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ISEO

Iseo un piccolo centro turistico sulla sponda sud


sud-orientale
orientale del lago
d'Iseo con poco pi di 9.000 abitanti.
Ad una ventina di chilometri a nord del capoluogo provinciale Brescia,
il territorio iseano presenta le caratteristiche di un ambiente a cavallo
fra il lago e la collina, fra l'acqua e la terra, particolarmente evidenti
nell'habitat della Riserva naturale Torbiere del Sebino
Sebino..
Iseo tra i paesi rivieraschi del lago che meglio ha conservato la sua
organizzazione urbana medievale che, sol
solo
o parzialmente modificata
nei secoli XV-XVIII,
XVIII, pervenuta quasi indenne fino allultimo scorcio
dellOttocento.
Le origini del paese si perdono nellantichit: le sue sponde furono
abitate fin dalla preistoria come stato documentato dal ritrovamento
archeologico
heologico di strutture dellet del Bronzo (XIII secolo a.C.) avvenuto
negli anni 1999-2000
2000 lungo la Via per Rovato.
Il nome sembra per derivare dal culto alla dea Iside che rimanda
allepoca romana; le condizioni naturali, estremamente favorevoli,
rendono
o senzaltro probabile lesistenza di un vicus significativo come
attestato dal rinvenimento di pavimentazioni di una domus o villa,
nella parte alta del paese, risalenti al I secolo d. C. .
La fortuna di Iseo nasce in epoca altomedievale quando la presenza
prese
della Pieve, del porto--mercato
mercato e del Castello promuovono labitato
come il centro pi importante dellarea sebina.
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Iseo fu circondato da diverse cerchie di mura: la pi antica cingeva


probabilmente solo la collina sulla quale sorgeva il castello e la chiesa
di S. Stefano (oggi Madonna della Neve), successivamente furono
realizzati altri due ampliamenti prima di giungere allinizio del XIV
secolo quando fu costruita la cinta muraria pi ampia che andava a
comprendere anche larea della pieve, un tempo esterna al centro
abitato. Al paese si accedeva attraverso tre porte: la porta del Campo
sulla Via per Rovato, la porta delle Mirolte, rivolta verso il monte, e la
porta del Porciolo sulla Via per la riviera sebina e la Valle Canonica.
Tra XII e XIV secolo il paese fu coinvolto nelle guerre con il Comune di
Brescia e nelle dispute fra impero e papato vivendo momenti
drammatici come nel caso dellassedio e del saccheggio avvenuto il 28
luglio 1161 da parte dellesercito di Federico Barbarossa.
Iseo conserv comunque un livello di ricchezza elevato tale da
consentire la realizzazione di edifici religiosi di grande qualit (pieve di
S. Andrea e chiesa di S. Silvestro) e la diffusione di unedilizia civile in
pietra che ancora oggi si pu riscontrare nelle contrade del Sombrico
e del Campo.
Nel contempo emersero vari esponenti della nobilt locale tra i quali la
famiglia pi rappresentativa e potente fu quella ghibellina dei Da
Iseo/Oldofredi che, alleata con la famiglia Federici della Valle
Camonica, mantenne per vari secoli un controllo politico ed
economico sia del paese che di larga parte del territorio sebino e
franciacortino.
Nel 1454 Venezia estese in modo stabile i suoi possedimenti alle
provincie bresciana e bergamasca, dominio che manterr per circa tre
secoli e mezzo. Il paese pur mantenendosi dentro le mura
trecentesche rinnov i propri edifici, soprattutto nella parte centrale
dellodierna piazza Garibaldi, e lentamente conquist terreno
edificabile sottraendolo al lago.
Gli anni tra il 1820 ed il 1860 furono caratterizzati da una forte
espansione economica: filande, opifici e concerie erano localizzati
sulla sponda del lago per usufruire dellacqua necessaria alle
lavorazioni manifatturiere e per la facilit di trasporto delle merci
attraverso chiatte. Altra fonte di ricchezza per Iseo furono il porto, che
venne potenziato, ed il mercato che si svolgeva due volte alla
settimana.
Nel 1840 vennero demolite le porte medievali e, negli stessi anni,
larchitetto Rodolfo Vantini realizz il nuovo Palazzo dei Grani (ora
Municipio) e ristruttur completamente linterno della pieve di S.
Andrea. A fine Ottocento fu costruita la linea ferroviaria Brescia-Iseo
che venne collegata con il porto (lattuale viale della Repubblica)
attraverso la demolizione delle case medievali della contrada del
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Campo. Dal secondo dopoguerra Iseo riprese la centralit economica


nellambito del Basso Sebino soprattutto grazie alla riscoperta della
sua vocazione turistica.

LE MERAVIGLIE DI ISEO

CASTELLO OLDOFREDI
Il complesso fortificato rappresenta uno degli esempi meglio
conservati di architettura militare basso
basso-medievale
medievale della provincia di
Brescia. Il Castello detto tradizionalmente Oldofredi per la presenza
in Iseo di questa nobile famiglia di parte ghibellin
ghibellina,
a, favorevole ai
Visconti ed agli Scaligeri e acerrima avversaria della Repubblica
Veneta.
La sequenza storico-edilizia
edilizia
XII XIII secolo
Il corpo di fabbrica pi antico costituito da un grande torrione, non
pi visibile dallesterno, posto nellala meri
meridionale,
dionale, i cui resti si
possono ammirare unicamente al primo piano dellattuale sede della
Biblioeca comunale.
Limponente struttura a pianta quadrata misura quasi dieci metri di
lato, muri spessi due metri e altezza conservata di circa dodici metri
dalla base. La torre era quasi sicuramente un mastio che sorgeva
isolato allinterno di una palizzata difensiva della quale non rimasta
alcuna traccia. Le caratteristiche formali della struttura consentono
una datazione tra la fine dellXI e linizio del XI
XIII
II secolo.
XIII XIV secolo
Sul sito della fortificazione pi antica, di cui venne mantenuto solo il
mastio, fu eretto nel corso del XIII o del XIV secolo il nuovo Castello a
pianta rettangolare di 47 per 28 metri circa di lato. Esso era costituito
da cortine
tine rettilinee, difese ai quattro angoli da torri scudate a canna
quadrangolare su base scarpata, poggianti direttamente sul banco
roccioso.
Il Castello era circondato da un profondo fossato scavato nella roccia
viva, ancora oggi visibile sui versanti sud e ovest se pur parzialmente
colmato, e vi si accedeva sia da nord sia da sud attraverso due
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ingressi con arco a sesto acuto nelle cui chiavi di volta era raffigurata
larma dei Della Scala, potente famiglia veronese che nei primi
decenni del Trecento domin il Bresciano intessendo stretti rapporti
politici con gli Oldofredi e labitato di Iseo.
Le caratteristiche strutturali e la netta separazione dallabitato
identificano la fortificazione quale vera e propria rocca, cio una
struttura autonoma con funzioni prettamente belliche, concepita
come caposaldo strategico della difesa del territorio e come apparato
di controllo militare del corpo urbano.
XV XIX secolo
Quando si afferm il dominio veneziano, il Castello di Iseo perse la
sua importanza militare divenendo propriet della famiglia Celeri;
verso la fine del XVI secolo la sua manutenzione divenne un peso
insostenibile anche per questultima nobile stirpe e la cittadinanza
iseana chiese al Senato della Repubblica Veneta che limmobile fosse
donato ai frati francescani cappuccini.
Nel 1585 il Castello fu adattato a convento e di questa nuova
destinazione si conservano il corpo a tre piani con portico e loggia
situato sul lato meridionale del cortile (databile attorno alla met del
XVII secolo) e la chiesa di S. Marco (iniziata probabilmente alla fine
del XVI secolo e consacrata nel 1629), attualmente adibita a sala
civica.
Ai secoli XVII-XVIII sono attribuiti gli affreschi che decorano in varie
parti le murature degli edifici: tra i maggiori si trovano
unAnnunciazione, posta nellandrone di ingresso, un grande
crocefisso nel cortile, nelle scale site in lato sud/est una Madonna
della Misericordia e un dipinto di S. Fedele da Sigmaringen.
Nel 1797, in seguito agli editti napoleonici che confiscavano i beni
degli enti religiosi, i frati furono costretti ad abbandonare il convento;
il castello, divenuto propriet privata, fu trasformato in appartamenti
(destinazione che ancora oggi permane sui lati nord e ovest) mentre
alla cortina meridionale della rocca fu addossata una filanda.
Il complesso fu acquistato dal Comune di Iseo negli anni Sessanta del
Novecento e da allora iniziarono le opere di recupero e restauro.

AREA SACRA DELLA PIEVE DI S. ANDREA


Situata al limite settentrionale del centro storico, larea della Pieve
costituisce uno dei poli storici del paese per le emergenze
monumentali e per laspetto ancora oggi appartato e suggestivo.
Attorno al sagrato, segnato diagonalmente dallantica strada che dal
centro conduceva alla Porta del Por
Porciolo
ciolo e da questa alla riviera del
Sebino, si raccolgono la chiesa plebana di S. Andrea, la chiesa di S.
Giovanni e la piccola chiesa di S. Silvestro.
Pieve di S. Andrea
La chiesa, secondo la tradizione, sarebbe stata fondata nella seconda
parte del VI secolo
colo da S. Vigilio, vescovo di Brescia, su unarea gi
insediata in epoca romana. Nei secoli VIII
VIII-IX
IX divenne Pieve. Intorno
alla met del XII secolo venne inserito nella facciata preesistente
limponente campanile centrale che denota influenze di arte
cluniacense.
iacense. Il campanile, affiancato da due ali laterali, conserva al
suo interno, al primo piano, un oratorio con celle arricchite da bifore e
nicchie.
Sulla destra del campanile collocata larca, a forma di edicola, di
Giacomo da Iseo, uomo darme ghibell
ghibellino
ino capostipite della famiglia
degli Oldofredi.
La chiesa plebana fu ampliata e ristrutturata pi volte, la forma
attuale dovuta a Rodolfo Vantini che tra il 1826 e il 1840 rifece
completamente linterno in stile neoclassico.
Linterno, a tre navate, con
contiene
tiene in particolare la cinquecentesca tela
S. Bernardino da Siena di Grazio Cossali, Il pianto di S. Pietro di
Giuseppe Diotti (1779
(1779-1846)
1846) e S. Michele Arcangelo sublime
composizione di Francesco Hayez (1791
(1791-1882).
Chiesa di S. Giovanni

Edificio settecentesco,
ettecentesco, sorge sul luogo del demolito battistero
medievale di cui si conservano, murate in facciata, tre formelle
romaniche.
Linterno ad una navata, copertura a botte e profondo presbiterio.
Chiesa di S. Silvestro
Edificata nel corso del XIII secolo come cappella vescovile, rivela
larchitettura originaria nella muratura settentrionale, con monofore e
lesene verticali, e nellabside semicircolare, decorata, lungo la linea di
gronda, con eleganti archetti ciechi.
Dal XV secolo divenne sede della Disciplina della Santissima Croce;
nel corso del XVII-XVIII
XVIII secolo la chiesa venne sopraelevata ed al
prospetto meridionale venne addossata una palazzina a due piani
sempre ad uso della confraternita dei Disciplini.
Allinterno sono conservate, lungo la m
muratura
uratura absidale, tracce di
affreschi
tardo
quattrocenteschi
e,
nel
registro
inferiore,
uninteressante esempio di danza macabra.

PIAZZA GARIBALDI
La piazza stata, fin dallantichit, sede di un importante mercato
che ancora oggi, nei giorni di marted e venerd, anima Iseo. Pur
avendo subto numerosi interventi nel corso dei secoli, rimasta
sempre uno spazio libero dove svolgere le attivit di mercanzia e
assolvere le funzioni civili di adunanza del popolo. In epoca medievale
vi era il Broletto
letto con unalta torre, sede delle autorit del Comune.
A occidente si trova lantica casa dei Palatini, cos chiamata anche
dalle fonti scritte per il ciclo, oggi solo parzialmente conservato, che
correva lungo le due facciate e che raffigura condotti
condottieri
eri del passato,
cavalieri ed eroi della tradizione letteraria, soprattutto della Chanson
de Roland.
Allimbocco con via Mirolte, di fronte alla torre (XIII sec.) che fu della
famiglia Pontoglio, vi la trecentesca chiesetta di S. Maria del Mercato
(sec. XIV). La chiesa fu edificata dalla famiglia degli Oldofredi, che
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diede lincarico ai frati del convento di S. Francesco di Iseo di


celebrarvi la Messa per la popolazione. Allinterno vi sono affreschi
che vanno dal XIV al XVIII secolo.
In epoca veneta furono realizzati sul perimetro della piazza
interessanti edifici (XVII-XVIII sec.) con piano terra porticato su
colonne in arenaria di Sarnico.
Sul lato della piazza verso il lago nel 1833 fu costruito, su progetto
dellarchitetto Rodolfo Vantini, il Palazzo dei Grani che comport la
demolizione di un intricato tessuto di case antiche costituite da
fondaci e botteghe. Il nuovo palazzo ospitava la borsa del grano fino a
quando, divenuto sede del Municipio, fu ingrandito demolendo la
cinquecentesca chiesa di S. Rocco che sorgeva allangolo con piazza
Statuto (1952).
Al centro della piazza si trova il primo monumento dedicato in Italia a
Giuseppe Garibaldi, scolpito da Pietro Bordini, per la prima volta nel
mondo il condottiero non raffigurato a cavallo. Fu inaugurato nel
1883.
CONVENTO DI SAN FRANCESCO DASSISI
Secondo la tradizione il fondatore del convento S. Francesco dAssisi
il quale, di ritorno dallEgitto, fermatosi a Iseo accetta in dono una
piccola casa in una zona malsana vicino al lago, a nord del centro
abitato, e la trasforma in una chiesetta. Intorno ad essa si articol nel
tempo un convento dedicato a Santa Maria degli Angeli e denominato
della Madonna Nuova.
Sempre secondo la tradizione il primitivo convento accolse anche il
passaggio di S. Antonio da Padova. Il monastero citato in alcuni
documenti del XIV secolo e ai frati francescani viene affidata dalla
famiglia degli Oldofredi anche lufficiatura delle messe nella chiesetta
signorile della Madonna del Mercato. Nel XV secolo viene spesso
abbandonato a causa, probabilmente, delle cattive condizioni
ambientali che causano malattie e il Comune se ne lamenta
chiedendo al doge Francesco Foscari lintroduzione dei Padri
Osservanti al posto dei Conventuali. La richiesta viene accolta nel
1465 dal Generale dei Minori Francesco della Rovere, futuro papa
Sisto IV, il quale concede ad Amadeo Mendez de Silva ed ai suoi
seguaci di stabilirsi nel convento. Sotto la guida del frate il monastero
viene ristrutturato e prende il nome di San Francesco. Nel 1510 papa
Pio V ordina lunione degli amadeiti con i conventuali ed il convento
rimane nuovamente abbandonato fino al 1569, anno in cui gli
Osservanti vi si stabiliscono rimanendovi fino alla soppressione
veneta del 1771. I francescani vi ritornano nel 1783, ma nel 1798
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sono costretti a chiudere definitivamente il convento in seguito


allintervento di Napoleone. Nel 1841 il complesso viene trasformato in
ospedale, funzione che ha ancora oggi; i conseguenti lavori di
ristrutturazione ne hanno alterato in gran parte lantico aspetto.
Nella parte verso il lago sono ancora visibili il notevole chiostro con
affreschi dei secoli XV, XVI, XVII e ci che resta della chiesa
conventuale che conserva un soffitto ligneo seicentesco dipinto
raffigurante S. Francesco sul carro di fuoco.

ROCCA DI SAN GIORGIO E BUCA DEL QUAI


Il Bs del Quai (buco della tana) un vasto antro che si apre sul
versante destro del monte Punta dellOrto, vicino alla piccola frazione
di Covelo.
La grotta collegata attraverso percorsi sotterranei carsici al vasto
bacino delle Piane di S. Martino e, in occasione di piogge persistenti,
riversa a valle un notevole flusso dacqua.
La cavit riveste una notevole importanza sotto il profilo storicoarcheologico per aver restituito, soprattutto tra Otto e Novecento,
reperti fittili e metallici, in parte attribuiti alla preistoria, in parte ad
et gallica, altri allepoca medievale, che mostrano una continuit
insediativa straordinaria, da parte delluomo, attraverso le varie
epoche.
I reperti pi antichi (media et del bronzo, XV-XIV secolo a.C.),
rinvenuti sotto grossi massi di crollo della volta, sono costituiti da
frammenti in ceramica grezza di scodelle ed uno spillone a capocchia
leggermente conica in bronzo, probabilmente connessi a riti di
propiziazione delle acque.
In epoca romana alla base della parete rocciosa transitava
sicuramente un acquedotto che provenendo dalla sorgente perenne
del Covelo si portava verso Iseo presumibilmente nella zona della
Pieve.
In prossimit della direzione di uscita dellacqua dalla grotta, si
rintracciano delle murature e dei fori di alloggiamento di travi in
legno, forse di et medievale, che indicherebbero la presenza nel
passato di attrezzature atte a sfruttare lenergia idraulica. Altri fori si
localizzano soprattutto nella parte della cavit che si apre in alto a
sinistra rispetto allingresso che prefigurerebbero la presenza
nellampia cavit di abitazioni pensili a graticcio in legno erette in
epoca imprecisata per motivi di sicurezza o di difesa.

La grotta ha da sempre suscitato negli abitanti del luogo un senso


sens di
timore tanto che il padre cappuccino Fulgenzio Rinaldi nel 1685
invitava i contemporanei a non entrarvi.
Sullo sperone di roccia (localit Bosine) sovrastante la grotta,
Giacomo Oldofredi fece erigere un castello che doveva sorvegliare la
strada per la
a Val Trompia e segnalare eventuali movimenti militari dei
dintorni: la rocca di S. Giorgio della Corna.
La costruzione del modesto ma panoramico castello ricordata
dalliscrizione posta sul sarcofago del feudatario stesso, morto nel
1325, conservato sulla
la facciata della Pieve di Iseo. Liscrizione ricorda
che il primitivo nome della fortissima rocca di Bosine era castello
del Crocifisso, nome proveniente dalla vicina chiesetta dotata di
cimitero. Il toponimo venne mutato poi in San Giorgio perch il luogo
venne posto dagli Oldofredi sotto il patrocinio del Santo guerriero,
invocato come protettore dalla famiglia stessa. A conferma di tale
consacrazione si trovavano allinterno della chiesa un altare dedicato
a san Giorgio e un dipinto murale che lo ra
raffigurava.
ffigurava. Nel XVII secolo il
castello era gi diroccato e oggi vi rimangono solo rovine.

CONTRADA DEL CAMPO


Prima che venissero demolite alcune case appartenenti alla contrada,
per far spazio al collegamento della ferrovia con il porto, la contrada
del Campo si estendeva dallultimo tratto della cerchia muraria
medievale, che qui terminava a lago, fino allattua
allattuale
le piazza Garibaldi.
Nei pressi di vicolo Millefiori una torre si innalzava sopra le mura e al
suo interno si apriva la porta di Campo che portava alla strada
meridionale di accesso al paese. La porta venne demolita nel 1840 e al
suo posto venne posata un
una
a zoccolatura in marmo lungo il basamento
degli edifici cui si appoggiava. Le vie interne conservano un discreto
ricordo del borgo medievale con portali e aperture in pietra,
significativi sono i resti delle mura lungo vicolo Millefiori e la torre di
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XIII secolo oggi incorporata nella casa dangolo fra vicolo Zuccoli e via
Campo.
In epoca medievale la contrada era conosciuta col nome delle
Fornaci per via dei numerosi forni in cui si lavoravano prodotti
dellarte vetraia e, soprattutto, per lattivit d
dei
ei vasai che costituiva la
produzione pi fiorente in Iseo. I forni si trovavano allinterno dei
vicoli che scendevano a lago, mentre le botteghe si affacciavano
direttamente sulla via principale. Testimonianza delle case dei vasai e
dei loro forni si trovano
ano nei vicoli Porto Oldofredi, delle Stalle, Zuccoli,
delle Scodelle, Porto Cappuccini, e nella casa che si trovava in
Piazzolo Rampinelli, spiazzo antistante casa Nulli che a quellepoca
apparteneva alla contrada.
La contrada ospitava gi nella prima met
met
del XV secolo una colonia
di Ebrei. Durante la peste del Seicento il Lazzaretto venne sistemato
in uno dei vicoli della contrada; gli appestati che non trovavano posto
nel Lazzaretto venivano sistemati in apposite baracche costruite nella
fossa posta allesterno
esterno della cerchia delle mura, chiamata fossa del
Morotto, la cui posizione esatta per non stata ad oggi individuata.

PIAZZA STATUTO E ARSENALE


Piazza Statuto, situata tra piazza Garibaldi e via Sombrico, era nel
periodo medievale un imp
importante
ortante luogo signorile, centro della vita
politica ed economica di Iseo.
Landamento sinuoso di via Sombrico indica lantico tracciato del
torrente Cortelo che prima di essere deviato nel percorso attuale
sfociava a lago in questa zona. Lungo questa via s
scendevano
cendevano anche le
antiche mura del paese che dal Piazzolo, luogo dincontro delle attuali
via Pieve e via Cerca, delimitavano a nord il paese.
Allesterno di questa prima cerchia di mura si svilupparono delle
modeste costruzioni in legno successivamente sostituite da case in
pietra e mattoni; lespansione urbana verso settentrione venne
inglobata nel paese intorno allanno Mille con un allargamento
allargamen del
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perimetro difensivo lungo via Cavalli ed un successivo ampliamento


realizzato dagli Oldofredi nel primo quarto del XIV secolo.
In piazza Statuto si trovano due palazzi di propriet degli Oldofredi,
per molti secoli la famiglia pi influente di Iseo: il Palazzo della
Quadra e lArsenale. Il palazzo della Quadra, probabilmente
duecentesco, fu rimodernato e decorato nel XV secolo; il prospetto
verso la strada del tardo XVI secolo. Allinterno si conserva un
soffitto ligneo dipinto con stemmi e teste di figure umane. Ledificio
che si articola intorno ad una corte interna era la sede del governo
della Quadra durante il dominio della Repubblica Veneta e sede del
Comune agli inizi del XIX secolo, nel periodo di costruzione del
Palazzo Vantini, attuale sede del Comune.
Il palazzo dellArsenale si trova allimbocco di via Sombrico. Venne
edificato intorno al XIII secolo come un edificio a tipologia
commerciale, infatti la presenza di alcuni portali ravvicinati, aventi in
comune lo stipite in pietra, che si aprono direttamente su via
Sombrico, mostra la probabile destinazione a magazzino mercantile
connesso alla vicinanza del lago.
Quasi sicuramente di propriet della famiglia Oldofredi, nel XIV-XV
secolo ledificio venne ristrutturato e trasformato nei piani superiori in
residenza. Il piano terra fu anche sede delle milizie locali da cui prese
il nome di Arsenale. Passato nel 1619 sotto la propriet comunale fu
ridotto a magazzino. Tra il XVIII e il XIX secolo rimase inutilizzato,
diventando, dopo la Restaurazione, carcere mandamentale, funzione
che assolse fino al 1980. Il ricordo della destinazione a prigione si ha
nel nome della via che costeggia a nord il fabbricato: vicolo della
malinconia perch su di esso prospettavano le celle dei carcerati.
Un attento restauro degli anni ottanta del Novecento ha riportato
ledificio allaspetto originario mantenendo leggibili tutte le
trasformazioni subite nel corso del tempo. In particolare stato
riportato in evidenza il portico di XIV secolo con archi a sesto acuto e
la sovrastante loggia lignea.
Attualmente ospita iniziative culturali.
Sullangolo tra piazza Statuto e piazza Garibaldi vi era la chiesa di S.
Rocco risalente al sec. XVI, fu demolita nel XX secolo per ingrandire
gli uffici comunali annessi a Palazzo Vantini.
Tra via Sombrico e larea sacra della pieve di S. Andrea ancora
discretamente conservato il quartiere medievale con vicoli, volti ed
edifici in pietra.

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PORTO GABRIELE ROSA


Anticamente il porto si presentava come una insenatura piuttosto
profonda
ofonda in cui il lago lambiva il tratto di terra finale della piazza del
Mercato. Lattuale configurazione dovuta alla continua sottrazione al
lago di terreno edificabile operata
fin dagli inizi dellepoca moderna e alla costruzione dello scalo
turistico
o nel XIX secolo.
Lo stretto passaggio che collega piazza Garibaldi al porto era
anticamente chiamato vicolo della Galea in ricordo delle grandi navi
veneziane ad un albero che solcavano il lago e sostavano nella
darsena medievale. Il vicolo della Galea divideva quello che oggi
Palazzo Vantini da un palazzo sorto dove un tempo, ricorda Padre
Fulgenzio Rinaldi nel suo Monimenti Historiali dellantico e nobile
castello di Iseo, cronaca iseana pubblicata nel 1685, si ergeva il
Torrazzo della famiglia Old
Oldofredi,
ofredi, edificato a guardia del porto.
Il porto sempre stato nel corso dei secoli il secondo polo, dopo il
mercato, su cui si fondava tutta leconomia iseana per lo scambio di
merci, prodotti e persone con la Valle Camonica. Limportanza della
navigazione
ne lacuale fu ribadita tra Ottocento e Novecento quando un
ramo della ferrovia Brescia
Brescia-Iseo
Iseo si spingeva fino al porto al fine di
facilitare il carico delle merci.
Il porto e la piazza antistante sono intitolate ad un insigne cittadino
iseano, Gabriele Rosa (Iseo, 1812-1897),
1897), patriota, pubblicista e
storico. Il monumento a lui dedicato venne scolpito da Ettore Ferrari
ed inaugurato nel 1912. Ha subito restauri nel 1995 ad opera dello
scultore Kalari perch un atto vandalico del 1991 lo aveva mutilato. Il
mezzobusto
zobusto del patriota si erge sopra un piedistallo al centro di uno
spiazzo erboso e presenta bassorilievi raffiguranti la Libert vittoriosa,
la Fede, la Fermezza, lo Studio. La scritta sul basamento ricorda la
prigionia di Gabriele Rosa, durante la domina
dominazione
zione austriaca, allo
Spielberg durata tre anni a causa delle sue idee rivoluzionarie.

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NECROPOLI ALTOMEDIEVALE DELLA BREDA


Nel 1981 nellarea che conserva il toponimo medievale breda sono
state riportate alla luce undici sepolture di varia tipologia orientate in
direzione Est-Ovest.
Le tombe realizzate con materiali di recupero (lastre di pietra,
frammenti di embrici, ciottoli) mostravano una esecuzione sommaria;
per due tumuli la tipologia detta la cappuccina riferibile alla
tradizione romana, mentre
ntre altre cinque sono invece del tipo a cassa.
Queste ultime sono delimitate da muretti legati con malta o terra,
quattro sono di tipo antropoide (pi larghe allaltezza delle spalle) con
copertura formata da lastroni di pietra di medolo appena sbozzati.
sbozzati Gli
inumati, tutti adulti, erano deposti in posizione supina con il capo
rivolto ad ovest. Reperti rinvenuti allinterno e allesterno delle tombe
hanno fornito la datazione della necropoli al VI e VII secolo d.C., in
particolare una fibbia di ferro di fforma
orma ellittica risulta frequente in et
barbarica. La necropoli della Breda lunica ancora visibile dei
numerosi cimiteri che erano posti nei dintorni di Iseo in et
altomedievale. Le altre aree cimiteriali erano localizzate presso la Pieve
di S. Andrea, lungo la strada per il monte, via Cavone e via Bonomelli
e in via Roma, fuori dalla porta medievale delle Mirolte.

PILZONE

Sud-Ovest
Ovest del torrente Vaglio ed sovrastato a
Pilzone si trova a Sud
tramontana dal monte Punta dellOrto. frazione di Iseo e parrocchia
autonoma, ma originariamente apparteneva al pago e alla pieve di
Iseo. Gi Comune nel 1280, nel XIV secolo venne investito di
propriet vescovili. Forse era una delle corti della famiglia Oldofredi,
che a lungo mantenne il proprio potere su Iseo. In seguito Pilzone
divenne feudo dei nobili Fenaroli qui possidenti di terreni e di una
bella casa del XVII secolo, costruita in stile veneto, con portale in
conci a bugnato in pietra di Sarnico e, nellala nobile, una torretta con
bellissima gronda modanata. Oltre ai Fenaroli si distinsero nel XVII
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secolo le famiglie Borrelli e Buffoli. Dal punto di vista amministrativo


appartenne alla quadra di Iseo e rimase Comune autonomo fino al
1928.
Il centro storico abbastanza compatto con vicoli che salgono lungo il
versante; la maggior parte degli edifici di tipo rurale, ma vi sono
anche case che denotano un certo tenore di vita con aperture munite
di cornici in pietra di Sarnico.
Sul limite settentrionale del paese vi la chiesa di S. Tommaso di
fondazione romanica; documentata a partire dal XV secolo e
restaurata pi volte dal XVII secolo in poi. Dalla piazzetta di S.
Tommaso inizia il percorso della via Valeriana che, attraverso la
riviera del Sebino ed il passo della Croce di Zone, conduce a Pisogne
ed alla Valle Camonica.
Quando la chiesetta di S. Tommaso si rivel insufficiente a contenere
la popolazione, la parrocchiale fu spostata in basso lungo la strada
del lago dove gi esisteva una chiesa intitolata a S. Pietro, di probabile
fondazione cluniacense. La nuova parrocchiale venne restaurata pi
volte a partire dal XVI secolo, lattuale intitolazione alla Madonna
Assunta ed ai santi Pietro e Paolo.
Nella parte pi elevata del paese parte anche un sentiero che,
attraverso una ripida valletta, conduce ad un pianoro dove sorge
allinterno di un complesso rustico la chiesetta di S. Fermo (sec. XVII).
Caratteristica la torre campanaria che, isolata dagli edifici e sul
ciglio della parete rocciosa, risulta visibile da buona parte del lago.
Di fronte al paese verso il lago si erge il Montecolo; un documento del
X secolo cita una rocca che sorgeva sul colle, in localit Pilzone,
venduta dal vescovo di Cremona al figlio del conte Teutaldo, gi
proprietario del versante settentrionale della collina. Sul pendio sudoccidentale della stessa si trovano delle cave per calce di pietra
idraulica detta Calce di Palazzolo intensamente sfruttate dal XIX
secolo ma oggi non pi in funzione.
Allaltezza di Covelo, a met strada fra Iseo e Pilzone, sorge la
piccolissima penisola di Montecolino scelta agli inizi del XX secolo
come base per una scuola di idroviazione attiva per tutta la I Guerra
Mondiale. Chiusa alla fine del 1918 venne riaperta nel 1930 come
base di prova dellidrovolante Caproni 97; la Caproni vi tenne uno
stabilimento per la fabbricazione di idrovolanti fino al 1943 e us il
bacino antistante per le prove dimmersione dei mini-sommergibili e
per laddestramento degli equipaggi. I piccoli natanti, riconvertiti in
mezzi dassalto, facevano parte di un progetto per attaccare New York
e il porto di Freetown in Sierra Leone, sede di un acquartieramento
della flotta inglese, progetto sfumato con larmistizio del 1943. I
sommergibili rimasero a Montecolino fino alla fine della guerra e nella
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fabbrica trov posto lOfficina Meccanica di Precisione della Decima


MAS.
Lungo la strada del lago si incontrano anche due edifici significativi: il
primo costituito dallex
dallex-casa
casa Negrinelli (XIX secolo) dove sventol nel
1848 la prima bandiera tricolore della rivolta risorgimentale, la
seconda costituita dal complesso in stile Liberty adibito ad albergo
Araba Fenice che ospit nel 1944 lillustre statis
statista
ta inglese Winston
Churchill.

CLUSANE
Clusane, il cui toponimo potrebbe derivare da Clodius o da Chiusa,
per la sua favorevole posizione pu definirsi uno dei pi antichi
insediamenti a lago, con tracce di attivit palafitticole, con la sicura
presenza dei Romani, dei Longobardi e dei monaci di Cluny.
Lambiente naturale, dominato da lamette e c
canneti,
anneti, costituiva un
ecosistema ricchissimo di vita che permetteva alle comunit primitive,
insediate ai bordi del lago fin dal paleolitico, di avere a disposizione
una diversificata offerta alimentare (caccia, pesca, piccoli orti), come
dimostrano le punte
te di freccia e i tanti reperti archeologici trovati in
questa zona.
Il nome di Clusane rintracciabile in tredici lapidi romane;
particolarmente importante fu il ritrovamento di una lapide con
dedica a Giove, ora conservata al museo Maffeiano di Verona. Resti di
una villa romana sono ancora visibili sul lungolago dove, sul
paramento in pietra, sono riconoscibili una nicchia a pianta
semicircolare affiancata su entrambi i lati da una serie di archetti
ciechi. Il vasellame rinvenuto durante scavi archeologi
archeologici
ci di emergenza
hanno consentito di datare ledificio al II-II secolo d.C..
In et longobarda, in questo tratto di lago, vi erano le riserve di pesca
del monastero di santa Giulia di Brescia.
Nel 1093 alcuni nobili di stirpe longobarda donarono al monastero
monaster
benedettino di Cluny la cappella dedicata ai santi Gervasio e Protasio
esistente nel castello di Clixano. I monaci francesi si insediarono
nellantico castrum sul promontorio, dove ora si trova la chiesa
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vecchia e l fondarono un priorato. Furono probabilmente i monaci a


dare impulso alla bonifica dei terreni paludosi di questa zona e a
raccogliere contadini e pescatori intorno al piccolo monastero: da
quelle comunit si svilupparono poi nei secoli successivi la Vicina ed
il Comune.
Il paese dunque si costitu attorno allantico castrum che
racchiudeva, oltre alla chiesa, il primo nucleo di case. Nel XIV secolo,
sulla propaggine occidentale del dosso ed allesterno del borgo
fortificato, fu edificato dagli Ysei un castello residenziale (detto del
Carmagnola) mentre fuori dalle mura, a diretto contatto con il lago, vi
era il piccolo porto con affacciate le abitazioni dei pescatori.
Il catastico di Giovanni da Lezze (1610), segnala a Clusane il castello
circondato da mura e ponte levatoio, con bellissime case di propriet
dei nobili bresciani, Sala, Maggi, Coradelli, e due mulini in prossimit
del lago. A quellepoca e fino alla fine dellOttocento gli abitanti erano
quasi tutti pescatori, nel 1906 venne aperto sulla riva del lago
lopificio della filanda Pirola, che occupava quasi tutte le donne del
paese.
Il centro di Clusane fu Comune autonomo fino al 1927, mentre oggi
frazione di Iseo. La fisionomia del centro abitato cambi radicalmente
nei primi anni del Novecento in seguito alla costruzione della strada
principale Iseo-Paratico e allaffermarsi di nuove forme economiche
che trasformarono i pescatori in ristoratori. Il cambiamento fu dovuto
proprio alla capacit di cucinare il pesce di lago, in particolare la
tinca. Una forte espansione urbanistica si svilupp sia lungo la strada
provinciale, sia nella parte verso la collina, dove vennero costruiti
gran parte dei ristoranti. A lago rimasero evidenti i segni della lunga,
importante e particolare storia legata alla pesca fatta soprattutto in
acque basse, con antichi strumenti come la fiocina, larma pi antica
con cui si praticava lattivit venatoria sulla terra ferma e qui
impiegata, forse per la prima volta nellacqua: il fur.
Altri
interessanti sistemi di pesca si erano sviluppati in questo tratto di
lago, come i lgner, le fascine, le pescaie, il rt, oggi in disuso.
A Clusane si possono ancora vedere utilizzate vari tipi di nasse come
i caratteristici bertavelli, tamburelli e la parla, una delle tre grandi
monumentali pentole dove si tingevano con le bucce di castagne le
reti. La zona lacustre di fronte al paese denominata Foppa di
Clusane e costituisce il regno della tinca, pesce di acque basse.
Quando i pescatori cominciarono a cucinare, nelle prime osterie del
paese la tinca al forno, ripiena di pane e servita con la polenta, fu
subito un successo turistico e Clusane divent Il paese della tinca al
forno.
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CASTELLO CARMAGNOLA
Il castello di Clusane sorge sul promontorio posto a ovest della parte
antica del paese e domina tutta la zona sud del lago. Si presenta come
un grande e massiccio edificio fortificato, a pianta quadrata con
cortile interno; intorno alle mura si nota il profondo fossato difensivo
con caratteristici ponti ad arcata in pietra che lo scavalcano.
Le entrate alla rocca erano due: una sul lato orientale e laltra su
quello occidentale dove esisteva il ponte levatoio e le torrette di
avamposto oggi completamente scomparsi. Pochi sono i documenti
che trattano dellorigine di questo particolare palazzo-castello: la
prima struttura viene attribuita agli Ysei (Oldofredi), feudatari della
zona, i quali costruirono questo edificio nel quattordicesimo secolo
forse allinterno di un castrum altomedioevale fortificato
appartenente, nellXI secolo, alla famiglia longobarda dei Mozzi.
I documenti attestano che nel 1412 la propriet era passata ai
Malatesta e successivamente, nel 1427, alla Repubblica Veneta in
seguito alla confisca dei beni degli Oldofredi. Limponente costruzione
fu donata lanno seguente a Francesco di Bussone detto il
Carmagnola per i servizi prestati quale comandante di tutto lesercito
della terraferma. Il grande condottiero divenne signore del castello
solo per quattro anni, poich nel 1432, ritenuto un traditore dai
veneziani, fu giustiziato in piazza San Marco a Venezia e i suoi beni
venduti ai privati.
Il castello di Clusane fu acquistato successivamente dalla nobile
famiglia bresciana dei Sala, che intraprese subito lavori di modifica
per trasformarlo in residenza secondo i modelli rinascimentali. Venne
aperta sulla facciata orientale una loggetta con 14 campate sostenute
da colonnine di pietra e affrescata la fascia che corre lungo il
sottotetto, mentre non rimane alcun segno dello stemma in pietra
della famiglia Sala, segnalato sui testi ottocenteschi.
Modifiche risalenti al XVI secolo sono evidenti anche nella parte
interna del cortile con pozzo, porticato e loggia. Attraverso vari
matrimoni il castello venne poi suddiviso in dote fra varie casate. Nel
1641 sono proprietarie le famiglie Soncini, Maggi, Coradelli e Lana.
Ogni famiglia riadatt alle sue esigenze la parte abitativa e si
modificarono cos molte importanti caratteristiche di impronta
militare delledificio.

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CLUSANE, CENTRO STORICO


Via della chiesa vecchia, via Molino, Via Castello e Via Ponta
racchiudono il sito originario di Clusane. Il primo documento storico
che lo riguarda latto di donazione al monastero di Cluny da parte
dei fratelli longobardi Aliprandus e Albertus, appartenenti alla
famiglia longobarda dei Mozzi; il documento, datato 12 luglio 1093,
parla di una cappella, quae edificata est in castro de loco Clixano et
est consacrata in honore Sanctorum Gervasii et Protasii e di tutte le
case fondi, decime, livelli pertinenti alla dotazione della detta
porzione di propriet.
In questa zona del paese ancora possibile vedere le tante tracce
dellantico castrum: larco in pietra su via della chiesa vecchia, a
protezione della parte pi elevata dellinsediamento, e la porta con
antiporta su via Molino dove vi sono anche tratti di mura e basamenti
di case medievali. Nel 1144 la chiesa di S. Gervasii de Clusanis
segnalata in quanto pagava un censo alla pieve di Iseo mentre nel
1275, a causa delle difficolt di mantenimento autonomo, il priorato
cluniacense Cluzanum de Clusanis di Clusanes venne affidato al
vicino monastero di Provaglio. Nel XIV secolo prese avvio la
parrocchia, segnalata nel catalogo delle chiese nel 1410. Nel XVI
secolo il rettore della parrocchia Lancellotto Sala della famiglia
feudataria del castello Carmagnola mentre nel 1517 il padre
Orlandino Sala obbligava i suoi eredi a costruire unaltra chiesa in
onore di S. Rocco nella zona della Ponta, con una casetta attigua per
il cappellano che doveva celebrare ogni giorno la messa per lanima
del fondatore e dei suoi eredi.
Con il passare dei secoli e laumento degli abitanti lantica parrocchia
si modific, la chiesa fu gradualmente ingrandita fino allOttocento
quando furono aggiunte le due navate laterali. Il definitivo abbandono
della chiesa vecchia avvenne nel 1935 in seguito al completamento
delle opere della nuova parrocchiale dedicata a Cristo Re. Lantico
edificio sacro oggi completamente restaurato e adibito ad
Auditorium.
In via Molino appena fuori dalle mura sono da segnalare la
seicentesca villa Mondella e la settecentesca villa Baroni. Negli anni
90 venne chiuso il mulino moderno che si trovava su questa via dove
probabilmente erano localizzati anche quelli segnalati nel Seicento.
Sul lungolago sottostante vi sono resti di archi di et romana e
basamenti di case medievali.

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CREMIGNANE
Cremignane una piccola frazione del Comune di Iseo situata su una
collina distante circa tre km in direzione Sud-Ovest. Tale collina un
raro esempio di un antichissimo conglomerato dorigine fluviale
solcato e lisciato dal ghiacciaio dellera quaternaria.
Il nome Cremignane deriva forse da Grmegn o greben, cio luogo
molto umido o terra arida e sterile. Il toponimo lascia intuire come la
zona dovesse essere boscosa e acquitrinosa, tanto da essere
considerata nel Medioevo una riserva di caccia e di pesca.
Nellalto Medioevo era abitato da una piccola comunit e un
documento del 790 ricorda il nome di un monaco ribelle, Ardosino,
specificandone la provenienza da Cremignane.
Nel secolo XI i cluniacensi stabilirono qui un priorato che era sotto le
dirette dipendenze del papato: infatti nel libro censorio della Chiesa
Romana compilato agli inizi del XIII secolo dal cardinale Cencio
Savelli, futuro Papa Onorio III, compare la chiesa di S. Pietro di
Cremignane come una delle chiese bresciane dipendenti direttamente
dalla Santa Sede.
Dal punto di vista ecclesiastico per dipendeva ancora dalla Pieve di
Iseo, la quale vi inviava sacerdoti officianti. Con il declino del priorato,
nel XII secolo, i beni della chiesa passarono alla Pieve di Iseo e poi
inglobati nelle propriet della famiglia Coradelli che edific accanto
alla chiesa un castello, del quale non rimane alcuna traccia.
La chiesa anche detta S. Pietro della Lama per la vicinanza delle
torbiere e degli acquitrini che lambivano il paese. Inizialmente
ledificio religioso consisteva in una piccola cappella edificata, secondo
padre Fulgenzio Rinaldi, autore nel 1685 dei Monimenti Historiali
dellantico e nobile castello di Iseo, negli stessi anni della costruzione
di S. Andrea di Iseo (inizi VI secolo).
Un edificio di culto di dimensioni probabilmente pi consistenti venne
edificato fra il XV e il XVI secolo. Padre Fulgenzio Rinaldi ricorda che
intorno allaltare vi era affrescata una Ultima Cena commissionata da
Bartolino di Pietro de Stefanina nel 1512 e che un altro affresco del
1574 adornava la chiesa, una Madonna di S. Luca commissionata da
Berardo di Facino delle Donne. Alcuni lacerti di dipinti murali della
stessa epoca si possono ancora vedere visitando la chiesa. Il frate
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menziona inoltre la funzione di cimitero, assunta dalla chiesa fra il


1584 e il 1627, per gli abitanti del borgo.
Lattuale chiesa venne riedificata, come ricorda una lapide, nel 1750
su unarea della Pieve di Iseo. Lunico altare conserva una pala datata
1729 e firmata da Antonio Paglia raffigurante una Madonna col
Bambino e S. Pietro. La chiesa venne adornata nel XIX secolo con
stucchi e affreschi di Teosa (lAssunta della cupola del presbiterio) e
Santo Cattaneo (Santi Andrea Apostolo, Giovanni Battista, Francesco
dassisi, Giacomo Apostolo nei peducci della suddetta volta). Fu
ampliata agli inizi del XX secolo e la decorazione venne continuata dal
bergamasco Pietro Servalli allievo del Loverini con laffresco La pesca
miracolosa nella cupola della navata. La decorazione stata
completata nel 1945 da Pietro Muzio Compagnoni e figlio. La
consacrazione delledificio avvenuta nel 1963.

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