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Giulia Gallo
18 gennaio 2012
Indice
1 Preliminari
2 Il teorema di Bose
Sommario
Preliminari
(1)
(2)
1, 1 2, 2 3, 3 4, 4
1 2 3 4
1 2 3 4
2 1 4 3 3 4 1 2 2, 3 1, 4 4, 1 3, 2
3 4 1 2 4 3 2 1 3, 4 4, 3 1, 2 2, 1
4, 2 3, 1 2, 4 1, 3
2 1 4 3
4 3 2 1
Il teorema di Bose
(1)
(i = 1, 2, . . . , n2 ; j = 1, 2, . . . , t + 2)
(2)
Le entrate aij di A sono elementi etichettati 1, 2, . . . , n e le righe di ogni sottomatrice di A di dimensione n2 2 sono le n2 coppie formate da elementi
appartenenti allinsieme 1, 2, . . . , n.
3
1, 1, . . .
1, 2, . . .
. . .
1, n, . . .
. . .
n, 1, . . .
n, 2, . . .
. . .
n, n, . . .
Allora per ogni e = 3, 4, . . . , t + 2 definiamo una n n matrice Ae come segue.
La prima riga di Ae contiene le prime n entrate della colonna e di A, la seconda
riga di Ae contiene le successive n entrate della colonna e di Ae e cos` via, fino
allultima riga di Ae che contiene le ultime n entrate della colonna e di Ae .
Allora A3 , A4 , . . . , At+2 `e un insieme di t quadrati Latini ortogonali. Infatti per
le ipotesi fatte su A, ogni matrice `e un quadrato Latino. La colonna 1 di A
implica che Ae non pu`
o avere 2 entrate uguali in una riga e la colonna 2 di A
implica che Ae non pu`
o avere 2 entrate uguali in una colonna. Inoltre, se e 6= f
allora Ae e Af sono ortogonali a causa della struttura delle colonne e ed f di A.
Linverso si dimostra similmente.
Esempio. Chiarifichiamo quanto affermato dal teorema che abbiamo appena
dimostrato. Siano dati i seguenti quadrati Latini 3 3:
1 2 3
1 2 3
A1 = 2 3 1 A2 = 3 1 2
3 1 2
2 3 1
La matrice seguente `e lunica associata
1 1
1 2
1 3
2 1
2 2
2 3
3 1
3 2
3 3
ad A1 e A2 .
1 1
2 2
3 3
2 3
3 1
1 2
3 2
1 3
2 1
Siamo finalmente pronti per dimostrare il teorema di Bose che fornisce una
condizione necessaria e sufficiente per lesistenza di un piano proiettivo finito.
Teorema 2.4 (di Bose). Sia n 3. Possiamo costruire un piano di ordine n
se e solo se possiamo costruire un insieme completo di n 1 quadrati Latini di
ordine n, a due a due ortogonali.
(i = 1, 2, . . . , n2 ; j = 1, 2, . . . , n + 1)
(3)
La congettura di Eulero
In uno scritto del 1782, Eulero cominci`o indicando il problema dei 36 ufficiali.
Tale problema richiedeva che si trovasse una disposizione di 36 ufficiali, di 6 gradi
e provenienti da 6 reggimenti diversi, in una formazione quadrata di dimensione
6 per 6. Ogni linea orizzontale e verticale di questa formazione deve contenere
uno e un solo ufficiale di ogni grado e uno e un solo ufficiale da ogni reggimento.
Eulero denot`
o i 6 reggimenti con le lettere Latine a, b, c, d, e, f e i 6 gradi con
le lettere Greche , , , , , . Not`o inoltre che le caratteristiche di un ufficiale
erano determinate dalle 2 lettere, una Latina e laltra Greca, e che il problema
consisteva nel disporre le 36 combinazioni di 2 lettere in un quadrato, in modo
tale che ogni riga e ogni colonna contenessero tutte le 6 lettere Latine e tutte le 6
lettere Greche. Questa `e lorigine del termine Quadrato Greco-Latino. Eulero
osserv`
o che il primo passo consisteva nel disporre le lettere Latine in un quadrato
in modo tale che nessuna lettera venisse dimenticata sia da ogni riga che da
ogni colonna. Chiam`
o questo quadrato particolare quadrato Latino. Se invece
avesse scelto di disporre prima le lettere Greche, probabilmente avremmo avuto
5
i quadrati Grechi al posto dei quadrati Latini. In ogni caso, se etichettiamo sia i
gradi che i reggimenti con numeri da 1 a 6, allora il problema di Eulero si riduce
alla costruzione di un paio di quadrati Latini ortogonali di ordine 6.
Eulero non trov`
o soluzione a questo particolare problema. Allora congettur`o
che non ne esistessero se lordine dei quadrati `e nella forma n 2(mod4). Questa
`e la famosa congettura di Eulero. Il primo caso n = 2 `e banalmente impossibile.
Allincirca nel 1900, Tarry verific`o, attraverso una sistematica enumerazione,
che la congettura di Eulero vale per n = 6. Allora, secondo il risultato di Tarry,
siccome non esiste un paio di quadrati Latini ortogonali di ordine 6, il risultato
di Bose implica la non esistenza di un piano proiettivo finito di ordine 6.
Siccome ci sono innumerevoli sconvenienti nella dimostrazione per sistematica enumerazione, vedremo nei prossimi capitoli una condizione necessaria
affinche esista un piano proiettivo di ordine n.
1 1 0 1 0 0 0
0 1 1 0 1 0 0
0 0 1 1 0 1 0
0 0 0 1 1 0 1
1 0 0 0 1 1 0
0 1 0 0 0 1 1
1 0 1 0 0 0 1
In termini di matrice di incidenza, le propriet`a per essere un piano proiettivo
sono trasformate in:
1. A ha somma sulle righe costante e uguale a n + 1 ( ogni linea contiene
n + 1 punti)
2. A ha somma sulle colonne costante e uguale a n + 1 ( ogni punto sta
su n + 1 linee)
3. il prodotto interno di ogni 2 righe distinte di A `e 1 ( due linee distinte
si intersecano esattamente in un punto)
4. il prodotto interno di ogni 2 colonne distinte di A `e 1 ( due punti
distinti giacciono esattamente su una stessa linea)
Le condizioni sulla somma sulle righe e sul prodotto interno di due righe di
A possono essere racchiuse nella seguente equazione matriciale:
AAT = nI + J
(4)
In questo paragrafo riportiamo la storia della dimostrazione della non esistenza di un piano proiettivo di ordine 10. Tale dimostrazione `e stata ottenuta
sfruttando essenzialmente la potenza raggiunta negli anni 80 dagli elaboratori elettronici e, pertanto, `e tuttora aperta la questione della ricerca di metodi
adeguati per la soluzione del problema senza luso di strumenti di calcolo.
Ai fini della dimostrazione `e stato di fondamentale importanza lo studio del
codice binario associato allipotetico piano proiettivo di ordine 10. Prima di
procede diamo le seguenti definizione.
Definizione 4.1. Sia A la matrice di incidenza di un piano proiettivo finito.
Sia C lo spazio vettoriale generato dalle righe di A su F2 , il campo finito con
due elementi 0, 1. Un vettore in C `e detto parola del codice.
7
w i xi
i=0
wi
i = 1, 2, . . . , 10 w1 1
0
wj
11
j = 12, 13, . . . , 18
0
Nel 1970, Assmus e Mattson hanno osservato che, usando i valori riportati nella tabella precedente `e possibile trovare tutti i coefficienti del polinomio
enumeratore dei pesi di C. In particolare si ha
w19 = 24675
e quindi, se esiste un piano proiettivo finito di ordine 10, esso deve contenere
24675 parole del codice di peso 19. Il problema dellesistenza del piano proiettivo si sposta quindi sulla ricerca delle configurazioni con 19 punti. Queste
configurazioni sono state studiate da M. Hall Jr., il quale nel 1980 ha provato che, se a `e una parola del codice di peso 19, allora, delle 111 linee di , 6
intersecano a in 5 punti, 37 in 3 punti e 68 in un solo punto. In sostanza, le
configurazioni in questione possono pensarsi come strutture geometriche aventi
19 punti e 43 blocchi tali che 6 blocchi hanno 5 punti, 37 blocchi hanno 2 punti
e 2 punti distinti appartengono ad un unico blocco. Il numero di tali strutture, a
meno di isomorfismi, `e 66 e almeno una di queste, se esiste , deve avere matrice
di incidenza estendibile ad una matrice di incidenza di .
In un lavoro del 1985 Lam, Crossfield, Thiel hanno provato che 21 configurazioni delle 66 possibili hanno matrice di incidenza non estendibile a quella di un
piano proiettivo di ordine 10. Finalmente, nel 1988, Lam, Thiel, Swiercz, usando dei programmi da loro elaborati, parte dei quali hanno girato per 83 giorni
su un CRAY supercomputer e per 160 giorni su cinque VAX collegati in rete,
hanno esteso il precedente risultato alle rimanenti 45 configurazioni, giungendo
cos` a provare che non esiste un piano proiettivo di ordine 10.