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Bro aC A Fondamenti At _Lascienza dell’informazione 2 Come funziona un computer QJA3 Breve storia del calcolo automatico QJA4 Breve storia del Personal Computer AS Architettura del Personal Computer (a6 Le periferiche a7 Primi passi nell’uso del PC Ce La scienza dell’informazione nish hfe Inizia con questo capitolo un percorso formativo che ha lo scopo di introdurci nel ‘mondo della scienza dell informazione. La diffusione planetaria delle tecnologie digitali e uso massiccio dei Personal Computer rendono indispensabili conoscenze approfondite in questo campo: dovremo familiarizzarci con concetti, strumenti e metodi che sono ormai divenuti di uso univer- sale nel mondo del lavoro, dello studio e della ricerca, Al tempo stesso, non possiamo limitarci a essere utilizzatori passivi di programmi che qualcuno, altrove, ha realizzato, eseguendo operazioni meccanicamente, ignorando come tutto possa avvenire. Scopriremo che il mondo dell’Informatica é assai piit ampio del semplice utilizzo di qualche programma sul proprio PC e, cosa fondamentale, ne comprenderemo le ragioni ei perché. HEE Cos’é I’Informatica Quando sentiamo parlare di Informatica, pensiamo subito ad un computer, magari a quello che abbiamo a casa o nell'aula di laboratorio della nostra scuola. Pitt che "Informatica’, il nome pit appropriato per questa disciplina é scienza dell infor- mazione: una disciplina che si occupa, certamente, di computer, ma pit in generale di tutto quanto riguarda gli aspetti di trattamento, elaborazione, memorizzazione dell'informazione. Cos'é l'informazione? Sono state proposte molte definizioni, Per i nostri scopi possia- ‘mo utilizzare la seguente: * Vinformazione contenuta in un messaggio é pari al grado di noviti che il trasmet- titore invia al ricevitore. Abbiamo un soggetto che trasmette, cio’ che comunica, un determinato messaggio a un soggetto che la riceve. II messaggio avra tanto maggiore contenuto informative quan- to pit alto sara il grado di noviti che porta A Fondamenti ‘Ad esempio, se un nostro amico ci dice come si chiama, é vero che sta comuni- cando con noi, ma dopo Farrivo del messaggio, ne sappiamo esattamente quanto prima (dato che sapevamo gia il suo nome). Se invece ci dice che ieri si & iscritto alla Facolt di Medicina, il messaggio contiene un elemento di novita, e quindi informazione. Notiamo in questo esempio come informazione e comunicazione siano stretta- mente legate: approfondiremo la questione nel prossimo paragrafo. L'Informatica non é il Personal Computer « La scienza dell'informazione, che in Italia @ comunemente deta Informatica, non si occupa solo del PC e del suo uti- lizzo. Oltre ai computer, piccoli o grandi che siano, esistono un’altra infinita di dispositivi che scambiano informazione, la trattano, la gestiscono secondo le istruzioni contenute nei programmi e compiono azioni conseguenti. Tutti questi apparecchi o sistemi, che vanno dal telefono cellulare alle grai di reti di telecomunicazione a livello globale, dal televisore di casa ai sistemi di gestione delle borse valori, sono governati da processori che acquisiscono infor- mazioni, le elaborano, eseguono azioni programmate e trasmettono le informa- zioni elaborate. Appare quindi evidente che pensare a un esperto di Informatica come a un mago del Personal Computer sia estremamente riduttivo: in realta, la scienza dell'informazio- ne abbraccia un campo di studi molto vasto, che spazia dalla linguistica - dato che le lingue sono da sempre il primo metodo di comunicazione usato dalle comuniti degli umani - alla robotica, alle applicazioni industriali per il controllo automatico della produzione sino allo studio delle interface, cio’ delle tecniche e dei modelli di comu- nicazione che permettono l'interazione tra gli umani e le machine. > L’Informatica parla inglese In tutto il mondo dell'Informatica si parla inglese. Alcune nazioni, come a Francia, negli anni ‘70, vollero redigere un lessico informatico nella propria lingua, creando o adattando parole francesi per esprime- re la terminologia del mondo dei computer. Inrealta, 'inglese é la vera lingua franca, cioé comune, a tutta la comunita mon- diale degli informatici. Per questo motivo, in questo volume e in quelli degli anni successivi, troverete tutti i termini di uso comune, in inglese, insieme alla loro traduzione in italiano. Talvolta, si sentono persone non esperte lamentarsi di questo gergo, rite- nuto incomprensibile per i non addetti ai lavori e cosi pieno di termini inglesi. Pensiame, allora, che ogni attiviti ha un linguaggio proprio: se un marziano che avesse studiato italiano con una buona grammatica e degli esercizi, ascoltasse una telecronaca di una partita di calcio, cosa capirebbe? Per quanto riguarda I'inglese, la scelta deriva solo dal fatto che lo sviluppo del!'Informatica ha avuto luogo soprattutto nei centri di ricerca statunitensi: si trata quindi di una ragione storica. Non é l'unico caso: i cantanti lirici di tutto il mondo, ad esempio, devono da sempre imparare italiano, dato che tutta la terminologia musicale e gran parte delle opere che andranno a interpretare sono nate in Italia: altri momenti storici,, altre consuetudini, 1 La scienza dettinformazione Data limportanza che ha I'Informatica nella formazione dello studente di oggi, questo corso non si propone solo di insegnare a usare il PC e i programmi pitt comuni: in questo volume, e ancor piit nei successivi, indagheremo i molti e complessi aspetti della scienza dell informazione. In particolare, per divenire utenti consapevoli e non solo passivi utilizzatori di compu- ter, cercheremo di conoscere e comprendere le ragioni che hanno fatto del! Informatica, con i suoi sviluppi, le tecnologie e le relative implicazioni sociali, quel mondo complesso e affascinante che & oggi. HEE «Cosa vuol dire ICT Figura 4 Un grande datacenter. Linformazione ¢ la comunicazione sono strettamente legate. Per questo motivo, da molti anni, si parla di ICT, sigla inglese che significa Information and Communication Technology, cioé tecnologia dell'informazione e della comunicazione. Sotto questa denominazione vanno lo studio e l'utilizzo di tutti i sistemi, in massi- ma parte digitali, preposti ad acquisire, elaborare, registrare, trasmettere, conservare ed elaborare le informazioni, sia sotto 'aspetto dell’hardware, ciot delle apparec- chiature, dei sistemi delle loro interconnessioni, sia sotto 'aspetto del software, cio? dei programmi e dei dati. Le telecomunicazioni, originariamente, non erano basate sull’utilizzo di sistemi digita- li: i computer non esistevano e i problemi venivano risolti con altri metodi L’avvento della microelettronica e la nascita dei computer portarono ben presto a rivedere i criteri di proget- tazione e conduzione dei sistemi di comunicazione: si comprese come il passaggio al digitale avrebbe potuto migliorare in modo notevolissimo sia la quantita sia la qualita dello scambio nelle comunicazioni. Le telecomunicazioni stesse, che sono nate con la telegrafia e quindi si occu- pavano inizialmente dell’invio e rice- zione di testi, sono passate a trasmet- tere voce (con la telefonia), immagini (con i fax) e immagini in movimento (con i sistemi televisivi). Allo stesso modo i computer, nati inizialmente per svolgere calcoli numerici, sono divenuti strumenti versatili con i quali é possibile trattare e gestire linforma- zione nel senso piti ampio del termine. Immagini, filmati, musica e una immensa quantita di dati di ogni tipo vengono a ogni istante elaborati da sistemi informatici in tutto il mondo. L’evoluzione tecnologica ha portato negli anni a una convergenza tra tutti questi sistemi, al punto che, oggi, tutte le telecomunicazioni sono gestite da grandi sistemi informatici e, a loro volta, tutti i sistemi informatici sono collegati da reti di comu- nicazione, quale, ad esempio, l'Internet. Lo sviluppo delle due discipline - informazione e comunicazione - si quindi, di fatto, unificato, anche se all interno permangono aree di competenza specialistica. A Fondamenti ME Linformatica é ovunque La diminuzione degli ingombri, avvenuta grazie alle tecnologie di miniaturizzazione, ¢ Pabbattimento del costo dei componenti elettronici hanno permesso la diffusione di questi sistemi in tutti i campi. Le grandi organizzazioni possono contare su enormi sistemi informatici, collegati tra loro in modo che tutte le sedi, a livello planetario, possano condividere le medesime informazioni e utilizzino le stesse procedure. L’attivita dei governi, delle strutture della difesa, dei centri di ricerca universitari e delle grandi aziende si basano completamente su questo tipo di tecnologie, al punto che la conservazione dei dati e il funzionamento del sistema informatico nelle situazioni di emergenza o di disastro ambientale sono diventati un tema strategico per tutte queste realta. Le cause di interruzione del servizio possono andare dal black-out energetico alla calamita naturale - i terremoti non sono ancor oggi prevedibili - sino all’azione di guerra o terroristica: colpire un grande centro informatico significa colpire un nucleo ae vitale per 'organizzazione che lo utilizza, E necessario, quindi, strutturare i sistemi informatici in modo che sia garantita la con- tinuita di funzionamento e di accesso ai suoi contenuti, qualsiasi cosa succeda, Il concetto, in sé, ¢ molto antico: al momento del Diluvio Universale, No? fece l'arca e caricé su di essa una coppia di ogni genere di animali ... per garantire quella che potremmo chiamare Life Continuity, cio® la continuita della vita! Oggi, fermare i sistemi informatici vorrebbe dire fermare Tintero pianeta, soprattutto per quanto riguarda i Paesi tecnolo- gicamente pitt avanzati. > Business Continuity Per alcune organizzazioni non é pensabile interrompere il proprio funzionamento 0 perdere i dati sulla base dei quali esse operano. Pensiamo alle banche: cosa succede- rebbe se, improvvisamente, andassero persi i nomi e i dati di tutti i correntisti? Nello stesso modo, le aziende non possono perdere i propri dati contabili e di produzione, né i propri archivi, come lo Stato non potrebbe perdere le sue anagrafi. La conservazione delle informazioni e, soprattutto, la garanzia che la continuita del processi vitali dell organizzazione possa essere garantita, anche in presenza di eventi disastrosi, ha fatto nascere il concetto di business continuity, espressione inglese che significa continuita di servizio. Esistono strategie e sistemi, estremamente costosi, che garantiscono la continuit& di funzionamento del sistema informatico, anche se, ovviamente, esiste un limite al livello di protezione. Le strategie adottate vanno dalla capacita di autoprodurre l’energia elettrica necessaria per il funzionamento dei sistemi al raddoppio di computer e archivi, che vengono dislocati geograficamente per ridurre il rischio di attacco: ad esem- pio, collocando il centro primario in Europa e il centro secondario in America. Se uno dei due sistemi si ferma, laltro continua a funzionare e supplisce i servizi di quello bloccato. 1 La scienza dettinformazione Figura 2 1 primo esempio di conservazione della Lite Continuity Dobbiamo perd considerare che troviamo tecnologia digitale anche negli oggetti che usiamo quotidianamente, forse senza neppure sospettarlo. Un processore governa il telefono cellulare, un altro la playstation: ci sono processori nelle lavatrici e nelle lavastoviglie. C’ un processore nel player mp3 con il quale ascoltiamo la musica e nella tastiera elet- tronica che usiamo per suonare, ma anche nel nostro televisore e nel lettore di DVD collegato. Quando unvauto si ferma ed il meccanico sentenzia "E la centralina’, sta Fgura a parlando del sistema elettronico che gover- La strumentazione naintera vettura, anch'esso di tipo digitale. incorporata nel volan- All interno del volante di una Formula 1 ¢’é te di una vettura F1 piu potenza di calcolo che in un PC. Abbiamo processor nelle macchinette delle sale gioco, negli strumenti di misura di tipo pitt diverso, dalle macchine da laboratorio per le analisi cliniche ai sistemi di misura del territorio, derivati in linea di principio dai vecchi sistemi ottici. C’8 un processore nel! orologio elettronico che portiamo al polso, cosi come nel telecomando del televisore e nel videocitofono. Processori governano i sistemi antifurto, gli sportelli Bancomat, le macchine emetti- trici automatiche dei biglietti alle stazioni ferroviarie, cosi come i parchimetri a moneta. Gli impianti che permettono la progettazione e la realizzazione di questi sistemi si basano, a loro volta, su computer e su sistemi digitali: senza computer, oggi, non potremmo progettare un nuovo computer. 11 nostro mondo, almeno per quanto riguarda i Paesi tecnologicamente avanzati, & completamente pervaso dalla tecnologia digitale: i computer sono ovunque, e dove c’8 ‘un processore, ci sono programmi che lo fanno funzionare. Enon dimentichiamo che ci sono state persone che hanno ideato il dispositivo, altre che lo hanno ingegnerizzato, altre che lo hanno realizzato e altre ancora che hanno scritto i programmi. L'Informatica, quindi, va ben oltre il semplice PC di casa o dell’ufficio, anche se il Personal Computer sari per noi un ottimo banco di prova per verificare le abilita e le competenze che avremo raggiunto, Concetti essenziali Wi Lnformatica é una s nnza vasta, che va al di la digitali, campo di applicazione prin- del semplice utilizzo del Personal Computer. cipale dellInformatica, si trovano in ambiti ed apparati di ogni tipo: dai prodotti di consumo WH La lingua universale del mondo informatico & | fino alle pia sofisticate apparecchiature per ricerca Tinglese, avanzata. @ LInformatica e le telecomunicazioni sono indis- | Ml L'importanza assunta dai sistemi informatici fa si solubilmente connesse: computer e sistemi di che i grandi centri di elaborazione dati siano dive- comunicazione cooperano ¢ si integrano su scala | nuti punti nevralgici per il funzionamento delle mondiale, organizzazioni. 6 A Fondamenti ml Test EDI Dire quali deite seguenti affermazioni (nessuna, una © pi di una) sono vere. LLinformatica é [A] la scienza detinformazione 1B] fa scienza dei computer futur {G| una discipina etteraria | a scionza delutizz0 dei programm Dire quali delle seguenti affermazioni (nessuna, una © pitt di una) sono vere. informatica si occupa: [A] solo dei Personal Computer vr {B| Gi tut tipi di computer vr [G] Gi metoct e strument,fisiie logic, per trattarerinfor- mazione vr [B] solo ci programm peri computer ver Dire quali delle seguenti affermazio ‘© pitt di una) sono vere. I terrini del inormatica [A] non sono parole special, basta intendersi [B] sono quasi sempre parole inglesi [6] sono quasi sempre parole talane [D] sono parole inventate per questa specifica disciplina ut Dire quali delle seguenti affermazioni (nessuna, una © pili di una) sono vere. La sig ICT significa: [A] Intemational Cat Trust [B] Intemational Computer Tutors [G| Information and Communication Technology [D] Imperial Chinese Trade Dire quali delle seguenti affermazioni (nessuna, una © pit: di una) sono vere. Informatica e telecomunicazion: [A sono nate separatamente 8 poi si sono congiunte ve [B] sono nate separatamente e sono disgiunte VF [G| sono due discipine fortemente connesse = VF [B] cono due clscipine che si escludono a vicenda ve Dire quali delle seguenti affermazioni (nessuna, una © pid di una) sono vere. Le ragioni dela ifusione det informatica sono: (A] la tacts di programmazione [B) I picoole ingombro e il basso costo la resistenza agi attacchi informatic [Dla richiesta di videogiochi FE Dire quali dette seguenti affermazioni (nessuna, una © pil di una) sono vere. Possiamo trovare un processore e circul digital: [A] in un'automobile degli anni '60 {B] in un'automobile del 2000 [| fun muino a vento antico [| im una linea di produzione industriale Dire quati dete seguenti affermazioni {nessuna, una © pit di una) sono vere, Un centro di elaborazione dati mn luogo in cui fanno tutto | computer, non ci sono operator umani vr [B] un insieme ci stanze in cui diversi propriate depos tano i foo vecehi computer vr 1 luogo sicuro @ protetto ve [B] un possibile obiettvo per azioni di sabotaggio VF ED Dire quali detle seguenti attermazioni (nessuna, una © pi di una) sono vere. informatica, attualmente: [A] é veramente diffusa solo negli Stati Uniti € diffusa in tutti Paes’ avanzatie si sta difondendo negli at ve ha i suoi massimi centr di ricerca in Europa VF [| é sviupoata da programmatori ed esperti di tutto i mondo vr ver EH Dire quali dete seguenti affermazioni (nessuna, una © pid di una) sono vere. [A] Non & possibile, al giomo «099i, fare niente se non si hanno a disposizione strumenti informatic. YF Giistrumentinformatici sono importantissimi por la vita modema, ve Non esistono pits nuove tecnologie da inventare, lin- formatica @ ormai al massimo della sua evoluzione. ve [B) Nuovi strumentiinformaticio loro miglioramenti ven- gono continuamente prodotti in tutto il mondo. ve 1 La scienza det'informazione 7 Ce Come funziona un computer Quali sono i metodi e le logiche che permettono a un sistema digitale di funzionare? Per rispondere a questa domanda, dovremo rivisitare concetti che diamo per scontati, come "contare': impareremo che il modo in cui tutti lo facciamo ogni giorno - la cosiddetta numerazione decimale - é solo uno tra i molti possibili Attraverso alcuni esempi, vedremo come é organizzata Varitmetica del computer, ‘fatta a partire da due soli valori, zero e uno. Analizzeremo con attenzione il nostro sistema di numerazione posizionale e, mante- nendone i metodi ma usando una base diversa, impareremo a contare in numerazione binaria, come i processori Chiariremo le definizioni di analogico e digitale e i concetti di campionamento e digitalizzazione. HEE Analogico e digitale Figura 1 1A] Orologio analogico © [8] orciogio digitale. Nel mondo che ci circonda, incontriamo assai spesso l'aggettivo “digitale”: orologio digitale, termometro digitale, fotografia digitale; molto meno frequentemente, invece, troviamo l'aggettivo che si contrappone a questo termine: "analogico”, La differenza tra analogico e digitale é un concetto importante, dato che tutto il mondo dei computer si basa su un approccio digitale. Liesempio piit immediato per distinguere tra questi due termini é quello degli orologi da parete: se pensiamo all orologio tradizionale, con il grande quadrante rotondo nume- rato da 1 a 12, la lancetta delle ore e quella dei minuti, stiamo parlando di un misuratore di tempo che fornisce allosservatore un’indicazione di tipo analogico. In altri termini, Ie lancette ci informano, in ogni momento e senza soluzione di continuit’, su che ora é: tutti gli intervalli tra un minuto e il successivo sono percorsi dalla lancetta, che si muove uniformemente ruotando intorno all'asse centrale. In contrapposizione, pensiamo a un orologio digitale con indicazione di ore e minut il suo quadrante (in inglese, display), ci mostra un numero di due cifre che indica le ore € un altro numero di due cifre che indica i minuti: tra le 15:24 ¢ le 15:25 non vi sono indicazioni intermedie. Trascorso un intero minuto, l'indicatore scatta aumentando di A Fondamenti una unita il numero che indica i minuti, ragion per cui non possiamo sapere se, quando leggiamo 15:24, sono le 15:24:01 0 le 15:24:59. Volendo generalizzare, possiamo dire che una grandezza @ analogica quando essa pud assumere tra un valore e un altro tutti i valori intermedi, almeno per certi intervalli, mentre una grandezza digitale assume solo valori discreti, in cui la differenza minima tra un valore e altro non é mai inferiore a una determinata quantita. Una grandezza digitale & facilmente rappresentabile in forma numerica: percid, dovendo effettuare dei calcoli, & possibile operare agevolmente su di essa con machine di tipo numerico, quali gli elaboratori elettroni Attraverso opportuni circuiti elettronici é possibile trasformare una grandezza analogica in digitale, sulla quale possiamo pit facilmente operare attraverso un com- puter, cosi come, in modo inverso, possiamo avere situazioni in cui grandezze digitali vengono ritrasformate in analogiche per renderle idonee al loro utilizzo. Un esempio di questo tipo di trasformazione e ritrasformazione é dato dalla regi- strazione ¢ riproduzione musicale su Compact Disc: la registrazione dei suoni, per loro natura forme d’onda di tipo analogico, avviene campionando (vedi box sotto) i segnali originali e trasformandoli in segnali numerici. Questi segnali digitalizzati sono elaborati € memorizzati sul supporto fisico, costituito dal CD: attraverso un sistema di lettura a laser, i valori digitali "scritti" sul disco vengono ritrasformati in un segnale continuo, quindi analogico, percepibile dalf orecchio umano, Osserviamo che questo tipo di digitalizzazione e ritrasformazione sara tanto miglio- re quanto pitt ravvicinati saranno i campioni: lintervallo tra un valore e l'altro prende il nome di intervallo di campionamento. Quanto pid fitti sono i campioni, tanto p segnale digitalizzato assomigliera alla forma d’onda originaria. B intuitivo comprendere come, a livello teorico, la grandezza digitalizzata sarebbe perfettamente identica a quella in ingresso solo se il numero di campioni fosse infinito. > Il campionamento Un segnale analogico, per sua natura, & rappresentabile come una curva continua. Immaginiamo di avere la curva delle temperature rilevate da una centrale meteoro- logica nell’arco della giornata (curva nera in figura 2) Potremmo anche rappresentare questi valori, a patto di rinunciare a un poco di precisione, con _un'approssimazione ottenuta dividendo Finsieme dei valo- ri di partenza in N parti, magari ad intervallo fisso di tempo (curva spez~ zata azzurra in figura 2). Loperazione che abbiamo appena fatto prende il nome di campionamento, ed equivale a dire che, anziché registrare tutti i dati in ogni istante, per ogni intervallo di tempo - detto periodo di campiona- mento -ne prendiamo uno (ilcampio- 7 § 9 10 41 12 13 ne) ¢, per i nostri usi, lo consideriamo come se fosse rappresentativo da solo della grandezza in esame per tutta la durata del campione. In un secondo, le temperature atmosferiche non variano in modo apprezzabile, Temperatura Ora del giorno 2 Come funziona un computer Figura 2 Campionamento di un ssegnale analogico. Figura 3 [Al icona 512 x 512, pixel, [8] icona 96 x 96 pixel e [C] icona 82 x32 pixel 10 ma neppure in un minuto: una campagna che rilevi 60 campioni di temperatura allora, quindi, fornira informazioni sufficienti agli scopi. In altri casi, quando si haa che fare con fenomeni molto veloci quali, ad esempio, il comportamento di materiali in seguito a un urto oa un'esplosione, dato che Fintero fenomeno dura una frazione di secondo, le osservazioni ¢ le registrazioni dovranno avvenire usando campioni di durata molto inferiore: decimi, centesimi 0 millesimi di secondo. Come & possibile utilizzare in modo valido per i nostri scopi grandezze imprecise, come quelle digitalizzate? Un esempio ci viene in aiuto. Se guardiamo le fotografie in bianco e nero sulle pagine di un quotidiano, riconosciamo facilmente le persone 0 i luoghi o gli oggetti rappresentati. Eppure, se prendiamo una lente di ingrandimento, ci rendiamo conto che le immagini sono formate da migliaia e migliaia di puntini bianchi € neri: un esame da vicino rende impossibile comprendere cosa la fotografia ci mostra, Limmagine é stata "frammentata" in migliaia di puntini: un numero sufficientemente elevato affinché locchio umano, e il cervello, riescano a percepire quel mosaico come un‘immagine analogica, ricomponendoli, ed estraendone quello che si chiama il conte- nuto informativo, Dobbiamo immaginare che immagine originale, analogica, caratterizzata da tante sfumature, cio? toni di grigio, sia stampata su una griglia formata da tanti quadratini, e che allinterno di ogni quadratino possiamo avere solo un determinato tono di grigio Se il numero dei puntini diminuisse, a parita di dimensione della fotografia, a un certo punto noteremmo che immagine risulta "sgranata’. Oltre un certo sarebbe irriconoscibile. E chiaro quindi che T'informazione portata dall'immagine, ad esempio la possibilita di riconoscere un personaggio noto dal suo volto, va degradando al diminuire del numero di puntini: per esprimerci in modo pitt corretto, dovremo dire con la diminuzione del numero di campioni. Questi concetti intuitivi sono alla base della Teoria dell'Informazione, e su di es: basano sia il funzionamento dei computer sia quello dei sistemi di comunicazione. Li approfondiremo nei capitoli dedicati a queste discipline. > La struttura delle immagini digitali Nella figura a lato vediamo la reale com- Qo posizione, ingrandita, di una comune icona. Notiamo che le linee, apparentemente continue, in realta sono ottenute grazie ad un numero molto elevato di punti posti in successione nelle celle di un reticolo, come per formare un mosaico. Ogni singolo elemento del mosaico prende il nome di pixel, dall'inglese pic- 4 ture element, cio? elemento dellimma- | gine. Tutti i pixel di una immagine hanno la medesima dimensione, e ogni pixel é di 7 un determinato colore. A Fondamenti Si intuisce facilmente che la resa di un’immagine, dopo la digitalizzazione, sara tanto migliore quanto maggiore il numero di pixel con la quale andremo a rappre- sentarla: in particolare, le linee curve o i segmenti che non si trovassero esattamente sulla linea di demarcazione tra un pixel e il successivo, dovranno essere approssimati. La digitalizzazione di un'immagine analogica & percid sempre una approssima- zione dell’immagine di partenza: importante é che essa sia sufficientemente fine da rendere immagine fruibile per lo scopo per cui & stata elaborata. Una stampa di qualiti o un monitor di pregio avranno un numero elevatissimo di pixel per centimetro in questo modo, sara possibile rappresentare immagini digitali che contengono, al proprio interno, anche dettagli molto minuti. _ ME Zero e uno concetto di stato + Tutto il mondo dell’claborazione digitale, nella sua grande complessita, si basa in ultima analisi su pochi concetti fondamentali. Uno di essi @ il concetto di stato. Teniamo presente un concetto fondamentale: parliamo di stato, in quanto se un certo elemento possiede un certo valore, ad esempio 0, esso continua indefinitamente in que- sto stato (cio ad avere valore 0) fino a quando, a valle di un’operazione consentita, esso assumera un altro valore (ad esempio 1), cio’ cambiera di stato. Esamineremo in seguito come grandezze fisiche, informazioni, dati, possano essere ricondotti tutti a entita numeriche: per ora, concentriamoci su come una macchina del tutto elementare, capace di fare solo pochissime operazioni assai semplici, anche se molto velocemente, sia in grado di effettuare calcoli. La numerazione in base 10 * Quando esprimiamo un numero, per esempio 675, utilizziamo un sistema di numerazione posizionale in base 10. Ogni cifra all’interno di un numero, espresso in notazione decimale, puo assumere 10 valori diversi: da 0 sino a 9. "Posizionale” significa che le cifre che compongono un numero hanno valore diverso in funzione della loro collocazione all’interno del numero, e che nel passare da una posizione a quella immediatamente a sinistra, il peso" della potenza di dieci corrispondente aumenta 2 Come funziona un computer 4 12 di 1, Ad esempio, nel numero 555 abbiamo tre volte la cifra 5: ma quando lo leggiamo, diciamo cinquecento (il primo 5 @ moltiplicato per 100), cinquanta (il secondo 5 é moltipli- cato per dieci) ¢ infine cinque (che possiamo immaginare moltiplicato per 1, cio’ per 10°). Questo significa che 555 viene interpretato secondo la seguente convenzione: 5 unit +5 decine + 5 centinaia. Il suo valore & quindi dato da 5x10 +5x10'+5x 10° cio’ dalla somma di una serie di prodotti di potenze del 10 (ricordiamo che ogni numero elevato alla 0 vale 1) Questo sistema di notazione, per noi assolutamente intuitivo, & una conquista relati- vamente recente: di origine indiana, giunse in Europa intorno all anno mille, attraverso Ja cultura araba. Un esempio box di seguito). notazione differente é dato dall'antico metodo additivo romano (vedi > La numerazione romana 1 Romani svilupparono un sistema di numerazione detto numerazione additiva: ogni cifra aveva un Cifra Valore valore ben definito e ogni numero era ottenuto som- romana ay devia mando, con particolari regole, le cifre elementari ot no (vedi tabella).. ‘ Le cifre erano scritte da sinistra a destra, partendo D 500 da quelle di valore maggiore. Ad esempio, CXXVII, c 100 significa 100 + 10 + 10 +5 + 1 + 1, cioé 127. L 50 Non si poteva avere pitt di tre volte la stessa cifra : consecutiva; quindi, per dire 4, non si poteva scrivere x 10 III, ma si scriveva IV, intendendo che la prima cifra, v 5 di valore inferiore, andava sottratta alla seconda, di I 1 valore superiore. Difficile? Numerazione binaria « A livello di circuiti elettronici, si scopri che era relativamen- te semplice avere degli elementi che potevano assumere due stati diversi in particolare, si potevano costruire elementi che, come tanti interruttori, fossero aperti o chiusi, e, oppor- tunamente comandati, potessero cambiare il loro stato da un valore all’altro. Mentre nel sistema a base dieci una cifra poteva assumere dieci valori diversi, ci si ritrovd nella necessiti di dover operare con cifre che potevano assumere solo due valori diversi: acceso o spento, o, come nella realta, zero 0 uno, Nacque quindi la necessita di esprimere i valori numerici usando una notazione in cui ogni cifra assumesse uno di questi due valori: nacque cosi la numerazione binaria, 0 numerazione in base 2. Se nella notazione decimale a ogni posizione di un numero corrisponde un fattore moltiplicativo pari a una potenza di dieci, nella notazione binaria a ogni posizione corri- sponde una potenza del 2. Ogni numero, quindi, dovra essere espresso come somma di potenze del 2, anziché come somma di potenze di 10 come siamo abituati a fare. Un’immagine ci aiutera a comprendere meglio. A Fondamenti 142 = 128484442 142 i 000111 a Hy Lu Tei [4x s0 [Bu 40] [1xa"[OxD]Ox2 [Ona] x2 | 1x2 [1x2 [Ox 142 eapreseo base 10 142 expresso h ase 2 0[1]o]7j0 Moltiplicare per 2 un numero binario 0} 1 [0] 1 [0|1 {0} Sposstamento a sinistra 0/0/10] 1[1}1]0} — Dividere per 2 un numero binario 0 [0/0] 1/0]14|1|1] —® Spostamento a destra ME 11 computer lavora con due soli stati Per gli scopi di questo capitolo, semplificheremo molto la descrizione di quanto avviene allinterno di un computer, ma Fimportante & comprendere i concetti di base, lasciando Yapprofondimento tecnico a un secondo momento. Immaginiamo che i numeri siano registrati in celle contigue nella memoria del com- puter come sequenze di zero e uno. ‘Supponiamo che il computer sia in grado di compiere, grazie ai suoi circuiti, pochis- sime operazioni molto semplici sulle celle di memoria: per esempio, prendere una cella € cambiarne lo stato (cio8 trasformare uno zero in uno e viceversa), prendere due celle e scrivere su una terza uno zero o un uno a seconda dello stato delle due celle di partenza, prendere il contenuto di una cella e copiarlo uguale nella cella a sinistra o in quella a destra € cosi via. Operazioni banali? Certamente, quindi facili da eseguire, Ma, allo stesso tempo, potentissime. Vediamo perché. Prendiamo il numero 9, e scriviamolo in notazione binaria. Per fare questo, lo dobbia- ‘mo esprimere come somma di potenze di 2. Il numero 9 é dato da (8 + 1), per cui 9=1xB+Ox2?+Ox2 41x29 La sua rappresentazione binaria é quindi 1001. In notazione decimale, se a 9 sommiamo 1, otteniamo 10. Cosa abbiamo fatto? La cifra 9 é la pit alta tra quelle a nostra disposizione: sommando 1, al suo posto met- tiamo uno 0 (ogni posizione assume ciclicamente i valori da 0 a9 e poi di nuovo 0 e cosi via), ma abbiamo generato un riporto pari 1, che & andato ad occupare la posizione pitt \iamo 9 scritto come 09, la trasformazione in 10 é pili evidente). 2 Come funziona un computer Figura 4 numero 142 espres- 0 in base 10 € in base 2. Figura 5 Motipicazione divisione per 2 di un rumero binario, 413 14 Vediamo ora come si scrive 10 in sistema binario. II numero 10 é dato da 8 + 2, e pud essere scritto come 1x23+0x2?+1x2!+0x2° che, in notazione binaria, porta al valore 1010. Verifichiamo sommando 9 a 1 in notazione binaria: 1001 + — (9 decimale) 0001 (1 decimale) 1010 (10 decimale) Sommando 1 alla cifra pitt a destra della rappresentazione binaria del nostro numero 9, ritorniamo ciclicamente a 0 ma generiamo un riporto di 1 nella cifra subito a sinistra! Prendiamo ora nuovamente il nostro numero 9, e supponiamo di volerlo moltiplicare per 2. Il numero 18, in codice binario, si esprime come 16 +2, cio8 1x 24+ 0x2 +0x2+1x21+0x29 € quindi si scrive come 10010. Confrontiamolo con il 9, che in binario si scrive 01001 Se osserviamo attentamente, scopriamo che nel 18 tutte le cifre del 9 sono state spostate a sinistra di una posizione, ela cifra pitta destra é diventata uno 0. Scopriamo quindi che, in notazione binaria, per moltiplicare un numero per 2 basta spostare di una posizione a sinistra tutte le sue cifre, mettendo uno zero nell'ultima posizione restata libera. Analogamente, se volessi dividere 18 per 2 in notazione binaria, dovrei quindi solo scalare a destra le cifre che compongono 10010, mettendo uno zero a sinistra nella posi- Zione che é rimasta libera. Questo @ solo un esempio: & chiaro che, nella pratica, dobbiamo saper moltiplicare ¢ dividere anche per valori diversi da 2. Ma quello che vogliamo rendere evidente é che, con una serie di artifici, giocando sulla rappresentazione numerica in base binaria delle informazioni, il computer pud compiere operazioni sui dati. Le operazioni che esso com- pie sono molto elementari, ma in compenso vengono eseguite ad altissima velocit’, per cui é in grado di produrre il risultato voluto in tempi ridottissimi > L’origine delle cifre moderne Le cifre con cui scriviamo i numeri vengono comunemente dette cifre arabe, dato che vennero utilizzate largamente dai matematici del mondo islamico in epoca medievale. In realt’, i matematici arabi avevano preso questo sistema di numerazio- nea propria volta dal mondo indiano, presso il quale la matematica era assai evoluta La vera rivoluzione della numerazione araba risiede sia nel tipo di notazione delle cifre sia nel concetto: il mondo romano sommava simboli di valore diverso, indican- doli in ordine decrescente, a partire da quello di "peso" maggiore, mentre in questa nuova notazione le stesse cifre possono cambiare "peso a seconda della posizione che hanno all'interno del numero. Poco prima dell’anno 1000, Gerbert d’Aurillac, un ecclesiastico francese, appas- sionato di matematica - divenne papa con il nome di Silvestro II - recatosi in Spagna, a quei tempi sotto dominazione araba, notd come i colleghi arabi sapessero eseguire velocemente e facilmente calcoli che per lui erano lunghi e laboriosi. Intuite le possi- bilita e le potenzialita della loro tecnica, la introdusse nel mondo occidentale. A Fondamenti Concetti essenzi Hi Analogico si contrappone a digitale: si dicono grandezze analogiche quelle che possono assu- mere tutti i valori intermedi all interno di un dato intervallo; si dicono grandezze digitali quelle che vengono espresse in modo numerico, senza possi- bilith di discriminare valori intermedi tra due cifre consecutive. Mi Una grandezza che possa assumere solo due stati pud essere descritto mediante una rappresentazio- ne in base 2, 0 rappresentazione binaria. MH La comune aritmetica si fonda su un sistema di numerazione a base 10: quando una cifra supe- ra il valore 9, si riparte da zero ma si genera un riporto verso la decade superiore, I Laritmetica del computer si fonda su un sistema numerazione a base 2: se una cifra supera il valore 1, si riparte da 0 ma si genera un riporto a sinistra, Ml Test EI Dire se te seguenti affermazioni sono vere o false. [A]! grafico che descrive l'andamento demogratico annuale di una citta, mese per mese, & di tipo ana- logico. vr B] La traccia lascata sulla neve da uno sciatore che pra- ticalo slalom & rappresentabile core una curva tipo digitale VF [6] rratto della Gioconda di Leonardo da Vinci & stato realizzato con tecnica digitale. wie 1D] Il termometro a colonna di mercurio @ uno strumento Il calcolo e i calcoli Il termine calcolo deriva dal latino calculus, sassolino: anticamente, venivano usati mucchietti di sassolini, una sorta di pallottoliere senza fli, per faclitare le operazioni di conteggio. II sistema & ancora usato in alcune parti del mondo, con semi secchi 0 altri piccoli oggetti che vengono utilizzati come aiuto al calcolo mnemonico. mondo greco ¢ Gia nel III secolo avanti Cristo, gli scienziati ellenistici, e tra loro il siracusano Archimede, avevano realizzato macchine, dette Astrari, che erano dei veri ¢ propri modelli matematici dei moti celesti. In esse i rapporti tra gli ingranaggi erano calcolati in modo tale da riprodurre esattamente le posizioni reciproche visibili in cielo di Terra, Luna, Sole e dei pianeti allora conosciuti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno). Sopravvive un solo esemplare, anche se non completo, di questi calcolatori del mondo antico: si tratta della macchina di Antikythera. E un calcolatore meccanico, straordinario sia per la precisione del computo sia per la sua raffinatissima esecuzione meccanica. Cina e Islam « Strumenti meccanici in ausilio all’astronomia furono anticamente realizzati anche dagli antichi Cinesi e nel mondo islamico. Mossi da un orologio, che riproduceva lo scorrere del tempo, mostravano le posizioni degli astri su grandi quadran- tie fornivano indicazioni, come la data del giorno, in un'epoca in cui non esistevano né radio né televisione né calendari stampati a cui fare riferimento. La possibilita di far eseguire calcoli a una macchina, il cosiddetto calcolo automatico, fu un tema di interesse anche per i grandi filosofi del medioevo. > La macchina di Antikythera Agli inizi del XX secolo un gruppo di pescatori di spugne avvistd al largo delfisoletta greca di Antikythera il relitto di una nave. Tra tanti preziosi reperti recupe- rati, uno non dest alcun interesse particolare, ma fu comunque portato, con molti altri frammenti, al Museo Archeologico di Atene. Uno studioso osservd che non si trattava solo di una massa metallica, resa quasi irriconoscibile dalle incrosta- Zioni dovute alla permanenza per oltre duemila anni nell'acqua di mare, ma che in essa erano visibili parti di ruote dentate. Dopo quasi cento anni, grazie a numerosi studi e ad un progetto di ricerca spon- sorizzato dal governo ellenico, i diversi frammenti sono stati studiati utilizzando una tecnica di esame ai raggi X, una speciale TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). Questa tecnica ha permesso di "vedere" radiograficamente all'interno dei blocchi calcificati, scoprendo non solo la presenza di un gran numero di ingranaggi, ma 3 Brove storia del calcolo automatico Figura 2 lreperto di Antikythera conservato rial Museo di Atene. A3-03 } permettendo anche di contare il numero dei loro denti e le posizioni reciproche, e di leggere le numerose iscrizioni in greco antico che si trovano nelle varie parti del dispositivo. Lianalisi, svolta da due gruppi di ricer- a, in Grecia e in Gran Bretagna, ha per- meso di capire che il reperto era un Figura 3 complesso calcolatore meccanico capace La ricostuzione a di calcolare i moti dei pianeti, del Sole e Antlytherain modat- | della Luna, di predire le eclssi e di fornire ta vituae, altre indicazioni, Fino alla sua scoperta, si conosceva Vesistenza di macchine astronomiche (dette "planeta solo dalla lette- ratura antica, ma solitamente si tendeva a immaginarli esagerazione o frutto di fan- tasia: non si riteneva possibile che, in epoca antica, la meccanica fosse pervenuta a tal livello di perfezione sia nella progettazione e nel calcolo degli ingranaggi sia nella loro realizzazione. I regoli * Un dispositivo a costo molto contenuto era dato dai regoli di calcolo, sistemi di righelli graduati a scorrimento, grazie ai quali era facile compiere semplici operazioni. Lintroduzione, nel Cinquecento, dei logaritmi permise la realizzazione dei Fgura 4 regoli logaritmici, che sfruttandone le pro- Regal caleolstor degh prieta, potevano ricondurre moltiplicazio- anni'60. nie divisioni a somme e sottrazioni. La Pascalina + Nel Seicento, Blaise Pascal, filosofo e scienziato, progetto una macchi- na da tavolo, basata su speciali ingranaggi, capace di effettuare somme e sottrazioni: da lui, prese il nome di Pascalina. Pascal non fu il solo filosofo ad occuparsi di matematica ea cercare una soluzione per il problema del calcolo: anche Leibnitz ided un sistema per il computo automatico. Nei secoli seguenti, innumerevoli varianti vennero progettate. Si trattava di mac- chine da appoggiare su un piano, in cui venivano impostati, su quadranti particolari 6 tramite cursori, i valori su cui operare (gli addendi per un'addizione e cosi via), si sceglieva loperazione da svolgere e si agiva su una manovella per far ruotare gli ingra- naggi, che a loro volta fornivano in apposite finestrelle i risultati. La maggior parte di questi dispo- sitivi effettuava addizioni e sottra- Zioni; aleune anche moltiplicazioni edivis Abituati come siamo ad avere sem- prea portata di mano una calcolatri- Figura 8 ce, nel computer o nel cellulare, pos- La Pascalna siamo sorridere di queste machine A3-04 A Fondamenti "preistoriche’: si pensi, perd, che ancora negli anni '70 dello scorso secolo, i piccoli empo- 1idi provincia facevano il conto della spesa con machine che erano lesatto equivalente di quelle di cui stiamo parlando, con unico vantaggio di essere azionate elettricamente, per cui non si doveva fare lo sforzo di ruotare la manovella, Babbage + Uno dei grandissimi limiti di queste realizzazioni risiedeva nel fatto che la macchina poteva compiere solo pochissime operazioni, e una alla volta. Nel XIX secolo, linglese Charles Babbage ided una mac china per il calcolo automatico di grande complessi, la macchina differenziale, che riusci a realizzare tra mille diffi- colta, anche per i limiti della meccanica del tempo. Grazie a un metodo detto delle differenze, particolarmente adatto ad essere espresso in termini meccanici, Babbage cred un sistema per Pesecuzione automatica dei calcoli necessari per la comp lazione delle tavole matematiche. Ided poi, partendo dalle schede perforate del francese Jacquard, una nuova machina, la machina analitica: per essa, identificd un’unita di calcolo numerico (noi diremmo un pro- cessore), una unita di controllo dell'esecuzione, una memoria per conservare i risultati intermedi e un dispositivo di uscita per visualizzare il risultato del calcolo. La sua assistente, Ada Lovelace Byron, figlia del poeta inglese George Byron, ided un Fgura 6 metodo per la programmazione della macchina, almeno a livello teorico, ed & per questo _Ficostrwzione dela considerata la prima programmatrice della storia (Uarticolo fu pubblicato nel 1843). In macchina difererziale suo onore, negli anni 80, fu creato un linguaggio di programmazione chiamato ADA. _ ii Babbage. La machina analitica di Babbage non fu mai completata per mancanza di fondi. Una strada, pero, era stata aperta, anche se sara solo con Pavvento dell’elettronica che la rivoluzione del calcolo automatico, iniziata 2300 anni prima, diventera un fenomeno planetario. La nascita di IBM « Per il censimento de! 1890, il governo statunitense utilizzd una macchina, ideata da Herman Hollerith, professore del MIT (Massachusetts Institute of Technology). Hollerith cred poi una societa, la Hollerith Tabulating Company, da c nacque il colosso IBM. EE L’architettura di Von Neumann Volendo parlare degli elaboratori elettronici, non possiamo non citare il fatto che la loro struttura interna, dal punto di vista logico, deriva dalla cosiddetta "architettura di Von Neumann". John Von Neumann era un matematico ungherese, naturalizzato statunitense, che insegnd a Princeton negli Stati Uniti, Oltre a moltissimi contributi di matematica teori- a, negli anni '40 fu coinvolto, per le sue brillanti intuizioni, nel progetto Manhattan (il nome in codice del progetto della prima bomba all idrogeno). Lo studio dei fenomeni atomici e la loro simulazione necessitavano di una quantita enorme di calcoli. Per questo, diversi scienziati, in tutto il mondo, stavano realizzando calcolatori, sfruttando la caratteristica delle valvole termoioniche di agire come inter- ruttori di corrente, quindi di poter attivare stati (circuito aperto/circuito chiuso) e per- 3 Brove storia del calcolo automatico 3-05 Figura 7 Le valvole terion: cche di un computer degli anni ‘50, cid di rappresentare grandezze in codice binario. 1 circuiti dei calcolatori esistenti veniva- no "montati"e"collegati" in modo da poter effettuare un certo calcolo; ma se fosse stato necessario effettuare un'altra sequen- za di operazioni, sarebbero stati necessari giorni e giorni di lavoro per smontarli e rimontarli diversamente, Si era, quindi, alla ricerca di qualcosa di meno macchinoso e rigido: la gara era tesa alla scoperta di una macchina veramente programmabile, Von Neumann propose una struttura molto semplice, che & poi quella che troviamo rispecchiata, in linea di principio, nei nostri PC. Secondo Von Neumann, gli elementi essenziali di un calcolatore programmabile sono: + L'unita di controllo, che controlla e governa la sequenza delle operazioni perché avvenga in maniera corretta + l'unita aritmetico-logica (detta ALU, Arithmetic Logic Unit), che esegue le operazio- ni di tipo aritmetico e logico + Paccumulatore, una unit’ memoria collocata all'interno dell’ALU, in grado di rice~ vere informazioni dall’esterno (i dati in input) per passarli al sistema e di restituire i risultati dei calcoli verso il mondo esterno (dati in output) + la memoria, alla quale doveva essere possibile accedere in tempo brevissimo per recu- perare i datie il programma in essa contenuti Come funziona un calcolatore secondo le indicazioni di Von Neumann? Memoria Dallesterno, attraverso il canale di input, vengono caricati i date il program- Unita di controllo Figura 8 Architettura di Von Neumann, A3-06 ma; ['unita di controllo passa una istru- zione alla volta all’ALU, insieme ai dati su = cui operare. I risultati intermedi vengono posti in memoria, in un’altra area, ed il Ciclo continua fino a quando il risultato oninnd finale viene presentato al mondo esterno attraverso il canale di output. Nel capitolo 5 di questa Sezione vedre- ‘mo come anche il nostro PC utilizzi que- sto tipo di struttura, anche se grandemente potenziata. f Alan Turing * Von Neumann non fu unico autore di questa architettura: per una serie di eventi storici, il documento in cui egli la presentd portava solo la sua firma, In realta altri scienziati, come il britannico Alan Turing, con cui Von Neumann era in contatto, erano giunti a conclusioni analoghe. ‘Turing, in particolare, facendo parte dei servizi segreti britannici, aveva lavorato a un computer denominato Colossus, assolutamente rivoluzionario per i tempi, ma il vincolo di segretezza gli impediva di diffondere informazioni scientifiche in proposito: non si dimentichi, infatti, che era in corso la Seconda Guerra Mondiale. A Fondamenti ‘Turing aveva concentrato i suoi sforzi sul concetto di una macchina universale, in grado di claborare qualsiasi algoritmo. Si trattava di uno studio molto avanzato, con cui lo scien- ziato cercava di concretizzare le sue intuizioni. Purtroppo il progetto dovette essere portato avanti insieme ad altri, di carattere pratico, ai quali, visti i frangenti, fu data la priorita > Colossus Colossus fu il nome dato ad un’intera famiglia di elaboratori a valvole sviluppati dai servizi segreti britannici durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine del conffit- to, erano in funzione 10 macchine di questo tipo. Furono utilizzate soprattutto per decifrare i messaggi tedeschi, che erano trasmessi in codice secondo una codifi- ca molto complessa. Il tempo necessa- rio per la decodifica manuale sarebbe stato troppo lungo, per cui si pensd di affidare il compito a una machina, Per la precisione, Colossus non Figura 9 veniva usato tanto per decifrare i me: I caleoatore a vahole saggi tedeschi, quanto per identifi- temoioniche Colossus carne le chiavi di codifica attraverso un complesso sistema di confronto e riscontro tra le chiavi sotto esame e il testo cifrato. Se il numero di riscontri era elevato, la machina allertava gli operatori scrivendo i risultati del confronto su una machina per scrivere elettrica Per ragioni di sicurezza, alla fine della guerra sia Colossus che i suoi piani di progetto furono distrutti: il segreto, cui fino agli anni '70 erano tenuti tutti coloro che avevano partecipato al progetto, privo Informatica di tutta una serie di sviluppi innovativi che, non essendo accessibili, dovettero essere ricreati da zero. WE Hardware e software Nel mondo dell’Informatica si ritrovano continuamente due termini: hardware e software. Sono due parole in lingua inglese, delle quali non esiste un termine equi- valente in italiano. Hardware, letteralmente, significa "ferramenta’, mentre software é un neologismo, una parola creata appositamente contrapponendo al termine hard, che vuol dire duro, Ja parola soft, che significa morbido. In qualche modo, possiamo dire che in un com- puter, quelio che non & hardware & software e viceversa. Hardware * Intendiamo per hardware tutte quelle component fisiche, quindi tan- gibili, che costituiscono un calcolatore. Le schede con i componenti elettronici, i cavi, la tastiera, il monitor, il contenitore che alloggia l'elettronica: tutto questo & hardware. Lhardware arriva pronto ¢ fatto dal produttore del computer, anche se potremmo costruirci un PC assemblando pezzi di produttori diversi 3 Breve storia del calcolo automatico A3-07 Figura 10 {A} Lo schema di una rete neurale compa- rata con [B] a rete dei rneuroni del cervello A3-08 Software « Il software, al contrario, @ tutto quello che si trova all'interno del computer ‘ma é intangibile: il sistema operativo e i programmi, Potremmo pensare che il nostro programma sia tangibile: se lo copiamo su un CD, lo possiamo anche consegnare a mano allamico del piano di sopra. Non dobbiamo, perd farci ingannare: in questo caso, éil supporto che é tangibile, mentre il programma in sé eper sé non lo &. Possiamo pensare, per fare un paragone, a un libro e al romanzo in esso contenuto: il libro ha copertina, pagine, rilegatura. E tangibile, mentre il romanzo, pur esistendo, non ud essere toccato o pesato, Possiamo parlare di suoi attributi, come il numero di parole che lo compongono o la lingua in cui é stato scritto o tradotto, ma non si tratta di un bene materiale. Lo stesso paragone vale per un CD musicale e le canzoni in esso contenute. Cipotremmo domandare se sia pitt importante 'hardware o il software, Sarebbe come chiedersi se in una persona conti di pit il corpo o Pattivita spirituale, o mentale. Uno non ud esistere senza Faltra, almeno, in una forma tale da poter chiamare quello che abbia- ‘mo davanti ancora "persona umana’. 11 nostro computer senza il software non @ pitt di un soprammobile. I programmi, senza un computer su cui farligirare, non servono a nulla. Per continuare con il paragone con gli umani, possiamo pensare al software come ad una sorta di intelligenza artificiale. In realta il computer non capisce e non crea nulla, ma si limita ad eseguire istruzioni impartite dal programmatore. Tuttavia, uno dei temi ricorrenti nella fantascienza, soprattutto degli anni 50 e’60, riguardava la possibilita che, al crescere della complessiti di quello che veniva definito "cervello elettronico’, si mani- festasse anche un qualche tipo di coscienza. Intelligenza Artificiale * Sulla base di queste riflessioni, negli anni ’80 vi fu una grande corsa alla robotica ¢ alle applicazioni dell Intelligenza Artificiale, spesso indicata con la sigla inglese AI, Artificial Intelligence. In questo senso, anche se sono moltissimi i passi avanti compiuti, resta sempre un grande problema di fondo: noi ignoriamo, in ultima analisi, 'effettive modo di funzio- namento della mente umana. Non siamo in grado di descriverla, in altre parole, perché non sappiamo come fa a fare tutto quello che fa. In compenso, sappiamo che il numero di neuroni, cioé di puntiattivi, che possiamo un po’ immaginare come i componenti di base del cervello, se lo vediamo come un compu- ter, di circa 100 miliardi, e ognuno di essi giunge ad avere fino a 100,000 collegamenti, Nod! inter Neurone agi ati pene ‘gl at ‘SinePSi Dente Nodidlingresso ‘Nodi dt uscita ‘A Fondamenti detti sinapsi, con gli altri neuroni, Un numero impressionante: per quanto complessi ci possano sembrare i nostri potentissimi computer, siamo ancora ben lontani da poterli far competere con il nostro cervello. Perché, allora, non facciamo tutto da soli e ci servono i computer? Perché il computer compie quello che riesce a risolvere a livello numerico 0 logico in un tempo molto inferiore a quello impiegato dall'uomo per la stessa operazione, mentre noi umani siamo capaci di cose al di li del campo di intervento di un elaboratore. Si pensi al fatto di leggere un libro e di riassumerlo in poche parole nostre, o all’eterno problema con cui si scontrano i traduttori automatici: comprendere il contesto in cui un termine viene usato per poterlo tradurre correttamente. ME | grandi calcolatori a valvole Potrebbe sembrare, per quanto detto fino a questo punto, che solo gli Stati Uniti fossero protagonisti, particolarmente per ragioni militari, della ricerca nel campo del calcolo automatico. Anche la Germania, perd, che era in guerra contro gli americani, svolse un ruolo importantissimo in questo tipo di ricerche. Hl primo computer « In particolare, va dato a Konrad Zuse, ingegnere aeronautico, i merito di aver realizzato nel 1936, ben prima del Colossus, un vero calcolatore program- mabile, utilizzando la tecnologia elettromeccanica disponibile. La machina di Zuse, denominata ZI, fu costruita in casa (pare che i genitori non fos- sero molto contenti della cosa). Z1 veniva programmata attraverso il Plankalkiil,il primo vero linguaggio di programmazione della storia, ideato dallo stesso Zuse. Alla fine della guerra, Zuse fondd un’azienda con il proprio nome e continud a realiz~ zare, con tecnologie sempre pitt evo- lute, elaboratori di grande sucesso E = fino agli anni "70, Per avere un’idea di come fossero questi computer, abbiamo riportato alcune immagini ¢’epoca. deri che un’intera stanza, piena di pannelli, cavi, valvole termoioniche e interruttori era in grado di effettuare molti meno calcoli di quanto non faccia adesso una piccola porzione di un circuito elettronico integrato, e per di pit li svolgeva in un tempo enormemente pitt lungo. consi- Figura 14 La macchina di Zuse, Nasce l’ENIAC ¢ Nel 1943 gli statunitensi John Mauchly e J. Presper Eckert, aiutati da Von Neumann, progettarono e realizzarono ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Calculator). Nel 1944, venne realizzato il Mark I, che, tra le altre cose, calcolava complesse tavole navigazione per la Marina degli Stati Uniti. Era programmato da tre persone, una delle quali era una donna, Grace Hopper: un nome importante per la storia dell'Informatica. A lei dobbiamo, oltre ad altre cose, lintroduzione di un’espressione di gergo informatico ormai universale. 3 Brove storia del calcolo automatico 3-09 Figura 42, I caloolatore ENIAC (1943). Figura 13, I caleolatore UNVAC. Agli inizi del 1945, Mark I era fermo per un guasto. La Hopper notd che uno dei relay, cio’ dei dispositivi a due stati che lo componevano, era bloccato per colpa di una tarma che ci si era infilata dentro. In inglese, gli insetti prendono il nome colloquiale di bug: nei suoi diari, Grace Hopper riferisce che la riparazione del computer era consistita nel debugging (letteralmente, levare il baco). Da allora il termine entrd nel ‘gergo informatico di tutto il mondo. Gli stessi autori dell’ ENIAC svilupparono pochissimi anni dopo ! EDVAC: non iimentichiamo che per riprogrammare l'ENIAC era necessario collegare fisicamente in modo diverso le sue component, a livello di cablaggio. UNIVAC » Nel 1951 l'ufficio centrale per il censimento degli Stati Uniti mise in funzione il primo UNIVAG, realizzato dalla societ’ Remington-Rand con perdite finanziarie ingentissime. La Remington-Rand aveva assunto Grace Hopper come progettista esperta: Grace propose alla direzione di riutilizzare segmenti di codice gid scritto, renden- dolo accessible attraverso nomi simbo- lici facilmente memorizzabili, in modo che il programmatore potesse fare rife- rimento ad essi attraverso metafore di pitt alto livello. Nacque cosi il primo "linguaggio ad alto livello", un linguaggio in cui si pote- vano scrivere le istruzioni con espres- sioni pitt simili a quelle del linguaggio umano. Questo concetto ci accompa- gnera per tutto il corso dei nostri studi. Nel 1952, trentasei elaboratori elet- tronici UNIVAC furono utilizzati per calcolare le previsioni in tempo reale dei risultati delle elezioni presidenziali ameri- cane (i cosiddetti exit poll). Bisogna sapere che il risultato, pero, fu reso pubblico solo tre ore dopo - curioso caso di "tempo reale"! - dato che anche gli esperti non si fidavano della correttezza dei risultati. HGS La rivoluzione dei transistor A3-10 Nel 1947, John Bardeen, Walter Brattain e William Shockley, tre ricercatori dei Bell Labs, uno dei pit: importanti centri di ricerca del mondo nel campo tecnologico e delle telecomunicazioni, completarono un lavoro di ricerca di materiali che, opportunamente trattati, potessero comportarsi come le valvole termoelettroniche, ma a livello molecola- re, per cui in dimensioni ridottissime. A Fondamenti Lloro studi portarono alla scoperta del transistor: limportanza di questa invenzione fu tale che essi furono insigniti nel 1956 del premio Nobel per la Fisica. I transistor + Per comprendere quale sia stata limportanza del transistor, si pensi che un singolo dispositivo, capace di assumere uno stato aperto/chiuso, 0 acceso/spento, che precedentemente occupava un volume di qualche centimetro cubo, poteva ora esse- re realizzato in una dimensione inferiore al millimetro cubo. Nello spazio dit una vecchia valvola, tipicamente circa 10 em’, potevano essere concentrati 10.000 transi- stor. Si tratta di valori che oggi sono stati largamente superati, come vedremo nel prossimo paragrafo. La tecnologia che permetteva la realizza- zione dei transistor, denominata doping, (cio’ drogaggio), nasceva dall osservazione delle speciali caratteristiche del silicio come semiconduttore e prevedeva il caricamento di sostanze con particolari caratteristiche chimico-fisiche su substrati di silicio. Queste aggiunte avevano lo scopo di intensificare le proprieta del silicio, in alcuni strati, aumentandone la conduttivita, cio’ la capacita di condurre la corrente elettrica, Le quantita in gioco sono piccolissime: si parla, infatti, di pochi atomi al cm*, Possiamo vedere i transistor come microscopici interruttori, che hanno sostituito con enormi vantaggi di spazio, velocita e costi i vecchi relay, che erano interruttori elettro- meccanici ¢ le valvole termoioniche. integrati * Il passo successivo furono i circuiti integrati. Un circuito inte- grato @ un circuito elettronico miniaturizzato che realizza funzioni complesse, grazie a speciali configurazioni dei suoi componenti: ad esempio, la CPU, cio? il micropro- cessore, vale a dire il cuore del nostro Personal Computer, é un circuito integrato. Al suo interno troviamo componenti attivi (come i transistor), capaci di cambiare stato, ¢ componenti passivi, come le resistenze, che hanno lo scopo di permettere ladattamento elettrico e circuitale dei diversi component tra loro. Nei circuiti integrati troviamo racchiusi nello spazio di pochi millimetri quadrati miliardi di componenti: essi vengono progettati grazie a speciali calcolatori e software dedicati, per cui possiamo a buon diritto dire che, allo stato dell'arte, non & possibile progettare nuovi calcolatori... se non siha a disposizione un calcolatore! ‘Questi circuiti prendono anche il nome in gergo di chip (in italiano, scheggia), per le loro ridotte dimensioni, 0 microchip. Dato che i circuiti integrati sono piccolissimi e delicatissi- mi, per poterli maneggiare, montare sulle schede, saldare ¢ collegare a tutto il resto dell’elettronica esterna, essi devono essere confezionati in case (in italiano scatoletta o custodia) di formato adatto alla loro manipolazione. La produzione su grande scala di dispositivi elettronici, che siano computer 0 telefoni cellulari, ha reso economi- camente impossibile il montaggio a mano di questi circuiti sulle schede base. I montaggio, la saldatura e il collaudo avvengono su linee robotizzate, anch’esse controllate da Figura 14 ‘Atcunl transistor fab- bricati negli anni '60. La carta mitimetrata sottostante da unvidea delle loro dimension. Figura 15 Un circuitointegrato Ingrandito circa 10 vote. 3 Brove storia del calcolo automatico AB-411 speciali computer che verificano ad ogni fase la corretta esecuzione della fase precedente, eliminando quei semilavorati che non superano i test intermedi di controllo di qualita. HG La spinta alla miniaturizzazione Figura 16 Un quartiere oi una cit tadina americana foto rafata dal satelite, A3-12 La miniaturizzazione & una tendenza che ritroviamo in tutta la storia del!'Informatica Nello sviluppo dei componenti elettronici, ogni volta che un problema viene risolto, ci si chiede se ’¢ il modo di risolverlo pitt velocemente, con spesa minore e riducendo le dimensioni del prodotto, Le due spinte maggiori verso la riduzione della dimensione dei componenti, con lobiet- tivo di realizzare machine sempre pid potenti con circuiti sempre pits complessi, veniva~ no essenzialmente da due tipi di richieste, Da una parte, la corsa allo spazio, un settore in cui é decisiva la capacita di svolgere calcoli in tempo reale, cio’ praticamente istantanei per governare le traiettorie dei missili e delle navette nello spazio; dallaltra, le richieste dei militari, Per questi ultimi erano essenziali sia sistemi di governo dei corpi volanti, per poter indirizzare i missili bellici sul bersaglio, sia sistemi sofisticati di simulazione per la cosiddetta guerra elettronica e di analisi automatica delle immagini catturate via satelite, per capire se sui territori nemici o sotto controllo, ci fossero spostamenti di materiali, di uomini, o attivita sospette. 1 numero di immagini scattate dai satelliti ed inviate a terra era altissimo, tale per cui non si sarebbe mai potuto pensare di affidarne Panalisi a umani incaricati di passarle in rassegna una per una, Gli investimenti_ neces- sari per la ricerca ¢ per la realizzazione dei circuiti sperimentali furono ingen- tissimi: il costo molto con- tenuto dei circuiti @ dovuto solo ed esclusivamente al loro ridottissimo costo di produzione, dato che Pin- vestimento necessario per gli studi ed i macchinari di produzione viene suddivi so su miliardi e miliardi di pezzi fabbricati ogni anno. Per avere un'idea del tasso di evoluzione della miniaturizzazione, pensiamo che negli anni ’80 dello scorso secolo fu realizzato il primo chip di memoria RAM da I Megabit, contenente appunto pitt di un milione di transistor, e che nel 2005 nello stesso spazio si era giunti a concentrare oltre un miliardo di transistor. Gia nel 2007 il numero di componenti attivi nello stesso volume aveva superato i 10 miliardi, con un tasso di crescita che perd cominciava a rallentare, per problemi relativi sia alle dimensioni ultrapiccole degli strati di materiale semiconduttore, dato che non si pud scendere al di sotto di un determinato spessore, sia al problema dello smaltimento del calore. Questi dispositiv, infatti, cambiando di stato, effettuano un lavoro, nel senso fisico del termine: non compiendo perd lavoro meccanico (non esiste uno spostamento fisico di A Fondamenti materia da un punto allaltro), tutta l'energia che essi assorbono, essendo alimentati elet- tricamente, viene restituita sotto forma di calore. Alfaumentare della loro concentrazione, succede che nella singola unita microsco- pica di volume il calore generato pud diventare notevole, con conseguente eccessivo innalzamento della temperatura. ‘Al di sopra di una certa temperatura il circuito si danneggia e non funziona pit: infatti, anche i circuiti integrati, come i componenti, vengono progettati per operare in condizioni in cui la temperatura ambiente sia all’interno di un certo intervallo consentito. Vedremo come per il buon funzionamento del nostro PC, che funziona proprio grazie ai circuiti integrati, dovremo sempre evitare che esso si surriscaldi, Cid signifi- ca tenerlo in condizioni tali da garantire sempre che esso possa smaltire il calore che genera e non ostruire mai I'uscita della ventola, che ha lo scopo di raffreddare le piastre durante il funzionamento. Questo vale, in generale, per qualsiasi dispositivo elettrico: il costruttore, infatti, nel manuale d’uso, specifichera sempre qual é I'intervallo di temperatura all'interno del quale si deve adoperare il manufatto. Computer sempre pitt piccoli Se i grandi computer diventavano sempre pil potenti, d'altro canto, a pariti di potenza di calcolo, i computer diventavano sempre pit piccoli, Si pass6 cosi dall’esistenza solo di poche, grandissime machine, dette mainframe, a quella dei minicomputer: essi cominciarono ad essere utilizzati non pitt soltanto dallo Stato, dagli Enti di ricerca o dai militari, ma anche da aziende, che li impiegarono sia per compiti gestionali, quali la tenuta del sistema amministrativo e contabile, sia per controllare ¢ governare fasi critiche della produzione industriale. ‘Nacquero cos! i sistemi dedicati al controllo di gestione e al controllo di processo. Negli anni '70 il costo di queste soluzioni era ancora elevato: si pensi, inoltre, che non esistendo software pronto, acquistabile sul mercato, ogni applicazione doveva essere sviluppata da zero, con lunghi tempi di progettazione, scrittura e collaudo e costi conseguentemente altissimi. La pacifica invasione da parte dei Personal Computer, cui é dedicata un sezione pitt oltre in questo volume, arrivd negli anni ’80, modificando completamente il modo di operare a tutti i livelli e ampliando, in modo del tutto impensabile per i tempi, il nume- ro di campi di applicazione degli elaboratori elettronic. ——_ 3 Brove storia del calcolo automatico Figura 17 [A] Un PC dei primi anni 80 ¢ [B] uno del 2010. A3-13 Concetti essenziali Anche prima dellavvento dei computer, gli uomini sapevano contare ed eseguire operazioni complesse, ma impiegando tempi lunghi e notevoli sforz. Hi Nel mondo antico esistevano strumenti meccani iin grado di svolgere alcuni tipi di calcoli: essi, perd, non erano flessibili, nel senso che ognuno di essi poteva svolgere sempre e solo un dato tipo di calcolo. Dopo il Rinascimento si inizid a realizzare sistemi meccanici per eseguire calcoli aritmetici: il loro limi te era dato dalla modesta tecnologia del tempo. HM NelPOttocento si inizid a pensare, a livello teorico, a macchine adattabili a scopi diversi, quindi programmabili. WI primi calcolatori elettronici nacquero durante la Seconda Guerra Mondiale per ragioni belliche. WM Larchitettura ancor oggi utilizzata nei PC & stata ideata da Von Neumann e si basa su: Unita di Controllo, Unita Aritmetico-Logica, Accumulatore e Memoria. Wi Hardware @ la parte materiale del computer: circuiti elettronici, tastiera, mouse, ecc. WH Software @ la parte immateriale del computer: programmi, dati e sistemi operativi, BH La diminuzione delle dimensioni fisiche inizio con il transistor e si sviluppd con la tecnologia dei Circuiti Integrati. mm Test EEII Dire quali delle seguenti affermazioni sono vere {una, nessuna o pitt di una). Nel mondo antico, al'epoca di Egzi, Greci © Romani: [A] non esistevano metodi per calcotare vr [B] siconoscevano i prncipi del caloolo vr [| non si calcolava, ma si procedeva per tentati ver [B] si sapeva calcolre, ma il calolo era complesso © laborioso ver EA dire quali delle seguenti affermazioni sono vere una, nessuna o pit di una). A'epoca degl antichi Gree! e Romani, astronomia ea una scienza: [A] sconosciuta ver [B] avanzata, ma basata su considerazion dl tipo magico ve [G] che aveva anche strumenti veri e propri, per simulare moti del cielo ve [B] incistingubile dal'astrologia, non si occupava che di oroscopi ve EE Dire quali delle seguenti affermazioni sono vere {una, nessuna o pit: di una). | seguenti sono strument di calcolo antici [A] pascaina (| natalna v [© fighetiometro ver [B) regolo ve La Pascalina, fu inventata da: [A) Leonardo da Vinci ve [B) Galieo Gaiict ve [Isaac Newton ve [D. Baise Pascal ve Xl Dire quali delle seguenti affermazioni sono vere (una, nessuna o pid di una). Charles Babbage ed Ada Lovelace Byron furono: [A] i protagonist di un famoso romanzo del800 inglese ve {B) piorier del calcolo automatico ve [e) due musicisti di corte della Regina Vittoria d'inghilterra, ve [B) scoprtr di un metodo matematico per le scommesse ‘sui cavalli vr TE pire quali delle seguenti affermazioni sono vere (una, nessuna o pid di una) I primi calcolatorieetroncisalgono al [A] XX secolo ve 4 A Fondamenti

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