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IL NOVECENTO

La musica rock, pop, leggera


NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
Quadro storico
Nel corso del Novecento a periodi di pace si alternano guerre,
invasioni e agitazioni popolari. Nella seconda parte del secolo,
segnata dalla guerra fredda, si verificano conflitti regionali,
come in Vietnam e nei Balcani, disastri ecologici e profondi
cambiamenti culturali.
Il movimento di contestazione del 1968 influenza
notevolmente anche le espressioni musicali, mentre il
continuo progresso tecnologico e scientifico produce
miglioramenti nei vari campi del sapere, compreso quello
della riproduzione dei suoni.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
Le Idee chiave
Durante il Novecento, con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di
massa, in campo musicale acquista notevole importanza la musica di
consumo. Essa comprende quei brani di carattere facile e
orecchiabile, scritti con il semplice scopo dì intrattenere e
divertire il pubblico: per questo motivo viene definita "leggera". La
musica leggera, in inglese musica pop, si distingue sia dalla musica colta,
che richiede uno sforzo compositivo maggiore, sia dalla musica etnica,
riferita soprattutto alla tradizione orale popolare. In realtà, le distinzioni
non sono così nette e spesso si assiste a una mescolanza di generi, in
cui grandi musicisti compongono musica di intrattenimento. spesso
ispirati da motivi popolari, mentre autori di musica leggera si interessano
alla musica colta o scrivono testi di forte impegno sociale. Emerge la
figura dell'interprete, del cantante, che spesso diventa un vero e
proprio idolo delle folle.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
Generi e forme: Rock, pop, leggera
Nell'ambito della musica leggera si affermano stili e generi diversi, fra cui il
rock, da cui derivano l'hard rock, l’heavy metal e il punk; la musica
beat, il folk e il country statunitensi, il reggae giamaicano e il rap. La
principale forma compositiva è la canzone, spesso per voce solista con
accompagnamento strumentale.
NOVECENTO - LA MUSICA ROCK
Strumenti
Lo strumento più utilizzato è la chitarra, sia nel modello classico e folk.
sia nella versione elettrica. Nei gruppi musicali è solitamente affiancata
dal basso, dalla batteria e dalle tastiere, con l'aggiunta, in alcuni casi,
di qualche strumento a fiato o a percussione.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
Compositori
Fra i maggiori interpreti di musica leggera, talvolta anche autori delle canzoni,
ricordiamo gli americani Elvis Presley, Frank Sinatra, Bob Dylan, e i gruppi inglesi
Beatles. RoIling Stones, Pink Floyd, Genesis e Queen. In Italia spicca la
personalità di Modugno, accanto a Mina, Morandi, Celentano e alla tradizione dei
cantautori iniziata con De André. Paoli. Gaber, Battisti. Conte, Dalla.

Elvis Presley Lucio Battisti Lucio Dalla


LA MUSICA LEGGERA : Luoghi
La musica leggera si sviluppa principalmente negli Stati Uniti e
nell'Europa occidentale, in particolare nel Regno Unito L'Italia mantiene
una propria tradizione, in parte influenzata dagli stili internazionali.
USA - Inizi del Novecento: il jazz e il musical hanno influenza sulla nascita della musica leggera Anni '50: nasce
e si afferma il rock‘n'roll Anni ’60 nascono ìl folk e il country con Bob Dylan e Joan Baez. Anni '70: nasce la
disco music. Anni '80: nelle comunità afro-americane (nasce il rap, un genere,di denuncia sociale)

Regno Unito - Anni ‘60:


nasce il beat con i Beatles e i
RoIling Stones. Anni ‘70
nascono nuove correnti rock
e nuovi gruppi come i
Queen

Giamaica - Anni '80:


nasce il reggae, in cui
si mescolano rhythm
and blues, musica
africana e caraibica Italia - Fine dell'Ottocento: si diffondono' in Italia la romanza e la canzone
napoletana. Anni '50: in Italia nasce il festival di Sanremo Anni '60-'70: si affermano i
cantautori, come De André, Gaber e Battisti Anni '90: numerosi interpreti e
cantautori italiani raggiungono un successo internazionale
NOVECENTO – IL ROCK
Il PIÙ GRANDE FENOMENO MUSICALE DEL ‘900
Il termine rock (dall'inglese to rock, "scuotere", "far tremare") è
una contrazione di rock'n'roll ("scuotiti e dondola") e ha indicato,
soprattutto alle origini , un certo tipo di musica dei giovani in varie
forme, anche molto diverse.
Esso nasce dal desiderio di ballare e divertirsi e, all'inizio, assume il
giro armonico del blues, mentre la sua ripetizione dà vigore al
ritmo e offre ai giovani la possibilità di scatenarsi sulle piste.
Si è sviluppato a cominciare dagli anni Cinquanta negli Stati Uniti e
in Inghilterra; poi nel tempo si è diversificato in tante forme e
generi, che cercheremo di conoscere più approfonditamente,
NOVECENTO – Alle origini del rock:
IL RHYTHM AND BLUES
Il rock deriva dalla musica dei neri d'America e in particolare dal rhythm and
blues (R&B), un jazz leggero, ballabile , con un ritmo cadenzato e trascinante.
Inizialmente il rhythm and blues era solo strumentale, con prevalenza degli
strumenti a fiato, ma in seguito, fra gli anni Trenta e Quaranta, è divenuto anche
vocale e tale è rimasto fino agli anni Sessanta. Un esempio di rhythm and blues
è Sland by me di Ben E. King. La diffusione del rock fu agevolata anche
dalle nuove tecniche di registrazione su dischi in vinile, un particolare tipo di
plastica su cui erano incisi i solchi (microsolchi) che venivano poi leni da una
puntina (pich up) e trasformati in suono. I dischi potevano essere letti a 33
giri al minuto oppure a 45 giri al minuto risultando quindi più veloci.
Negli anni Cinquanta e Sessanta furono questi ultimi a predominare, cioè i 45
giri, sui quali venivano incise solo due canzoni: su un lato quella importante e
più curata, sull'altro quella minore. l 45 giri americani arrivavano
facilmente anche in Italia e i nostri cantanti erano soliti riprendere le
canzoni di maggior successo per farne delle versioni in italiano (COVER),
come ad esempio fece Adriano Celentano proprio con Sland by me, che incise
con il titolo Pregherò.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
IL BOOGIE-WOOGIE
Stile jazzistico diffusosi intorno agli anni Trenta come
derivazione pianistica del rhythm and blues (ma con un
andamento più veloce e basato su un ostinato ritmico eseguito
dalla mano sinistra), il boogie-woogie preparò la strada al
successo del rock'n'roll.
Boogie Woogie è anche il nome di una ballo ed è una
mescolanza di stili quali Charleston, Lindy Hop, Big Apple,
Black Bottom e lo Swing.
Vediamo come si balla ascoltando il famosissimo In the
mood, del 1939 eseguito dalla big band di Glen Miller.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
IL ROCK'N'ROLL
Il rock'n'roll (rock and roll, come abbiamo detto. "scuotiti e
dondola") si diffuse in America, anche come ballo, agli inizi
degli anni Cinquanta cd è considerato la prima cd esclusiva
espressione musicale del mondo giovanile.
Nato come musica dei ragazzi neri c poi adottato dai bianchi
statunitensi, ha favorito l'emancipazione degli adolescenti
(teenager) e un graduale avvicinamento tra bianchi e neri.
All'inizio il rock'n'roll (R&R) fece scandalo perché:
 era un ballo sfrenato e scomposto;
 derivava dalla musica jazz dei neri (i pregiudizi razziali
erano ancora molto forti):
 era la musica di giovani trasgressivi, il più delle volte
malvisti anche dagli stessi genitori.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
Elvis Presley cioè IL ROCK'N'ROLL
Ma proprio grazie alla sua carica rivoluzionaria, il R&R ebbe una
diffusione inarrestabile e i discografici furono costretti a inserirlo nei
propri giri di affari anche se, inizialmente. diedero più spazio agli artisti
bianchi rispetto a quelli di colore.
Rappresentante tipico di quest'epoca fu Elvis Presley (1935-77), mitico
cantante americano che trovò il successo commerciale sia nel
mondo discografico sia nel cinema, interpretando a Hollywood
ben 35 film in cui compaiono molti dei suoi brani migliori.
Vediamo un video per conoscere il fenomeno Elvis e ascoltiamo un suo
grande successo Junailhouse Rock che da anche il titolo a uno dei suoi
film.
Il cinema. d'altronde. contribuì molto alla diffusione del rock e fu
proprio un film dci 1955 (Blackboard Jungle) a lanciare il primo
grande successo del genere: Rock Around the Clock (che si può
tradurre con "Balla il rock per tutto il giorno" di Bill Haley.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
COUNTRY E FOLK
Negli Stati Uniti, attorno agli anni Sessanta, la musica rock si andava
ispirando a generi musicali già esistenti, riadattati e modificati
ritmicamente:
 la musica country (country rock), espressione della musica
tradizionale bianca americana, legata alle campagne e alle praterie del
Sud e dell'Ovest (country significa "campagna");
 la musica folk (folk rock), musica legata alla tradizione delle società
pre-industriali (folli significa "gente") e nella quale le melodie venivano
tramandate oralmente.
Sia nel country che nel folk i testi tradizionali lasciarono ben presto il
posto a testi che denunciavano il disagio giovanile e le ingiustizie sociali.
Questo modello folk americano (rappresentato da artisti come Bob
Dylan, Simon and Garfunkel, Joan Baez e Tim Buckley) ha
portato a fenomeni continui di imitazione, caratterizzati da testi
"impegnati" e dall'uso di strumenti tradizionali, anche in altri Paesi, come
l'Inghilterra. Di Simon & Garfunkel ascoltiamo The sound of
silence in una versione live del 1990.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
Bob Dylan e la canzone di protesta americana
Gli anni Sessanta in America furono gli anni di Martin l.uther King e
di John F. Kennedy. In questo periodo gruppi di giovani rivendicavano
l'uguaglianza sociale e razziale; nella musica la protesta si fece sentire
attraverso la voce di cantanti quali Bob Dylan e Joan Baez.
Bob Dylan, già nel 1962, accompagnandosi con la chitarra e con
l'armonica a bocca, interpretava canzoni di protesta e di speranza.
davvero inimitabili, come Blowing in the wind.
Dopo il 1964. Dylan passò a uno stile più melodico e meno aggressivo.
rivolgendo l'attenzione alle sonorità degli strumenti elettrici e
collaborando con altri famosi musicisti come George Harrison, ex
Beatles. Tra i suoi brani più famosi e conosciuti Knock’in on heavens
door (che ascoltiamo nella versione dei Guns N' Roses )
La fine degli anni Sessanta fu anche il periodo dei grandi concerti di
massa all'aperto (negli Stati Uniti, Monterey Pop nel 1967 e
Woodstock nel 1969; in Europa, l'isola di Wight nel 1970), che
coincisero con una trasformazione radicale della cultura e dei costumi di
un'intera generazione.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
IL BEAT INGLESE – I BEATLES
Il beat (dall'inglese beat, che significa "battito") nacque nei primi anni
Sessanta in Gran Bretagna come un rock semplice e poco
impegnato che vuole rinnovare la tradizione della musica inglese
ispirandosi al rhythm and blues e al rock'n roll.
Fu nel 1962 che il beat invase il mondo con Love me do, il primo
successo dei Beatles, gruppo formato da John Lennon, Paul
McCartney, George Harrison e Ringo Starr, quattro ragazzi di
Liverpool che divennero subito un mito per tutti i giovani come il
gruppo divenne un simbolo della musica beat.
l motivi per i quali furono cosi famosi e inimitabili sono tanti, ad esempio
l'originalità dei brani (scrivevano loro testi e musica), la grande
inventiva melodica, i testi ricchi di humour e sensibilità, a volte
surreali, la capacità di sintetizzare il meglio della musica di quegli anni
(blues, rock, ecc.) .
Il fenomeno del beat inglese e dci Beatles divenne in breve un movimento
globale che coinvolse i teenager di tutto il mondo, anche
nell'abbigliamento, nelle acconciature e nel linguaggio, fatto di
contestazione e di ribellione.
NOVECENTO – Alle origini del rock:
IL BEAT INGLESE – Non solo BEATLES
Il 24 ottobre del 1965 ai Beatles fu conferito il titolo di Baronetti
dell'Ordine dell'Impero Britannico (una vera follia per
l'epoca, tanto che molti membri del "Most Excellent Order of the
British Empire" restituirono il titolo), titolo che nel 1969 John
Lennon decise di restituire per protestare contro il sostegno
inglese agli Stati Uniti per la guerra in Vietnam. Nel 1967 i
Beatles smisero di esibirsi nei concerti e fino al 1970 (anno in cui il
gruppo si sciolse) continuarono solo la produzione discografica. Nel
1980 John Lennon venne ucciso con un colpo di pistola da un
fanatico squilibrato. Lennon ci. lascia, come memorabile testamento
spirituale, una delle più intense canzoni di lutti i tempi: Imagine.
Un altro gruppo inglese che si affermò nel mondo del beat, in
contrapposizione ai Beatles, fu quello dei Rolling Stones (pietre
rotolanti') il cui capogruppo è ancora oggi Mick Jagger. Alcune
loro canzoni son vere e proprie pietre miliari della storia del rock:
Satisfaction (I can’t get no), Paint it black, Angie.
NOVECENTO – Sviluppi del rock:
IL ROCK UNDERGROUND E PROGRESSIVE
1 termine inglese underground significa "sotterraneo" e il rock
underground è un genere legato alla cultura "sotterranea", cioè non
commerciale, delle metropoli americane, che già negli anni Sessanta
anticipava il concetto di multimedialità, ovvero di spettacoli in cui
potevano confluire tante forme artistiche (musica, poesia, pittura ,
recitazione ecc.).
I Velvet Underground, ispirandosi all'arte del pittore americano
AndyWarhol, ne sono stati gli esponenti migliori e più noti.
Dei Velvet Underground ascoltiamo Sunday Morning brano in
cui si cela un sentimento di paranoia e d'ansia strisciante composto
congiuntamente da Lou Reed (voce e chitarra) e John Cale
(pianista) all'alba di una domenica mattina dopo una nottata passata a
provare in studio. Fu proprio Andy Warhol a suggerire a Reed di
inserire il tema della paranoia all'interno del brano.
NOVECENTO – Sviluppi del rock
IL ROCK UNDERGROUND E PROGRESSIVE
In Inghilterra attorno agli anni Settanta, il rock underground diventa
rock progressive, cioè rock progressista, d'avanguardia,
che guarda alla musica "colta". Questo genere esprime la
ricerca di nuovi linguaggi musicali anche attraverso l'uso
sperimentale delle strumentazioni elettroniche che si
andavano allora affermando.
Gli esponenti migliori di tale corrente sono stati gli Yes, i King
Crimson e i Pink Floyd.
Pink Floyd è il nome di un famoso gruppo nato a Londra nel
1965 e formato inizialmente da Roger Waters, Rick Wright,
Nick Mason c Syd Barrett (che usci di scena nel 1968 a causa di
una malattia mentale e sostituito dal chitarrista David Gilmour)
che seppero trasformare la musica rock in concerti spettacolo e in
film. Esempio in tal senso Another Brick In The Wall.
NOVECENTO – Sviluppi del rock
IL ROCK SINFONICO
Il rock sinfonico è uno stile classicheggiante del nuovo rock
inglese degli anni Settanta, il risultato dell'ambizione, spesso
affascinante nei risultati, di dare al rock un respiro musicale
più ampio, creando delle suite talvolta lunghe e riccamente
orchestrale.
È dunque un progressive ancora più inserito in un contesto
orchestrale, colto e ambizioso, che sperimenta fino in fondo le
strumentazioni elettroniche.
In quest'ambito, gruppi come i Genesis (di Peter Gabriel e Phil
Collins) e i Gentle Giant (dai tre fratelli Shulman Derek, Phil
e Ray) hanno saputo esprimere l'anima più accattivante e accessibile
di questo genere. Per meglio capire il genere ascoltiamo dei Genesis
Los Endos (storpiatura in finto spagnolo di the end).
NOVECENTO – Sviluppi del rock
LA RISPOSTA USA A BEAT & ROCK MADE IN UK
La risposta americana all'invasione del rock e del beat inglese si articolò in
forme molto diverse. Gruppi come i Beach Boys e i Doors (anni
Sessanta-Settanta) si avvicinarono allo stile inglese pur senza esserne dei
semplici imitatori: altri, come i californiani Jefferson Airplane (sempre
negli stessi anni), furono tra i protagonisti della scena di San Francisco,
legata al diffondersi del movimento hippy. Infine, alcuni grandi solisti sono
entrati nella leggenda del rock, come il chitarrista Jimi Hcndrix (1942-
70).
Dopo un periodo di minore vitalità, il rock americano trovò, a partire dal
1975, un nuovo grande protagonista in Bruce Springsteen, che
ancora oggi è considerato il più importante rocker americano
contemporaneo. Soprannominato dai suoi fan The boss ("II capo"),
Springsteen propone un rock grintoso e pieno d'energia, con testi di
denuncia sociale e fortemente legali alle proprie radici
americane. Di Springsteen Ascoltiamo Mrs. McGrath (conosciuta
anche come Mrs. McGraw) canzone contro la guerra basata su una
Folksong di origine irlandese del 1815.
NOVECENTO – Sviluppi del rock
HARD ROCK E HEAVV METAL
Come si capisce dal nome, il rock si è fatto "duro" (hard) ed è
caratterizzato da un uso massiccio di chitarre amplificate a
dismisura, spesso distorte e rabbiose.
L’hard rock si diffuse a partire dagli anni Settanta in Inghilterra e in
America e gruppi come i Led Zeppelin (del chitarrista Jimmy Page) e
gli Aerosmith (del cantante Steven Tyler e del chitarrista Joe Perry di
cui ascoltiamo Walk This Way) sono da considerarsi i più significativi
del genere.
L’heavy metal (letteralmente "metallo pesante") è invece più recente e
unisce la forza dell'hard rock alla violenza di testi e tematiche ispirati alla
letteratura horror (dark music), all'esoterismo e all'eccesso in ogni sua
forma. Tra i gruppi promotori di questo genere possiamo ricordare gli
Iron Maiden (del bassista Steve Harris, il fondatore) e i Deep Purple
di cui ascoltiamo Smoke on the Water tratto dall’album Machine
Head, del 1972, considerato uno degli album più influenti e importanti
della storia della musica rock.
NOVECENTO – Sviluppi del rock
IL ROCK OGGI
La musica rock ha continuato la sua evoluzione fino ai nostri
giorni, sia nell'ambito di quello che potremmo più
genericamente definire rock-pop, ovvero un rock facile e
accessibile a tutti (con POP si intende un genere "popolare" di
cui parleremo più avanti), con gruppi come gli inglesi Queen,
guidati da Freddie Mercury e attivi a partire dagli anni ‘70, i
Police di Sting negli anni ‘80 (di cui Every breath you take è
uno dei brani più famosi), e poi gli irlandesi U2, con il cantante
Bono, o i più recenti Oasis dei fratelli Gallagher, sia con un
filone più impegnato, che continua la tradizione della musica
rock come ricerca di forme espressive elaborate: dagli inglesi
Radiohead fino alle sperimentazioni della cantante islandese
Bjork.
NOVECENTO – IL POP
GENERE POPOLARE
Con il termine pop music, o musica pop, si indica
generalmente tutta la musica leggera, intesa come
fenomeno di massa (il vocabolo inglese POP è
l'abbreviazione di popular, che significa "popolare").
L’espressione è più vicina, però, a "musica commerciale" o
"musica leggera" che a "musica popolare" (a cui corrisponde
invece in inglese il termine folk music).
Attualmente si tende a inserire nella musica pop tutti i generi
musicali di consumo dal 1960 a oggi, situabili soprattutto
nell'area inglese e americana.
NOVECENTO – IL POP
MUSICA COME FENOMENO DI MASSA
La musica pop si caratterizza per i seguenti elementi:
 è destinata a un pubblico vasto quanto più è possibile;
 è di facile ascolto e poco elaborata, spesso ridotta a semplice
intrattenimento;
 è destinata al consumo di massa;
 è di gradimento generale, diffuso, popolare.
Essa raggruppa in sé un insieme di tendenze musicali affermatesi a partire
dal xx secolo, caratterizzale da un linguaggio relativamente semplice e in
alcuni casi schematico. Questo tipo di musica, inoltre, è strettamente
inserito nel circuito di diffusione commerciale mondiale con incisioni
discografiche, video, festival, concerti, spettacoli, trasmissioni e reti
televisive e radiofoniche. Se la semplicità del linguaggio musicale c il
disimpegno tematico distinguono la musica leggera dalla cosiddetta
"musica colta" la presenza di un'industria e di un mercato discografico la
differenzia comunque dalla musica popolare vera e propria.
Fra le tante diversificazioni della musica pop troviamo il reggae, il rap
(hip hop), il pop Ialino-americano e la disco music.
NOVECENTO – IL POP
IL REGGAE
Il reggae, nato in Giamaica come genere povero, con testi riferiti
a problematiche locali e religiose, dal parlato quasi
incomprensibile, raggiunse in breve il circuito musicale
internazionale a partire dagli anni Sessanta e fu la prima musica
non angloamericana ad affermarsi in tutto il mondo.
È un genere particolare, caratterizzato dall'andamento moderato, dal
ritmo in controtempo e attacchi in levare, dalla presenza costante
del basso. Furono i disc-jockey dell'isola a creare il toasting, cioè
l'abitudine di parlare sui dischi in modo ritmico (che è alla
base del reggae e che poi porterà al rap) e questo perché la povertà
spesso impediva di realizzare basi musicali apposite. Il reggae
divenne ben presto una vera e propria fede, legata a una
religione già esistente, il rastafarianesimo, e il giamaicano Bob
Marley (1945-81) ne è stato definito il "Messia". No Woman, no
cry è la sua canzone più famosa ma ascoltando Jamming si
capiscono meglio le caratteristiche del reggae.
NOVECENTO – IL POP
IL RAP (HIP HOP)
L'hip hop è un movimento culturale nato nelle comunità afro-
americane e latino-americane intorno agli anni Settanta nel quartiere del
Bronx, a New York. Al centro dci movimento si riconosce quel fenomeno
noto con il nome di Block Party con il quale si definiscono le feste di
strada dove i giovani afroamericani e latinoamericani
ballavano, suonavano e cantavano improvvisando.
Un fenomeno collaterale che contribuì a dare un background comune
all'hip hop fu quello dci graffiti sui muri. Il desiderio di comunicare e la
vitalità espressiva di chi praticava il writing era tale che ogni superficie
libera (muri dei palazzi, vagoni delle metropolitane ccc.) diventava
uno spazio da personalizzare con disegni e scritte.
Negli anni Ottanta, le caratteristiche di questa nuova cultura hanno
travalicato i confini statunitensi e hanno raggiunto tutto il mondo. Oggi, la
cultura hip hop non è limitata solo alla musica, ma permea il
mondo della danza, della moda e del design.
NOVECENTO – IL POP
IL RAP (HIP HOP)
Il rap (rhythm and poetry, "ritmo e poesia") è uno stile musicale nato
negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta ed è ormai diventato una
componente fondamentale della cultura moderna. il rap si può definire
come l'espressione musicale della cultura hip hop e consiste
essenzialmente nel parlare sopra una base musicale. Chi esegue
questa tecnica si definisce MC ('maestro di cerimonie" o freestyler),
mentre il DJ è colui che accompagna l'MC. Insieme alla breakdance (lo
stile di ballo tipico della cultura hip hop) e ai graffiti, rap e djing sono i
quattro elementi principali della cultura hip hop.
Musicalmente il rap consiste in una sequenza di versi molto ritmati,
incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze e allitterazioni.
Chi scandisce tali versi, cioè il rapper, lo fa su una successione di note
realizzata tramite il beatmaking, un generatore di suoni e ritmi beat.
Questo beat è spesso creato usando lo stile percussionistico di un'altra
canzone, generalmente funk o soul. Molti altri suoni sono di frequente
campionati, suonati con un sintetizzatore o creati con strumenti veri.
I testi delle canzoni affrontano per lo più tematiche a sfondo sociale.
NOVECENTO – IL POP
IL POP LATINO - AMERICANO
Con il termine POP latino-americano vengono denominati vari ritmi e
generi, in gran parte caraibici, popolari in molte nazioni latino-americane.
Tra questi, il più noto e diffuso è il genere salsa, di origine cubana.
Non è chiaro chi e perché abbia dato questo nome a tale genere, ma esso
risulta in ogni caso appropriato, in quanto si riferisce, per l'appunto, alla
"mescolanza" di sonorità e ritmi musicali diversi.
La salsa incorpora vari stili e varianti; il termine può essere utilizzato per
descrivere quasi tutti i generi di derivazione cubana più popolari (come
cha cha cha, rumba e mambo). E "salsa" è anche il nome del
ballo comunemente danzato su questo tipo di musica.
Ascoltiamo una delle più note canzoni del repertorio di salsa cubana, cioè,
Bailando di Enrique Iglesias (ft. Descemer Bueno, Gente De
Zona).
Oggi il termine "latino-americano" spesso sta a indicare stili di danze
sudamericane e canzoni commerciali destinate a "balli di gruppo".
NOVECENTO – IL POP
LA DISCO MUSIC O DANCE MUSIC
Questa musica è nata per essere suonata in discoteca.
La disco music si è diffusa negli anni Settanta e consiste in una miscela di
brani pop di successo, commerciali e ballabili. I maggiori rappresentanti
sono stati Donna Summer, Barry White, Gloria Gaynor e i Bee
Gees (uno dei gruppi più noti e di maggior successo della storia della
musica pop ricordati soprattutto nel genere della prima Disco music e per
aver composto la colonna sonora "La febbre del sabato sera ")
La dance music deriva dalla disco music ed è un riadattamento più
moderno (basato in particolare sulle nuove tecniche elettroniche e
ritmiche) della musica da discoteca. Sotto la grande influenza della disco
music di origine nera, verso la fine degli anni Sessanta si è avuta
l'esplosione di questa musica, con sonorità elettroniche fortemente
ritmate e con melodie mollo orecchiabili ma prive di originalità.
Questo genere comprende, in realtà, tutta quella musica attorno alla quale
ruotano enormi interessi commerciali e di conseguenza è musica di
produttori e studi di registrazione più che di autori e interpreti.
NOVECENTO – IL POP
MUSICA POP E NUOVI DIVI
Sempre più importante, inoltre, è diventato il ruolo del
personaggio, del divo musicale, tanto che oggi l'industria
discografica lancia continuamente nuovi cantanti, curandone
nei minimi dettagli l'immagine (abbigliamento, trucco,
stile, in una parola il look) e lasciando spesso in secondo piano
l'aspetto più propriamente musicale.
Ne sono stati esempio negli ultimi decenni musicisti, anche
molto validi, come Elton John e Prince, gruppi come gli
Abba e veri e propri personaggi a 360° come Michael
Jackson, destinato a diventare sempre più un mito dopo la sua
prematura e drammatica fine (We are the world, You are
not alone e Heal the world giusto per citarne qualcuno tra i
brani più famosi).
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
Perché "leggera"
Si definisce musica leggera tutta quella musica che
normalmente è facile da cantare e da riprodurre, anche
quando non si hanno specifiche conoscenze tecniche. Sotto questa
definizione generica possiamo però trovare una miriade di generi e
stili diversi. Al suo affermarsi nei primi decenni del Novecento
contribuirono diversi fattori:
 la diffusione della stampa musicale;
 l'invenzione del fonografo, antenato del giradischi ;
 la diffusione delle prime radio, che cominciarono a portare la
musica in tutte le case;
 la diffusione di nuovi locali pubblici dove ci si poteva recare
per ascoltare musica, come i café-chantants in Francia e i
caffè-concerto in Italia.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
La "canzone"
La canzone è la principale forma compositiva alla base di quella che
verrà definita musica leggera, detta cosi in contrapposizione alla
"serietà" della musica classica.
La canzone è una composizione destinata al canto, formata quindi da
parole e musica. L'unione tra parole e musica è sempre esistita anche
nella musica "colta": basti pensare al canto gregoriano, all'oratorio, ai
Lieder romantici e, soprattutto, all'opera lirica. È solo verso la fine
dell'Ottocento, tuttavia, che inizia a diffondersi il modello di canzone
cosi come è ancora oggi diffuso. Fra i suoi caratteri principali possiamo
individuare:
 una melodia semplice, spesso costruita su ritmi di danze popolari;
 una struttura in cui si alternano strofe e ritornelli (A-B);
 un accompagnamento eseguibile anche da un solo
strumento;
 un testo facilmente ascoltabile e ispirato a temi sentimentali o
di impegno sociale.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
La canzone melodica italiana
Nei primi decenni del Novecento. e in special modo fra le due
guerre mondiali, in Italia si afferma la canzone melodica,
un genere che discende direttamente dall'aria dell'opera
lirica e dalla romanza ottocentesca, con testi
sentimentali e "strappalacrime".
La canzone di questi anni è quindi generalmente orecchiabile e
cantata a piena voce, come, ad esempio, nel caso del
famosissimo brano del 1934, Mamma, portato al successo da
Beniamino Gigli, uno tra i più grandi cantanti lirici di tutti i
tempi. Ascoltiamo questo brano eseguito da "IlVolo".
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
La canzone napoletana
La canzone melodica italiana trova la sua migliore espressione nel
repertorio della canzone napoletana, repertorio ricco e originale
che è diventato ben presto patrimonio del mondo intero. La
canzone napoletana è stata definita ' figlia della poesia" c, come
quasi tutti i canti della tradizione, ha espresso i sentimenti, la storia
e i costumi di un popolo mantenendone l'inconfondibile "etnicità",
a volte umoristica e a volte drammatica.
Nella prima metà del Novecento, parolieri e musicisti napoletani
producono migliaia di canzoni, molte delle quali sono ancora oggi
famosissime; tra essi troviamo Salvatore Di Giacomo, Luigi
Denza, Libero Bovio, Eduardo Di Capua c molli altri, fino ad
arrivare all'indimenticabile Renato Carosone o al grande
interprete Roberto Murolo.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
La canzone napoletana si rinnova
Dunque la canzone napoletana, pur avendo un'enorme diffusione
popolare, non è mai "anonima" poiché è sempre canzone d'autore.
Negli anni più recenti troviamo invece ottimi compositori, sensibili
e attenti alla tradizione, che hanno saputo rinnovare la canzone
napoletana con melodie di sapore antico ma arricchite da testi di
forte significato politico e sociale: La nuova compagnia di
canto popolare, i fratelli Bennato (Edoardo ed Eugenio) e
Pino Daniele, scomparso nel 2015, che quando parla di Napoli
mostra di saperlo fare con molta efficacia, cogliendo senza retorica
gli aspetti positivi e problematici della sua città, come nel brano
Napule è (che ascoltiamo in una versione live di Pino Daniele con
Eric Clapton uno dei più grandi chitarristi rock-blues).
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
Il Festival di Sanremo
Durante il regime fascista, le canzoni italiane servono soprattutto per la
propaganda politica ma, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale,
l'Italia è invasa da tutta quella musica, soprattutto di origine americana, della
quale il fascismo ha ostacolato la diffusione. È però una moda breve perché ben
presto si torna alla classica canzone melodica all'italiana che, a partire dal 1951,
celebra ogni anno il suo trionfo al Festival di Sanremo. l nomi di interpreti
come Nilla Pizzi, Claudio Villa, Carla Boni o Gino Latilla, la cui
popolarità è nata insieme al Festival, sono ancora oggi molto conosciuti e amati.
Quando poi, alla fine degli anni Cinquanta, a Sanremo arriva la voce urlata di
Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu (I958) e con Piove
(1959), la canzone melodica sembra in difficoltà: anche altri "urlatori" stanno
conquistando le preferenze degli italiani. Due nomi fra tutti: Adriano
Celentano (Il tuo bacio è come un rock, 1959) e Mina (Tintarella di luna,
1959).
Nel 1964, a dispetto degli urlatori, il Festival viene vinto da una ragazzina
sedicenne che canta una melodia semplice e apparentemente ingenua, in realtà
molto furba perché in brevissimo tempo conquista la platea europea: il titolo
del brano era Non ho l'età e la ragazzina si chiamava Gigliola Cinquetti.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
Il beat italiano e gli interpreti anni ‘60
Agli inizi degli anni Sessanta la canzone italiana, oltre a subire le
influenze del rock americano, deve fare i conti anche con
l’influsso del beat inglese.
Nascono cosi le canzoni "impegnate" e si formano i primi
complessi che alternano la semplice imitazione dei modelli
stranieri (come Beatles e Rolling Stones) con la ricerca di
espressioni proprie e più originali: l'Equipe 84, i Dik Dik, i
Nomadi , i New Trolls , i Pooh e cosi via. I giovani si
riconoscono nei testi delle loro canzoni e inizia l'era delle chitarre e
dei capelli lunghi.
Si affermano però anche grandi interpreti solisti che ancora oggi
sono amati e apprezzati da giovani e meno giovani: Gianni
Morandi, Rita Pavone, Little Tony e i già citati Adriano
Celentano e Mina.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
Il Beatles italiani: I Pooh
I Pooh sono un gruppo musicale italiano, celebre per aver scritto alcuni
fra i più grandi successi discografici a livello continentale.
Formatosi nel 1966, il complesso è tra i più longevi nella storia della
musica rock mondiale (nel 2016 sarà il loro 50° anno in attività) e ha
venduto più di 100 milioni di dischi.
I membri del gruppo (attualmente Roby Facchinetti, Dodi
Battaglia, Red Canzian), da molti considerato il maggiore della storia
discografica italiana, nel 1986 sono stati nominati Cavalieri dal
Presidente della Repubblica insieme a Stefano D’Orazio
(Batterista fino al 2009).
Tra i loro brani più noti si ricordano: Tanta voglia di lei, Pensiero,
Noi due nel mondo e nell'anima, Dammi solo un minuto e
Uomini soli (brano vincitore del Festival di Sanremo del 1990).
Etichettati come gruppo commerciale e per le ragazzine, i Pooh sono un
esempio di Rock progressive, sinfonico, con contaminazione elettroniche
e hard rock che non ha nulla da invidiare ai simili britannici.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
I cantautori italiani - La scuola genovese
I cantautori sono musicisti che scrivono parole e musica delle canzoni che
cantano e, quando trattano temi sociali, politici e culturali, vengono definiti
"impegnati". In Italia il fenomeno dei cantautori è nato negli anni Cinquanta-Sessanta
e rappresenta ancora oggi un grande vanto della nostra tradizione musicale.
La prima ondata di questi nuovi interpreti completi venne da Genova e portò nomi
quali Umberto Bindi, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Gino Paoli (sue sono le
famosissime Sapore di sale e Il cielo in una stanza) e Fabrizio De André che,
scomparso alcuni anni fa, è stato forse il più grande fra i cantautori italiani. Nonostante
la sua timidezza, che lo ha portato a non voler fare concerti per molti anni, e nonostante
la censura radiotelevisiva degli anni ‘60, che proibiva la diffusione dei suoi primi brani
(come Bocca di rosa e altri), si è saputo costantemente affermare grazie alla qualità
delle sue melodie, all'originalità e all'impegno dei suoi lesti, come La guerra di Piero
(1964) e Il pescatore (1970).
Di qualche anno più giovane è invece Ivano Fossati, autore e musicista "completo",
molto noto sia per le canzoni da lui stesso interpretate (La mia banda suona il rock),
che per quelle scritte per alcune grandi cantanti, da Mia Martini a Mina, da Patty
Pravo ad Anna Oxa.
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I cantautori italiani - La scuola emiliana
Tra i cantautori più importanti dell'area emiliano-romagnola
troviamo come primo esponente Francesco Guccini, i cui testi,
a volte poetici e a volle politicamente e socialmente impegnati,
prevalgono sulla musica stessa (come ad esempio ne "il vecchio e il
bambino" e "Aushwitz").
Negli anni Settanta-Ottanta si affermano invece Lucio Dalla e
Vasco Rossi, ancora oggi insostituibili punti di riferimento per la
musica leggera italiana, con canzoni quali 4 marzo 1943, Piazza
grande e Caruso di Dalla e Vita spericolata, Albachiara e
tantissime altre ancora di Vasco.
Lucio Dalla è morto nel 2012 tra la commozione e l'affetto dei
colleghi e del pubblico.
Più recentemente si sono affermali Zucchero e Ligabue.
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I cantautori italiani - La scuola milanese
Nella scuola milanese, fra i primi esponenti troviamo ancora gli
indimenticabili Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci.
Un poco successivi sono Angelo Branduardi, cantautore
innamorato delle melodie medievali e barocche (famosissime
furono Alla fiera dell'est e La pulce d'acqua), Roberto
Vecchioni, insegnante e cantautore sempre interessato ai temi
dell'arte e della letteratura ed Enrico Ruggeri, uno dei migliori
esponenti della generazione degli anni ottanta (è sua, ad esempio,
Quello che le donne non dicono, portata al successo da Fiorella
Mannoia).
Da ricordare infine anche il talento di Alex Baroni, spezzato da
un incidente automobilistico nel 2002 a soli 36 anni.
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I cantautori italiani - La scuola romana
Attorno agli anni Settanta, altri giovani cantautori iniziano la loro carriera
a Roma, suonando in piccoli locali quasi sconosciuti (uno di questi è il
Folkstudio) e dando vita alla scuola forse più significativa degli ultimi
decenni del Novecento.
La contestazione giovanile del Sessantotto, che proprio a Roma ha il suo centro,
è recepita da due giovani autori, Francesco De Gregori (Viva l'Italia,
Generale, e altre ancora) e Antonello Venditti (Notte prima degli
esami, Alta marea, e altre), capaci di adattare il loro modo di sentire e di
cantare a quello di una gioventù che sta cambiando. Anche se i temi prediletti
sono inizialmente quelli dell'impegno socio-politico, Venditti scrive alcune tra
le più belle canzoni d'amore della nostra musica leggera.
Ancora un nome da ricordare è quello di Eros Ramazzotti che, dopo la sua
prima apparizione a Sanremo nel 1984 con Terra promessa, consolida la
sua fama divenendo famoso anche all'estero con molte canzoni, come Se
bastasse una canzone o Più bella cosa.
Tra i più giovani menzioniamo infine Alex Britti e Tiziano Ferro,
quest'ultimo autore di notevole spessore, ma anche interprete dalla voce
potente e aggressiva.
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I cantautori italiani - La scuola romana
Anche se spesso inseriti nella categoria dei cantautori Lucio Battisti,
Claudio Baglioni, Renato Zero e Riccardo Cocciante non lo sono
totalmente perché in realtà collaborano con parolieri o musicisti.
Battisti è autore solo delle musiche delle canzoni da lui cantate, vengono
completate dai testi scritti da Mogol, e grazie all’originalità di questi testi,
rinnova profondamente la canzone italiana con un lunghissimo elenco di grandi
successi.
Baglioni per buona parte degli anni '70 scrive insieme ad Antonio Coggio ma,
è autore, nel 1972, di un brano che un referendum televisivo ha giudicato
addirittura la più bella canzone del secolo: Questo piccolo grande amore.
Cocciante, i cui testi sono scritti da diversi parolieri (anche Mogol), è un
artista multiforme che all'indubbio talento per la canzone (Io canto, o
Margherita) sa unire una qualità di musicista a tutto tondo, scrivendo musical
di successo in tutto il mondo, come il famosissimo Notre-Dame de Paris.
Renato Zero compone con vari collaboratori e. in un caso, per Il
carrozzone, è solo interprete ma coinvolge tutti i suoi fan (detti "sorcini")
con testi a volte ironici e provocatori (II triangolo) e a volte pieni di
un'appassionata umanità (I migliori anni della nostra vita).
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Le cantautrici italiane
Nel panorama musicale italiano, le voci e le penne al femminile
rappresentano una minoranza clamorosa e quasi preoccupante,
letteralmente schiacciate dai loro colleghi maschietti che invece
fioccano come gocce di sudore sotto il sole d'agosto.
Escluse le voci storiche di quelle che restano mere interpreti
(Mina, Fiorella Mannoia, Pausini, Giorgia, e compagnia
cantante), ecco alcune artiste che oltre che interpreti sono anche
autrici, o comunque forti di un'immagine il più possibile in linea
con quella del cantautorato classico, di chi ha qualcosa da dire e non
solo una grande voce per dirlo: Giovanna Marini, Carmen
Consoli, Nada, Alice, Teresa De Sio, Andrea Mirò, Gianna
Nannini e Mia Martini.
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Il nostro cantautore: Ivan Graziani
Personaggio atipico, decisamente "avanti" rispetto ai suoi
contemporanei, Ivan Graziani ha insegnato alla canzone d'autore
italiana un nuovo approccio al rock. Senza complessi di inferiorità
verso i modelli anglosassoni e con l'orgoglio della tradizione (e
della provincia) italiana. Inoltre, l'abruzzese Ivan Graziani, nato a
Teramo il 6 ottobre 1945, ha sfoderato una serie di canzoni di
grande cantabilità e di indimenticabile tenerezza espressiva.
Tra i suoi successi Lugano addio, Pigro, Monna Lisa, Paolina,
Agnese, Il chitarrista e soprattutto Firenze (Canzone triste)
che nel 1981 rende Ivan Graziani la stella musicale del
momento. Infatti, viene chiamato a comporre la colonna sonora
de "Il grande ruggito" e compare nel film "Italian boys".
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA IN ITALIA
L’industria musicale italiana oggi
Quello che però caratterizza la musica leggera italiana, soprattutto nell'ultimo
decennio, è il continuo alternarsi di cantanti e gruppi che in pochissimo tempo
raggiungono il successo e in ancor meno tempo finiscono la loro carriera, dimenticati
per sempre.
Questa purtroppo è la legge del mercato discografico: le canzoni devono avere un
grande successo immediato ma devono poi sparire per lasciar posto a quelle nuove (e a
nuove vendite). La musica soggetta a questa legge si chiama musica di consumo ed è
tutta quella che radio, televisione e tecnologie multimediali ci offrono ogni giorno e che
è in genere di facile ascolto e di breve durata, cioè un prodotto "usa e getta",
Oggi il successo di una canzone è legato al look del cantante, alla sua gestualità e a tutti
quei favori che ne fanno solo un prodotto commerciale. I discografici sono
perfettamente al corrente delle esigenze del mercato: sfornano melodie banali ma
accattivanti, molto spesso elaborate e realizzate al computer, e studiano a
tavolino le strategie di mercato.
I vari talent show televisivi, e altre manifestazioni simili, sono oggi le vetrine di
questi prodotti, ma diventa a volte difficile trovare giovani autori e interpreti che
riescano a sopravvivere più di una stagione. Ciò non toglie che, comunque, anche nella
musica dei nostri giorni, ci siano dei grandissimi nomi che al successo commerciale
associano un indubbio talento sia nella scrittura che nell'interpretazione: Giorgia,
Annalisa, Pausini, Alessandra Amoroso, Emma, etc.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
LA MUSICA LEGGERA COME SPETTACOLO 1
In questi ultimi decenni la musica leggera è divenuta sempre
più l'occasione di un vero e proprio spettacolo: l'esecutore o
gli esecutori non si accontentano di presentare un
brano musicale, ma lo arricchiscono con vari espedienti
scenici. Innanzitutto adottano un abbigliamento fuori del
comune, il più possibile originale; già Elvis Presley amava
presentarsi alla ribalta con abiti particolari come ad, esempio
giacche corredate di borchie, lustrini e frange. E così verso gli
anni Sessanta si diffuse la moda dei capelloni, poco più
tardi quella degli hippie (detti anche «figli dei fiori») e più
recentemente quelle dei punk.
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LA MUSICA LEGGERA COME SPETTACOLO 2
Oggi poi i complessi dello stile rock heavy metal (“metallo
pesante") amano presentarsi truccati da uomini truci e
selvaggi, con il torso nudo, con i capelli incolti, fasciati
da cinghie di cuoio e borchie: un modo per rispecchiare ed
accentuare il carattere violento del loro rock. Questa
abitudine ai vestiti originali è stata ed è anche un modo per
reagire alle convenzioni della vita dì tutti i giorni:
interpretate per lo più da giovani, le canzoni di musica leggera
hanno avuto e vogliono avere anche una carica più o meno
polemica, vogliono cioè essere un modo per dare libero
sfogo a tutta la vitalità, a tutta la sete di novità che è
tipica dei giovani.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
LA MUSICA LEGGERA COME SPETTACOLO 3
In secondo luogo le canzoni di musica leggera vengono presentate con
ricche scenografie con giochi di luci (oggi per lo più di luce
laser), fumi colorati e nebbie artificiali. Proprio per questa
propensione allo spettacolo la musica leggera, anche a causa del suo
enorme richiamo sul pubblico giovane, richiede spazi adatti per i la
sua esecuzione: non più la sala da concerto o teatro ma gli stadi i
campus delle Università, gli enormi spiazzi all'aperto. Da qui la
necessità di ricorrere a impianti elettronici che permettono di farsi
ascoltare da masse enormi di spettatori (talvolta 50.000 e più persone).
E quindi normale l'uso di amplificatori e di casse acustiche con una
potenza di 3O.OOOWatt.
Dunque la presentazione della musica leggera ha oggi assunto l'aspetto di
uno spettacolo, e talvolta addirittura di un rito profano: all'esecuzione si
assiste in un clima di eccitazione generale e non sono rare le scene di riso
e di pianto isterico (spesso provocate da sostanze vietate).
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
LA MUSICA LEGGERA COME SPETTACOLO 4
In questo stato di cose due sono i principali pericoli:
l) da un punto di vista sociale sussistono la presenza della droga e la
propensione alla più completa e sfrenata liberazione degli istinti:
il cantante, che alla fine del suo recital sfascia gli strumenti musicali di cui
si è servito, l'altro che si abbandona al più gratuito turpiloquio, ecc. Tali
manifestazioni lasciano il tempo che trovano e servono solo ad
eccitare il pubblico e quindi ad avere più successo, cioè più denaro;
2) da un punto di vista più strettamente musicale esiste poi il pericolo
che tutta questa propensione allo spettacolo, questo gusto di conquistare
la simpatia del pubblico con effetti visivi strabilianti siano solo una
facciata di cartapesta con cui nascondere la sostanziale assenza di
veri valori musicali. Una canzone magari insulsa e stupida acquista
per i più sprovveduti u aspetto interessante e importante solo per gli
effetti visivi, per il modo d'agire, per la «scena», escogitati dal cantante.
In altre parole bisogna imparare a non farsi prendere in giro.
NOVECENTO - LA MUSICA LEGGERA
LA MUSICA LEGGERA COME SPETTACOLO 5
È in ogni modo chiaro che la musica leggera concepita come spettacolo
è un fenomeno significativo e importante della nostra civiltà
musicale:è un fenomeno dì massa e appunto per questo essa si affida in
buona parte ai mass media, grazie, ai quali può diffondersi ovunque.
Una prova ulteriore di questo inserimento delle canzoni in un vero e
proprio spettacolo sta poi nella sempre maggiore diffusione del
cosiddetto videoclìp; si tratta di un breve filmato, destinato per lo più
alla televisione, in cui l'esecuzione di un dato brano musicale viene
«sceneggiata» dall'interprete: in altre parole l'esecutore o gli esecutori,
mentre cantano o suonano, si muovono e «recitano» in un dato
ambente, che può avere o non avere riferimento con il soggetto della
canzone presentata. Questi filmati, per essere sempre più originali e
seducenti, sfruttano fra l'altro tutte le nuove tecniche di ripresa
visiva che oggi i vari sistemi elettronici, grazie all'uso del computer,
sanno offrire.

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