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Danno biologico, uniformit pecuniaria, personalizzazione, tabelle milanesi

Cassazione civile , sez. VI, ordinanza 08.11.2012 n 19376


Nella liquidazione del danno biologico, qualora manchino criteri stabiliti dalla legge, l'adozione della regola equitativa di cui all'art. 1226 cod. civ. deve garantire non solo una adeguata valutazione
delle circostanze del caso concreto, ma anche l'uniformit di giudizio a fronte di casi analoghi, essendo intollerabile e non rispondente ad equit che danni identici possano essere liquidati in misura
diversa sol perch esaminati da differenti uffici giudiziali.

(*) Riferimenti normativi. art. 1226 c.c.

(Fonte: Massimario.it - 43/2012. Cfr. nota di Michele Iaselli)

/ danno biologico / uniformit pecuniaria / personalizzazione / tabelle milanesi /

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE

SEZIONE VI - 3 CIVILE

Ordinanza 18 ottobre - 8 novembre 2012, n. 19376


(Presidente Finocchiaro Relatore Amendola)

Svolgimento del processo e motivi della decisione

stata depositata in cancelleria la seguente relazione, regolarmente comunicata al P.G. e notificata ai difensori delle parti. "Il relatore, cons. Adelaide Amendola esaminati gli atti, osserva:

1. C.G. convenne innanzi al Tribunale di Catania Ce.Ga., G.M.C., Ambra Assicurazioni s.p.a. in l.c.a. e S.A.I., quale impresa designata dal F.G.V.S., per essere risarcito dei danni subiti in un incidente
verificatosi in data 19 marzo 1992.

Si costitu in giudizio Ambra Ass.ni s.p.a., contestando le avverse pretese.


Con sentenza del 29 ottobre 2002 il giudice adito condann i convenuti in solido al pagamento della somma di Euro 15.448,60.
Proposto gravame, la Corte d'appello ha determinato in Euro 53.302,66, la somma dovuta a C.G. a titolo di risarcimento.
2. Per la cassazione di detta pronuncia ricorre a questa Corte C.G. , formulando due motivi e notificando l'atto a Ambra Assicurazioni s.p.a. in l.c.a., a Ce.Ga., a G.M.C. e a Fondiaria SAI s.p.a..
Solo la prima ha notificato controricorso, mentre nessuna attivit difensiva hanno svolto gli altri intimati.

3. Il ricorso soggetto, in ragione della data della sentenza impugnata, successiva al 4 luglio 2009, alla disciplina dettata dall'art. 360 bis cod. proc. civ. Esso pu pertanto essere trattato in camera di
consiglio, in applicazione degli artt. 376, 380 bis e 375 cod. proc. civ. per esservi accolto.
Queste le ragioni.
4. Con il primo motivo l'impugnante denuncia vizi motivazionali nonch violazione degli artt. 2043, 2056, 2059 e 1226 cod. civ., in punto di liquidazione del danno biologico. Secondo il ricorrente la
Corte territoriale avrebbe omesso di esplicitare le ragioni che l'avevano indotta a quantificare in Euro 35.551,00 tale voce di pregiudizio; erroneamente non avrebbe liquidato il danno biologico in
base alle tabelle milanesi, in violazione del principio di uniformit pecuniaria del risarcimento del danno alla persona, sancito dall'art. 3 della Costituzione; non avrebbe, in ogni caso, n
personalizzato n attualizzato i criteri adottati, in spregio alla consolidata giurisprudenza di legittimit. Con il secondo mezzo il ricorrente lamenta vizi motivazionali nonch violazione delle medesime
norme, con riferimento alla liquidazione del danno morale, apoditticamente determinato in un terzo del danno biologico.
5. Le critiche sono fondate.
La Corte territoriale ha fissato nella misura del 30% i postumi invalidanti a carattere permanente derivati dal sinistro; quindi, considerato un valore punto, riferito all'epoca dell'incidente, di lire
3.277.921 e l'et della vittima, ha liquidato il danno biologico in lire 68.836.341 (pari a 3.277.921 x 30 x 0,7), specificamente disattendendo, in nome della congruit di una valutazione equitativa
asseritamente personalizzata, la richiesta di applicazione delle tabelle elaborate dal Tribunale di Milano.
6. Ora, siffatto metodo di quantificazione oscuro, non avendo il decidente chiarito i criteri seguiti per la determinazione del valore punto, n specificato se il relativo importo fosse stato o meno
aggiornato al momento della liquidazione. A ci aggiungasi che, negando l'applicazione delle tabelle milanesi, la Corte ha illegittimamente frustrato l'aspettativa della parte all'applicazione di una
regola equitativa uniforme a quella utilizzata per casi analoghi, e ci tanto pi che il diniego risulta motivato con una pretesa personalizzazione della valutazione che tuttavia, per la sua assoluta
astrattezza e apoditticit, si risolve in una mera formula di stile.
Si ricorda, in proposito, che questa Corte ha gi avuto modo di affermare che nella liquidazione del danno biologico, quando manchino criteri stabiliti dalla legge, l'adozione della regola equitativa di
cui all'art. 1226 cod. civ. deve garantire non solo una adeguata valutazione delle circostanze del caso concreto, ma anche l'uniformit di giudizio a fronte di casi analoghi, essendo intollerabile e non
rispondente ad equit che danni identici possano essere liquidati in misura diversa sol perch esaminati da differenti Uffici giudiziali; che tale uniformit di trattamento garantita dal riferimento al
criterio di liquidazione predisposto dal Tribunale di Milano, essendo esso gi ampiamente diffuso sul territorio nazionale, salvo che non sussistano in concreto circostanze idonee a giustificarne
l'abbandono (confr. Cass. civ. 7 giugno 2011, n. 12408; Cass. civ. 30 giugno 2011, n. 14402).
Agli esposti criteri dovr dunque attenersi il giudice di merito, procedendo a nuova liquidazione del danno biologico e del danno morale subito da C.G.". Ritiene il collegio di dovere fare proprio il
contenuto della sopra trascritta relazione, alla quale la resistente non ha del resto neppure replicato.
Ne deriva che, in accoglimento del ricorso, la sentenza impugnata deve essere cassata, con rinvio, anche per le spese del giudizio di cassazione, alla Corte d'appello di Catania in diversa
composizione.

P.Q.M.

La Corte accoglie il ricorso. Cassa la sentenza impugnata rinvia anche per le spese del giudizio di cassazione alla Corte d'appello di Catania in diversa composizione.

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