Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Scrivere Una Canzone PDF
Scrivere Una Canzone PDF
La forma-canzone, canzone in lingua italiana, si basa sulla sillabazione classica, tratta dalla poesia.
E la poesia ha delle regole grammaticali ben precise.
Troppo spesso si pensa di essere capaci di innovare, o di sperimentare, senza avere prima studiato le
basi necessarie a fare almeno il “compitino”.
Facciamo finta di essere dei pittori: Credete che un pittore cubista non sappia dipingere un ritratto?
Credete che uno scultore futurista non sapesse picchettare un pezzo di legno per farne una faccia?
Prima le fondamenta, poi il tetto.
E’ chiaro che nessuno saprà scrivere se non ha talento, ma è altrettanto vero che un talento può
andare sprecato se ha la pretesa di innovare senza conoscere le basi (l’ABC) della sua arte.
Ora, la sillabazione ce l’hanno insegnata a scuola. I più attenti avranno notato che in questa
divisione in sillabe manca una vocale. (Tan-to-ne-sta invece di tan-to-o-ne-sta) Un errore? Nooo!!!
Succede questo: che quando una parola e la successiva finiscono per vocale, le vocali si elidono
(Una se ne va) Altrimenti le sillabe sarebbero state dodici e non undici, e Dante non sbagliava.
La sillabazione delle parole, come la rima, possiede una caratteristica sorprendente: SUONA!
L’essere umano è strano: gli piace tutto ciò che già conosce. Detesta, invece, o quantomeno ne ha
paura, tutto ciò che gli è sconosciuto.
Per questo facciamo le canzoni con i ritornelli: Perché chi le ascolta è rassicurato da quel motivetto
ripetitivo, e inconsciamente, lo riconosce come amico. In più gli entra in testa, se lo ricorda.
piuttosto che:
piuttosto che
La magia se n’è andata. La musicalità non c’è più. E noi vogliamo fare testi adatti ad essere
musicati.
RIASSUMENDO:
Facciamo conto che siamo particolarmente sfortunati. Non troviamo una rima per Amore-cuore.
Possiamo usare un’assonanza: (Cambio la consonante e mantengo le vocali) Amore-viole.
E ce la caviamo.
Sentite qua:
E’ una magia: La Metafora. Chiunque sappia usare questa figura retorica, può creare immagini
nuove e accattivanti. Un po’ come un chitarrista che usa una particolare distorsione per fare un
suono diverso e inusuale, o un pittore che mischiando diversi stili crei una tecnica nuova.
La metafora. Dire una cosa usando parole che, teoricamente non c’entrano nulla tra di loro.
Ora, le spighe di grano mica possono ondeggiare…. non sono barche, o vele.
Però la frase suggerisce qualcosa, una immagine… Le spighe che, spinte dal vento, si flettono fino a
simulare le onde del mare.
L’immagine, in forma evocativa, suggerisce perfino il colore dorato delle spighe e , perché no, una
bella giornata d’estate.
La magia, l’evocazione dell’immagine, il colore, l’odore, la ragazza sdraiata tra le spighe… Non
sentite l’odore? Non vi viene voglia di scrivere?
La metafora, la magia.
Credete che un’isola possa avere le caviglie? Eppure l’immagine metaforica suggerisce l’idea della
bassa marea…
Credete che le ragazze girino con al piede la luna? Eppure l’immagine metaforica suggerisce due
cose: Che le ragazze sono prigioniere, ma che la loro palla al piede è la luna, e che è una palla
poetica, piena d’amore, foriera di sogni e di avventure…
Non vi viene voglia di scrivere?
LA PRATICA
Bene, abbiamo detto che sono decasillabi, tranne non ancora tornati che è un ottonario…
Aggiungiamo che sono due quartine, quindi due frasi di quattro righe.
Senza avere la pretesa di scrivere dei decasillabi precisissimi, ma andandoci vicino, potremmo dire:
Proviamo, alla luce di quanto detto, a fare esercizi su altre canzoni conosciute, e poi a fare qualcosa
di nostro, ricordandoci di una cosa: Le case si fanno dalle fondamenta, non dal tetto…
Francesco De Gregori, l’eroe di “Rimmel” e “Generale”, ha più volte dichiarato di voler essere
giudicato e ricordato come cantante, giammai come poeta, in quanto la forma-poesia differisce dalla
forma-canzone per metrica, per musicalità delle parole, per uso delle sillabe, per il peso dato all’uso
delle consonanti, per il semplice fatto che un testo scritto per la canzone è costretto nella “gabbia”
delle battute musicali.
Viceversa, ed entro certi limiti, nella forma canzone si ha la libertà di usare le parole con maggiore
libertà rispetto alla forma poetica. Un esempio qualsiasi: Patti Smith che scrive un ritornello di
successo usando in pratica una sola parola: “Gloria”, ripetuta per non so quante battute… In quale
poesia potrebbe funzionare?
Consiglio: non scrivete una poesia e datela in pasto al solito povero musicista che dovrebbe renderla
cantabile… Molto meglio, se possibile, scrivere insieme. Ascoltare un giro di accordi e cercare di
capire dove ci porta quella melodia, quel ritmo, buttare giù una frase e parlarne col musicista,
renderlo partecipe, fargli annusare la stessa aria che gironzola nelle nostre meningi (per chi scrive
testo e musica, chiaramente ciò che dico in queste ultime righe non ha rilevanza).
Far proprie, per iniziare, le forme metriche della poesia classica ma, una volta introitatele, di
trasgredirle, di plasmarle, di renderle adatte alla melodia che ci gira in testa… Abbiamo fatto una
bella quartina? Non facciamone subito un’altra uguale, scriviamo un distico (due righe). Così il
musicista potrà cambiare gli accordi, far girare la melodia. Spezziamo il ritmo. Scriviamo una
parola che duri un’intera battuta, così lasciamo anche il tempo all’ascoltatore di ascoltare qualche
nota, di percepire la bellezza (o la bruttezza…) dell’arrangiamento.
Cerchiamo di non “infarcire” di parole un testo musicale. Proviamo a scrivere una cosa e
costringiamoci a togliere un terzo delle parole che abbiamo scritto. Chiediamoci sempre se quella
frase che abbiamo scritto, che ci piace tanto, non può essere detta in modo più semplice e più
efficace. Ascoltiamo il suono delle sillabe, ragioniamo sul fatto che una parola che comincia con
una consonante viene percepita come più gradevole da chi ascolta rispetto ad una che comincia per
vocale… Avete presente che differenza c’è tra cantare:
“Bell’amore bell’amore… e
“Amore mio amore mio….?
Mentre scriviamo, sforziamoci di sentire le nostre parole come un suono, non come una riga di
word… Facciamo un atto di coraggio e usiamo in modo creativo una sgrammaticatura… Ivano
Fossati, da molti giudicato come il più bravo scrittore di testi italiano, che scrive:
Usiamo (Con parsimonia) frasi forti. Sempre De André: “Dio ci apparirà da dietro la collina, con i
suoi occhi smeraldini di ramarro”
COME COMPORRE CANZONI DI MUSICA LEGGERA POP E JAZZ
Per realizzare un disco di canzoni di musica leggera occorrono vari passaggi. La canzone è una
forma di espressione musicale tra le più semplici, dirette e piacevoli. Ognuno di noi ha le "sue"
canzoni preferite, che lo accompagnano nel corso della propria vita, come piacevole colonna sonora
dei suoi pensieri, delle sue emozioni e delle sue attività In tre o quattro minuti si racchiude un
mondo che racconta storie, amori, progetti, idee, azioni, sentimenti.
Dipende.
Un testo che nasce prima della musica può avere una metrica precisa su cui poi si deve adattare la
musica (mettiamo anche una poesia famosa) ma può anche essere libera nella metrica.
Lo stesso vale per la rima.
Possiamo dire, in questo caso, che non esistono regole perentorie.
Ci sono canzoni completamente libere nella metrica e nella rima, mentre cene sono molte altre più
rigorose.
Vediamo quali sono le parti fondamentali di cui sono costituite le canzoni di musica leggera.
L' hook è un espediente molto usato in canzoni che devono scalare le classifiche. Si tratta di poche
note strumentali o vocali molto orecchiabili e dirette che devono subito catturare o "uncinare" le
orecchie degli ascoltatori.
Deve essere di facile comprensione e cantabile.
Alcuni esempi sono gli hook o introduzione di:
Talvolta gli intro sono caratterizzati da parti vocali parlate o da vocalizzi blues
L'introduzione spesso crea un contrasto con la strofa che segue, sia a livello di armonia (accordi o
tonalità diversi) che di strumentazione.
Per concludere l'introduzione in molti casi non è presente.
STROFA
La strofa è un a preparazione al ritornello, una parte della canzone in cui si spiega l'argomento e
l'atmosfera.
Consiglio: non comporla molto lunga, ma di limitarla a circa 30 - 60 secondi massimo, in modo da
tenere alta la tensione e l'interesse dell'ascoltatore.
Dal punto di vista dell'armonia, la strofa presenta in genere una serie di accordi specifici, cioè scritti
appositamente per questa parte della canzone.
Gli accordi della strofa possono essere un semplice giro di accordi nella tonalità ad esempio una
progressione tipica I - VI - IV - V in maggiore (esempio: C - A min - F - G7) ed in minore ( Cmin7
- Ab - F min - G7) , oppure I - VI - III - VII nella tonalità minore naturale ( Cmin7 - Ab - Eb - Bb7).
Ma questi sono solo alcuni esempi.
Gli accordi possono essere un semplice blues, cioè 12 battute di un blues in maggiore che può anche
ripetersi.
A volte gli accordi della strofa sono semplicemente due, come ad esempio un I - IV in minore o II -
V in maggiore (esempio: Gmin7 - C7)
A volte vi è una progressione di accordi con la discesa del basso a toni e semitoni, mantenendo
sopra lo stesso accordo (ad esempio: D min - D min/C# - D min/C - D min/B - D min/Bb - A7)
In genere non compaiono modulazioni o cambi di tonalità nella strofa.
Tuttavia non vi è un a legge precisa e l'artista o compositore gode della massima libertà stilistica e
armonica. L'importante è che il risultato sia gradevole.
COMPORRE IL BRIDGE O PONTE NELLE CANZONI DI MUSICA LEGGERA
Il ponte detto in inglese "Bridge" è una parte in genere di quattro o otto battute che conduce
l'interesse dell'ascoltatore verso il momento più importante del brano che è il ritornello.
Il bridge, quindi, segue la strofa e crea, di solito una tensione armonica e melodica verso l'apoteosi
del ritornello.
A differenza della strofa e del ritornello che sono sempre presenti in una canzone, a parte rare
eccezioni, il ponte talvolta viene omesso. Nella musica rhythm and blues e in forme di musica
leggera vicine allo stile americano della "Black Music" (soul, funky, jazz, disco, dance) il bridge è
spesso usato.
Per creare tensione, spesso, si ricorre ad accordi dissonanti o sospesi. Col termine "accordo
sospeso" si intende in musica un accordo in cui manca la terza, sostituita con la quarta oppure un
accordo costituito dalla sovrapposizione di un basso fisso con accordi diversi sovrastanti.
Nell'immagine sopra, un esempio di un ponte di quattro misure con un pedale (nota fissa al basso)
di dominante ( quinta nota della tonalità o scala). La nota fissa al basso crea una tensione armonica
e degli effetti di dissonanza che poi trovano risoluzione sul ritornello.
In questo altro esempio vi è un a semplice ripetizione di due accordi ( quarto e quinto grado) che
creano una indecisione e tensione.
Dal punto di vista della melodia si cerca di creare con essa una tensione e soprattutto un lancio, in
genere verso l'alto della melodia del ritornello. Quest'ultimo spesso ha note di frequenza più alta
rispetto alla strofa e , quindi, il ponte rappresenta il modo più efficace ed elegante per far "salire" la
melodia verso le note del ritornello.
I primi due semplici frammenti melodici creano una indecisione e tensione risolta poi con la scala
finale che lancia il ritornello.
Spesso, inoltre, molti arrangiatori, creano uno stacco nell'ultima battuta del bridge o ponte. Ad
esempio accentano gli stessi beat, spesso all'unisono, con vari strumenti.
Pensate, ad esempio, alla canzone "Baila" di Zucchero, in cui nell'ultima battuta del ponte gli
strumenti staccano insieme il battito del tempo bloccandosi contemporaneamente per un attimo,
mentre il cantante urla con forza per esplodere poi con il famoso ritornello.
Ricordate anche la bellissima canzone Luce di Elisa in cui nel ponte, dopo la ripetizione di uno
stesso frammento melodico vi è un semplice accento dei quattro battiti della battuta con diversi
strumenti. Infine, ad esempio, ricordate lo stacco dell'ultima battuta prima del ritornello della
canzone "La mia banda suona il rock" di Ivano Fossati.
Chi sceglie di iniziare dalla melodia e dagli accordi deve cominciare da un giro di accordi e dalla
loro ritmica. Magari con l'aiuto di un metronomo si può scegliere anche il tempo, ad esempio 4/4.
L'istinto ti porterà a comporre sia prima il ritornello che la prima strofa, è soggettivo. Ma composti
già gli accordi e la melodia sarai già a metà strada.
La parte più difficile dello scrivere una canzone è il testo. Infatti bisogna avere una certa
predisposizione per la poesia e la composizione. Ma non è detto. Esistono canzoni dai testi più
semplici, e altre da quelli più profondi. La scelta sta a te.
Da dove iniziare? Cerca di focalizzarti su un argomento preciso, qualcosa che ti ha colpito, che ti ha
ispirato, qualcosa che vorresti raccontare e scegli cosa vuoi comunicare. Una volta individualizzato
il tema, bisogna iniziare a scrivere. Cerca di buttare giù ogni cosa che ti viene in mente optando se
vuoi per le rime e le pause. Insomma, riempi questa canzone con quello che ti piace. Il passo
successivo è la metrica.
Devi cercare di "melodizzare" le tue parole, inserendole nello spazio della melodia. Sviluppare il
testo nel corso della canzone ti risulterà più facile nel momento in cui sai di cosa vuoi veramente
parlare, componendo quante strofe vuoi, il ritornello, una parte musicale ed eventualmente uno
special. Scrivere una canzone è un momento di assoluta libertà ed è come uno specchio di sè stessi,
nel quale l'umore gioca la sua parte fondamentale.
La fatica che hai nel comporre è normale. Ci sono le così dette condizioni necessarie (sapere la
teoria musicale e conoscere il proprio strumento) e sufficienti (la creatività) per saper comporre.
Ovviamente non si acquisiscono in breve tempo, ma con molta esperienza e tenacia. Non
demoralizzarti se le prime cose che scrivi non ti soddisfano, ma fanne tesoro per lo studio di nuovi
componimenti futuri. Capita spesso di andare a riprendere vecchi giri per realizzare una nuova
canzone.
Per creare un pezzo serve la collaborazione (sopratutto se hai un gruppo). L'originalità di un pezzo
sta sopratutto nella combinazione che c'è fra i vari componenti, i loro caratteri, il loro repertorio e le
loro esperienze. Pensare di essere in grado di scrivere da soli un pezzo è un errore!
ALCUNI CONSIGLI PER INIZIARE A COMPORRE
Mito da sfatare: nell’80% dei casi, l’autore lavora su una melodia e quindi scrive il testo su una
melodia che il compositore gli fornisce, e soltanto nel rimanente 20% dei casi è il compositore che
lavora e crea su un testo fornitogli dall’autore.
La storia della canzone italiana insegna che le migliori canzoni sono nate prima dalla melodia, sulla
quale poi si crea il testo.
Poi le eccezioni esistono e sono belle perché smentiscono le tacite regole.
Un ottimo banco di prova per un provetto autore quindi resta quello di provare a scrivere un testo su
una melodia.
Ma come farlo?
Ricapitolando, metrica e cadenza e una volta che il meccanismo è chiaro in testa, ovvero una volta
che abbiamo letto, decodificato la “grammatica” è necessario dargli significato, ovvero contenuto e
stile.
Prima di approcciare melodie nuove esercitatevi molto riscrivendo testi nuovi di canzoni già edite e
conosciute, sia famose che meno famose, è il modo migliore per farsi orecchio e mano, fidatevi è
una bella palestra, poi vi stupirete, dopo averne fatte a decine di acquisire sempre più padronanza e
resterete stupiti di quanto le parole vi escano facilmente.
Per arrivare ad esprimersi con contenuto e con uno stile personale ci vorrà ulteriore tempo, voglia e
sacrificio, ma almeno nel frattempo avrete costruito una certa dimestichezza e acquisito fluidità con
metrica e cadenza.
Consiglio: ascoltare tanta musica, dall’origine della canzone popolare ad oggi, per intenderci da
Volare di Modugno in poi e di farlo con spirito “critico” e attento.
Anche questo esercizio di ascolto e di studio delle canzoni del passato richiede tantissime ore di
impegno, attenzione, curiosità e voglia.
L’analisi dei brani famosi permettono di scoprire diverse chicche e trucchi vincenti che aiutano
tantissimo nella creazione di brani nuovi.
Da questo momento potete arrischiarvi nel mondo dell’inedito magari proponendovi a qualche
compositore, anch’egli emergente, che magari sta cercando un buon compagno di viaggio artistico.
Supponiamo ora che vi troviate di fronte al compito di scrivere il testo su una melodia inedita che vi
fornisce un compositore.
L’autore racconta delle emozioni per cui è necessario vincere il pudore di raccontarsi o comunque
raccontare cose a noi vicine, detto questo, l’autore potrebbe anche far semplicemente uso di fantasia
e quindi, partendo magari da un elemento reale raccontare una storia o un emozione inventata e non
autobiografica.
Si può essere poetici, crudi, coraggiosi, innovatori, ci sono diversi modi di scrivere ed esprimersi,
tanti registri a seconda della propria sensibilità e delle esigenze di chi ci coinvolge nel lavoro.
Il primo consiglio quando si è di fronte ad una melodia è quello di ascoltarla tante volte, è
necessario ascoltare cosa dice la musica, perché ogni musica ha già in sé delle parole, che sono
celate tra le note, nell’atmosfera della canzone, bisogna avere la bravura e la sensibilità di “leggere”
queste parole e trascriverle, trovando così il giusto sodalizio tra musica e testo.
L’autore di testi è un contenitore di emozioni e proprio dalla sua anima deve pescare le parole che
reputa per istinto artistico, le migliori per quella melodia.
Da questo approccio iniziale deve scaturire la scintilla, ovvero dobbiamo identificare un idea
centrale, un immagine forte, uno slogan, quello che sarà la sintesi di una canzone e che
possibilmente diverrà anche il titolo della canzone.
Da quell’idea che reputiamo forte dobbiamo partire e costruirci attorno un bel testo.
Come fare?
Sempre seguendo la musica, se la musica si apre dobbiamo decidere se far aprire anche il testo
oppure no.
Oppure prendiamo il celebre verso di Mogol su musica di quel genio di Lucio Battisti, “le discese
ardite e le risalite”, la musica scende e poi risale, un bellissimo esempio nel quale il grande Giulio
Rapetti Mogol legge in maniera fantastica la melodia.
Capito il concetto? Il testo deve essere al servizio della musica, seguirla, deve scorrere e sfruttare le
discese e le salite, le chiusure e le aperture che ogni composizione musicale possiede nella sua
struttura.
Per quanto riguarda il contenuto, bisognerebbe sempre accettare la sfida di mettere in discussione
quel che si scrive, tutto quello che abbiamo scritto può essere migliorabile, non che si punti alla
perfezione, ma è bene mettere in dubbio quanto scritto, per avere la certezza di aver fatto tutto il
possibile per rendere più efficace possibile ogni singola riga del testo.
Per questa autoanalisi può aiutare come dicevo prima, la conoscenza delle canzoni che sono stati
successi o che ci piacciono, il chiederci perché piacciono è importante, crea in noi, non
immediatamente ma con il tempo e l’esercizio, una serie di strumenti che ci tornano utili quando
dobbiamo fare i conti con una canzone in cui ci stiamo cimentando noi.
Un esempio che viene subito al volo è che difficilmente in una canzone di successo troverete
anche nella strofa una frase presente nel ritornello e viceversa.
Per quanto riguarda invece il senso di una canzone e quindi il contenuto, ci sono i paladini del
significato chiaro, ovvero un testo di canzone deve sempre essere comprensibile per tutti, e quelli
per cui invece a volte è più importante il suono delle parole piuttosto che il loro significato.
Una canzone semplicemente didascalica è ormai datata, e raccontare una storia dalla a alla z in una
canzone a volte sfiora il ridicolo, come sarebbe magari bellissima, ma poco commerciale e pop, fare
una canzone dove il testo segue esclusivamente la regola del suono e mai quella del significato della
parola.
Come avrete capito è una questione di gusto, e in un mercato schizofrenico vale tutto e il suo
contrario.
Consiglio: approcciare con rispetto e passione le canzoni, che sono emozioni rese pubbliche e
quindi degne di considerazione.