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Giuseppe Landolfi Petrone

L'ITINERARIO RINASCIMENTALE DI BERTRANDO SPAVENTA

La questione del rapporto di Bertrando Spaventa con il Rinascimento

natura teorica storiografica, ma anche filologica. La pubblicazione

sulla dottrina di Bruno, recentemente apparsa a cura di Alessandro Savo

Rascaglia, quasi l'estrazione di un reperto prezioso dal ricco sito delle Ca

della Biblioteca Nazionale di Napoli, dimostra come il lavorio continu


te di Spaventa su Giordano Bruno e la filosofia rinascimentale si in
modo controverso con la sua incapacit impossibilit di pubblicare i
pi impegnativi. Spaventa sembra provare un senso di disagio nei rig
pubblicazioni organiche; preferisce - ma vi anche costretto dalle con

si trova a dover lavorare negli anni di esilio torinese - relegare in saggi


lunghi e per lo pi inaccessibili le sue letture dei filosofi del Rinascim
1909-1910; Gentile 1924*). La monografia bruniana rimane seppellit
carte (Rascaglia-Savorelli 2000); Bertrando dismette, dopo avervi dedicat
energie, l'intrapresa edizione delle opere del Nolano che prevedeva

gio intepretativo. La sua ricostruzione del pensiero di Tommaso Cam

disseminata in tre saggi dati alle stampe in tempi diversi e su riviste non

te filosofiche; altrettanto dicasi per quel capitolo spesso trascurato dalla

di grande interesse, costituito dalla sua ricognizione dei princpi filosof

bero a fondamento della Controriforma. Non questa la sede per d


chiave psicologica teorica i motivi che stanno alla base di questa ril
ripensamenti che contraddistinguono le scelte spaventiane in ordine,
ai suoi studi bruniani. Ci che invece molto pi modestamente ci si p
presente breve scheda ricostruttiva, di offrire una sorta di mappa
della produzione di Spaventa sul Rinascimento, segnalando ci che i
poletano ha voluto rimanesse vivo e non sepolto tra gli inediti. Quest
di una qualche utilit per ricomporre i tasselli del mosaico e ripercor
logia interna agli studi spaventiani, si inserisce nel lavoro di prepara
nuova edizione dei Saggi di critica filosofica, politica e religiosa prevista

centoventi anni dalla morte di Spaventa). Ai Saggi del 1867 l'autore af


to di presentare in modo unitario i suoi contributi pi significativi.

ricordare che si tratta di un primo volume di scritti a cui non fece s

altro; segno, anche questo, di una sua disaffezione per la pubblicazi

sorte tocc al primo volume dei Principii difilosofia, apparso nello stess

rimase il solo. I Saggi, passati poi alla storia come l'opera di Spaventa

mento (una ristampa del 1928 reca il titolo Rinascimento, Riforma, Contror

saggi critici) non erano stati pensati per fissare una posizione di pensiero

Per le abbreviazioni utilizzate si veda l'elenco dei riferimenti bibliografici


presente contributo.

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articolata sulla filosofia italiana del 'Risorg


come riproposizione ordinata in modo tem
ti, come si legge nell'Avvertenza. Il volume
mostra il fatto che nella sedicente nuova
ci che cambia solo il frontespizio; la stes

del 1899, nella quale peraltro il nome dell


tore 1988, p. 26, nota; Cubeddu 1972, pp. 8
il libro venne riedito da La Nuova Italia nella collana Storici antichi e moderni su

iniziativa di Giovanni Gentile (che per significativamente non se ne assunse l'one


re, pur essendo il pi attivo editore di scritti spaventiani). La nuova edizione che si
sta allestendo per la collana Supplementi di Bruniana & Campanelliana avr
per titolo Scrtti sulla filosofia italiana del Rinascimento, parendo questo pi aderente alla

definizione di Rinascimento come epoca storica determinata.


Le brevi schede che seguono tengono conto dei contributi nei quali Bertrando
Spaventa ha tematizzato in vario modo la filosofia del Rinascimento; non sono
stati presi in considerazione scritti apparsi postumi. Va segnalato, sotto questo
aspetto, che i contributi recenti pi significativi - e che contribuiscono a decifrare
meglio il pensiero di Spaventa sul Rinascimento sono quelli di Maria Rascaglia
(1998) e Alessandro Savorelli (1989). Le schede sono organizzate in ordine crono
logico e contengono il titolo dello scritto cui si fa riferimento, l'edizione pi recen
te disponibile e una brevissima sintesi riguardo al contenuto. Nelle schede i riferi
menti bibliografici sono indicati con abbreviazioni che sono sono sciolte nell'elenco
che figura alla fine del presente contributo.

1. De' prncipii della filosofia pratica di Giordano Bruno, in Saggi difilosofia civile tolti dagli
atti dell'Accademia di filosofia italica e pubblicati dal suo segretaro prof. Girolamo Boccar

do, Genova, Tipografia del R. I. de' sordo-muti, 1852, pp. 440-70 (Saggi, pp.
139-75; Rinascimento, pp. 125-56).
Due motivi essenziali guidano questo primo lavoro su Bruno, presentato da Spa
venta come un piccolo frammento d'un tutto non ancora compito: da un lato
quello della ineludibile riscoperta del pensiero del Rinascimento; dall'altro quello
della sistematicit e organicit del pensiero di Bruno. Nel XVI secolo irrompe la
libert, l'affrancamento dalle catene che imbrigliavano lo spirito umano; e ci
avvenuto soprattutto per mano dei filosofi italiani: cos la libert del pensiero e
l'autonomia della ragione, che quelli donarono alle altre nazioni di Europa, aves
se fruttato in Italia! Da quel tempo noi fummo come separati dalla vita universa
le, e parve che lo spirito, che animava il mondo e lo sospingeva, ci avesse abban
donato. Quanto a Bruno, Spaventa afferma, fra i primi, che dietro le cento
allegorie e figure strane e bizzarre di cui si compone l'opera del Nolano, scorre
una linfa vitale originale e unitaria, anche se costa fatica recuperarla e occorre
tutto l'amore della scienza e un affetto particolare al nostro infelice e massimo

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L'itinerario rinascimentale di Bertrando Spaventa 497

filosofo per sopportare il fastidio della lettura dei sui scritti. Tuttavia Spaven

convinto di essere riuscito a rintracciare una filosofia morale bruniana salda

mente costituita, dichiarando inoltre di aver tentato di penetrare nella mente di


Bruno, e di trovare quella forma, ch'egli stesso avrebbe dato al proprio pensiero,
se fosse vissuto nel nostro secolo. Il saggio, dopo queste premesse metodologiche
e di prospettiva storiografica attualizzante, si sofferma sui fondamenti della filoso
fia pratica di Bruno, ricavati dallo Spaccio de la bestia trionfante (verit, prudenza,
filosofia, legge, giustizia punitrice, governo, lavoro, religione); successivamente
esamina lo sviluppo dell'idea bruniana nella storia della filosofia moderna, in par
ticolare in Spinoza, Kant e Hegel. Interessante l'associazione con Kant, che ap
pare inusuale e che Spaventa giustifica in quanto la filosofia pratica kantiana
rappresenta la fondazione della filosofia morale come scienza, e che illustra, bre
vemente, in questi termini: l'attivit determinata della rappresentazione nel si
stema di Kant non altro che l'attivit effettiva, una con l'atto, di Bruno e di
Spinoza. Il sentimento, come desiderio, come libero arbitrio, come libert, non
altro che il sentimento dell'essere determinato ed attivo, secondo Spinoza l'ef

fetto dell'attivit.

Il saggio di Spaventa preceduto dalla seguente presentazione, dovuta a Boc


cardo: nella seconda tornata del Comitato il Socio Signor Spaventa inizi gli

studi dell'Accademia intorno alla Storia della Filosofia italiana col dotto discorso

che qui trascriviamo. La collocazione negli Atti dell'Accademia di filosofia itali


ca di questo contributo spaventiano merita di essere illustrata citando un breve
passaggio di Boccardo che cos scrive nella premessa Ai lettori, stimano i fondato
ri dell'Accademia che di filosofia non meriti il nome quella sterile speculazione di
vote generalit e d'aride astrazioni, che, dai Collegi braminici fino alle pi recenti
scle ideologico-mistiche, venne perpetuamente e senza frutto volgendosi sopra
s stessa. Supposta filosofia, alla quale non potr mai piegarsi il genio italiano,
bramoso di Scienza pratica e viva, non di gratuite ipotesi d'ozj contemplativi.
Non nella patria di Galileo che otterranno durevoli applausi e corone i superbi
cercatori dell'Assoluto, che vedonsi sprecare un ingegno, spesso meritevole di
migliore oggetto, a dimostrare che l'essere identico al nulla, ed altre simili peregrine

proposizioni. Spaventa, uno di quei superbi cercatori dell'Assoluto, infatti,


dopo questa prima apparizione, non ricever pi accoglienza, anche quando la
cercher, negli Atti dell'Accademia di Terenzio Mamiani.

2. Frammenti di studi sulla filosofia italiana del secolo XVI, Monitore bibliografico,

21 febbraio 1852, n. 32-33, pp. 48-54 (Lettera, pp. 201-18, con il titolo redazio
nale La filosofia italiana del secolo XVI e Giordano Bruno, assieme a un ms. con il

quale originariamente i Frammenti erano uniti).


Questi Frammenti si collegano idealmente agli Studii sopra lafilosofia di Hegel pubbli

cati da Spaventa nel 1850 sulla Rivista italiana di Torino. Di carattere pro
grammatico, come quasi tutto ci che il filosofo pubblica in questi anni in cui
avvia la sua attivit letteraria, i Frammenti muovono dalla convinzione che sia ne
cessario agli italiani anzi che persistere in una maniera di filosofare che contradi
ce ad ogni nostra tradizione e ci separa profondamente dalla vita delle nazioni
civili,... accettare sinceramente e senza paura di perdere l'autonomia intellettua
le, la sostanza e la forma della filosofia moderna, la quale ha raggiunto la sua

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maggior perfezione in Germania. N si trat


l'aggiornamento della mentalit intellettuale
la modernizzazione della prospettiva politica
che richiede di uscire dall'ottica ristretta di
parazione dalle altre nazioni la garanzia di un

geopolitica. L'emancipazione politica e cult

questi frammenti che, sotto questo aspetto,


venta sulla rivoluzione apparsi sul Progress
stante il titolo, questo breve lavoro non esp
Rinascimento italiano, limitandosi ad afferm
lettuale: solo nel momento in cui gli italiani
mente nel campo dell'intelligenza; solo quan
e diventeranno liberi pensatori, prima di di
ricordare di essere i figli di Bruno, di Galileo

memoria del nostro glorioso passato non s

gna. Il fine principale dello scritto , quind


libert del pensiero e della ragione umana,
zione nazionale, ogni tentativo di libert sar
I Frammenti sono preceduti dalla seguente p
pubblichiamo parte di un lavoro dell'egreg
sopra la filosofia del secolo XVI, particolarm
Anche qui, dunque, compare una indicazione
pio su Bruno che Spaventa non render mai
sare del tempo. L'articolo poi seguito da qu
tivo: N.B. L'autore giudicando liberamente
dominano al presente in Italia, protesta di r
persona e l'ingegno di quelli che le rappresen
idee e i sistemi, come elementi della storia de

3. Tommaso Campanella I. Opere di T. Campan


vita e le dottrine dell'Autore per Alessandr
ba, 1854, Il Cimento, 31 agosto 1854, pp.
mento, pp. 3-29).

L'interesse per Campanella, al quale Spaventa


avvio da questa recensione apparsa il 31 agos
alla quale il filosofo aveva cominciato a collab

con il saggio La filosofia neo-cristiana e il razio


traduzione della Storia della filosofia del diritt

sione e polemici sono estremamente importa


ad essi egli affida spesso, trae, elementi di r
impostazione del lavoro storiografico sulla f
d'Ancona, Spaventa difende la specifica posiz
se, rilevandone il carattere di rottura e lo sce
dogmatismo scolastico, mettendo inoltre in
personalit, nonch la lucida determinazione

La recensione, nonostante il suo caratter

pronta organica, in quanto Spaventa vi annu

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L'itinerario rinascimentale di Bertrando Spaventa 499

scenza e della metafsica campanelliana, a cui saranno dedicati altri due impor
tanti saggi del 1854 e del 1855.

4. Congratulazioni e quistioni alla Civilt cattolica, Il Cimento, 15 settembre 1854

pp. 370-76 {Opere II, pp. 747-61).

Mentre lavorava alla filosofia del Rinascimento Spaventa era impegnato in un


aperta e dura polemica con la Civilt cattolica nella quale non solo si ritrovano
motivi interessanti legati alla visione della filosofia italliana del secolo XVI e XV
ma una sorta di secondo filone di ricostruzione storica legato al rapporto tra Rif
ma e Controrifoma e alla modernit del dibattito dell'epoca rispetto all'angust
prospettive retrograde e reazionarie della Compagnia di Ges del tempo. Nei Sagg

di critica del 1867 Spaventa far confluire un importante studio su questo aspetto de

suo lavoro. Per intendere meglio il programma che a quest'ultimo sotteso, occo
re anche dare conto brevemente di alcuni passaggi della polemica contro i gesui
che hanno incidenza sulla formazione dell'idea di Rinascimento spaventiana.
Queste Congratulazioni danno avvio alla disputa e sono quindi anch'esse uno
scritto d'occasione nel quale Spaventa pu dimostrare di conoscere abbastanza
bene la storiografia tedesca che contrappone a quella italiana. Le quistioni po
ste all'organo ufficiale dei gesuiti riguardano prevalentemente la teoria giuridica
quali spiegazioni si possono dare dal punto di vista dei gesuiti di oggi al fatto ch

i gesuiti di un tempo, quali Lainez, Bellarmino, Suarez e Mariana, sembran

muoversi con prospettive di pensiero pi avanzate e moderne, talvolte coinciden


ti con il giusnaturalismo moderno e il contrattualismo settecentesco apertament
condannati dalla Civilt cattolica? La domanda, al di l del suo carattere pro
vocatorio, nasce dalla stessa impostazione metodologica che Spaventa applica al
pensiero del Rinascimento: le idee vitali di quella stagione di rinnovamento, che
ha attraversato anche la controriforma, si sono avvizzite in Italia e hanno trovat
accoglienza nel nord dell'Europa. Chiudendo questa sua prima puntata polemi
ca, Spaventa si chiede: ma perch, diranno qui i nostri lettori, i gesuiti difend
vano nel secolo decimosesto la sovranit del popolo, ed oggi sono gli amici svisce
rati delle monarchie assolute? Hoc opus, hic labor. Noi, temendo di errare, facciamo
un dono della dimanda al pi acuto dialettico della Compagnia.
L'articolo stato ristampato da Gentile in La politica dei gesuiti, pp. 1-16.

5. Tommaso Campanella. Teorica della cognizione, Il Cimento, 30 settembre 1854

pp. 425-440; 31 dicembre 1854, pp. 1009-30 (Saggi, pp. 33-101; Rinascimento
pp. 31-91).

Il lungo saggio, apparso in due puntate, rappresenta un impegnativo studio sull


gnoseologia campanelliana. Il titolo adottato verr lievemente modificato nei Sag
in cui figurano come parte seconda del capitolo su Campanella con il titolo Teor
della cognizione. Lo sforzo di Spaventa quello di collocare il filosofo nel quadr
dello sviluppo del principio della soggettivit, inteso come il motore dell'et mo
derna. Per questo lo studio si compone di tre parti: nella prima si espone la teori
del senso e dell'intelletto di Campanella; nella seconda la teoria della coscienza;
la terza confronta queste teorie con Locke, Kant, Fichte e Hegel. Di Cartesio

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aveva gi parlato nella prima di queste tre p


nella superiore, oltre ad essere il primo in a
fondamento della filosofia. Anche in quest
un confronto con la scolastica, considerato
alla critica campanelliana dell'intelletto un
darne invece una chiave di lettura storiogra

6. Nuove congratulazioni e quistioni alla Civil

1854, pp. 689-704 (Opere II, pp. 763-96).

Nella quarta parte di questo secondo articol


il tema della modernit della teoria politica
posta al carattere reazionario dei gesuiti del

caso Spaventa dimostra di avere una buo

Mariana che cita in originale.


Collegati a questi vanno considerati i 29 ar
monte tra il 1855 e il 1856 come appendice
I Sabbati sono stati ripubblicati in edizion

Inediti e rari, pp. 213-489. Gentile ha ristamp

pp. 179-216.

7. Dell'amore dell'eterno ritomo e del divino di G. Bruno, Rivista enciclopedica italia

na, I (1855), pp. 44-58 {Saggi, pp. 176-95; Rinascimento, pp. 157-75).
Nella sezione dedicata alle Dottrine speculative della rivista torinese appare il secon
do saggio bruniano effettivamente dato alle stampe da Spaventa, dopo aver ri
nunciato all'edizione delle opere e, probabilmente, anche alla pubblicazione del
la monografia per cui stava raccogliendo da tempo il materiale necessario. Il sag
gio in primo luogo una polemica contro i sostenitori della filosofia italica, dun

que contro Mamiani e quel richiamo al buon senso che non cela se non uno

scetticismo prudente; ma anche contro il rifiuto della filosofia straniera, tacciata


di essere contraria alla tradizione italiana. In questo modo: si leva a cielo Bruno
e Campanella, e si dichiarano, come sono veramente, i maggiori filosofi italiani
del Risorgimento; ma poi si deplora la mattezza e la empiet del primo, e nel secon
do si ammirano solamente e s'imitano alcune idee, le quali pi che germi e cause
della filosofia moderna, sono effetti reliquie del medio evo; e quelle che sono
veramente nuove e si esplicarono ne' cos detti sistemi forestieri, vengono non
curate apertamente ripudiate.
Quanto a Bruno, qui Spaventa si propone, cos come aveva fatto Jacobi con il
De la causa, di analizzare gli Eroici furori esponendo solamente la dottrina fonda
mentale di quest'opera del Nolano, la quale tratta dell 'amore dell'eterno e del divino',
di quell'amore che anche Spinoza chiamava amor intellectualis, e in cui egli fondava
come un unico ed assoluto principio la vera salute, beatitudine libert dello
spirito. La prospettiva metodologica di Spaventa utile per comprendere non
solo il progetto complessivo della sua analisi di Bruno, ma anche forse per coglie
re uno dei motivi della rinuncia a portare a termine il progettato libro. Infatti
Spaventa indica due compiti dello storico della filosofia del Rinascimento: 1. epu
rare la forma esterna in cui furono esposte le dottrine di quei filosofi che, come

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L'itinerario rinascimentale di Bertrando Spaventa 501

Bruno, hanno aggiunto una serie di elementi eterogenei che ostacolano l'i
pretazione; 2. ricostruire l'organicit interna di quelle dottrine, le quali ma
di unit sistematica e bisogna ricrearla. Il saggio sugli Eroici furor conclud
venta un esempio di come si debba agire in prospettiva del primo comp
L'altro, invece, per quanto utilissimo e anche pi difficile e ingrato. Forse q
leggere una prima dichiarazione di resa da parte di Spaventa.

Nel ripresentare questo saggio nel 1867 Spaventa aggiunge la data T


1855; la prima dispensa della Rivista enciclopedica italiana usc nel gen

1855 ma con la data di stampa 1854: anno al quale va fatta quindi risa

composizione del saggio. Cubeddu (Bibliografia, p. 907) pone erroneament

sto articolo alla fine del 1855.

Del principio della riforma religiosa, politica efilosofica nel secolo XVI, Il Cimento, 31

gennaio 1855, pp. 97-112; 15 marzo 1855, pp. 369-84; 15 ottobre 1855, pp.
568-77 {Saggi, pp. 269-28; Rinascimento, pp. 239-302).
Il saggio costituisce una messa a punto della prospettiva da cui Spaventa guarda al
Rinascimento e rappresenta anche una sorta di bilancio delle due linee di ricerca
che si sono intrecciate nella sua produzione fino a questo momento: quello del
l'analisi delle opere di Bruno e Campanella; quello della definizione generale del
l'et moderna. Spaventa presenta una tesi non priva di consapevolezza storiografi
ca e che nasce dall'esame di Campanella e Bruno: il Rinascimento un'epoca di
nuova creazione che rischia per di rimanere inerte se non si lavora al di sotto delle
tensioni e delle spinte tra vecchio e nuovo che animavano in quel tempo l'opera dei
filosofi, alimentata dal disordine di esposizione e a cui manca il metodo scienti
fico. Emancipato dal Medioevo, ma non ancora assicurato al saldo andamento
dell'et cartesiana, il Rinascimento si presenta come epoca in cui il lavoro origi
nale del pensiero come nascosto dalla apparenza di opposte direzioni e di vecchie
forme; manca ancora la coscienza dell'unit, nella quale si raccolgono le diverse
manifestazioni della intelligenza: cio la coscienza del nuovo principio, che dopo essere

stato cagione di rovina del medio evo dovea mostrarsi nella sua totalit organica
nel mondo moderno. Il metodo che storiograficamente consente di precisare la
posizione del Rinascimento nel contesto della storia della filosofia quello di va
gliare il nuovo indirizzo impresso da esso con il pensiero della scolastica, in sostan

za di determinare il concetto universale della filosofia del secolo decimosesto. A

questo approccio metodologico Spaventa giunto proprio attraverso le sue folate


polemiche contro la Civilt cattolica, nelle quali come si detto ha modo di
entrare in contatto con il pensiero della controriforma. In questo senso egli si pre
figge di esaminare il pensiero religioso, i rapporti tra Stato e Chiesa e la filosofia del
secolo XVI, allo scopo di ricavarne delle lezioni per il presente: questo mio lavoro

pu valere non solo come una introduzione ai miei studii sulla filosofia del secolo
decimosesto, ma anche a quelli sulla filosofia italiana de' tempi nostri. Il saggio
studia il fenomeno della Riforma, partendo da una riconsiderazione del principio
del cristianesimo del medio evo e della filosofia scolastica; prende poi in esame la
filosofia moderna in rapporto alla dottrina dello Stato, della Chiesa e della filosofia
in quanto tale, fondata sul principio della soggettivit. Il saggio prevedeva una
continuazione che per non venne mai alla luce; nei Saggi a questo proposito si
rimanda alla Prolusione, intesa come ideale prosecuzione di questo lavoro. Nel 1867,

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502 Giuseppe Landolfi Petrone

inoltre, la ristampa del saggio accompagn


dalle lezioni bolognesi del 1860-1861 e nap

9. La nostra polemica con la Civilt cattolic


45 (Inediti e rari, pp. 189-202).

10. Gli scolastici immaginari della Civilt


pp. 855-6 (Inediti e rari, pp. 205-6).

In questi due brevi articoli Spaventa insist


gesuiti del Rinascimento rispetto all'oppo

Compagnia di Ges.

I due articoli, siglati S., non sono stati ra

11. L'Accademia difilosofia italica e Terenzio

pp. 1021-33 (Saggi, pp. 343-66; Rinascim

Il saggio dovrebbe essere la recensione dei Sag

cademia difilosofia italica (Genova 1855), m

ralizzata sfiducia nell'azione svolta da Mamiani e dall'Accademia nel lavoro di

rilancio degli studi filosofici. Spaventa parte da lontano, enunciando un'inevitabi


le disaffezione nei riguardi di un organismo che si riunisce intorno all'amore per
la verit, ma senza saperla circoscvrivere; che esalta la tolleranza nel far convivere
intellettuali di estrazione e convizioni diverse (Spaventa era membro dell'Accade
mia, ma si sentiva come un estraneo), finendo per irretirsi in forme puramente
convenzionali, al limite dell'indifferenza verso idee che non si condividono ma
che si accetta di ascoltare compostamente. L'Accademia manca, in sostanza, di
un vigore ideale in grado di accomunare energie intellettuali. Il riferimento pole
mico Mamiani, il quale non ha un sistema compiuto e autonomo, come invece
Rosmini e Gioberti. La filosofia di Mamiani consiste in un amore purissimo, ma
indeterminato della verit, congiunto ad un certo timore della verit stessa, il qua
le si esprime pi meno chiaramente nella persuasione della impossibilit di co
noscerla. Un esito scettico che Spaventa critica ricorrendo a citazioni tratte dai
Dialoghi di Mamiani. Nessuna traccia del volume da recensire, se non in una nota
conclusiva in cui vengono elencati senza nessun commento i contributi (nota che
non stata riproposta, perch del tutto superflua, nell'edizione dei Saggi).

12. Metodo della Civilt cattolica nel rispondere al Cimento, Il Cimento, 31 luglio

1855, pp. 135-40 (Opere II, pp. 805-20).


Il carattere ideologico del contrasto con i gesuiti si fa sempre pi marcato; si so
stiene su una tesi storiografica provocatoria ma anche significativa. I gesuiti sono
sempre stati opportunisti, anche quelli del passato, eppure c' stato un tempo in
cui per scagliarsi contro la supremazia dei prncipi aderirono ad una teoria della
sovranit poggiata sul diritto naturale e il contratto sociale. La difesa della sovra
nit popolare, innocua sul piano delle conseguenze politiche al tempo di Suarez e

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L'itinerario rinascimentale di Bertrando Spaventa 503

Mariana, non si addice ai gesuiti del XIX secolo per i rischi che essa comp
per lo Stato costituito. Ci che interessa in questa polemica spaventiana d
to di vista dei suoi studi sul Rinascimento, che per lui inammissibile l'ip
dei gesuiti quando disconoscono la paternit della sovranit popolare, attr
dola ai soli libertini (i quali invece l'hanno ripresa proprio dai gesuiti). So
piano strumentale della polemica, in altri termini, opera l'idea composita e
matica del Rinascimento, epoca in cui le idee e i princpi innovatori si pote
trovare in posizioni di pensiero diverse e inconciliabili, almeno in apparenz
L'articolo stato ristampato da Gentile in La politica dei gesuiti, pp. 63-78

13. Tommaso Campanella. III. Metafisica, Il Cimento, 15 agosto 1855, pp


212 {Saggi, pp. 102-35; Rinascimento, pp. 93-122).

Scritto tra il 1854 e il 1855, come attesta la data che compare nei Saggi,
saggio conclude lo studio della filosofia di Campanella, additando in primo
l'unit tra gneosologia e metafisica. Spaventa ravvisa nella teoria delle prim
alcune incongruenze di Campanella il quale non avrebbe compreso la natu
finito e per questo non riesce ad ottenere una vera unit di essere e non e
Campanella, inoltre, adottando la soluzione tomistica riguardo alla creazio
mostra di non aver inteso neanche il concetto di nulla. A Campanella, si
nella conclusione, manca la dialettica, ossia lo strumento logico essenziale c
avrebbe consentito di superare le opposizioni puramente formali di cognitio

e cognitio addita e di essere e non essere.


Come ricorda lo stesso Spaventa nei Saggi, a questo studio doveva seguirne un
dedicato alla teoria della volont di Campanella, che per non venne mai pub

14. La nostra polemica con la Civilt cattolica. Gli Scolastici, Il Cimento, 31 o

1855, pp. 658-69 (Opere 11, pp. 851-64).

La polemica contro i gesuiti prosegue oltre che con questo articolo con altr
cedenti, in cui per non vengono affrontati temi specificamente connessi al
Sedicesimo. In questo intervento, che riprende la provocazione del confron
gesuiti attuali e gesuiti antichi, Spaventa tocca la questione della scolastic
suo complesso, tanto che Gentile, nel ristampare l'articolo, lo intitola La log
gesuiti dal sec. XVI al XIX. Di fatto si tratta di una premessa ad un pi acc

esame dell'interpretazione del tomismo operata dalla Civilt cattolica


Spaventa si dedicher in articoli successivi. La tesi di fondo sempre que

condo la quale esiste una certa parentela tra i primi figliuoli di Lojola e gl

tori rivoluzionari del secolo decimottavo.

L'articolo stato ristampato da Gentile in La politica d gesuiti, pp. 111-28.

15. Gli Scolastici. Suarez, Il Cimento, 30 novembre e 15 dicembre 1855, pp.


851-67; 957-70 (Opere II, pp. 867-907).
In questo articolo Spaventa, replicando ad un'esposizione del pensiero politico di

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504 Giuseppe Landolfi Petrone

Suarez apparsa sulla Civilt cattolica, insis


decimosesto furono precursori degli scrittor
riportando l'origine divina dell'autorit polit
non per un atto speciale e distinto dalla cre
I due articoli sono stati ristampati da Genti

16. Gli Scolastici. Concetto e metodo della dot

1855, pp. 1038-45 (Opere II, pp. 59-69).

l'ultimo intervento contro la Civilt cat


della dottrina tomistica del diritto, partend
no le categorie aristoteliche senza un reale ap
veramente degna di tal nome (quella hegeli
determinazione reale) come una delle leggi
un universale astratto. La critica che Spav
questa: il principio da cui muove S. Tomma
virt: cio un lato solo dell'idea, e non gi l
Del vero universale bisogna dire: , e non gi
che cosa che non ancora, e perci suppon

L'articolo stato ristampato da Gentile con in


tomistica del diritto in Da Socrate a Hegel, pp.

17. Saggi sulla filosofia del Mamiani (Critica

febbraio 1856, pp. 122-46 (Saggi, pp. 367

I rapporti tra Spaventa e Mamiani, dopo u


guastano con il passare del tempo, sia per
due autori, sia anche in conseguenza di in
venta aveva inviato un contributo per gli
che, dal momento che conteneva severe cr

quella sede, n Mamiani diede risposte d

fin per ritirare il lavoro. E significativo c


venutosi a creare tra i due pensatori assu
da riproporlo nel 1867 nella sua raccolta d
nutrito lo stesso tipo di interesse da parte
In questo saggio Spaventa, alle prese in q
dell'infinito in Bruno e Spinoza, mette in
zione ingenua di Mamiani, il concetto di a
esso cosiffatto, che nella natura delle co
ze della stessa natura attributo; non si

nel senso dell'affezione del modo in cui l'aveva inteso Mamiani.

18. Carattere e sviluppo della filosofia italiana dal secolo XVI sino al nostro tempo. Prolu

sione alle lezioni di storia della filosofia nell'Universit di Bologna, Modena,


Regia Tipografia Governativa, 1860 (Opere I, pp. 293-332).

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L'itinerario rinascimentale di Bertrando Spaventa 505

La celebre prolusione mette ordine negli studi di Spaventa sul Rinasciment


a quel punto pubblicati; da questi, come nel caso di Campanella, riprende
ralmente interi brani. L'avvio del discorso riprende, intendendolo per in
diverso, il compito di Mamiani: ripigliare il sacro filo della nostra tradi
filosofica. Non a caso nella Marucelliana di Firenze, come ricorda Gentile
conservata una copia del raro opuscolo con dedica autografa di Spaventa a
miani: un timido segnale di conciliazione. Ma per Spaventa questo compit
deve raggiungere cercando di ravvivare la coscienza del nostro libero pe
nello studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie di altre na
germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia e poi ritornati tra noi in
nuova e pi spiegata di sistema, comprendere questa circolazione del pens
italiano, della quale in gran parte noi avevamo smarrito il sentiero. In q
quadro generale, che si spinge fino a Gioberti, Bruno e Campanella risult
fondatori dell'et moderna e la via da seguire segnata: da una parte l'au
mia dello spirito come coscienza di se stesso e delle cose, come intelletto e
e dall'altra Dio, non come un vuoto nome, ma come infinito reale e viven
mondo.

La prolusione stata ristampata da Gentile in Scrittifilosofici, pp. 115-52.

19. Prolusione e introduzione alle lezioni difibsofia nella Universit di Napoli, 23 settembre

23 dicembre 1861, Napoli, Stabilimento tipografico di Federico Vitale, 1862


(Opere II, pp. 405-678).

Questo libro, di cui Gentile diceva a ragione che pare una polemica ed una
ricerca (Opere II, p. 409), legandosi alla prolusione bolognese, centrato sul tema
della nazionalit della filosofia, respinta da Spaventa in quanto se per il genio pro
prio di una nazione si pu dire che esso rispecchiato nella lingua in modo esclusi
vo, ci non pu valere per la filosofia, che forma e attivit universale dello spiri
to. Qui Spaventa ha modo di chiarire in modo aperto, e finalmente in pubblico
(ossia accedendo ad un'ampia platea), che la filosofia italiana da per tutto; in s
tutta la filosofia moderna. Ella non un particolare indirizzo del pensiero, ma, direi
quasi, il pensiero nella sua pienezza, la totalit di tutti gli indirizzi. Io non parlo
dell'Italia antica; la sua filosofia parte della greca. Parlo dell'Italia moderna, di
quella che deve essere, come ha detto una verace parola, VItalia degli italiani. Al
testo della prolusione, seguono dieci lezioni, cui va aggiunta l'appendice sulla storia
della logica. Significative per il Rinascimento sono la terza, la quarta e la quinta
lezione. La terza dedicata al Risorgimento in generale; Spaventa vi espone il
pensiero di Cusano, Pletone, Valla, Agricola, Ficino, Pico, Zorzi, Reuchlin, To
meo, Achillini, Pomponazzi, Vives, Nizolio, Melantone, Paracelso, Telesio, Patrizi,
Cesalpino, Zabarella, Cremonini. Umanesimo e Rinascimento sono fusi in un sol
corpo, ma forse pi per riunire insieme figure da Spaventa ritenute di contorno a
quelle di Campanella e Bruno. Le caratteristiche essenziali della filosofia dell'epoca
sono per Spaventa, in sintesi, quelle che emergono nello sforzo di emancipazione
dalla Scolastica: la separazione della filosofia dalla teologia; la negazione del misti
cismo; la critica dell'intelletto finito; il naturalismo; il principio della dignit dell'uo
mo; la legittimit della mondanit; il principio immediato di certezza (l'io). La quar
ta lezione dedicata a Campanella, presentato come filosofo della restaurazione

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506 Giuseppe La.nd.olfi Petrone

cattolica. Nell'esporre le prerogative di ques


ritornare sulle sue idee riguardo ai gesuiti de
larghi e liberali). Campanella il filosofo ch
in lui il principio nuovo che si associa all'an
religione intema; ci, che egli chiama anche ta
dedicata a Bruno, l'erore del pensiero che att
Spaventa per correggersi poi subito dopo: s
da un pezzo; e quest'opera... che ha cancellat
per stata una riparazione dell'umanit stes
ha di stranieri nella patria del libero pensier
ta in questa lezione il rapporto Bruno-Spin
za (a questo proposito riprende anche la pol
miani della causa sui).
Lo scritto stato ristampato da Gentile con
relazioni con la filosofia europea nel 1908.

20. La dottrina della conoscenza di Giordano

morali e politiche di Napoli, II (1865),


Rinascimento, pp. 175-228).

Anche questo scritto ha come spunto inizia


contro la lettura di Heinrich Ritter, che av
no, mettendo in luce le differenze tra i due
stica di Bruno e tutta la innovazione del suo
memoria viene stampato di seguito a quello
segue senza soluzione di continuit il saggio
1851 e quello sul concetto di infinit segue
I quattro saggi bruniani vengono quindi lett
contrario dei tre su Campanella che Spavent
ralmente e anche dal punto di vista del meto
si differenziano molto da quelli campanelli
venta cercava di porre rimedio allo smemb
no, forse gli sembrava di presentare in qu
te di quello che era il filosofo da lui maggio
Della memoria si posseggono anche due su

ta (1865) del Rendiconto delle tornate e

morali e politiche (pp. 135-38), l'altro nell

dal segretario dell'Accademia il 7 gennaio

del gennaio 1866 (pp. 6-7).

21. Il concetto dell'infinit in Bruno, Rendi

cademia di scienze morali e politiche di N


gi, pp. 256-67; Rinascimento, pp. 229-38).

Spaventa qui consuma ancora una parte d

questo caso si tratta della corretta interpret


contesta a Bruno di aver confuso infinito c

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L'itinerano nnascimentale di Bertrando Spaventa 507

ritiene che Bruno concepisce l'infinito allo stesso modo che Spinoza, ossi
reale e in atto. Lo scritto importante anche perch uno dei pochi tra
pubblicati in cui Spaventa esamina, sebbene brevemente, una delle opere
di Bruno (il De minimo). Lo scritto si collega agli interessi bruniani dei prim
Cinquanta e infatti nei Saggi viene datato Torino 1853. Napoli 1866.
La memoria riassunta nella relazione annuale per il 1867 e apparsa ne
diconto delle tornate e dei lavori dell'Accademia di scienze morali e polit
(anno VI, gennaio 1867, pp. 3-4).

22. La vita di Giordano Bruno scritta da D. Berti, Giornale napoletano di filo

lettere, 1872, vol. I, pp. 1-25 (Opere II, pp. 71-105).

Si tratta della recensione della Vita di Giordano Bruno da Nola (Torino, P


1868). Vi traspare soprattutto l'insofferenza per la connotazione religiosa
tore, troppo tiepido nell'esaltare l'eroismo di Bruno, e troppo reticente ri
alle responsabilit dell'Inquisizione. In generale il difetto di Berti ques
posizione del cristianesimo, come un dato estrinseco, come qualcosa che
de da s o, per dir meglio, si deve ammettere senza che deva essere inte
spiega l'eccessiva fretta che Berti ha di dichiarare il pensiero di Bruno estr
suo, quasi temesse di poter essere per avventura annoverato fra i segua

Nolano.

La recensione interessante perch rappresenta l'unico scritto di Spaventa in


cui egli si sofferma, per quanto in modo frammentario, sulla vita di Bruno, quasi
a risarcimento di uno studio su questo tema centrale che un tempo aveva promes
so di trattare, ma che in seguito dovette abbandonare. Spaventa invi in un pri
mo momento la recensione alla Nuova antologia di Firenze, la stessa rivista che
aveva inizialmente pubblicato nel 1867 la Vita di Berti. Nel 1871, tuttavia, dopo
alterne vicende che spinsero il direttore della rivista a respingere la pubblicazione
della recensione, questa venne riconsegnata gi composta e con le bozze a Spa
venta, il quale nel frattempo aveva destinato quel suo lavoro al Giornale napole
tano di filosofia e lettere appena fondato.

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508 Giuseppe Landolfi Petrone


Riferimenti Bibliografici

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ca, VII, pp. 325-51,405-23; Vili, pp. 211-21; 241-62 (ora in Id., La letteratura
della nuova Italia. Saggi critici, Laterza, Bari 19546, vol. IV, pp. 267-355).
Cubeddu 1972: Cubeddu, I., Bibliografia, in Opere III, pp. 857-1036.
Da Socrate a Hegel. Spaventa, B., Da Socrate a Hegel, nuovi saggi di critica filosofica, a

cura di G. Gentile, Laterza, Bari 1905.


Gentile 1924: Gentile, G., Bertrando Spaventa, Vallecchi, Firenze.

Inediti e rari: Spaventa, B., Scritti inediti e rari (1840-1880), a cura di D. D'Orso,

CEDAM, Padova 1966.


La politica d gesuiti: Spaventa, B., La politica dei gesuiti nel secolo XVI e nel XIX. Polemi

ca con la Civilt cattolica (1854-1855), Ed. Dante Alighieri, Milano-Roma-Na


poli 1911.
Lettera: Spaventa, B., Lettera sulla dottrina di Bruno. Scritti inediti 1853-1854, a cura di

M. Rascaglia e A. Savorelli, Bibliopolis, Napoli 2000.


Opere: Spaventa, B., Opere a cura di Giovanni Gentile, Sansoni, Firenze 1972, 3 voli.
Rascaglia 1998: Rascaglia, M., Bruno nell'epistolario e nei manoscritti di Bertrando Spa
venta, in Brunus redivivus. Momenti della fortuna di Giordano Bruno nel XIX secolo, a

cura di E. Canone, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma,


pp. 105-90 (in appendice un inedito di Spaventa, pp. 148-90).
Rascaglia-Savorelli 2000: Rascaglia, M. - Savorelli, ., Introduzione, in Lettera, pp.
9-54.

Rinascimento: Spaventa, B., Rinascimento, Riforma, Controriforma e altri saggi critici, La

Nuova Italia, Venezia 1928.


Saggi: Spaventa, B., Saggi di critica filosofica, politica e religiosa, Vol. I, Stabilimento

tipografico Ghio, Napoli 1867.


Savorelli 1989: Savorelli, ., Bruno 'tulliano'nell'idealismo italiano dell'Ottocento (con un

inedito di B. Spaventa), Giornale critico della filosofia italiana, LXXX, pp. 45


77 (l'inedito a pp. 66-77).
Scrittifilosofici: Spaventa, B., Scrittifilosofici, raccolti e pubblicati con note e con un
Discorso sulla vita e sulle opere dell'autore da G. Gentile e preceduti da una

prefazione di D. Jaja, Morano, Napoli 1900.


Tessitore 1988: Tessitore, F., Crisi e trasformazioni dello Stato. Ricerche sul pensiero giu
spubblicistico italiano tra Otto e Novecento, 3a ed., Milano, Giuffr.

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