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Il rumore sordo della battaglia

di materialiresistenti (13/12/2005 - 19:55)

Parla Judith Revel, curatrice del primo volume dell'Archivio Foucault (Feltrinelli): "Per Foucault oggi
lunica politica possibile una ontologia. Questo non significa smettere di fare militanza, ma significa che
la militanza ci che produce essere ed lunica cosa che d la possibilit di lavorare il potere dallinterno e
di conquistarsi spazi di libert. Questo significa da una parte uscire dalla prospettiva della liberazione, ma
anche di produrre essere e di affermare la libert"

Silenzio, ascolta, attorno a noi c il rumore sordo e prolungato di una battaglia che sostituisce la severa
musica dell'analisi teorica. Cos Michel Foucault concludeva bruscamente Sorvegliare e punire, il suo
volume sullistituzione carceraria, una delle regioni nascoste del nostro sistema sociale, una delle caselle
nere della nostra vita. La battaglia annunciata nel 1975 sarebbe proseguita per tutta la fine del decennio in
cui il filosofo francese avrebbe condotto in silenzio uno smisurato lavoro di ricerca durante i suoi corsi al
Collge de France.
La contemporanea uscita de La nascita della biopolitica (tradotto da Valerio Marchetti) e di Sicurezza,
territorio e popolazione (tradotto da Paolo Napoli) per Feltrinelli restituisce oggi anche al pubblico italiano
quel rumore che in tutti gli anni Settanta scorreva sottotraccia. Tra il 1975 e il 1983, lanno di pubblicazione
in Francia della Volont di sapere e della Storia della sessualit, Foucault avrebbe infatti continuato a
lavorare, ma senza pubblicare nulla, maturando la convinzione della necessit di spostare lanalisi dai
poteri alla soggettivit in quanto produzione di s. Un silenzio che non era dovuto ad una improvvisa crisi
teorica, ma ad una ridefinizione radicale dei paradigmi della ricerca fino ad allora adottati. In questi corsi
Foucault capisce che fino a quel momento si era occupato solo dei poteri e non aveva invece descritto che
cosa si produce dentro i poteri.
Dal momento di questa presa di coscienza queste due analisi non andranno pi luna senza laltra. Quella
frase stata molto commentata ma credo sia stata in realt poco compresa commenta Judith Revel E il
rumore di fondo dei poteri disciplinari ed esiste nel quadro di una analitica del potere che arriva alla
conclusione che non esiste un fuori dal potere. In Nascita della biopolitica e in Sicurezza, territorio e
popolazione per la prima volta Foucault mette in causa questa sua affermazione e pone la possibilit che
esista un fuori dalla griglia predisposta dai poteri disciplinari alla soggettivit. Uno spazio, direi un limite,
che pur sempre dentro la griglia, ma che anche fuori di essa. Unaltra cosa molto importante in questi
corsi lannuncio del progetto della Storia della sessualit e della volont di sapere e, paradossalmente, il
suo abbandono immediato. Foucault si accorto che, da una parte, la sua analisi considera loggetto-
sessualit solo in termini negativi e, dallaltra, constata limpossibilit di proseguire questa ricerca. Per
Judith Revel questi due corsi hanno una grande importanza perch in essi Foucault passa alla
problematizzazione del tema della governamentalit, cio dellimpossibilit di definire un fuori e quindi
della necessit di pensare il processo di soggettivazione dentro un rapporto di potere.
In Francia questi due corsi hanno suscitato un grande interesse, ma anche qualche polemica. Tra gli
interpreti liberali di Foucault, infatti, e ce ne sono parecchi tra chi nella Confindustria francese studia la
gestione attuariale in economia, il suo discorso sulla biopolitica viene usato strumentalmente come
unapologia del liberalismo. Foucault insomma che canta le lodi delle libert individuali dellindividuo.
Unaltra interpretazione sostiene invece che se gli anni Settanta sono stati anche per Foucault anni di
militanza politica, questo impegno termina non a caso tra il 78 e il 79, quando inizia a occuparsi di etica, di
estetica, cio un ripiegamento su una dimensione individuale e quindi un fallimento della sua attivit
politica. Per Judith Revel nessuna di queste interpretazioni vera.
Come si inserisce in questo quadro il tema della biopolitica?
Foucault inizia a parlare di biopolitica qualche mese prima della pubblicazione di Sorvegliare e punire
durante una conferenza tenuta nel 1974 a Rio de Janeiro. Se si legge accuratamente Sorvegliare e punire, il
capitolo sui corpi docili dove analizza lospedale marittimo e lavora sul concetto della rgle du
remplacement fonctionelle cio sulla redistribuzione spaziale e politica della produttivit del corpo sociale
da cui deriva lidea della serializzazione di questi individui che sono stati separati dai loro legami
tradizionali e ridisposti allinterno di nuove relazioni produttive. Il potere che compie questa operazione,
dice Foucault, un potere sulla vita che mira cio a catturare la forza della vita in ogni soggetto. Qui non
viene ancora usata la parola biopotere, ma evidente che questo potere sulla vita viene usato nello
stesso senso. In questo momento biopolitica e biopotere sono sinonimi.
Che cos il liberalismo per Foucault?
Ci sono almeno due definizioni. La prima economica: il liberalismo segna il passaggio dalla produzione
manifatturiera alla produzione seriale. Per questa definizione Foucault stato molto criticato dagli
economisti per i quali non chiaro che cosa Foucault intenda per liberalismo, se quello francese, oppure
quello inglese. Se si riferisca al Settecento o allOttocento. C poi chi gli rimprovera che la produzione
manifatturiera sia gi una produzione di serie e che non molto chiaro in cosa consista il passaggio di cui
parla. Ma tutto questo importa poco. Foucault utilizza questi argomenti in maniera strumentale. E ovvio
che dal punto di vista economico questo passaggio non avviene in modo cos semplice, ma quello di
Foucault un metodo genealogico che mira a dire qualcosa sul presente non a ricostruire correttamente il
passato. Per Foucault si tratta di usare il passato per comprendere il presente e se lapparato critico non
efficace a sufficienza a Foucault non importa nulla.
E la seconda definizione di liberalismo?
Foucault definisce una doppia strategia dei rapporti di potere che passa da una parte attraverso
lindividualizzazione che lui definisce il governo degli individui e dallaltra una serializzazione che
Foucault chiama il governo delle popolazioni, linsieme cio degli individui raccolti dal potere attorno ad
una regola che non pi semplicemente giuridica ma che viene costruita a partire da uno pseudo-
fondamento naturale: le donne, gli uomini, i proletari ecc. il secondo senso di liberalismo politico ed
sinonimo di un disimpegno dalla societ dello Stato.
Cio il significato dominante che il liberalismo ha ancora oggi, quello dello Stato minimo?
S, e cio massimalizzare gli effetti del governo e per ridurre allo stesso tempo i costi del governo con
lidea che sempre meglio governare di meno. In questa analisi Foucault affronta il liberalismo tedesco, e
qui lapparato critico molto buono e lanalisi storica molto ben trattata, in cui analizza quello che in
Francia si chiama governo di polizia e che in Germania si chiama polizeiwissenschaft. E poi c anche un
terzo significato di liberalismo.
Quale?
E probabilmente quello pi interessante anche se pi allusivo. Dentro il liberalismo c la libert.
Paradossalmente la grande scoperta dei rapporti di potere a cavallo tra il Settecento e lOttocento che,
con il passaggio alla produzione industriale e con la necessit di sussumere la potenza dei corpi della forza
lavoro, i rapporti di potere hanno bisogno di nutrirsi della libert degli uomini. Su questo punto lanalisi di
Foucault formidabile: il potere si nutre di libert quando i rapporti di potere sono dispiegati pienamente.
Foucault dice che esiste qualcosa dentro il potere che ha bisogno del contrario del potere. Vale a dire la
libert. Quindi il potere ha bisogno di una sorta di faccia a faccia oppositivo con il suo contrario, la libert.
In Sorvegliare e Punire Foucault sosteneva che non esiste una libert fuori dal potere, la libert e il potere
sono ormai inseparabili perch il potere ha cancellato qualsiasi cosa fuori da s.
Nei corsi del 78 e del 79 Foucault cambia invece idea?
Questo avviene perch ha scoperto che la tecnologia del potere ha sempre bisogno della libert degli
uomini, cio del suo proprio limite e questo gli permette di ridefinire ci che pu essere una resistenza
contro il biopotere, cio una riaffermazione della potenza della vita contro i poteri su di essa. Dalla fine del
78 e linizio del 79, i termini di biopotere e di biopolitica si scindono definitivamente. E la biopolitica non
pi sinonimo di biopotere.
Un altro termine ricorrente in questi corsi quello di governamentalit. In cosa consiste?
Questo concetto anchesso duplice: c un governo degli altri, cio il biopotere, e c il governo di s. C
una tecnologia di governo sugli altri e c una tecnologia di governo su se stessi. Come nellanalitica del
potere anche qui c uno sdoppiamento tra due nozioni di governo che non possono essere separabili, ma
sono sempre distinte. Per questa ragione cos come non pi pensabile unanalitica del potere senza
unanalitica della soggettivit, non nemmeno pensabile un governo di s senza un governo degli altri. Gli
ultimi corsi che vengono immediatamente dopo Nascita della biopolitica e Sicurezza, territorio e
popolazione sono ispirati a questa stessa duplicit. Questo significa che in Foucault emerge finalmente
laltra parte della politica che quella della soggettivit che Foucault chiama etica ma che in realt
quello spazio di problematizzazione, di creazione di strategie, in cui gli uomini storicamente si conoscono
come soggetti.
Che significato ha questo ethos?
Per lui ci sono diversi tipi di ethos, quello della sessualit, ad esempio, che vengono sempre determinati
dalle condizioni storiche. Ogni epoca, e quindi anche noi, si domanda qual il proprio ehos, dove
possibile costruire la nostra liberta nonostante siamo sempre dentro i rapporti di potere. Nei due corsi di
cui parliamo questa la domanda ricorrente: qual oggi il nostro ethos? Come possiamo costruire quello
che siamo oggi rispetto a quello che eravamo ieri? Come possiamo istituire la differenza tra il nostro oggi e
il nostro ieri? In altre parole: dove, e in che modo, nasce la nostra soggettivit? Questa la domanda sulla
singolarit di un soggetto, ma Foucault parla sempre di un soggetto inserito in un tessuto di relazioni
produttive, linguistiche che lo legano agli altri. La singolarit non mai totalmente sola, sempre dentro
una relazione, dentro un tessuto comune.
Contrariamente a quanto si crede, per lei la biopolitica un elemento centrale in questi
corsi?
E assolutamente fondamentale. Se non si vuole fare di Foucault un autore la cui opera divisa in tre parti,
che corrispondono grosso modo a tre decenni diversi, strutturalistico, linguistico e etico ad esempio, la
biopolitica ci che permette di capire il passaggio tra letica e la politica e lestetica del s. In Foucault
esistono certamente delle forti discontinuit tali che non si pu certo parlare di unitariet dellopera, ma
credo che lui incarni quella necessit filosofica che lo spinge ad essere sempre altrove rispetto a quello che
gli altri pensano che si trovi.
Cosa pensa del dibattito italiano sulla biopolitica?
Quelli di Giorgio Agamben e di Roberto Esposito sono lavori estremamente interessanti. Hanno avuto il
pregio di mettere al centro del dibattito filosofico-politico il concetto di bios, anche se in versioni differenti.
Si tratta di capire come il bios possa avviare una costruzione singolare del s e come invece costituisca il
comune che Esposito chiama comunit e che in Agamben non esiste. Su Esposito io ho limpressione che la
sua lettura di Foucault sia problematica perch la sua definizione del bios ispirata ad una serie di
metafore biologiche, come limmunizzazione, che sono estremamente seducenti ma che riducono la portata
politica di Foucault ad un fondamento naturale. Questo riferimento ad una naturalit della comunit
umana in Foucault un fenomeno storico. Foucault dice che ci vuole qualcosaltro per governare gli
individui perch questa naturalit non funzione bene. C bisogno dunque di nuove tecnologie di potere
che non sono pi quelle create dal potere disciplinare, ma di una pi larga e vasta ortopedia sociale che usa
un altro tipo di regola che non pi la regola giuridica o sovrana, ma la regola naturale. Questa
linvenzione di una nuova tecnologia di potere, uninvenzione politica per cui i riferimenti ad una
naturalit dei tratti umani, che ricorrono anche in questi corsi, anchessa una strategia politica. Mi
sembra essenziale perch Foucault entra nel dibattito politico oggi nel momento in cui il riferimento alla
naturalit che fa ad esempio il cognitivismo, ma anche la filosofia politica, per arrivare a Habermas,
sempre pi pressante. Qual il discorso storico, direbbe Foucault, che fa riemergere in tutti i discorsi
questo fondo naturale? In Esposito questo fondo naturale si afferma attraverso la metaforizzazione del
bios. Unaltra cosa che non mi convince che lidea di comunit in Esposito viene sempre definita a partire
da unidea privativa. Esposito lo afferma chiaramente e rivendica la storia intellettuale che c dietro questa
affermazione, cio Georges Bataille. Io credo che per lui il comune si ottiene attraverso la sottrazione o
eliminazione delle qualit singolari tolte le quali rimane un fondo comune che appartiene a tutti perch
non appartiene a nessuno. Ora, direbbe Foucault, come si fa a pensare un comune che invece
unaffermazione positiva? Che non procede per sottrazione, ma per integrazione? Per creazione? Il comune
il comune delle singolarit in quanto singolarit anchesso. E tuttavia il comune sempre possibile. Non
la voglio fare troppo lunga, ma credo che in Esposito la cosa appassionante sia che le sue analisi sono legate
al pensiero francese del primo novecento, e in particolare a Bataille, ma in realt non si pu fare a meno di
pensare che la figura che ricorre dietro le quinte sia quella del cittadino moderno. E che cos il cittadino?
Colui che ha il diritto di essere se stesso nella misura in cui uguale ad un altro. La sua una sorta di
uguaglianza orizzontale. Per Foucault il cittadino la persona che accettando di lasciare i suoi tratti
personale entra nella relazione di potere e in cambio ottiene lidentit di cittadino. Esposito definisce la
comunit come linsieme degli individui che hanno accettato di essere uguali per sottrazione, cio
rinunciando alle qualit singolari. Questa desingolarizzazione quello che avviene nello stesso processo
lavorativo descritto da Marx. Questo mi lascia un po perplessa.
E in Agamben?
In Agamben ho sempre avuto limpressione, pu darsi che mi sbaglio, che da Homo Sacer in poi il
riferimento, non a Bataille, ma a Heidegger sia essenziale. Il suo incrocio tra una prospettiva heideggeriana
e una foucaultiana arriva a un vicolo cieco. Certo, c la differenza tra bios e zo, c almeno in partenza la
separazione tra la vita politica e la vita naturale, ma questo presuppone che esista una vita naturale. E chi
lha detto che esiste? Chi ha detto che non sia anchessa uninvenzione del potere? Ma a parte questo
Agamben dice di volere lavorare sul bios, cio sulla costruzione politica della vita, e tutto il resto della sua
analisi non fa altro che accennare alla naturalit, il che un paradosso. Le polemiche che sono scoppiate in
Francia sulla sua interpretazione dei campi come lesito estremo del liberalismo a me sembrano totalmente
irrilevanti. Non perch si usano i campi in questo modo che si desacralizza la Shoah. E preoccupante
lidea che il bios sia ci che rimane una volta che si eliminato tutto quello che fa un individuo. Anche qui
siamo di fronte a unidea privativa dellessere. La sua idea della vita ci che rimane una volta che ha
sottratto alluomo tutte le sue qualit singolari. Se la nuda vita questo non si sa bene quello che rimane
alla fine del processo di distruzione operato dal potere. A parte il corpo, ma il corpo non abbastanza per
fare una biopolitica e affermare una potenza di vita. Questa potenza non fisiologica, una potenza piena
di azioni, di affetti.
Vuole dire che in questo caso la biopolitica rimane ancora un sinonimo di biopotere?
S certo. Io penso invece che la biopolitica sia sempre affermativa. Ho riletto recentemente La comunit
che viene, questo libro che Giorgio Agamben ha scritto agli inizi degli anni Novanta, e credo sia un libro
formidabile perch apriva delle tracce di ricerca straordinarie. Ma anche l la definizione del comune
avviene sempre attraverso la deprivazione di qualit. Ho limpressione che il comune non si ottiene per
sottrazione, ma per integrazione successive di qualit. Non togliere i predicati, ma aggiungere una infinit
di predicati. Il comune la serie infinita dei predicati o delle qualit delle singolarit in quanto singolarit.
La potenza della vita proprio questa. Cio laffermazione totalmente positiva e immanente delle qualit
dellessere. In questo non ci vedo nulla di naturale. Ci pu essere una nuova natura, ma una natura che
totalmente costruita. La nuova natura del comune una natura che non cessa mai di inventare se stessa, di
crearsi. Questa la base per un nuovo materialismo per capire il quale forse bene tornare a rileggere
Lucrezio: la natura quello che ne facciamo noi nel momento in cui viviamo.
Alla luce di questo nuovo materialismo che cos la politica oggi?
Letica la vera politica, oggi. Fare la cartografia dei rapporti di potere e determinare allo stesso tempo
dentro questa cartografia i luoghi in cui si produce la singolarit. Per Foucault oggi lunica politica possibile
una ontologia. Questo non significa smettere di fare militanza, ma significa che la militanza ci che
produce essere ed lunica cosa che d la possibilit di lavorare il potere dallinterno e di conquistarsi spazi
di libert. Questo significa da una parte uscire dalla prospettiva della liberazione, ma anche di produrre
essere e di affermare la libert.

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