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A CURA DI:
IAI
SACE
Finmeccanica
Assicurazioni Generali
Sommario e conclusioni 4
APPENDICE 26
3
Sommario e conclusioni
Le attività di analisi e valutazione dei rischi paese hanno uno spazio rilevante nelle
scelte quotidiane degli operatori economici e finanziari. L’importanza di tali
valutazioni è sensibilmente aumentata negli ultimi anni in parallelo con l’accrescersi
delle tensioni internazionali e della crisi finanziaria più recente.
La portata dei mutamenti in atto è tale da indurre a rivedere sia il quadro dei
paesi a rischio che gli strumenti di lettura e d’analisi attraverso cui leggere e
interpretare le minacce di instabilità internazionale e gli effetti di contagio da un
paese/area all’altro.
In questa prospettiva il presente rapporto muove dalla constatazione che i vari fattori
di rischio interessano in modo diverso i diversi operatori economici impegnati su
fronti diversi del processo di internazionalizzazione (esportatori, investitori
esteri..) e richiedono quindi una differenziazione sia nelle variabili da prendere in
considerazione sia negli indicatori da utilizzare.
4
rischio per le due tipologie di operatori (esportatori e investitori) utilizzando due sistemi
di ponderazione delle varie sottocategorie dei fattori di rischio.
Esaminando i risultati, si nota come per la maggior parte dei paesi che rientrano nelle
categorie di rischio molto alto o molto basso gli indici differenziati (GI_COMMERCIO
e GI_IDE) non si discostano significativamente da quelli aggregati. Mentre per
gruppi di paesi a rischio intermedio si notano scostamenti significativi e in alcuni
casi assai rilevanti.
Nella parte finale del lavoro gli indici differenziati di rischio sono stati associati a
indicatori delle opportunità economiche presenti nei vari paesi, differenziando
anche queste ultime in base agli Ide e alle esportazioni. Gli indici di opportunità
tengono conto sia della performance del paese sia del potenziale dello stesso paese
secondo una metodologia introdotta e applicata dall’UNCTAD nei rapporti annuali
degli ultimi anni. La valutazione congiunta di rischi e opportunità è stata applicata in
particolare a una vasto insieme di paesi emergenti e in via di sviluppo.
Un secondo insieme di risultati che fa riferimento ai soli paesi emergenti non OCSE
(escludendo quindi i paesi ad alto reddito) individua quattro categorie di paesi: i primi
due gruppi rappresentati da paesi ad elevato (basso) rischio e (elevate) basse
opportunità; gli altri due caratterizzati da elevato (basso) rischio e elevate (basse)
opportunità. Anche in questo caso la distribuzione dei paesi nei quattro gruppi
considerati rivela significative differenze nel caso degli indicatori di commercio rispetto
a quelli degli IDE.
5
1. Descrizione e obiettivi della ricerca1
Le attività di analisi e valutazione dei rischi presenti nello scenario internazionale
assumono un rilievo crescente nelle scelte quotidiane degli operatori economici e
finanziari. Il buon esito delle decisioni di effettuare transazioni e investimenti
internazionali è legato alle capacità degli stessi operatori di valutare (o saper
leggere valutazioni riguardanti) le fonti di rischio che gravano sulle condizioni di
stabilità economica e politica presenti nelle diverse aree e mercati di destinazione.
L’importanza di tali valutazioni è sensibilmente aumentata negli ultimi anni in
parallelo con l’accrescersi delle tensioni internazionali e dei conflitti seguiti agli
attentati dell’11 settembre 2001.
La portata dei cambiamenti recenti è stata tale da indurre a rivedere sia il quadro
dei paesi a rischio che gli strumenti di lettura e d’analisi attraverso i quali leggere e
interpretare le minacce di instabilità internazionale e gli effetti di contagio da un
paese/area all’altro.
Una recente estesa letteratura - e ancor più una prassi consolidata all’interno delle
agenzie specializzate e di rating internazionali - ha suggerito di sperimentare nuovi
metodi di analisi che integrino le molteplici fonti del ‘rischio paese’ lungo varie
direzioni: potenziando le analisi qualitative riguardanti le variabili geo-politiche
strategiche e di sicurezza; leggendo in uno schema integrato le cause d’instabilità
1
Il presente rapporto è stato curato da un team diretto dal prof. Luca De Benedictis (Professore ordinario,
Università di Macerata) e composto dal dott. Michele Di Maio (Ricercatore, Università di Napoli
“Parthenope”) e dalla dott.ssa Giulia Nicchia (Ricercatrice, IAI). Il progetto di ricerca è stato supportato
da un Comitato Scientifico composto dal prof. Paolo Guerrieri (Vicepresidente, IAI), dal dott. Emanuele
Baldacci (Chief Economist, SACE), dal dott. Lorenzo Savorelli (Direttore Ufficio Ricerca e Sviluppo,
Assicurazioni Generali S.p.A) e dal dott. Carlo Musso (Responsabile Ufficio Studi Finmeccanica).
6
dell’intero sistema (enviromental stability); utilizzando in modo eclettico i diversi
approcci metodologici qualitativi e quantitativi disponibili.
7
2. La differenziazione degli indicatori di rischio paese e una
loro applicazione
Al fine di colmare tale lacuna il nostro obiettivo è stato così - in primo luogo -
l’individuazione di strumenti di ricerca e di una metodologia che permettessero di
differenziare gli indicatori di rischio in base alle diverse esigenze e caratteristiche dei
vari operatori impegnati in attività internazionali. Delle tante tipologie di operatori
esistenti ne abbiamo scelte due che rappresentano prototipi ideali ed estremi della
popolazione di riferimento: l’operatore che esporta beni e servizi, da un lato, e
l’investitore che sviluppa una presenza all’estero effettuando investimenti diretti,
dall’altro. L’ipotesi di base è che i vari fattori di rischio - come si è detto - interessino in
2
Conclusioni simili si ottengono analizzando altri indicatori di rischio paese disponibili sul mercato.
8
modo diverso i diversi operatori e richiedano quindi una differenziazione sia nelle
variabili da prendere in considerazione sia negli indicatori da calcolare.
3
Sono state effettuate analisi anche sul livello di importazioni non rapportato al PIL. I risultati sono
qualitativamente analoghi una volta controllato per l’eterogeneità dei paesi.
4
Alternativamente, sono state utilizzati anche il livello di IDE non rapportato al PIL e lo stock di IDE in
livelli e in quote. Anche in questo caso, i risultati sono qualitativamente analoghi una volta controllato per
l’eterogeneità dei paesi.
5
L’indice EIU varia tra 0 e 100 (ordinato in modo crescente rispetto al rischio) e viene suddiviso in
cinque classi: Fascia A (0 - 20 punti): nessun problema di natura economico–finanziaria, buon livello di
democrazia; fascia B (21 - 40 punti): gli aspetti di natura politica devono essere tenuti sotto osservazione;
fascia C (41 - 60 punti): queste economie sono spesso in difficoltà persistenti anche se controllabili, con
squilibri di natura interna ed esterna. Un eventuale investimento va tenuto sotto controllo; fascia D (61 -
80 punti): economie caratterizzate da seri problemi politici. Frequenti rinegoziazioni del debito. Un
investimento va valutato molto attentamente; fascia E (81 - 100 punti): comprende Paesi che si trovano in
forti disavanzi esterni e interni, con problemi di politiche fiscali fuori controllo e spesso devastati da
guerre civili e/o radicali cambiamenti politici. Il rischio politico è così molto elevato.
6
L’indice di Global Insight varia tra 0 e 5 (ordinato in modo crescente rispetto al rischio) e viene
suddiviso nelle seguenti nove categorie. (1) inferiore a 1.25 - irrilevante (2) 1.25 - 1.74 -
trascurabile; (3) 1.75 - 1.99 - basso; (4) 2.00 - 2.49 - moderato; (5) 2.50 - 2.99 - medio; (6) 3.00 - 3.49
- rilevante; (7) 3.50 - 3.99 - alto; (8) 4.00 - 4.49 - molto alto; (9) 4.50 - 5.00 - estremo.
9
calcolo vengono utilizzati un numero elevato di variabili, economiche, politiche e
istituzionali.
Indice di correlazione
Indice di correlazione
Indice EIU-BOR comm IDE Indice GI comm IDE
Rischio Complessivo -0.4072 -0.1474
Rischio Complessivo -0.3451 -0.1378
Rischio legato alla Sicurezza -0.2607 -0.1620
Economico -0.3660 -0.1058
All’instabilità politica -0.3466 0.0469
Politico -0.3412 -0.1505
All’ inefficacia della politica -0.4069 -0.0655
Legislativo -0.3447 -0.1139
Al sistema legislativo -0.3875 -0.0789
Fiscale -0.3087 -0.1570
Ai fattori macroeconomici -0.0292 -0.2762
Operativo -0.3192 -0.1240
Al commercio e ai pagamenti
Sicurezza -0.1293 -0.1105
internazionali -0.3662 -0.1341
Ai fattori finanziari -0.4409 -0.0932
Alla politica fiscale -0.2882 -0.2928
Al mercato del lavoro -0.4028 -0.1747
Alle infrastrutture -0.4133 -0.1094
7
Per controllare l’eterogeneità tra paesi e tra aree regionali e per la dinamica temporale delle serie
abbiamo utilizzato tecniche di regressione di tipo panel con effetti random per ogni paese, con dummy
regionali e annuali. I risultati delle stime mostrano come i diversi sotto indicatori di rischio risultino
significativi in modo differenziato per IDE e commercio.
10
Il primo metodo non modifica le variabili di base utilizzate nel calcolo dell’indice
aggregato ma aumenta, diminuisce o lascia invariati i coefficienti di ponderazione delle
singole componenti utilizzate nell’indice aggregato di rischio a seconda della
significatività (o meno) e del segno atteso (o meno) dei parametri nelle stime di
regressione effettuate. Il secondo metodo prende in considerazione solo quelle
componenti caratterizzate da coefficienti significativi e di qui muta la composizione
delle variabili utilizzate nel calcolo dell’indice aggregato.
L’indice di rischio complessivo P è il risultato delle formule di seguito riportate, in cui viene evidenziato (sia
per il primo metodo che per il secondo) il peso delle singole componenti. Le componenti del rischio
complessivo P sono: rischio economico (Eco); rischio politico (Pol); rischio legislativo (Leg); rischio fiscale
(Tax); rischio operativo (Ope); rischio legato alla sicurezza (Sec).
Primo metodo
Ρ Ide = ( Pol 2
) ( ) ( ) ( ) ( ) (
⋅ 0,35 + Eco 2 ⋅ 0, 25 + Leg 2 ⋅ 0, 25 + Tax 2 ⋅ 0,15 + Ope2 ⋅ 0,0 + Sec 2 ⋅ 0,1 )
b) Per il commercio:
ΡTrade = ( Pol 2
) ( ) ( ) ( ) ( ) (
⋅ 0,35 + Eco 2 ⋅ 0, 25 + Leg 2 ⋅ 0, 25 + Tax 2 ⋅ 0,05 + Ope 2 ⋅ 0,1 + Sec 2 ⋅ 0, 0 )
Secondo metodo
d) Per il commercio:
ΡTrade 2 = ( Pol 2
) (
⋅ 0,5 + Leg 2 ⋅ 0,5 )
11
3. Una nuova valutazione dei paesi emergenti
L’indice GI copre 209 paesi. La distribuzione degli stessi, in termini delle nove
categorie di rischio che costituiscono la scala ordinata proposta da GI, è visualizzata nel
grafico 1.
Estremo
Rischio alto
Molto alto
Alto
Rischio medio
Rilevante
Medio
Moderato
Rischio basso
Basso
Trascurabile
Irrilevante
0 10 20 30 40 50 60
12
Per quanto riguarda i risultati, riportiamo una suddivisione dei Paesi non-OCSE8 per
categorie di rischio secondo i due indici diversificati (tabelle 2 e 3) a partire dall’indice
Global Insight standard.
Tabella 2. - Suddivisione dei Paesi non-OCSE per categorie secondo l’indice di rischio differenziato
per il commercio
irrilevante
Rischio basso
trascurabile
BAHAMAS SINGAPORE
basso
molto alto
8
Tra i Paesi non-OCSE sono stati inoltre selezionati solo quelli presenti nelle classificazioni UNCTAD.
13
Tabella 3. - Suddivisione dei Paesi non-OCSE per categorie secondo l’indice di rischio differenziato
per gli investimenti diretti esteri
irrilevante
Rischio basso
trascurabile
medio
molto alto
14
Esaminando le variazioni nelle categorie di rischio dei paesi a seconda dell’indice
applicato (standard, IDE e commercio), si può notare (tabella 4) che per la maggior
parte dei paesi che rientrano nelle categorie di rischio alto e basso gli indici differenziati
(GI_COMMERCIO e GI_IDE) non si discostano significativamente da quelli aggregati
standard. Mentre per gruppi di paesi a rischio medio si notano scostamenti significativi
e in alcuni casi assai rilevanti sia in altre categorie di rischio sia all’interno della stessa
categoria.
Molto Alto 8
molto alto 8 8
Alto 25
molto alto 1 1
alto 23 24
rilevante 1 0
Rilevante 55
alto 1 2
rilevante 45 50
medio 7 3
moderato 1 0
basso 1 0
Medio 30
Rischio medio
rilevante 1 6
medio 23 21
moderato 4 3
trascurabile 1 0
irrilevante 1 0
Moderato 31
rilevante 1 0
medio 1 1
moderato 23 28
basso 4 2
trascurabile 2 0
Basso 18
moderato 1 2
basso 14 14
trascurabile 3 2
Trascurabile 29
Rischio basso
rilevante 1 0
medio 1 0
moderato 1 26
trascurabile 24 0
irrilevante 2 2
Irrilevante 9
rilevante 1 1
medio 1 0
irrilevante 7 8
15
Tale affermazione trova conferma nelle “matrici di transizione” ovvero nelle tavole
(tabelle 5 e 6) indicanti gli spostamenti da una classe di rischi ad un’altra a seconda
dell’indice applicato (indice Global Insight standard, IDE e commercio).
Nelle suddette tavole riportiamo in colonna la scala dell’indice di rischio standard
Global Insight mentre in riga le categorie dell’indice differenziato per operatore (IDE e
commercio). Qualora l’indice Global Insight e l’indice diversificato risultino assegnare
ad un paese la stessa categoria di rischio, il paese è collocato in corrispondenza della
diagonale principale. Laddove i due indici non convergano, si è preferito evidenziare il
paese collocandolo nella categoria assegnata dall’indice diversificato (IDE e
commercio). In particolare, i paesi OCSE sono segnalati in corsivo. Per facilitarne la
lettura, quindi, nelle seguenti tabelle vengono riportati esclusivamente i paesi che
cambiano la propria categoria di rischio in base all’indice utilizzato.
È interessante notare come ci siano paesi ai quali l’indice GI_IDE (tabella 6) assegna un
livello di rischio più basso rispetto a quello standard (ad esempio la Tailandia: Indice GI
standard = medio, Indice GI_IDE = moderato) e altri per il quale l’indice IDE indica un
livello di rischio superiore a quello calcolato da Global Insight (ad esempio l’Indonesia:
indice standard = rilevante; indice IDE = alto). Il primo gruppo di paesi è però
prevalente.
La tabella 6 mostra la stessa analisi svolta per l’indice commercio. Anche in questo caso
il numero di paesi che mutano categoria è rilevante e si verificano sia casi di passaggio a
una categoria di rischio più elevata che a una categoria di rischio inferiore.
16
Tabella 5. - Matrice di transizione dell’indice aggregato e dell’indice IDE
Olanda
Trascurabile
Svizzera
Italia
Basso Maldive
Malta
Martinica
Moderato Dominica
Seychelles
Micronesia
Tailandia
Rischio medio
Medio
Messico
Filippine
Bhutan
Cina
Rilevante Indonesia
Libano
Egitto
Tonga
Molto alto
Rep Dem del
Estremo
Congo
17
Tabella 6. - Matrice di transizione dell’indice aggregato e del commercio
Regno Unito
Emirati
Trascurabile Olanda Arabi Uniti
Grecia Andorra
Basso
Italia Hong Kong
Rep Dominicana
Turchia Benin
Medio
India
Kazakistan
Filippine Togo
Rilevante
Libano Ecuador
Alto Guinea
Rischio alto
Molto alto
Rep. Dem. del
Estremo
Congo
18
4. Una classificazione dei paesi emergenti in base al grado
di rischio e alle opportunità di mercato
L’indice della performance degli IDE (2004-2006) determina un ordinamento tra i paesi in base al rapporto tra gli IDE in
entrata e il PIL del paese (è il rapporto tra la quota di IDE del paese sul totale mondiale rispetto alla quota di PIL del paese
rispetto al PIL mondiale). Un valore superiore (inferiore) a 1 indica che il paese riceve IDE in misura più (meno) che
proporzionale alla sua dimensione economica. Se il valore è negativo significa che gli investitori hanno disinvestito nel paese
durante il periodo in esame.
IDEpe = IDEi/IDEw
PILi/PILw
Dove:
IDEi = Investimenti diretti esteri del Paese i (w = mondo)
PILi = Prodotto interno lordo del Paese i (w = mondo)
L’indice del potenziale degli IDE (2003-2005) cattura molteplici fattori (a parte la dimensione del mercato) che dovrebbero
influenzare l’attrattività del paese rispetto agli investimenti stranieri. L’indice è calcolato come una media (semplice) di 12
variabili tra le quali: PIL procapite, quota di R&D sul PIL, livello di ICT nel paese, tasso di crescita del PIL, quota delle
esportazioni sul PIL, uso dell’energia, livello di alfabetizzazione, rischio paese, importazioni di materie prime e di prodotti di
alta tecnologia, esportazione di servizi e stock di IDE in entrata.
L’indice della performance commerciale (2004-2006) è stato definito in linea con l’indicatore della performance degli IDE
elaborato dall’UNCTAD:
COMMpe = Mi/Mw
PILi/PILw
Dove:
Mi = Importazioni del Paese i (w = mondo)
PILi = Prodotto interno lordo del Paese i (w = mondo)
L’indice del potenziale commerciale (2006) corrisponde all’Input Measure Index utilizzato dall’UNCTAD nel calcolo del
TDI - Trade Development Index. Nell’Input Measure Index vengono considerati il contesto strutturale e istituzionale nonché
le politiche e i processi relativi al commercio di un paese.
19
Un primo insieme di risultati mostra l’esistenza di una correlazione negativa tra rischio
e opportunità dei vari paesi per cui ad elevate opportunità corrispondono bassi rischi e
viceversa. Un tipo di relazione che è confermata indipendentemente dall’indicatore di
rischio e opportunità utilizzato.
Nei grafici 2 e 3 riportiamo sia per gli IDE che per il commercio i tre indici di rischio
che abbiamo a disposizione: Global Insight standard e gli indici calcolati secondo i due
diversi metodi di ponderazione. Come si vede chiaramente in entrambi i grafici, la
relazione tra rischio e opportunità è negativa: più è alto il rischio, minori le opportunità
sia in termini di IDE che di potenziale commerciale. L’indice di correlazione tra rischio
standard e potenziale commerciale è (-0,82) mentre per il potenziale degli IDE è (-0,75).
Questo significa che la relazione è più forte nel caso del commercio che degli
investimenti diretti esteri.
5,00
4,50
4,00
3,50
Indice di rischio
3,00
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
0,000 0,100 0,200 0,300 0,400 0,500 0,600 0,700
Potenziale IDE
20
Grafico 3. - Indice di rischio e potenziale commerciale
5,00
4,50
4,00
3,50
Indice di rischio
3,00
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
400 500 600 700 800 900
Potenziale commerciale
5,00
4,50
4,00
3,50
3,00
Indice di rischio
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
-3 0 3 6 9 12 15 18
Performance IDE
21
Grafico 5. - Indice di rischio e performance commerciale
5,00
4,50
4,00
3,50
Indice di rischio
3,00
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 7,000 8,000
Performance commerciale
Nei grafici che seguono (grafici 6-9) si riportano sull’asse verticale gli indici di rischio
per la specifica tipologia di operatore calcolati secondo il primo metodo di ponderazione
e sull’asse orizzontale gli indici di opportunità (potenziale e performance). È inoltre
evidenziato per l’indice di rischio (asse verticale) il valore soglia di (2,5), che nella scala
Global Insight indica il passaggio dalla categoria di rischio moderato a quella di rischio
medio. Mentre per l’indice delle opportunità (asse orizzontale) il valore soglia è
9
Paesi non- OCSE con l’eccezione di: Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca,
Turchia, Ungheria.
22
rappresentato dal valore mediano calcolato con riferimento all’insieme dei paesi non-
OCSE10.
4,50
4,00
3,50
3,00
Indice di rischio
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
0,000 0,050 0,100 0,150 0,200 0,250 0,300 0,350 0,400 0,450
Potenziale degli IDE
5,00
4,50
4,00
3,50
Indice di rischio
3,00
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
400 500 600 700 800 900
Potenziale commerciale
10
Per l’indice di performance commerciale il campione è composto da 108 paesi; per l’indice del
potenziale commerciale da 96 paesi; per l’indice di performance commerciale e degli IDE da 107 paesi.
23
Grafico 8. - Indice di rischio e performance degli IDE
5,00
4,50
4,00
3,50
3,00
Indice di rischio
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
-3 0 3 6 9 12 15 18
Performance degli IDE
5,00
4,50
4,00
3,50
Indice di rischio
3,00
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 7,000 8,000
Performance commerciale
24
Dall’analisi dei quattro grafici si evidenzia innanzitutto come una buona parte delle
osservazioni (paesi) si concentra nel quadrante caratterizzato da alto rischio e, al
contempo, alte opportunità. Un buon numero di paesi si trova nell’area caratterizzata da
alto rischio e basso valore degli indici di potenzialità e di performance. Molto meno
numerosi sono invece i paesi che appaiono caratterizzati da rischi relativamente bassi e
alte opportunità.
25
Appendice
Commercio Internazionale
Commercio Internazionale è una rivista quindicinale di diritto e pratica degli scambi con l’estero,
finanza, mercati, contrattualistica, tecnica valutaria e doganale, fiscalità internazionale, edito da
IPSOA.
Moody’s
La principale caratteristica di Moody’s è l’esplicita differenziazione tra rating sul debito in valuta
nazionale e quello in valuta estera.
26
A. Componenti del rischio politico
BERI CRG NSE ICGR/PRS EIU C. I. FITCH MOODY'S S&P
RISCHIO POLITICO X X X X X X X X X
Popolazione x x x
Popolazione urbana(% totale) x
% Popolazione alfabetizzata x
Istituzioni x x x x x x x x
Stabilità costituzionale x x x x
Efficienza delle Istituzioni x x
Forma di governo x x
Stabilità di governo x x x x x
Unità di governo x x x x
Forza legislativa x x x
Supporto popolare x x x x
Consenso agli obiettivi di politica economica x x
Militarizzazione della politica x x x
Trasparenza sistema politico x
Corruzione x x x
Qualità della burocrazia x x x x
Modalità di trasferimento del potere x
Responsabilità democratica x x x x x
Alternanza democratica x x x
Sistema monopartitico (de facto/de jure) x
Autarchia x
Riforme x x
Riforme strutturali x
Riforme amministrative x
Condizioni sociali x x x x x x
Accesso ai servizi della salute x x
Disoccupazione x x x
Povertà x
Fiducia del consumatore x
Diffuso malcontento x
27
BERI CRG NSE ICGR/PRS EIU C. I. FITCH MOODY'S S&P
Condizioni economiche x x x x x x x
Espropriazione x x
Rimpatrio dei profitti x x x
Ritardi nei pagamenti x x
Imponibilità dei contratti x x x x
Pratiche discriminanti contro gli stranieri x x
Efficacia sistema di tassazione x x
Pratiche di concorrenza sleale x
Diritti proprietà intellettuale x
Controllo dei prezzi x
Integrazione nel commercio mondiale e nel
sistema finanziario x x x
Sicurezza interna ed esterna x x x x x
Microcriminalità x
Criminalità organizzata x
Contrabbando di droga x
Conflitti interni x x
Guerre civili x x
Terrorismo x x x
Minaccia colpi di stato x x
Guerriglia x
Violenza politica x x x x
Disordini civili x x x
Conflitti di frontiera x x
Conflitti esterni x x
Guerra x x x
Pressioni esterne x x
Tensioni religiose x x x
Tensioni etniche x x x
Ordine pubblico x x x x
Forza del sistema giudiziario x x
Imparzialità del sistema giudiziario x x x
Osservanza delle leggi x x
28
B. Componenti del rischio economico
BERI CRG NSE ICGR/PRS EIU C. I. FITCH MOODY'S S&P
RISCHIO ECONOMICO X X X X X X X X X
Caratteristiche economia domestica x x x x x x x x
PIL pro capite x x x x x x
PIL (tasso di crescita) x x x x x x
Dotazione fattoriale x x
Comunicazione e trasporti x x
Agricoltura/PIL x x
Diversificazione produttiva x
Energia importata (%) x x
Distribuzione del reddito x x
IPC x x
Tasso di inflazione x x x x x x
Costo del lavoro/produttività x x x x
Caratteristiche della domanda e dell'offerta domestica x
Commercio estero x x x x x x x x
Bilancia dei pagamenti (%PIL) x x x x x x x
Bilancia commerciale (%PIL) x x x x x x
Variazione export (%) x x x
Variazione import (%) x x
Barriere al commercio x x
Ammontare investimento estero x x x
Concentrazione export x
Risparmio e investimenti x x x x x x
Investimenti (%PIL) x x x x
Risparmio (% PIL) x x x x
Credito/PIL x x x x
Crescita del risparmio x
Composizione investimenti x x x
Composizione risparmio x
29
BERI CRG NSE ICGR/PRS EIU C. I. FITCH MOODY'S S&P
Indicatori vari x x x x x
Economia mercato/non mercato x x
Indici di concorrenzialità x x
Grado di privatizzazione x x x
Pressione fiscale x x
Grado di autonomia della Banca Centrale x x
Dinamismo settore privato x x
Politica macroeconomica x
Valutazione efficienza settore banca e finanza x
Analisi di sviluppo a medio termine x x
30
C. Componenti del rischio finanziario
BERI CRG NSE ICGR/PRS EIU C. I. FITCH MOODY'S S&P
RISCHIO FINANZIARIO X X X X X X X X X
Debito estero x x x x x x x x
Debito estero/Debito totale x x x
Debito estero (%PIL) x x x x x x x
Debito estero (% export) x x x x x
Composizione del debito estero x x
Servizio del debito estero (% beni e servizi) x x x x x x x
Debito pubblico x x x x x x x x
Budget pubblico totale/PIL x x x x
Deficit di bilancio/PIL x x x x
Entrate/PIL x
Debito pubblico (%PIL) x x x x x
Debito pubblico (% export) x x
Servizio del debito x x x x x x x
Andamento passato del servizio del debito x x
Struttura debito pubblico x x
Spesa pubblica/PIL x x x
Bilancia commerciale x x x x x x
Bilancia commerciale (%PIL) x x x x
Bilancia commerciale (%Export) x x x
Export/PIL x x
Import/PIL x x
(Export + Import)/PIL x x
31
BERI CRG NSE ICGR/PRS EIU C. I. FITCH MOODY'S S&P
Tasso di cambio x x x x x x x
Tasso di cambio x x x x x x
Stabilità del tasso di cambio (% di cambiamento) x x x x x
Convertibilità della moneta x x x
Moneta x x x x x x
Liquidità netta x x x x x x
Riserve x x x x x x
M2/Riserve ufficiali x x x
Tasso di crescita della moneta x x
Livello di riserve estere ufficiali x x x x x x
32