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LESTER YOUNG

THE SWEETEST SWINGING MUSIC MAN


di Vincenzo Martorella

Grazie a uniniziativa della Verve italiana, torna sul mercato, a un


prezzo davvero accessibile, lintegrale delle registrazioni che
Lester Young realizz per Norman Granz dal 1946 al 1959. Un
corpus di incisioni fondamentale per comprendere gli ultimi anni di
Pres, la sua vita, le precarie condizioni di salute, lumore oscillante
di quei giorni, la sua musica. Sublime e disastroso, geniale e
inconsistente, meraviglioso e irritante, il geniale tenorsassofonista
the sweetest swinging music man, come lo defin Joni Mitchell
trasmetteva in musica i suoi stai danimo, senza filtro, senza
possibilit di resa. Ecco perch queste incisioni sono la sua
radiografia dellanima.

Sembra strano, eppure la vita e la carriera di Lester Willis Young


(Woodville, Minnesota) sono ancora avvolte da una sottile nube di
mistero. Molte, ancora, le cose da capire, i segni da sistemare, le
teorie da elaborare che siano finalmente in grado di spiegare un
po meglio larte elusiva e geniale, il carattere ora gioviale ora
disperatamente malinconico, levoluzione del suo suono, i
cambiamenti dello stile di uno tra i pi creativi e originali
musicisti della storia del jazz.
In molti hanno provato a indagare, scandagliare, esaminare:
sebbene la bibliografia su Pres diminutivo di President, come
laveva ribattezzato Billie Holiday non sia estesa, alcuni
contributi hanno finalmente iniziato a chiarire alcuni punti oscuri,
certi passaggi difficili. Uno dei gangli concettuali pi ardui da
scollinare stato il cambiamento radicale di fraseggio, stile e
suono dalle prime incisioni con Count Basie a quelle realizzate
dopo il servizio militare, dal 1946 in poi. La teoria pi accreditata,
almeno fino a qualche anno fa, era quella del broken man, luomo
rotto, distrutto. Distrutto dal servizio militare, appunto, che si
rivel per un non pi giovanissimo Lester esperienza
drammatica, fisicamente e psicologicamente. Da quel momento in
poi, Lester avrebbe perso ogni gioia di vita, ricacciato in se stesso
dalle burbere violenze, dalle inumane discriminazioni, dal razzismo
violento e didascalico che sub in quel periodo. E questa
costellazione di esperienze provoc anche un cambiamento nello
stile, un ispessimento del suono, una svolta nellapproccio alla
frase, al gioco sugli accordi (il suo cos lineare, contrapposto a
quello di Coleman Hawkins, pi verticale). In realt, come alcuni
studiosi hanno dimostrato (Lewis Porter, Frank Bchmann-Mller,
Dave Gelly), lo stile di Pres aveva iniziato a cambiare prima del
servizio militare, come alcune registrazioni dal 41 al 43 sembrano
dimostrare. Stava cercando qualcosa di nuovo, Lester: aveva
inaugurato un percorso di ricerca, di sperimentazione non soltanto
sulle strutture profonde del suo pensiero musicale, ma anche sui
materiali: noto che, in quel periodo, adott un nuovo bocchino, in
ebanite, per ottenere un suono pi scuro, denso; ed altrettanto
noto che luso esclusivo di unancia in plastica rese, dal punto di
vista dellemissione, assai problematici gli ultimi anni della sua
carriera.
Perch, e cosa, volesse cambiare resta ancora un mistero insoluto.
Non facile penetrare la psicologia di un uomo che concesse
poche interviste; colto e brillante, solare e ombroso, fino a quando
lalcol e le condizioni di salute non lo resero spesso ondivago e
incoerente. N la sua discografia aiuta a recuperare elementi di
indagine. Perch, a pensarci bene, la carriera di discografica di
Young dur appena ventitr anni, dal 1936 al 1959. Quando inizi,
le sue formidabili incisioni non furono il frutto di un precocissimo
talento, ma di un artista maturo: aveva ventisette anni nel
momento in cui cominci ad imprimere nei solchi alcune tra le
pagine pi belle mai suonate da un sassofono tenore. Ma gi dieci
anni dopo la sua produzione si fa incostante, di qualit assai
altalenante.
Proprio quella che va dal 1946 al 1959 la produzione discografica
di Pres fotografata da questo importante cofanetto (riedizione di
quello pubblicato nel 1999). Otto cd che raccontano il lavoro in
studio (restano fuori, cio, le numerose registrazioni dal vivo),
inquadrano un periodo di progressivo sfaldamento, testimoniano il
graduale allontanamento di Lester Young da se stesso, e dalla sua
arte, e dalla vita. Come dicevamo, Pres non era in grado di filtrare i
propri stati danimo attraverso la musica. Se era di buon umore,
suonava con slancio, passione ed energia. Se era malinconico, le
sue frasi si facevano pi sfuggenti, sibilline, allusive. E, soprattutto
negli ultimi anni, lumore di Pres cambiava molto velocemente,
anche senza una causa scatenante. Tanto da ingenerare il dubbio,
in alcuni, che la causa fosse da ricercare non soltanto nella
complessa personalit del musicista quanto nella sua cartella
clinica. Bchmann-Mller, ad esempio, sostiene che fu una grave
forma, non curata, di sifilide (diagnosticata gi nel 37, e poi nel
44) a creare molti dei problemi che afflissero Pres nei suoi ultimi
anni (oltre allumore, dolori insopportabili, difficolt
deambulatorie, perdita di controllo, paresi). Questo potrebbe,
forse, spiegare laltalenante livello delle registrazioni effettuate in
quegli anni: alcune formidabili, altre imbarazzanti. Soprattutto
verso la fine, Lester sembrava lottare contro la morte, nota dopo
nota. E questo dolore sordo, profondo, devastante, rende la sua
musica straordinaria e toccante nonostante le pecche e gli errori.
A rendere ancor pi appetibile il cofanetto sono il breve, ma
penetrante, saggio di Dave Gelly e, nellultimo cd, la registrazione
delle uniche due interviste su nastro che si conoscono. La prima,
condotta da Chris Albertson il 4 agosto 1958, a Philadelphia, in uno
studio radiofonico, ci mostra un Lester Young rilassato, con quella
voce bellissima, morbida, e quellinflessione sinuosa, in cui sempre
risuonava una punta di stupore o imbarazzo. Laltra, realizzata da
Franois Postif, a Parigi, il 6 febbraio 1959. Erano le sei del
pomeriggio, e Postif, il fotografo Jean-Pierre Leloir, e il batterista
Kansas Fields si ritrovarono nella stanza di Lester, allHotel
Angleterre. Il tono della conversazione assai informale, e Lester,
dopo aver ingollato bicchieri di un miscuglio di gin e porto (mezzo
mezzo, lo chiamava) inizia a usare un linguaggio molto, molto
colorito, mentre la voce si fa sempre pi impastata. E, facendo
slalom tra i suoi modi di dire (you dig, no eyes!, moons ago),
Pres scaccia i fantasmi raccontando frammenti di vita.
Lester Young si spense poco pi di un mese dopo quellintervista.
Non aveva ancora compiuto cinquantanni.

Per saperne di pi
Non esistono libri in italiano su Lester Young, se si fa eccettua un
volumetto scritto da Vittorio Franchini, e pubblicato da Ricordi,
quarantacinque anni fa, nella collana Kings of Jazz. In lingua
inglese molti, invece, sono i contributi di rilievo. Su tutti, il Lester
Young di Lewis Porter, ripubblicato lo scorso anno da Michigan
University Press. Si tratta, con qualche lieve cambiamento, del
medesimo titolo stampato nel 1985, ma da tempo fuori catalogo. In
esso, Porter analizza brillantemente lopera lesteriana, mettendo in
luce un percorso creativo fluido e costante, e disegnando un
tragitto evolutivo emozionante.
Sul versante pi propriamente biografico, resta insuperato You
Just Fight For Your Life: The Story of Lester Young, di Frank
Bchmann-Mller (Praeger, 1999), un corposo volume che
rappresenta il primo, serio tentativo di ricostruire (dopo lesile, ma
utile, Lester Young di Dave Gelly, Spellmount 1984) le
circostanze dellesistenza di Pres. Bchmann-Mller non si
fermato qui: a sua firma anche un altrettanto poderoso studio sulla
discografia e sugli assolo del sassofonista (You Got To Be Original,
Man! The Music of Lester Young, Greenwood, 1990, con
prefazione di Porter). Infine, sempre a firma di Porter, lutilissimo
A Lester Young Reader (Smithsonian, 1991), uan raccolta di saggi
e articoli in cui, tra laltro, possibile leggere la trascrizione delle
interviste a Young di Postif e Albertson.
Se, invece, dovete ancora fare il primo passo nella formidabile
discografia a firma Lester Young, il consiglio quello di recuperare
una delle tante, ottime, antologie dei primi dieci anni di attivit.
Tra queste, quella pubblicata dalla Mdia 7 (Lester Young,
doppio cd a prezzo irrisorio), una prestigiosa etichetta francese
che ha anche intrapreso la pubblicazione lintegrale dellopus
lesteriano. Il passo successivo sono le Aladdin Sessions,
ristampate da Blue Note, e la collaborazione struggente tra Pres e
Billie Holiday (anche in questo caso, ci sono in commercio alcune
buone antologie).

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