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Elementi di storia del libro e della

scrittura
Che cosa il libro
Nel definire il libro dobbiamo tenere presente il
suo duplice aspetto:

oggettuale, fisico, e cio un supporto fatto di


copertina, pagine, etc. sul quale si deposita la
scrittura o limmagine, e

concettuale, cio lopera in esso contenuta.


Il libro diventa il prolungamento
della mente di chi desidera
comunicare il proprio pensiero.
La parola deriva dal latino liber, che
indica la pellicola di un albero posta
tra la corteccia esterna e il legno
propriamente detto.
La forma del libro, cio del
supporto fisico, come sappiamo
non stata sempre la stessa.
Tra le prime materie scrittorie vi fu
quindi il liber, la corteccia, ma anche i
metalli (fin dallet del rame e del
bronzo) e la pietra (le pareti delle
caverne).
La testimonianza pi remota ce la
danno le pitture rupestri di
Bedeilhac e quelle di Pech Merle in
Francia (circa 40.000 anni fa), che
comunque non sono certamente i
primi documenti prodotti dalluomo.
I cavalli di Pech Merle
Pannello detto dei 400 punti
(Bedeilhac)
Le prime iscrizioni erano scritture ideografiche,
ogni segno rappresentava loggetto stesso o
unidea.
Di questo tipo furono i geroglifici usati dagli Egizi
o i caratteri cuneiformi degli Assiri, degli Ittiti e
dei Babilonesi.
Attraverso un processo di schematizzazione i vari
caratteri si trasformarono in caratteri fonetici,
che dettero origine allalfabeto dei popoli
mediterranei. Dalle successive modificazioni
dellalfabeto fenicio, nacquero i caratteri greci e
latini, che in origine avevano forme molto diverse
da quelle attuali.
Ce lo dimostra il
cosiddetto lapis
niger, scoperto nel
gennaio del 1899
nel Foro Romano,
l dove si ritiene vi
fosse la tomba di
Romolo.
E il primo esempio
di scrittura latina.
Nasceva quindi lesigenza di materiali che
consentissero una superficie pi
maneggevole su cui scrivere: vennero quindi
utilizzate tavolette di terracotta e tavolette
cerate dagli Assiri e dagli Hittiti (ne sono
state ritrovate 11.000 del XIII secolo a.C.).
Le tavolette costituirono il
patrimonio delle prime biblioteche:
venivano impilate su banconi in
muratura, con i titoli murati dove
lopera era collocata, ciascuna
con il suo numero dordine.
Sempre su tavolette veniva
compilato il catalogo delle opere
possedute.
Il papiro, il cui uso risale agli antichi
Egizi, finalmente la prima materia
scrittoria che, oltre ad essere pi
maneggevole, offre una superficie
molto pi ampia. E una pianta
palustre, che cresceva in abbondanza
sulle sponde del Nilo e dellEufrate. Gli
steli venivano tagliati in sottili strisce
longitudinali, che si stendevano luna
accanto allaltra in due strati successivi,
perpendicolari tra loro, cos da ottenere
un fitto graticcio.
Bagnati con lacqua torbida del fiume che
costituiva una specie di colla, il composto
veniva poi pressato in un torchio ed
asciugato al sole.

Si otteneva cos un foglio dalla superficie


liscia e morbida, facilmente arrotolabile.

Il papiro non poteva essere piegato ma


doveva avere la forma
di un rotolo (volumen).
Plinio nella sua Naturalis Historia spiega il
procedimento dettagliatamente.

Luso del papiro si divulg rapidamente in


tutto il Mediterraneo e fu adottato dai Greci
e dai Romani.
Importato dagli Arabi in Sicilia, ancora
oggi si pu trovare nei pressi di
Siracusa, sulle rive del fiume Anapo.
I Romani usavano i termini plicare ed
explicare per indicare rispettivamente
latto di arrotolare e srotolare, da cui
lorigine del termine explicit, che
ancora oggi indica la fine di un codice
o di un libro.
I PAPIRI ERCOLANESI
Riportati alla luce tra il 1752 e il
1754 durante lo scavo della villa
romana di Ercolano, nota come
villa dei papiri, furono ritrovati a
circa 25 metri di profondit, sepolti
da una coltre di materiale vulcanico
fuoriuscito dal Vesuvio nel corso
delleruzione del 79 d.C.
Subirono quindi un processo di
combustione parziale, che ne ha
consentito la conservazione. Simili a
tizzoni, i rotoli chiusi hanno un aspetto
contorto, mentre quelli svolti
presentano una superficie corrugata
che li rende in parte leggibili solo con la
lettura autoptica.
Dopo i primi infelici tentativi di
svolgimento, il Padre scolopio Andrea
Piaggio ide una macchina per
consentirne lapertura.
La macchina conservata presso
lOfficina dei papiri della Biblioteca
Nazionale di Napoli.
Allinizio furono ovviamente scelti i papiri che
presentavano uno stato di conservazione
migliore e il metodo Piaggio fu utilizzato fino
agli inizi del 900.
Infruttuosi sono stati i tentativi successivi e
solo nel 1984 unquipe norvegese ha
individuato un nuovo metodo, basato
sulluso di una colla speciale. Il lavoro
prosegue ancora oggi e tutto viene
documentato fotograficamente.
La raccolta importantissima sul piano
biblioteconomico, paleografico e
contenutistico.
Databili tra il III secolo a.C. e il I secolo, i
papiri ercolanesi ci hanno restituito opere
sconosciute alla tradizione scritta medievale.

La sezione greca, che la pi consistente,


contiene testi importantissimi di filosofia, tra
cui lopera di Epicuro Sulla natura,il corpus
degli scritti di Filodemo e ancora opere di
altri filosofi epicurei e dello stoico Crisippo.

I papiri latini sono di natura pi varia,


contengono commedie, opere storiografiche
e testi politici e giuridici.
La pergamena

Contemporaneamente
al papiro furono usate
anche pelli di animali
variamente conciate:
rotoli di pelle di vitello,
di capra, di pecora.

Pergamena.
Biblioteca Vaticana.
La pi antica pergamena greca finora
conosciuta stata ritrovata n Siria ed
un contratto di vendita del 195 a.C.

Plinio nella sua Naturalis Historia


scrive che luso della pergamena
sarebbe stato introdotto da Eumene II
re di Pergamo tra il 195 e il 158 a. C.
Era un materiale pi solido e duraturo
del papiro: pi morbida e pieghevole,
offriva una superficie adatta a ricevere
la scrittura su entrambi i lati
(recto/verso). Dato il suo alto costo, il
libro di pergamena rest sempre un
oggetto di lusso. Agli inizi si usava
arrotolare le pergamene come si
faceva con il papiro, solo verso la fine
del primo secolo d. C. fu loro data la
forma di codice (dal latino caudex,
tronco, ceppo, ma anche tavoletta).
Fu una grande rivoluzione
tecnologica, che ci fa riflettere su
quanto accade oggi con il
computer.
Senza rendercene conto siamo
tornati alluso del volumen, del
rotolo: infatti, i testi scritti con il PC
sono strutturati come gli antichi
papiri, si devono scorrere avanti o
indietro, proprio come un rotolo che
si svolge!
I codici venivano
costruiti
assemblando e
cucendo pi
fogli di
pergamena,
ma anche di
papiro e, pi
tardi, di carta. Antico salterio miniato.
sec. XVI. Corale,
Biblioteca Panizzi, R.E.
Molti furono i codici
riccamente miniati, spesso
di carattere religioso.

Per opere di lusso si


ricorreva alla pergamena
colorata, alle scritture in oro
ed argento, alle miniature,
agli inchiostri colorati.

Luso della pergamena per


questo genere di libri
continu anche dopo
lintroduzione della carta.

Salterio. Abbazia di Montevergine


La pergamena fu il supporto
di scrittura pi usato a partire
dal III secolo e solo
successivamente, agli inizi
del IX secolo, in Europa si
cominci a fare un uso
limitato della carta, che
veniva importata dallOriente
(prevalentemente dalla Cina,
dove fin dal II secolo veniva
ottenuta utilizzando i bozzoli
De Siciliae Regno. del baco da seta).
Codice del XIV sec.
Biblioteca Vaticana.
La scrittura e gli strumenti per
scrivere
I primi strumenti per la scrittura su
pietra, metalli, legni e tavolette erano
utensili appuntiti di ferro, di legno o di
osso: questi venivano denominati styli.
Per scrivere sul papiro e sulla
pergamena si faceva invece uso del
calamus, una canna appuntita e ben
temperata, che veniva riposta nel
calamarius o theca libraria, che
conteneva tutto il corredo occorrente
per lo scrittore (lo scalprum, o
temperino, la pietra pomice per
levigare o per cancellare).
Nel VI secolo si cominci a
usare la penna doca o
anche di cigno. Anche
questa dopo luso si
riponeva nel calamarius.

Il pennino metallico,
ancora attualmente usato,
fu inventato nel 1780,
mentre le penne
stilografiche furono
introdotte sul mercato nel
1883 e le cosiddette penne
a sfera nella prima met del
900.
La carta si ottiene dalla feltratura di un
impasto di fibre di varia natura.

Limpasto veniva messo in speciali


contenitori detti tine nei quali si immergeva
la forma e cio un telaio costituito da fili
metallici incrociati tra loro:
i filoni e
le vergelle
la cui impronta visibile sul foglio.
La prima cartiera italiana
nacque a Fabriano nel
1264, seguita da altre in
Toscana (Prato e Colle
Val dElsa).

Ben presto fu introdotta la


filigrana.

C.G. Caesar. Commentarii de bello gallico


sec. XV-XVI, Biblioteca Casanatense.
La filigrana unimmagine fatta di fili
metallici, posta al centro della forma che
contiene limpasto della carta e visibile in
controluce come i filoni e le vergelle. La
sua posizione cos come quella dei filoni e
delle vergelle permette di definire il
formato di un libro. Era dunque un vero e
proprio un marchio di fabbrica.
Il formato
A seconda delle volte
in cui viene piegato, da
un foglio si possono
ottenere diverse carte,
ognuna formata da due
pagine (recto/verso).
Cos il formato di un
libro pu essere in
folio, in quarto, in
ottavo, in dodicesimo,
ecc.
Gli incunaboli
Con il termine incunabolo si
definisconoi libri stampati a
caratteri mobili e realizzato tra la
met del XV secolo e lanno 1500.
Lincunabolo assai simile ad un
manoscritto.
La decorazione miniata di questo
manoscritto presenta una
tipologia molto diffusa, che
influenz in maniera determinante
la stampa degli incunaboli.
Questa la famosa
Bibbia di Gutenberg,
stampata a Magonza
nel 1454.
I primi incunaboli (libri
nella cuna, nella culla
dellarte della stampa)
hanno quasi sempre
un formato in folio o in
quarto,ripropongono
in sostanza il formato
dei manoscritti.
Bibbia. Strasburgo, J.R. Grueninger,
1497

Lattanzio, De divinis Institutionibus.


Subiaco, C. Sweinheim e A. Pannartz, 1465.
Come i manoscritti, gli incunaboli non
hanno frontespizio hanno un incipit e
un colophon. Il primo frontespizio
compare nel Kalendario del
Regiomontano del 1476.
Sul frontespizio compare anche la
marca tipografica con la quale
tipografi o editori difendono la
propriet e lautenticit del loro lavoro.
Nel corso del tempo il frontespizio si
trasforma arricchendosi di elementi
ornamentali, cornici, colori diversi di
inchiostro e anche la marca tipografica
diventa a volte pi elaborata
(frontespizio calcografico).
Tra la fine del XVIII e il XIX secolo si
torna ad un aspetto pi sobrio del
frontespizio per tornare cos a quello
Marca tipografica di Aldo Manuzio
sulla prima edizione (1528) del semplicemente tipografico.
Dialogo del Castiglione
Il colophon
Fin dai tempi delle tavolette
babilonesi alla fine di uno
scritto veniva indicato, oltre al
titolo e allautore dellopera, il
nome dello scriba, insieme ad
altre informazioni.
Sul modello dei secoli
precedenti, anche sullultima
pagina dei libri a stampa
veniva scritta una formula
chiamata colophon (dal
greco vertice), che fu
sostituita in latino dal termine
subscriptio, sottoscrizione,
usato ancora oggi.
La stampa si diffonde rapidamente.
LItalia una delle mete privilegiate dei
prototipografi tedeschi: due di loro, Arnold
Pannartz e Konrad Sweynheym,
raggiungono nel 1464 il monastero
benedettino di Subiaco. I numerosi e
importanti manoscritti l conservati,
prodotti in passato nello scriptorium dai
monaci benedettini, costituirono i volumi
sui quali i prototipografi esemplarono i
caratteri di stampa.
Il processo di stampa
I caratteri tipografici erano ottenuti da una lega di piombo
e stagno.
Venivano posti nella cassa tipografica che era suddivisa
in due scomparti: nella cassa alta si trovavano le lettere
maiuscole e i segni speciali, in quella bassa le lettere
minuscole.
Nella cassa era contenuta una serie di caratteri che si
esauriva dopo poche pagine.
Il tipografo doveva pertanto smontare le pagine
composte e utilizzate e dopo aver ripulito i vari caratteri
procedere alla composizione di nuove pagine.
Le pagine via via composte venivano poste sul torchio e
impresse sul foglio di carta.
Aldo Manuzio, (1449ca-1515). Fu tipografo e
senza dubbio il pi grande del suo tempo,
editore, il primo inteso in senso moderno, ma
anche umanista.
Si devono a lui numerose innovazioni
fondamentali per lo sviluppo successivo di tutta
la tipografia.
In una nuova collana editoriale Manuzio
present un carattere, il corsivo, disegnato e
inciso dal tipografo e disegnatore Francesco
Griffo (1450-1518), carattere che permise anche
luso di un nuovo formato pi piccolo, in ottavo.
Molti furono gli illustri stampatori ed editori e la
storia della stampa tra la seconda met del
Cinquecento e la fine del XVIII secolo segnata
dalla loro abilit nellapportare migliorie e
perfezionare i risultati via via raggiunti sia dal
punto di vista tecnico che dal punto di vista
estetico, cio sia per quanto riguarda il processo
della stampa che per quanto riguarda laspetto
esteriore del libro.
Giambattista Bodoni (1740-1813)
lultimo grande tipografo e svolse la sua attivit a
Parma.
Con lui torna il frontespizio tipografico, senza pi
ornamenti ma con i soli dati identificativi del libro.
A lui si deve il disegno di un nuovo carattere tipografico
di grande chiarezza e contrasto, caratteristiche che
influenzeranno la stampa successiva.
Nel 1788 era compiuto il suo Manuale tipografico
(ledizione definitiva uscir postuma nel 1818) con il
quale oltre ad offrire unampia documentazione sui
caratteri di stampa Bodoni definisce le regole per la
migliore risoluzione estetica di un carattere tipografico.
Frontespizio di
unedizione
bodoniana del
1793.
G. B. BODONI, Manuale
tipografico, Parma 1788
Nel corso della storia la stampa ovviamente fu regolata
dalla legge la quale tese a regolarla su tre punti
fondamentali:

1. la censura, variamente esercitata dai diversi poteri


che influiva sul contenuto dei libri stampati e ovviamente
coinvolgeva lautore che ne era responsabile
intellettualmente.
2. Le leggi che regolavano e tutelavano lattivit dello
stampatore o editore come ad esempio i privilegi,
concessi dallautorit, che garantivano per un certo
numero di anni la stampa di un determinato libro e
dunque i conseguenti guadagni.
3. Anche i diritti degli autori vengono via via
variamente definiti e tutelati nel tempo.
Il libro

Copertina: linsieme dei due cartoni speciali del formato del libro ricoperti nella parte esterna di tela,
pelle etc. ed uniti da una striscia intermedia detta dorso. Pu essere in cartoncino pi o meno leggero
(brossura) ed il sistema pi economico oppure con cartone pi rigido.

Sovraccoperta I libri con copertina cartonata in genere sono rivestiti da una "sovraccoperta". In tal
caso, sulla parte esterna di quest'ultima (oltre che sui due risvolti della medesima) che vengono
riportati tutti i dati relativi all'opera mentre il dorso della copertina ne riporta solamente quelli essenziali.

Piatti: La parte interna dei due cartoni si chiama piatto ed foderato da un foglio di carta che lo unisce
al libro (foglio di guardia).

Taglio: la superficie dei fogli che risulta visibile in un volume chiuso.


Pu essere impreziosito con colore e persino con oro, ma anche disegnato, scritto o intagliato

Legatura: ciclo di lavorazione per comporre il libro che pu essere realizzata in semplicit, ma anche in
materiali molto pregiati.

L'ex libris un foglietto che viene incollato nel piatto anteriore di un libro per indicarne, con uno
stemma araldico o un'immagine simbolica o semplicemente il nome, il proprietario. Sovente riportava un
motto.
Edizione: Tutte le copie di una pubblicazione stampate
sosrtanzialmente da una stessa composizione tipografica, anche se
stampate in tempi diversi.

Edizione numerata: edizione stampata in numero limitato di copie


che viene indicato nel colophon

Ristampa: nuova tiratura identica alla precedente, di unedizione


ormai esaurita. Se invece si apportano modifiche notevoli si parla di
nuova edizione o riedizione.

Edizione facsimilare: riproduce esattamente in forma facsimilare o


in altra forma di ristampa fotografica il testo principale di un'Edizione
precedente o anche di un manoscritto.
Edizione: tuttr le copie di una
pubblicazione stampate da una stessa
composizione tipografica, anche se
stampate in tempi diversi.

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