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~ «Che» Guevara é vivo STUDENTE, hai provato mai a mettere fuori ilnaso dalla. tuavpiccola Trento? Se lo facessi, ti accorgeresti che in Africa, in Asia, in America Latina due miliardi di neri, gialli, rossi'e bianchi poveri, stentano a trovare ogni giorno. quel ‘pezzo di pane, quella ciottola di riso necessaria a tirare avanti almeno fino»a sera. Due terzi dell/Umanita nella fame pit nera, mentre un pugno di signori s‘in- grassa_con pollo e champagne, si nutre di televisione e di gite domenicali. Se lo facessi, vedresti che quando questa gente comincia ad essere stufa, a far qualeosa per uscire da questa vita miserabile e levarsi dal collo il piede del- Voppressore per darsi una dignita umana, questa gente viene bombardata, bruciata col nvpelm massacrata e costretta a rifugiarsi nelle foreste e sulle montagne dall‘intervento armato degli eserciti speciali americani (marines e rangers) e dai loro governi fantoccio (fascisti o git di fi). Queste cose non ci sono state sempre, non @ sempre stato cosi: queste porcherie sono il frutto, il risultato del capitalismo e della sua espansione mondiale: |l'imperialismo ! STUDENTE, a‘ tion dire che sei troppo giovane per occuparti di queste cose, che queste, cose sono pil grandi di te, che non ti riguardano. ee Lo sai che 500.000 bambini fra i dieci ed i quattordici anni lavorano come : bestie 8 ore al giorno nelle fabbriche, nelle campagne, nei cantieri italiani? Che un milione di uomini & senza lavoro e che almeno due milioni ne hanno uno saltuario ed insufficiente al loro sostentamento? Qui in Italia, e tu potrai diventare uno di loro domani ! Queste cose ti riguardano, che tu lo voglia o no. Devi capirlo anche tu: siamo tutti nella stessa barca, il problema degli altri & uguale al tuo. Non sei diverso, non sei migliore. Milioni di tuoi coetanei oggi si sono cibati di scarafaggi per campare e ti guar- dano elegante, ben vestito, ridanciano mentre entri in scuola, siedi al banco, taci. Non puoi stare Ii inerte ad aspettare che ia loro fame un giorno ti mangi, che il loro odio disperato un giorno ti purifichi. STUDENTE, la fame, la miseria, la violenza dell’imperialismo ti chiamano in causa: non puoi aspettare di crescere, di pensarci domani. Stare fermi, stare zitti & gid sporearsi le mani, @ gia collaborare con i vigliacchi, con gli oppressori, con gli affamatori, con gli assassini di professione che hanno venduto anima per un pugno di dollar. STUDENTE, ~ 2 migliaia di colleghi ti chiamano in lotta: non credere di essere solo. — Guarda i giovani di Saigon, gli studenti del Vietnam del Sud; sotto i mitra SSS Sc»co_ american’ contro il filo spinato del governo fasullo, hanno gridato il loro sdegno , contro la sporca guerra degli Yankee, degli ex cow-boys, dei massacratori della loro razza contadina < — Guarda gli Studenti di Berlino occidentale: si son fatti pestare, ed uno di loro @ morto, pur di sputare in faccia allo Scia di Persia ed a Farah Diba, all) loro dorata leggenda imperiale costruita su milioni di persiani senza terra e lavoro, analfabeti, costretti a nutrirsi di erbe e moscerini Dovunque @ cosi. Sedici anni @ troppo per aspettare ancora: in Africa, in Asia, in America Latina, e perfino qui, tacere @ gia essere in peccato. José Augusto Echevarria, il martire rivoluzionario cubano, il giovane uni- versitario cattolico non ha esitato a imbracciare i! mitra e, insieme a centinaia di colleghi, ad assaltare la residenza del dittatore Batista, pur di dare_una mano a Fidel Castro, 2 Che Guevara ed ai Guerriglicri che dalle montagne ayevano cominciato a dire basta all’oppressione, alla miseria, all’indegnita della diseguaglianza. La sua morte in battaglia, il 13 marzo 1957, ucciso dalle forze fasciste di oppressione, @ il compimento della sua maturazione di vomo, il suo ingresso nella storia della liberazione e del rinnovamento sociale. STUDENTE, fuori della tua scuola, fuori della tua parrocchia, in altre parti del mondo ci son studenti e insegnanti e preti che hanno compreso di dover dire basta! ‘No alle disuguaglianze, all’oppressione, alla fame, alla miseria, al razzismo, cid che @ causa di tutto cid, I'imperialismo, cancro della societd. Non trovare scuse. Non ti rifugiare in una religiosita diventata ormai troppo comoda. Ricordati che oggi offrire I’altra guancia & gid, aivtare chi colpisce. E c’é chi aiuta a capirlo: senti cid che scrive il sacerdote cattolico Camillo Torres: « II popolo non crede pid) alle elezioni. II popolo-sa che SI sono esaurite. II popolo sa che non rimane altro se non la via delle armi. MI popolo @ disperato ed & disposto a giocare la propria vita perché la aene- razione futura non conosca la schiavity. Perché i bambini, per i quali da la sua vita, siano istruiti, abbiano casa, cibo, vestiti e soprattutto dignita umana. ~Ogni rivoluzionario autentico deve riconoscere la via armata come la sola via ancora possibile. Colombiani, cosa aspettiamo? Sono entrato a far parte dei ranghi della lotta armata. Nelle montagne; armi alla mano, penso di continuare la lotta fino a che il popolo sia giunto alla conquista del potere. Sono entrato a far parte del FLN. Vi ho trovato il desi- derio e la realizzazione di unita attraverso la base contadina, senza differenze religiose, di appartenenza politica tradizionale, senza ambizioni personali. Vi ho trovato chi tenta di liberare il popolo dallo sfruttamento delle oligarchie e dall’imperialismo, chi non deporra le armi fino a quando il potere non sara nelle mani del popolo ». (Camillo Torres & morto recentemente, armi in pugno, in azione di querriqlia, assassinato dalle truppe speciali dei fascisti colombiani e degli imperialist! americani). E Padre James Groppi, il reverendo cattolico di Milwakee (USA), che ogni giorno @ alla testa delle proteste negre per I’abolizione del razzismo, per la sospensione della guerra sporca in Vietnam, Per il rovesciamento del capi- talismo barbaro di Johnson e Co. E come loro tanti altri, sconosciuti magari, credenti e no, che egualmente ti aiutano @ capire, ti incitano a piantarla con la piccola coscienza tranquilla della domenica mattina. STUDENTE, tu sai —i libri te lo dicono, forse e forse gli insegnanti — che « tutti i popoli della te-ra vivono lottando in permanenza per conquistare un mondo in cui possono condurre una vita normale. Quando questi popoli intraprendono la loro lotta con metodi legali, pacifici, le organizzazioni repressive delle forze dominanti distruggono questi movimenti. Di qui Ja necessit& per noi di ricor- rere ad un‘altra forma di lotta, di prendere le armi, di organizzare forze armate per opporle a quelle del nemico ». (Douglas Bravo, capo guerrigliero del Ve- nezuela). Ecco una cosa che devi ficcarti in testa, pensare, farti crescere dentro.a poco @ poco per poi cominciar a muoverti, diventare uomo e lottare. Oggi la societa @ malata: ha un cancro: e questo cancro @ |'imperialismo, cio’: fame, miseria, razzismo, disoccupazione, ineguaglianza e mancanza di umanita. Il suo senso ultimo @ uno solo; violenza sull’uomo. Alla societa serve un dottore, e presto, che estirpi questo cancro e per sempre: la Rivoluzions; il popolo, i miliardi di sfruttati in lotta contro il pugno di oppressori e dei loro eserciti mercenai La storia si muove: e tu lo sai, lo hai imparato dai libri. Si muove e tu devi scegliere, dentro o fuori. Oggi, adesso, qui, subito: & una occasione per cessare le abitudini, il tram tran quotidiano che ti fa tranquillo e un poco ottuso: devi smetterla di essere bambino, puoi cominciare a diventare un uomo. Di uno di questi uomini, con la U maiuscola, di quelli che fanno la storia, ti vogliamo parlare oggi perché tu impari a conoscerlo: Ernesto « Che » Guevara. Lo hai visto anche tu. Da tre, quattro giorni, giornali e televisione. ti. par di lui, del « Che », il guerrigliero argentino che, liberata Cuba dalla dittetura fascista di Batista, & ora in Bolivia alla testa delle formazioni guerrigliere per abbattere l’oligarchia di Barrientos sostenuta militarmente, economica- mente, politicamente dall‘imperialismo USA. Oggi ti dicono che & vivo, domani che & morto e poi ancora che é vivo'e poi ancora morto. Ti confondono Ia testa con questo sporco gioco, e tutto per evitare di dirti quello che veramente @ importante: che il « Che», che Guevara é li con i poveri, con gli sfruttati, che @ fi con le armi in pugno per liberarli dalla fame, dalla miseria, dalla oppressione, dal giogo cui li costringe l'imperialismo americano. Ma il ‘Che’ non & morto, il ‘Che’ & vivo! perché la vita degli uomini come luf trova la sopravvivenza nel popolo e non conosce fine se il popolo non lo vuole. Come tanti altri, ma meglio di tanti altri, il Comandante Ernesto Che Guevara & immagine del popolo nel suo avvenire continuo ed immortale. ss Nella Cuba liberata, ali era stato attribuito il ruolo di Ministro dell’Industria e di Presidente della Banca Nazionale Cubana: vicino alla quarantina, con un passato di battaalie alle spalle, poteva starsene a gestire lo sviluppo umano ed equalitaria della piccola isola socialista, del primo bastione anti-imperialista dell’America Latina che lui stesso, con Fidel Castro e milioni di contadini armati aveva contribuito a creare. E invece no. Ha lasciato ogni incarico, la famiglia, gli affetti per andare a compiere ancora il suo dovere di rivoluzionario nelle giungle del continente- Sud-Americano. Ecco le «ultime parole » del ‘Che’, dalle montagne boliviane, pochi mesi fa: «Se a noi — che in un piccolo punto del mondo adempiamo il dovere che proclamiamo, mettendo al servizio della lotta il poco che ci & consentito dare: il nostro sangue, il nostro sacrificio — tocchera un giorno di questi morire in una terra qualsiasi, ma nostra perché bagnata dal nostro sangue, si sappia che abbiamo misurato la portata delle nostra azioni e che ci consideriamo soltanto unita del grande esercito del proletariato. E ci sentiamo orgogliosi di aver imparato dalla rivoluzione cubana e dal suo capo la grande lezione che scaturisce dal suo atteggiamento in questa parte del mondo: «che importano i pericoli o i sacrifici di un uomo e di un popolo, quando @ in gioco il destino dell’umanita ». ‘La nostra azione @ tutta un grido di guerra contro 'impsrialismo e un appell all'unita dei popoli contro il grande nemico del genere umano: gli Stati Uni d’America, E dovunque ci sorprenda la morte, sia b-nvenuta, purché il nostro gride di guerra raggiunga chi @ pronto a raccoglierlo e un’altra mano si tenda ad impugnare le nostre armi e vomini si prerarino ad intonare canti di lutto con il tambureggiare delle mitragliatrici e nuove grida di guerra e di vittoria. » FGS PSIUP Sabato 14 ottobre alle ore 17.- precise nella sala del PSIUP via S. Marco, 16 conferenza- dibattito sul tema: «Che» Guevara e la lotta antimperialista

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