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REGOLAMENTO EDILIZIO
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INDICE
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TITOLO V - LA COMMISSIONE EDILIZIA E LA COMMISSIONE PER
IL PAESAGGIO
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TITOLO VIII - GLI EDIFICI
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Art.73 - Tende su suolo pubblico
Art.74 – Chioschi e strutture precarie annesse a pubblici
esercizi o per manifestazioni temporanee
Art.76 - Sanzioni
Art.77 - Commissione edilizia
Art.78 - Entrata in vigore del regolamento
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TITOLO I - NORME PROCEDURALI
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altri soggetti legittimati, da allegare all’istanza o
alla denuncia.
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2. La denuncia deve contenere:
- l’indicazione di chi effettua la denuncia;
- l’indicazione del proprietario o dei soggetti le-
gittimati a presentare la denuncia di cui ai pre-
cedenti artt. 2 e 3 (se diversi da chi effettua la
denuncia);
- l’indicazione del progettista e gli estremi
dell’iscrizione all’albo professionale;
- la descrizione delle opere che si intendono rea-
lizzare;
- il progetto delle opere corredato dagli elaborati
prescritti dai successivi art. 7 e 8 e funzionali
all’intervento richiesto;
- l’asseverazione del progettista per la conformità
del progetto agli strumenti urbanistici vigenti e
adottati, al presente regolamento edilizio, nonché
al rispetto delle norme di sicurezza e di quelle
igienico sanitarie;
- l’indicazione del direttore dei lavori (se diverso
dal progettista) e dell’impresa esecutrice;
- il calcolo degli oneri di urbanizzazione e del co-
sto di costruzione.
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a) elaborati di progetto sottoscritti dal ri-
chiedente o da chi effettua la comunicazione
e dal proprietario o dai soggetti legittima-
ti a presentare l’istanza o la denuncia di
cui ai precedenti artt. 2 e 3, se diversi
dal richiedente o da chi effettua la denun-
cia;
b) nel caso di condominio, ove ne ricorrano le
condizioni, estratto del verbale di assem-
blea che autorizza l’esecuzione delle opere,
con nota di trasmissione da parte
dell’amministratore, ferme restando le di-
sposizioni specifiche di cui all’art. 2 del-
la L. 9.1.1989 n.13;
a) indicazione dei precedenti autorizzativi ri-
lasciati dal Comune a conoscenza del richie-
dente.
C) Elaborati di rilievo:
Gli elaborati devono essere rappresentativi degli
immobili e dei luoghi oggetto di intervento:
a) planimetria generale di rilievo dell’area
d’intervento e di quella circostante, in
scala 1:200 o 1:100, con inseriti:
- limite di proprietà;
- costruzioni esistenti debitamente quota-
te, manufatti presenti (ad es. marcia-
piedi, recinzioni, parcheggi ecc.) e al-
berature indicate per tipologie e dimen-
sioni al fine di poter valutare la pos-
sibilità di autorizzare con lo stesso
provvedimento anche il loro abbattimen-
to;
- dimensioni dell’area di intervento e dei
fabbricati, comprese le quote altimetri-
che;
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- schema di calcolo analitico della super-
ficie dell’area di intervento, della su-
perficie coperta e della s.l.p. di ri-
lievo (nei casi di nuove costruzioni,
ampliamenti, cambi di destinazione);
b) piante di rilievo riportanti:
- le dimensioni interne dei locali ed e-
sterne del fabbricato;
- la destinazione d’uso dei locali;
- l’accesso delle singole unità immobilia-
ri con la relativa numerazione;
c) prospetti di rilievo della/e facciata/e in-
teressata/e dall’intervento in progetto (con
indicati i materiali e colori di finitura
per tutti i fabbricati con particolare rife-
rimento agli edifici antichi o ricadenti in
un contesto storico;
d) per gli edifici antichi o ricadenti in un
contesto storico eventuali risultanze desu-
mibili dalle mappe storiche (mappe napoleo-
niche, austriache, del regno, ecc.)
e) sezioni di rilievo complete delle altezze
interne dei singoli piani, misurate sotto
travetto, lo spessore delle solette, la quo-
ta in altezza all’intradosso della linea di
colmo e all’intradosso dell’imposta della
gronda, la quota progressiva di ogni piano
in relazione alla quota zero di riferimento,
con l’indicazione della tipologia dei mate-
riali costituenti i solai piani ed inclinati
per gli edifici antichi o ubicati in un con-
testo storico.
D) Elaborati di progetto:
Gli elaborati di progetto devono rappresentare le
attività di trasformazione degli immobili e dei
luoghi:
a) planimetria generale di progetto dell’area
di intervento e di quella circostante, in
scala 1:200 o 1:100 , con inserite:
- le dimensioni dell’area di intervento e
dei fabbricati;
- le distanze dai confini, i distacchi dai
fabbricati, anche quelli esterni al lot-
to di proprietà;
- le fasce di rispetto cimiteriali, stra-
dali, ferroviarie, da elettrodotto, poz-
zi, ecc.;
- le quote altimetriche di progetto;
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- le dimensioni delle aree destinate a
verde profondo o a superficie permeabi-
le, con indicazione delle piantumazioni;
- lo schema di calcolo analitico della su-
perficie del lotto, della superficie co-
perta e della s.l.p. di progetto e del
verde profondo per la verifica dei para-
metri urbanistici;
b) piante di progetto riportanti:
- le destinazioni d’uso di tutti i locali;
- le superfici dei locali con il relativo
rapporto aeroilluminante;
- l’accesso alle singole unità immobiliari
che, se superiori ad una, devono essere
numerate;
- le dimensioni dei locali ed esterne del
fabbricato;
- la pianta del tetto con la posizione e
le dimensioni dei comignoli, lucernari,
abbaini, tasche ed eventuali volumi tec-
nici ed apparati tecnologici;
c) prospetti di progetto della/e facciata/e
dell’intervento (con l’indicazione dei mate-
riali di finitura e colori per tutti i fab-
bricati con particolare riferimento agli e-
difici antichi o ubicati in un contesto sto-
rico);
d) sezioni di progetto in numero sufficiente a
rappresentare l’intervento comprendenti par-
te del terreno circostante con indicate le
quote esterne all’intradosso in prossimità
della linea del colmo e all’intradosso
dell’imposta della gronda misurate sotto
travetto, le altezze dei locali, gli spesso-
ri con l’indicazione dei materiali da usarsi
e le quote interne progressive delle solette
di ogni piano in relazione alla quota zero
di riferimento;
e) planimetria di progetto con indicato lo
schema fognario presentato al soggetto cui è
affidata la conduzione del pubblico servizio
di raccolta e convogliamento delle acque re-
flue urbane indicante il recapito finale e
la rete fognaria interna all’area di inter-
vento;
f) planimetria riportante la dimensione di e-
ventuali aree esterne al fabbricato adibite
a parcheggi pertinenziali, secondo la L.
22.3.1989 n.122, con allegato schema di cal-
colo analitico;
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g) dettagli in scala adeguata che evidenzino
l’ubicazione, materiali e consistenza degli
impianti tecnologici quali: antenne radio-
televisive o telefoniche, macchinari per
raffrescamento e/o ricambio d’aria, extra-
corsa ascensori, ecc.;
h) elaborati grafici a descrizione dei sistemi
di protezione anticaduta di cui al D.Lgs.
494/96 e successive modifiche ed integrazio-
ni.
E) Elaborati di sovrapposizione:
Planimetria (in scala 1:200), piante, prospetti e
sezioni di confronto atte a rappresentare
l’intervento secondo i seguenti colori:
- giallo per le demolizioni;
- rosso per le costruzioni;
- verde per le mancate demolizioni rispetto
all’ultimo progetto approvato;
- azzurro per le mancate costruzioni rispetto
all’ultimo progetto approvato.
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f) prospetto per la definizione della classe
dell’edificio con annessa tabella delle su-
perfici utili e non residenziali, delle sin-
gole unità immobiliari, ai fini della deter-
minazione del contributo sul costo di co-
struzione;
g) computo metrico estimativo, qualora necessa-
rio per il calcolo del contributo di costru-
zione;
h) sezioni longitudinali del terreno estese
all’area circostante con indicazioni delle
quote altimetriche di rilievo e di progetto;
i) attestazione della richiesta del parere di
conformità dei Vigili del Fuoco oppure di-
chiarazione, resa dal progettista, di atti-
vità non soggetta;
l) per i nuovi edifici, relazione attestante la
congruità dell’intervento ai requisiti acu-
stici passivi degli edifici prescritti dalle
vigenti disposizioni. E’ fatto salvo il pia-
no di impatto acustico per i progetti sotto-
posti a valutazione di impatto ambientale di
cui all’art. 8 della L. 26.10.1995 n. 447.
G) Ulteriori precisazioni:
a) gli elaborati di rilievo, progetto e sovrap-
posizione (piante, prospetti e sezioni) de-
vono essere rappresentati secondo le seguen-
ti scale:
- 1:50 per gli edifici e per i fabbricati
di rilievo storico e architettonico;
- 1:100 per le zone B, C, D, E, F, degli
strumenti di pianificazione vigenti;
- sono fatte salve ulteriori specifiche
prescrizioni contenute nelle norme di
attuazione dello strumento urbanistico
generale;
b) nel caso di vincolo idrogeologico deve esse-
re prodotta ulteriore copia di tutta la do-
cumentazione del presente articolo;
c) nel caso di interventi di edilizia sosteni-
bile deve essere presentata relazione tecni-
ca di sostenibilità a firma di un professio-
nista, completa di allegati grafici che di-
mostrino l’efficacia delle soluzioni propo-
ste;
d) eventuale documentazione prescritta dal PAI
(Piano di Assetto Idrogeologico) e relativa
normativa;
e) autocertificazione a firma del progettista
attestante la conformità del progetto alle
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norme igienico-sanitarie relativamente a in-
terventi di edilizia residenziale.
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e) eventuali studi, indagini e rilievi specia-
listici in funzione del tipo di trasforma-
zione quali:
- indagini geologiche (per interventi che
prevedono costruzioni interrate, movi-
menti di terreno, opere idrauliche e di
regimentazione delle acque);
- indagini sulla vegetazione (per inter-
venti volti a modificare l’assetto ar-
boreo ed erbaceo dell’area).
B) Elaborati di progetto:
a) planimetria con l’inserimento ambientale del
progetto (in scala 1:200);
b) particolari costruttivi significativi in
scala 1:20 (ad es. cornicioni, balconate,
ringhiere, gronde, ecc.)con l’indicazione
dei materiali di impiego, dei relativi colo-
ri (campionati), dei sistemi costruttivi e
delle essenze impiegate;
c) fotomontaggio e simulazione fotografica che
evidenzi l’inserimento nel contesto
dell’opera progettata o simulazione compute-
rizzata;
d) eventuale rappresentazione prospettica o as-
sonometria dell’intervento per le nuove co-
struzioni e per le ristrutturazioni integra-
li;
e) relazione tecnica che contenga la descrizione
del tipo di progetto, tutti gli elementi de-
scrittivi che consentono di valutare
l’intervento proposto in relazione al paesag-
gio e al vincolo insistente sull’area, ed i
riferimenti storici (per interventi che inte-
ressano edifici costruiti anteriormente
all’anno 1920);
f) eventuali studi e soluzioni relativi alle tra-
sformazioni geomorfologiche;
g) studi e soluzioni relative alla vegetazione
volti a modificare l’assetto arboreo
dell’area;
h) dettagli in scala adeguata che evidenzino
l’ubicazione, materiali e consistenza degli
impianti tecnologici quali: antenne radio-
televisive o telefoniche, macchinari per raf-
frescamento e/o ricambio d’aria, extracorsa
ascensori, ecc.
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1. Gli elaborati grafici non devono riportare correzioni
manuali successivamente alla stampa, devono essere a-
deguatamente piegati in formato “A4”. Qualora gli ela-
borati abbiano grandezza maggiore del formato “A4”,
devono essere adeguatamente piegati e non graffati tra
loro in modo da essere facilmente consultabili.
Nel caso di più elaborati, devono essere numerati pro-
gressivamente.
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TITOLO II - PROCEDIMENTO DI RILASCIO DEL PERMESSO DI CO-
STRUIRE
Art.11 - Istruttoria
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Art.13 – Acquisizione pareri e relazione istruttoria
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getazionale nelle zone soggette a vincolo paesistico;
tale autorizzazione costituisce necessario presupposto
per il rilascio del permesso di costruire sempre nelle
suddette zone a vincolo.
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TITOLO III - DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA’ (D.I.A.)
Art.16 – Istruttoria
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- alla verifica della conformità urbanistico-
edilizia;
- alla verifica del calcolo del contributo di co-
struzione;
- alla presa d’atto della dichiarazione di conformi-
tà alla normativa in materia di abbattimento delle
barriere architettoniche.
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TITOLO IV – CONTROLLO ATTIVITA’ EDILIZIA
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4. Contestualmente alla comunicazione di inizio dei lavo-
ri deve inoltre essere prodotta al Settore sportelli
dell’edilizia e delle imprese una dichiarazione atte-
stante l’ubicazione delle discariche prescelte per il
conferimento dei materiali di risulta, la quale deve
essere autorizzata a norma di legge per i rifiuti spe-
ciali inerti. La documentazione comprovante l’avvenuto
conferimento dei materiali a detta discarica deve es-
sere conservata ed esibita a richiesta dell’autorità
competente. In alternativa, previo parere
dell’A.R.P.A., può essere prodotto l’impegno a reim-
piegare i materiali di risulta in modo che non vengano
a costituire rifiuto, con descrizione dettagliata del-
le modalità del riutilizzo.
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nico abilitato attesta la conformità dell’opera al
progetto presentato.
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lità. Trascorso inutilmente il termine di cui sopra,
l’agibilità si intende attestata entro 30 giorni, qua-
lora sia stato presentato il parere dell’ A.S.L.
In caso di autodichiarazione, il termine per la forma-
zione del silenzio assenso è di 60 giorni.
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TITOLO V - LA COMMISSIONE EDILIZIA E LA COMMISSIONE PER
IL PAESAGGIO
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In caso di non rispondenza ai parametri sopra descrit-
ti, esprime parere negativo e suggerisce o prescrive
le opportune modifiche.
Il dirigente responsabile del provvedimento finale
può, con provvedimento motivato, discostarsi dal pare-
re della commissione edilizia, rendendo edotta la
stessa nella seduta immediatamente successiva.
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4. Alla commissione edilizia partecipa inoltre, con fun-
zione di relatore il responsabile del progetto e/o
procedimento o suo delegato; le funzioni di segreteria
sono assunte da un funzionario incaricato dal dirigen-
te responsabile del Settore sportello dell’edilizia.
6. abrogato
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4. Le determinazioni della commissione edilizia sono va-
lidamente assunte con il voto favorevole della maggio-
ranza dei votanti; in caso di parità prevale il voto
del presidente.
Art.25 – Sottocommissioni
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mente, agli articoli 146, 167 e 181 del D.Lgs. 22
gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed in-
tegrazioni, relativamente alle competenze attri-
buite dall’art. 80 della LR 12/2005 e successive
modifiche ed integrazioni;
• giudizio di impatto paesistico dei progetti di
cui alla parte IV della normativa del Piano ter-
ritoriale paesaggistico regionale nel caso in cui
i progetti superino la soglia di rilevanza così
come calcolata e stabilita con i criteri della
deliberazione della Giunta Regionale n. VII/11045
dell’8 novembre 2002;
• giudizio di impatto paesistico in conformità alla
DGR n. VII/11045 dell’8 novembre 2002 per proget-
ti di recupero ai fini abitativi dei sottotetti
da realizzarsi in ambiti non sottoposti a tutela
paesaggistica, ai sensi dell’art. 64, comma 8,
della LR 12/2005 e ss.mm.ii.;
• ogni altra ipotesi espressamente prevista dalla
normativa vigente;
• ogni altro argomento in ordine al quale
l’Amministrazione comunale ritenga necessario od
opportuno acquisire il parere della Commissione
per il paesaggio.
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3. In caso di assenza o impedimento del presidente ne
svolge le funzioni il membro della commissione più an-
ziano di età.
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4. E’ facoltà della commissione per il paesaggio redige-
re un apposito documento guida sui criteri di riferi-
mento per la formalizzazione dei pareri. La commis-
sione può redigere un rapporto consuntivo, con caden-
za periodica e/o al termine del proprio mandato, sul-
la propria attività affinché, messo a disposizione
dell’Ente, possa essere utile al miglioramento delle
attività della Commissione stessa.
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Art.30 – Decadenza dei membri della commissione edilizia e
del paesaggio
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TITOLO VI – DISPOSIZIONI SULL’ATTIVITA’ EDILIZIA
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- superfici vetrate e/o trasparenti esposte a
sud e sud ovest;
- sezioni esterne di dissipazione del calore de-
gli impianti di climatizzazione, tetti e co-
perture;
- pareti esterne esposte a ovest, ad est ed a
sud;
c) le superfici capaci di assorbire radiazione solare
(alberi, pergolati, ecc.) devono essere posiziona-
te ad una distanza dall’edificio che dipende dalle
specie o dal materiale usato, ma sempre con
l’intento di cui al precedente punto b;
d) le parti più basse delle pareti perimetrali degli
edifici esposte ad est e ad ovest devono essere
ombreggiate per mezzo di cespugli;
e) è consigliato l'uso di rampicanti sulle facciate
per consentire buone riduzioni dell'assorbimento
della radiazione solare in estate e una riduzione
delle dispersioni per convezione in inverno.
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3. Al fine di garantire la salvaguardia degli aspetti pa-
esaggistici dell’ambiente e decoro sull’intero terri-
torio sono vietate le installazioni di antenne parabo-
liche all’esterno di balconi, terrazzi che non siano
di copertura, su comignoli di particolare rilevanza
stilistica, in giardini e cortili. Le stesse devono
essere collocate sulla copertura degli edifici, possi-
bilmente sul versante opposto alla pubblica via ed es-
sere previste e progettate in modo centralizzato a li-
vello condominiale.
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7. Per gli edifici di nuova costruzione deve essere pre-
vista l’installazione di pannelli fotovoltaici per la
produzione di energia elettrica non inferiore a 0,2 kw
per ciascuna unità abitativa.
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2. Al fine di pervenire alla certificazione che evidenzia
la qualità energetica degli edifici si applicano le
disposizioni del D.L.vo. 19.8.2005 n.192 e successive
modifiche ed integrazioni.
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TITOLO VII - DEFINIZIONI INERENTI L’ATTIVITA’ EDILIZIA
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- i locali macchina ascensore, i vani corsa ed i
relativi volumi extracorsa;
- gli apparati per lo smaltimento dei fumi quali
filtri di depurazione dei fumi;
- le barriere per l’abbattimento dei rumori;
- le canne fumarie e di ventilazione nonché le ci-
miniere;
- lo spazio coperto con strutture precarie e legge-
re necessario per l’accantonamento o accatasta-
mento dei rifiuti in conformità alle norme igie-
nico-sanitarie vigenti;
- i serbatoi idrici;
- i silos destinati allo stoccaggio di materie pri-
me o prodotti;
- le scale di sicurezza che per funzione rispondano
a prescrizioni di legge;
- le intercapedini tecnologiche e/o strutturali al
servizio dell’edificio;
- i condotti tecnologici verticali al servizio
dell’edificio.
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essere garantito il ricambio d’aria minimo impo-
sto dalla normativa vigente, anche mediante si-
stemi di ventilazione meccanica controllata;
c) canali di ventilazione dotati di aperture nella
parte superiore ed aventi la funzione di innesca-
re un moto d’aria verticale che favorisca il raf-
frescamento naturale dell’edificio nelle ore not-
turne e diurne estive; perché tali strutture pos-
sano essere classificate come volumi tecnici deve
essere dimostrata la modalità di funzionamento,
indicando:
- il collocamento, la dimensione, la tipologia
e la modalità delle aperture che consentono
la fuoriuscita dell’aria calda dalla parte
superiore del canale di ventilazione e
l’ingresso di aria fresca nella parte infe-
riore dell’edificio;
- l’effetto causato dai venti predominanti (e-
state – notte) sul funzionamento del siste-
ma;
- gli accorgimenti adottati per il blocco del-
la funzione del canale di ventilazione nella
stagione invernale;
d) intercapedini d’aria aventi spessore compreso tra
i 5 e i 10 cm. nella struttura dei tetti a falde
con pendenza minima del 15%, laddove sia dimo-
strato con opportuni elaborati grafici e relazio-
ne tecnica la modalità di funzionamento, con ri-
ferimento alle aperture per l’afflusso e la fuo-
riuscita dell’aria nonché alla continuità dello
spazio lasciato libero per la risalita dell’aria.
Lo spessore conseguente deve intendersi inin-
fluente ai fini del calcolo dell’altezza massima
del fabbricato e del volume;
e) lo spessore di materiale coibente eccedente a
quanto richiesto dalla normativa vigente in mate-
ria di risparmio energetico, nel caso di inter-
venti di ristrutturazione (con esclusione di
quelli ricadenti nelle zone “A” degli strumenti
di pianificazione vigenti) o ampliamento di edi-
fici esistenti che prevedano l’applicazione di
materiali coibenti sul lato esterno delle parti-
zioni verticali, ed orizzontali che delimitano la
zona riscaldata dell’edificio (isolamento a “cap-
potto”). Tale spessore, non viene comunque consi-
derato ai fini del computo volumetrico o superfi-
cie coperta dell’edificio. La tipologia di inter-
vento deve essere illustrata mediante relazione
tecnica con particolare riferimento alle proprie-
tà coibenti dei materiali utilizzati.
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Sono fatte salve le disposizioni previste
dall’art.2, comma 1, della L.R. 20.4.1995 n.26.
f) serbatoi idrici, inclusi quelli necessari
all’accumulo delle acque bianche per il successi-
vo riutilizzo in sito.
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1. Al fine di garantire una migliore qualità della vita e
piena fruibilità dell’ambiente, costruito o non co-
struito, da parte di tutte le persone ed in particola-
re da parte di quelle con limitate capacità motorie,
visive ed uditive, la progettazione ed esecuzione di
trasformazioni edilizie ed urbanistiche devono dedica-
re particolare attenzione in riferimento alle disposi-
zioni di legge nazionali e regionali e del presente
regolamento.
In particolare negli interventi di nuova costruzione,
ristrutturazione oltre che nel caso di modifica di de-
stinazione d'uso di immobili finalizzata ad un pubbli-
co utilizzo e/o esercizio privato aperto al pubblico,
devono essere previste e realizzate soluzioni conformi
alla disciplina vigente in materia di eliminazione
delle barriere architettoniche.
Devono essere garantiti i requisiti di accessibilità,
adattabilità, visitabilità, con le modalità e le ca-
ratteristiche previste dalle normative vigenti, al fi-
ne di garantire l’osservanza delle stesse.
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Art.40 - Indicatori ed altri apparecchi
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al vincolo di cui al D.L.vo 22.1.2004 n.42 e successi-
ve modifiche ed integrazioni, deve essere richiesta
l’autorizzazione della competente Soprintendenza.
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1. Il Comune provvede a sistemare i marciapiedi e spazi
pubblici con particolare attenzione alla fruibilità da
parte di tutti i cittadini. In particolare, in occa-
sione di opere di manutenzione o rifacimento, provvede
ad eliminare le barriere architettoniche ai sensi del-
la legislazione vigente.
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dividuata nel Piano urbano del traffico. Può essere
ammessa la creazione di passi carrai su strade di mag-
gior traffico in caso di motivata necessità e/o inte-
resse generale.
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corsie di distribuzione e di manovra, aiuole verdi di
arredo, ecc..
Art.46 - Autorimesse
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3. Nelle zone destinate ad attività produttive ed impian-
ti tecnologici, ferme restando le disposizioni sopra
citate relative alle recinzioni verso il fronte strada
e perpendicolarmente alla strada per la profondità di
almeno mt.10, quelle interne possono essere realizzate
in muratura cieca con altezza inferiore a mt.3. Per
esigenze specifiche legate alla sicurezza possono es-
sere ammesse recinzioni con altezze e caratteristiche
particolari e diverse da quelle sopra descritte.
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TITOLO VIII - GLI EDIFICI
Art.50 - Scale
50
Le scale di sicurezza possono assumere anche il ruolo
di scale principali qualora abbiano caratteristiche
costruttive tali da poter essere utilizzate in via
normale e l’edificio sia dotato di adeguati ascensori.
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TITOLO IX – CONFORMAZIONE E DOTAZIONE MINIMA DELLE UNITA’
IMMOBILIARI
Art.52 - Soppalchi
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TITOLO X - ASPETTO ESTERNO DEGLI EDIFICI
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I balconi sono vietati nelle strade la cui larghezza
della sede stradale è inferiore o uguale a mt.6,00.
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concordate con il Settore sportelli dell’edilizia e
delle imprese.
55
timento delle acque pluviali, secondo la normativa vi-
gente.
56
3. Sui cortili con dimensioni comprese tra i mt.5 per
mt.5 e mt.10 per mt.10 possono affacciarsi edifici
purché l’altezza dei fabbricati posti sui lati sud,
est e ovest sia al massimo pari al distacco della pa-
rete fronteggiante.
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provvede all’esecuzione d’ufficio a spese del contrav-
ventore.
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TITOLO XI – GLI INTERVENTI E LE PRESCRIZIONI PER I CAN-
TIERI
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cantiere non deve costituire pericolo per la circola-
zione stradale e comunque per la pubblica incolumità.
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3. Tutte le volte che nell’esecuzione dei lavori vengono
incontrati manufatti, condutture od altre opere per
servizio pubblico o privato, deve essere usata ogni
cautela per non danneggiarli dando immediato avviso al
Settore sportelli dell’edilizia e delle imprese, ad
uniformarsi a tutte le disposizioni nel rispetto dei
diritti dei proprietari dei manufatti. Per le opere
private deve essere posto contemporaneamente avviso ai
proprietari interessati.
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2. In ogni caso devono essere adottati provvedimenti atti
a salvaguardare l’incolumità pubblica, ad assicurare
il pubblico transito e ad evitare la formazione di ri-
stagni d’acqua. Le porte ricavate nelle recinzioni
provvisorie non devono aprirsi verso l’esterno e devo-
no rimanere chiuse quando i lavori non sono in corso:
gli angoli sporgenti delle recinzioni o di altre
strutture di cantiere devono essere dipinti per tutta
la loro altezza a strisce bianche e rosse con vernice
riflettente e muniti di segnale illuminato a luce ros-
sa che deve rimanere acceso dal tramonto al levare del
sole.
62
si, vie, ecc, devono essere ricoperti con teli atti
ad impedire la dispersione delle polveri delle lavo-
razioni e su di essi devono essere prevalentemente
rappresentate, in maniera adeguata, le facciate degli
edifici stessi di cui sono copertura, ovvero immagini
di opere artistiche di interesse per la città. I teli
dovranno essere oggetto di costante manutenzione e
garanzia del decoro dei luoghi. Essi devono altresì
conformarsi alle vigenti disposizioni di legge sulla
prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Qualora la durata della posa dei ponteggi o delle im-
palcature sia inferiore a 20 giorni lavorativi, non è
obbligatorio rappresentare sui teli come sopra de-
scritti, le facciate degli edifici stessi o immagini
di altre opere artistiche.
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1. La stabilità del terreno deve essere assicurata in mo-
do da evitare smottamenti che possano causare danni a
persone o cose.
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TITOLO XII - ARREDO E STRUTTURE PRECARIE
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munque non superiore a tre anni e subordinatamente al-
la dimostrazione della sussistenza, dopo tale periodo,
delle condizioni che portino a ritenere superato e non
più necessario il manufatto precario e conseguentemen-
te si possa concretamente prevederne lo smontaggio.
E’ ammessa la proroga dell’autorizzazione per un pe-
riodo non superiore a quello dell’autorizzazione ori-
ginaria da autorizzare con le stesse modalità.
L’autorizzazione deve essere preceduta da un atto
d’impegno unilaterale con cui il soggetto autorizzato
s’impegna a smantellare il manufatto ed a ripristinare
i luoghi a propria cura e spese al termine della dura-
ta del “precario”.
L’atto d’impegno deve essere accompagnato da una ga-
ranzia fidejussoria almeno equivalente all’onere dello
smantellamento e ripristino.
Qualora il manufatto da autorizzare sorga su area o
immobile vincolati, deve essere acquisito il nulla o-
sta dell’ente tutore del vincolo.
Il Consiglio comunale, prima del rilascio
dell’autorizzazione da parte del dirigente responsabi-
le del Settore sportelli dell’edilizia e delle impre-
se, esprime le determinazioni in merito alla valuta-
zione della sussistenza dell’interesse pubblico e/o
collettivo e della sussistenza dei requisiti del sog-
getto richiedente.
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ecc.) oppure con teli, mentre i lati devono essere
completamente aperti.
In particolare il gazebo deve essere adeguatamente in-
serito in un giardino o cortile e non può essere ad-
dossato ad altre costruzioni. La distanza minima del
gazebo dai confini deve essere di almeno mt.1,50.
Può essere pavimentato nella parte sottostante purchè
nel rispetto del parametro del verde profondo pre-
scritto dalle norme tecniche degli strumenti di piani-
ficazione vigenti.
Non essendo considerata come costruzione edilizia non
rileva ai fini della verifica della superficie coperta
e della superficie lorda di pavimento, tuttavia non
deve superare la superficie di 20 mq. per i privati e
di mq. 100 per gli operatori commerciali.
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e) il margine inferiore della struttura e della tenda
(comprese le frange o le appendici) non può avere
altezza inferiore a mt.2,20;
f) nel centro storico, nei nuclei antichi e sugli e-
difici vincolati, la posizione, il colore ed i ma-
teriali devono essere concordati con il dirigente
responsabile del Settore sportelli dell’edilizia e
delle imprese e in caso di edifici vincolati, con
la Soprintendenza;
g) non sono ammesse tende sopra le finestre dei piani
superiori al piano terra qualora sporgenti dalla
facciata.
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TITOLO XIII - DISPOSIZIONI DI INDIRIZZO PER L’EDILIZIA SO-
STENIBILE
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TITOLO XIV - SANZIONI E NORME TRANSITORIE E FINALI
Art.76 - Sanzioni
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