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Prima Unit
Rapporto terapeutico
e training di comunicazione
Scopo della prima unit didattica di illustrare agli allievi gli aspetti
fondamentali della comunicazione terapeutica e di facilitare la verifica del-
le loro idee implicite e conoscenze al riguardo. Inoltre, perch i parteci-
panti siano in grado di interagire in modo significativo e di creare una
comunit di apprendimento, proposto un breve esercitazione sulle basi-
lari competenze comunicative.
Obiettivi
I Parte
Rapporto terapeutico:
concetti ed aspetti operazionali
A) Rapporto terapeutico
a) Contenuto
Gli allievi vengono informati sui diversi aspetti teorici e operativi del-
la relazione terapeutica. , poi, presentata loro la letteratura inerente gli
argomenti riferiti, al fine di facilitarne lo studio personale.
b) Procedimento didattico
a) Conoscere la TIRT
vuto.
Infine, la possibilit di realizzare interventi interazionali appropriati,
siano essi descrittivi, rappresentativi, regolativi e il mettersi in una posi-
zione di ascolto, implica il pi delle volte la ristrutturazione di schemi
cognitivi che la persona ha sviluppato nei confronti di se stessa, degli altri,
delle situazioni e dei sistemi che pongono forti resistenze al cambiamen-
to
c) Procedimento didattico
d) Bibliografia
IIParte
Competenze comunicative di base
Scopo didattico
Motivazione
Riflessione critica
Interagire con gli altri ascoltandoli e facendo uso delle competenze pre-
dentemente enunciate, presenta alcune difficolt.
La capacit di recepire accuratamente il messaggio e di riportare in modo
descrittivo la realt relazionale presuppone la disponibilt e la libert di
guardarla, senza precomprensioni senza schemi di lettura predeterminati, ma
ci non si verifica facilmente. Infatti, nell'accostare un fenomeno relazionale
si pi portati ad interpretarlo e classificarlo (spesso per l'esigenza di orien-
tarsi meglio in esso), perdendo cos di vista la sua unicit e peculiarit.
Cos pure risulta problematico entrare in contatto con le proprie esperien-
10
Realizzazione
A) Lineamenti teorici
b) Comunicazione rappresentativa
c) Comunicazione regolativa
d) Ascolto attivo
modalit visiva - "Sembra che lei. . . ", "Io vedo che... ";
modalit uditiva - "Quello che sta dicendo . . . ", "Qualcosa le dice che. . .
", "Lei mi sta dicendo che... "; "Quello che mi dice suona.. ";
modalit cinestetica - "Lei sente. . . ", "Ho la sensazione che... ", "Lei
sperimenta. . . ", "Quello che sta provando... ".
AUTORIVELAZIONE CONTENUTO
RELAZIONE APPELLO
"Ieri sono venuto qui per il nostro colloquio e lei non c'era. la seconda volta
14
B) Esecitazioni
a) Esercitazioni in aula
Svolgimento:
15
Materiale:
- frasi da valutare (allegato 2);
- scala della comunicazione descrittiva (allegato 3);
- lucido sulle risposte corrette (allegato 4).
aa2) Simulata
Obiettivo: esercitarsi nell'uso di comunicazioni descrittive.
Materiale:
- scala della comunicazione descrittiva (allegato 3).
Materiale:
- frasi da valutare (allegato 5);
- scala della comunicazione rappresentativa (allegato 6); - lucido sulle
risposte corrette (allegato 7);
Obiettivi:
- apprendere per esperienza lo stile della comunicazione rappre
sentativa;
17
Materiale:
- esempi di situazioni relazionali (allegato 8);
- scala della comunicazione rappresentativa (allegato 6);
Svolgimento:
- invitare i partecipanti a ricordare una situazione nella quale hanno tro-
vato difficolt a comunicare in modo rappresentativo;
scheda.
Materiale:
- frasi da valutare (allegato 9);
- scheda che sintetizza i vari parametri sull'efficacia del feedback
(allegato 10).
Materiale:
- frasi da valutare (allegato 11);
- scheda che sintetizza i vari parametri d'efficacia del feedback (allegato
10).
tenute in un messaggio.
Materiale:
- frasi da valutare (allegato 12).
ad2) Riformulazione
Materiale:
- frasi da riformulare (allegato 13).
b) Esercizi di approfondimento
Note:
(1)
per uno studio pi approfondito cf. Franta-Salonia, 1990, 53ss; Colasan-
ti-Mastromarino, 1991
21
Allegato n. 1
Verbale
Schema riassuntivo
delle dimensioni per verificare la TIRT
- Qual il problema?
Allegato n. 2
Comunicazione descrittiva
(Fasi da valutare)
7. Oggi venendo a scuola ho visto due ragazzi del primo corso fumare.
8. L'insegnante di tecnica ha davvero un bel rapporto con i suoi ragazzi.
Allegato n. 3
Comunicazione descrittiva
(Scala di valutazione)
+ 2: I fenomeni osservabili sono descritti nei loro aspetti e nelle loro quali-
t processuali.
+ 1: Una buona parte dei fenomeni sono descritti nei loro aspetti e nelle
loro qualit processuali; solo pochi aspetti vengono valutati ed interpretati.
0: Alcuni fenomeni sono descritti negli aspetti osservabili e altri sono va-
lutati o interpretati.
- 1: Una buona parte dei fenomeni sono valutati ed intepretati; solo pochi
fenomeni sono descritti nelle loro qualit processuali osservabili.
Allegato n. 4
Comunicazione descrittiva
(Risposte corrette)
7. Oggi venendo a scuola ho visto due ragazzi del primo corso fumare. +
2
Allegato n. 5
Comunicazione rappresentativa
(Frasi da valutare)
3. Cosa hai da guardarmi cos? Non vedi che sto cercando di lavorare?
Allegato n. 6
Comunicazione rappresentativa
(Scala di valutazione)
Allegato n. 7
Comunicazione rappresentativa
(Risposte corrette)
3. Cosa hai da guardarmi cos? Non vedi che sto cercando di lavorare? -2
Allegato n. 8
Comunicazione rappresentativa
(Iniziazione comportamentale)
5. Sono venuti gli amici del mio partner. Egli li ha intrattenuti senza farmi
partecipare. Mi sono sentita esclusa; rimasti soli, gli dico:
6. Il mio partner desidera che andiamo a far visita ai suoi genitori. A me non
va per niente; gli dico:
7. Mi accorgo che mia sorella lascia spesso la luce accesa nella sala da pranzo;
le dico:
8. Vorrei andare al cinema, ma ho paura che il mio partner non voglia ve-
nire; gli dico:
Allegato n. 9
Comunicazione di feedback
(Frasi da valutare)
Allegato n. 10
Dare
Non lasciare che trascorra troppo tempo dal momento in cui il com-
portamento dell'altro si manifesta; essere attuali.
Ricevere
Allegato n. 11
4. Finalmente dopo lungo tempo un tuo collega torna a scuola. Per esprime-
re la tua gioia dici:
6. Sei preoccupato per motivi di famiglia e non riesci a concentrarti sul la-
voro. Parlando con un collega dici:
Allegato n. 12
Ascolto attivo
(Frasi da valutare)
Contenuto
Autorivelazione
Relazione
Appello
2. "Ho telefonato ai miei genitori ieri sera e ho detto loro che anda-
to male l'esame. Mi hanno risposto che non erano sorpresi. Fingono di
preoccuparsi molto per me, ma sembra che non abbiano fiducia nelle
mie capacit di riuscire negli studi universitari".
Contenuto
Autorivelazione
Relazione
Appello
Contenuto
34
Autorivelazione
Relazione
Appello
Contenuto
Autorivelazione
Relazione
Appello
Contenuto
Autorivelazione
Relazione
Appello
Contenuto
Autorivelazione
Relazione
Appello
35
Contenuto
Autorivelazione
Relazione
Appello
8. "Da una parte amo profondamente il mio lavoro, dall'altra penso con
terrore alle ore che devo trascorrere in classe. Il mio comportamento insicuro
e vacilla da un estremo all'altro: di fronte ai ragazzi agisco o in modo autori-
tario o in modo estremamente antiautoritario, il che non va bene in entrambi i
casi. Non so come trovare il giusto equilibrio".
Contenuto
Autorivelazion
Relazione
Appello
Allegato n. 13
36
Allegato n. 13
Riformulazione
(Frasi da riformulare)
1. "Sono ormai tre mesi che sono in questa classe, ma non conosco veramente
nessuno. Cerco di essere gentile con i compagni, ma loro non mi considerano.
Credo che in me ci sia qualcosa che non va".
2. "Ho gi detto alla mia famiglia che io non posso competere con gli al-
tri studenti che non sono ciechi; non posso mettermi al pari loro con questo
handicap. Ho detto loro che naturale essere pi indietro e conseguire ri-
sultati inferiori rispetto agli altri".
3. "Sono certo che per farsi rispettare bisogna essere duri. I compagni ti dan-
no ascolto solo se sei pi forte".
Seconda Unit
Comunicazione empatica:
facilitare l'autoesplorazione
Scopo didattico
Motivazione
Riflessioni critiche
Realizzazione
I Parte
La comprensione empatica
del vissuto esperienziale
b) Atteggiamento empatico
cliente stesso.
Non si tratta tanto di "capire", di "ragionare" sulle proprie esperienze,
quanto, invece, di "provarle", di "sentirle", di "viverle" assumendole come
personali ed appartenenti alla propria esistenza.
Nella relazione di aiuto il terapeuta facilita l'autoesplorazione del
cliente soprattutto tramite la verbalizzazione, che implica: la percezione
accurata degli stati emozionali da questi sperimentati, la loro compren-
sione in riferimento al contesto in cui si verificano, la loro riformula-
zione verbale in modo semplice e chiaro (Tausch, 1973, 79).
La verbalizzazione richiede, quindi, al terapeuta sia una capacit em-
patica sia un'abilit interazionale comunicativa nel rispecchiare con vivi-
dezza e concretezza il vissuto esperienziale del cliente. Sono queste due
competenze a rendere operativo l'atteggiamento empatico.
Nella parte che segue le trattiamo separatamente, al fine di rendere pi a-
gevole la loro comprensione.
zionali del cliente, alla quale dovr seguire l'identificazione della loro in-
tensit. Questa necessita di essere attuata con accuratezza, onde evitare di-
storsioni.
vrebbe una forte alterazione sia dell'intensit che della qualit- del-
l'emozione manifestata dal cliente.
La verbalizzazione ottimale potrebbe essere: "Ti senti gi di tono". Ta-
le intervento, infatti, non una semplice eco e coglie le sfumature dell'e-
mozione provata dal cliente, aiutandolo a discriminare meglio il suo stato
d'animo ancora indifferenziato.
L'identificazione degli stati emozionali nella loro qualit e intensit ri-
chiede una costante attenzione alla comunicazione verbale e non verbale,
rispettando il principio del qui ed ora secondo il quale sono le esperienze
che il cliente vive nel momento in cui comunica ad essere oggetto della
verbalizzazione.
"Sono molto deluso che non mi abbia telefonato per il mio compleanno"
L'emozione "delusione". Essa, di intensit elevata (I), fa riferimento al-
l'azione di un'altra persona (X), valutata sulla base di un'aspettativa e di
un desiderio (Y), che non trovano corrispondenza (Z).
Nello schema, quindi, X sta a rappresentare l'indice referenziale dell'emo-
zione, la quale sar di segno positivo se il criterio Y trova corrispondenza, di
segno negativo se, al contrario, tale corrispondenza non si riscontra. L'intensi-
t varier a seconda dei casi.
come una non piena comprensione da parte del terapeuta. Per questo op-
portuno introdurla quando si gi creata una buona piattaforma comunica-
tiva.
Nella verbalizzazione per optativo il terapeuta non comunica lo stato
emozionale sperimentato dal cliente, ma quello desiderato. Cos, se il
cliente dicesse: "Mi sento disorientato e confuso", il terapeuta potrebbe
verbalizzare: "Desidererebbe vedere pi chiaro nella sua situazione". In tal
caso, il cliente viene ad essere informato dello stato d'animo implicito
presente in lui. L'efficacia della verbalizzazione per optativo sta nel fatto
che essa stimola le energie proattive del cliente, in quanto facilita il contatto
con lo stato d'animo desiderato. Tuttavia, al pari della verbalizzazione per
antinomia, ha l'inconveniente di poter essere vissuta dal cliente come una
minimiz7azione delle sue difficolt. Per questo pu essere utile farla
precedere da una verbalizzazione per sinonimia.
Nel corso del colloquio opportuno che il terapeuta ricorra a tutte e tre le
modalit indicate. Ci rende pi dinamica l'interazione ed evita il rischio di
stereotipia.
Richiedere precisazioni.
Nel caso in cui il terapeuta non abbia capito bene il cliente oppure questi
passi troppo facilmente da uno stato emozionale all'altro, opportuno in-
tervenire: ci in quanto molto importante che il cliente si senta seguito co-
stantemente con interesse e comprensione dal terapeuta. Ad esempio, di
fronte ad una comunicazione non chiara del cliente, il terapeuta potrebbe di-
re: "Non sono sicuro di aver capito bene quanto lei mi ha detto. Vorrebbe ri-
formularlo meglio, cos che sia pi chiaro a tutti e due?".
II Parte
Verbalizzazione degli stati emozionali
A) Lineamenti teorici
B) Esercitazioni
a) Esercitazioni in aula
Materiale
- situazioni (all. 1);
- lista della classificazione delle emozioni (cf. Colasanti-Mastroma
rino, 1991, 17).
Materiale
- frasi da verbalizzare (all. 2); - scala dell'empatia (all 3).
b) Esercizi di approfondimento
Note:
(l)
Cos, per esempio, Lazarus (1984, 41, cit. in Kemler, 34) inter-
preta le emozioni come modi esperienziali di tipo cognitivo-affettivo;
Schachter-Singer (1962) come mutamenti fisiologici; Arnold (1960a;
1960b) come 'action tendencies'.
(2)
Bowers et al. (1985, 516) affermano categoricamente: " Ogni sta-
to emozionale contiene una valutazione; non tutte le esperienze sono
segno di un'emozione, ma ogni emozione un'esperienza valutata".
(3)
Ringraziamo per questa parte la dott.ssa Ivana Gardi.
59
Allegato n.1
C.: Ragazza, 20 anni: "Il mio ragazzo continua a ripetermi che sono troppo
aggressiva, che a volte sono anche maleducata; mi dice come dovrei compor-
tarmi e cosa dovrei dire. Sono stufa. Io ci provo ad andargli incontro, ma mi
sembra che lui non faccia niente per capire me".
Sentimenti presenti
Sentimenti presenti
C.: Uomo, 30 anni: "All'inizio ho fatto del mio meglio per cercare di
capire e aiutare mia moglie sapendo che aveva avuto un'infanzia
cos infelice... Ora per sono davvero stanco.
Avr grossi problemi, ma una persona intelligente: anche lei potrebbe
provare a comportarsi in modo maturo. Mi ha deluso profondamente; ora pro-
vo solo moltissima rabbia verso di lei".
Sentimenti presenti
C.: Ragazzo, 16 anni: "Finalmente ci sono riuscito! Ho parlato con i miei ge-
nitori da adulto. Ho detto loro quali erano le mie ragioni e come mi faccia
sentire il loro atteggiamento verso di me, invece di
continuare a protestare per il gusto di contraddirli. Abbiamo discusso e
siamo arrivati ad un compromesso che soddisfa tutti".
Sentimenti presenti
C.: Uomo, 40 anni: "Il mio lavoro mi piace moltissimo. Il problema che mi
60
piace 'troppo'. Mi ci dedico con tutto me stesso. A volte gli amici mi cerca-
no, mi chiedono di uscire... Mi farebbe piacere vederli, ma mi costa perch
incontrare loro significa immergermi in un ambiente totalmente diverso ri-
spetto al mio lavoro e questo comporta una spesa d'energia che non mi sento
di pagare... Ecco: tutte le mie energie le spendo per il lavoro; ho paura delle
conseguenze che tutto questo potr portarmi a lungo andare"
Sentimenti presenti
Sentimenti presenti
C.: Ragazza, 20 anni: "La ragazza che lavora con me l'altro giorno mi ha
di nuovo assalito, accusandomi di una cosa che non avevo fatto. Le sue uscite
sono talmente assurde che mi viene da pensare di avere di fronte una squi-
librata. Mi fa una rabbia terribile quello che mi dice e non so come compor-
tarmi".
Sentimenti presenti
C.: Ragazza, 16 anni: "Non riesco a capire perch non posso parlare con mia
madre senza litigare e accusarci l'una con l'altra".
Sentimenti presenti
C.: Ragazzo, 20 anni: "Sto malissimo all'idea di dover presentare la mia rela-
zione al gruppo! Se non riesco neanche a pensare quando mi guardano come
faccio ad affrontarli parlando al microfono?".
Sentimenti presenti
61
C.: Studente straniero, 18 anni: "Mi trovo bene in Italia, ma spesso mi sento
solo. A volte ho l'impressione che gli altri cerchino di evitarmi; forse col-
pa mia, c' qualcosa che non va in me".
Sentimenti presenti
62
Allegato n.2
C.: Donna, 35 anni: "A casa c' sempre un gran disordine; con i bambini
difficile tenere le cose a posto. Io mi sforzo, ma non ci riesco e mio marito
spesso brontola... a volte mi viene voglia di piantare tutto".
C.: Uomo, 40 anni: "A volte mi arrabbio per niente, divento furioso, non
riesco a controllarmi. Questo mi mette in situazioni difficili... Dopo mi scuso,
ma ...".
C.: Donna, 38 anni: "E' da un po' di tempo che Carlo, mio marito, stra-
no. Lo sento freddo e distaccato. Io ho cercato di farlo parlare, ma lui sta
zitto. Non era mai successo prima! Dice che lo stress, il lavoro, ma... non
potrebbe esserci un'altra donna di mezzo?".
C.: Donna, 50 anni: "Tutte le sere i miei vicini di casa accendono il te-
levisore tenendo il volume alto. Non oso lamentarmi perch temo le loro
reazioni; ho paura che per dispetto facciano peggio. D'altra parte cos
non si pu continuare".
63
C.: Donna, 50 anni: "Mia figlia fra un anno andr all'universit lontano
da casa, in un'altra nazione. Quando ci penso mi sembra che non sar
capace di sopportarne la lontananza".
64
Allegato n.3
SCALA DI EMPATIA
Terza Unit
Obiettivi
Motivazione
Riflessione critica
Realizzazione
I Parte
Interventi di supporto ed empatia avanzata
Per molti clienti non risulta immediato, soprattutto nelle fasi iniziali del
lavoro, realizzare un'efficace comunicazione nella relazione di aiuto, per cui
spetta al terapeuta intervenire, di tanto in tanto, per aiutare loro a conti-
nuare l'autoesplorazione, approfondendone gli aspetti rilevanti.
Per questo necessario che egli disponga, oltre che delle competenze te-
rapeutiche specifiche, anche di un set di abilit comunicative, di tipo regola-
tivo e di supporto, volte a stimolare la partecipazione attiva del cliente. Pi
specificamente tali abilit hanno lo scopo di facilitare una comunicazione
dialogale che contribuisce a sostenere, estendere e qualificare gli interventi
strettamente terapeutici.
Le abilit del terapeuta in funzione della comunicazione dialogale, pos-
sono essere distinte in base alla loro funzione specifica. Abbiamo cos inter-
venti per:
"Hai sentimenti diversi verso tua madre e ti senti spinta in varie direzio-
ni. Vorresti che ti volesse bene, ma non ti senti amata e ti risenti quando ti
critica o ti lascia sola. Ti senti veramente bloccata in quanto dipendi da
lei cos tanto e a volte ti senti cos arrabbiata che vorresti picchiarla. Ti
piacerebbe avere una relazione migliore con lei".
b) Aspetti operativi
C.: "Non riesco a capire perch non sono compresa n dagli amici, n da
mio marito, n dai miei figli. Eppure non mi sembra di dire scioc-
chezze! Raramente vedo che quello che dico capito e accettato;
in genere fraintendono o neanche ascoltano .
T.: "L'acconsentire a quello che dice per lei la prova di essere compresa;
pertanto, dal momento che spesso questo non si verifica, in genere spe-
rimenta di non essere compresa".
83
Riflessione associativa
In essa il terapeuta presenta un'ipotesi che raccoglie o associa i pensieri e i
sentimenti espliciti o impliciti del cliente.
Nel caso in cui il terapeuta cogliesse due idee di contenuto simile e, per
esempio, dicesse: "Quello che lei dice adesso su sua moglie sembra essere
intimamente in relazione con i sentimenti espressi qualche settimana fa
rispetto a sua madre. Lei crede che questo sia esatto?" farebbe di una rifles-
sione associativa per similitudine.
Qualora, invece, il terapeuta associasse due idee diverse e, per esempio,
dicesse: "Da quello che lei dice deduco che i suoi sentimenti verso suo
padre sono quasi opposti a quelli che sperimenta verso sua madre",
formulerebbe una riflessione associativa per contrasto.
Se, infine, il terapeuta associasse idee vicine nel tempo e nello spa-
zio e, per esempio, dicesse: "A quanto pare, lei sperimenta queste
sensazioni di tensione ogni volta che entra nel laboratorio di biolo-
gia", metterebbe in atto una riflessione associativa per contiguit.
Riflessione suggestiva
Attraverso la riflessione suggestiva il terapeuta comunica al cliente
sentimenti e idee ipotizzati dal materiale da questi espresso. Queste
idee o sentimenti non sono esperienze consce al cliente, ma sono
vissute da lui a livello preconscio, in quanto manifestate indirettamen-
te nel materiale comunicato. La riflessione suggestiva costituisce,
quindi, un'inferenza di esperienze non consce. Per esempio, se in se-
guito all'autoesplorazione del cliente il terapeuta potesse ipotizzare
che alcuni stati emozionali aggressivi costituiscono tendenze difensive
derivanti dalle difficolt incontrate nel relazionarsi nel sociale, egli po-
trebbe verbalizzare: "E' il caso di considerare se i suoi sentimenti di o-
stilit non siano legati alle sue difficolt di rapportarsi nel sociale".
La riflessione suggestiva diversa dall'interpretazione generale, in
quanto nel colloquio non appare niente di nuovo, se non quello che
inconsciamente o per un'implicazione remota suggeriscono i commen-
ti del cliente.
84
verbalizzazione al negativo:
"Enrico, mi sembra che tu dica che per te troppo difficile dividere tuo
padre con la sua nuova moglie, dal momento che negli ultimi dieci anni eri
abituato ad averlo tutto per te. Mi chiedo se tu non pretendi di voler essere
il primo nel cuore di tuo padre.";
verbalizzazione al positivo:
"Enrico, mi sembra che tu dica che per te troppo difficile dividere tuo
padre con la sua nuova moglie, dal momento che negli ultimi dieci anni
eri abituato ad averlo tutto per te. Riconoscere di sentirti escluso pu
forse aiutarti a trovare nuove possibilit per sentirti incluso di nuovo".
- sincronizzazione
importante, per il procedere del lavoro terapeutico e dell'autoesplo-
razione del cliente, che il terapeuta scelga quando effettuare, sia nella se-
quenza degli incontri che nella singola seduta, una comunicazione empa-
tica, valutandone l'opportunit.
Tale scelta dovrebbe cadere nel momento in cui il terapeuta sperimenta
che si instaurato un buon clima, nel quale il cliente dimostra
di avere fiducia e, quindi, maggiore disponibilit ad impegnarsi nel
lavoro. A tale scopo necessario che nei primi incontri il terapeuta cer-
chi di stabilire una positiva relazione interpersonale e faciliti l'autoesplo-
razione del cliente, usando prevalentemente la comunicazione empatica
di primo livello. Il cliente pu, cos, sentirsi motivato ad andare avanti
nell'autoesplorazione e di conseguenza pu prendere contatto con ele-
menti non consci circa il suo relazionarsi al mondo.
Nella singola seduta, consigliato l'uso della verbalizzazione empatica
avanzata nella parte centrale dell'incontro, in modo da avere il tempo
per un'eventuale chiarifica o approfondimento. Quando il terapeuta per-
cepisce che il cliente non ancora pronto per il confronto con le proprie
esperienze non consce oppure poco disponibile al lavoro, opportuno
che rimandi la verbalizzazione empatica avanzata ad un momento succes-
sivo.
88
Il Parte
a) Esercitazioni in aula
Obiettivi:
- facilitare i trainee a svolgere un colloquio terapeutico della durata di
40/45 minuti;
- abilitarli a valutare gli atteggiamenti relazionali terapeutici (accetta-
zione, congruenza);
- renderli capaci di discriminare il proprio comportamento empatico e
di trattare le eventuali difficolt incontrate nell'attuazione di tale com-
portamento.
Materiale
- scala di empatia (cf. allegato 3, II unit)
- scala per valutare il rapporto terapeutico globale (allegato 1)
b) Esercizi di approfondimento
Allegato n.1
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