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EC. Aziendale Dispensa I Parziale
EC. Aziendale Dispensa I Parziale
Primo parziale
AUTOREALIZZAZIONE
STIMA
SOCIALIT
SICUREZZA
BISOGNI ELEMENTARI
DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Rilevanti per lanalisi economica sono le dinamiche dei bisogni. I bisogni delle persone si dispongono in una
gerarchia, cio in un ordine di priorit che si manifesta nelle variazioni delle scelte di consumo al variare dei
redditi disponibili. I bisogni manifestano forti gradi di dinamismo e nuovi bisogni e nuovi beni si influenzano
reciprocamente.
Il soddisfacimento dei bisogni richiede la disponibilit dei beni, questi si dividono in due grandi classi,
entrambe utilizzate delle persone:
- beni economici: sono le merci e i servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni delle persone, ma scarsi
rispetto alle esigenze delle persone.
- beni liberi o non economici: sono beni utili e liberamente disponibili in quantit e qualit.
I beni economici vengono a loro volta distinti in:
- beni primari: sono beni che soddisfano i bisogni essenziali o primari.
- beni voluttuari: sono beni che soddisfano i bisogni secondari o superficiali.
- beni complementari: quando due o pi beni devono essere usati insieme per soddisfare un bisogno.
- beni fungibili: quando un bisogno pu essere soddisfatto da beni alternativi.
- beni differenziabili: sono beni che possono essere prodotti da una certa impresa con caratteristiche
particolari diverse da quelle di prodotti analoghi offerti da imprese concorrenti.
- commodities: sono beni che vengono offerti con caratteristiche analoghe da tutte le imprese.
- beni di consumo: sono beni tangibili utilizzati direttamente dalle persone.
- beni strumentali: sono i beni utilizzati per produrre altri beni.
Questi ultimi due tipi di beni, a loro volta possono essere:
- beni da utilizzo singolo: sono beni che cedono la loro attivit totalmente in occasione di un impiego.
- beni durevoli: sono beni che cedono la loro attivit progressivamente in impieghi ripetuti.
- beni a consumo individuale: sono beni utilizzati dal singolo.
- beni a consumo collettivo: sono beni per i quali latto del consumo unico per diversi consumatori.
Inoltre si distingue tra:
- beni pubblici: sono beni o servizi erogati dallo Stato o da enti pubblici.
- beni privati: sono beni prodotti da soggetti privati (imprese, famiglie).
1.1.3. LE ATTIVIT ECONOMICHE DI PRODUZIONE E DI CONSUMO
Lattivit economica consiste nelle operazioni di produzione e di consumo dei beni economici.
Questa si svolge secondo una vasta gamma di operazioni:
- trasformazione tecnica: queste si svolgono, sia per la produzione che per il consumo, in tutti gli istituti e
consistono in operazioni di trasformazione fisica, spaziale e logica delle materie prime, degli impianti, dei
dati e delle conoscenze.
- negoziazioni: poich gli istituti no sono economicamente isolati, ma collegati da fitti reti di scambi,
svolgono tra loro questo tipo di operazioni. Queste si classificano in ragione delloggetto scambiato (beni
privati, disponibilit di mezzi monetari, copertura di rischi, lavoro, beni pubblici) e si svolgono secondo
molteplici condizioni di scambio e forme contrattuali, ai cui possono sovrapporsi relazioni di cooperazione o
di competizione (insiemi omogenei di scambi formano i mercati).
- configurazione e organizzazione: riguardano lattivit di governo degli istituti e comprendono operazioni di
configurazione dellassetto istituzionale, di organizzazione e di gestione del personale, di rilevazione e di
informazione.
1.1.4. LA PRODUZIONE ECONOMICA, LA PRODUZIONE DI BENI E LA PRODUZIONE DI REDDITI
DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
La produzione economica comprende tutte le attivit che unimpresa svolge. Non comprende solo la
produzione di beni (merci e servizi) ma anche lattivit di negoziazione, in ogni caso questa non il fine
dellimpresa, bens la funzione caratteristica che essa svolge nelleconomia di mercato.
Il fine delle imprese la produzione di remunerazioni, di redditi, in particolare di rimunerazioni del lavoro e
del capitale di rischio, che viene perseguito dai prestatori di lavoro e dai conferenti di capitale proprio,
attraverso la produzione economica (mezzo).
1.1.5. LE CONDIZIONI DI PRODUZIONE
Lattivit economica di produzione si attua con limpiego di condizioni di produzione.
Il complessivo insieme delle condizioni di produzione include ogni elemento o circostanza che direttamente
o indirettamente contribuisce a rendere possibile, a facilitare od ostacolare la produzione economica
dimpresa (materie prime, immobili, attrezzature, lavoro operativo, direttivo o di governo economico, beni
pubblici e beni liberi).
Rilevanti sono le condizioni primarie di produzione ovvero le condizioni di produzione fondamentali per
ogni impresa e le condizioni, la cui natura e le cui modalit di apporto allimpresa, suscitano nelle persone
che le conferiscono interessi economici primari nei confronti dellimpresa.
Queste sono il lavoro che le persone prestano allinterno dellimpresa e il capitale risparmio o capitale
proprio conferito a titolo di rischio; entrambe fanno capo allinsieme di persone che hanno interessi
economici primari nellimpresa.
DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- il modello della razionalit assoluta: il soggetto, che deve prendere una decisione da solo, stabilisce degli
obiettivi, dispone di fonti di informazione gratuite ed illimitate, valuta tutte le possibili alternative e alla fine
la sua decisione lalternativa migliore in assoluto.
- il modello della razionalit limitata: concetto elaborato da Herbert Simon, un modello di
rappresentazione dei processi decisionali in cui le decisioni scaturiscono da processi interattivi e sequenziali,
per poi giungere ad una scelta soddisfacente. Il soggetto definisce degli obiettivi, accede a fonti di
informazione, che sono per limitate, valuta le varie alternative, rivede le sue analisi e modifica il proprio
obiettivo e alla fine arriva alla soluzione migliore possibile in relazione alle proprie risorse.
- il modello delle scelte a pi attori nei contesti organizzati secondo razionalit limitata.
DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Per perseguire i loro fini, le persone umane interagiscono tra di loro in societ umane. Lazione individuale
integrata nellambito di societ umane produce benefici individuali e collettivi e ci richiede comportamenti
appropriati.
Il gruppo sociale composto da un piccolo numero di persone e si forma spontaneamente; queste
condividono gli stessi valori di fondo e intendono perseguire un obiettivo comune. Un gruppo ha una propria
struttura sociale interna, sviluppa regole di comportamento (norme implicite, la cui trasgressione comporta
per sanzioni), coeso e permane nel tempo se si realizza un equilibrio tra ci che ciascun membro fornisce
al gruppo e ci che ciascuno ottiene dal gruppo e se i vari ruoli sono coerenti e complementari, in caso
contrario si scioglie o si creano tensioni.
Un gruppo formato da pari e la sua organizzazione spontanea ed implicita, la sua struttura per forte,
soprattutto se c un leader che lo guida.
Il comportamento di una persona influenzato dallappartenenza ad un gruppo, essa diventa infatti centro
di un sistema di attese di comportamento da parte degli altri soggetti membri del gruppo (ruolo).
La maggior parte delle persone fa parte contemporaneamente di una pluralit di societ umane (situazione
di inclusione parziale in pi gruppi), il loro comportamento quindi influenzato da pi insiemi di attese allo
stesso tempo e per incompatibilit tra le attese di ruoli diversi possono nascere tensioni.
1.2.5. I PROCESSI DECISIONALI COLLETTIVI
I processi decisionali si svolgono nelle societ umane, le persone sono coinvolte in una molteplicit di
processi decisionali che si intersecano, ai limiti della razionalit si sommano quindi le causalit e le ambiguit
dei processi umani.
Per esempio in unimpresa le decisioni da prendere devono essere coordinate e coerenti tra di loro, ma
spesso sono in concorrenza tra di loro. Questo perch le risorse da investire nei processi decisionali sono
sempre limitate (alcuni problemi risolti, altri no) e perch le scelte prese comportano un impiego di risorse
limitate (scelte possono essere incompatibili con altre). Anche le soluzioni possono essere in concorrenza tra
di loro, uno stesso problema pu avere pi soluzioni.
Esempio: GARBAGE CAN MODEL
Cohen, March e Olsen hanno cercato di spiegare come funzionano le decisioni collettive attraverso il
Garbage Can Model. Secondo questo modello le decisioni si prendono in luoghi e tempi chiamati occasioni
di decisione alle quali partecipano persone dotate di poteri decisionali diversi, ruoli diversi, ma anche con
personalit diverse. Devono risolvere problemi o prendere decisioni la cui scelta viene influenzata da chi ha
maggior potere decisionale e le soluzioni non sempre sono le migliori possibili.
I processi decisionali che si svolgono nelle imprese, quindi, solo parzialmente sono strutturati razionalmente,
ampio spazio viene infatti dato alla soggettivit e al caso.
Allinterno di unimpresa bisogna che tutte le decisioni individuali siano coerenti con gli obiettivi
dellorganizzazione, vengono elaborate, perci, regole organizzative, procedure e routine (meno decisioni).
Le decisioni prese allinterno di istituti sono frutto della combinazione di sistemi di valori individuali e
collettivi, di schemi mentali, di strutture di ruoli, di regole e di routine.
1.2.6. COOPERAZIONE, OPPORTUNISMO, FIDUCIA E ALTRUISMO
La cooperazione tra le persone che fanno parte di una societ umana condizione necessaria per il suo
funzionamento. Questa consente di ottenere risultati non conseguibili operando individualmente, produce
una rendita, che dovr essere ridistribuita.
Ciascuno dovrebbe essere ricompensato in proporzione allimpegno di cooperazione, in realt n i contributi
individuali, n i risultati complessivi realizzati sono perfettamente conoscibili e ci d spazio a
DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
comportamenti opportunistici, egoistici che consentono alle persone di godere dei vantaggi della
cooperazione senza fornire i dovuti contributi.
Questo modo di comportarsi causa ed effetto di relazioni di sfiducia tra le parti. Per costruire un rapporto
di fiducia serve un atteggiamento leale e cooperativo.
Esempio: TEORIA DI McGREGOR
Il formarsi e il deteriorarsi di relazioni di fiducia si realizzano secondo un tipico meccanismo di profezie autoverificanti. Egli, infatti, sostiene che le persone possano seguire due modalit di comportamento opposte:
- teoria X: se si adotta una visione negativa della natura umana, questo causer esattamente i
comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento opportunistico.
- teoria Y: se si adotta una visione positiva della natura umana, questo causer esattamente i
comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento positivo, altruista.
Ladozione della Teoria Y condizione essenziale per la realizzazione di assetti aziendali che favoriscano la
congiunzione di risultati di efficienza e soddisfazione.
Le relazioni interpersonali fanno registrare anche comportamenti altruistici, che, grazie a un sacrificio di chi
agisce, producono un vantaggio agli altri. Questi non sono contrari al principio di massimizzazione del
benessere individuale perch i valori o gli obiettivi di una persona possono essere tali per cui un
comportamento altruistico funzionale massimizzazione del benessere personale, consente di soddisfare
importanti attese personali.
DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- il modello della razionalit assoluta: il soggetto, che deve prendere una decisione da solo, stabilisce degli
obiettivi, dispone di fonti di informazione gratuite ed illimitate, valuta tutte le possibili alternative e alla fine
la sua decisione lalternativa migliore in assoluto.
- il modello della razionalit limitata: concetto elaborato da Herbert Simon, un modello di
rappresentazione dei processi decisionali in cui le decisioni scaturiscono da processi interattivi e sequenziali,
per poi giungere ad una scelta soddisfacente. Il soggetto definisce degli obiettivi, accede a fonti di
informazione, che sono per limitate, valuta le varie alternative, rivede le sue analisi e modifica il proprio
obiettivo e alla fine arriva alla soluzione migliore possibile in relazione alle proprie risorse.
- il modello delle scelte a pi attori nei contesti organizzati secondo razionalit limitata.
1.2.4. I GRUPPI SOCIALI, LE NORME E I RUOLI
Per perseguire i loro fini le persone umane interagiscono tra di loro in societ umane. Lazione individuale
integrata nellambito di societ umane produce benefici individuali e collettivi e ci richiede comportamenti
appropriati.
Il gruppo sociale composto da un piccolo numero di persone e si forma spontaneamente; queste
condividono gli stessi valori di fondo e intendono perseguire un obiettivo comune. Un gruppo ha una propria
struttura sociale interna, sviluppa regole di comportamento (norme implicite, la cui trasgressione comporta
per sanzioni), coeso e permane nel tempo se si realizza un equilibrio tra ci che ciascun membro fornisce
al gruppo e ci che ciascuno ottiene dal gruppo e se i vari ruoli sono coerenti e complementari, in caso
contrario si scioglie o si creano tensioni.
Un gruppo formato da pari e la sua organizzazione spontanea ed implicita, la sua struttura per forte,
soprattutto se c un leader che lo guida.
Il comportamento di una persona influenzato dallappartenenza ad un gruppo, essa diventa infatti centro
di un sistema di attese di comportamento da parte degli altri soggetti membri del gruppo (ruolo).
La maggior parte delle persone fa parte contemporaneamente di una pluralit di societ umane (situazione
di inclusione parziale in pi gruppi), il loro comportamento quindi influenzato da pi insiemi di attese allo
stesso tempo e per incompatibilit tra le attese di ruoli diversi possono nascere tensioni.
1.2.5. I PROCESSI DECISIONALI COLLETTIVI
I processi decisionali si svolgono nelle societ umane, le persone sono coinvolte in una molteplicit di
processi decisionali che si intersecano, ai limiti della razionalit si sommano quindi le causalit e le ambiguit
dei processi umani.
Per esempio in un impresa le decisioni da prendere devono essere coordinate e coerenti tra di loro, ma
spesso sono in concorrenza tra di loro. Questo perch le risorse da investire nei processi decisionali sono
sempre limitate (alcuni problemi risolti, altri no) e perch le scelte prese comportano un impiego di risorse
limitate (scelte possono essere incompatibili con altre). Anche le soluzioni possono essere in concorrenza tra
di loro, uno stesso problema pu avere pi soluzioni.
Esempio: GARBAGE CAN MODEL
Cohen, March e Olsen hanno cercato di spiegare come funzionano le decisioni collettive attraverso il
Garbage Can Model. Secondo questo modello le decisioni si prendono in luoghi e tempi chiamati occasioni
di decisione alle quali partecipano persone dotate di poteri decisionali diversi, ruoli diversi, ma anche con
personalit diverse. Devono risolvere problemi o prendere decisioni la cui scelta viene influenzata da chi ha
maggior potere decisionale e le soluzioni non sempre sono le migliori possibili.
I processi decisionali che si svolgono nelle imprese, quindi, solo parzialmente sono strutturati razionalmente,
ampio spazio viene infatti dato alla soggettivit e al caso.
Allinterno di unimpresa bisogna che tutte le decisioni individuali siano coerenti con gli obiettivi
dellorganizzazione, vengono elaborate, perci, regole organizzative, procedure e routine (meno decisioni).
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Primo parziale
Le decisioni prese allinterno di istituti sono frutto della combinazione di sistemi di valori individuali e
collettivi, di schemi mentali, di strutture di ruoli, di regole e di routine.
1.2.6. COOPERAZIONE, OPPORTUNISMO, FIDUCIA E ALTRUISMO
La cooperazione tra le persone che fanno parte di una societ umana condizione necessaria per il suo
funzionamento. Questa consente di ottenere risultati non conseguibili operando individualmente, produce
una rendita, che dovr essere ridistribuita.
Ciascuno dovrebbe essere ricompensato in proporzione allimpegno di cooperazione, in realt n i contributi
individuali, n i risultati complessivi realizzati sono perfettamente conoscibili e ci d spazio a
comportamenti opportunistici, egoistici che consentono alle persone di godere dei vantaggi della
cooperazione senza fornire i dovuti contributi.
Questi modo di comportarsi causa ed effetto di relazioni di sfiducia tra le parti. Per costruire un rapporto di
fiducia serve un atteggiamento leale e cooperativo.
Esempio: TEORIA DI McGREGOR
Il formarsi e il deteriorarsi di relazioni di fiducia si realizzano secondo un tipico meccanismo di profezie autoverificanti. Egli, infatti, sostiene che le persone possano seguire due modalit di comportamento opposte:
- teoria X: se si adotta una visione negativa della natura umana, questo causer esattamente i
comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento opportunistico.
- teoria Y: se si adotta una visione positiva della natura umana, questo causer esattamente i
comportamenti previsti, le persone svilupperanno infatti un comportamento positivo, altruista.
Ladozione della Teoria Y condizione essenziale per la realizzazione di assetti aziendali che favoriscano la
congiunzione di risultati di efficienza e soddisfazione.
Le relazioni interpersonali fanno registrare anche comportamenti altruistici, che, grazie ad un sacrificio di chi
agisce, producono un vantaggio agli altri. Questi non sono contrari al principio di massimizzazione del
benessere individuale perch i valori o gli obiettivi di una persona possono essere tali per cui un
comportamento altruistico funzionale massimizzazione del benessere personale, consente di soddisfare
importanti attese personali.
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Primo parziale
separato. in linea di principio, la rendita organizzativa, frutto della cooperazione, deve essere ripartita tra
tutti coloro che hanno cooperato. Es. Consorzio.
- il risultato residuale: frutto della cooperazione e dellincertezza, pu essere positivo o negativo, ma viene
in ogni caso diviso tra chi governa listituto ( quanto residua ex-post dopo aver remunerato tutti sulla base
dei patti ex-ante). Es. Consorzio.
2.1.2. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE E GLI AGGREGATI DI AZIENDE
Lattivit economica si svolge prevalentemente in istituti e per relazioni tra istituti. Questa particolarmente
rilevante in quattro tipi di istituto:
- le famiglie
- le imprese
- lo Stato e gli enti pubblici
- gli istituti non-profit
L economia aziendale si occupa principalmente delle aziende, ovvero lordine strettamente economico di un
istituto, linsieme degli accadimenti economici disposti ad unit secondo le proprie leggi. Agli istituti
corrispondono quattro classi di aziende:
- lazienda di consumo e di gestione patrimoniale familiare
- lazienda di produzione
- lazienda composta pubblica
- lazienda non-profit
Queste sono accumunate dal fine generale del soddisfacimento dei bisogni umani e dal mezzo costituito
dallattivit economica; si differenziano nei fini immediati (strutture caratteristiche in termini di assetto
istituzionale, di combinazioni produttive, di organismo personale, di assetto tecnico e organizzativo e di
patrimonio), nei portatori degli interessi economici istituzionali, ossia degli interessi economici primari, nei
portatori degli interessi economici non istituzionali e nei processi economici caratteristici.
Leconomia aziendale si occupa anche degli aggregati di aziende, ossia gli insiemi di aziende avvinte da forti
relazioni istituzionali che sono soggette a un indirizzo strategico unitario (consorzi).
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Primo parziale
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Primo parziale
Si qualificano come istituti non-profit quelli che sono di natura privata, che prevedono il divieto di distribuire
il risultato reddituale e il patrimonio tra le persone che esercitano il controllo sullistituto. In genere questi si
ispirano a finalit di ordine sociale, morale e culturale e si differenziano sulla base dei soggetti coinvolti e dei
loro ruoli economici.
La componente economica degli istituti non-profit ha peso vario, pu essere trascurabile cos come pu
essere determinante.
Il fine economico immediato quello del soddisfacimento di bisogni di alcune categorie di persone
(associati, classi di fornitori terzi, intera collettivit).
varia la configurazione sia dei portatori di interessi economici istituzionali sia di quelli non istituzionali.
I processi economici caratteristici sono quelli della produzione dei beni, del loro consumo e la raccolta di
contributi privati sotto forma di donazioni e di lavoro volontario.
2.2.5. LA DIFFERENZIAZIONE DEGLI ISTITUTI
Lattivit economica si svolge in istituti di natura molto varia, fortemente differenziati tra loro: le famiglie, le
imprese grandi e piccole, le imprese pubbliche e private, gli istituti pubblici di ogni specie, le associazioni.
Come mai?
1. Perch lattivit economica non totalmente svolta allinterno delle famiglie?
per via del fenomeno elle economie di specializzazione e delle limitate dimensioni economiche della
famiglia (persone specializzate sono pi efficienti di persone che non lo sono, i volumi di produzione sono
maggiori del consumo della famiglia).
2. Come mai le singole persone tendono ad aggregarsi in istituti anzich operare indipendentemente
scambiandosi lavoro, beni e capitali?
lintegrazione attraverso il mercato comporta costi di transazione, che diventano elevati quando la
razionalit limitata delle persone si somma a situazioni di incertezza oppure se c il rischio del verificarsi di
comportamenti opportunistici. Perci le parti si accordano e si aggregano sotto una stessa autorit,
entrando a far parte dello stesso istituto e abbassando cos i costi di transazione.
3. Perch lintera attivit economica non si svolge nellambito di una sola grande organizzazione che
suddivida a coordini lattivit di ciascuno?
se si attuasse un modello economico di questo tipo si disperderebbero enormi volumi di conoscenze, di
capacit individuali e sociali, adottando soluzioni sovrasemplificanti e si diffonderebbe un senso di iniquit.
4. Perch gli istituti esterni alle famiglie si differenziano in macro classi quali le imprese, lo Stato, gli istituti
non-profit?
per lopportunit di sfruttare lefficienza e linnovazione tipiche delle imprese che operano nei mercati,
per la necessit di interventi dello Stato per evitare le iniquit o le inefficienze che produrrebbe la sola
azione privata e per lopportunit di dare spazio ad attivit organizzate ispirate anche da motivazioni
altruistiche.
5. Perch le imprese sono cos diverse tra di loro (dimensione, propriet, integrazione)?
per la pluralit di fattori concomitanti, alcuni spingono alla variet (le diverse caratteristiche dei prodotti
e dei mercati, la ricerca di vantaggi competitivi, linnovazione, le differenti competenze delle varie persone),
altri alluniformit (limitazione, ladattamento a modelli di impresa, luniformit delle regole formali,
lintegrazione tecnica dei mercati).
Esistono quattro modelli alternativi di configurazione dei sistemi economici:
- il modello dellautoconsumo: modello di economia primitiva, il modello formato esclusivamente da
gruppi primari di persone che svolgono al proprio interno e in autonomia, ci che prodotto destinato
allautoconsumo; mancano le forme di specializzazione economica, mentre vi la ripartizione dei compiti tra
i vari membri.
- il modello atomistico di mercato: modello astratto, le persone singole svolgono in autonomia la propria
attivit di lavoro specializzata, che viene poi coordinata dai meccanismi del mercato.
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DISPENSA DI AZIENDALE
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- il modello della gerarchia totale: modello di economie socialiste, esiste unorganizzazione statale centrale
che pianifica lintera attivit economica, al posto delle imprese ci sono unit operative che eseguono i piani
statali.
- il modello della pluralit di istituti specializzati: nel sistema economico ci sono vari e numerosi istituti,
allinterno delle imprese il comportamento degli individui definito e controllato da una gerarchia, mentre
le relazioni tra le imprese sono regolate dal mercato.
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che organizzano la produzione di beni specializzando e coordinando una pluralit di attivit umane e di
risorse.
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- i costi di rigidit e gli investimenti specifici/specializzati (le persone e gli impianti specializzati sono rigidi
perch se occorre modificare lattivit da svolgere, tempi e costi sono particolarmente alti; inoltre il valore di
investimenti specifici pu andare in larga misura perso al cessare dellattivit)
- la demotivazione da parcellizzazione (effetti negativi sulla motivazione quando la specializzazione porta ad
attribuire alle persone compiti isolati e ripetitivi)
2.3.4. SPECIALIZZAZIONE E DIMENSIONI CONVENIENTI
Il fenomeno delle economie di specializzazione ha effetti forti sui volumi convenienti di produzione dei beni
e sulle dimensioni convenienti degli istituti che producono beni. Quanto pi grandi sono le economie di
specializzazione, pi numerosi sono i nuclei di attivit che conviene specializzare e maggiore la capacit
produttiva che conviene istallare.
Ma perch nascono le imprese? Mentre le famiglie creano larchetipo delle economie di autoconsumo, le
economie di specializzazione fanno si che la dimensione conveniente per la produzione di molti beni sia
superiore alla dimensione corrispondente ai consumi della singola famiglia. Le imprese, quindi, sono istituti
che organizzano la produzione di beni specializzando e coordinando una pluralit di attivit umane e di
risorse.
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Primo parziale
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Primo parziale
sono suscitati sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria. Differenti scelte
dimpresa (relative, ad esempio, alla forma giuridica, alle modalit di finanziamento, alla localizzazione)
determinano differenti combinazioni e livelli di tributi da corrispondere. La gestione tributaria tipicamente
una gestione passiva comportando solo oneri tributari.
Il profilo reddituale e monetario delle gestioni:
- analizzare la gestione secondo il profilo reddituale significa indagare il formarsi dei costi e dei ricavi, cio
come ciascuna delle cinque gestioni contribuisce al formarsi del risultato reddituale (utile o perdita).
- analizzare la gestione secondo il profilo monetario significa studiare i flussi di entrate e di uscite, ossia delle
riscossioni e dei pagamenti suscitati dalle varie classi di negoziazioni. Ci serve per capire se e come
limpresa sistematicamente in grado di far fronte, con le entrate, alle proprie uscite (grado di solvibilit)
Il profilo reddituale e il profilo monetario sono strettamente connessi, ma non coincidono.
- ORGANIZZAZIONE: disegna la struttura organizzativa dellimpresa ed alla base della motivazione delle
persone e dellefficienza aziendale. Si compone di due classi di attivit:
a. progettazione dellassetto organizzativo: consiste nella progettazione della struttura organizzativa
dellimpresa (chi deve fare che cosa, chi dipende da chi) e nella progettazione dei sistemi operativi (sistemi di
pianificazione, di programmazione e di gestione del personale).
b. gestione dei prestatori di lavoro: lattuazione dei sistemi operativi di gestione del personale in modo che
lazienda disponga di un organismo personale adatto, che queste persone vengano ricompensate
equamente e che siano motivate.
- RILEVAZIONE: consistono nella raccolta, nellelaborazione, nella conservazione e nella diffusione dei dati e
delle informazioni e servono per supportare le scelte dei decisori, sia interni sia esterni allazienda. Sono una
classe particolare di accadimenti aziendali, infatti sono operazioni che si sostanziano nella variazione di valori
componenti il capitale di funzionamento dellazienda.
Tutte le classi di attivit (progettazione degli assetti istituzionali, gestione, organizzazione, rilevazione)
comportano lo svolgimento sia di attivit interne sia di attivit esterne, ossia di relazioni con altri istituti.
Tra le attivit esterne sono di primaria importanza le negoziazioni che servono per acquisire da terzi le
condizioni di produzione e per cedere i prodotti e le condizioni di produzione.
Le negoziazioni reali non si svolgono mai in condizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealt e di
equilibrio di potere delle parti, non si svolgono cio in condizioni di razionalit assoluta e in mercati perfetti.
Si tengono perci in considerazione:
- i costi di transazione
- lasimmetria informativa
- gli investimenti specifici
- la forza contrattuale
Le grandi classi di negoziazioni svolte dalle imprese sono:
a. negoziazioni di beni privati: operazioni di acquisto e di vendita di merci e servizi che sono ceduti da
soggetti privati, si svolgono sotto forma di scambio monetario. Gli elementi di scambio sono il bene
scambiato, il volume, il prezzo unitario, il prezzo complessivo e il tempo di pagamento. Inoltre comprendono
lacquisto di beni da reddito e da rivalutazione.
b. negoziazioni di beni pubblici
c. negoziazioni di lavoro
d. negoziazioni di capitale di rischio: consiste nellacquisto la disponibilit di mezzi monetari a titolo di
capitale proprio, i conferenti danno allimpresa mezzi monetari attendendosi una rimunerazione correlata ai
risultati reddituali dellimpresa, e quindi incerta; nel caso si ceda la propria quota il conferente capitale di
rischio realizza un guadagno in conto capitale (g.f.). Inoltre comprendono lacquisto di azioni (g.p.).
e. negoziazioni di capitale di prestito: hanno per oggetto lacquisizione e la cessione di mezzi monetari
destinati alla copertura dei fabbisogni finanziari delle aziende, chi lo riceve si impegna a rimborsarlo in un
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determinato periodo di tempo e di pagare interessi passivi in proporzione alla quantit di denaro ricevuta e
al livello di rischio. Inoltre comprendono lacquisto di titoli di stato, o di obbligazioni (g.p.).
f. negoziazioni di rischi particolari: o contratti di assicurazione volti a coprire i danni derivanti da possibili
eventi negativi nellambito delle varie gestioni.
3.2.10. LE COMBINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI
Per combinazione economica parziale (aree daffari) si intende una combinazione prodotto-mercato con
propri caratteri distinti rispetto alle altre combinazioni prodotto-mercato attuate da una stessa impresa
(questo tipo di imprese, dette imprese diversificate, hanno deciso di compiere mosse di diversificazione).
Le combinazioni economiche parziali sono per avvinte da un rapporto di complementariet e di
comunanza, si possono, quindi, apprezzare compiutamente solo se osservate insieme.
3.2.11. LE VARIANTI PER DIFFERENTI CLASSI DI IMPRESE
Le combinazioni economiche delle imprese sono riconducibili a: operazioni che servono per acquisire gli
input necessari per la produzione, operazioni che servono per trasformare gli input in output cedibili ai
clienti, operazioni che servono per cedere ai clienti i beni offerti dallimpresa e operazioni di impostazioni e
di governo della complessiva attivit aziendale.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- ORGANIZZAZIONE: queste operazioni sono simili a quelle delle imprese, si tratta di impostare la struttura
organizzativa e i sistemi operativi in modo da assicurare efficienza, motivazione e flessibilit. Due importanti
differenze rispetto alle imprese sono: il delicato rapporto tra organi politici eletti dai cittadini e gli organi
amministrativi formati da tecnici, il prevalere del principio della legalit (applicazione uniforme della legge)
rispetto a quello dellimprenditorialit (soluzioni varie e sempre nuove).
- RILEVAZIONE: sono pi complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresentare anche le
dimensioni politiche e sociali degli obiettivi e dei risultati dello Stato.
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Primo parziale
- ORGANIZZAZIONE: dato in numero di persone componenti la famiglia non si presentano particolari problemi di
progettazione organizzativa.
- RILEVAZIONE: possono essere utili dei sistemi elementari atti a supportare alcune scelte di gestione familiare.
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Primo parziale
gestione patrimoniale assume grande rilevanza in quanto capace, se ben gestita, di produrre redditi
importanti per lequilibrio economico dellINP.
d. gestione assicurativa: assume varia rilevanza in relazione allattivit svolta dagli INP. Nel caso di INP che
svolgono attivit in settori rischiosi quali quello sanitario o ospedaliero, della protezione civile, oppure agli
INP proprietari di patrimoni immobiliari di elevato valore artistico.
e. gestione tributaria: strettamente connessa alla gestione caratteristica. Lo Stato, infatti, accorda agli INP
agevolazioni fiscali sia in termini di minori o nulli carichi fiscali sia in termini di contributi pubblici. La presenza
di INP riduce lintervento diretto da parte dello Stato e quindi le agevolazioni fiscali vanno a compensare i
costi che altrimenti lo Stato dovrebbe sostenere per la propria presenza diretta.
- ORGANIZZAZIONE: deve realizzare buoni risultati di efficienza basati anche su alti livelli di motivazione del
personale e deve tenere conto di due fattori: bisogna tenere alta la tensione rispetto allefficienza, poich
negli INP mancano forti attese di produzione di risultati reddituali e bisogna garantire correttezza nei
comportamenti al fine di salvaguardare limmagine di affidabilit; se limmagine dellINP si degrada, il fund
raising diventa problematico.
- RILEVAZIONE: sono pi complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresentare anche la
dimensione sociale degli obiettivi e dei risultati raggiunti e rafforzare laffidabilit e laccountability
dellistituto.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Quando il credito monetario mezzo temporaneo di regolamento dello scambio si dice credito di
regolamento (v.n.), si parla invece di credito di prestito quando sorge come corrispettivo della disponibilit
di una data quantit di moneta per un certo periodo di tempo (v.n.n.).
Lassetto istituzionale la configurazione dei portatori di interessi nei confronti dellistituto, dei contributi
che tali soggetti forniscono allazienda, delle ricompense e dei benefici che ne ottengono, del soggetto
distituto, dei fini istituzionali e delle strutture di governo che regolano in equilibrio dinamico di lungo
periodo, le relazioni tra i portatori di interessi, i contributi e le ricompense.
Questo lelemento sovraordinato della struttura dellazienda.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- le varie relazioni sono caratterizzate dai rapporti di forza contrattuale che dipendono dal grado di
concentrazione della domanda e dellofferta, dagli investimenti specifici eventualmente in atto,
dallasimmetria informativa tra le parti.
- molte delle attese dei soggetti in gioco sono implicite e non dichiarate, ma sottintese ai valori e alle
consuetudini in essere.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
cittadini contribuiscano alla copertura dei costi di produzione dei beni pubblici attraverso il pagamento dei
tributi.
La gestione di questi sistemi da parte dello Stato problematica perch: differenti categorie di cittadini
hanno differenti attese non sempre compatibili, i vari servizi pubblici sono in competizione tra loro (risorse
investite) e per la propensione dei cittadini allevasione fiscale.
Tra Stato e cittadini si instaurano importanti relazioni economiche per ci che riguarda il capitale di prestito;
inoltre lo Stato impiega numerosi prestatori di lavoro. Un sistema di attese lega anche Stato ed entit parziali
e locali in cui esso stesso si articola, e anche numerose organizzazioni politiche sopranazionali.
Infine lo Stato pu decidere di produrre beni privati attraverso imprese di cui detiene la totalit o la
maggioranza del capitale di rischio.
4.2.5. SISTEMA DI INTERESSI CONVERGENTI NEGLI ISTITUTI NON-PROFIT
Se listituto non-profit impegnato nella valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale, fondatori e
finanziatori sentono la necessit di tutelarne una determinata parte, conferendo mezzi monetari ed energie
personali. Si aspettano che listituto riesca a compiere interventi importanti per la tutela di tale patrimonio e
che questi risultino visibili e siano apprezzati.
La collettivit e lo Stato, in quanto fornitori di contributi, si aspettano che le risorse fornite siano utilizzate
per le finalit dichiarate e con la massima trasparenza ed efficienza.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- progettazione attenta dellassetto organizzativo (definire e condividere fini, strategie e politiche distituto,
progettare la struttura organizzativa, mettere in atto un sistema retributivo, favorire la socializzazione)
- messa in atto di meccanismi di integrazione con soggetti esterni (contratti, sistemi di comunicazione e di
controllo, stipulazione di alleanze).
Tutto ci presupponendo lanalisi dei potenziali contributi e delle attese di tutti i soggetti messi a confronto
con le alternative strategiche dellistituto e la formulazione di strategie integrate che configurano le soluzioni
pi sinergiche di soggetti contributi e ricompense.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
processi decisionali efficienti. Nellipotesi che il soggetto economico coincida con una sola categoria di
portatori di interessi si avr una struttura di governo economico basata essenzialmente su tre organi:
- unassemblea dei membri del soggetto economico, quale organo supremo di indirizzo generale e di nomina
sia dei membri dellorgano decisionale di governo economico, sia dellorgano di controllo;
- un organo decisionale di governo economico, composto da una o poche persone con specifiche
competenze tecniche e manageriali che configura e indirizza lattivit della struttura organizzativa;
- un organo di controllo che verifica loperato dellorgano decisionale.
Il governo economico deve ispirarsi ad alcuni principi generali tra cui vi sono:
- il principio di economicit (o vita duratura economica), ossia la capacit dellistituto di svolgersi in
autonomia economica, senza il ricorso sistematico a coperture di perdite da parte di altre economie.
- il principio del contemperamento degli interessi, ossia ladozione di strutture e processi, e soprattutto di
atteggiamenti e comportamenti, ispirati alla logica della partecipazione e del confronto.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- il governo esercitato da insiemi di persone che non rappresentano lintero soggetto economico, ma solo
una parte di esso (azionisti di controllo trascurando quelli di minoranza);
- il governo esercitato da insiemi di persone che non fanno parte del soggetto economico (esponenti
politici che vogliono interferire nelle strategie di unimpresa).
4.4.3. LASSETTO DI GOVERNO DELLO STATO
Lo Stato si articola in complesse strutture di istituti pubblici, tra cui hanno particolare rilievo le articolazioni
territoriali: Stato, regioni, province e comuni. Lordine economico di tali istituti definito azienda composta
pubblica.
Sono membri dellistituto e portatori di interessi istituzionali tutti i cittadini membri dello Stato, sono
membri del soggetto economico tutti i membri della collettivit e coloro che prestano lavoro nelle aziende
composte pubbliche.
I fini economici istituzionali delle aziende composte pubbliche sono: il soddisfacimento dei bisogni pubblici di
tutti i membri della collettivit e la rimunerazione del lavoro dei prestatori di lavoro.
Il governo economico si esercita in via indiretta per mezzo di organi collegiali i cui membri sono scelti tramite
elezione (ruolo politico). La distinzione e lintegrazione di ruoli politici e ruoli economici si attua sia a livello di
una struttura complessiva dellamministrazione pubblica sia a livello di singoli istituti dellamministrazione
pubblica.
4.4.4. LASSETTO DI GOVERNO DEGLI ISTITUTI NON-PROFIT
Negli istituti non-profit il soggetto distituto pu far capo a tre categorie di soggetti: gli associati delle
associazioni chiuse ed aperte, i donatori privati e pubblici e i prestatori di lavoro.
Sono interessi istituzionali economici sia le attese di soddisfacimento dei bisogni comuni degli associati sia le
attese di rimunerazione dei prestatori di lavoro non volontario, mentre sono interessi istituzionali non
economici quelli dei donatori.
In definitiva, negli istituti non-profit, linsieme delle persone che compone il soggetto distituto pu essere
notevolmente diverso, ovvero molto pi ampio, rispetto a quello che compone il soggetto economico.
LECONOMICIT
5.1. LECONOMICIT COME PRINCIPIO E OBIETTIVO
5.1.1. LEQUILIBRIO ISTITUZIONALE E LEQUILIBRIO ECONOMICO
Leconomicit o equilibrio economico di un istituto una delle condizioni fondamentali dellequilibrio
istituzionale.
Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri del soggetto di istituto:
- condividono i valori e gli obiettivi che ispirano la vita dellistituto, le sue strutture, le modalit di governo e
le logiche organizzative.
- ricevono ricompense e benefici giudicati equi rispetto ai contributi forniti.
Lequilibrio istituzionale un equilibrio di lungo periodo ed caratterizzato da:
- durabilit: le persone che partecipano alla vita degli istituti si attendono che listituto perduri nel tempo e
gli istituti nel tempo accumulano patrimoni di relazioni e di competenze che sono relativamente
indipendenti dalle persone.
- autonomia: la libert di scegliere i propri fini e le proprie modalit di governo, senza sottostare alla volont
di altri istituti fatte salve le norme di legge e le gerarchie interaziendali concordate al momento della
formazione di un aggregato interaziendale.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Si ha equilibrio economico, ossia economicit, quando listituto nel suo insieme in grado di attrarre risorse
sufficienti per remunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le proprie
combinazioni economiche (operare senza produrre perdite).
Lequilibrio istituzionale e lequilibrio economico sono interconnessi, ma non sincroni.
In quanto condizione di vita degli istituti di ogni ordine, leconomicit contemporaneamente un principio e
un obiettivo fondamentale di buon governo degli istituti.
5.1.2. DURABILIT E AUTONOMIA
I caratteri di durabilit e autonomia degli istituti si riflettono sul concetto di azienda e sulleconomicit.
Lazienda, ordine economico di istituto, deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da
consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. Lazienda, infatti, essendo rivolta a soddisfare le
finalit economiche, strumentali per il perseguimento dei fini generali di istituto, le pu considerare solo in
unottica di lungo periodo.
La continuit e lo sviluppo di un istituto hanno un valore non solo per i suoi membri attuali, ma anche per i
suoi membri potenziali futuri e per la collettivit generale.
Per quanto riguarda lautonomia, si verifica quando unazienda non ricorre sistematicamente a interventi di
sostegno o di copertura delle perdite da parte di altri istituti.
Le coperture di perdite e gli interventi di sostegno realizzati anche per via indiretta (esenzione fiscale,
manovre di debito pubblico, protezioni), sono tutte soluzioni precarie, provvisorie.
5.1.3. I FINI E LE CONDIZIONI DI SVOLGIMENTO DELLE AZIENDE
Il principio di economicit si declina in due forme complementari:
a. come perseguimento di fini economici istituzionali:
- imprese: rimunerazioni monetarie e di altra specie per i prestatori di lavoro e per i conferenti di capitale di
rischio.
- famiglie: appagamento dei bisogni delle persone che le compongono.
- Stato: appagamento dei bisogni di beni pubblici dei cittadini e remunerazione dei prestatori di lavoro.
- istituti non-profit: appagamento dei bisogni di varie categorie di associati e fruitori e remunerazione dei
prestatori di lavoro.
b. come rispetto simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dellattivit economica:
nelle imprese tale principio si declina in quattro condizioni fondamentali da rispettare: lequilibrio
reddituale, lefficienza e la flessibilit, la congruit delle remunerazioni e lequilibrio monetario.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Nella azienda familiare, leconomicit viene conseguita se la produzione di redditi da lavoro e da gestione
patrimoniale (al netto dei tributi da corrispondere allo Stato) consente i consumi in misura adeguata alla
posizione sociale e al progresso del tenore di vita della famiglia. Questa produzione di redditi dovrebbe
anche generare un risparmio in grado di alimentare un conveniente patrimonio.
Lequilibrio monetario pu giocare un ruolo importante, anche se si risolve molto spesso con la creazione di
un fondo di mezzi liquidi sufficiente a fronteggiare le uscite monetarie concentrate in dati periodi dellanno.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Queste macrovariabili sono collegate tra loro da forti relazioni di complementariet e interdipendenza
(coerenza interna):
- ogni configurazione complessiva ha una propria coerenza interna;
- la variazione di una macrovariabile produce effetti sulle altre componenti del modello;
- ogni intervento di riprogettazione di una macrovariabile pu richiedere adattamenti nelle altre componenti
per assicurare nuova coerenza.
Inoltre le cinque macrovariabili sono fortemente influenzate dallambiente nel quale lazienda opera
(coerenza esterna).
9.1.3. LUNITARIET DEGLI ISTITUTI E DEL LORO GOVERNO
Ogni istituto una realt unitaria e unitario deve essere il suo governo economico (principio della unitariet
del governo economico) e tutte le sue decisioni devono far parte di un disegno unitario e coerente.
Lunitariet del governo economico realizzata con la formulazione e la realizzazione di una strategia
aziendale (unifica le politiche delle singole aree funzionali e collega le competenze distintive dellimpresa
con le caratteristiche del suo ambiente di riferimento).
La strategia aziendale si compone di due elementi fondamentali:
- lorientamento strategico di fondo (OSF): linsieme di idee-guida, di valori e di atteggiamenti che
definiscono lidentit, effettiva o ricercata, dellimpresa e che riguardano che cosa questa fa, perch lo fa e
come lo fa.
- gli indirizzi strategici in cui lOSF si concretizza: sono rappresentati da scelte strategiche che definiscono in
quali arene competitive lazienda intende operare e in che modo intende affrontare la concorrenza, come
intende gestire gli attori istituzionali, quali decisioni strategiche prender a livello finanziario, tecnologico, di
marketing
9.1.4. LUNITARIET DELLE COMBINAZIONI ECONOMICHE
I caratteri di unitariet delle combinazioni economiche sono:
- complementariet: il fattore di unitariet pi diffuso e si manifesta tra i fattori produttivi e tra gli insiemi
di operazioni. Queste relazioni devono essere gestite in modo tale da garantire che i vari elementi
comlementari si presentino nei tempi, nei volumi e nelle quantit adeguate ad attuare le combinazioni
economiche dellistituto.
- fungibilit: si manifesta tra differenti fattori produttivi e differenti classi di operazioni.
- comunanza: uno stesso fattore di produzione o un insieme di operazioni pu concorrere ad ottenere pi
risultati. Alle risorse e ai processi comuni corripondono costi comuni da attribuire per quote ai risultati a cui
contribuiscono.
- congiunzione: quando da uno stesso processo produttivo escono contemporaneamente e necessariamente
pi risultati, detti risultati congiunti.
- uniformit: si parla di uniformit dei fattori di produzione, dei processi produttivi e dei prodotti. Si
manifesta nei fenomeni di:
a. standardizzazione: lelemento pi evidente della produzione di massa e lo snodo principale del passaggio
dalle produzioni artigianali a quelle industriali.
b. uniformazione: quando la standardizzazione non riguarda pi una singola azienda, ma tutte le aziende che
adottano quindi standard comuni per svolgere certe attivit.
c. modularit: la progettazione di componenti (moduli) che possono concorre alla produzione di differenti
prodotti complessi.
- interdipendenza: si verifica tra le unit che compongono lazienda (organi e persone). Analizza in termini
organizzativi i precedenti caratteri di unitariet delle combinazioni economiche.
Tanto pi forti sono questi caratteri, tanto pi elevata sar linterdipendenza tra unit, ossia lesigenza che
ciascuna unit adatti i propri comportamenti a quelli delle altre unit.
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Primo parziale
- specificit delle risorse: quando uno o pi contraenti in una transazione devono sostenere dei costi pi o
meno rilevanti per cambiare interlocutore. Possono essere legati alla specificit del luogo e alla specificit
dei beni fisici e possono essere ridotti separando la propriet dei beni dal loro utilizzo.
- possibilit di comportamenti opportunistici o inadeguati
Questo modello afferma che il successo di una strategia competitiva dipende dalla consonanza di queste tre
macrovariabili.
Limpresa deve comprendere quali sono le attese dei clienti soprattutto quelle decisive per le scelte di
acquisto (fattori critici di successo) e qual lofferta dei concorrenti, deve configurare un SP che risponda alle
attese dei clienti e che abbia dei vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti, deve sviluppare strutture e
risorse che contengano delle competenze distintive in modo tale che difficilmente possano essere imitate e
che il prodotto sia efficace.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
I potenziali FCS possono essere diversi per differenti insiemi di clienti e per le varie classi di prodotti, bisogna
quindi analizzare specificatamente i vari segmenti del mercato. Alcuni FCS sono:
- la funzionalit tecnica continua e duratura dei prodotti;
- leconomicit del prezzo di acquisto iniziale e dei successivi costi duso;
- la flessibilit duso (svolgimento di pi funzioni);
- lintegrabilit e la compatibilit con altri beni complementari, la possibilit di personalizzazione;
- il soddisfacimento di bisogni di prestigio, di status, di ostentazione, di identificazione;
- lappagamento di bisogni estetici;
- lappagamento dei bisogni di solidariet e di salvaguardia dellambiente;
- laffidabilit, lunicit e la responsabilit della controparte;
- laccessibilit, comparabilit e sperimentabilit del prodotto in fase di acquisto.
I FCS possono essere collegati variamente agli elementi del sistema di prodotto, le aziende hanno a
disposizione leve molteplici in parte complementari, in parte fungibili.
I FCS possono differire anche profondamente e combinarsi diversamente a seconda del mercato e del
settore di attivit economica.
I FCS si evolvono nel tempo, al mutare dei bisogni, del contesto sociale, delle strategie competitive poste in
essere dalle aziende.
Qualunque SP si pu ritenere superiore alla concorrenza nel momento in cui il suo vantaggio competitivo
riconosciuto e accettato come tale dal mercato, coerente con i suoi FCS.
bisogna quindi conoscere bene il mercato di sbocco, i suoi confini e i clienti e le loro esigenze.
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Primo parziale
- propriet geometriche dei contenitori: per le condizioni di produzione del tipo contenitori si producono
economie legate alle propriet geometriche, infatti quando la CP legata al volume il suo aumento si
sviluppa con indicatori di potenza 3, mentre quando la CP legata alla superficie quadrata si sviluppa con
potenza 2.
- maggior efficienza degli impianti di maggiori dimensioni: allaumentare della potenza istallata alcuni
impianti migliorano la propria efficienza.
- minori costi unitari di acquisto: se aumenta la CP, limpresa aumenta il volume di input acquistati e ottiene
perci migliori condizioni nei prezzi di acquisto, derivanti da una maggiore forza contrattuale.
11.2.4. ECONOMIE DI SATURAZIONE DELLA CAPACIT PRODUTTIVA
I costi dellazienda si dividono in costi fissi, quando non variano al variare dei volumi di produzione per un
dato intervallo, e costi variabili, quando variano al variare dei volumi di produzione.
Le economie di saturazione della capacit determinano riduzioni di costo medio unitario allaumentare dello
sfruttamento della capacit produttiva, e sono maggiori quanto maggiore il peso dei costi fissi sul totale.
Ci significa che allaumentare del grado di sfruttamento della capacit produttiva, il costo fisso ripartito su
un numero maggiore di output e questo determina una riduzione del costo medio unitario.
N.B.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- semplificazioni dei prodotti e dei processi: si possono semplificare i processi e i prodotti in modo da
ottenere costi pi bassi e prodotti migliori.
Le economie di apprendimento sono tanto maggiori quanto maggiori sono la capacit produttiva istallata e il
tasso di saturazione della stessa.
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
- costi fissi: sono i costi che non risultano direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e di
vendita (manodopera diretta e indiretta, pubblicit, consulenze legali e amministrative, manutenzioni, affitti
e quote di ammortamento). Lanalisi costi-volumi-risultati assume lipotesi semplificatrice che i costi fissi
rimangano invariati, qualsiasi sia il volume realizzato, in realt anche i costi fissi tengono ad aumentare di
fronte ad aumenti di consistenti dei volumi (che richiedono aumenti di CP).
I costi fissi di gestione caratteristica si dividono in:
a. costi fissi di struttura: sono costi fissi strettamente connessi alle CP in essere dellazienda in un certo
momento (costi del lavoro e costi non proporzionali ai volumi connessi alle attivit di trasformazione tecnica,
di vendita e di amministrazione). Ridurre questi costi significa ridurre la CP, ossia i volumi di vendita e di
produzione realizzabili in un breve periodo.
b. costi fissi di sviluppo: sono i costi che sono fissi in quanto non variano direttamente al variare dei volumi di
produzione e di vendita, non dipendono direttamente dalla CP ma sono destinati a sostenere lattivit
corrente e a porre le condizioni per lo sviluppo futuro dellazienda (costi di ricerca e sviluppo, formazione del
personale, marketing). Questi possono essere variati pi facilmente dei costi di struttura.
11.5.4. I COSTI TOTALI E I COSTI UNITARI
Sommando i costi fissi e i costi variabili si ottengono i costi totali di gestione caratteristica. La retta dei costi
totali ha un punto di minimo pari allammontare dei costi fissi e linclinazione della retta dei costi variabili.
CT/Q = CTu
Allaumentare dei volumi, i costi variabili totali aumentano mentre i costi fissi non variano.
Allaumentare dei volumi, i costi variabili unitari non variano, mentre diminuisce la quota unitaria dei costi
fissi e quindi il costo totale unitario, in quanto lammontare dei costi fissi viene suddiviso su un numero
sempre pi elevato di unit prodotte.
11.5.5. IL PUNTO DI PAREGGIO IN VOLUMI
Il punto di pareggio lammontare di vendite che consente di coprire tutti i costi aziendali (inteso sia come
numero di pezzi da produrre e vendere per andare a pareggio: punto di pareggio in volumi, sia come
fatturato da conseguire per andare a pareggio: punto di pareggio in fatturato).
Il punto di pareggio lammontare di vendite che consente di coprire tutti i costi di gestione caratteristica:
R = CT
R = CV + CF
Ru x QP = CVu x QP + CF
QP = CF / Ru Cvu
Q = CF / MDCu
La differenza fra i ricavi unitari e i costi variabili unitari viene comunemente denominata margine di
contribuzione unitario (MDCu).
Il punto di pareggio il punto in cui la retta dei costi totali incrocia la retta dei ricavi e la distanza tra le due
rette rappresenta il reddito operativo (negativo a sinistra, positivo a destra).
11.5.6. IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE E IL PUNTO DI PAREGGIO
Il margine di contribuzione totale (MDC) dato dalla differenza tra ricavi e costi variabili totali MDC = RCV
ed il contributo che la vendita di ogni unit di bene prodotta e venduta porta alla copertura dei costi fissi di
gestione caratteristica e di formazione del reddito operativo, che a sua volta servir a coprire i costi finanziari
fiscali e a formare lutile netto. (vedi margine di contribuzione %)
11.5.7. LANALISI DEL GRADO DI RISCHIO OPERATIVO
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DISPENSA DI AZIENDALE
Primo parziale
Il rischio operativo di unazienda espresso dalla probabilit pi o meno elevata di subire risultati reddituali
particolarmente negativi o positivi, in relazione al fluttuare dei volumi di produzione e di vendita.
Questo legato al livello del punto di pareggio e al grado di elasticit operativa.
Lelasticit operativa di unazienda (rappresentata dallampiezza della forbice tra ricavi e costi totali prima e
dopo il punto di pareggio) legata allincidenza di costi variabili sui ricavi; maggiore tale incidenza pi
stretta sar la forbice, infatti se aumentano i volumi aumentano anche i costi variabili aumentano, e ci sar
meno margine per coprire i costi fissi.
- le aziende che hanno una struttura dei costi rigida (forbice ampia) reagiscono male a eventuali riduzioni nei
volumi in quanto hanno possibilit limitate di comprimere i costi (se per aumentano i volumi, i costi
aumentano in misura contenuta, grande vantaggio).
- le aziende che hanno una struttura dei costi flessibile (forbice stretta) non risentono in modo pesante di
eventuali riduzioni nei volumi in quanto sono in grado di comprimere i costi
I due elementi del rischio operativo sono legati, in quanto esiste una correlazione negativa tra i costi fissi e i
costi variabili (aumentando i costi fissi si pu ridurre lincidenza dei costi variabili sui ricavi).
11.5.8. IL PUNTO DI EQUILIBRIO REDDITUALE
Si pu determinare il volume di vendite che consente sia di coprire tutti i costi sia di ottenere un utile netto
soddisfacente, ovvero di ottenere lequilibrio reddituale.
11.5.9. LANALISI DEGLI SCOSTAMENTI
Il modello costi-volumi-risultati pu essere utilizzato per rappresentare i programmi di unimpresa riferiti ad
un certo periodo di tempo: limpresa ipotizza un certo prezzo e un certo volume di vendita, ma a fine anno il
ROGC sar inevitabilmente differente rispetto a quello programmato.
Limpresa deve quindi essere in grado di calcolare lo scostamento tra il ROGC programmato e quello
effettivo (considerando soprattutto i volumi, i costi fissi, i costi variabili unitari e i ricavi unitari).
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DISPENSA DI AZIENDALE
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