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Sostenibilita Un Dialogo Tra Scienza e Democrazia PDF
Sostenibilita Un Dialogo Tra Scienza e Democrazia PDF
quali i disastri di
Chernobyl e Bhopal.
imprevedibili
non
2.
Lapertura
democratica
europea:
il
Principio
di
Precauzione
Una prima presa datto delleffettiva mancanza di piena conoscenza
nella quale la politica si trova a decidere in materia di problemi socioambientali costituita dallenunciazione, nella Dichiarazione di Rio su
Ambiente e Sviluppo del 1992, del Principio Precauzionale. Nel Principio 15
si legge:
Laddove vi siano minacce di danni seri o irreversibili, la
mancanza di unassoluta certezza scientifica non dovr
essere usata come motivo per ritardare il ricorso a misure
economicamente
efficaci
per
la
prevenzione
del
di
produrre
una
conoscenza
certa
ed
esaustiva
qualora
Commission, 2000).
2.1 I limiti del Principio di Precauzione
Se da un lato il modello precauzionale rappresenta quindi un
sostanziale passo avanti rispetto allideale moderno, perch in esso si
prende atto dellincertezza, daltro lato, il carattere privilegiato della
conoscenza scientifica non messo in discussione: la mancanza di piena
conoscenza viene intesa come unincertezza tecnica, ovvero come una
condizione
transitoria,
da
attribuire
una
temporanea
difficolt
della paura del filosofo tedesco Hans Jonas (Jonas 1985). Secondo tale
prospettiva, quando ci si confronta con una mancanza di piena conoscenza,
la scienza Post-
Normale
degli anni novanta lelaborazione, da parte di due esperti di politiche
della scienza, Silvio Funtowicz e Jerome Ravetz, di un nuovo modello
decisionale a partecipazione estesa nel quale si ridiscute il rapporto tra
scienza, politica e societ: il cosiddetto modello post-normale (Funtowicz e
Ravetz 1993). Punto di partenza della loro riflessione la presa datto che
nella maggioranza delle questioni socio-ambientali attuali, i fatti sono incerti, i
valori in gioco sono in contrasto, le decisioni sono urgenti, la posta in gioco
elevata. Non solo, ma la complessit generata da un accoppiamento
sempre pi significativo tra sistemi naturali e sistemi sociali tale che
lincertezza radicale, ovvero non riducibile, n tanto meno eliminabile,
cos come ineludibile il contrasto tra posizioni valoriali distinte, che possono
essere supportate da pluralit di prospettive legittime, tra loro
incommensurabili.
di
controllo
pubblico
della
qualit
della
conoscenza
della
tecnologia
ad
alta
potenza,
la
consapevolezza
Si veda a tal proposito, larticolo di Jacque Testart sulla rivista Le Monde diplomatique
disponibile alindirizzo: http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Febbraio2005/pagina.php?cosa=0502lm20.01.html&titolo=L%27intelligenza%20scientifica%20e
%20la%20democrazia%20partecipativa
Si veda a tal proposito lInuit Climate Impact Assessement, linteressante intervista alla loro
pratiche
democratiche
in
senso
partecipativo.
Nello
scenario
della
parole,
di
aumentare
la
capacit
di
riflettere
collettivamente
accettabile,
disegnano
impongono
scientifica
un
tipo
privilegiato
di
conoscenza,
chimica,
le
quali
continuano
ad
essere
basate
sullipotesi
4.3.1 Inquadramento
Linquadramento (framing), si riferisce alla necessit di adottare delle
procedure sistematiche per valutare e discutere le assunzioni iniziali
sulla base delle quali sono prodotte le valutazioni dei modelli numerici
previsionali. Una rielaborazione del valore cognitivo e predittivo dei modelli di
simulazione stata proposta dal filosofo Jerome Ravtez in relazione ad una
serie di sperimentazioni sul cambiamento climatico basate su focus
4.3.2 Vulnerabilit
come
lente
privilegiata
implica
una
classificazione
basata
4.3.3 Distribuzione
La distribuzione (distribution) si riferisce al fatto che i dibattiti etici e
politici sulle questioni socio-ambientali sono troppo spesso confinati nellarea
limitata dei rischi e lasciano da parte la questione dellequit ed i
4
Letale per il sistema nervoso degli insetti, il DDT in grado di depositarsi negli organismi
complessi attraverso la catena alimentare, di accumularsi in quantit attraverso un fenomeno
noto come bio-amplificazione, e di rimanervi per lungo tempo, interferendo con il sistema
endocrino e riproduttivo e favorendo alcuni tipi di cancro. Nella Convenzione di Stoccolma,
ratificata nel 2001 da 149 paesi ed entrata in vigore nel 2004, il DDT stato inserito nella
lista dei dodici inquinanti organici persistenti (Persistant Organic Pollutants POP) da
eliminare. Fra gli anni settanta e gli anni ottanta il bando si estende a tutti i paesi europei:
iniziano Norvegia e Svezia nel 1970 e termina il Regno Unito nel 1984. In Italia introdotto
nel 1972. Lutilizzo del pesticida resta confinato al controllo vettoriale antimalarico, fintanto
che non si sviluppino metodi di controllo integrato adeguati.
5
Si veda a tal proposito larticolo sul New York Times del settembre 2006: Dugger C. W.,
WHO supports wider use of DDT vs. malaria.
learning) implica una discussione aperta sulle assunzioni insite nel che cosa
deve essere appreso e perch. Come abbiamo visto, la tecnoscienza ad
alta potenza sperimentata direttamente sui sistemi socio-ambientali del
pianeta ed imparare dallesperienza una procedura piuttosto differente
rispetto ad apprendere da un esperimento. In particolare, come mette
in evidenza Jasanoff, lesperienza polisemica ed dunque interpretabile
intrinsecamente in molti modi diversi, attraverso una molteplicit di
immaginari e narrazioni. In questa visione, scienziati, politici e la societ civile
sono chiamati ad impegnarsi in un processo di riflessione sugli eventi
passati e sulle possibilit future attraverso lo sviluppo di un pensiero
sistemico - ovvero relazionale - ed il recupero del potenziale creativo
individuale e collettivo. Gli immaginari e le narrazioni dominanti, che
informano lapprendimento da un lato ed i processi della conoscenza e
dellimmaginazione dallaltro, devono essere esplicitati e integrati con una
pluralit di approcci, metodologie, linguaggi e schemi interpretativi elaborati e
6
Per dettagli in merito, si veda il documento sul tema Terra come oggetto politico.
questione
del
cambiamento
climatico
quello
del
progetto
LA SOSTENIBILIT SOCIO-AMBIENTALE
Indice
1 Lo sviluppo contraddizioni e controversie
2 Lo sviluppo sostenibile nascita di un termine
3 La gestione delle risorse Le conferenze mondiali
3.1 La conferenza di Stoccolma (1972)
sviluppo
sostenibile,
Brundtland,
efficienza
lintegrit
dellecosistema,
vista
come
conservazione
della
problematica:
si
afferma
la
questione
del
ad
ambiente
sviluppo.
Erano
ancora
predominanti
le
2)
3)
4)
strumenti dattuazione.
4. La sostenibilit socio-ambientale
TAG: sostenibilit
Ad oggi il concetto di sviluppo sostenibile, emerso in tutta la sua
controversia, stato superato e sostituito dal concetto di sostenibilit
socio-ambientale. Ci per il fatto che le argomentazioni gi descritte, quali
la scarsit delle risorse, la perdita di biodiversit, le profonde disuguaglianze
sociali hanno dimostrato la contraddizione esistente tra il termine
sviluppo ed il termine sostenibile. Si preferisce quindi descrivere la
problematica in un'accezione pi ampia che trascuri laspetto di sviluppo per
concentrarsi invece sugli ambiti cui si accennava precedentemente.
Da tali principi discendono ambiti differenti di applicazione del
concetto di sostenibilit, che possono trovare una loro giusta collocazione
esclusivamente in una rappresentazione interdisciplinare e fortemente
interconnessa della realt. Cos, quindi, la sostenibilit economica
potrebbe essere rappresentata da investimenti pubblici e privati atti a
garantire il mantenimento di una stabilit fra gli input e gli output dei sistemi
viventi e sostenere una resa del capitale naturale (per esempio se abbiamo
dei soldi in banca e vogliamo conservarli nel tempo, dobbiamo basare le
nostre spese esclusivamente sugli interessi che la banca ci d o sulle nostre
entrate annue, senza andare ad intaccare il capitale di base), e la
di
rifiuti
ed
inquinanti,
dovrebbe
puntare
ad
una
ci,
come
detto
sopra.,
emerge
il
fortissimo carattere
Indice
1. Le origini dellipotesi Gaia
1.1 Dallipotesi alla teoria: la Terra come unico organismo vivente
2. Gaia nel tempo e nello spazio
2.1 Stabilit e biodiversit
scientifiche.
Tale
teoria
offre
una
nuova
prospettiva
1.1
e di atmosfera. Di particolare
autoregolarsi. Questa , infatti, una delle propriet degli esseri viventi. Cos
come gli animali a sangue caldo, anche la Terra in grado di mantenere
costante (entro certi limiti) la propria temperatura. E cos come fanno
tutti gli organismi viventi, tra cui quelli pi piccoli come i batteri, anche la
Terra rinnova e riequilibra i costituenti chimici che la compongono. I
suoli, i mari e latmosfera si scambiano continuamente atomi e molecole.
Questo scambio inevitabile dal momento che gli ecosistemi che
costituiscono Gaia hanno a disposizione soltanto una quantit limitata
di elementi chimici (dallesterno provengono solo trascurabili contributi con
le meteoriti). La vita prevede quindi un continuo riciclo di tali elementi
essenziali. Gi nel corso della nostra esistenza, gli atomi che compongono le
singole parti del corpo lo fanno per un periodo limitato prima di essere
eliminati e rimpiazzati attraverso i processi di nutrizione, eliminazione e
respirazione. A livello globale questo movimento chimico viene
descritto con limpiego di quelli che vengono definiti i cicli
biogeochimici. Tali cicli coinvolgono sia le componenti organiche che quelle
inorganiche degli ecosistemi e sono caratterizzati da tempi geologici.
Tra questi ci sono il ciclo dellazoto, dellossigeno, dello zolfo, ecc. La
conoscenza del ciclo del carbonio oggi di particolare rilevanza perch
quello che ci permette di descrivere la formazione dei giacimenti di
combustibili fossili e il rilascio di anidride carbonica nellatmosfera. Ad ogni
modo, gli studi ci dimostrano che tutti i cicli biogeochimici sono in intima
relazione tra loro e, quindi, che una pi corretta conoscenza dei fenomeni a
loro legati sia perseguibile soltanto in seguito a unapproccio sistemico, per il
quale la teoria di Gaia risulta appunto particolarmente utile.
scelte (etiche e politiche). Gli studi dei paleontologi ci dimostrano che i fossili
dei primi elementari esseri viventi risalgono a circa 3,5-4 miliardi di anni fa.
Questa , al momento, let che possiamo attribuire a Gaia. In realt,
il pianeta esisteva gi da tempo. I dati a disposizione oggi fanno risalire la
formazione della Terra a 4,5 miliardi di anni fa, mentre quella del Big Bang
(teoria attualmente pi accreditata sulla formazione dellintero Universo) a
circa 13 miliardi di anni fa. Sappiamo che esistono miriadi di galassie e che
ciascuna costituita da miriadi di sistemi solari che contengono diversi pianeti.
Non sappiamo al momento se esistano altri pianeti viventi oltre al nostro.
Quello che si pu affermare che, in ogni caso, la vita ha fatto la sua
comparsa quando le condizioni chimico-fisiche del nostro pianeta lo
hanno permesso. Da questo punto in avanti partito un inesorabile
processo di evoluzione che, in seguito alle continue interazioni e mutue
trasformazioni tra organismi viventi e contesto ambientale, ha prodotto
lenorme variet biologica e di habitat che oggi osserviamo.
riversare
nellatmosfera
lossigeno
molecolare.
Questa
sostanza
proporre uninterpetazione
coinvolta
(soprattutto
nella
seconda
transizione)
quella
CONTABILIT AMBIENTALE
Indice
1. Il Nostro peso sulla Terra
1.1 Il metabolismo socio-economico
gli
impatti
ambientali
saranno
di
tipo
diretto
di anti-parassitari utilizzati).
E poi ci saranno impatti di tipo economico dipendenti dalle scelte
produttive fatte (uso di agricoltura intensiva ed industrializzata ovvero
coltivazioni biologiche), di tipo sociale (considerazione dellagricoltura nella
scala sociale, condizione dei lavoratori, immigrazione e lavoro nero).
Tutto ci permette di considerare il forte peso delle scelte che ognuno di
noi pu compiere, in grado di condizionare e determinare, pur se in piccola
maniera, lintero sistema descritto.
La contabilit ambientale, che andremo a descrivere, permette di
focalizzare lattenzione su alcuni di questi aspetti, quelli di carattere
maggiormente tecnico/ambientale.
altro
sistema
hanno
necessit
di
strumenti
sufficientemente
1.2.1 Il PIL
Il principale indicatore di tipo economico sicuramente il Prodotto Interno
Lordo (P.I.L.), ossia il valore complessivo dei beni e servizi prodotti
all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) e
destinati ad usi finali (Fonte: Wikipedia). E un indicatore chiaramente
economico che unisce sotto di s beni e servizi anche molto differenti:
infatti descrive le automobili e le spese per ambulanze e carri attrezzi per gli
incidenti sulle vie di circolazione, la protezione dellambiente e le spese per gli
interventi di protezione civile in caso di calamit. E significativo il caso della
situazione verificatasi a New Orleans nel 2005, con il PIL in crescita ma in
conseguenza degli interventi di protezione civile successivi alla devastazione
delluragano Katrina e del doveroso sostegno dato alla popolazione colpita.
Comincia, proprio in conseguenza di ci, a diffondersi lidea che il PIL non sia
pi sufficiente a descrivere in maniera completa il benessere di una
nazione.
Questa ed altre ragioni sono alla base di uno studio voluto dal presidente
francese Sarkozy nel 2008 che aveva incaricato 3 studiosi (Stiglitz, Sen e
Fitoussi) di effettuare un'analisi della valenza del PIL e sulla necessit di
introdurre nuovi indicatori di benessere sociale. Il rapporto stato presentato
ad inizio del 2009 ed una forte requisitoria contro la rappresentativit del PIL
in questo senso. In tale rapporto sono presenti 12 raccomandazioni che
dovrebbero permettere di utilizzare il PIL in maniera migliore, e di avere
dati di maggiore interesse sul benessere nazionale.
la
realt
esistente
attraverso
la
semplificazione
indicatore
quantifica
lacqua
contenuta
allinterno
di
un
determinato sistema, sia di tipo diretto che indiretto. Possiamo fare questo
esempio per comprendere meglio: quando mangiamo un piatto di pasta
dobbiamo sicuramente tenere conto della quantit di acqua necessaria alla
cottura, raccolta in una pentola e fatta bollire. Ma dobbiamo anche
considerare il contenuto virtuale derivante da tutta lacqua utilizzata nel
ciclo produttivo industriale di produzione della pasta (lavorazione di farina e
acqua ed essiccamento successivo) e la quantit dacqua contenuta nel
grano che ci ha permesso di ottenere la farina di semola di grano duro
necessaria alla produzione della pasta. In unanalisi che proceda per successivi
retropassaggi quindi possibile conteggiare non soltanto lutilizzo
diretto che noi facciamo dellacqua per la cottura della nostra pasta, ma
tutto il quantitativo necessario per portare quella pasta proprio sui nostri
piatti.
il carico massimo esercitato dalla popolazione di una certa specie che un determinato territorio pu
sopportare senza compromettere la sua produttivit
9
linsieme dei servizi ecologici erogati dagli ecosistemi locali, stimata attraverso la quantificazione
dela superficie dei terreni ecologicamente produttivi che sono presenti alinterno della regione in esame
e segna la
BIBLIOGRAFIA
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1. Le citt oggi
1.1 La popolazione urbana: quali prospettive?
1.2 Una realt variegata: megalopoli e piccoli centri urbani
1.3 Citt e sostenibilit: quale relazione?
2. Il ruolo delle istituzioni internazionali
2.1 I primi passi
2.2 Un nuovo ruolo per la citt
3. Economia, ambiente e citt: quale relazione?
3.1 Un possibile scenario
3.2 La variabile tempo
3.3 La questione ambientale: scala locale o scala globale?
4. Il peso dei sistemi urbani
4.1 Il consumo delle risorse
4.2 La citt come sistema
4.3 Architettura e pianificazione: una nuova consapevolezza
5. La sfida: ambienti urbani per migliorare la qualit della vita
5.1 Un percorso verso la sostenibilit
5.2 Citt e qualit della vita: quali scenari?
5.3 Gli aspetti economici e sociali
5.4 La citt come sistema complesso
1. Le citt oggi10
ulteriormente
raggiungendo
il
60%
della
popolazione
I dati demografici riportati in questo paragrafo sono tratti da: United Nations
Population Division, World Urbanization Prospect 2005, New York, United Nations,
2006. United Nations Population Division, World urbanization prospects: the 2007
revision, New York, United Nations, 2008. United Nations Population Division,
Urban population, development and the environment 2007, New York, United
Nations, 2008. United Nations Human Settlements Programme, The Challenge of
Slum. Global Report on Human Settlements 2003, London, Earthscan Publications,
2003.
City Bridging the urban divide avr luogo a Rio de Janeiro nel marzo
2010 e riunir capi di governo, rappresentanti delle istituzioni locali ed
internazionali, delle organizzazioni non governative, professionisti, accademici,
giovani, e rappresentanti delle comunit che risiedono negli slum per
discutere sul futuro delle citt.
1992.
15
Millenium Ecosystem Assessment, Millenium Ecosystem Assessment, Washington,
Island Press, 2005.
la
rapidit
con
la
quale
si
stanno
realizzando
le
attualmente,
con
linformatizzazione
dei
processi,
16
della
richiesta
di
energia
materie
prime
con
disordinata
del
tessuto
urbano
che
consuma
terra
la
dispersione
sul
territorio
delle
funzioni
residenziali
tra
natura
citt,
le
risorse
offerte
dallecosistema
garantire efficaci ed equi sistemi di gestione dei beni comuni quali aria,
acqua, terra ed energia, indispensabili per la vita delluomo.
A questo proposito Herbert Girardet ha applicato il concetto dei
processi circolari presenti in natura al sistema urbano proponendo lidea di
metabolismo circolare.17 Il metabolismo lineare che caratterizza
attualmente le citt, e che trasforma le risorse in rifiuti da smaltire
attraverso processi complessi ed energivori, potrebbe, secondo Girardet,
essere trasformato in metabolismo circolare: levoluzione tecnologica e la
crescente consapevolezza sulle questioni ambientali forniscono alluomo gli
strumenti per riciclare i rifiuti derivati da acqua, cibo, carburante, e
materiali in modo da trasformarli nuovamente in risorse e operare in questo
modo la chiusura del ciclo vitale della citt.
Herbert Girardet, Cities People Planet, Chichester, John Wiley & Son, 2004.
tema della tutela del paesaggio18 e della definizione degli strumenti e delle
strategie pi adatte a preservarne gli equilibri e la qualit ambientale oggi al
centro di un ampio dibattito.
Concetti quali quello di Rete Ecologica Territoriale indicano la
consapevolezza della necessit di introdurre nei processi di pianificazione del
paesaggio i principi ecologici che governano la dinamica degli ecosistemi.
La progettazione di ampie porzioni di territorio viene realizzata, secondo
questo approccio, individuando le aree naturali e le reti ecologiche in
grado di sostenere la struttura dellecosistema naturale, e di consentire alla
vegetazione ed alla fauna di continuare ad assolvere alle proprie funzioni
vitali, anche quando il territorio destinato ad usi urbani. Si genera cos una
rete di spazi verdi che influisce positivamente sul controllo delle piene, sulla
qualit dellaria e dellacqua e sullofferta di servizi per il tempo libero e che
consente di regolamentare e controllare lo sviluppo di molte attivit umane ed
il loro impatto sul sistema ecologico di un determinato settore territoriale.19
18
tensioni
etniche,
reazioni
identitarie,
rottura
della
approccio
di
questo
tipo,
la
necessit
di
realizzare
processi
di
di
citt
condiviso,
promuovano
nuove
BIBLIOGRAFIA
Ascher F., 1995, Metapolis ou lavenir des villes, Paris, Odile Jacob.
28
forme
di