizi, fra quel pento-
costretto dai figli che si vergognavano un po’ dei lame di citazioni, inutili e molte volte incomprensi-
loro genitori fruttaroli, il casalingo del flaminio, Al- bili dottaggini, in un chiacchericcio da bar sport, il
bertone Arbasino, giunge alle stesse acute conclu- lunedì mattina, a partite concluse. Ha salvato solo
sioni che il pubblico delle sale cinematografiche era Boulez, insignito del Leone d’oro da quella stessa
indotto a fare dal film di Sordi. L’arte contempora- Biennale che dagli anni Cinquanta o giù di lì, non
nea, la musica in primis, è una ’presa per i fondelli’, l’ha mai invitato e che ora pensa di rimediare con il
esattamente ciò che Arbasino ha sentenziato sul suo musicista 87enne, porgendogli il Leone riparatore.
diario di ‘Repubblica’, nel più assordante silenzio ge- Che se fa?
nerale. Non un bisbiglio, un soffio, di quelli ti tanta Ma se a salvare Boulez è il medesimo casalingo del
musica d’oggi che a suo dire sarebbero intrasmetti- Flaminio, flagello della musica d’oggi, c’è da creder-
bili alla radio, non un accenno di reazione da parte gli? Tanto valeva che avesse affossato anche lui, an-
dei musicisti, diretti interessati, qui messi sul banco negandolo in laguna. Morti e resurrezioni, polvere
degli imputati. Per paura. ed altari, sconfitte e trionfi non sono affari da casa-
Temono forse che l’acuto osservatore, per una volta linghi.
nei panni ‘casalinghi’ della sua più famosa inven- Leporello
zione letteraria, con semplice trasposizione geogra-
fica da Voghera e Roma, torni sui suoi passi per
cantargliela tutta ai musicisti che si ostinano ad an-
dare per la loro strada, senza curarsi delle critiche di
un militante avanguardista, sebbene ex. Senza attac-
carlo direttamente - troppo facile?
Sarebbe bastato che gli avessero fatto notare, al cri-
tico avanguardista ex, come la letteratura, la pittura,
la scultura, l’architettura, la poesia, il cinema, la sua
stessa prosa letterariamente sofisticata, abbiano
compiuto nell’ultimo secolo, cammini paralleli a
quelli musicali, senza beccarsi mai il dileggio e l’in-
sulto di chicchessia, lui compreso. Già, il casalingo
del Flaminio non sarebbe mai capace di gettare a
mare il Joyce dell’Ulisse, o quelle figure lacerate di
Bacon, o le avveniristiche architetture non di Piano,
ma di Gehry che in taluni casi sfidano le stesse leggi
di gravità, con la terra che giace muta, in estasi, a
guardare. Contro la musica, invece, egli si scaglia,

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