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Innovation in Photography industry

Durante la guerra Russo-Giapponese 1907, la Marina Giapponese fece uso con profitto dei binocoli prodotti
dalla Zeiss, azienda ottica tedesca, allora al top della tecnologia ottica mondiale.

Immediatamente dopo la fine di quella guerra, la Marina dotò tutte le sue navi di binocoli Zeiss, ma
l’approvvigionamento terminò alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando alla Germania furono imposte
forti limitazioni alla produzione ed esportazione di prodotti ad uso bellico.

Il Giappone fu quindi obbligato a trovare delle soluzioni alternative, cercando di avviare una produzione
locale di binocoli e strumenti ottici (sistemi di puntamento) ad uso bellico.

Fu così che nacque la Nippon Kogaku (trasformatasi poi in NIKKOR), che acquisì il know-how tedesco sulla
produzione di ottiche assumendo degli ingegneri ottici e meccanici tedeschi, provenienti dalla scuola di
ingegneria ottica bavarese.

Questi ingegneri non solo avviarono un reparto ricerca e sviluppo, ma si occuparono anche di implementare
le linee di produzione delle lenti.

Questo consentì alla Nippon Kogaku di raggiungere rapidamente alti livelli di industrializzazione e qualità
ottica.

Siamo nei primi anni del 1930, periodo in cui le fotocamere sono ingombranti e macchinose, e consentono
una sola esposizione alla volta. Nel frattempo però si afferma l’azienda tedesca Leica con una fotocamera di
tipo rangefinder che sta in una mano, e che utilizza rullini con più esposizioni.

La fotocamera è una completa rivoluzione rispetto alle fotocamere esistenti, ed è venduta a prezzi assai
elevati.

Il fondatore dell’azienda giapponese che diventerà poi la Canon — Goro Yoshida — nato ad Hiroshima nel
1900, si era trasferito a Tokio prima di completare la scuola secondaria per lavorare in un’azienda che si
occupava di proiettori e macchine da presa per l’industria cinematografica, occupandosi delle riparazioni di
proiettori e strumenti ottici.

Un giorno smontò una Leica per vedere come funzionasse al suo interno e quale tecnologia ci fosse dietro un
prodotto così costoso. Scoprì con stupore che in realtà la fotocamera era costruita con semplici viti ed
ingranaggi, assai familiari per lui.

Fu così che, con l’aiuto finanziario di amici e familiari, fondò la Precision Optical Instruments Laboratory
un’azienda che si occupava di Ottica di precisione, per studiare (quindi l’azienda inizialmente era dedicata
solo alla ricerca e sviluppo, oggi diremmo una StartUp) come produrre una fotocamera che potesse
concorrere con la Leica ad un prezzo assai più abbordabile per l’utente comune.

Ebbe a disposizione una collaborazione con la Nippon Kogaku Kogyo (Japan Industrial Lens for Nikon
Company) come fornitore degli obiettivi da montare sulla fotocamera.

Questo ci fa pensare da subito che il fondatore della Canon pensava già ad una produzione di massa e non
alla nicchia degli economicamente più abbienti. Inoltre concentrò i propri sforzi sulla fotocamera, dove aveva
un know-how consolidato grazie ai suoi trascorsi lavorativi, e non sugli obiettivi da montare, forniti da un
produttore specializzato in lenti.

Nel 1932 uscì la Leica Model II e la Contax Model I seguì nel 1933.

Siamo nel 1934 e Canon sforna il primo prototipo di fotocamera rangefinder con il nome di Kwanon, nome
del dio buddista della pietà e del perdono.
Di questo modello non ci sono tracce sul mercato. Occorrerà attendere la fine del 1935, inizi del 1936 per
vedere la produzione della “Hansa Canon” con obiettivo Nikkor 50mm f/3.5.

La Nippon Kogaku si occupa di tutte le parti ottiche: mirino, obiettivo ed attacco dello stesso.
La Precision Optical invece si occupa del corpo macchina, dell’otturatore meccanico e dell’assemblaggio.

Vengono vendute circa 10.000 pezzi, mentre la produzione della Leica si attestava intorno ai 150.000 pezzi.
Ma è così che si conquista una certa visibilità nel panorama delle aziende che si occupano di fotografia.

Nel 1937 Precision Optical inizia la produzione di un proprio obiettivo 50mm.

L’arrivo della Seconda Guerra Mondiale determina un brusco stop nella produzione di fotocamere Canon,
con la produzione che si riduce ad un lumicino.

Al contrario NIKKOR (la futura NIKON) ottiene commesse dalle forze armate giapponesi per i suoi strumenti
ottici, prodotti in 20 fabbriche che impiegano 23.000 dipendenti.

Nel 1942 Takeshi Mitarai diventa presidente della Canon.

Al termine della guerra Takeshi Mitarai dà un profondo contributo all’internazionalizzazione del marchio
Canon, stabilendo rapporti commerciali negli USA ed una sede a New York.

Nel 1953 esce la Leica M3, una rangefinder decisamente al di sopra delle capacità tecnologiche in meccanica
di precisione (a livello di orologio svizzero) della concorrenza giapponese. È questo il momento in cui i
produttori giapponesi si rendono conto che per avere una prospettiva futura nel mercato hanno bisogno di
un cambio di strategia, devono essere gli innovatori e non più i “copiatori” (copycat) dei prodotti occidentali.

È così che molti produttori giapponesi si lanciano nello sviluppo di un prodotto completamente diverso, nasce
la fotocamera SLR Single Lens Reflex, che consente all’utente di vedere esattamente quello che riprende
l’obiettivo, senza i disallineamenti e problemi di sincronizzazione della messa a fuoco presenti nelle
rangefinder e nelle biottiche.

Si può persare alle SLR come evoluzione delle Reflex biottica come le Rolleiflex, usate da Richard Avedon ad
inizio carriera a Parigi (1950).

È una rivoluzione tecnologica, che vede i giapponesi per la prima volta all’apice dell’innovazione.

È questo l’inizio di un trend che vedrà le aziende giapponesi rivaleggiare in innovazione con le migliori aziende
occidentali.

Vedremo così la nascita del controllo elettronico dell’otturatore (Canon AT-1), l’esposizione automatica in
accoppiata con gli obiettivi adatti (Canon AE-1) che introduce la computerizzazione nelle fotocamere,
l’autofocus (introdotto da Minolta sulle Rangefinder).

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