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550 Bruniana & Campanelliana

UNA NUOVA STORIA DEL MILLENARISMO E DEL MESSIANISMO


NELLA CULTURA MODERNA

Millenarianism and Messianism in Early Modem European Culture, Kluwer A

Publishers, Dordrecht-Boston-London 2001 (International Archives of


story of Ideas, 173-176), 4 voli.

Mentre rappresenta il risultato di una scholarship integrata a livello inter


e orientata in un orizzonte tematico, culturale e temporale molto ampi
nascimento al pieno Settecento, dall'occidente latino a quello ebraico e a
Mondo, dalla storia delle religioni a quella delle idee filosofiche, scienti
politiche) questo splendido set di quattro volumi2 costituisce anche la pie
zazione di un programma di ricerca delineato da Richard H. Popkin in n

articoli e poi nel suo volume The ThirdForce in seventeenth-century Thought (B

L'intento di quell'opera consisteva nel designare una sorta di terza via


tiva tra le opposte polarit di scetticismo e scienza: l'orizzonte profetico,
rio, escatologico che diede alle rivoluzioni del sapere moderno (rivoluzio
tifica, rivoluzione filosofica, rivoluzioni politiche e religiose) una prospe
una profondit di campo assai pi vaste di quel che possa apparire dai m
tati 'positivi' che costituiscono il nostro gruzzolo ereditario. L'idea fond
quegli studi di Popkin era che la modernit fosse erede non solo dei prog
lizzatisi in forma concreta, ma anche dei 'sogni', delle attese che pure l
accompagnato circondandoli di un alone mitico. E se vero (come disse
giganti di quell'epoca) che siamo fatti della materia di cui son fatti i so
consegue che tra i compiti dello storico vi quello di prendere sul serio e
in tutta loro concretezza anche le materie impalpabili di cui furono int
sogni millenaristici e profetici.
Nati da una serie di conferenze dirette da Popkin (che firma l'introd
generale) e promosse negli anni 1997-98 congiuntamente dal Center fo

and 18th Century Studies dell'UCLA (diretto da Peter Reill) e dalla

Andrews Clark Library di Los Angeles, gli studi qui raccolti segnano un
fondamentale nell'esplorazione di questo orizzonte culturale.

Gi il primo volume (Jewish Messianism in the Early Modem World, ed. b

Goldish and Richard H. Popkin) demarca alcune sostanziali novit di


zione rispetto ad approcci divenuti classici, come quello di Gershom Sch

dimostra lo stesso Popkin in uno dei contributi pi interessanti del volum


stian interests and concerns about Sabbatai Zevi, pp. 91-106): attravers
si dei primi resoconti inglesi francesi dell'avventura sabbatiana, resoc
quali si delineano i tratti della figura dell'impostore religioso destinati poi

2. Vol. I Jewish Messianism in the Early Modem World, ed. by M. D. Goldish

Popkin, pp. xiv-238; vol. II Catholic Millenarianism: from Savonarola to the Abb Grgo

K. A. Kottman, pp. xiv-108; vol. III The Millenarian Tum: Millenanan Contexts of

Politics and Everyday Anglo-American Life in the Seventeenth and Eighteenth Centuries, e

Force and R. H. Popkin, pp. xiv-190; vol. IV Continental Millenanans: Protestants, Cat

Heretics, ed. byj. Chr. Laursen and R. H. Popkin, pp. xiv-126.

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Recensioni

alla

fine

551

del

Seice

nel
Seicento
circ
na,
secondo
la
qu
te
da
ambienti
e
millenaristico
cr
guardarono
testi
di
questo
primo
no,
come
stretta
Allison
P.
Goude
pp.
107-124),
ch
roth
(autore
dell

concezione scholemiana della storia culturale ebraica come involucro autosuffi

ciente e in particolare la storia della vicenda messianica come sequenza di rotture


catastrofiche che avrebbero condotto dall'entusiasmo fervente al suo opposto
polare, il secolarismo e l'indifferenza religiosa. A questa veduta 'internalista' A. P.
Coudert ne contrappone una pi globale, volta a reintegrare la storia ebraica
moderna in quella pi vasta europea, secondo una tendenza degli studi gi avan
zata dajonathan Israel, ma applicata con successo alla storia culturale dallo stes
' so Popkin, da Katz, Ruderman, van der Wall e Matt Goldish, fra gli altri. Pi che
la secolarizzazione, il risultato fecondo di questo interplay furono l'ideale di tolle
ranza e quello di progresso: per alcuni cristiani ed ebrei, il fallimento dei sogni
apocalittici apr la via ad una nuova e pi ottimistica visione dell'uomo e del suo
potenziale di miglioramento per s e per il mondo, una concezione che in molti
casi li port ad abbandonare il concetto della caduta della natura umana, dell'in
ferno eterno e di un mondo irrimediabilmente corrotto. Fondandosi sui lavori di

David Ruderman, Coudert indica (nell'alchimia in particolare) alcune direzioni


di ricerca che potrebbero ulteriormente convalidare l'assunto secondo il quale
non vi sarebbe intrinseco conflitto tra Kabbalah e scienza. Il complesso percorso
culturale delle conversioni (oggetto degli articoli di Matt Goldish, Patterns in
Converso Messianism, pp. 41-64, ma anche di E. Carlebach) invece al centro
dell'articolo di Elliot Wolfson, dedicato alla figura e all'opera di Johann Kemper.
E significativo che il pensiero di questo cabalista convertito al cristianesimo nel
l'Uppsala del primo Settecento si presti ad una duplice, ambigua lettura, tipica
degli ambienti marrani: alla superficie il suo intento era quello di convincere sia
gli ebrei che i cristiani che la classica letteratura rabbinica e cabalistica contenesse
allusioni ai segreti del cristianesimo (come la Trinit la missione messianica del
Cristo), ma da un altro punto di vista, pi segreto, egli puntava piuttosto a mo
strare che la stessa tradizione legalistica ebraica ricomprendeva i misteri del cri
stianesimo. Oltrepassare la legge anche il compimento escatologico della leg
ge, proprio perch la legge contiene al suo interno l'impulso a superare i confini
che devono essere varcati.

Al messianismo cattolico (da Savonarola all'abb Grgoire) dedicato il se


condo volume, curato da Karl A. Kottman: il tomo pu essere letto come una
storia delle esegesi fornite dalla chiesa di Roma al capitolo 20 dell'Apocalisse, ove
si delineano le basi scritturali della dottrina del regno millenario che precede la
lotta finale con l'Anticristo e la venuta del giudizio finale. La chiara sintesi storica
di B. McGinn (Forms of catholic millenarianism: a brief overview, pp. 1-13)

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552 Bruniana & Campanelliana

precede infatti una serie di contributi ana


Savonarola e il cardinal Ximenes (Popkin
Lapide (magistrale lo studio di J.-R. Arm
Lapide and the interprtation of Rvlat
Apocalisse 20, 2-8 da parte di questo gran
to tutta la Bibbia, ad eccezione del libro
suo rifiuto delle tesi protestanti sull'Ant
ster). Accanto a questi nuclei tematici, alt

ve direzioni: il caso dello studio di R. Hermon-Belot che ci mostra un abb

Grgoire assai interessato, nella sua fase finale, post-rivoluzionaria, alla storia del
millenarismo (con una particolare insistenza sul tema della conversione degli ebrei)
e all'esegesi figurale tipica del movimento giansenista. L'articolo di Jos Maia
Neto (Vieira's epistemology of history, pp. 79-89) offre uno squarcio affasci
nante sul pensiero politico, religioso e storico di questo gesuita portoghese (nato
nel 1608) che vide nell'impero lusitano la quinta monarchia millenaria che avreb
be abbracciato l'intero mondo, realizzando cos una delle decisive profezie sugli
ultimi tempi. E soprattutto al suo singolare tentativo di elaborare una historia do
futuro che il saggio di Maia Neto dedicato. Il tentativo di applicare le procedu
re controllate dello storico al contenuto suggestivo delle profezie produce un sin
golare intreccio di considerazioni razionali e di ispirazione religiose, intreccio in
cui rivivono tutte le aporie del pirronismo storico, portate all'ennesima potenza.
La naivet con cui Vieira passa circolarmente dall'interpretazione dei fatti (assunti
come verifica delle profezie) all'interpretazione delle medesime (interpretazioni
che a loro volta potrebbero essere differenti a seconda dei fatti cui vengono rap
portate) non sminuisce l'interesse di questa figura, posta singolarmente sul crinale
tra riflessione epistemologica (sia pure di una scienza incerta al massimo, come
quella del passato e del futuro) e attese escatologiche.
Con il terzo volume (curato daj. Force e R. H. Popkin) l'ambiente inglese e il
rapporto con la nuova scienza sono al centro dell'attenzione. Nell'impossibilit di
dar conto di tutti i contributi, converr anche in questo caso segnalare piuttosto le
novit emergenti: innanzitutto una chiara messa in guardia di metodo e di termi
nologia, quella di Reiner Smolinski, che sfata il pregiudizio storiografico secondo
il quale la frontiera tra premillenaristi e postmillenaristi (fissata a seconda che la
venuta di Cristo in terra fosse collocata all'inizio alla fine del millennio) marche
rebbe anche il confine tra visioni pessimistiche (tipiche dei primi) e ottomistiche,
progressive, proscientifiche, caratteristiche dei secondi (whiggish postmillennia
lism). Nel suo Caveat emptor: Pre- and postmillennialism in the late Reforma
tion period (pp. 145-69) Smolinski, attraverso l'analisi di un ampio ventaglio di
posizioni (da Alsted a Mede, da Calvino a Thomas Brightman e Cotton Mather)
avverte che le distinzioni moderne troppo nette fra premillenaristi e postmille
naristi, tra cupi letteralisti e allegoristi fiduciosi, tra attesa passiva del millennio e
attiva partecipazione rivolta ad attuare l'et dell'oro nella storia umana, non rie
scono a rendere giustizia ai diversi divergenti sistemi che alla fine vennero solidi
ficandosi nei due tipi dominanti. Molti altri saggi qui riuniti costituiscono un'ef
ficace smentita di altrettanti luoghi comuni che hanno infestato la storia delle idee
millenaristiche: cos il paper davvero esemplare (The Appropriation of Joseph
Mede: Millenarianism in the 1640s, pp. 1-14) in cui Sarah Hutton mostra che,

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Recensioni

mentre

553

siamo

abi

chael
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dai
Quint
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l'opera
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di
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di
Robert
Boyle:
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leggi
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delinea
l'immagin
verso
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a
cam
Sulla base di nuove evidenze ricavate da un manoscritto finora non esaminato e

dedicato al problema della conversione degli ebrei (uno dei segni decisivi del mil
lennio), Wojcik dimostra che Boyle non ragionava tuttavia nei termini di un'im
minente avvento del Messia e anzi, in contrasto con le fervide attese di un Newton,
si collocava piuttosto nell'orizzonte del postmillenarismo, avvalorandolo con la
sua riflessione sui limiti della conoscenza umana: Boyle includeva la conoscenza
della fine del presente assetto del mondo tra le cose non chiaramente rivelate
nella Scrittura. L'altra grande figura che si staglia sul panorama delineato in que
sto volume ovviamente quella di Isaac Newton, a cui sono dedicati due specifici
studi, fra loro abbastanza diversi: quello dijames Force (The Virgin, the Dyna
mo, and Newton's Prophtie History, pp. 67-94) e quello di Stephen Snobelen
("The Mystery ofThis Restitution of AH Things": Isaac Newton on the Return
of the Jews, pp. 95-118). Il primo, instaurando una forte polemica contro le
tendenze 'schizofreniche' del nostro tempo (inaugurate da Hume) a separare reli
gione e scienza, insiste sull'unit dell'opera di Newton, teologo-scienziato a un

tempo: Newton crede fermamente in quel che Hume scetticamente deride;


Newton crede che l'ordine provvidenziale di Dio si estende al di l della tomba.
Dall'esame dei manoscritti inediti emergerebbe dunque quello che Force chiama
un santo della grande et della fede e non vi dubbio che gli studi sull'esegesi
apocalittica coltivata dal grande fisico abbiano dimostrato che per lui la Nuova
Gerusalemme sarebbe stata nel contempo la nazione ebraica rimpatriata e l'as
semblea dei santi del Cristo. Meno evidente appare la connessione tra gli studi
propriamente scientifici e l'indubbio retroterra religioso che li sosteneva. Al tema
specifico del ritorno degli Ebrei in Israele (affrontato in un manoscritto della Yahu

da Collection) dedicato lo studio di Snobelen che presenta un duplice pregio:


oltre a segnalare l'importanza che il tema rivestiva per le attese apocalittiche di
Newton, Snobelen sottolinea la peculiare tonalit che esso conferisce al pensiero
religioso del grande scienziato. Questi non riteneva per che l'evento fosse im
minente e si teneva quindi discosto dall'urgenza apocalittica tipica di altre figure
del seicento inglese (non si dimentichi che per Mede l'evento era atteso per il
1715, nel 1766 secondo Whiston, che nel frattempo girava l'Inghilterra con un
modello del Tempio millenario da ricostruire). Inoltre, il mondo profetico di
Newton era assolutamente privato e non comportava implicazioni di carattere
politico economico, come in molti disegni che riguardavano il reintegro del

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554 Bruniana & Campanelliana

l'antico Isreale nella storia millenaria. Co


liamson (su Apocalisse e dibattito sulla cre
Burns (su astrologia e millenarismo dura
millenarismo ebraico in Inghilterra), dij.
do '700), di H. Schwartz (riflessioni gene
Il quarto e ultimo volume (curato da Jo
Popkin) prende in esame i millenaristi 'co
ci'. Sin dall'introduzione i curatori segnala
cambiamento di prospettiva rispetto agli
lentemente inglese, come era considerato
ora largamente internazionale e intreccia
materiali e riforme politiche. L'articolo d
of the Clavis apocalyptica of 1651?, pp.
feconda angolazione: Mulsow mostra che
tedesco, nel contesto delle trattative volt
Francia in chiave antispagnola e antiasbu
questa raccolta di saggi quello di insister
nel pensiero chiliastico. Come gi Popkin
tra tendenze pacifiche, tolleranti da una p

(R. H. Popkin, Skepticism about Relig


Sources of Toleration in the Seventeen

Nederman eds., Beyond the Persecuting Societ

ment, University of Pennsylvania Press,


che da questo volume emergono le profo
lato sensu politiche che percorsero l'atte

culturali e geografici assai vari. Dall'am

man) a quello olandese (E. van der Wall, A

Gleixner) a quello francese (R. H. Popk

ricerca qui presentata assume dimensioni


Hotson riguarda invece i rapporti tra ari
Socino), mostrando l'esistenza di profond
no trattate separatamente nella storiograf
Nigg e Kohn hanno sottolineato i legami
mentre i valori di libert, pace e tolleran
all'immagine del movimento sociniano. A
Hotson scompagina valutazioni troppo sc
le complessit storica, che vide coesistere
nalismo teologico e attesa chiliastica, sin d
Il 'caso' francese particolarmente emb

su cui insistono i curatori e i tre diversi con

conto: l'articolo di Popkin su La Peyrr


case study: Isaac La Peyrre, pp. 77-84)
nazionalismo e millenarismo, poich il pro
ceva centro sull'azione del re di Francia ch

titi ad una nuova chiesa ebraico-cristia

riportati a Gerusalemme. Attraverso i rap


Cromwell e la regina Cristina il progetto

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Recensioni

chance

di

principe

555

tradur

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Jurieu,
studiato
85-94)
ci
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d
singolare
misce
blicanesimo
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politiche
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Jurieu,

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Cohn.
Le
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profetismo
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'politica'
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mo

precedenti,
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storici.
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nella
sua
Intro
principale

stat
ra
internazional
politica,
etica
e

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556 Bruniana & Campanelliana

ai visionari della rivoluzione puritana, da


ricercare i segreti della natura e della Sc
gesuita Immanuel Lacunza e l'abate Henri
francese, visioni millenaristiche e messia
merosi (Popkin, Introduction to the M
vol. I, p. xii). Segnalare desiderata lacun
un progetto che si presenta come un'espl
una mappatura completa. L'Italia, ad esem
zioni di Savonarola, trattato da Popkin, e
porto alla situazione inglese e si tratta com
visioni profetico-millenarie); un profeta
ferto senz'altro uno squarcio interessant
la Controriforma, che bench tenuta al r
protestante, pure svolse un ruolo importa

riflesso per reazione alla propaganda

mentano ad esempio anche le recenti rice


cristo nel pensiero dei Gesuiti).
Un altro obiettivo non dichiarato esplici

za da tutto l'impianto dell'opera, quel

storiografica ed ad una riconsiderazione c


in et moderna, liberandoli da stereotipi
dichiara anche Hotson (al quale si deve un

postponed. J. H. Alsted and the Birth of Calvi

tazione di cui quei movimenti godettero


delle migliori: se gi l'opera di Walter Ni
millenarismo, insisteva sul carattere vano

Reich, pochi anni dopo Norman Cohn

studio The Pursuit of the Millennium, aggiu

diretto le conseguenze di quei movimenti


tarie di Hitler e Stalin. E in generale tutt
ristampato anche nella versione italiana)
nali, socialmente pericolosi delle attese m
al rischio di tirannie messianiche, ingann
rama che emerge da questa raccolta di st
tendenza: liberati da anacronistiche cond
promissioni anticipatrici, i movimenti pr
ruolo centrale nella storia culturale mod

grande idee di progresso, avanzamento sci


velano insospettabili implicazioni in tende
ministiche, come quelle antitrinitarie e so
I quattro volumi si prestano per ad un'u
lo della grande ipotesi storiografica che li

nel suo volume su The Third Force in Sevent

termini ingiustamente ma forzatamente


Montaigne la tradizione scettica venne a
tici fideisti come Montaigne e Bayle e qu
Savonarola e Comenio. Questi ultimi co

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Recensioni

557

gione
sotto
il
pe
assegnamento
su
la
reazione
indig
dello
scetticism

politicamente
p
sta
a
tema
della
libera
da
pregiu
credo
sia
comun
dal
molto
lavoro
di
questa
ipotesi
ni
casi,
la
rispos
e
Bayle,
Jurieu
ca
culturale
nel
rappresenta
sov
versa
il
secolo.
I
terno
delle
tem
attese
profetich
incoraggiamento
positivamente
i
altri
casi,
invece
Inoltre,
anche
p
pertinente,
essa
nesso
causale
di
sua
azione
risult
tutt'altro
che
u
siasta'
come
Jur
come
ancora
dif
scono
tra
l'amb
l'impressione
ch
suggerisca
pi
l
di
una
precisa
e
idee

fatta
pi
zionali.
Anche
q
scaturite
dalla
Hi
ficati)
dissensi
c
di
vasti
contesti
dinamica
effett
stazione
polifon

intrinseca armonia basata innanzitutto sull'utilizzo di un metodo comune: l'affre

sco suggestivo e avvolgente della cultura moderna si arricchisce cos di una nuo
va, superba veduta che non sostituisce come un palinsesto quelle precedenti, ma
le integra come in un dittico affiancando alla storia dei dubbi scettici quella, pa
rallela in concordia discorde, delle attese profetiche.
Gianni Paganini

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