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6 1933
(1) Il prof. UMBERTO CASSUTO, in uno studio apparso nel Giornale della Societ Asiatica
Italiana (voi. XXVII, 1915, pag, 147-57) su Frammenti ebraici in archivi notarili segnala casi
vari di testi ebraici rinvenuti su pergamene usate per coperture da legatori, notai ecc. e studia
frammenti talmudici cos trovati su pergamene esistenti nell'Archivio di Stato di Firenze.
LA RASSEGNA MENSILE DI ISRAEL
Macerata, sino alla sua immatura morte, avvenuta nel 1924. Gli
appunti erano destinati alla formazione di uno studio da intitolarsi Gli
Ebrei nella Marca di Ancona (1). Essi si trovano depositati nella
Biblioteca Comunale di Macerata, insieme con molti altri manoscritti
lasciati incompiuti dall'insigne storico. Del vasto lavoro preparatorio
per questa monografia sugli Ebrei marchigiani lo Zdekauer mi diede
frequenti informazioni: negli ultimi tempi della sua vita erano abituali
fra noi gli scambi di idee su questa materia. Contrariamente alla mia
speranza, il manoscritto presso che nella condizione di appunti, di
frammenti, di raccolta di dati, non suscettibili di presentazione al
pubblico. Sono, per, materiali che potrebbero riuscire preziosi per
lo studioso che volesse riprendere sistematicamente Iopera di storia
lasciata interrotta dallo Zdekauer.
Fra i materiali che si trovano in questo mazzo Zdekauer,
presentano, una rilevanza tutta speciale gli elementi relativi a registri
ebraici di contabilit, poich sono piuttosto, rari simili registri giunti
sino a noi (2). Vi un commento incompleto ai liber rationum di un
Manuele Giudeo da Montolmo del 1324, registro di piccola mole,
stato tradotto in latino da un collegio di quattro Ebrei per la
presentazione alla Curia generale della Marca d'Ancona. E sono
raccolte (in riproduzione fotografica) alcune scritture (in ebraico e in
italiano)(3) dal registro di contabilit di un Emanuele Beniamino da
Recanati per gli anni 1527 41 Due di questi facsimili sono presentati
nella unita tavola.
RICCARDO BACHI
(1) Nell'interno del mazzo figurano anche altri titoli per il lavoro che era in preparazione o
per sezioni di esso: Gli Ebrei alla Curia Generale della Marca di Ancona dal pontificato di
Bonifazio VIII (1294) e di Giovanni XXII (1324) a quello di Sisto V (1587); Saggio di un
Regestum hebraicum Marchiae Anconitanae; Gli Ebrei alla Curia Generale della Marca
d'Ancona nel Cinquecento; Acta Hebreorum in Marchia Anconitana, 1324-1589.
(2) Vedi UMBERTO CASSUTO, Alcune note ebraiche di contabilit del secolo XVI (Rivista
Israelitica, VIII, 1912 fasc. 2 4); UMBERTO CASSUTO, Gli Ebrei a Firenze nellet del
Rinascimento, Firenze, 1915, pag. 160-171. Vedi anche SALOMONE DE Benedetti, Un
manoscritto cavense in caratteri rabbinici in Arch, Stor. Nap., 1880, pagg. 766-70, ove sono
riportati alcuni saggi di registrazioni.
(3) Le scritture in italiano, piuttosto che registrazioni per ricordo sistematico di affari, sono
dichiarazioni, quietanze stilate o firmate dalle persone con cui le operazioni avevano luogo,
come prova delle operazioni stesse: il registro sembra cos costituire contemporaneamente
una vacchetta, un brogliazzo e un archivio di documenti sui rapporti di affari con la
clientela.
Epigoni Giotto e l'Angelico ?
Per questa via rischierei di sentirmi smentire con iattanza di un qualche dottorello, e
pi rischierei se osassi affermare che lAngelico deve aver conosciuto oltre che
lopera del grande Gentile, anche quella di Antonio da Fabriano. Conosco di
quest'ultimo un Crocifisso che nel Museo Piersanti di Matelica: lAngelico gli
raccolse le braccia, gli impose il saio e ne fece il San Tommaso vaticano.
Questo non diminuire affatto la sua grandezza, ma di quelle cose che van dette
altrimenti bisognerebbe rimuovere la tabella Scuola toscana da quella sala
degli Uffici ove giganteggia, l'Adorazione di Gentile da Fabriano, che fu maestro di tutti quanti lo
conobbero, ed anche rivedere se per avventura, lo stesso Giotto non debba essere considerato
un epigono, mirabile narratore, del grande ignoto, per niente riminese e sicuramente fabrianese,
che orn il mirabile Cappellone di Tolentino.
Le Marche han da stare in coda: non ce le troveremo pi se cambieranno nome; ma allora ci
troveremo il Piceno.
Non importa; chi entra a casa nostra non dimentichi Cecco dAscoli; son seicentanni che ha
ragione:
Qui non se canta a modo de le rane.
Giorgio Umani
Per cortese concessione dellAutore abbiamo tolto questo coraggioso brano della Storia Sacra
dellArte (LEroica, Milano - L. 10) che, come scrive Ettore Cozzani, costituisce lopera
fondamentale dellUmani, in cui egli espone il suo pensiero personale, profondo e nuovo sui
fenomeni pi alti della vita e dellArte, visti nella luce delluniversale e delleterno.
Agli amici maceratesi di Giorgio Umani ricordiamo che proprio in questi giorni LEroica ha
distribuito alle librerie lattesissimo: Orizzonti di Storia soprannaturale.