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I TRE PORCELLINI
I Tre Porcellini vivevano in campagna con i genitori e giocavano spensierati tutto il giorno.
Un giorno, mentre si rotolavano sull’erba verde, la Mamma chiamò i Tre Porcellini e disse:
“Ormai siete grandi” riprese la mamma “Ed è giunto il momento di andare a vivere da soli. Da
oggi ognuno di voi dovrà costruire la propria casa”.
I Tre Porcellini, elettrizzati dalla novità e orgogliosi di essere diventati grandi, andarono a
preparare la valigia di corsa con le loro zampe grosse come cotechini.
La mamma, vedendo che i Tre Porcellini avevano finito di fare le valigie, disse loro:
“Mi raccomando: state attenti al Lupo! Non dovete farlo entrare in casa mai mai altrimenti vi
mangerà!”.
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I Tre Porcellini allora dissero:
“Mamma, non ti preoccupare, ormai siamo grandi e sappiamo come comportarci con il Lupo.
Ma tu” aggiunsero i Tre Porcellini facendo un po’ i vergognosi:
Così i Tre Porcellini salutarono la Mamma e s’incamminarono ognuno per la propria strada.
“Essere grandi è bello, ma i miei fratellini già mi mancano un po’” pensava tra sé Jimmy, il più
piccolo, mentre camminava, finché ad un tratto gli si accostò un Signore che trasportava paglia.
“Non è che, per gentilezza, mi potrebbe regalare un po' della sua paglia?".
E così, in poco tempo e con poca fatica, Jimmi costruì la sua casa, che non era molto bella e
nemmeno fatta tanto bene, ma a lui piaceva lo stesso.
Intanto Tommy, il Porcellino medio, mentre cercava il posto giusto per costruire la sua casetta,
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vide passare un Signore con un carretto che trasportava legna, e pensò:
“Buongiorno Signore!”.
“Buongiorno a te Porcellino”.
Allora Tommy spiegò: “Ormai sono diventato grande e sto andando a vivere da solo”.
“Signore, sarebbe così gentile da darmi un po’ della sua legna per costruire la mia casa?”
aggiunse Tommy.
“Ecco qua, oh una bella catasta di legna per la tua casetta!” disse il Signore scaricando la catasta
dal suo carretto.
“Lei è davvero molto gentile Signore” ringraziò Tommy tutto contento: “Grazie davvero!”.
Con quella bella catasta di legna Tommy lavorò sodo per costruire la sua casa, e appena ebbe
finito entrò dentro casa esclamando:
"Che bella! la mia casetta! Ora sono al sicuro e il Lupo cattivo non mi prenderà mai".
Nel frattempo Timmy, il Porcellino grande, aveva trovato un bel posticino per costruire la sua
casa, ma prima di iniziare si domandava serio:
E Timmy rispose:
Poi, notando che il Signore trasportava tanti bei mattoni rossi sopra una carretto tutto carico, gli
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chiese:
“Siccome sono grande e sto costruendo una casetta, non è che sarebbe così gentile da
regalarmi qualcuno dei suoi mattoni?”
“Te li dò ben volentieri” gli rispose il Signore e sorridendogli aggiunse: “Mi raccomando,
costruisci una bella casa!”.
Timmy ringraziò il Signore e si mise subito all’opera. Sudò sette camicie per costruir la sua casa
e una volta finito disse:
"Che bella la mia casa, e com’è solida! Qui dentro il Lupo non potrà prendermi!".
Così uscì in cerca di una bella colazione e camminò finché non arrivò davanti alla casa di paglia
di Jimmi.
-TOC-TOC-
"Porcellino, Porcellino, fammi entrare un minutino" tentò allora il Lupo che già sentiva un
gorgoglio nella pancia.
“Sbuff sbuff” e così sbuffa che ti risbuffa, i fili di paglia della casa iniziarono a volar via come i
coriandoli a Carnevale, finché il Lupo si trovò davanti il Porcellino, senza casa, che tremava dalla
paura.
Il Lupo con un salto volò addosso a Jimmi, e se lo mangiò in un sol boccone. Poi, con la pancia
piena, se ne tornò a casa per schiacciare un pisolino.
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Il giorno seguente il Lupo si svegliò e sentì di aver fame. Così si sgranchì le zampe e si mise a
correre in cerca dell’occasione giusta per farsi un bello spuntino.
Ben presto si trovò davanti alla casa di legno di Tommy e annusando pensò:
-TOC-TOC-
Ma Tommy gli rispose: “Tu non sei mio fratello e te lo scordi che ti apro la porta!”.
Allora al Lupo saltarono i nervi e tirando fuori un fiammifero, appiccò il fuoco alla casa. Brucia
che ti ribrucia in pochi minuti tutta la legna della casetta fu consumata e Tommy si trovò solo
circondato da un mucchio di cenere.
Appena il Lupo vide davanti a sé il Porcellino tutto tremante, aprì la bocca e lo inghiottì proprio
come un aspirapolvere.
Il giorno dopo ancora, il Lupo si svegliò con un vuoto allo stomaco, più grande di un buco nero.
Saltando giù dal letto si mise in cerca di qualcosa da mangiare, finché non trovò la casa di
mattoni di Timmy, annusò:
-TOC-TOC- e disse:
Ma Timmy, sbirciando dallo spioncino vide il Lupo tutto nero e peloso e rispose:
"Brutto lupaccio, pussa via! Non ti faccio entrare, né con le buone né con le cattive!".
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Il Lupo che non ci vedeva più dalla fame ed era rosso per la stizza bussò di nuovo alla porta
così forte, che pareva volesse buttarla giù.
-TOC-TOC-
“Prrrrrrrr!”.
Il Lupo allora iniziò a sbuffare, e sbuffare, e sbuffare e sbuffare sempre più forte ma la casa non
si mosse di un millimetro.
Allora provò a dar fuoco alle pareti, ma il fiammifero gli si spegneva in mano senza riuscire ad
appiccare il fuoco.
In un batter di ciglia il Lupo balzò sul tetto della casa di mattoni e si calò giù dal camino, come
fosse Babbo Natale.
Arrabbiato com’era il Lupo non si accorse che Timmy aveva messo a bollire un bel pentolone sul
fuoco e, quando già gli sembrava di essere riuscito ad entrare, il Lupo sentì bruciare tutto il suo
sederone grosso e peloso:
“Arggh!aahh!aaahhhh!” gridò il Lupo saltando fuori dal comignolo e rotolando giù dal tetto. E
singhiozzando se ne tornò di corsa nel bosco, e da quel giorno non se ne sentì più parlare.
Intanto Timmy, che era riuscito a sconfiggere il Lupo, diventò l’eroe della campagna e così
vissero tutti per sempre felici e contenti.
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