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PSICOLOGIA SOCIALE

Societ violenta

Rosario Tomarchio
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PSICOLOGIA SOCIALE

Societ violenta
..stiamo contribuendo
a creare la coscienza
delluniverso.
A.Jodorowsky

INDEX
_Perch
_lomicidio
_lo stupro
_il suicidio
_ci interessa?

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3
Perch?
Cosa spinge un gruppo di giovani italiani a
picchiare prima e dare fuoco poi ad un barbo-
ne indiano, qual il motivo per cui un gruppo
di rumeni picchiano,violentano una ragazza e
rinchiudono il suo ragazzo nel bagagliaio della
macchina, cosaltro succede infine nella mente
di un romanziere che decide di togliersi la vita
poco dopo aver pubblicato un romanzo dal tito-
lo Suicidio?

Sebbene in questo genere di avvenimenti sia


quasi immediato il riferimento al caso specifico
cercher di spersonalizzare le vicende in causa,
col fine di rendere lanalisi psicosociologica
dei meccanismi insiti nella violenza estendibile
al maggior numero di casi possibile.

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Lomicidio La natura sempre
la migliore consigliera
Napoleone Bonaparte

Di natura e modi desecuzione pi svariati lomi-


cidio da sempre accompagna lagire istituzionale
oltre che personale. Filogeneticamente dovuto alla
necessit di sopravvivenza se non forse allo sfogo
pre-genitale di inverazioni fantasmatiche di natura
duale. E infatti largamente diffuso il caso in cui
lassassino che compie delitti dolosi e/o preterin-
tenzionali sia affetto da disturbi psichiatrici, della
stessa natura ma in maniera pi sottile anche gli
omicidi di stampo politico o mafioso.

Quelle causate dal fuoco sono fra le pi acute delle


sofferenze che il corpo umano possa subire (lesioni
cutanee, muscolari, nervose, apparato respiratorio,
apparato circolatorio...).

Nel caso specifico, mi chiedo, non sar forse la


sempre pi insistente divinizzazione del denaro il
motivo per cui dei giovani di estrazione medio-bas-
sa, danno fuoco e picchiano dei barboni? Che sia la
conversione di destrudo in aggressivit, in frustra-
zione dovuta allassenza delloggetto gratificante,
che abbiano insomma, simbolizzato nel barbone
lassenza di denaro? Perch dunque prendersela
con i pi deboli, se non per inverare i fantasmi della
propria debolezza?
Come la societ influisce e potrebbe intervenire per
evitare che ci accada?

Sullultima domanda bene riflettere, non prima di


aver per indicato anche come i barboni possano
vivere questo tipo di condizione. Essendo fuori dal
sistema telematico i senzatetto vengono raggiunti
dalle notizie in maniera sicuramente pi vaga e con
altrettanta probabilit la loro paura di un aggres-
sione ha un valore sicuramente minore rispetto alla
media, meno ancora forse della paura del freddo.

Si gi affermato che una possibile causa delle


spinte sociali allaggressivit possa essere il mo-
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netaresimo, in fondo non difficile accusare
leconomia anche per omicidi politici o mafiosi,
e non forse nella stragrande maggioranza dei
casi il degrado lhumus sul quale affonda e si
fonda la disperazione?
Si sta azzardando qui un parallelo fra seno e
denaro ed i corrispettivi bambino e
societ. Laddove lasse presenza-assenza del
denaro corrisponde pedissequamente a quello
del seno e altrettanto combaciante il bambino
con la massa di stampo occidentale che oramai
va diffondendosi a macchia dolio su tutto il
pianeta.

Dal La Repubblica in merito ai fatti di


Nettuno:

[...]hanno avuto anche il tempo e la voglia di


mandare messaggi circolari a chi li conosceva.
Una riga in romanesco: Gli amo fatto la
festa![...]

La ricerca di consenso che viene fuori dallsms


assolutamente autoesplicativa di come sia
inter-soggettivo allinterno dei giovani unatteg-
giamento di natura pre-genitale verso la realt.

E il codice culturale condiviso che spinge il


valore della vita sempre pi in basso e crea una
reciprocit tale da lasciar percepire un consen-
so nelle azioni di chi uccide.

Il valore della vita il fulcro sul quale questa


relazione gioga e prende forza per esprimere
tutte le peculiarit di un mondo sempre pi cie-
co di fronte allovviet della propria negativit
ed allincapacit di attuare un adeguato proces-
so di formazione e repressione, centro tonale
di un discorso che verr ripreso nei capitoli
successivi.

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Lo stupro
[...]se un uomo trova una giovane fidanzata
per i campi, e facendole violenza,
si giace con lei, muoia soltanto luomo
che e giaciuto con quella;e come il caso di
uno che assale il suo prossimo e lo uccide.
Infatti, egli ha trovato quella giovane
fidanzata per i campi, ella pu aver gridato,
ma nessuno e venuto in suo aiuto.[...]
Bibbia (Deuteronomio 22,23-29)

In Italia fino al 1981 vigeva ancora il matrimonio


riparatore, stato un processo lungo quanto la
storia delluomo (dal ratto delle sabine a Franca
Rame passando per Santa Maria Goretti) quello che
ha portato lo stupro a diventare reato.

Argomento oramai di larga diffusione ed indagine


dalle forme pi subdole a quelle pi frivole ma non
potendo andare ad analizzare tutte le ramificazioni
delle violenze sessuali verr presa in analisi la re-
cente notizia di cronaca avvenuta a Guidonia dove
un gruppo di uomini di nazionalit rumena hanno
aggredito una coppia appartata stuprando la giova-
ne ragazza e rinchiudendo lui nel bagagliaio della
macchina.

Di norma solamente le manifestazioni estreme di


violenza sessuale, soprattutto nei casi di pedofilia
vengono indicate come effetti di malattie psichiatri-
che mentre sono sempre di pi i centri antiviolenza
per la cura delle vittime di violenza sessuale che
vengono aperti.
Le violenze sessuali possono oltre che sfociare
nellomicidio, lasciare traumi psicologici di durata
soggettiva o lesioni fisiche di vario genere.
Il pensiero di assenza come esclusione sembrereb-
be rimandare ad una possibile natura triadica di
questo genere di violenza, come molte altre defor-
mazioni sessuali appartengono allasse MADRE-
PADRE-BAMBINO ed al famoso complesso di
Edipo.
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Personalmente non credo di poter trovare alcun
legame con patologie di natura psichiatrica in
questo caso specifico. Considerando le oramai
consolidate (anche troppo) scusanti della diffi-
colt di integrazione razziale e dello stato di al-
terazione dovuto ad ubriachezza ma soprattutto
la reciprocit consensuale che si sar instaurata
nel gruppo degli stupratori mi sento di poter af-
fermare che sia stata ancora una volta la bassis-
sima considerazione del valore della vita e del
rispetto verso laltro a creare questo che anche
come emerge dalle loro stesse dichiarazioni*
doveva essere solo un divertimento.

*Avevamo bevuto, avevamo deciso che ci sa-


remmo divertiti: uno di noi l ha violentata due
volte, quella ragazza. Ci avevamo gi provato,
quella sera. Poche ore prima avevamo tentato
di aggredire un altra coppietta, ma era andata
male

Come le altre manifestazioni non circoscritte a


sistemi di trasformazione locali
ma estese allintera societ, lintervento di tipo
psicosociologico resta sempre concernente
quella che sembra restare una realt utopica
di applicazione, e lintervento istituzionale in
questo caso rimanda sempre ad una impotenza
dovuta alla molteplicit di normative formative
e repressive che non riescono a venire applicate
per una disfunzione organica del sistema. La
schematizzazione fra repressione onfalicentrica
e fallocentrica a mio parere non pu funziona-
re fin quanto appunto vista come applicabilit
separata, lonfalicentrismo dovrebbe essere il
fondamento e la natura dellapplicazione fallo-
centrica, una repressivit ermafrocentrica.

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Il suicidio
...allodio e allignoranza prefer la morte
a Luigi Tenco
Fabrizio De Andr - Preghiera in Gennaio

Romantico, filosofico, sublime, liberatorio, indotto,


politico, religioso, politico, protesta, necessario,
stanco, eroico...e parecchio altro questa forma di
estrema violenza verso il proprio essere.

Abbonda di imbarazzo la scelta di suicidi, la media


di oltre tremila casi ogni anno negli ultimi ven-
ti anni solo in Italia (con una forte prevalenza di
suicidi maschilili) dovrebbe dare un idea di quanto
sia una realt sociale diffusa e da non sottovalutare.
Il caso in questione che dar il 440hz allanalisi di
questa forma di violenza quello dello scrittore
Edouard Lev, autore del romanzo Suicidio e della
sua stessa morte pochi giorni dopo la consegna
del manoscritto alleditore. Il romanzo una tersa
mistura di ricordi di un amico dellautore morto
anchegli suicida venti anni prima, di pregevole e
nostalgica fattura lascia davvero un enorme spazio
alla riflessione sul valore della vita.

Lamico dellautore era un giovane studente univer-


sitario sposato, di carattere
taciturno ed introspettivo il quale senza dare segni
di sofferenza decide di togliersi la vita sparandosi
in bocca mentre la moglie lo attendeva fuori casa
credendo fosse tornato in casa per prendere le
sigarette. Serpeggia allinterno del romanzo una
certa invidia da parte dellautore che vede nel gesto
dellamico un modo splendido di rendere vivo col
suo gesto tutto quanto lo circondasse ed una solu-
zione altrettanto funzionale di dare senso alla sua
fino a quel momento scialba esistenza.

Lanalisi psicologica del suicidio in genere bi-verte


sulle tematiche della richiesta daiuto e del deside-
rio di sopprimere la sofferenza, le due tematiche
sono ovviamente strettamente correlate e sostan-
zialmente ci che differisce la speranza nellaltro.
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Nel caso specifico sono svariate le possibili
implicazioni di rapporti duali da parte dellau-
tore, di quanto ad esempio avesse covato in quei
ventanni trascorsi una connotazione inconscia
di invidia per lamico e di come laverla espres-
sa in un romanzo labbia spinto a compiere
latto. Nellamico emerge dal romanzo una forte
propensione maniacale verso tutto, che lo porta
a calcolare minuziosamente le modalit del
proprio suicidio(che poi non vanno a buon fine)
ed al tempo stesso una triste rassegnazione nel
lasciare ci che di buono lo circondava (incluso
il rapporto con la moglie) a scapito di quella che
per lui era considerata una necessit primaria
rispetto a qualunque altra.

Latto del suicidio regala al romanzo uno spes-


sore ben pi grande di quanto non avesse avuto
altrimenti, dona un significato alla vita/morte di
due esseri tutto particolare che comunicano per
osmosi una gran voglia di vivere [vd.Schopen-
hauer], in questo caso il valore della vita viene
sottolineato dal disprezzo della stessa e deriva
da considerazioni estremamente pi razionali.

Il [soprav] vivere in funzione di un altra persona


rappresenta una delle condizioni pi diffuse di
approccio allesistenza, il concetto di solitudine
considerato negativo e la necessit di avere
un rapporto costante e duraturo basato su quello
che viene definito amore fanno si che luomo
tenda a sottovalutare lipotesi di poter concen-
trare il toto esperienziale allinterno del proprio
io evitando le sofferenze, mentalit invece
parecchio diffusa nelle discipline considerate
esoteriche.

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ci interessa?
Era solo un oscillazione fornita
da un computer primitivo...
James Gleick in CAOS

Come ampiamente dimostrato finora, queste mani-


festazioni di violenza non sono semplicemente di
origine psichiatrica ma anche, spesso soprattutto, di
origine sociale.

Per agire su quelli che sono impulsi fondati


sullazione agita in base a dinamiche genetiche,
pulsionali che saltano lelaborazione fantasmatica,
bisogna ricorrere alle aree istituzionali pre-genitali
allinterno dellesperienza dei singoli individui, sia
a livello analitico che formativo.

Sul livello formativo bisognerebbe dunque cre-


are dei processi formativi*-culturali per i geni-
tori, ma su cosa incentrare la formazione,come
dare una spinta verso la realizzazione di questa
utopica*<<genitalizzazione>> di ogni struttura
sociale [Carli]?

Lorganizzazione sociale funziona come se i suoi


membri fossero razionali e consensuale fosse lade-
sione agli obiettivi ed alle metodologie individuate
per la loro realizzazione[Carli].

Quel Come se proprio il motivo per cui, a mio


avviso, nascono condizioni di disorganizzazione
e disordine sociale, dal quale disordine deriva una
mancata funzionalit che porta squilibri di ogni tipo
fra i quali le violenze di cui sopra.

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Spesso lattitudine ad aumentare la percen-
tuale di inaderenza di razionalit e consenso,
nei progetti organizzativi, nasce dal mancato
mantenimento di responsabilit da parte dei sin-
goli; il sistema attuale, in misure varie, tende a
velocizzare i processi ed uniformare le capacit
dei singoli, i quali dunque si vedono costretti ad
affrontare rensponsabilit alle quali non sono in
grado di mantenere fede.

Ci accade, soprattutto nei paesi che subiscono


lamericanizzazione, in maniera esponenziale.
Particolare fondamentale allinterno di questa
analisi il momento in cui si considera matu-
ro (bivio esperienziale) un individuo allinterno
della societ.

Nelle societ arcaiche, anche fra quelle ancora


esistenti, si vero che il momento di passaggio
dalla fase infantile a quella adulta avviene pri-
ma che nelle societ avanzate, ma anche vero
che in quel tipo di societ sono di natura molto
pi semplice le responsabilit che suddetti indi-
vidui sono portati a mantenere. Ed per questo
motivo che, credo, sia utile incentrare la forma-
zione culturale, su un attenzionare e razionaliz-
zare quello che laspetto della maturit, delle
responsabilit e delle capacit dellindividuo,
cercando e sperando cos di non ledere quelle
che sono le cause per la quale la globalizzazione
porta gli individui ad uniformarsi, evitando cos
eventuali manomissioni politiche.

Ci interessa evitare violenze, responsabilizzarci


e ridare valore alla vita?

*In una affermazione del tutto personale e di-


scutibile credo che il solo razionalizzare, pen-
sare una realt, contribuisca in maniera deter-
minante ad inverarla. Ed per questo che anche
ragionare per termini utopici potrebbe cambiare
il tempo che trova, e renderlo pi sereno.

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