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UMBERTO BOCCIONI

Umberto Boccioni nacque a Reggio Calabria nel 1882.


Fu uno dei principali teorici ed esponenti del movimento futurista e dell'arte italiana.
Il padre, che lavora come usciere di prefettura, costretto a spostarsi
lungo il territorio nazionale in base alle esigenze di servizio.
Nel 1897 giunge l'ordine di un trasferimento a Catania.
A Catania Umberto frequenta l'istituto tecnico fino ad ottenere il diploma.
Collabora ad alcuni giornali locali e scrive il suo primo romanzo: Pene
dell'anima, che reca la data 6 luglio 1900.
Nel 1901 Umberto si trasferisce a Roma, dove il padre stato di nuovo
trasferito.
A ventanni Umberto frequenta lo studio di un cartellonista, dove
apprende i primi rudimenti della pittura.
In questo periodo conosce Gino Severini, col quale frequenta, a Porta
Pinciana, lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla.
All'inizio del 1903 Umberto e Severini frequentano la Scuola libera del
Nudo, dove incontrano Mario Sironi, anch'egli allievo di Balla, col quale stringeranno una duratura
amicizia.
In quell'anno Umberto dipinge la sua prima opera Campagna Romana o Meriggio.
Durante il 1906 Bocciaoni intraprende una serie di viaggi a Parigi e in Russia.
Nell'aprile 1907 Umberto si iscrive alla Scuola libera del Nudo del Regio Istituto di Belle Arti di
Venezia.
Inizia un altro viaggio verso la Russia ma l'interrompe a Monaco di Baviera, dove visita il museo.
Al ritorno disegna, dipinge attivamente, pur restando inappagato perch sente i limiti della cultura
italiana che reputa ancora essenzialmente "cultura di provincia".
Nel frattempo affronta le prime esperienze nel campo dell'incisione.
Nell'autunno del 1907, per la prima volta va a Milano, dove da alcuni mesi abitano la madre e la
sorella.
Intuisce subito che la citt pi di altre in ascesa e che corrisponde alle sue aspirazioni dinamiche.
Diventa amico di Romolo Romani, frequenta Previati, di cui risente qualche influsso nella sua
pittura che sembra rivolgersi al simbolismo.
Durante questi anni di formazione, visita molti musei e gallerie d'arte.
Ha, quindi, la possibilit di conoscere direttamente opere di artisti di ogni epoca ma, specialmente,
antichi.
Alcuni di questi, come ad esempio Michelangelo, rimarranno sempre suoi modelli ideali.
Nonostante ci, essi diventeranno anche i bersagli principali della polemica avviata nel periodo
futurista contro l'arte antica e contro il passatismo.
Dopo l'arrivo a Milano e l'incontro con i divisionisti e con Filippo Tommaso Marinetti, scrive,
insieme a Carlo Carr, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini, il
Manifesto dei pittori futuristi (1910), cui segu il Manifesto tecnico del
movimento futurista (1910): obiettivo dell'artista moderno doveva
essere, secondo gli estensori, liberarsi dai modelli e dalle tradizioni
figurative del passato, per volgersi risolutamente al mondo
contemporaneo, dinamico, vivace, in continua evoluzione.
Quali soggetti della rappresentazione si proponevano dunque la citt, le
macchine, la caotica realt quotidiana.
Nelle sue opere, Boccioni seppe esprimere magistralmente il
movimento delle forme e la concretezza della materia.
Bench influenzato dal cubismo, cui rimprover l'eccessiva staticit,
Boccioni evit nei suoi dipinti le linee rette e adoper colori

complementari. In quadri come Dinamismo di un ciclista (1913), o Dinamismo di un giocatore di


calcio (1911), la raffigurazione di uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo suggerisce
efficacemente l'idea dello spostamento nello spazio.
Simile intento governa del resto anche la scultura di Boccioni, per la quale spesso l'artista trascur i
materiali nobili come marmo e bronzo, preferendo il legno, il ferro e il vetro.
Ci che gli interessava era illustrare l'interazione di un oggetto in movimento con lo spazio
circostante.
Pochissime sue sculture sono sopravvissute.
Tra le opere pittoriche pi rilevanti di Boccioni si ricordano Rissa in galleria (1910), Stati d'animo
n. 1. Gli addii (1911) in cui i moti dell'animo sono espressi attraverso lampi di luce, spirali e linee
ondulate disposte diagonalmente Forze di una strada (1911), dove la citt, quasi organismo vivo,
ha peso preponderante rispetto alle presenze umane.
Nel 1915 l'Italia entra in guerra. Boccioni, interventista, si arruola volontario assieme ad un gruppo
di artisti.
Durante il suo impegno bellico deve ricredersi riguardo alla teoria futurista enunciata da Marinetti,
secondo cui la guerra sola igiene del mondo.
Mor a Chievo, vicino Verona, nel 1916.

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