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Matteo Guarnaccia

PROVOS

Amsterdam 1960-67:
gli inizi della controcultura
pp. 160 cm. 14x21 (prima edizione: Maggio 1997)

PROVOS
Amsterdam 1960-67: gli inizi della controcultura
pp. 160 cm. 14x21 (prima edizione: Maggio 1997)
Con i loro progetti bianchi, i Provos sono stati gli antesignani di molti gruppi e
tematiche radicali non soltanto ecologiste. Sono qui presentati in modo dettagliato ed
esauriente, grazie a ricerche effettuate sul campo dallautore, storico delle
controculture e figura cult della scena underground italiana.
RASSEGNA STAMPA:
Per approfondire la storia di questa esperienza - poco menzionata negli annali della
controcultura, vuoi per linaccessibilit linguistica dei documenti (scritti in olandese),
vuoi per lo sciovinismo della controcultura dominante statunitense, che spesso ignora
quanto accade al di fuori dei ristretti confini del sunshine state (la California) -, fulgido
esempio di sghignazzo creativo e rivoluzionario, le cui istanze furono in parte accolte,
facendo di Amsterdam un esperimento di tolleranza unico al mondo (e perci guardato
con sospetto), Matteo Guarnaccia ha elaborato un saggio accuratamente documentato
che ci guida alla scoperta di una rivoluzione ironica e creativa. Paola di Nicola,
Altervox, Autunno 1997
Lautore (...) ci conduce sui percorsi inesplorati di una corrente di pensiero libertario
militante che ha per certi versi anticipato i movimenti Yippies americani, gli ecologisti
tedeschi, i pacifisti e finanche il Settantasette italiano. Giorgio Sacchetti, Rivista
storica dellAnarchismo, Luglio-Dicembre 1997
(Guarnaccia) riuscito a compiere un lavoro che va molto al di l del lato artistico di
quel movimento. Perch i Provos furono una ventata di libert che si abbatt sul
sonnacchioso paese dei tulipani in modo tale da far s che un cambiamento
permanente si determinasse nel modo di vivere degli olandesi. Marco Cilloni, A Rivista
Anarchica n. 241, Dicembre 1997-Gennaio 1998
RETRO-COPERTINA:
Gioco, Magia e Anarchia sono i cardini su cui incentrata l'attivit del movimento
Provo (abbreviazione di "provocatore"), un gruppo di gioiosi agitatori socio-culturali
che trent'anni fa si riunivano in una piazzetta del "Centro Magico" di Amsterdam per
celebrare riti collettivi contro i feticci della societ consumistica. Responsabili di
fantasiose pratiche di disobbedienza civile e spassose burle nei media, i Provos sono
ricordati soprattutto per i loro rivoluzionari e lungimiranti eco-progetti, tra cui il celebre
"Piano delle Biciclette Bianche" che prevedeva la disponibilit gratuita di migliaia di
biciclette per risolvere i problemi del traffico cittadino.
La breve, intensa e poco conosciuta stagione dei Provos, meticolosamente ricostruita
in questo libro, ha anticipato e ispirato le gesta degli Yippies americani aprendo il
periodo aureo della controcultura internazionale, al tempo stesso conferendo l'impulso
iniziale alle conquiste libertarie che hanno reso Amsterdam, fin dallo scadere degli anni
'60, la citt pi libera e tollerante dell'occidente.

Matteo Guarnaccia (Milano, 1954) uno dei pi apprezzati artisti della scena
psichedelica internazionale, oltre che appassionato storico delle controculture. Ha
pubblicato tra l'altro: 1968-1988 Arte psichedelica e controcultura in Italia (1988),
Skate (1990), Almanacco Psichedelico (1996), Beat e Mondo Beat (1996).
INDICE:
Provo chi?
Due o tre cose sullavventurosa Amsterdam
Hap-hap-happening!
Il mago Robert Jasper Grootveld
La K decisiva
Le biciclette dipinte di bianco
Un branco di degenerati bombarda il cocchio dorato
Un bel gioco dura poco
Un imbarazzante triplo hurr al paese dei tulipani
A proposito di quella cosa
Una appendice italiana
Bibliografia
UN ESTRATTO:
Prefazione - PROVO CHI?
I Provos con i Beatles, Ginsberg e Dylan (e qualche altro migliaio di persone
improvvisamente sintonizzatesi sullo stesso programma evolutivo) sono stati uno degli
elementi decisivi di quella strana operazione alchemica che intorno alla met degli anni
'60 ha prodotto una deflagrazione di coscienze che ha costretto l'occidente a rivedere i
propri piani di volo e a staccare il pilota automatico, offrendo ad un vastissimo numero
di umani la visione di altre opzioni di vita.
Tra i grandi e piccoli protagonisti di quella stagione, tra le comete pi o meno
luminose, tra quelle con la coda pi o meno lunga, i Provos sono certamente quelli di
cui si parla meno. Il loro nome evoca s qualcosa, al massimo qualcuno arriva ad
abbinarlo alle biciclette bianche, ma un nome che per lo pi rimane avvolto nelle
nebbie (nordiche) della leggenda. La causa principale di questa scarsa memoria
dovuta al fatto che fossero olandesi, il teatro delle loro azioni siano stati i Paesi Bassi e
di conseguenza al di l di qualche sporadica pubblicazione in inglese, tutti i loro
documenti siano rimasti e rimangano inaccessibili a chi non abbia dimestichezza con la
loro ostica lingua. Se a questo aggiungiamo lo sciovinismo insito nella cultura (e anche
nella controcultura) americana - poco incline a considerare degno di nota ci che
capita ed capitato fuori dagli USA, a riconoscere meriti e contributi esterni possiamo ben capire come mai chi si occupato della storia dei movimenti
controculturali degli anni '60 (principalmente autori americani) non si sia preso la briga
di investigare su quello che successo fuori dagli USA (spesso non mettendo il naso
pi in l della California).
Il risultato pi evidente che quando si parla del luogo d'origine della controcultura
tutti istantaneamente puntano il dito verso "the Sunshine State", ignorando gli
avventurosi pionieri olandesi le cui attivit anarchiche e tribali hanno anticipato i Merry
Pranksters, i Diggers e gli Yippies.
Alle idee dei Provos mancato (oltre all'abnorme impianto mediatico USA) anche quel
megafono fondamentale rappresentato dalla musica pop. Se nel mondo anglosassone,
il movimento pacifista e alternativo ha potuto contare su gruppi o folksinger che ne
hanno amplificato e diffuso il messaggio, dal punto di vista musicale in Olanda non
accaduto nulla del genere.
comunque stupefacente come, nonostante gli handicap linguistici, le loro azioni
(compiutesi ed esauritesi tra il luglio 1965 e il maggio 1967) abbiano avuto una eco
straordinaria ed ispirato una pletora di imitatori nei nascenti movimenti di
contestazione europei ed americani. (Persino una certa Nicoletta Strambelli, negli anni

'60 alla ricerca di un nome d'arte che potesse esprimere il suo anticonformismo, lo
trov sfruttando l'assonanza di due parole molto in voga in quegli anni, Provo e Rude
Pravo - l'organo del partito comunista cecoslovacco - diventando Patty Pravo).
La rivolta Provo stata il primo episodio in cui i giovani in quanto gruppo sociale a s
stante, hanno cercato di influire sul terreno della politica, e lo hanno fatto in maniera
assolutamente originale, senza proporre ideologie ma un nuovo e generoso stile di vita
antiautoritario e ecologico (anche se in quegli anni la parola non esisteva ancora).
Andando controcorrente rispetto al verbo beat del "mollare tutto", i Provos olandesi si
sono ribaldamente impegnati di restare "dentro" la societ, per farla cortocircuitare.
Per i pi distratti, quelli a cui il nome Provo non dice nulla, baster evocare una sola
parola: Amsterdam, l'inaffondabile bastione controculturale che da pi di trent'anni
continua a confortare il cuore di tutti coloro che ritengono possibile un modo di vita pi
creativo, tollerante e non inquadrato. Ebbene, senza i Provos Amsterdam non sarebbe
stata quella che diventata: la leggendaria Mecca della controcultura, un laboratorio
per ardite sperimentazioni sociali ed evolutive, l'unica citt d'Europa con un cuore
abbastanza grande e leggero da essere adatto all'atterraggio dell'immaginazione.
L'immaginazione stata l'unica arma a disposizione dei Provos e a differenza del
maggio francese che voleva portare l'immaginazione al potere, Provo ha usato
immaginazione contro il potere.
Amsterdam stata la prima "zona liberata" del pianeta, la prima in cui le idee della
Nuova Coscienza abbiano messo solide radici, i capelli lunghi ed i vestiti eccentrici
siano stati accettati normalmente, dove le bandiere nere dell'anarchia siano
ricomparse per le strade non per accompagnare il funerale di un vecchio militante. Il
primo posto in cui la miscela tra poesia, droghe e musica pop sia riuscito a dar vita ad
un movimento controculturale mammouth. E tutto questo prima del maggio francese,
prima della Swinging London, prima di Haight-Ashbury.
Tutta la loro epopea ha come comune denominatore l'assurdo. Come diavolo sia
riuscito un gruppetto di visionari, composto da artisti d'avanguardia, maghi, teppisti,
ex-situazionisti, studenti a spasso, anarchici, sfaccendati e piromani, a lanciare una
spinta evolutiva positiva di tale portata (riuscendo nel contempo a far traballare la
monarchia), qualcosa che ha pi a che fare con la magia che con la sociologia.
Provo non mai stato n un partito n un movimento, si pu vagamente definire come
un insieme mercuriale di individui assolutamente eterogenei che all'apice del proprio
successo non contava pi di venti agitati-agitatori capaci di suscitare simpatie e
complicit inaspettate, di coinvolgere nelle loro azioni migliaia di persone. Definiti dal
settimanale americano Time come "intrepidi studenti con criniere alla Beatles" non
hanno lasciato dietro di s n teorie n programmi ideologici, impegnati com'erano a
confrontarsi velocemente giorno dopo giorno, o meglio, ora dopo ora, con un presente
pressante ed in continua evoluzione. Come dice il sociologo Walter Hollstein:
"Quella che dal di fuori si presentava come un'organizzazione omogenea capace di
battersi bene, era in definitiva un'accozzaglia eterogenea e pittoresca di giovani che la
pensavano allo stesso modo, privi di qualsiasi guida, qualsiasi cosa che fosse un
embrione di organizzazione gerarchica, apparato, quartier generale (...) qualsiasi
pianificazione, qualsiasi calcolo, qualsiasi organizzazione o formazione di quadri
facevano veramente inorridire i Provos."
Provo stata una rivolta dettata dalla scelta e dal piacere, non dal bisogno (tanto per
intenderci pi dei Bakunin che dei Masaniello). La "provoluzione" stata forse il primo
esempio di ribellione scoppiata senza alcuna causa apparente. Nel panorama mondiale,
l'Olanda dei primi anni '60 poteva considerarsi un'isola di benessere e di tranquillit,
niente guerre oltremare, niente segregazione razziale, niente conflitti sociali. Secondo
uno studio elaborato nel 1967 (alla fine della meteora Provo) da un docente
universitario, Aad Nuis, "non esisteva alcun motivo concreto per protestare contro
l'ordine costituito". Certo non esisteva alcun motivo "tranne, naturalmente, l'esistenza
stessa dell'ordine costituito", come ha brillantemente fatto notare Richard Neville nel
suo gustoso baedeker hippie Play Power.

Ecco il biglietto da visita con cui i Provos, annunciando la prossima uscita del loro
giornale, si presentavano nel giugno del 1965. Un vero manifesto programmatico che
profetizza tutta la loro storia:
PROVO un foglio mensile per anarchici, provos, beatniks, nottambuli, arrotini, avanzi
di galera, semplici simoni stiliti, maghi, pacifisti, mangiatori di patatine fritte,
ciarlatani, filosofi, portatori di germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani,
sindacalisti, babbi natale, maestri d'asilo, agitatori, piromani, assistenti dell'assistente,
gente che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra plebaglia del genere.
PROVO qualcosa contro il capitalismo, il comunismo, il fascismo, la burocrazia, il
militarismo, il professionismo, il dogmatismo e l'autoritarismo.
PROVO deve scegliere tra una resistenza disperata ed una estinzione sottomessa.
PROVO incita alla resistenza ovunque sia possibile.
PROVO cosciente del fatto che alla fine perder, ma non pu lasciarsi scappare
l'occasione di compiere almeno un ennesimo sincero tentativo di provocare la societ.
PROVO considera l'anarchia come fonte d'ispirazione alla resistenza.
PROVO vuol ridar vita all'anarchia ed insegnarla ai giovani.
PROVO UN'IMMAGINE.
Dalle loro parole traspare chiaramente la mancanza di illusioni circa la conquista di
risultati ("Provo cosciente che alla fine perder"), nessun "sol dell'avvenire" in vista,
sono visionari ma con i piedi ben a terra, consci del fatto che nessuna vera rivoluzione
potr avvenire senza evoluzione e senza gioia. Follia creativa e frivolezza opposta al
tetro grigiore della politica e all'alienazione della societ dei consumi in cui "servi e
padroni" sono complici e hanno bisogno disperatamente come tossici gli uni degli altri.
L'ultima frase "Provo un'immagine" di chiara derivazione situazionista e rivela la
perfetta coscienza di agire all'interno della societ dello spettacolo, in cui il capitalismo
moderno assegna ad ognuno un ruolo specifico di spettatore passivo; un concetto che
li porter a sciogliersi nel momento di maggiore successo per evitare di diventare la
caricatura di se stessi.
Non possiamo convincere le masse, e forse non ci interessa neanche farlo. Cosa
possiamo aspettarci da questo branco di apatici, indolenti, sciocchi scarafaggi (...). Ma
pi facile che il sole sorga da occidente piuttosto che scoppi una rivoluzione nei Paesi
Bassi.
Siamo Provo... perch dunque? Non certo perch ci annoiamo. No, noi non
provochiamo per mancanza di pace. E perch perdio? Perch questo mondo pieno
zeppo di eserciti, di Stati, di turbe di poliziotti e di spie, di cavalli di frisia, di muri della
vergogna, di basi missilistiche, di rampe militari, di caserme e di morti di fame e di
isteria religiosa, di burocrazie e di campi di sterminio... Noi non siamo tanto ingenui da
credere di poter trasformare questo mondo, in un batter d'occhi, in un mondo ideale.
Tutti i riformatori, compresi gli anarchici, hanno dimenticato di tener conto della gente,
del "fattore umano", come si suol dire. L'uomo medio un mangiatore di cavoli,
improduttivo, non-creativo, non-originale; un imbecille senza spirito critico che
reagisce in modo emotivo ecc.; uno che si diverte a fare la fila agli sportelli. Noi non
diremo da parte nostra che ogni popolo ha il governo che si merita o che ha voluto, ma
crediamo che la massa degli europei sia incapace di evolversi... Detto questo vi
diciamo: Non trasferite mai ad altri il vostro potere!
Nella variegata galassia delle realt controculturali degli ultimi trent'anni, Provo spicca
per un particolare non riscontrabile in nessun altro "gruppo": il suo successo.
Comunque la si voglia vedere innegabile che Provo ha vinto (basta fare un giro nei
Paesi Bassi per rendersene conto) ed oltre ad aver vinto ha lasciato un ottimo ricordo
nell'opinione pubblica (cosa imbarazzante e disdicevole per il club dei sovversivi a cui
Provo a buon diritto appartiene). Certo dal punto di vista pi radicale ci sarebbe molto
da discutere sul fatto se il loro sia stato un vero successo, se siano stati blanditi o
cooptati dal potere, se siano stati riassorbiti dalla societ e cose del genere. Certo i
Paesi Bassi secondo i dettami marxisti sono ancora una nazione capitalista, certo i

situazionisti stizziti hanno deriso il "ridicolo moderatismo sottoludico degli intellettuali


Provos", certo per i canoni rivoluzionari Provo da considerarsi come un elemento
riformista, ma rimane il fatto che la possibilit del formarsi di "Zone Temporaneamente
Autonome" in quel paese rimane assolutamente sorprendente. Altrettanto
sorprendente il rispetto di cui godono in Olanda le minoranze (qualsiasi tipo di
minoranza) e le idee pi eterogenee ( triste dover considerare come "sorprendente"
quello che dovrebbe essere una cosa normale in qualsiasi paese civile).
Questo libro un tentativo di far conoscere l'incredibile avventura di quei dissidenti
burloni e dalle buone maniere che, come nella fiaba di Andersen, hanno avuto il
coraggio di gridare "Il Re [*] nudo!" mentre la gente continuava a lodarne gli abiti.
[*] In questo caso sarebbe meglio dire la Regina.

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