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Corso di Laurea in Ingegneria Civile per lAmbiente ed il Territorio

Appunti del corso di Scienza delle Costruzioni I


Fernando Fraternali

Parte B4: Il metodo delle forze


INDICE
B4.1. Introduzione.
B4.2. Il metodo delle forze.
B4.3. Un esempio notevole: le travi continue.

2
2
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B4.1. Introduzione.
(torna allindice)
Oggetto di questo capitolo lo studio del problema elastostatico di un sistema piano di travi,
nellaccezione specificata nel precedente Capitolo B3.
In analogia allapproccio seguito nel Capitolo B3 per la trave singola, il problema potrebbe
essere affrontato e risolto utilizzando tutte le equazioni relative ai problemi elastostatici delle varie
travi, con laggiunta delle competenti condizioni al contorno, dipendenti in generale dalla natura dei
vincoli interni ed esterni.
In particolare, se il sistema isostatico, possibile calcolare le sollecitazioni interne utilizzando
esclusivamente le equazioni di equilibrio, risolvibili, com ben noto, mediante procedimenti
elementari, anche di tipo grafico (vedi Capitolo B2).
Dalla conoscenza delle tensioni possibile risalire alle deformazioni e quindi, qualora se ne
abbia lesigenza, agli spostamenti, integrando le equazioni di congruenza con le competenti
condizioni al contorno.
Tutto ci non invece valido per i sistemi iperstatici, in quanto i due aspetti, statico e
cinematica, non sono pi disaccoppiabili.
E perci naturale pensare di sopprimere in tal caso un certo numero di vincoli, sostituendoli
con le corrispondenti reazioni, in modo da riportarsi ad un sistema isostatico. Il problema cos
ricondotto al caso precedente, a meno di determinare il valore delle reazioni dei vincoli soppressi.
Esse costituiscono in definitiva le vere incognite del procedimento proposto: trattandosi di forze, il
metodo che utilizza tale approccio noto come metodo delle forze.
Le nozioni fondamentali alla base di tale metodo sono presentate nel paragrafo che segue.

B4.2. Il metodo delle forze.


(torna allindice)
Allo scopo di consentire al lettore unagevole comprensione dei concetti alla base del metodo
delle forze si ritiene opportuno presentare tale metodo con riferimento al caso elementare di Fig. 1,
relativo ad una trave di Eulero-Bernoulli incastrata agli estremi e soggetta ad un carico trasversale
uniformemente distribuito.
Tale trave stata gi analizzata nellEsempio 10 del Capitolo 3(a), dove presentata la soluzione
del corrispondente problema elastostatico.

Fig. 1

(a) Testo: L. Ascione, Sulla Statica delle Travi e dei Sistemi di Travi, Liguori Editore (2001), Vol. II (pag. 89).
Nel seguito, lapice (a) indicher il riferimento a tale testo.

Allo schema tre volte iperstatico di Fig. 1 si pu associare uno degli schemi isostatici delle Figg.
2a,b, ottenuti riducendo la molteplicit di alcuni vincoli ed introducendo le reazioni esplicabili dai
vincoli soppressi. Schemi di questo tipo vengono detti schemi isostatici principali associati al
sistema isostatico di partenza.

Fig. 2
Le caratteristiche della sollecitazione interna determinabili su uno dei due schemi isostatici al
variare delle quantit incognite X 1 , X 2 e X 3 in ! (insieme di numeri reali), sono tutte
staticamente ammissibili per la trave iperstatica di Fig. 1. sono infatti soddisfatte tutte le equazioni
indefinite di equilibrio.
Tra gli ! 3 valori attribuibili alle quantit X 1 , X 2 e X 3 ,. Gli unici corrispondenti alle effettive
reazioni vincolari esplicate sullo schema di partenza sono quelli che consentono di soddisfare le
condizioni cinematiche imposte dai vincoli soppressi e cio:

v B = 0 , ! B = 0 , wB = 0 ,

(1a,b,c)

per lo schema di Fig. 2a, e:

! A = 0 , ! B = 0 , wB = 0 ,

(2a,b,c)

per lo schema di Fig. 2b.


Le equazioni (1) e (2) si dicono equazioni di congruenza e consentono di determinare3 il
valore in soluzione delle tre quantit X 1 , X 2 e X 3 , note comunemente come incognite
iperstatiche.
Attribuendo alle X 1 , X 2 e X 3 i valori deducibili dalle equazioni di congruenza, che si conviene
di denotare con X 1 , X 2 e X 3 , i sistemi di Figg. 2a,b prendono pi propriamente il nome di schemi
isostatici equivalenti. Ci perch essi presentano le stesse caratteristiche della sollecitazione
interna dello schema di partenza, nonch le medesime componenti di spostamento e di
deformazione.
Volendo ad esempio scrivere in forma esplicita le equazioni di congruenza (2a,b) relative allo
schema isostatico principale di Fig. 2b, si pu utilizzare la Tabella 3.2 del Cap. 3, sovrapponendo i
diversi effetti dovuti a X 1 , X 2 e q.
3

Daltra parte, la scrittura in forma esplicita della (2c) pu essere conseguita risolvendo il
problema estensionale indotto sullo schema di Fig. 2b dallazione della forza assiale X 3 . E facile
rendersi conto che esso ammette la stessa soluzione del problema presentato nellEsempio 10 del
Capitolo 3(a) (*), identificando X 3 con P.
In definitiva, le tre equazioni (2) si esplicitano nel modo seguente:

X 1l X 2 l
ql 3
!
!
=0,
3EI 6 EI 24 EI
X 1l X 2 l
ql 3
"B = !
+
+
=0,
6 EI 3EI 24 EI
X l
wA = ! 3 = 0 ,
EA

(3a)

"A =

(3b)
(3c)

da cui si ricava agevolmente:

X1 = ! X 2 =

ql 2
,
12

X 3 = 0 . (**)

(4)

Uno schema isostatico equivalente allo schema di Fig. 1 quindi quello indicato in Fig. 3.

Fig. 3
Operando sullo schema di Fig. 3 risulta agevole la determinazione dei campi delle sollecitazioni
interne e degli spostamenti della trave di Fig. 1.
Si lascia al lettore la cura di verificare che tali campi coincidono con quelli del primo schema di
trave doppiamente incastrata delle Tabelle, che si riportano in grafico nelle Figg. 4 a,b,c
(evidentemente il campo dello sforzo normale N risulta identicamente nullo).

(*)

ovvero le tabelle fornite nel corso sui problemi elastici elementari di una trave appoggiata agli estremi (sezione B3.9
delle dispense, Tab. 3).
(**)
il risultato X3=0 era da attendersi, poich la trave caricata solo normalmente allasse.

Fig. 4a

Fig. 4b

Fig. 4c

B4.3. Un esempio notevole: le travi continue.


(torna allindice)
Si studia la trave di Fig. E1.1.

Fig. E1.1
Una trave del tipo di quella in esame si dice anche trave continua, in quanto vincolata con
appoggi intermedi che non interrompono la continuit della linea dasse.
La larga diffusione di questa tipologia strutturale in campo tecnico induce a prendere spunto
dallesempio considerato per introdurre considerazioni generali relative allo studio di travi continue.
Tali travi, come quella di Fig. E1.1, sono vincolate, solitamente, mediante appoggi fissi
(cerniere) o scorrevoli (carrelli) in corrispondenza delle sezioni terminali e mediante un certo
numero di appoggi fissi o scorrevoli in corrispondenza di sezioni intermedie.
I vincoli terminali possono essere anche incastri o doppi pendoli, mentre gli appoggi intermedi
sono sempre tali da non sconnettere la trave.
Alle travi continue risulta conveniente associare schemi isostatici principali, in cui si
introducano delle sconnessioni a cerniera in corrispondenza degli appoggi intermedi (se i vincoli
terminali sono incastri o doppi pendoli, sar anche necessario ridurre tali vincoli a degli appoggi).
Le incognite iperstatiche, che cos si individuano, consisteranno nelle coppie che gli incastri
interni sconnessi esercitavano sui tratti di trave (o campate) da essi collegati ed, eventualmente,
nelle reazioni degli incastri o doppi pendoli terminali.
Ad esempio, alla trave di Fig. E1.1, che 3 volte iperstatica, si pu associare lo schema
iperstatico principale di Fig. E1.2.

Fig. E1.2

Si consideri ora un generico nodo di un siffatto schema isostatico principale (Fig. E1.3).

Fig. E1.3
Per ripristinare la continuit della trave originaria, in corrispondenza di tale nodo si dovr
richiedere che risulti:
"# j = # j , j +1 ! # j , j !1 = 0 ,

(E1.1)

essendo ! j , j +1 e " j , j !1 le rotazioni delle sezioni terminali delle campate concorrenti nel nodo in
esame. Tali rotazioni sono prodotte, ovviamente, dalle azioni esterne e dalle incognite iperstatiche.
Dal momento che le singole campate dello schema isostatico principale sono delle travi
appoggiate agli estremi, il calcolo delle rotazioni ! j , j +1 e " j , j !1 potr effettuarsi utilizzando i
risultati riportati nella Tabella 3.2(***).
In particolare, laliquota di rotazione relativa "! j prodotta dalle incognite iperstatiche sar
esprimibile mediante la seguente relazione (Fig. E1.4):

Fig. E1.4
(***)

ovvero i risultati delle tabelle fornite al corso sui problemi elastici elementari di una trave appoggiata agli estremi
(Tab. 3, sezione B3.9 delle dispense).

() (j X ) = ) (j X, j +)1 ! ) (j X, j !)1 =

nella quale

(EI )j

lj
6(EI )j

' l j +1
lj $
l j +1
X j !1 + %
+
X j +1 ,
"Xj +
6 (EI )j +1
%& 3 (EI )j +1 3 (EI )j "#

(E1.2)

denota la rigidezza flessionale della j-esima campata (si supposto, per

semplicit, di poter trascurare la deformazione da taglio della trave).


La rotazione relativa prodotta da carichi uniformemente distribuiti, che siano eventualmente
applicati sulle campate, sar invece fornita dalla relazione (Fig. E1.5):

Fig. E1.5
(q )

(q )

() j = ) j , j + 1

&
l 3j
l 3j +1 #
' ) j , j ' 1 = ' $q j
+ q j +1
! .
24 (EI )j +1 !"
$% 24 (EI )j
(q )

(E1.3)

Analogamente si possono valutare gli effetti prodotti da forze e coppie concentrate, che siano
eventualmente applicate sulle singole campate. Nelle Figg. E1.6, E1.7 sono illustrati, in particolare,
gli effetti prodotti da forze e coppie applicate in corrispondenza delle mezzerie delle campate
adiacenti al nodo in esame. Le rotazioni relative prodotte da tali azioni sono fornite,
rispettivamente, dalle equazioni (E1.4) e (E1.5):

Fig. E1.6

(Q )

() j

&
l 2j
l 2j +1 #
= ' $Q j
+ Q j +1
! ,
16 (EI )j +1 !"
$% 16 (EI )j

(E1.4)

Fig. E1.7
!" (jC ) = C j

lj
24 (EI )j

+ C j +1

l j +1
24 (EI )j +1

(E1.5)

Per quanto riguarda, infine, leffetto di eventuali cedimenti anelatici degli appoggi, da
osservarsi che essi producono soltanto uno spostamento rigido del sistema isostatico principale (Fig.
E1.8). Conseguentemente risulta:

Fig. E1.8
(V )

"# j

V j* ! V j*+1
l j +1

V j* ! V j*!1
lj

(E1.6)

In definitiva lequazione di congruenza (E1.1) pu essere esplicitata nel modo seguente:


lj
6 (EI )j

( lj
l j +1 %
l j +1
X j )1 + &
+
X j +1 = "! (j0 ) ,
#Xj +
6 (EI )j +1
&' 3 (EI )j 3 (EI )j +1 #$

(E1.7)

Avendo denotato con "! (j0 ) la rotazione relativa tra le facce del nodo j, che prodotta da tutte
le azioni esterne applicate sulle campate adiacenti a tale nodo.
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Le equazioni (E1.7), relative ai vari nodi della trave continua, sono dette usualmente equazioni
dei 3 momenti, in quanto in ciascuna di esse compaiono al pi 3 delle incognite iperstatiche.
Nel caso in cui le campate della trave continua in esame abbiano uguale rigidezza flessionale, la
(E1.7), moltiplicando entrambi i membri per EI, si pu anche riscrivere nella forma:

l j X j #1 + 2 l j + l j +1 X j + l j +1 X j +1 = #6 EI "! (j0 ) ,

(E1.8)

E utile osservare che, nei casi in cui il termine "! (j0 ) sia inversamente proporzionale alla
rigidezza flessionale EI (assenza di cedimenti vincolari), lequazione (E1.8) indipendente da
questultima quantit.
Si ritorni ora ad esaminare la trave di Fig. E1.1, e si supponga che essa presenti rigidezza
flessionale costante.
Sulla scorta delle considerazioni precedentemente svolte, facile rendersi conto che sullo
schema isostatico principale associato a tale trave (vedi Fig. E1.2) andranno imposte le seguenti
equazioni di congruenza:

2(l1 + l 2 )X 1 + l 2 X 2 =

& V * V * ' V A* #
ql 3
! ,
' 6 EI $$ B + B
!
4
l
l
2
1
%
"

l 2 X 1 + 2(l 2 + l3 )X 2 + l3 X 3 =

l3 X 2 + 2(l3 + l 4 )X 3 =

ql 23 3Fl32
V*
+
+ 6 EI B ,
4
8
l2

Ml 4 3Fl32
+
.
4
8

(E1.9a)
(E1.9b)
(E1.9c)

Assumendo, in particolare, che le azioni esterne si riducano al solo carico distribuito q agente
sulla seconda campata e che, inoltre, le luci delle quattro campate siano uguali (l1 = l 2 = l3 = l 4 = l ),
le (E1.9) si semplificano nella forma:

4l X 1 + l X 2 =

ql 3
,
4

ql 3
l X 1 + 4l X 2 + l X 3 =
,
4
l X 2 + 4l X 3 = 0 .

(E1.10a)
(E1.10b)
(E1.10c)

Come si pu verificare, tale sistema ammette la seguente soluzione:


11 2
ql ,
224
12 2
X2 =
ql ,
224
3
X3 = !
ql 2 .
224
X1 =

(E1.11a)
(E1.11b)
(E1.11c)

che, come preannunciato, non dipende dalla rigidezza flessionale della trave.
Le reazioni vincolari e i diagrammi del taglio e del momento flettente, corrispondenti alla
condizione di carico considerata, si possono a questo punto determinare operando sullo schema
isostatico di Fig. E1.2 ed attribuendo alle incognite iperstatiche i valori forniti dalle (E1.11).
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Ci particolarmente agevole dal momento che le campate delle travi appoggiate agli estremi,
soggette alle azioni esterne attive ed alle coppie X 1 , X 2 e X 3 (Fig. E1.9).

Fig. E1.9
Risulta in definitiva (per il significato dei simboli vedi Fig. E1.9):

X1
11
=
ql ,
l
224
ql X ! X 1 111
R BC = ! 2
=
ql ,
2
l
224
ql X ! X 1 113
RCB = + 2
=
ql ,
2
l
224
X ! X3
15
RCD = R DC = 2
=
ql ,
l
224
X
3
R E = R DE = ! 3 =
ql ,
l
224
122
R B = R BC + R BA =
ql ,
224
128
RC = RCB + RCD =
ql ,
224
18
R D = R DC + R DE =
ql .
224

R A = R BA =

(E1.12a)
(E1.12b)
(E1.12c)
(E1.12d)
(E1.12e)
(E1.12f)
(E1.12g)
(E1.12h)

I diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione sono riportati in grafico nelle Figg. E1.10
a,b.

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Fig. E1.10a

Fig. E1.10b
Una volta noto il diagramma del momento flettente (vedi le osservazioni svolte nel 3.3 del
Capitolo 3) possibile anche tracciare qualitativamente la configurazione deformata della trave
(Fig. E1.11).

Fig. E1.11
Si lascia al lettore la cura di determinare i valori delle incognite iperstatiche, nonch le
caratteristiche della sollecitazione e le configurazioni deformate della trave in esame, che
corrispondono allapplicazione delle altre azioni indicate in Fig. E1.1.

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