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INDICE

1. Che cos la semantica? ovvero loggetto di studio della semantica


2. Cos il significato?
2.1. Definizioni del significato
2.2. Tipi di significato
2.2.1. Significato denotativo e significato connotativo.
2.2.2. Significato linguistico e significato sociale
2.2.3. Significato letterale e significato non letterale
2.2.4. Significato lessicale e significato grammaticale
3. I rapporti semantici
3.1. I rapporti paradigmatici
3.1.1. Sinonimia
3.1.2. Le relazioni di opposizione
3.1.3. La relazione gerarchica di iponimia/iperonimia
3.1.4. I campi lessicali
3.2. I rapporti sintagmatici
3.2.1. Le collocazioni
3.2.2. Le restrizioni di selezione
4. Omonimia e polisemia
4.1. Omonimia
4.2. La polisemia
5. Lanalisi componenziale

1. Che cos la semantica?

ovvero loggetto di studio della semantica

Il termine semantica fu coniato nel 1883 dal linguista francese M. Bral a partire dal
verbo greco semaino indicare, significare, derivato, a sua volta, da sma, segno. Nella
definizione di Bral, la semantica si occupa con lo studio delle leggi che regolano i
cambiamenti di significato delle espressioni linguistiche. Si tratta dunque di una
concezione diacronica della semantica, unimpostazione che domina gli studi linguistici
dell Ottocento fino agli inizi del Novecento.
La semantica ottocentesca, espressa oltre che nei lavori di Bral in quelli di Herman
Paul, Wilhelm Wundt, Antoine Meillet, Arsne Darmesteter studia i tipi di mutamento
semantico che subiscono le parole nel corso della storia di una lingua o nel passaggio da
una lingua allaltra e delle cause di tali mutamenti (fattori di ordine linguistico, storico,

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sociale e psicologico). I cambiamenti di significato sono classificati in base alle
conseguenze che producono:
- restringimento di significato (francese viande cibo > carne; lat. cubare
giacere > it. covare);
- ampliamento di significato (lat. panarium cesto del pane > it. paniere >
cesto);
- trasformazione in senso migliorativo (il lat. minister attendente, servo
diventato ministro) o peggiorativo (il lat. captivus prigioniero, per influsso
della locuzione captivus diaboli diventato lit. cattivo, fr. crtin cristiano >
cretino).
In seguito, non sono mancati contributi importanti alla semantica diacronica, tra cui
ricordiamo quelli del grande studioso di origine romena, Eugen Coeriu. Oggi, si
registrano degli studi dedicati prevalentemente alla semantica sincronica, che potrebbe
essere definita come

il settore della linguistica che si occupa dello studio del significato delle parole, delle
frasi, dei testi.

3. Che cos il significato?

Se tutti i linguisti sono concordi nel definire la semantica come branco della
linguistica avente come oggetto di studio il significato delle parole/frasi/ testi, in quanto
al significato non c una definizione condivisa da tutti gli studiosi. Il concetto di
significato uno dei pi controversi della teoria del linguaggio (ci sarebbero ben ventitr
definizioni). La riflessione sul significato risale allo stoicismo (300 a. C.) e fu coltivata
nel medioevo. La difficolt di dare una definizione chiara al significato dipende dal fatto
che la nozione di significato si trova allintersezione della relazione tra linguaggio,
pensiero e realt.

2.1. Definizioni del significato

Le definizioni del significato differiscono a seconda dei tipi di approccio


semantico. Proponiamo una breve presentazione degli approcci pi importanti svolti in
questo campo:
A. Un primo gruppo di definizioni di tipo referenziale. Lapproccio referenziale
alla semantica nasce in seguito agli sviluppi della logica agli inizi del Novecento.
Nellambito degli studi logici nasce, soprattutto in area anglosassone, la cosiddetta
filosofia analitica intesa come indagine minuziosa e basata su unimpostazione il pi
possibile oggettiva dei problemi filosofici. Un interesse particolare viene accordato al
linguaggio, in quanto gli studiosi sono convinti che i problemi filosofici vanno affrontati
anzitutto analizzando il linguaggio in cui sono formulati. In particolare si deve a Gottlob
Frege, matematico e fondatore della logica matematica, la cosiddetta svolta linguistica
che segna la nascita della filosofia analitica del linguaggio; oltre al nome di Frege,
capostipite di questo approccio, ricordiamo Bertrand Russel, Rudolf Carnap, Ludwig
Witgenstein, Saul Kripke.

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Lelemento che pi caratterizza le teorie semantiche analitiche il loro
referenzialismo: al centro dellinteresse della semantica filosofica c la relazione che si
instaura tra il linguaggio e il mondo extralinguistico al quale esso si riferisce o che
denota; da qui il nome di semantica referenziale o denotazionale. Nellapproccio
referenziale il significato viene rapportato alla relazione tra il linguaggio e la realt, tra le
espressioni linguistiche e i loro referenti extralinguistici. In questa prospettiva, ad es., il
significato di un nome proprio come Dante Alighieri loggetto particolare del quale esso
il nome (lindividuo Dante Alighieri, quella persona in carne e ossa), mentre il
significato di unespressione come La montagna pi alta del mondo loggetto che essa
descrive, cio lEverest.
B. Altre definizioni fanno riferimento a modelli comportamentali. Secondo
questi approcci (il rappresentante pi importante L. Bloomfield), il significato viene
rapportato alle situazioni in cui si producono dei messaggi e le reazioni che essi
provocano nellascoltatore: il significato di ho fame si deduce dal fatto che
linterlocutore, come risposta, porge una mela, quello di ho sete, dal fatto che
linterlocutore porge un bicchiere dacqua, quello di ha freddo, dal fatto che gli si porge
un maglione, etc.
C. Le definizioni contestuali o operazionali si fondano sulluso: il significato di
una parola coincide con luso che se ne fa in una lingua. quanto afferma il filosofo
austriaco L. Wittgenstein.
D. Le definizioni strutturalistiche riguardano le strutture interne della lingua. I
principi fondamentali dello strutturalismo sono contenuti nel famoso libro Corso di
linguistica generale (Cours de linguistique gnrale). Il libro, appartenente allaltrettanto
famoso linguista, Ferdinand de Saussure, segna lavvio della linguistica teorica moderna
in quanto la semantica trova una dimensione sincronica e una salda base teorica che ne
condizioneranno tutta la successiva evoluzione.
Lassunto centrale della concezione saussuriana e delle teorie semantiche
strutturalistiche che a essa si ispireranno che il significato sia unentit puramente
linguistica, cio qualcosa che non nasce dal rinvio a un elemento esterno al linguaggio
gli oggetti o i concetti ma che si crea allinterno del sistema linguistico. Pertanto il
significato di una parola si pu stabilire solo in rapporto con il significato delle parole di
significato uguale o simile (macchina, veicolo, automobile), di significato opposto
(caldo-freddo, piccolo-grande) e cos via. Fa parte di questo indirizzo di studi anche la
cosiddetta analisi componenziale, con la quale si scompone il significato delle parole: per
es., bambino equivale a [+umano], [-adulto] e [+maschio].

2.2. Tipi di significato

Per descrivere i tipi di informazione che un segno linguistico pu veicolare, i linguisti


adottano varie distinzioni. Innanzi tutto si distingue tra:

2.2.1. Significato denotativo e significato connotativo.

La distinzione introdotta da Frege tra Sinn e Bedeutung per molti versi analoga a
quella del filosofo tedesco Gottfried Wilhelm Leibnitz tra intensione e estensione e a

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quella introdotta dal filosofo inglese John Stuart Mill tra connotazione e denotazione.
Senza entrare nel merito delle molte e complesse questioni che questi concetti portano
con s, si cercher di definire e di illustrare i suddetti termini:
1. Estensione linsieme delle entit cui applicabile unespressione. Per es.,
lestensione della parola gatto data dalla classe delle entit alle quali la parola
applicabile.
2. Intensione linsieme delle propriet che individuano tale entit. Ritornando
allesempio sopraindicato, lintensione della parola gatto costituita dallinsieme
delle propriet essenziali per qualificare unentit come un gatto (ad es, propriet
di essere felino, di essere domestico ecc.) ossia linsieme delle propriet che
definiscono il concetto di gatto.

In gran parte della letteratura filosofica, le distinzioni senso/vs/significato e


estensione/vs/intensione vengono presentate come equivalenti alla distinzione di Mill tra
denotazione e connotazione.

- significato denotativo (detto anche descrittivo, referenziale o cognitivo): si


intende il contenuto che un segno oggettivamente esprime o descrive. Si potrebbe
anche dire il significato neutro, quello in virt del quale quel segno identifica
unentit o un concetto. Per es., la notte lo spazio temporale che va dal tramonto
allalba successiva. La grande maggioranza dei parlanti si trova daccordo
nellindividuare questo significato descrittivo di base.
- Significato connotativo : si intendono i contenuti non oggettivi che un segno pu
trasmettere, linsieme dei valori affettivi e simbolici che pu suscitare o evocare.
Alla stessa parola, notte, possono essere associati valori, impressioni, suggestioni
che variano da persona a persona, quali: paura, solitudine, disagio, ma anche
pensieri romantici.

Esempi:
1. Il significato denotativo della parola madre, definito in un dizionario (genitore
di sesso femminile), mentre il significato connotativo linsieme dei contenuti
emotivi e affettivi che possiamo associare a questa parola.
2. Parole come deserto o oriente indicano, dal punto di vista denotativo, zone che
hanno certe caratteristiche climatiche o geografiche, ma dal punto di vista
connotativo sono associate a suggestioni, immagini o sensazioni che vanno al di
l del loro significato oggettivo.

Il significato connotativo non fisso, ma pu variare sia nel corso del tempo sia da un
individuo allaltro o da un gruppo di parlanti allaltro. La parola gatto pu essere
associata per alcune persone a contenuti connotativi positivi (animale grazioso che
suscita simpatia e tenerezza) e per altre a connotazioni negative (animale infido che
suscita fastidio); e parole come oriente, deserto o come fondamentalista, talebano
avranno un significato connotativo molto diverso a seconda della provenienza geografica
e delle credenze culturali, religiose e politiche del parlante.
Nel significato connotativo si distinguono diversi tipi:

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- significato affettivo, emotivo, evocativo quando il contenuto connotativo riguarda
le sensazioni e le emozioni che la parola pu destare (per es. madre, deserto);
- significato espressivo o stilistico quando il contenuto connotativo marcato
stilisticamente. Nella coppia cavallo/destriero, il secondo vocabolo ha una
connotazione letteraria e poetica che manca nel primo.
Questi due tipi di connotazione spesso si sovrappongono: nella coppia gatto e micio,
lultimo ha sia un valore affettivo (micio connota lanimale in senso positivo e affettuoso)
sia un valore stilistico (micio una parola di uso familiare mentre gatto stilisticamente
neutra).
Esercizio per il seminario.
Osserva, con il dizionario, le denotazioni e le connotazioni delle parole: dicembre,
tredici, rosso, buio, oceano, fiamma, foresta, spazio, tempesta, vertigine, pallido, incubo,
calamita.

2.2.2. Significato linguistico e significato sociale

- significato linguistico: la somma di significato denotativo e connotativi di un


segno;
- significato sociale: il significato che una parola pu assumere in relazione ai
rapporti fra i parlanti allinterno di un gruppo sociale o di unintera societ.

Esempi:
1. Lespressione Buongiorno significa dal punto di vista strettamente
linguistico auguro una buona giornata, ma quando usata, in
uninterazione tra parlanti, come formula di saluto, assume un significato
sociale di tipo riconosco come interlocutore la persona cui mi sto
rivolgendo e manifesto lintenzione di stabilire con essa una forma di
interazione.
2. Il significato linguistico dei pronomi tu e Lei pronome di 2-a persona
singolare e pronome di 3-a persona singolare femminile, mentre il
significato sociale allocutivo che segnala la confidenza e allocutivo
che segnala la deferenza.

2.2.3. Significato letterale e significato non letterale

- significato letterale: il significato linguistico;


- significato non letterale: significati aggiuntivi che una parola pu acquisire in
contesti particolari. Rientrano in questa categoria la metafora, la metonimia, le
espressioni ironiche, le espressioni idiomatiche.
La metafora si verifica quando una parola o unespressione sono usate per esprimere una
sorta di somiglianza o di analogia tra due entit o due concetti. Negli esempi, Ada un
fulmine e Adriano un coniglio, le parole fulmine e coniglio hanno un significato

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metaforico, basato su unanalogia tra certe caratteristiche dei fulmini e dei conigli e certe
caratteristiche degli esseri umani. La lingua comune piena di espressioni metaforiche,
riconosciute come tali dai dizionari. Per es., un dizionario dar per un verbo quale fiutare,
sia unaccezione letterale percepire attraverso lolfatto (Il cane ha fiutato la preda) sia
unaccezione metaforica intuire, capire prontamente (Ho fiutato un imbroglio).
La metonimia un caso di significato non letterale basato sempre sullassunzione di un
significato aggiuntivo ma, a differenza della metafora, in virt di una relazione di
contiguit con lentit o il concetto che designa il senso letterale:
- lautore per lopera: Ho letto Proust;
- contenitore per contenuto: Bere una bottiglia;
- luogo per istituzione: Palazzo Chigi ha rilasciato una dichiarazione.

Nelle espressioni ironiche, il significato letterale della frase opposto a ci che con essa
si vuole intendere. Per es, dire Bella giornata oggi per riferirsi a una giornata piovosa.
Le espressioni idiomatiche sono locuzioni fisse dotate di un significato figurato: vuotare
il sacco rivelare ci che si sa, tirare i remi in barca, smettere unattivit, allacqua di
rose, in modo superficiale.

2.2.4. Significato lessicale e significato grammaticale

una distinzione di natura diversa rispetto a quelle esaminate sopra, perch


non riguarda tipi diversi di significato che una parola pu avere, ma tipi di significato che
individuano classi diverse di parole.
- hanno significato lessicale le parole che esprimono entit o concetti, come i nomi o i
verbi;
- hanno significato grammaticale le parole che esprimono relazioni grammaticali o
indicano funzioni grammaticali, come le congiunzioni o gli articoli. Anche i morfemi
hanno un significato grammaticale: il suffisso ino ha un valore diminutivo e affettivo
(ragazzo ragazzino), mentre il suffisso iamo si riferisce alla prima persona plurale
dellindicativo presente.

3. RAPPORTI SEMANTICI

Il compito principale della semantica individuare i rapporti che intercorrono dal


punto di vista del significato tra le parole di una lingua, o, per usare un termine pi
appropriato, tra i lessemi che formano il lessico di una lingua. I lessemi sono le unit di
base del lessico (come i fonemi lo sono per la fonologia e i morfemi per la morfologia).
La disciplina che si occupa del lessico dal punto di vista semantico chiamata semantica
lessicale e ha tra i suoi obiettivi sia lanalisi semantica dei singoli lessemi (ad es.,
lanalisi delle loro accezioni, nel caso di lessemi polisemici), sia lanalisi dei rapporti
semantici che intercorrono tra lessemi o insiemi di lessemi.
merito della semantica strutturale ad aver intrapreso e sviluppato lanalisi dei rapporti
semantici tra lessemi, mostrando che il lessico non un insieme caotico ma al contrario

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una struttura organizzata secondo diversi tipi di relazioni semantiche. Saussure individua
due tipi di rapporti cui vanno soggette tutte le unit linguistiche:
- i rapporti sintagmatici riguardano due o pi elementi effettivamente presenti in un
atto linguistico concreto (in praesentia). Nella frase Il gatto miagola la parola gatto ha un
rapporto sintagmatico con il e con miagola.
- i rapporti associativi (o paradigmatici, nella terminologia introdotta in seguito da
Hjelmslev) - (in absentia). I rapporti paradigmatici comprendono tre grandi tipi di
relazioni semantiche: le relazioni di sinonimia, che riguardano le somiglianze di
significato (1); le relazioni di opposizione, che si instaurano tra lessemi di significato
contrario (2); le relazioni gerarchiche, che riguardano lessemi di significato pi generale
e pi specifico (3).

3.1. RAPPORTI PARADIGMATICI

3.1.1. SINONIMIA
Le parole legate da un rapporto di somiglianza di significato sono dette SINONIMI. (cio
parole dello stesso nome, dal greco syn insieme e quindi identico e onyma, variante
di onoma, nome).

La sinonimia la relazione che si instaura tra lessemi diversi ma che hanno lo stesso
significato fondamentale. il caso di lessemi che, data la somiglianza di significato ossia
il significato fondamentale comune, possono essere sostituiti luno con laltro:
- verbi: iniziare/cominciare, finire/terminare/cessare/smettere,
uccidere/ammazzare, mettere/porre; inghiottire/ingerire
- nomi: gatto/micio, dono/regalo, padre/pap, cefalea/mal di testa,
pantaloni/calzoni, calo/abbassamento;
- aggettivi: infelice/ triste/ malinconico, ampio/vasto.

Pi esattamente, la sinonimia si definisce in termini di sostituibilit tra lessemi in un certo


contesto e quindi, due parole sono sinonime se hanno esattamente lo stesso senso e
dunque sono intercambiabili in tutti i possibili contesti. Si considerino i seguenti esempi:
Paolo si rotto i pantaloni / i calzoni.
Il mio fratellino ha inghiottito / ingerito tre bottoni.
Il malato ha avuto un calo / un abbassamento di pressione.
In realt, sono pochissimi i lessemi che rispondono al requisito della sostituzione. La
maggior parte degli studiosi nel campo sono concordi nellaffermare che sinonimi veri e
propri non esistono. La cosiddetta sinonimia assoluta o completa o perfetta cos rara
da essere ritenuta pressoch inesistente. Nei pochissimi casi di questo tipo, si tratta
piuttosto di varianti formali come tra/fra, devo/debbo, ecc. In tutti gli altri casi tra i
sinonimi vi sono delle differenze che rendono impossibile il requisito della sostituibilit
perfetta in quanto la perfetta identit di significato tra due o pi parole non esiste. La
lingua non pu permettersi di avere inutili doppioni: quando presenta due parole per
indicare la stessa cosa vuol dire che tra di esse c una sfumatura di significato che le
rende entrambe necessarie. Cos ampio e vasto funzionano spesso come sinonimi,
sostituendosi a vicenda:
Lo spazio a disposizione molto ampio / vasto.

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scoppiato un incendio di vaste / ampie proporzioni.
I due aggettivi, per, non sono sinonimi perfetti: hanno in comune una precisa area di
significato quella di grande -, ma anche un significato di largo che vasto non ha e
quindi non pu essere sostituito ad esso in una frase come: Vorrei una blusa ampia e
comoda.
Allo stesso modo, parole come infelice, triste, mesto, malinconico, scontento, avvilito,
abbattuto, depresso sono molto vicine tra loro per significato e possono essere
considerate dei sinonimi. Se per le analizziamo, scopriamo che tutte hanno un nucleo di
significato comune che ruota intorno allidea di infelicit-, ma ognuna presenta una
sfumatura di significato che la rende diversa dalle altre.
La sinonimia costituisce una buona base per osservare certe variazioni nella lingua:
1. Sinonimi appartenenti a registri diversi della lingua. Spesso due o pi
parole sono sinonime, ma appartengono a registri diversi della lingua. Per
es., insegnante e docente sono sinonimi, ma il primo appartiene al registro
comune, mentre il secondo a un livello pi elevato:

Oggi ho incontrato il tuo insegnante di fisica.


Il Collegio dei docenti si riunir domani in riunione straordinaria.

Talvolta i sinonimi possono appartenere anche a pi di due livelli diversi, come


paura/spaghetto/tema: queste tre parole sono sinonimi, ma spaghetto pu essere usato in
luogo di paura soltanto nel linguaggio familiare o in un contesto scherzoso, mentre tema
sarebbe incomprensibile al di fuori di un contesto letterario.
Rientrano cui anche le coppie di lessemi quali cefalea / mal di testa, eritrocita / globulo
resso, in cui il primo lessema appartiene alla terminologia medica mentre il secondo la
denominazione comune.
Da osservare anche: denaro / soldi / grana, gatto / micio, sciocchezze / cavolate,
ingannare / imbrogliare, mettere in difficolt / inguaiare.

2. Sinonimi eufemistici. In taluni casi lesistenza di sinonimi di diverso


livello linguistico dovuta a motivi eufemistici, cio al bisogno di
esprimere qualcosa in modo meno diretto e meno crudo di quanto non
faccia una parola di uso normale: infatti leufemia (cosa detta bene, dal
greco eu, bene e phem, dire, parlare) una figura retorica che permette
di attenuare lasprezza di unespressione usando appunto una parola al
posto di unaltra. Cos, invece di morire si usano sinonimi eufemistici
come mancare, venir meno, spirare, passare a miglior vita e sim.
Sinonimi eufemistici sono anche quelli che si usano per evitare la brutalit
di parole indicanti gravi difetti fisici (non vedente/cieco) o per nobilitare
mestieri ritenuti umili (netturbino/spazzino/operatore ecologico).
3. Sinonimi appartenenti a momenti diversi della storia della lingua. Alcuni
sinonimi si differenziano perch appartengono a momenti diversi della
storia della lingua. Cos, donzella, giovinetta e ragazza sono sinonimi, ma
donzella e giovinetta sono arcaici e oggi sono usati al posto di ragazza
solo con intenti scherzosi: Dove sono andate le donzelle del vostro

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gruppo?; Oh, che bella giovinetta!. Da osservare anche sorella /
sirocchia, uccello / augello, vedo / veggo.
4. Sinonimi regionalistici o geosinonimi. Molti sinonimi sono dovuti alla
diffusione a livello nazionale di regionalismi o di dialettismi che si sono
fissati nella lingua. il caso di sinonimi come fidanzato / moroso,
strofinaccio / canovaccio / straccio / cencio, trombaio / idraulico ecc.
Alcuni casi interessanti sono anche i seguenti: il settentrionale anguria
usato a Roma (dove presente cocomero) come variante elevata (melone o
mellone sono le forme meridionali); cacio (toscano e meridionale) si
oppone a formaggio, variante settentrionale entrata nello standard;
babbo/pap, di cui il primo tipico del toscano. In questa categoria
rientrano anche i sinonimi che vedono coesistere parole straniere e parole
italiane: relax/riposo, week-end/fine settimana, chque/assegno,
shock/emozione, computer/calcolatore.

La sostituibilit tra lessemi spesso bloccata anche in assenza di motivi


semantici: si dice ammazzare il tempo e non uccidere il tempo, testa di cuoio e non capo
di cuoio. Infine, in molti casi la sinonimia dipende dal contesto; ad esempio, comprare e
prendere non sono necessariamente sinonimi, ma lo diventano in un contesto come Sono
scesa a comprare/prendere il latte; in questultimo caso, la sinonimia pu essere stabilita
solo a posteriori, in base ai contesti nei quali occorrono le due forme.
Alla luce di queste considerazioni, sosteniamo lesistenza non di sinonimia
assoluta o totale, ma di quasi-sinonimia o sinonimia parziale, definita non come identit
semantica, ma come somiglianza semantica tra lessemi che condividono parte del loro
contenuto semantico.

3.1. 2. LE RELAZIONI DI OPPOSIZIONE

Si ha una relazione di opposizione quando il significato di un lessema contrario


a quello di un altro. Nelle seguenti coppie oppositive, presente / assente, partire / restare,
alto / basso, bello / brutto, il primo lessema ha un significato opposto a quello del
secondo lessema. Infatti, se in una frase, sostituiamo uno dei lessemi con laltro,
otteniamo una frase di significato opposto:
Paolo oggi presente. / Paolo oggi assente.
Ho deciso di partire. / Ho deciso di restare.
Vorrei una pianta di alto fusto. / Vorrei una pianta di basso fusto.
Antonio bello. Antonio brutto.

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Anche se tra i significati dei lessemi accoppiati, che abbiamo sottolineato in
corsivo, c una relazione di opposizione, ci sono delle differenze che li
contraddistinguono. Il motivo che allinterno della relazione di opposizione rientrano
alcuni fattori che determinano vari tipi di opposizione semantica: antonimia (1),
complementarit (2) e inversione (3). La distinzione tra antonimia e complementarit
corrisponde a quella tra opposizione graduabile e non graduabile.
1. Due lessemi tra cui c una relazione di opposizione graduabile sono antonimi.
Tali lessemi indicano gli estremi di una scala che prevede anche gradi intermedi:
caldo/freddo, alto/basso, buono/cattivo, giovane/vecchio, ricco/povero, veloce/lento,
lungo/corto. Tra i poli opposti designati dai suddetti lessemi possono esserci gradi
intermedi: altissimo alto medio basso bassissimo. Possiamo dire ad esempio, che
Giovanni pi (meno) alto/buono/giovane/veloce di Mario o abbastanza giovane o n
ricco n povero o altissimo/buonissimo/giovanissimo ecc.
A volte, il grado intermedio lessicalizzato, cio espresso da un lessema
specifico: n caldo n freddo, cio tiepido.
Tali antonimi sono detti incompatibili o totali cio costituiti da parole che si
oppongono in modo tale che non possono essere vere nello stesso tempo, ma possono
essere entrambe false. Ad esempio, la coppia antonimica alto/basso: Giovanni non pu
essere contemporaneamente alto e basso, ma pu benissimo essere n alto n basso;
daltra parte, non alto non significa necessariamente basso. Antonimi
incompatibili sono anche amare e odiare perch non si pu amare e odiare allo stesso
tempo, ma non amare non significa necessariamente odiare e non odiare non
significa necessariamente amare.
2. Sono complementari o contrari propriamente detti i lessemi che sono uno la
negazione dellaltro senza gradazioni, come vivo/morto, maschio/femmina, vero/falso,
aperto/chiuso, celibe/sposato. In questi casi non ci sono terze possibilit o gradi
intermedi: non si pu dire Giovanni pi vivo di Mario o Mario abbastanza morto. I
lessemi complementari dividono unarea concettuale in due sfere che si escludono a
vicenda: il significato delluno implica la negazione del significato dellaltro e, di
conseguenza, non possono sussistere allo stesso tempo. Il rapporto si esprime in termini
di o .o, perci vengono chiamati anche contrari disgiunti.
In termini logici, la differenza tra antonimia e complementarit pu essere
descritta in termini di implicazione:
- nellantonimia, laffermazione di un membro della coppia implica la negazione
dellaltro, ma la negazione delluno non implica laffermazione dellaltro: Il caff caldo
implica Il caff non freddo, ma Il caff non caldo non implica Il caff freddo
(potrebbe essere n caldo n freddo).
- nella complementarit, laffermazione di uno dei membri implica la negazione
dellaltro e viceversa: Ugo vivo implica Ugo non morto e Ugo non vivo implica
Ugo morto. Questa differenza corrisponde alla distinzione stabilita dalla logica classica
tra contrari e contraddittori: unaffermazione il contrario di unaltra se non possono
essere entrambe vere pur potendo essere entrambe false: Il caff caldo e Il caff
freddo; nel caso di affermazioni contraddittorie, una delle due deve essere vera: Ugo
vivo e Ugo morto non possono essere entrambe vere o entrambe false.
3. Linversione si instaura tra lessemi che esprimono la stessa nozione da
prospettive opposte. Le relazioni di inversione sono particolarmente frequenti nelle aree

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del lessico relative ai rapporti di parentela e ai ruoli sociali (padre/madre, marito/moglie,
dottore/paziente), alle relazioni spazio-temporali (sopra/sotto, davanti/dietro,
prima/dopo) o a azioni presentate da punti di vista diversi ma simmetrici (dare/ricevere,
compare/vendere). Oltre alle coppie che esprimono direzioni opposte (su/gi,
avanti/indietro), esistono coppie oppositive esprimenti movimento in direzioni opposte
(andare/venire, salire/scendere, arrivare/partire, entrare/uscire).
Oltre ai rapporti binari (le coppie di lessemi) ci sono anche opposizioni
non binarie, relative a insiemi formati da pi lessemi, come i nomi delle stagioni
(primavera, estate, autunno, inverno) e dei giorni della settimana (luned, marted ecc.).
Tra questi lessemi si stabilisce una relazione di incompatibilit. Oltre a queste
opposizioni cicliche, rientrano in questa categoria le opposizioni seriali, cio ordinate
secondo una scala o una gerarchia (come i numerali uno, due, tre, cento, mille, milione
o come la scala freddo, fresco, tiepido, caldo); in questultimo caso, gli estremi della
scala formano una coppia di antonimi.

Osservazioni
1. Non tutte le parole hanno un antonimo.
Non ammettono un contrario i nomi e gli aggettivi indicanti colore o forma: rosso
non ha un colore opposto (solo in alcuni codici visivi il rosso ha come contrario
il verde, ma ci non succede nel codice linguistico), ma solo colori diversi
(verde, giallo, arancione, blu, ecc. ); allo stesso modo, rettangolare non ha una
forma opposta, anche se, come ovvio, esistono forme diverse (rotondo,
quadrato ecc.). Non ammettono un contrario neanche le parole che indicano
nazionalit, provenienza regionale o credenza religiosa, come italiano, francese,
siciliano, toscano, musulmano ecc. Naturalmente, tutte queste parole possono
essere negate con lavverbio non, ma le forme come non rosso, non quadrato,
non italiano, non cristiano e simili non sono antonimi di rosso, quadrato,
italiano e cristiano. Cos con non rosso ci limitiamo a negare, cio a escludere il
colore rosso, a vantaggio di tutti gli altri colori: Vorrei una stoffa non rossa
significa che vorrei una stoffa verde, gialla, arancione ecc. Con non bello non
intendo negare bello per dire brutto: non bello soltanto unattenuazione di
bello oppure un modo elegante e ironico per far capire che in realt vogliamo dire
proprio brutto.
2. Molti antonimi sono costituiti, come si visto sopra, da due parole diverse. Nella
maggior parte dei casi, per, gli antonimi si formano per derivazione da una parola
cui viene aggiunto un prefisso, (in alcuni casi il prefisso aggiunto un morfema, in
altri, un allomorfo) come a-, an-, de-, dis-, de-, in-, ne-, s-: tipico/atipico,
alcolico/analcolico, onest/disonest, certo/incerto, lecito/illecito, vestire/svestire
ecc.
3. Una parola con pi significati ha pi antonimi. Una parola che presenta pi
significati ha un contrario per ognuno di tali significati. Cos laggettivo acuto ha
quattro tipi di antonimi, secondo i suoi quattro significati:
a. acuminato, appuntito ha come contrario arrotondato;
b. angolo acuto ha come contrario ottuso;
c. lancinante, intenso ha come contrario lieve;
d. perspicace, astuto, sveglio ha come contrario tardo.

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4. Le gradazioni organizzano vaste quantit di parole nel lessico. Possono essere
sottoposte alla gradazione:
QUANTIT : (-) nessuno, uno, qualcuno, parecchi, molti, infiniti (+);
TEMPERATURA: (-) gelido, freddo, tiepido, caldo, bollente (+);
DIMENSIONE: (-) microscopio, piccolo, medio, grande, grandissimo, enorme (+).
Nel gergo educativo italiano una gradazione regolarizzata tra gli aggettivi che
esprimono valutazione sulla prestazione scolastica degli alunni:
QUALITA DELLE PRESTAZIONI: (-) insufficiente, sufficiente, mediocre, buono,
ottimo, eccellente (+).

3.1.3. LA RELAZIONE GERARCHICA DI IPONIMIA/IPERONIMIA

La relazione di iponimia/iperonimia si instaura tra un lessema di


significato pi generale, detto iperonimo o sovraordinato, e uno o pi lessemi di
significato pi specifico, detti iponimi o subordinati; ad esempio, animale iperonimo di
gatto, mucca e cane, mentre tulipano (insieme a rosa, giglio ecc.) iponimo di fiore. Gli
iponimi dello stesso iperonimo, come rosa e giglio rispetto a fiore sono detti co-iponimi.
La relazione di iponimia spesso definita dal punto di vista logico in termini di
inclusione in classi: se X la classe degli animali e Y la classe dei gatti, X include Y
ossia Y iponimo di X. In termini di verit, la relazione di iper-iponimia pu essere
espressa come segue: se vero che Tutti gli animali devono essere protetti vero anche
che Tutte le balene devono essere protette (balena iponimo di animali).
Tuttavia, dal punto di vista semantico, liponimia pu essere definita come implicazione
unilaterale: Y iponimo di X se implica X e non viceversa. Per esempio, lespressione A
un Y implica lespressione A un X (Questo un gatto implica Questo un animale)
ma non viceversa: Tutte le balene essere protette non implica Tutti gli animali devono
essere protetti.
Sia che la definiamo in termini di inclusione in classi, sia che la definiamo come
implicazione unilaterale, liponimia una cosiddetta relazione UN o IS A
(dallinglese Is a): un gatto un animale, una rosa un fiore ecc. inoltre una relazione
transitiva: se Y iponimo di X e X iponimo di Z, allora Y iponimo di Z (se gatto
iponimo di mammifero e mammifero iponimo di animale, gatto iponimo di animale).
Non possibile descrivere lintero lessico tramite ununica struttura gerarchica, poich
non esiste un lessema cos generico da essere iperonimo di tutti gli altri: esistono verbi di
significato molto generico, come fare o essere, ma nessuno di essi superordinato a tutti i
verbi; neppure i genericissimi cosa o roba possono essere ritenuti iperonimi di tutti i
nomi. Tuttavia, liponimia uno dei pi importanti principi di organizzazione lessicale,
ed esistono nel lessico molti sottoinsiemi di lessemi ordinati gerarchicamente.
Un tipo particolare di relazione semantica quella che intercorre tra i nomi delle
parti di un insieme, detti anche meronimi (dal greco mros parte e onoma nome), e
linsieme stesso. Corridoio, anticamera, soggiorno, samera da letto, cucina, tinello,
bagno sono meronimi rispetto ad appartamento. Come liponimia, anche la meronimia
una relazione gerarchica, che risponde per non alla relazione -UN ma alla relazione
PARTE-DI. Nelle coppie dito/mano, braccio/corpo, tastiera/pianoforte, si intende per

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esempio, dito, parte di una mano, braccio, parte del corpo, tastiera, parte del
pianoforte e non il dito la mano o un tipo di mano.

3.1.4. I CAMPI LESSICALI

La nozione di campo lessicale segna svolta cruciale per lo studio del


significato. La teoria del campo lessicale ha alla base lidea saussuriana che il significato
di una parola non definibile in s, ma dipende dallinsieme delle relazioni che essa ha
con le altre unit del sistema, e in particolare dalle relazioni paradigmatiche che
intrattiene con le parole che esprimono delle idee vicine.
La concezione di campo linguistico stata sviluppata dal tedesco Jost
Trier, autore del saggio Il lessico tedesco nellambito dellintelletto. Secondo lo studioso,
i vocaboli che nellantico tedesco si riferiscono al mondo del pensiero (intelligenza,
intelletto, spirito ecc.) costituiscono un insieme unitario, un campo, allinterno del quale
il significato di ciascun vocabolo dipende dai significati dei vocaboli presenti nel campo.
Gli studi successivi dedicati alla teoria del campo semantico partono da
unidea comune: un campo lessicale un insieme di lessemi che coprono una data area
concettuale. Consideriamo il caso pi analizzato di campo lessicale, quello dei nomi di
colore: bianco, nero, rosso, verde ecc. Linsieme di questi lessemi rappresenta il modo in
cui la lingua italiana struttura larea concettuale del colore e ciascuno di essi corrisponde
ad una suddivisione di tale area. Ciascuna sezione pu costituire, a sua volta, unarea
concettuale che viene strutturata in campo da un altro insieme di lessemi. Ad esempio,
larea concettuale coperta da rosso strutturata da lessemi come cremisi, vermiglio,
scarlatto.
Anche gli studiosi che non condividono la tesi della semantica
strutturalista, riconoscono alla teoria del campo il merito di avere dimostrato che il
lessico non una semplice lista o una massa caotica di parole, ma un insieme
organizzato. Allinterno di tali strutture organizzate, il significato delle parole non pu
essere analizzato considerandole singolarmente, ma solo rapportate alla struttura in cui
sono inserite, alla rete delle relazioni semantiche che ciascuna intrattiene con le altre.
Usando una metafora, possiamo considerare il campo semantico un
mosaico in cui ogni parola corrisponde ad un pezzo e linsieme delle parole ricopre tutta
una zona di significato. Pi precisamente, il campo pu essere definito come un
sottosistema lessicale, vale a dire un insieme strutturato di parole che si condizionano a
vicenda e rimandano a uno stesso concetto. Sono imparentate, per esempio, le parole che
fanno riferimento alla timidezza:
schivo, ritroso, timido, timoroso, modesto, discreto, riservato, taciturno, solitario,
introverso, chiuso, impacciato, ombroso, restio, riluttante.

Il campo semantico della bellezza composto, tra gli altri, dai seguenti aggettivi:

bello, grazioso, ameno, carino, piacevole, gradevole, meraviglioso, attraente,


affascinante, incantevole, armonico, aggraziato, elegante.

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I campi semantici sono numerosi e vari. Alcuni sono pi ristretti, nel senso che
contengono un numero relativamente basso di parole e coprono unarea di significato
abbastanza ridotta. il caso degli insiemi di parole che indicano:
le parti del discorso: articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo,
preposizione, congiunzione e interiezione;
le parentele: madre, padre, figlio, fratello, sorella, cugino, zio ecc.;
let: giovane, vecchio, anziano, nuovo, recente, arcaico ecc.;
lattivit in cucina: friggere, bollire, arrostire, stufare ecc.
le figure geometriche piane: triangolo, quadrato, rettangolo, trapezio,
pentagono, esagono, cerchio ecc.
le pietre preziose: rubino, smeraldo, acquamarina, zaffiro, onice, ametista,
diamante, topazio, opale, agata, lapislazzuli, turchese ecc.
gli strumenti musicali a fiato: flauto, oboe, clarinetto, saxofono, armonica,
tromba ecc.
i venti: grecale, libeccio, maestrale, scirocco, tramontana ecc.
i colori (vedi sopra).
Altri, invece, sono vastissimi, perch coprono aree di significato particolarmente ampio.
il caso degli insiemi di parole che indicano:
gli animali;
le piante;
i fiori;
i mezzi di trasporto.

Caratteristiche dei campi semantici

1. Tra i campi semantici ci sono dei rapporti stretti. La fratellanza tra i vari
campi semantici pu essere notata in vari modi. Osserviamo i seguenti casi:
1.a. Ogni campo semantico confina con altri campi semantici che contengono parole
di significato differente ma relative ad aree vicine. Consideriamo il campo semantico
delle parole che indicano le forme geometriche piane: triangolo, quadrato, rettangolo
ecc. Accanto a questo campo si trovano altri campi che indicano altri elementi
geometrici:
- forme geometriche solide: cubo, parallelepipedo, piramide, sfera ecc.
- termini geometrici: linea, punta, retta, altezza, ipotenusa, diametro, raggio,
bisettrice, perpendicolare ecc.
- le unit di misura delle figure geometriche: metro, metro quadrato, metro cubo,
centimetro, decametro ecc.
Al campo semantico che indica gli strumenti musicali a fiato (flauto, oboe, clarinetto,
saxofono, armonica, tromba ecc.) si trovano accanto i campi indicanti:
- gli strumenti musicali a percussione: tamburo, batteria, grancassa ecc.
- gli strumenti musicali ad aria: organo, armonium, fisarmonica ecc.

1.b. Una parola pu appartenere a pi campi semantici. Consideriamo la parola di uso


quotidiano acqua e i vari campi semantici in cui presente:

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Il campo delle parole che indicano elementi naturali per eccellenza: terra,
aria, acqua, fuoco;
Il campo delle parole che indicano liquidi: benzina, sangue, latte, acqua,
brodo;
Il campo delle parole che indicano bevande: acqua, vino, birra, aranciata;
Il campo delle parole che indicano composti chimici naturali: anidride
carbonica, ammoniaca, acqua, sale, carbone.

2. Si pu notare nei precedenti esempi che tra i significati dei lessemi


allinterno di un campo lessicale si possono stabilire vari tipi di rapporti
paradigmatici. Ad esempio, nel campo degli aggettivi di et, vecchio e
anziano sono sinonimi e vecchio e giovane sono antonimi. Nel campo dei
colori, rosso e giallo sono iponimi delliperonimo colore. Un campo
semantico pu essere definito come un insieme di co-iponimi di uno stesso
iperonimo; a questo iperonimo, Coeriu d il nome di arcilessema, termine
con cui intende lunit che corrisponde al contenuto di un intero campo e che
pu o meno essere espressa da un lessema specifico.

3. Non si possono stabilire elenchi definitivi di tutti i campi lessicali di una lingua ed
difficile tracciare confini precisi tra un campo lessicale e laltro perch una stessa
parola pu appartenere a pi di un campo, il che crea delle intersezioni tra campi
diversi; ad esempio, coltello pu far parte sia del campo degli utensili di cucina sia di
quello delle armi, mentre freddo rientra nellaccezione letterale nel campo della
temperatura e nellaccezione metaforica in uno o pi campi relativi ai sentimenti o ai
comportamenti: (Una persona fredda, Un saluto freddo). Secondo gli studiosi (v.
Kittay, ) la metafora pu essere descritta come un trasferimento di lessemi da un
campo semantico allaltro. Con tale trasferimento, vengono trasferite anche le
strutture paradigmatiche esistenti nel campo semantico originario; ad esempio, cos
come caldo e freddo sono antonimi nel campo della temperatura, lo sono anche nel
campo dei sentimenti (Una persona calda/fredda, Unaccoglienza
calorosa/tiepida/fredda).

Campi lessicali e frames

Abbiamo notato sopra che il significato delle parole non deve essere
analizzato in modo atomistico ma in rapporto alla struttura di cui le parole fanno parte.
Questa teoria ereditata dalla semantica strutturale condivisa da molti studiosi nel campo
della semantica compresa quella cognitiva (anche se i suoi assunti sono molto diversi da
quelli strutturalisti). Anche la semantica cognitiva considera che il significato di una
parola rapportato alla struttura in cui essa si inserisce; la differenza che per la
semantica strutturale questa struttura (il campo lessicale) ha una natura linguistica,
mentre per la semantica cognitiva ha una natura concettuale.
Per indicare questo tipo di strutture concettuali gli approcci cognitivisti
hanno proposto varie nozioni: frames (cornice, intelaiatura), script (sceneggiatura),

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schema, scena, scenario, sfondo, modello cognitivo idealizzato, spazio mentale ecc. In
generale, tutte queste nozioni indicano pacchetti di conoscenze che costituiscono,
secondo lipotesi cognitivista, lo sfondo indispensabile per interpretare una parola o un
insieme di parole.
Consideriamo, ad esempio, la parola luned. Nella prospettiva
strutturalista, il suo significato si definisce in base alla relazione puramente
intralinguistica che essa ha con altri lessemi appartenenti al campo lessicale dei giorni
della settimana (marted, mercoled, gioved ecc.) che ha come arcilessema la parola
settimana. Tali lessemi formano un insieme ciclico governato dalla relazione di
incompatibilit. Nella prospettiva cognitivista, invece, per comprendere il significato di
luned occorre fare riferimento a una cornice interpretativa un frame che include una
serie di conoscenze extralinguistiche relative ad esempio alla struttura del nostro
calendario, alla distinzione che c nella nostra societ tra giorni feriali e festivi, al fatto
che luned oltre a segnare linizio della settimana indica il riprendere del lavoro ecc.
Analogamente, il significato di lessemi come comprare, vendere, pagare, costare,
spendere e le relazioni semantiche di sinonimia, opposizione ecc. che intercorrono tra
essi possono essere compresi solo proiettando questi lessemi sullo sfondo dello schema
concettuale al quale si riferiscono, cio il frame evento commerciale che comprende
come elementi basici un venditore, un acquirente, una merce e del denaro. Scenari pi
complessi possono essere necessari per interpretare parole o testi che chiamano in causa
eventi pi articolati, ad esempio levento elezioni: possiamo interpretare la frase
Domenica si vota per le politiche, le scuole riaprono gioved (apparentemente formata da
due informazioni scollegate) solo sullo sfondo di una serie di conoscenze relative a come
si svolgono le elezioni e in particolare al fatto che i seggi elettorali sono collocati nelle
scuole, le quali quindi restano chiuse fino al termine dello spoglio.
In tutti questi casi, la comprensione del significato presuppone il
riferimento a uno schema concettuale che incorpora una serie di conoscenze
convenzionalizzate, fondate sugli stereotipi di una particolare cultura e sul modo in cui i
membri di una comunit organizzano la loro esperienza del mondo. Le espressioni
linguistiche sono interpretate in base a queste conoscenze che sono condivise da tutti i
parlanti appartenenti ad una stessa cultura. Esse formano appunto la cornice rispetto alla
quale le espressioni linguistiche acquistano significato. Rispetto al modello strutturalista
dei campi lessicali, lapproccio cognitivista si basa sullidea che il significato non pu
essere descritto solo in base alle relazioni intralinguistiche tra le parole, ma richiede il
riferimento alle nostre rappresentazioni mentali e alle conoscenze enciclopediche che
esse incorporano.

3.2. RAPPORTI SINTAGMATICI

Le strutture del lessico sono alterate profondamente dallordine alfabetico


in un dizionario che, anzich indicare lo stretto rapporto esistente tra i lessemi, li registra
distanziati. La correlazione tra i lessemi dipende dai legami semantici che uniscono tra
loro i componenti di un enunciato (rapporti sintagmatici) e dai legami semantici che
collegano ciascun componente ai suoi possibili sostituti (rapporti paradigmatici).

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Consideriamo le due dimensioni secondo le quali possono essere analizzati i vari tipi di
rapporti che intercorrono tra i significati dei lessemi:
la dimensione lineare o sintagmatica (dal greco sintagma composizione)
per la quale ogni elemento di una frase in rapporto con gli elementi che lo
precedono e lo seguono.
Tra i quattro elementi della frase,
Mangio una mela matura,
intercorrono dei rapporti per i quali appare opportuno dividere la frase in mangio una
mela matura, piuttosto che in mangio una mela matura oppure mangio una mela
matura. Questi rapporti ci impediscono di formare frasi come *mangio un melo maturo o
*una mangio matura mela. In parole povere, la dimensione sintagmatica si occupa di
come si combinano i vari elementi di una frase. Un altro esempio per indicare la
dimensione sintagmatica potrebbe essere un enunciato come Il ___ emise un forte nitrito.
Un buon conoscitore dellitaliano sapr integrare la parola mancante nellenunciato
incompleto (cio cavallo).
La dimensione associativa o paradigmatica (dal gr. paradeigma esempio,
modello), che riguarda i rapporti che intercorrono tra i significati dei
lessemi. Nellesempio gi citato potremmo immaginare le seguenti
sostituzioni:
Mangio una/ la/ questa mela matura.
Mangio una mela matura/ acerba/ rossa/ gialla ecc.
Mangio/ divoro/ assaporo/ mordo/ inghiotto una mela matura.
Mangio una mela/ ciliegia/ pera/ arancia matura.

Queste sostituzioni fanno capire meglio il rapporto tra i significati dei singoli lessemi:
divoro vuol dire mangio in un modo particolare; matura contraria di acerba; mela,
ciliegia, pera, arancia sono co-iponimi dello stesso iperonimo frutto. In conclusione, se
la dimensione paradigmatica rivela i rapporti di somiglianza o di opposizione tra i
lessemi, la dimensione sintagmatica assicura che la combinazione tra gli elementi sia
realizzata in base alle regole e alle restrizioni di ciascuna lingua.
Per essere disposti sullasse sintagmatico, gli elementi linguistici devono accettare
modificazioni ed assumere una forma determinata. Ad esempio, larticolo determinativo
che precede postino assume la forma fonica /il/, mentre zio preceduto da /lo/. Allo
stesso modo, il verbo essere assume la forma di terza persona singolare, perch il nome
col quale esso si accorda ha quella stessa persona. Questi fatti linguistici mostrano che
lasse sintagmatico non si limita a ricevere elementi linguistici in forma fissa e data una
volta per tutte, ma attivo sugli elementi che entrano in combinazione.
I rapporti sintagmatici si creano tra lessemi compresenti sullasse lineare del discorso. In
unaccezione pi ampia, lespressione rapporti sintagmatici interpretata come la
capacit di una parola di combinarsi con altre parole. Tali rapporti includono tutto ci che
rientra nellambito della sintassi, che appunto il settore della linguistica che studia le
regole tramite le quali le unit lessicali si combinano per formare unit superiori.
per importante tenere distinti il livello sintattico e quello semantico
poich le regole che permettono i due tipi di combinazioni sono di natura diversa. Per
illustrarne la differenza, consideriamo il notissimo esempio di Chomsky:
(1) Idee verdi senza colore dormono con furia.

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(2) Furia con verdi dormono senza idee colore

Notiamo che mentre la frase (2) totalmente sgrammaticata, cio una successione di
parole che non possono combinarsi in questo modo, la frase (1) bizzarra dal punto di
vista semantico, ma grammaticalmente corretta. Viceversa, esistono frasi sensate pur
essendo sintatticamente mal formate, come
(3) Mi hanno rimasto solo (non corretta secondo le norme dellitaliano standard) anzich
(4) Mi hanno lasciato solo.
Questi esempi mostrano che la buona formazione dal punto di vista sintattico non
rappresenta una garanzia per una coerenza semantica e viceversa. Dal punto di vista
semantico, due sono i fenomeni che riguardano le possibilit combinatorie:
- i fenomeni di collocazione;
- i fenomeni di selezione.

3.2.1. Le collocazioni

Le collocazioni sono combinazioni di parole che si trovano regolarmente vicine sullasse


sintagmatico, cio richiamano lun laltro secondo modi prevedibili dal parlante: leccare/
lingua, miagolare/ gatto, abbaiare/ cane, nitrire/ cavallo, biondo/ capelli, rancido/ burro,
camuso/ naso, isoscele/ triangolo. Si tratta cio di cooccorrenze abituali di lessemi che
rientrano nellambito dei rapporti semantici sintagmatici (Lyons).
A differenza di parole come rosso e andare, che possono cooccorrere con moltissime
altre, parole come miagolare o camuso presentano, dato il loro significato, forti
limitazioni alla loro libert di combinarsi con altri lessemi: miagolare pu riferirsi solo a
gatti e camuso solo a nasi. Casi come questi costituiscono gli esempi pi tipici di
collocazione e sono chiamati anche solidariet semantiche o lessicali. Il termine
collocazione usato per indicare molti altri tipi di combinazioni di parole e di espressioni
linguistiche con un certo grado di fissit lessicale o con limiti in quanto alla distribuzione
degli elementi costituenti. I fenomeni che possono rientrare, in base a questa definizione
allargata sono vari. Ne esamineremo alcuni casi particolarmente salienti per la semantica
lessicale:
1. Un primo caso costituito da lessemi che tendono a cooccorrere con pochi altri pur
avendo un significato che non escluderebbe altre combinazioni; ad esempio, laggettivo
madornale, nel senso enorme rientra in combinazione con alcuni lessemi che
significano errore: si dice Un errore madornale / Una svista madornale ma non Una
cultura madornale, mentre si dice Una cultura enorme. In questo caso, il limite alla
distribuzione della parola non dipende dal suo significato, come per camuso, ma da
fattori puramente lessicali. Lesistenza di limiti alla distribuzione di un lessema pu
arrivare al punto che esso compare solo in una certa locuzione e non esiste come lessema
autonomo al di fuori di essa; ad esempio, lasso esiste solo nellespressione lasso di
tempo, e zonzo e ruba occorrono solo nelle locuzioni andare a zonzo e andare a ruba.
2. Un secondo caso costituito da combinazioni i cui componenti possono comparire
liberamente anche in altre espressioni che sono, per, lessicalmente fisse o comunque
molto tipiche o ricorrenti. Seguiamo i seguenti casi:
possiamo dire essere alla disperazione ma non *essere allangoscia
fare paura *fare terrore

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avere male a un piede *avere sofferenza a un piede
Analogamente, avanzare unipotesi e prendere provvedimenti sembrano pi normali di
? proporre unipotesi e ?? decidere provvedimenti.

Molti studiosi riservano il termine collocazione a queste situazioni, cio ai casi in cui,
volendo esprimere un dato concetto e avendo scelto di usare il lessema X, la scelta del
lessema Y da combinare con X non totalmente libera, ma lessicalmente determinata,
cio fissata da convenzioni esistenti nelluso della lingua. Come nel caso di madornale,
anche in questi casi non ci sono motivi strettamente semantici che impongono o che
vietano una certa combinazione di parole, cio non ci sono vere e proprie restrizioni
semantiche alla combinazione dei lessemi; tuttavia una combinazione diversa
produrrebbe unespressione inappropriata. Si dice in tal caso che i lessemi presentano
delle restrizioni di collocazione cio dei limiti combinatori dovuti non a motivi
semantici o sintattici ma alle convenzioni lessicali tipiche di una lingua. La violazione di
tali restrizioni conduce a delle espressioni inappropriate.
3. I fenomeni sopra esaminati si intrecciano con altri tipi di espressioni linguistiche
caratterizzate dallavere un certo grado di fissit lessicale e/o un certo grado di
convenzionalit. un insieme molto variegato di espressioni, che include tra laltro i
lessemi complessi come macchina da scrivere o ferro da stiro, i binomi o i trinomi fissi
(espressioni come sali e tabacchi e aglio, olio e peperoncino in cui lordine delle parole
non pu essere invertito), le espressioni stereotipiche e le frasi fatte (del tipo tragica
scomparsa, efferato delitto), le formule convenzionali di saluto, augurio, scusa,
ringraziamento ecc. (Distinti saluti, Grazie mille), i detti e proverbi (Chi dorme non
piglia pesci, Il tempo denaro), le espressioni idiomatiche (tirare le cuoia). Linsieme di
questi fenomeni forma unarea particolarmente complessa da analizzare.
4. Vi sono anche collocazioni formali, non semantiche in cui laccostamento dei
componenti non ha alcuna base referenziale. Esempi come libro bianco raccolta di
documenti e testimonianze, verde et giovinezza, fondi neri illeciti, terno secco,
pulcesecca pizzico molto serrato dimostrano che la collocazione altra cosa rispetto
allassociazione di idee.

3.2.2. Le restrizioni di selezione

La nozione di restrizione di selezione o restrizioni selettive usata


soprattutto nella linguistica generativa per indicare quali propriet semantiche deve
presentare un lessema per potersi combinare in modo sensato con un altro.
Consideriamo ancora la frase citata sopra Idee verdi senza colore
dormono con furia. Questa frase, pur essendo corretta dal punto di vista sintattico e pur
essendo formata da parole che prese singolarmente hanno un significato, risulta anomala
dal punto di vista semantico. Sono anomale dal punto di vista semantico espressioni come
Questo pomodoro intelligente, La felicit usc dal mercato, Il tavolo apparecchiato
tossiva, La verit metallica, Il quadrato rotondo. In tutti questi casi lanomalia semantica
nasce dallattribuire certe propriet o comportamenti a entit che non li possono avere,
ottenendo come risultato espressioni che non sono tanto false quanto prive di senso:
laggettivo intelligente si pu applicare sensatamente solo a nomi animati, il verbo tossire

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richiede, a sua volta, un nome animato, dunque privo di senso parlare di pomodori
intelligenti e di tavoli che tossiscono.
Il concetto di restrizione di selezione esprime appunto il fatto che ogni
parola impone delle restrizioni al tipo di parole che possono combinarsi con essa (ad
esempio, quella di indicare unentit animata). Quando queste restrizioni combinatorie
vengono violate si ha unespressione semanticamente anomala.
Come le restrizioni di collocazione, anche le restrizioni di selezione
impongono dei limiti alle possibilit combinatorie delle parole. La differenza che le
restrizioni di collocazione sono legate a fattori lessicali pi che semantici, come dimostra
il fatto che possono valere per un lessema ma non per i suoi sinonimi (non possiamo dire
*Una cultura madornale ma possiamo dire Una cultura enorme), mentre le restrizioni di
selezione sono motivate da fattori semantici (sostituendo un lessema con un suo
sinonimo, lanomalia della frase non diminuisce: Unidea verde altrettanto anomala
di Un pensiero verde). Va detto per che anche le restrizioni di selezione non
rappresentano una regola assoluta: la maggior parte delle metafore e delle metonimie
sono casi di violazione delle restrizioni di selezione:
I libri temono lumidit, Il sergente abbaiava gli ordini alla truppa, La vita mi sorride
(metafore) Il Quirinale ha detto che..., Ho letto tutto il Dante (metonimie). Nonostante la
violazione delle regole di selezione, gli esempi sopra citati sono pienamente sensati.

4. Omonimia e polisemia

4.1. Omonimia fenomeno semantico relativo alle parole che presentano la stessa
forma, ma che hanno significati diversi (dal greco homonymos stesso nome). In realt,
negli omonimi, lidentit di forma soltanto apparente. Originariamente, gli omonimi
avevano forme diverse, ma con landar del tempo, i mutamenti fonetici e grafici li hanno
portato ad assumere la stessa forma. Consideriamo i seguenti omonimi:
la lira il tasso

unit monetaria mammifero mustelide


strumento musicale arbusto delle conifere
percentuale di interesse

La parola lira che significa unit monetaria deriva dal latino libra(m), libbra, cosa
del peso di una libbra; invece la lira, strumento musicale, deriva dal greco lyra, lira.
Allo stesso modo la parola tasso, quando indica il mammifero mustelide deriva dal
tardo latino taxone(m), di origine germanica; quando indica larbusto delle conifere
deriva dal latino taxu(m), infine, quando indica la misura percentuale di interesse deriva
dal francese ta(u)x, da tau(x)er, tassare.
Gli omonimi possono essere di due tipi:
Omonimi costituiti da parole che appartengono alla medesima categoria
grammaticale:
il miglio:
unit di misura (nome)
graminacea (nome)

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Il dizionario registra queste parole luna dietro laltra come voci autonome e le
distingue con un numero esponente:
lira1 f 1 unit monetaria di Italia, Turchia, Egitto e altri paesi. 2 est denaro [ETIMOL dal
latino libra(m): libbra, cosa del peso di una libbra]
lira2 f MUS strumento musicale a corde dellantica Grecia [ETIMOL attraverso il latino,
dal greco lyra]
Omonimi costituiti da parole che appartengono a categorie grammaticali
diverse:
fine amo ora

sottile, lamo (nome) (l) ora


delicato (io) amo (nome)
(aggettivo) (verbo) ora
il fine, lo (avverbio)
scopo
(nome)

Il dizionario li registra luno dietro laltro, distinguendoli sia con un numero a


esponente sia con lindicazione della diversa classe grammaticale cui appartengono:
ora1 f 1 unit di misura del tempo pari alla ventiquattresima parte del giorno: ti
aspetto da un~; ()
ora2 avv 1 in questo momento; adesso: ho deciso solo ~ ()
Gli omonimi di queste due categorie sono omonimi totali: essi,
oltre a essere omografi (dalla scrittura identica) in quanto presentano la stessa forma
grafica, sono anche omofoni (dal medesimo suono), in quanto pronunciati allo stesso
modo. Il rischio di confusione provocato da queste somiglianze minimo e pu apparire
solo in frasi brevi e isolate; in genere, il contesto in cui la parola inserita consente di
capire in quale dei suoi significati viene usata. Per esempio, lenunciato interrogativo
Come va il tasso? pu essere inteso solo se rapportato ad un contesto:
- se la domanda viene formulata a un operatore bancario, molto probabile che il
tasso sia il tasso di interesse fruttato da un capitale;
- se le domanda formulata a un giardiniere, il tasso sar con tutta la probabilit
lalbero delle Conifere dalle foglie appuntite di colore verde scuro.
Lampliamento del contesto della frase potrebbe risolvere ogni ambiguit come nei casi
seguenti: Come va il tasso dei Buoni del Tesoro che mi hai consigliato?, Come va il
tasso che hai piantato la primavera scorsa?, Come va il tasso che avete trovato ferito
nel bosco?
Sono considerati omonimi anche le parole che presentano la stessa forma
grafica, ma sono pronunciate in modo diverso:
- perch hanno un diverso accento tonico: ancora / ancora; formica / formica;
tendine / tendine; subito / subito

Il dizionario li registra luno dietro laltro diversificandoli nel lemma, oltre che con un
numero a esponente, con lindicazione del diverso accento:
ancora1 f NAUT pesante arnese di ferro o di acciaio atto a far presa sul fondo, in genere
con due bracci ricurvi (marre) che, legato a una catena o a una gomena, viene gettato in

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acqua da unimbarcazione per ormeggiarla: gettare, dare, affondare la., ancorarsi; essere,
stare sulla., alla., sulle ancore, rimanere fermo, ancorato; levare, salpare la., partire,
andarsene | estens., qualsiasi arnese con analoghe funzioni: a. di un dirigibile
ancora2 avv 1 comunica continuit di uno strato o di unazione nel tempo: ~ al cinema;
c ~ molto da fare. 2 fino ad ora, fino adesso, finora, fin qui: non ha ~ cenato; ()

- perch hanno un diverso accento fonico, cio un accento che distingue le


vocali e ed o in aperte e chiuse: laccetta / egli accetta; la pesca / la pesca;
venti (20) / i venti; la legge / egli legge; la botte / le botte; il volto / volto.
Il dizionario li registra in lemmi distinti segnando su ciascuno di essi il diverso accento
fonico, cio laccento acuto per il suono chiuso e laccento grave per il suono aperto:
volto1 part pass di VOLGERE // agg 1 rivolto: casa ~a a Nord. 2 intenso: il discorso ~
a chiarire la situazione
volto2 m 1 viso, faccia: un bel ~; ha cambiato ~. 2 fig carattere, natura: questo il suo
vero ~
In realt, queste parole, che sono omografe ma non omofone, non sono propriamente
degli omonimi. Esse, inoltre non danno luogo a fraintendimenti riguardo al significato
perch il contesto in cui sono inserite permette di capire cosa vogliono dire anche se non
sono indicati gli accenti che le differenziano:
La nave ha gi levato lancora. / Lingegnere non ancora arrivato.
Come andata la pesca oggi? / Vuoi una pesca o unalbicocca?

4.2. La polisemia

A differenza dellomonimia, la polisemia un fenomeno particolare risultante sia da


fattori diacronici sia dal contenuto linguistico. Fenomeno centrale e onnipresente nella
semantica delle lingue, la polisemia presuppone la coesistenza di pi significati nella
stessa parola. Una sola parola un solo significante pu avere pi di un significato
perci la polisemia attua una notevole economia di vocaboli.
Le parole che hanno pi significati sono dette polisemiche (dal gr polys molto e
semion significato).
Penna Gru Espresso
- formazione cornea della - grande uccello migratore - caff (espresso)
pelle, caratteristica degli - macchina per sollevare e - treno (espresso)
animali; trasportare carichi; - francobollo (espresso)
- strumento per scrivere; - carrello mobile per riprese - lettera (espresso)
- tipo di pasta alimentare in cinematografiche
forma romboidale

La polisemia un fenomeno che riguarda quasi tutte le parole: fanno


eccezione solo alcune parole di significato molto preciso e i termini del linguaggio
scientifico o tecnologico che, per loro natura, devono avere un significato univoco,
definito e costante. In genere, la polisemia va di pari passo con la frequenza: le parole pi
frequenti sono quelle polisemiche.

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La compresenza di pi significati nello stesso significante sono tutti spiegabili in termini
logico-linguistici:
1. Nella maggior parte dei casi, i nuovi significati che si aggiungono ad una parola
sono in stretto rapporto di identit con il significato originario della parola: anche
se indicano cose completamente diverse, i nuovi significati e quello originario
sono collegati tra loro in modo tale che il parlante, al di l dei diversi usi, coglie
lesistenza di un nucleo semantico comune. Cos, nel caso della parola espresso, il
parlante pu capire che la parola indica qualcosa di celere, rapido e pu
quindi decodificarne facilmente il significato in rapporto al contesto: treno
espresso, caff espresso, francobollo espresso, lettera espresso.
2. In altri casi, il nuovo significato o i nuovi significati sono la conseguenza di
particolari associazioni mentali di tipo analogico: il parlante tende ad associare
significati nuovi, per lo pi di tipo figurato, al significato di base della parola. il
caso di verbi come fiorire, che, oltre a indicare lo sbocciare dei fiori, pu essere
usato in senso metaforico, nel significato di ottenere grandi risultati: Nel
rinascimento fiorirono le arti. Ed anche il caso di nomi propri che, per
antonomasia, possono essere usati in luogo di un nome comune con un significato
nuovo anche se connesso con quello originale. Cos, nella frase Quel signore
un grande mecenate, il nome mecenate indica una persona che protegge e aiuta
gli artisti, proprio come Mecenate, lamico dellimperatore Augusto che protesse i
poeti Virgilio e Orazio.
3. Spesso, infine, i diversi significati di una stessa parola sono dovuti al diverso
ambito duso, cio al particolare campo scientifico, tecnologico, artistico e
professionale, in cui sono utilizzati. Ad esempio, la parola divisione, pur
nellidentit della forma e dellorigine storica pu essere incontrata nei seguenti
campi:
- campo matematico: Per domani risolvete le seguenti divisioni;
- campo militare: Due nostre divisioni sono pronte a partire per il fronte;
- campo amministrativo: Suo padre capo di una rete delle tre divisioni del
Ministero;
- campo sportivo: La squadra della nostra citt milita in seconda divisione.

Il fatto che una parola possa avere pi significati comporta lambiguit della parola stessa
e, quindi, non poche difficolt di individuazione e decifrazione del significato esatto. Ad
esempio, una frase come:
Loperazione riuscita perfettamente
pu risultare incomprensibile e ambigua, data la polisemia della parola operazione. Come
significato base ha quello di azione che si compie per ottenere uno scopo , ma poi,
secondo gli ambiti duso, pu indicare:
- un intervento chirurgico (nel linguaggio medico);
- una serie di azioni militari o poliziesche (nel linguaggio militare);
- un procedimento di calcolo (nel linguaggio matematico);
- linsieme delle procedure necessarie per acquistare o vendere un bene (nel
linguaggio economico).

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Tuttavia, nella realt della comunicazione, il contesto, cio la situazione in cui la parola
viene usata, o le stesse parole che la circondano, ci permettono di capire con quale
significato essa usata:
Loperazione riuscita perfettamente: il paziente potr lasciare lospedale entro pochi
giorni.
Loperazione riuscita perfettamente: i banditi sono stati arrestati.
Loperazione riuscita perfettamente: il risultato del problema 423.
Loperazione riuscita perfettamente: ha, per, comportato un notevole investimento di
capitali.
In caso di dubbio, bisogna controllare il dizionario che,sotto ogni voce registra le varie
accezioni di una parola, cio i vari significati che una parola pu avere, da quello comune
a quelli meno comuni, da quello generale a quelli pi specialistici. Inoltre, indica lambito
duso di ogni significato, precisa cio il particolare campo o la particolare disciplina in
cui sono stati usati e li illustra uno per uno con opportuni esempi, volti a far capire cosa
vogliono dire precisamente.
La distinzione tra polisemia e omonimia pone qualche problema. In genere, vengono
considerati omonimi i lessemi: 1. che hanno diversa etimologia (lama del coltello / lama
animale). 2. che hanno diversa categoria grammaticale (v. sopra: la legge / egli legge,
ecc); 3. che, pur avendo la stessa origine, hanno significati molto diversi (vita il vivere /
vita parte del corpo sopra i fianchi).
Nella polisemia rientrano i significati tra loro lontani, come risulta da alcuni esempi della
terminologia automobilistica: candela (di cera / candela (dellauto); cf freccia.La
differenziazione ottenuta spesso mediante laggiunta di un determinante: albero di
trasmissione, albero a camme o mediante la suffissazione (carrozza / carrozzeria).

5. Lanalisi componenziale

Con lanalisi componenziale o lanalisi in tratti semantici il significato


viene analizzato per scomposizione in unit pi piccole chiamate componenti o tratti
semantici o, secondo il termine introdotto da Coeriu, semi. Tale analisi viene chiamata
perci anche analisi semica.
Anche se il metodo componenziale risale indietro nella storia della
filosofia, nella linguistica moderna lanalisi componenziale stata sviluppata dallo
strutturalismo europeo; oltre al nome di L. Hjelmslev (1899-1965), il pi importante
sostenitore di questo metodo, citiamo quelli di A.J. Greimas (1917-1992), Eugen Coeriu
(1921-2002), Bernard Pottier. Negli Stati Uniti, lanalisi componenziale fu utilizzata
inizialmente dagli antropologi per descrivere il lessico della parentela in lingue diverse, e
solo in seguito stata ripresa in ambito linguistico come metodo generale di analisi
semantica sia da studiosi che si rifacevano allo strutturalismo (Uriel Weinreich), sia da
generativisti (J.J. Katz e J. Fodor).
Gran parte dei lavori degli studiosi citati sopra si colloca tra gli anni
sessanta e settanta, che hanno costituito il periodo di maggior fortuna di questo metodo.
Oggi, lanalisi componenziale, bench presenti molti limiti e sia stata sottoposta a varie
critiche, un importante punto di riferimento per lanalisi semantica. Seguiremo in
seguito alcuni esempi di applicazione dellanalisi componenziale (1) e certe obiezioni che
sono state mosse a questo metodo (2).

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(1) Applicazioni allanalisi componenziale

Lanalisi componenziale si basa sugli stessi meccanismi che stanno alla


base dellanalisi dei fonemi: cos come ciascun suono pu essere scomposto in tratti
fonetici (per esempio, il suono /b/ analizzato come una combinazione di tratti
[occlusivo], [bilabiale], [sonoro]) che lo contraddistinguono da ogni altro, analogamente
il significato di ciascuna parola pu essere descritto come una combinazione di tratti
semantici. La presenza o lassenza di tali tratti consente di descrivere il contenuto di una
parola e le differenze semantiche tra la stessa parola e le altre. Consideriamo, ad esempio,
i lessemi uomo, donna, bambino, bambina. Lanalisi semica o fatta in base ai tratti
semantici permette di capire cosa hanno in comune e cosa differenzia questi lessemi:

[UMANO] [ADULTO] [MASCHIO]


uomo + + +
donna + + -
bambino + - +
bambina + - -

La disposizione semica soprascritta pu essere interpretata come segue: i


lessemi uomo e donna si differenziano per la presenza/assenza del tratto MASCHIO, cos
come bambino e bambina, i quali, a loro volta si distinguono dai precedenti per lassenza
del tratto ADULTO; tutti e quattro i lessemi presentano inoltre il tratto UMANO, che
emerge se li confrontiamo ad esempio con lessemi come gatto o cavallo.

Ognuna delle propriet scritte in maiuscoletto (per convenzione i tratti semantici si


scrivono cos) costituisce, secondo lapproccio componenziale, un pezzo di significato
che, combinato con altri, consente di descrivere il significato dei lessemi considerati.
Ciascuno pu essere rappresentato come un fascio di tratti necessari e sufficienti a
descriverne il significato: il significato di uomo sar descritto da [+UMANO, +ADULTO,
+MASCHIO], quello di bambina da [+UMANO, -ADULTO, -MASCHIO] ecc.
Lanalisi componenziale assume quindi che il significato di ciascun lessema sia
analizzabile in pezzi pi elementari, alcuni dei quali intervengono nel significato di pi
lessemi. Ovviamente, lanalisi sar tanto pi efficace ed economica se si riuscir a
descrivere con un numero ristretto di tratti il significato di un ampio numero di lessemi.
In un noto esempio di Hjelsmlev, i dodici lessemi uomo, donna, pecora, maiale, scrofa,
toro, vacca, stallone, giumenta, fuco, pecchia possono essere descritti con un inventario
di tratti che include da un lato i tratti MASCHIO e FEMMINA e dallaltro i tratti
UMANO, OVINO, BOVINO, EQUINO, APE.
Estendendo lanalisi a insiemi sempre pi ampi di lessemi si possono descrivere interi
campi lessicali o addirittura lintero lessico. Un esempio classico di una siffatta
applicazione fornito da Pottier per il campo dei sedili; il significato di sedia, poltrona,
divano, sgabello, pouf pu essere descritto in termini componenziali secondo lo schema
seguente:

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[SCHIENALE] [BRACCIOLI] [UN POSTO] [SOFFICE] [4 GAMBE]
sedia + - + - +
poltrona + + + + +
divano + + - + +
sgabello - - + - -
pouf - - + + -

Un altro noto esempio di applicazione del metodo componenziale


lanalisi fornita da Katz e Fodor per il significato della parola bachelor, che ha quattro
accezioni: giovane cavaliere, scapolo, baccelliere, giovane foca maschio.
Nellanalisi di Katz e Fodor tratti come UMANO, ANIMALE, GIOVANE, ADULTO
sono chiamati marcatori e rappresentano la parte di significato che un lessema ha in
comune con molti altri. Tratti come questi consentono, secondo Katz e Fodor, di mostrare
le relazioni semantiche sistematiche che esistono tra unit lessicali. Invece i tratti che
nello schema compaiono tra parentesi quadre, come [PRESTA SERVIZIO SOTTO
LINSEGNA DI UN ALTRO], sono chiamati differenziatori ed esprimono una parte di
significato che specifica di quel lessema e non si ritrova in altri. Questa distinzione tra
marcatori e differenziatori simile a quella introdotta da Coeriu tra classemi e semi: i
classemi sono tratti semantici generali, come ANIMATO/INANIMATO,
MASCHIO/FEMMINA, che si ritrovano in lessemi appartenenti a vari campi lessicali,
mentre i semi sono tratti distintivi che operano allinterno di un singolo campo, come
BRACCIOLI per il campo dei sedili.
Il metodo componenziale pu essere applicato ad altre classi di parole. Ad esempio, per il
verbo uccidere stata proposta unanalisi lineare del tipo

uccidere = ([CAUSARE] ([DIVENTARE] ([NON VIVO])))


dove le parentesi tonde indicano che i tratti seguono una struttura gerarchica. Infatti, a
differenza dei casi visti in precedenza, in cui i significati possono essere descritti in vari
modi (per esempio, il sto di uomo pu essere descritto sia [+UMANO, +MASCHIO,
+ADULTO) sia [+ADULTO, +UMANO, +MASCHIO], per i verbi i tratti sono combinati
secondo un ordine che non pu essere variato: nel caso di
uccidere = ([CAUSARE] ([DIVENTARE] ([NON VIVO])))
che corrisponde alla lettura causare di diventare non vivo non possiamo cambiare
lordine *[NON VIVO, CAUSARE, DIVENTARE]. In questi casi, lanalisi del lessema
comporta individuare sia i tratti che lo compongono sia lordine in cui si combinano.

(2) I limiti dellanalisi componenziale

La concezione strumentale dei tratti lessemi ha alla base lidea che, per
il loro significato generico, possono funzionare da descrittori di tutti i lessemi di cui sono
iperonimi. Il loro ruolo sarebbe simile a quello che hanno nei dizionari parole come atto,
qualit, persona, oggetto, strumento, sostanza ecc., che formano il sottovocabolario usato
per definire i lessemi registrati (ad esempio, flagellamento atto del flagellare,
immoralit qualit di ci che immorale, narratore persona che narra, coltello
strumento per tagliare) e che poi sono, a loro volta, oggetto di definizione. Il limite di

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questa prospettiva sta nel fatto che lanalisi ha una natura circolare (perch i tratti
definitori sono anchessi oggetto di definizione) e non ha nessun potere esplicativo dei
significati.
Un altro limite della concezione componenziale legato al fatto che le
semantiche componenziali tengono conto solo delle informazioni di tipo linguistico
dizionariale, mentre quelle di tipo extralinguistico-enciclopedico ne restano escluse. Cio,
solo delle conoscenze dizionariali pensabile fornire un elenco finito, mentre le
conoscenze enciclopediche - che includono virtualmente ogni informazione attinente al
significato di una parola sono infinite e dunque non rappresentabili (una definizione
enciclopedica di uomo, ad esempio, dovrebbe includere tutto ci che sappiamo sulla razza
umana dalla preistoria ad oggi, tutte le conoscenze anatomiche, psicologiche,
sociologiche sugli esseri umani ecc.).
Un altro limite dellanalisi componenziale legato alla difficolt di
descrivere in termini di tratti i significati connotativi (cf. la differenza tra nubile e zitella)
e soprattutto di descrivere in termini componenziali gli usi estensivi delle parole, nei
quali uno o pi tratti possono risultare annullati. Ad esempio, il significato di ragazza
include il tratto [-ADULTO] (che lo distingue da quello di donna), ma in frasi come Ho
parlato con le ragazze della segreteria la parola ragazza pu significare donna senza
presupporre che le donne in questione non siano adulte. Questo problema riguarda
soprattutto le estensioni metaforiche, la cui descrizione risulta molto difficile nellambito
di unanalisi componenziale: in una metafora come Quel ragazzo un leone, il tratto
[+UMANO] di ragazzo incongruente con il tratto [-UMANO] di leone, creando
unanomalia semantica.

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