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Via Clodia

Cenni Storici
La via Clodia era unantica strada consolare romana costruita tra la via Cassia e la via Aurelia.
Tuttavia la via Clodia aveva delle caratteristiche peculiari che la differenziava dalle vie maggiori: se
questultime erano destinate prevalentemente allo spostamento militare a lungo raggio, la via
Clodia era dedicata ai traffici mercantili a corto raggio con le colonie romane in terra etrusca. Era
quindi una via di collegamento che ha dato sostanza di vera strada romana ai brevi collegamenti che
univano i centri etruschi posti sul versante tirrenico degli apparati vulcanici pleistocenici. Inoltre la
via Clodia era denominata anche via delle terme in quanto andava a toccare diverse localit termali
e, secondo alcune fonti, terminava a Saturnia.
La strada odierna che pi ricalca il percorso della via Clodia la Claudia Braccianese, che si dirama
dalla Cassia allaltezza di La Storta.
La sua origine non certa, ma la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che fosse
stata costruita su un tracciato etrusco preesistente (tra Pitigliano, Sorano e Sovana andava a
ripercorrere il percorso delle Vie Cave etrusche). La strada preesistente fu probabilmente utilizzata
dai romani come via di penetrazione e conquista dellEtruria, iniziata a partire dal 310 aC. Si pu
comunque parlare di via Clodia a partire dal III sec. a. C. e, dal 225 a.C., la strada presenta migliorie
come la pavimentazione in basolato. Tra il 273 e il 225 a.C. secondo le fonti compaiono i nomi di tre
magistrati (Claudius Canina, Claudius Russus, Claudius Centho) che potrebbero aver dato il nome
alla strada.
La via non sembra aver mai avuto un traffico intenso: era utilizzata prevalentemente come tratto di
collegamento tra Roma e i centri dellEtruria interna nord-occidentale. Infatti il tratto tra Bracciano
e Oriolo Romano presenta la tipica pavimentazione con basoli (ormai divelti). Altri tratti basolati
possono essere individuati nel territorio di Tuscania, Oriolo romano, Vejano e Blera.
La Tabula Peutingeriana (Antica carta del tipo delle carte itinerarie militari, conservata nellex
biblioteca delle carte imperiali di Vienna, disegnata su una striscia di pergamena, di 6,80 m in 12
segmenti. La tavola prende nome da Konrad Peutinger (Augusta 1465 - ivi 1547). Fu pubblicata
completa nel 1598. Creduta da alcuni medievale, da altri molto pi antica, oggi ritenuta copia
medievale di una carta dellet imperiale) ci mostra chiaramente le mansiones (stazioni di posta
vicino alle quali sorsero campi militari permanenti o citt) che la via Clodia incontra nel suo percorso:

Sextum (La Storta)


Careias (Galeria)
Ad Nonas (Vigna di Valle)
Forum Clodii (San Liberato di Bracciano)
Olera (Blera)
Tuscana (Tuscania)
Marta
Maternum (Canino o Ischia di Castro)
Saturnia

Oltre Saturnia probabilmente il percorso si dirigeva verso il mare per congiungersi alla via Aurelia
nella zona di Cosa (Ansedonia).
I romani si dimostrarono sin da subito interessati allo sviluppo delle localit poste sulle
sorgenti minerali e termali, come ad esempio lacqua di Clausio presso Bracciano, Aque Apollinaris
Veteres ( Bagni di Stigliano) e Novae ( Terme di Vicarello).
In et imperiale si avvia la decadenza della strada consolare, anche se meno accentuata
rispetto alle zone costiere o alle strade traversate da maggior traffico.
Durante la divisione tra Tuscia Longobardorum e Tusca romanorum la via Clodia divenne un
elemento divisorio, rimanendo ai romani-bizantini la zona costiera.

Probabile Percorso
Su questa via, che metteva in comunicazione la bassa Toscana con Roma, non abbiamo
notizie precise. Non sappiamo neppure in quanto differisse dalla Cassia, con la quale aveva un tratto
in comune; anzi sembra che, sebbene di fondazione pi recente, si fosse sostituita a quella in un
certo periodo. Ambedue le strade, Cassia e Clodia, compaiono in et relativamente tarda; la prima
menzionata per la prima volta da Cicerone (Philipp., XII, 9) e la seconda da Ovidio (Epist. ex Pont.,
I, 8). Potrebbe il cambiamento di nome del tratto della Cassia fra Roma e la Madonna di Bracciano,
esser dovuto a una deferenza verso il ramo imperiale dei Claudi, se non pure a restauri eseguiti da
Claudio stesso. La confusione fra le due vie dur per tutto il Medioevo. La tabula Peutingeriana ci
d

le

seguenti

principali

stazioni: Careias (Galeria)

poco

dopo

il

bivio

con

la

Cassia, Vacanas (Baccano), ForumClodii (S.Liberato),Blera (Bieda), Tuscana (Tuscania), Materno (


Canino), Saturnia (Saturnia) e Cosa (Ansedonia), dove si congiungeva con la via Aurelia.
Il percorso della Clodia non sempre chiaro, specialmente fra Baccano e S. Liberato. Presso
il ponte di Prato Capanna se ne distacca un ramo, che lascia a destra la citt di Bracciano e sale sul
colle omonimo, dove era probabilmente la stazione di Foro Clodio, segnata nella Tabula
Peutingeriana fra Sabate e Ozera (cio Blera). Sul colle si vedono notevoli resti di una villa romana
con una grande conserva d'acqua. L'altro ramo passa per Bracciano, Madonna del Riposo e
Pontenuovo, e quindi si ricongiunge col primo presso Oriolo Romano. Nella localit detta La Ferriera,
non lungi dal castello Odescalchi, rimangono notevoli tratti del selciato. Di qui la via Clodia
proseguiva per Veiano, Barbarano, che forse l'antica Marturano ricordata da Livio, e Bieda. Fra le
due ultime citt si trova il famoso passo, detto Porta Canale.

La strada principale di Bieda rappresentata dalla stessa via antica, la quale passa i due fiumi
che circondano la citt su due magnifici ponti, quello sul Biedano a tre archi, di cui il centrale a largo
sesto e i due laterali pi stretti, e quello sul Rio Canale a un solo arco: ambedue a blocchi ben
squadrati di tufo, forse d'impostazione etrusca, ma rifatti in epoca romana. Incerto il tratto fra
Bieda e Canino; sappiamo solo che passava per Tuscania, attraversandola da sud a nord; a Canino si
staccava un diverticolo che raggiungeva la via Aurelia all'altezza di Montalto di Castro, con un
percorso di 19 km. Quindi la via si segue abbastanza bene fino al paese di Saturnia, stazione segnata
anche nella Tabula Peutingeriana; di qui la Tabula la fa deviare bruscamente verso Ovest, per
andarsi a riunire con l'Aurelia alla stazione di Cosa (Ansedonia), che era il porto di Vulci. Il tratto fra
Saturnia e Ansedonia non doveva appartenere in origine alla Clodia, bens essere un diverticolo
come il precedente, mentre la Clodia doveva proseguire verso nord, in direzione del Monte Amiata,
seguendo presso a poco il tracciato della via moderna che passa per Arcidosso, Seggiano e la
stazione dell'Amiata, che era forse la stazione ad Mensulas della via Cassia.

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