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CINQUE ORDINI
DELL
ARCHITETTURA
CIVILE
MICHEL SANMICHELI
DI
defcrini
Palladio
Scamozjzji
Serlio
Allerti,
Vignala
DAL
ALESSANDRO POMPEI-
CO-
IN
VERONA. MDCCXXXV
DE'
SUPERIORI,
2013
PY
[HE
UNIVERSITY OF ILLINOIS
http://archive.org/details/licinqueordinideOOsanm
IL
oPy
PROEMIO^
Architettura, Arte nobilijfma , cos antica,
che troppo malagevole 9 anzi impojjbil cofa farebbe per efporre /' origin fua , rintracciarne
9
bandonando i
zione . Pero
un Uomo
re in
come
/'
eterna
folo tutti
Providenza ha
fuoi doni
/'
Uomo
abbifogni
cos
ma
e dividerli
veggiamo
difpojlo di
non uni-
per mantenere
,
acci
che
ejfere in tutte
ali
l*
uma-
Uomo
Arti
Scienze avvenuto , che non fortiffero in una fola et , e l nafeimento per cos dire , e la perfezione ; ma che prima i ritrovati
nuovi producendofi 9 per lo pi rozzi e manchevoli , pofeia /' ingegno 9 et indufiria d' altri Uomini i ritrovati altrui ora accref
ora migliorando
te
PROEMIO.
te 'volte accade
Uomini
che opponganfi
beli ordine
le
di acquifiarono
quefta nofira,
dove
di cui trattiamo
Uomini
gli
ne'
fu
fottopojka.
Le
dunque ,
e afe
coftrut-
vi Da tali principi nata /* Architettura molto crebbe ancora nelle pi antiche et con la imitazione , e perfezione di quelle parti ,
che prima di legno fi formavano; poich fappiamo che molti antichiffimi
le
parti medefime
torno
mo
mo
all'
d* alcuni
l'
quel-
Tale almeno
opinione
in-
Polia-
per fupporre e(fa origine infinitamente pi nobile , f voglia(col dottiffimo Villalpando) attribuirla al Tempio di Salomo-
fieffa
fecondo perche da Jonici , e 7 terzo peche da Corintj fu ritrovato: f per quefio ultimo non fa in gran parte imitato , come indica il gi lodato P. Villalpando 9 dall' eccellente Ordine del Tempio
Grecia per comune confentimento
di Salomone
fi come dopo la
i chiunque non fia affatto alt ofeuro dell* antichit 9 la pi ilil
lufire
cos
Nazione 9
e del
fezione
avendo
effa
da
deve anche
gli antichi
l'
gi* Italiani,
Architettura la
fua
per-
PROEMIO.
Tofano ,
Romano
$ appella;
Ionico
e del
fira bell'tjfima
ma fua
da Romani
nel quale
ejji
tutte
il
te
Corintio accoppiarono In quefio modo adunque la noArte (o Scienza , che vogliani dirla) dopo la pri-
invenzione acquifi
ornamento , e per*
cinque modi, Ordini nominati
o ricuper nobilt
delle antiche
quanto
almeno
all' indujiria
ni
fi conferva,
Italiani, primi ri
fiorai ori della
ci
li
'Bens deplorabile
e allo ftudio
difavventura
de moder-
appunto
tanto
nofir
cavare
fomma avventura
per
delle quali
qua*
Ar-
ed ottimi infgn amenti infinito giovamento recato avrebbono alla pofierit ; f non che grande compenfo
te, che con
quefio
le
loro dottrine,
danno apportato fu
truvo Politone
il
quale credibile
Cefare , e fiotto Augufio , a cui dedic egli qu dieci famofi libri, a quali dopo
i fudetti vefiigj delle Antiche Fabriche debitrice la buona antica
Architettura del fuo gloriofo riforgimento Ne dopo Vitrvio mancarono altr ingegni, cbe ne* Itbri loro quefi' Arte illufirarono; di
molti ci fono rimafii i nomi , ma perirono i loro fritti; nulla di
meno a difpetto della voracit del tempo , quali Uomini fojfero , lo
dimofira a nofiro profitto , f non i loro libri , il loro operare in tante Fabriche , che ci hanno lafciate anche fuori d' Italia , ma molto
ni di
pi
Roma 700
neW
Ma
dezza, a
giacejfero
cotale
gH
Romano
perdendo/1
funefi a mutazione
intelletti
degC Italiani
e decadimento
,
f antica gran-
nell' Italia
onde
le lettere
e tutte le bel-
le
barie
PROEMIO.
anche la mfera
Architettura vide f fiejfa miseramente trasformata , ogni fuo buon
modo firavolto e guafeo , corrotto ogni fuo buon ordine , perduta
batic
cos che
maefl , e introdotta una maniera del tutto confufa e disordinata , onde a pena a pena alcun veftigio pi di
f
fiejfa riconofceva
cimoffio
cotanto
fcuotendo
/'
Vennero finalmente
Secoli decimoquinto
gloriofi allora
all' Italia
antica rugine
li
tutte
rono
le
alle
che
tutte
le
ingegni
nofir
fu
pi
e de-
onde gli
belle
Ar-
pu nobili facolt e difcipline a nuova vita richiamaquali rejiituito /' antico fplendore e dignit , parvero
quivi a nuova luce riforti gli [piriti deli antica Grecia , e di Roma . Per lafciare per quanto al propofito mio non fi conf 9 e fola
a quella facolt recingendomi , di cui ho imprefo a ragionare , a
qual fegno di perfezione f e in que feliciffimi Secoli inalbata t
off
privo
chit
affatto di
Ce
lo
fano difcernimento ,
dimoftrano ancora
dotti[fimi feruti
te ci lafciarono
de'
della Anti-
offe
rentin9
decimoquinto
Fio-
come
ra
allora affatto
barbara ;
Ma
fludj
fu
le antiche
fcacciando
rejiituito
la barbarie,
ali* antico
pregio
PROEMIO.
pregio
di
queji
Arte richiamo
Patria fu ancora
re
Pittore
Poeta,
ed
Architetto ec e dientijfimo
fenza
celebre
il
pregio recarono
Perucci da Siena
Baldajfare
fra
Ne
gli
/'
altre
altri
vi fi
Pie-
Giorgio
Vafari
pure Aretino
Sarebbe maraviglia
ad Antonio da San
Gallo ivi pure cotefi a Profejfione ne II' antica gran dezza e dignit collo-
te
'Igran Rafaello
, i
fe epolo di
Romano
degno di-
Ponte
Molle per Clemente VII fece inalbare. Romano altres fu Antonio Labacco , dal quale egregiamente difegnate furono le reliquie di molte antiche Fabriche , come nel di lui libro fi pu vedere Nella Lombardia
due ir a pi rinomati ne fcelgo da far menzione , Seb afiian Serlio Bologne
f, e Giacomo B arozzi da Vignola ; ma di quefli due v aleni Uomini in altro luogo tratteremo pi dijfufamente . Ne la Marca Veronef , o 'Trevigiana , che voglia dirfi , fu in quefio fecolo inferiore a qualunque altra Italiana Provincia , merce particolarmente della mia
Patria , la quale fi come fu tanto benemerita degli altri fiudj con
dar al mondo chi fu fra gli Oci dentali il primo fonte della GreRafaello
baflerebbt
a farlo immortale
la Villa, che a
ca
tori
faticofijjtmo fiudio
fline
il
Cofiui
ma
per la
ne
leggibile
fu
jomma
,
ne
Uomo
adorno di tutte
di
le
maravigliofo
faenze
feorrezione
intelligibile
>
illuftr
ed ofeurita ( come
ingegno
e nobili
difei-
quefio
PROEMIO
IO
Vafiari;
Maria
Falconetto
gran
parla
lodi
,
il
quale die-
ragionare
ladio
cana
domo.
Uomo
come
Vincenzio
fi
altres di
due
famofi
Vicentini
piti
il
Anco
lungamen-
Andrea Pal-
precetti di Vitruvio
Ne
nominare Giufeppe Viola 'Zanini Padovano, il quale in parte Vitruvio in parte altri fedendo , ci lafici un buon trattato di! Architettura ; e avanti di lui Ottavio Kevefi Vicentino ha anco propofto
un nuovo metodo di mifurar e li cinque Ordini 3 che poi non fu fie^uitatroppo fatica e tempo rito , per che da chi far volejfe Opere grandi
chiederebbe Ala tant altri 3 che nell Italia avanti il nuovo decadimento diquefi Arte in efifa fifegn alarono , troppo nojofa e diffidi cofa
lafcier di
voler qui regiftr are ; pero pafifiandolifiotto filenzio mi rimetogni genere 9 ed a leggeto a chiunque pongafi a e onft derare le Fabriche
farebbe
il
i libri,
cellenti
le
il
e i
Romani
PROEMIO,
fir artieri,
rono
men vergognofa
to
che
e che
ritornata fojfe la
agi; Italiani
divenire
qua/I tutte
rovina trabalziate fu
farebbe fiato
$&&e&Zja de
e corrotte
in tale eftrema
ii
perderle affat-
il
Secoli Longobardi
il
che con-
Nazioni.
migliori co
f in ogni genere
le nofire
e la
e celebrando, ci
forte
(e pi della prima la feconda) cagione fempre e di
ambedue neceffarie ,
corrompimelo e abufi Come appunto il Marino pe^quefia inconfiderata vanita d! introdur nuove forme di penfare , e parlare nella
Poefia
e ci
che fi conviene
intraprendendo
quel guflo n introduce , che poi da fuoi feguaci 3 i quali (fi come accade ) il buono lafciarono , ed il cattivo acrebbero a difmifura , fu
Fratelli Pozi>Z>i ,
coetanei ,po-
a volere di nuovi ornamenti arrichir la da fi abiliti ottimi infegnamenti a deviare cominciarono , e la pratica deformandone , quella cat-
fiifi
tiva maniera fparfero nel mondo 3 che dopo crebbe a maraviglia , e fempre pi dal buono fi dilungo , e 7 cattivo ne dilat , ondi oggi la mife-
ra Architettura
e in
diverfa dall'
onde
ma
gli
Cartelle
fogliami
le
,
Colonne , dove in
che
*
fojlewono
2
lor 'vece
pefi
pon-
gravtjfimi
loro
PROEMIO.
i%
*>
veggono talvolta
tocci
che a foglie
migltare
Quanto
quanto pochi
%
vente
Non
non convenevoli.
loro
o rivoltati
f fi
in Car-
Alberi ivi per accidente nati fi poffbno rafifopochi intagli / ufano } quanto poche fcanalature
baffi rilievi
che
buoni tempi
fo-
'
fovra
di
che
quefio io dico
fu
la fola
della quale
loro
del-
Ne
fare
al-
cun conto non dover ebbefi , ma lo dico , perche pur troppo tutto ci
da chi non d^ prevenzioni acciecato confideri le Fabriche d* oggi d
con gli occhi proprj vedere , e toccar con mano. Se io travegfi pu
ga , o f parli da vano adoratore dell' Antichit ,pu la ragione agevolmente manifefiare . La ragione e la maeftra che e infegna a
difiinguere il buono dal meri buono , e 7 cattivo dal buono . Qual
ragione adunque ci pu perfuadere , che una e fa fuori di perpenatta fia a foflenere pi che una pofta a
dicolo , e fatta a bifeia
piombo, e retta? Qual ragione , che un corpo grave e machinofo
fopra una bafe fojlen^afi, che in vece d* allargarfi quanto pi difende , e farfi pi maficcia , fminuifcafe nel fuo efiremo ? Che
,
gruppi di frutti
di fiori fomentino
durino
fiotto il
pefo or di
cornici
-
dichi
me ,
or d
adunque
gravi
f quanto
altre
,
Natura
e infegna
la quale
deve
ejfer dall'
mente impiegati
li
quali altro
di lodevole
fi
potr
ne difeernere
per
1$
cono[cere
ea
fi
ejfere quelli ridotti da cotali fira-
non
ancora in molti
minuzzati
e con-
PROEMIO.
e
confufi
abaflanz>a
ii
il
gran corrawio d
pi
affaticato fu
fi fojfe
fanno coftoro richiederfi
buoni
libri
e nella
Non
b Architetto fi ricerca , trovafi ejfere un Muratore un Tagliapietra 9 o qualch' altro di poco maggiore fiudio 3 e dottrina. Veramen-
con la turba di cofioro non deonfi confondere que primi , che cominciarono a dilungarJ dalla buona antica maniera , che fopra ab"
te
moderazione
il
qual
ribrez^zj)
pi mi s accrebbe
allor che
credette
Ma
di(firn a offefa di
ve j Fregio
qualunque
occhio
J ano fia
Cornice erano infieme mirabilmente conpenetrati ; e tutto ti refio dell' fidifjZjio con quefio beli* ordine procedeva. In tale deplorabile flato ora veggtamo ridotta que(la nobilifilma Frofefifone; e
,
e fi co-
PROEMIO.
fi
ficiutu
F abrche
tiche
qui
ami
fi
lecito
avvertita
a qual fegno
che
'
efiere ,fi
Edifiz^j
Quanto ben
che dirigevano
che leggierezj&a
condotte
ma
le
come
efieguire
nobilt
membra
nelle
an-
non folo
quanto per gli Ope-
rendanfi pregiabili
effe
commejfi gli
Intagli
Quanto ben
leggiadria negfi
Cornici
delle
non
che
In fiamma
La
fieffa
ni
/ ammira,
&
fimetri a > e
poi forge
fia\decaduta.
altra Citt
Italia
pu ritrovarfi
calce >
f fi confideri l* abondanz^a e perfezione de marmi, di
per ben fabricare ,
di legnami, e d* ogni altra me ejjaria materia Z
care-,
E
occhi Z E
fp
be Ilifilmo pae[e
il
pregio ?
fei, nella
fua
eruditiffima
Verona
PROEMIO.
15
%
fafi
operetta; che
ogni liberale
fe
la propria vita
talento
molto
molto
che
pm
poco
il
Uomo
e obligato
per la fua
Pa-
fu dori ,
Dator
abbifogna
fe fatiche , e quel
d* ogni bene
a lui concedet-
ad abufi univerfalmente radicati , e a falfe opinioni comunemente abbracciate , Per tentar di confeguire un fine s bello , e
perche in tante tenebre onde con s gran danno ojfufcati fono gC
e
lume trafpiri
qualche
vati dalle fue Fabriche , poi di Vitruvio y e pofeia altri cinque i che opra gli altri in quefla profe(fione furono benemeriti preffo il Mondo.
Slon poffo qui tralafciare di far giufiizsia al
m* ha
le
accurato
ma
ne fottopofi ragionamenti
convenuto da ejp
affat-
to
antica e
anco-
PROEMIO.
16
ancora maggiore; la qu al fatica poco vale per fo di sfare uno fludiofo , e niente per erudire un inefperto . Quello , eh' effi non curarono , ho io cercato di conferire , e perci oltre l unire le figure , e i difegni di que valent Uomini > che ad efporre ho intrapre-
quanto
e pofeia
dijfe
il
il
Cambray
eh* efpongo
reputandolo
fover ch'io anche per un altra ragione, la quale , che vana cofa
rajfembrami lo ajfaticarfi in dimoflrar con parole ci , che ciafcheduno con li difegni davanti agli occhi pu da f feorgere agevolmente . Oltre di che ne Cambray , ne le Xlond fuo feguaee X
Inter colonn) parlano , n di Forte , ne di Fineftre
n di tante altre cof , delle quali come neceffarie a faperfl da un Architetto 9 noi tratteremo, ia f le annotazioni , cV io fot toprro , poco a quelli piaceranno 3 che fono gi da gran tempo con /' opinio,
DE*
17
CAPO
UESTI
danno ornamento, e
detto,
ma
for-
Dado
cia
all'
tempi
il corpo, o
Sopra quella Cimaquale come il piede
di fefo rerta
del Piedeftallo.
polla
la
Bafe,
la
ni.
I.
Li
immediatamente 1*
Architrave, il qualealtro non , che una trave porta a traverfo alle Colonne che fono in
Capitelli foftengono
piede, e ferve per tenerle unite, e per foftenere I' altre due parti. Di quelle una il Fregio, dove fi folea fcolpire, ed intagliare ci,
che a queir Edificio apparteneva , alludendovi, one' balli rilievi, contenenti co f al propolito adattate, o con caratteri ancora , ed
ifcrizioni; il che quando fi poffa , Iodevol farebbe anco nelle moderne Fabriche non trafcurare. L' altra pofcia ia Cornice, la quale
ferve per riparare co' fuoi Agetti, o Sporti 1*
opera dalle pioggie, dalle grandini , e dalle
nevi. Ora quelle fette parti, bench di por
chilfimi membri compofte , pure fono tutte
tanto varie, e tanto una dall' altra diverfe >
quanti fono gli Ediflzj che inalzati furono, o
fieno per inalzarli per fino , che confervifi fu
Sono quelli
la terra I' umana generazione
membri di quattro fpecie; piani, concavi, eonveffi, e mirti di concavo, e di convefso. Per
parlare prima de' piani , tali fono le Corone ,
o Ila Gociolato}, le Fafcie, i Liftelli, i Dentelli , e finalmente l' Intaccature, le quali fervono in certo modo per dividere un membro
.
dall'altro; e
com'
efse
deono fempre
elfer li-
fagrificare
ad
elfi
tutte le regole
dell*
che
mento infieme dell' Edifzio, nel quale collocata. Quella far rotonda per lo pi, ed alle volte quadrata , ma fempre nella parte in-
Intaccature; e f pur talora adoprate fi veggono, tanto lifcio, non mai dallo fcabro degl'Intagli interrotto, anzi che vaghezza, difgufto
pi torto genera ,e confufione Di quelli membri non ho polla figura alcuna, mentre elfendo a fquadra , difficolt non fi pu avere nel for-
go,
vi
marli. Que'
far
come
la
feriore pi grolfa che nella fommit , infegnandoci la natura effere cos le piante, e 1' altre
fi
porr in cima
la tefta
fovra
il
il
Capitello, il
corpo de^li
quale
Uomi-
fono due;
le
fi
for-
,,
CAPITOLI GENERALI.
i8
fi
come
tri,
nella F. 4. I
membri
Corintio,
e Compofito, nelle Cartelle, ne' Modiglioni,
e nelle ferraglie degli Archi; fopra la quale,
per efiere non tanto agevole, mi fermer p;
di quello abbia fatto ne' membri de' Corniciamenti Per far la Voluta molte regole inventate furono, ma fra tutte una fola ne fregher, che fra l'altre a me raflembra la pi chiara, facile, et efpedita. Verremo in quefta
guifa ad ifchifare ogni confufione, in cui facilmente per la moltiplicit delle cofe fi fuole
incorrere
Ferminfi adunque in primo luogo
li due termini perpendicolarmente con la linea
A. B. , che far l'altezza della Voluta, e quecui
fi
fa
colo
D.
F-
Quefta
9.
regola, che
a
fi
mio credere
Abaco
sopra [otto
di quarta
fi a
che pervenga
co.
ogni giro
lo
all' iftejfa
Ci promette poi
e. 3.
3.
incomnci, e per
s'
fmnuito
pi efpedita
Vitruvio 1'
(*) Poi dal dila
adoperare.
polla
che
be diffufamente fpiegata
Opera di Vitruvio come
nel fine
X avreb-
dell'
e figure di
tutti i libri con grave danno fi perduta;
onde di ci altro non abbiamo da lui, che
le poche parole fopra citate. Siamo delia regola qui polla debitori a Giufeppe Salviati,
Pittore, e non ignaro della Geometria, che
i
1' ha publicata
con le ftampe , e
(ne m' ignoto, che altri Autori va-
nel 1552.
forf
riamente interpretando
hanno date
vio penfata
go
le
varie regole)
parole di Vitruvio
quale fu da Vitru-
fra le invenzioni
Fatta pertanto
in quello
una
ci
fola linea,
conda
modo
la
Voluta con
fe-
prima fminuifcafi
girando al Centro come la prima, e fminuifca ancora il Liflello, o Cimacio della Voluta,
eh' intorno gli fi raggira. Quello facilmente fi
fa , fermando 1' immobile punta del Compafl
nel mezo tra un punto, e 1' altro de' dodici,
che fono fegnati nel quadrato del Circolo D.
fempre per difeendendo verfo il Centro Gin
tal modo s' avr 1' incera Voluta o Cartoccio,
proprio per li Capitelli, Modiglioni, ed altro,
come abbiamo di fopra detto. Per compire
quello Capitolo ci rimane a dire delle Cartelle, le quali fono fiate dagli Antichi polle appi Ab le Erte delle Feneftre, Porte, e Camini degli Ordini pi gentili, per adornamento delle loro Cornici: n mai fo ritrovare, che in altri ufi nella buona Architettura
Cartelle s' adoprafiero ; bens veggo, che aliai
,
la
forme ne ritrovarono, e
ridotte
hanno
1'
neceffario
condi-
e magnifica
Ope-
Ma
(*) Tune
tur
qui
efi
fub abaco
venat
fpatum minue-
Toivxl.
Gojc/o.
Ouolo-
,,
CAPITOLI GENERALI.
22
dirli
Menfoloni, o fiano
pongono
nelle Cornici degli Ordini nobie le Chiavi ancora, o Serraglie degli Archi , le quali fervono di foftentamento agli Architravi, che vi fpianano Copra, fportandoin
fi
li,
Ma
dere
1'
opera povera
Tavole
II.
modo
di
mifurare
nori, fecondo
fiti ,
ra tuttod
fempre
effere
dell'
altezza
medefima
dalla
quale difficolt molti de' noftrr Architetti cercarono liberarli , facendo le Menfe a guifa d' Urna; quale a mio credere la pi fciocca invenzione , che mal regolati intelletti in pregiudizio d' ogni ragione penfar poteffero. Ma per
ritornare in via , 1' altezza della Bafe far fempre mezo diametro di Colonna , e quando dir per T avvenire diametro, intendo la groffezza della Colonna da pie
Ne' Furti delle Colonne aver fi deve tutta 1' avvertenza agli Ordini , perch fono tutti fra loro diverfi , alcuni pi nani, (per ufar le voci de' noftri Autori,) ed altri pi fvelti; ma per dirne ci, che
d' univerfale pu dirfi , non dovranno quefti
mai effer minori di fei diametri , n giungere
a diametri nove. Ne' Capitelli regola generale non fi pu ftabilire, perch ci, che ad un'
Ordine fi conviene , a tutti gli altri non
pu applicarli
Il
rimanente del fopraornato, cio Architrave , Fregio , e Cornice a mifura degli Ordini ha le fue proporzioni , imperci che negli Ordini pi fodi , Tofcano, e Dorico, per Io pi la quarta parte
della Colonna, e per lo pi la quinta negli
altri tre, Fino a qui abbiamo ragionato delle
proporzioni , che deono oflervarfi nelle altezze ; ora d' alcune larghezze neceffarie a chi vuol
con giufta fimetria adornare una Fabrica ben
ordinata ragioneremo
E primieramente il
.
C A P O
Dado
de' Piedeftajli non ecceder mai la larghezza del Plinto della Bafe. La Colonna da
I.
ad indovinare ci
e fcienza
dremo per tanto le proporzioni , cos generalmente accennandole quali dagli Autori preffono E cominciando da' Piedeftalli
diremo , che quefti comprefa la loro Cimacia , e
Baffamento, non dovranno effere pi alti del
terzo della loro Colonna, ne minori della quar-
critte ci
ta parte.
Ma
in querta parte
all'
Architetto,
fiti , o d'
qualunque
altra, permetterli libert Ci vediamo effere
accaduto negli antichi Tempj, dovei Piedestalli non doveano mai effer maggiori dell* al-
altre circoftanze
fuole pi che in
.
Tempio ,
ora mi-
CAPITOLI GENERALI.
Bafe , Colonne,
pofsano brevemente afsegnare. Pafsaremo di poi a vederle miri linamente e particolarmente negli Autori eh'
io con 1* efatezza maggiore , che mi far poffibile, andr efponendo; e quelte faranno col
Modulo mifurate. Ma per non Iafciare veruna
cofa, che pofsa riufcire di facile ajuto a chi
cominciafse a porre il piede per quefta ftudioIl
favia, diremo ancora cofa fia il Modulo
Modulo altro non che una mifura non fifsa ,
come il Braccio, il Piede, ed altre, ma ideale, ora grande , ora picciola , uniformandoli
fempre,o picciola, o grande che fia, all' opera,
zioni, che par
Capitelli
Piede/talli
e Sopraornati
fi
Formali in quefto modo. Stabilita 1' altezza, alla quale fi vuole, che arrivi
la fommit della Cornice, f a cagion d'efempio fi vorr che fia 1' Opera Dorica col fuo
che
fi
d'ee fare.
ricerca
me
qualunqne cofa
a fchifare
tica
e che
marli
ricerchi ftudio
trafportare
lafciandofi
a precetti dell'
loro capriccio
il
e fa-
ovunque
trafeorre
d'
unifor-
Degli Intercolonn)
delle
venticinque, ed una di quelle parti far il Modulo, due de' quali faranno il diametro della
Colonna in fondo Qiiefto Modulo flato adoperato da Vitruvio, e da quafi tutti gli altri Architetti, che fcrifsero dopo lui. Efsopoi
fi divide in parti, o minuti, da alcuni in pi,
23
Impofte
Archi
e delle
CAPO
e Pilaftri
Porte
III.
dar,
te parti
fotto
all'
Ovolo
divider,
fi
T Ovolo, e
quello cafo
pure come
il
fi
l'altra, e
una reitandone
le fei
Modulo
all'
la terza
al
Abaco
in fet-
Liftello
altre al Collarino.
a nulla ferve,
In
dividali
n con
quarti ritrovare quel giuftiffimo punto, che fi
ta parti
terzi
Intercolonn)
GLiquello
vuoto
fpazio
zione di quefti
fi
delle
Colonne, che li racchiudono, la qual proporzione in ogni Ordine diverfa ,e diverfa ancora fi vedr in ogni Autore, di cui fono per ragionare. Ma per adeguarne una regola generale, dir che quello fpazio non dovr mai
efsere minore d* un diametro e mezo, ne mai
maggiore di quattro diametri , fuorch nell*
Ordine Tofcano, quando non fi facciano, come s* accoltuma , gli Architravi di legno , che
allora pofsono farli gli fpazj maggiri di quel-
Architravi fono
ed i Pilaftri , che pure fervono per Portici, e Loggie;
quali Archi non gi s' appoggiano fopra i Cache farebbe errore come diremo
pitelli (il
nel feguen te Capitolo degli abufi) ma fopra
lo far
fi
pofsano, quando
di pietra.
Ora vediamo
gli
gli
Aichi
za loro
della
non
Ma
fi
far
ancora nelle
dette proporzioni riefeono fempre pi larghi
parte.
come che
elTi riftretti
delle
CAPITOLI GENERALI
appoggiano, cos quella parte pur d' erti, che avanza dall' una e dall'
altra parte fuori del Furto di detta Colonna , dicefi Me moretto da alcuni, e da altri Aletta,
che ha (pra di f una certa come fpecie di Capitello, che Importa fi nomina , la quale in
ogni Ordine diverfa, come pi avanti ne'difegni fa rem vedere. Quelle Imporle reggono
gli Archivolti, i quali altro non fono che Ar-
Colonne, che
delle
chitravi ripiegati
vi s-
in femicircolo, per
di
forma
fatta in
ferrati
pi
lo
acci
l'
uno
altro avvicinandofi
all'
perch
il
maggiori , ver-
Piedeftallo, o fenza
cio che
mente
fia
due
alle
Porta
f n'
artegnino
La
d' erta
luce
larghezza poi
della
avremo
minore
la
duodecima parte
della
met
dell'al-
tezza
deono mai
quarta parte dell' altezza della luce, n mai erter portono minori
della quinta. Sopra la Cornice far fi fuole il
Frontifpizio , il quale un Triangolo di due
foli Iati eguali, con due linee rette proclivi,
e pendenti a deftra, e a finiftra dell' Edificio.
Sogliono quelli fovraporfi a' Colonnati delle
Loggie, de* Portici , delle Porte, e delle
Feneftre, alle quali gran maeft fempre arrecano, e non minore adornamento. L' altezza
la
ho afTegnatoa
Colonne , Capitelli, Sopraornati Intercolonnj, Archi, Pilaftri, Impoe Porte , fecondo la mente di Vitruvio
fte
,
puto pi
efatta
e giuftamente
Piedertalli, Bafe,
,
Con
tutto ci a nulla
fer-
viranno, quando non fieno dal giudiziofo Architettore ben regolate, che deve con gran diligenza avvertire a' lti, a' tempi, ed alle circoftanze,che neh" operare gli fi apprefentano.
E vaglia il vero, non tutti gli Ordini a tutto
fono atti; le Fortezze e le Torri richiedono
un' Ordine fodo, marticcio, e fenza intagli; i
Tempj , ed i Teatri pi delicatezza, e maggiori adornamenti; e cos difeorrendo una particolar
forma fempre
neceflaria
>
a quella for-
di
Altari,
Palagi, e quant' altri Ediflcj fi fanno al Mondo, o fieno per farfi in avvenire, acci regolati fieno, e meritin lode, deono tutti ertere
ridotti neceflariamente ad uno di quelli cinque
Ordini, di quelle fole poche parti, eh' abCrederanno a tropbiamo dette, comporti
anzi aver lefottopofto,
leggi
po rigorofe
erto cidovendo
un'Architetto,
mani
gate le*"
racchiutermini
brevi
cos
fua
in
Opera
afeuna
dere
.
CAPITOLI GENERALI.
dcre , e confinare Si dir , meglio allora operar
gl'ingegni, quando pi fono liberi, n dal
frvil giogo di determinate regole raffrenati ;
eflere troppo vafta la mente umana , per vo.
lerla in
meno
fra
il
fi fpoprefente corrotto
Quattro fono
un
volto
umano,
le
nulladi-
no,fra quanti furono , e faran mai per dipingerfi, fu e far fempre variet, n mai due
mile,
de* quali
s*
Ora
quante fieno
le parti dell' Architettura, troveraffi in effe numero afTai maggiore, che in quelle, che circofcrivono 1' uman volto, e maggiore ancora , che
raffomigliarfi
fi
que' cinque
qualunque
s' egli
foli Ordini , eh' ora fono , reftringere, fenza cercare, o per vaghezza d'adornamenti, o per defiderio di novit , o per
ingegno
minore
quanto
come
della pofterit.
Ma
Digli Abufi.
C A P O
ricerchi,
25
Fin' ora
abbiamo
V.
che de-
deferitte le parti,
di
vonfi porre in ufo , e come
ora
Architettore
quelle fervire il giudiziofo
;
di quelle parleremo, che devonfi fchifare, e
che introdotte furono , e lafciate dalla barbara maniera , che Gotica s' apella ; poi che di
debbafi
molti abufi della prefente , peggiore forf delGotica , abbiamo diffufamente nel Proemio
ragionato. Nel medefimo tempo qualch' errore ancora accenneremo , che dagli Scrittori
d' Architettura furono avvertiti nell* Operede'
buoni Autori, particolarmente de' primi , a*
quali debitrice quefl' Arte del fuo rifornimento , e ne' quali , come a quelli , che in
la
U non
altri
la ftrada,
cofa indiferetiflima farebbe, e a quella limile, in cui pur troppo trafeorfero i pofteriori Eruditi , che annotazioni fcriffero a qualche antico Autore , nel-
perdonar feppero a' noftri Italiani, che prima di tutti gli altri, riforte a
gli
comentarono Fra le
pena le lettere
le quali nulla
cattive
CAPITOLI GENERALI.
*6
una
fi
il
girar Copra
volti quadrati
il
commoda
affai
confiderazione
che
gli
degli Archivolti
vo della
quanto
il
il
,
li
fui vi-
e che
Archivolto
dell'
ma
fu
1"
ala
non
fui
o vogliam
dire Sporto del Capitello, il quale non fu ritrovato, ne fatto per foflentamento, ma per
femplice Ornato. Quella la ragione, che ci
mi
tante
in
un tempo
te-
fo-
lo togliere tutti gli errori , alcuna fiata in quefto inciamp ; nulladimeno cadendo in que-
li
il
fece
Capitelli delle
Cq-
in alcun
[portarono
tanto
quanto
da
capo
Gli Aget-
altezza; in
,
queflo modo le tefle> e gli [pigoli de gli Archi beh
bero [edili pi efpedti, e pi flabili. Io non fo
di quali antichi Autori intenda 1' Alberti
,
veggo bene ci da' pochiffimi buoni feguitato,
ti
la
loro
ne Fabriche ufato
forma d' Impofta
fi
quali cofe vi fpianae fui vivo foflengono gli angoli degli Archivolti, che allora forza pi non fanno
fopra il rotondo immediatamente della Colonna , ma fopra il vivo degli Architravi , o dell*
le
no fopra,
Impofle,
altro
quali
come abbiam
non effendo,che
detto di fopra,
di girare
ne' quali
richiedonfi
[acendo po[ar
Ma
non
ac-
pu fapere
cofa
fiano, e
meno
lo
formarono. In tali luoghi altro porre non dovrebbefi , che unImpofla , overo una Cornice con la fua Corona e Scima, altro effe Volte non effendo
che Archi continuati , e infieme congiunti ;
laonde f gli Archi, come abbiam provato,
fanno quegl'
ifteffi,
che
li
fopra
,,
,. .
CAPITOLI GENERALI
Mmpofte, o Cornici s* appoggiano, ne
fegue neceffa riamen te ancora le Volte fopra
Imporle o Cornici doverfi parimente appoggiare. Ma di tali fconvenevolezze avr io forte troppo lungamente favellato, di che fcufa
mi fia il vedere s ampiamente dilatati quelli difetti, che ormai comuni a tutti, e quali
Per troppo non difcoflume fon divenuti
fondermi in avvenire, fra tanti altri pregiudizi, dalla vecchia barbara maniera a noi tramanUno fi il
dati, ora di due foli ragioner
fafciare, accerchiare le Colonne con anelli
ghirlande, o il tagliarle perii lungo in altra forma, che rotonda o quadrata non fia;
il che per non cos frequentemente ho veduto accadere; 1* altro poi, dove pi facilmente inciamparono que* primi buoni Archimaniera
tetti, che fono alla detta barbara
fucceduti , fu 1* abondar troppo negl* intagli
onde pi torto confusone all' Opere, che
maefl, e leggiadria maggiore ne rifult; il
qual difetto per parr foverchio a* giorni
noftri avvertire, mentre dubbio non v* ha, che
in elfo pecchino gli Architetti d* oggi d ,
nemici giurati, come fopra dicemmo, di tutti
g* Intagli , e che da tutte
V opere , per
quanto vaghe effer debbano e gentili , affatto
gli efcludono
Ora a que* difetti palleremo
ne* quali anco ufando la buona antica maniera potrebbe incorrerli. Lo Scamozzi dice, non
doverfi far gli Ornamenti fopra le Colonne
troppo fodi e mafficj , particolarmente negli
Ordini pi delicati, ond* effe Colonne oppi-effe fi mofirino ed aggravate dal gran pefo , che lor fovrafla Quello pi che in ogn*
altro cafo devefi avvertire nell* Ordine Dorico , acci le Metope non riefeano fproporzionate, fiche far dovendoli efl Metope quadre , non abbianfi a fare gli fpacj degl* Intercolonnj tanto grandi, che poi non poffano reggere, n i Triglifi pi bislunghi del convenevole. Cadde in queflo fallo il Sanfovino
nelle Procurane di Venezia, come fu offervato dallo Scamozzi nella parte 2. 1. 6. cap. 7.
Ma non minor fallo farebbe, f troppo fcarfamente fi procedefle ; il che a fare alle volte
ci pu coflringere o la troppa fpefa, che apportano gli Sopraornati, maflimamente per
gli Sporti delle Cornici , o V anguilla del loco. In fimil cafo dee il giudiciofo Architetto aver prontezza d* ingegno , e cangiar pender , e nuovi partiti ritrovando da' fimili
difetti fvilupparii; nelle quali difficolt ed
anguflie non andr mai ravvolgendoli , quando egli voglia (come ragionevole) l'idea
fua al fito, e non il fito alla fua idea acco-
fopra
modare
27
nelle quali
cubare
mo
nel
il
quale cos
col-
ammaefira*
ti
tanti
e quelli ch
dalle nevi
ti
valent
entrano in
cafj.
e dalla grandine
dalle pioggie
Nulladimeno tan-
Uuomini v'incapparono,
a ci for-
il
edificatori
mn
tetto
pojfe certatn
rationem
i8
CAPITOLI GENERALI.
tetto considerati , e quando abbifogni ^faminati, i quali tanti fono, e tanto vari, quante fono le diverfe occafioni, ed i cali, che a
chi opera s' apprefentano, e quante fono Je
regole di ben operare, che ci vengono da
Maefrri prefcntte, trafgredire le quali fempre errore dovr chiamarf Onde verremo fu-
fono
le
che
remo
-^3?^
ALCU-
ALCUNE NOTIZIE
DEGLI ARCHITETTI,
CHE SONO ESPOSTI INQUEST* OPERA.
C A P O
V.
MICHEL SANMICHELI.
tutto
conofciamo per
VEro
che
buona
d
la
efperienza
opinione, in che
fono gli Uomini preffo il Mondo, molto contribuifce , acci buono o reo giudicio fi formi
delle loro operazioni, parole, e configli; e
fpefle fiate accade, che in Uomo, quale preffo tutti o quafi tutti in buon concetto fia, tali detti o fatti s* approvino, che in altro, di
cui nulla eftimazione fi abbia, farebbono biafimati , e cosi all' incontro ; tanto valevoli fono le prevenzioni ad alterare, per non dire
adefso a corrompere, gli umani giudicj,e perch vario afpecto prenda i* efsere intrinfeco,
ancorch immutabile, delle cofe. Bens pi
trilla
frequentemente ci fuole avvenire nelle parole, o fatti, che non fieno manifeftamente
buoni, n manifeftamente rei , nulladimeno
ancora a quelli , acci maggiore, o minoreimprefllone facciano nell' umane menti , molto
di forza s' aggiunge dall' elfere apprezzate o
fcreditate, amate o vero odiofe quelle perfone, dalle quali derivano; perch a cagion d*
efempio una cattiva azione allora far da noi
pi vituperata , quando fappiamo, che da Uomo infame o pure odiato fia provenuta ; e
per lo contrario un configlio, o una iftruzione internamente buona, che ci venga da chi
prefso noi fia in buon credito, con meno difficolt e utilit maggiore riceveremo
Ci
.
fu grande ornamento
nacque elfo in Verona 1*
anno 1484; e da Giovanni fuo Padre, e dal
Zio paterno Bartolomeo, ambidue eccellenti
Architetti a' tempi loro, i principi egli a pprefe
di quella facolt. Se il fuo cognome veramente
o Micheli, o da San Michele, o Sanmicheli
fofse, lafcier d' invefligare, e con quefl* ultimo , per conformarmi alla maggior parte de'
Scrittori, che lo nominarono, lo chiamer.
Ebbe due Fratelli , d* ottimo talento anch' elfi ,
Giacomo, che agli ftudj delle lettere s* applic, e Don Camillo, che fu Generale de' Canonici Regolari Defiderofo Michele d' appromilitare
Architettura
Architettura , alia quale da. gagliarda inclinazione fi fentia fpinto, di fedeci anni fi port a Roma; e quivi fu , dove grandiffittarli nell*
fegno di perfezione arriv , che un* infigne Matematico del noftro Secolo, e d* Architettura
intendentiffimo, come riferifee il Marchefe
Maffei nella P. 3. Cap. 4. della Verona Illuftrata } tal maraviglia prende nel considerare 1' opere del Sanmicheli , che a quanti Architetti
di
furono al Mondo folito d' anteporio.
tanto maggior laude degno il noftro incomparabile Architetto, quanto egli fra primi uno
fu, che facefse ftrada; efsendo per lo contrario ufitato, che poco inanzi pofsano una difficile imprefa condurre quelli , che fono i primi a tentarla. Grandiffimo fu il grido, eh* egli
fubito alz, a tale che molto lo desiderarono,
e con grofso ili pendio e maggiori promefse lo
invitarono al fervigio loro i due pi gran Principi, che allora fufsero in Europa, lo Imperator Carlo quinto, e Francefco primo , Re di
Francia ; le quali gloriofe occafioni furono da
lui rifiutate, per non abbandonare il fervigio
del fuo Principe naturale
Neil* Architettura
in primo luogo efponiamo, per la ragionedetta nel Proemio, cio da Michel Sanmicheli,
Opere egli fece, particolarmente fervendo prima il Pontefice Clemente VII., pofeia i Veneziani fuoi Signori,
che fono
di cui trattiamo,
e nella
diffufamente
e con
altiflme
lodi
raccon-
NOTIZIE
3-o
Je (lim miracoli
, che
Arte , abbench perdutamente appaffionato per la gloria de* fuoi Tofcani Oltre Palazzi, e minori Cafe, Altari, Depofti , Capelle, Tempj, Monaflerj, Ponti , e Porte
di Citt, lafci anche qua eia, come di mano
in mano richiefti gli erano , infiniti difegni
E' neceffario per 1* avvertire, che in queflo
fu il Sanmicheli sfortunatiffimo , che molte
fra T Opere fue, che fiate farebbono eccdlen-
jdell'
Ma
Orecchioni
che
per tant' anni foftenne quel formidabile affedio de' Turchi ; delle quali pi a lungo non parler , avendone gi ragionato in maniera, che
da
Romani
il
defiderarfi
, il
noftro Marche-
Di
tanti
detto Vafari; e
Edificj
tutto fece
Limena,
ta^
parla dello flato antico della Brend'altre belle ed utili cofe. Affai nobili Ar-
chitetti
Cugi-
ottima fcuola , che fu quivi da lui laSuo parente fu ancora quel Bernardino
Brugnoli , pera del quale 1' Aitar maggiore di S. Giorgio, di cui fent tanto magnificamente il famofo Daniel Barbaro , che per la pi
refe
1'
feiata.
beli'
Opera ,
c, jcos per
mo
flati
fovra
se Maffei nel luogo fovracitato JVfa che diredella Fortezza fopra il Lido, alla bocca del
gliate
Chi non pu
con le tre piazze; per li quali ritrovamenti abbandonata refl V antica maniera de'
Baloardi rotondi , onde prima poco ficure le
Piazze rimanevano dalle offefe degl' inimici
Fra le tante Opere, con le quali nella Militare
e in molte parti d' Italia , e in Levante fi fe,gnal,non fi poffono lodare a baflanza Je fortificazioni da lui fatte alla Citt di Candia , che
mare, e per
un moderno Francefe a f
Cantoni ,come pure
quelli
non pu
giudicavafi
di pi
Opera
Balordi con
quell'
ci da fluffi e
mai
dalla
la giudi-
Architettura,
,
quali
di
pietre, e forf ancora dagli Architetti, eh' oggi
A-
DEGLI ARCHITETTI.
3*
f? leJ.
CAPO
VI.
MARCO VITRUVIO
DI Marco,
meno
Perfonaggi e Roma
ingegno e faper fuo, che s grande
e fublime ne' di lui libri fi manifefta Io quel
poco andr qui regiftrando ,cheappuntoda* libri fuoi ho procurato ricavare, gi che da altri Autori, che bens con grande ftima, ma
fenza contezza darne lo nominarono , come
Pi nio , Servio, e Sidonio Apollinare,
nulla d* ajutoci viene fomminiftrato
Viff egli, come fopra dicemmo , ne* tempi
di Giulio Gefare , che feco nelle guerre il conduceva come inventore e regolatore delle Ma'
chine da guerra; il quale officio, che a giorni noftri direbbe!! ingegnere,
efercit ancora fotto altri Duci "Romani , come fi vede
pel principio dell' Opera fua. Nel 1. 8. cap.4,
dice, che nel fuo albergo ogni giorno, e alla
fua menfa ricevette C. Giulio Figliuolo di
Maflniffa, che afleme con Giulio Cefare in
Africa militava; da che fi pu con molta ragione congetturare, che Vitruvio foffe nel Camtiflimi
me
dell*
POLLIOStE.
ni
cio
M, Aurelio,
P.
afferma
all'Imperatore da* tanti beneficj obligato , fcriffe i dieci famofi libri d' Architettura , per far
cofa grata ed utile al fudetto Augufto fuo Signore , intento alla cura de publici e privati Edificj
nel
tempo
della
fu, che
fi
fieno
cai libri
Opera
che
della noftr*
fra
quante
gli
Antichi
fcriffero
pervenuperite,
trat-
.,
NOTIZIE
Il
trattone quel poco, che dice Plinio delle proporzioni generaii de' quattro Ordini. In quelli dieci libri l ha tutto ci, che intorno all'
Architettura fi pu desiderare; poich nel pri-
rno libro defcriveegli quale efser debba un'Architetto, che cofa fia Architettura, e quali fieno i fiti da eleggerfi per fabricare. Nel fecondo tratta delle Fabriche, e de' varj modi e regole di coftruirle. Infegna nel terzo le maniere de fagli Tempi , della fimetria dei Corpo umano, e dell' Ordine Jonico. Jndi pafsa
nel quarto a darci regole degli altri tre Ordini , Corintio , Dorico , e Tofcano Nel quinto
pone le difpofizioni de' luoghi pnblici , e pri.
un Veronefe, come
due Veronefi ,
le
quali
no, e molto lodate dal dottiffimo Conte Lodovico Nogarola in una Epiftola manuferitta al
Barbaro, e citata dal Marchefe Maffei. Uno
di qnefti fu il celebre Bernardino Donato, che
lo tradufse in volgare, e Ja fua verfione con
erudite annotazioni accompagn. Fu 1' altro
Francefco Aligeri, difendente di Dante, e figliuolo dell* elegantiifimo Dante terzo -Queflo
Francefco pure
)'
Marc'Antonio Majoragio fcrivendo contro Gaufa menzione de comenti fopra Vitruvio di Bernardino Merula; e Celio Calcagnino in una Piftola a Giacomo Zeglero da
denzio Menila
grandiffime Iodi alla difefa e critica e dichiarazioni fopra Vitruvio di Rafaello d' Urbino
Notiifimi fono i Comenti di Guglielmo Filandro, e di Daniel Barbaro. In noftra linfi hanno Ieverfioni, ed i Comenti diCeCefariano, di Qk>: Battifta Caporali, e
del fudetto Barbaro , eh' egli medefimo dopo
averli in Latino fcritti , tradurle affieme col
tefto in Volgare. La pi pregiata edizione fi
gua
fare
fi
uniti fono
fat-
que
ha brama
in tal facolt
lafciii leggere, e
di
di fegnalarfi,
ftudiare
non
attentamente
lui
allontanai,
immortai gloria
mo,
il
fatale
s'
decadimento.
vedute fu'O"
CA-
DEGLI ARCHITETTI
CAPO
3Z
VII.
li , da* Scrittori in buona parte contemporanei e amici di lui, e dagli propij fuoi fcritti
cos ftampati, come inediti. Egli uno fu de*
primi , che fufsero dal bel genio ifpirati ," il
quale
poco
Italia le migliori
ciare affatto la
depurar
barbarie, e da
tutta
{cac-
tale infezione
Scienze tutte ; e doppiamente gloriodovrebbe nelle memorie degli Uomini , come riftoratore cos delle Scienze , e della polita Letteratura, come dell' Arti pratiche,
e mecaniche. Suo Padre fu Lorenzo Alberti
di nobile e potente Famiglia in Firenze , il
di cui Fratello Alberto per le fue virt e per
lo merito, che s* acquift nel Concilio Fiorentino, fu fatto Cardinale dal Pontefice Eugenio IV. Ebbe Leon Battifta altri Fratelli a
le
le
ei viver
tutti d*
Figliuoli edu-
le.
conto
che
ma, non
giorno della
di libri
lafci
-fiia
faticofo
(ludio un vado ingegno e ad ogni Scienza nato accoppiando, in molte e diverfe Arti e difcipline eccellentifllmo riufcl
ni
Nelle QuejliO"
leg-
fi
ge , che il gran Lorenzo de* Medici per pa{fare i nojofi ertivi giorni con men faftidio,
ragun nella felva di Camaldoli varj dotti
7
affaticavano (fi coSoggetti, che in Firenze
me
per far riforgere le Lettere nel vero afpetto loro, come Marfilio Ficino, Donato
Acciaioli, il noftro Leon Battifta , Aleman-
lia )
altri
fe
Leon
fudetta
O-
pera
NOTIZIE
34
Matematiche,
la Filologia, la
Giu-
1*
fcriffe tre
non
fo f
un
libro d*
Amore , ove
re di quel foaviflmo affetto filofof; e un'altro del Remedio d* Amore , ambidue publicati
in edizione affai antica nel 147 1. con quefti ti-
di vifta
pregi nella
fuoi
Scoltura, Pittura,
illuftrata, fu la Scoltura in
un
Statua ,
ancora inedito,
il
libro intitolato
ma
il
veggono
fi
non
effer fatti
fi
Circa
fe di
in profpettiva , e S. Marcome giudica il Vafari , il quale loda affai pi in Leon Battifta i difegni in carta, chele
Pitture; ma nell* une, e negli altri gli fu tolto il pregio, allorch die fuori Rafaello , e tanti incomparabili Uomini nel fecolo fuffeguente. Parleremo finalmente di ci, eh' il noftro intento principale, cio dell' Architettu-
fi
circa la
me parole
fecoli
to
il
da
che
/'
ordine e la pr-
univcrfalmente chiamafi
Vitruvio Fiorentino. Per da quanto abbia-
porzioni
il
primo
fi
tutti fu
affatto,
ma
Leon Bat-
Ci
fu cagione , che le fue Fabriche , ancorch degne di grandilma lode, non arrivafferoa quel
colmo di perfezione , che s' ammira in quelle
degli Architetti fulTeguenti
che gi
la
ftrada
de .Amore
liber opthnus
E 1* altro; Opus praclarumde Amoris remedio; fecondo 1' ufo di quel tempo,
ove anco all' Opere in noftra lingua prefiffe
erano ifcrizioni Latine. Molte altre cofeferiffe, che inedite reftarono. la maggior parte
,
e fra 1' altre , molte Pocfie Latine ', e alcune
Tofcane , e fu fua l'invenzione attribuita al
Tolomei,
toli. Baptifla
il
principio d'
Alberti di
Efa-
moki
EJificj fuoi
Palazzi,
ne, in
come Tempj
magnifici
>
Roma,
in
Rimini, e in Mantova, e
cent'
DEGLI ARCHITETTI.
cent'anni dopo; come
altres di lui fu
il
mo-
Roma
una Capella
fatta in
fuoi dieci libri De re edificatoria, tanto Iodaper la dottrina, e peri' eleganza, ftampati in
Italia , in Francia, ed in Germania, e tradotti dal
Bartoli, per effere cos famofi, altro non parler
Fu ancora inventore Leon Battifta di varj utiTrov Leon BatIl Vafari
livTimi Stromenti
fimilitudine
-per
va d' uno Struquella
,
tifla a
di
le
modo
lucidare
naturali ,
prospettive
il
mento
il
modo
le
e
parimente
di po:
diminuire
figure
e
ter ridurre le cofe piccole in maggior forma , e
ingrandirle. D'altre invenzioni, che chiama
ammirabili, di Leon Battifta, parla in una Pillola a Lorenzo de' Medici il gran Poliziano,
il quale bench perci biafmato, che non
Uomo
ma
cofiui,
fy-
chiama
il
noftro Alberti
efquifitijfi*
che
(b) pofi*
di
Letteratura , bench
dfcipline , bench
recondite',
forte
delle Antichit, e
dargli
ed*
remota, e tutte le
poi avendolo chiamato
De'
di grandijjimo giudico,
fedeva qualunque
ti
3S
(a)
grande inveftigatore
profetando non faper come
venevole
Ne
Uomo
tacere
Letterati
>
i.
NOTIZIE
CAPO
Vili.
ANDREA PALLADIO.
Simonie
notiflimo
'1
valore
Andrea
d*
il
po
Andrea nacque
Elogi ,
il
ruditiffimo Apoftolo
Zeno
accuratiflima fcriffe di
no, che
nella vita
, 1*
e-
eh' egli
Giovan Giorgio
Trilli-
V opinion mia.
Triflino all' altre fue dottrine
non aveffe altres accoppiata una gran perizia in
Architettura, ma nominandolo Andrea con
tanta lode nel Proemio del primo libro, e
nulla accennando d' eflere fiato fuo difcepolo
e d' aver mai nulla apprefo da lui , come mai
una tale feonofeenza potria fupporfi in Andrea
quale trovo da' Scrittori contemporanei Jodatilfimo per buon coftume ? tanto pi ch'egli
jdovuto avrebbe {limar fua gloria , eh' un Uomo di tanta fama, e di s nobil condizione ,
qual fu il Trifllno, e da lui chiamato fpkndore de* tempi noflri y tal conto aveflfe fatto di lui
fanciullo, che non fi folfe fdegnato d' ammaeftrarlo. Ma per dir quanto ho potuto raccogliere di certo del nofiro Andrea , fece egli fin
da' primi anni grandiflimo ftudio per intender
Non
gi
che
'1
egli afferma
maeftro e guida
a luiriufeiva
di
DEGLI ARCHITETTI.
e a rifcontrare in effe la pratica
, che avca ftudiati negli Autori, e a considerare con quanta ragione, e con
quanto bella proporzione tutto vedette fattole
quindi amifurareminutiffimamenteecon ogni
accuratezza tutte le parti loro , e a congetturare da quelle, che rimaneano, quale il tutto folle flato, e ridurlo in difegno. Tutto
quello egli medefimo attera in varj luoghi
de' libri Yuoi , e particolarmente nella Dedioflrvazioni
di que' precetti
catoria
Proemio
e nel
del
primo
libro
Do-
po
pi.
tali
Le
fludj
tante
fi
Opere
di queft'
Uomo,
effen-
do gi nociffime , e celebratiffime, non hanno bifogno , eh' io con altre notizie, e con
altre lodi cerchi d* illustrarle. D' una parte d'
effe
veggonfi
difegni ne'
libri
fuoi
da
lui
s'
il
Vafari di lui
men-
Nel 1570. fegu la prima edizione d'effi libri, che poi furono
tradotti in Francefe
da Rolando Friart
I Comentarj di Cezione.
tetto, quale
nezia del 1575. d' una verfione d' ed; Comennome del traduttore, quale fuFrancefeo Baldelli,che prima 1' ayea data fuori,
tarj fenza
37
ha
maeflro
Proemio
dell'
Armi
il
Pal-
delle Ordi-
ai cofiumi, ebellijfime lettere dotati , eh' egli nelle paterne arti andava iflruendo. Dell*jmmatura morte di quefli due Giovani, che in due
Fu egli Stipendiato
di nominarlo
Republica , come fi trae dallo Scamozzi, che dice effere a lui fucceduto. Il medefimo Autore e' infegna 1' anno della morte del
Palladio, che fegu nel 1580. Scrive il Palla?
dio nel Proemio dell' Architettura, che ne'
fuoi tempi erano anche in Vicenza fua Patria moltiffimi Gentil' Uomini illustri per eccellente dottrina , e per efTere dell' Architettura ftudiofiffimi, alcuni de' quali fono ivi
da lui nominati.
Editori
dalla
A-
NOTIZIE
3*
CAPO
IX.
VINCENZO SCAM0ZZ1.
L*
Autore
nel!'
nollra
cronologico , Vincenzo
Scarno zzi, del quale, come degli altri avanti,
e di quelli, che verranno apprett, brevemente qualche notizia accenneremo Nacque egli
in Vicenza di Genitori convenevolmente forniti de* beni di fortuna , qual condizione egli
in un luogo dell' Opera fua vuole fia necefsaria ad un Architetto, adducendone gli efempj
degli Architetti Greci e Romani, s perch
allevato fia nelle Lettere e Scienze,, e per poter refiftere alle molte fpefe degli ftudj e de'
viaggi fruttuofi , come per lo mantenimento
del fuo decoro et onore , e per ifchifare quelle fconvenevolezze e quelle frette , alle quali
fovente s' efpone chi lavora per povert eper
bifogno. Fu egli dunque dal Padre Gian Domenico; (che fu Uomo Letterato, e buon
Architetto, e che feri fTe molto, f ben poco
ili dato in luce , come appare in una Pinola
tori offervare ordine
Lodovico Roncone
amico di
chiam
lui )
pollo
eruditiffinn
buone
lettere, nella Filofofia , nelle Matematiche
Difcipline, e nel Difegno. Pervenuto a mag-
giore et
degli
fi
fcritti
protetta egli,
fuoi
fi
ftudj
come
raccoglie
,
,
delle
eflere
fempre
fla-
ma
in lontaniffime
offervare non
Regioni la
mag-
di et onoratiffime provifioni
cap. 5.;
diffidi cofa ad
1.
i.
ma considerando
Uomo ingenuo
come
narra nel
dura e
eflere
flato
fi
non
ricus di trasferir-
con
la
condizione di limitato tempo egli s' induceva ad accettare. Quello Autore molto raccomanda ne* libri fuoi un' infaticabile fludio , affermando che in Uomini fenza lettere e privi
delle Scienze fomma arroganza lo fperare di
mai divenire eccellente Architetto; percioch
fenza la Gramatica unita alla Erudizione ealla
Storia , come fi potranno bene intendere gli
fcritti non folo degli Architetti, ma ancora
degli altri Autori, onde fono tanti lumia chi
fa conofcerli fomminiftratiPE come fervare la
propriet in ogni force d' Edificjpublici e privati, e come negli Ornamenti alcune allufio-
nia
DEGLI ARCHITETTI.
ni a quella tal forte d' Edificj bene adattare?
Come fapere V origine, i progred e i decadimenti dell' Arte fua, onde ricercare , et indi
efaminare fi fappiano e gli Autori , e le buone
viziofe
fofia
come
',
glierle e prepararle in
me
ben diftinguere
tempo opportuno?
co-
delle
condur
1'
chine e
gli
*''
luoghi naturali
ed
arti'
per oviare
da
difpute ?
fenza I' Aritmetica come calcolare le importanti Cpefe, che fi deon fare negli Edificj, e fpiegare le ragioni delle mifure,
e ritrovare i metodi delle corrifpondenze , e
rifolver
anco per
via di
numeri alcune
difficili
che a Dottrine appartengono , tratta particolarmentenei Iib-7. Sopra tutto vuole , che di tai
cofeiftrutto fia 1* Architetto non come Artefice con la fola pratica , ma come Filofofo con la
be
ad
il
tal'
libro 6.
un Architetto neceflarie,
Scamozzi , e ne fece una magnifica edizione in Leida nel 17 13. Inquefta fono ancora
delineate molte Romane Antichit , delle quali
ne' libri dello Scamozzi fi fa menzione. Ingiuftiffimoefenza ragione alcuna 'Igiudicio,che dello
Scamozzi forma il Cambray, il qual dice tener
lui una maniera un poco fecca
e che li fuoi Ory
bri dello
itati
Qual
Intagli
59
Vincenzo I Difcorfi , de* quali parla il Roncone , faranno probabilmente le fue Antichit di
.
Roma
A-
,,.
NOTIZIE
4o
CAPO
S
BAftian
X.
E^ ASTIANO
ERL10.
Re
quel
fi
al fervigio
di
,
Carlo
mol-
,,
DEGLI ARCHITETTI.
V., molto favor et ajut il noflro Serlio, dicendo efTo, che la Cortefia di quel Signore non
fu di promeffe , n di vane fperanze , ma di fatti , e di buona
fomma di fendi E' notabile ,
quanto narra il Serlio in quella Pillola, nella
quale fi mera viglia, come a* tempi fuoi fuflTero
.
in Italia tanti
Uomini
devote facolt
bench
eccellentilfimi in ogni
mal premiati ,
lo-
mancando i premj mancano ancora le fatiche degli Uomini ingcniof ; e dice come cofa certa , che f le
Scienze, e
e promofie,
flati
lo eguagliati gli
che
ajutate
do anche altrove,
tichit
poich
le belle
Arti
al
An-
ritornate a queir altezza , in che erano a' tempi de* Romani, e de* Greci. Quando il Serlio
andafle in Francia, m' ignoto; folo veggo certo, che era in Venezia ancora il Febraro del
1540. Con grande probabilit fi pu dire , eh'
egli fubito
fi
Regno
Re
Fran-
me
e confumatori di pietre
di calcine
e de'
marmi , fenza faperedar conto di ci, che operano, e fempre ad incappare fottopofli in difmale corrifpondeme
Dopo quelli
primi due public il quinto libro, dono facendone alla Regina diNavarra, nel quale tratt de' Tempj, e al modo antico, e al moderno fecondo il coilume Crifliano. Ivi finalmente promulg il fello, e '1 fettimo , che qualche tempo prima aveva al publico premerli
Scrive egli, che i libri di Geometria, e Profpettiva furono da lui a fine ridotti nella folitudine di Fontanabl, nel tempo che '1 Re
fuo Signore era nelle guerre occupato ; quali
guerre altro che quelle efTere non pofTono ,
che rompendo la tregua mode quel Re a
Carlo V. , o forf quelle ultime fatte avanti la
pace di Crefpino Neffun Autore , per quanto io mi ricordi ragiona degli Edificj fatti dal
nollro Serlio in quel Regno, nulladimeno io
Sicuramente affermer , eh' egli ivi con molti
fiafi fegna!ato,impercioch leggendofi del Re
Francefco, che molte Fabriche facefTe, e magnificamente di rari e preziofi mobili , e di
Pitture e di Statue le adornafl , ragionevolmente quelle poflno al Serlio, eh* era fuo Architetto, attribuirli. Ma ne fa pi certa prova
proporzioni e
4i
un luogo
Re
fuo
dine delle
ej
'
tres le
Antichit di Francia,
Nimes,d*Arles, ed
ragiona brevemente
come
quelle di
infigne fua Opera degli Antichi Edificj di Roma , quali per tant' anni diligentemente offr-
quali
pu
di
leggieri
efTere dalle
ilampe
vole
il
Palladio,
s*
egli
chiaramente manifeftata la cofa qual' , proiettando, che alcune fiate alle antiche mine a
vea fupplito di proprio ingegno , da ci che
vedea, quali efTere doveano altre perdute parti congetturando ; la qual fatica per egli con
afTai maggior laude potea rifparmiare, e maggiore obligo gli
avremmo ,
s' egli
tralafciando
A-
NOTIZIE
45
MM
CAPO
XI.
Como
vere in
da nefluno aveva apprefe, di bejliflmi ritrovati. Studi in Bologna di Pittura, qual* Arte
non folamente a lui fervi per F ajuto, che ne
riceve P Architettura , ma perch con efTa il
vitto a f medefimo e alla famiglia procacciando, agio aveva per attendere ad altri fludj.
In tutto quel tempo, che mai potea , occu-
paci
Fece
in
Audio
fua giovi-
premife
la
la vita di lui.
Frale
Giacomo
altre ftimatifli-
IL
VIGNOLA
mi furono
ciardini
i difegni fatti per Francefco Guic(fu i* infigne Storico) allora GoverBologna , che furono poi mandati a
nator di
Firenze, e col da* Maeftri eccellenti di tarfia
lavorati; tra' quali nominato un Fra Damiano da Bergamo dal Vafari, che f bene la
vita di Giacomo non fcrifle, due volte ne f
menzione, una brevemente nella vita di Marc*
Antonio Bolognefe, l1 altra pi a lungo in
quella di Taddeo Zucchero. Tratto poicia il
noftro Giacomo , come gli altri Valent* Uo-
animo
ti
glie
come affermano
dailo
.
il
Vafari
Audio et oflrvazione
Si trattenne qualche
et
il
Dan-
delie Antica-
tempo
in Belvedere
Bernardino
fu poi Cardinale,
DEGLI ARCHITETTI.
Francefco I. arrivate a Roma Francefco Primaticcio Bolognefe, Pittore eccellenti (Timo,
il quale a formare in gran parte Je Antichit
di Roma, per portarne pofcia le forme in Francia, e gettarne Statue di Bronzo, cheall'antiche s' affomigli affer, volle effere dal Vignola ajutato. In Francia egli poi ritornando, Ceco al fervigio di quel Re condutte il Vignola
1
il quale ivi con grandiflma lode s
adoper e
nel gettare di bronzo le dette Statue, e incofe d' Architettura Ma volle fciagura , che in
fuperabili impedimenti s* attraverfafTero alla
pi bella occa/ione , che ivi gli s' offeritte di
farfi onore , e per la quale avria potuto in
quel Regno dimoftrare a pieno 1* eccellenza
dell'ingegno e faper fuo; poich avendo quel
gran Re una generofa idea di fare un Palazzo , et un luogo di delizie, col quale fuperar
potette e per V eccellenza dell* arte e per la
magnificenza i pi fontuofi e deliziofi luoghi
da qual fi fia Principe avuti mai per 1* a dietro ; gliene furono dal Vignola , cui li aveva
commetti , fatti i difegni , e i modelli , I* efecuzione de* quali dalle note guerre, che di nuovo
inforfero, fu interrotta. Per lo che dopo due
anni f ne ritorn il Vignola a Bologna, dove T emulazione, e l'invidia d' altri Valent'
Uomini non leggiere inquietudini gli cagion,
ma pofcia altro non ottenne, che renderlo mal
grado loro pi gloriofo Ci fu , che dati egli
al Co. Filippo Pepoli i difegni per lo rinovamento di S. Petronio, di cui non fi fece altro, furono quefti biafimati per invidia da altri Architetti, che molti altri difegni a quel
Signore offerirono. Ma perch tra que* difegni,
che tutti erano belliflimi , era malagevole il
dar fentenza, chiamati furono Giulio Roma.
, che nella fua maniera detta Goquale ora la veggiamo, fi rimafe. Altra
imprefad' incredibil fatica fece allora il Vignola , qual fu il condurre il Canale del Navilio,
prima lontano per tre miglia ,fin dentro a Bologna, della qual* Opera dice il Vafari, non fu
tal
Fabrica
tica,
mai fatta ne la pi
4*
utile
ne la migliore
Del fuo
ritorno a Roma , d' effere fiato in fua vecchiezza chiamato al fervigio del Re di Spagna
Filippo li. per mezzo di Berardino Martirano, che fu buon Poeta Italiano, e gran Matematico di que' tempi, di molti fuoi lodatiffimi Edifici in varie parti d' Italia
legganfi
Gi
tutti
della di Piacenza
ma
fra
la
Citta-
Opere
di lui pattar non fi dee fotto filenPalazzo di Capra rola, lontano da Roma
40. miglia,fatto per lo Cardinale Aleflndro Farnefe. Meritevoli fono d' effer lette le belle defcrizioni , che ne fecero il Vafari , e 'I Danti
di cui quefte parole addurr. Il che ha fatto
ammirarlo da chiunque V ha veduto , per il pi
artificiofoy e pi compitamente ornato , e comodo
voli
zio
il
et
ha
da
meraviglie fue
le
lontane parti
XJomini
e alluden-
Mos Rabino E-
ORD-
,,
44
ORDINE TOSCANO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XII.
POfciach con
quelle notizie
che abbiam
in
fecondo
dovendo
lui
altri quattr*
Ordini folamente
do
Piedeltalji,
delle
qua-
il Modulo ,
da me
come ho fatto fucceflvamente
in tutti gli altri Ordinj ed Autori , per non
recare o con la divifione troppo minuta ,ocon
la divertita, dell' uno dall' altro confufione Di
due di quelli Moduli ho fatto il Diametro
delle Colonne in fondo, del q'ual Diametrq fi
li
ho
divifo in
formato
io
parti dieciotto,
un duodecimo,
1'
altezza
la
ottoed un
larghezza. I
volti,
membro
a leu-
T1V
..
..
ORDINE TOSCANO.
4*
gno
,,
foller gli
fervendo
elfi
D
E
F
Fregio
Architrave.
Capitello.
Bafe.
Padellano;.
che farli devono fchietti e nudi , tanto alti faranno, quanto larghi, onde 1' altezza loro far un diametro e quattro noni. Dentro quello
Dado la modinatura dell' Ornamento della
Porta, Architrave, Fregio, e Cornice. L'Architrave alto poco pi di tre ottavi di diametro , avendo cinque membra una Gola roverfeia
una Fafcia , un Lillello , un' Ovolo , e
T Orlo. Il Fregio ha d' altezza quanto 1' Architrave, e tanto pure avr la Cornice, le
membra della quale faranno fei una Gufcia
un Lillello , la Corona , un' altro Liilello ,
la Gola diritta, e POrlo. L' Agetto quafi
un terzo di diametro. La Bafe far mezzo diametro, con due membra; il Plinto, e '1 Toro \ avendo di fporto poco pi d' un fello di
diametro per parte. Alta Ha la Colonna fei
diametri con la Cimbia e gli Aftragali, e fi
fon ninfea quali la quarta parte della grofTezza. La forma del Capitello, che far mezzo
diametro molto beila, e molto alla modinatura di quello dell' Anfiteatro di Nimes fi
raflomiglia. Ha otto membra: il Collarino ,
:
Architrave
altezza
Orlo o Cimacio dell'
della Cornice , che ha cine
membra:
que
una Gufcia, un Liftello, la Co/ g Fafcie
rona,
o
Cimacio
dell*
Abaco.
Gocciolatojo,
o
una Gufcia, e 1' Orlo.
b Orlo
di
fporto
Ha
roverfcia.
poco
Gola
j
pi d' otto noni di diametro. L* Architrave, Fregio, e Cornice eccek
Abaco
dono d' un mezzo diametro la terza parte del
l
Gola in luogo del Bottaccio
Fufto della Colonna ; e quando dir Fulto,
m Aftragali
cfcluder Bafe e Capitello , quali non volenn Collarino.
do efcludere dir Colonna. Il Piedeftallo poi,
Aftragali
o
ovogliam dir Zocco, poco minore della quarP Cimbia
Quelle fono le
Toro.
ta parte del fudetto Fufb
?
proporzioni , che dell' Opere Tofcane del SanPlinto.
r
micheli ho io con la maggiore accuratezza ,
In vece di Piedeftallo fi dal Sanmicheli un
Ora con
che m' Hata potbile , rilevate
muricciolo, che gira fotto le Colonne conti'
promeiTo
maggior brevit , come abbiamo
nuato, dov' egli adopera Intercolonnj; il che
,
queft' Ordine mede/imo fecondo la mente prifi vede in Vitruvio anco gli Antichi aver fatma di Vitruvio, poi degli altri cinque Autori
to, avanti che foller Piedeftalli, quali muripalleremo a confiderai.
cioii per j facendoci Archi > fi devono dividea
Orlo.
Scima
Ordine
,,
.,
ORDINE TOSCANO.
non furono Tofcane
ila
CAPO
e quanto egli n' ha fciitto, nel miglior modo, che a noi poffibile fia,
ci ftudieremo d'interpretare. Die' egli adun-
riporteremo
degli altri tre Ordini da' Greinventati ragionato, che la Bafe , alta mez-
all'
adattata , come qui appreffo fi inoPotrebbe alcuno in altra guifa quefto luogo interpretare , e dire , come vuol Filan
dro, che Vitruvio dell' Aflragalo intende, che
va fotto il Collarino , il quale , abench negli
altri Ordini fempre Ila parte del Furto, e non
del Capitello, come Umilmente veduto abbiamo effer la Cimbia parte fempre della Colonna , per in queft' Ordine fecondo lui parte
della Bafe; la qual' interpretazione non farebbe da fprezzarfi , quando non s' offervaffe , che
i Capitelli delle Colonne Trajana , e Antonina
le quali da tutti per Tofcane fono ricevute , cos
appunto fon disegnati, come qui da me difegnato quello di Vitruvio. Ma agi' infegnamenti di Vitruvio ritornando , vuole egli , che
fopra le Colonne ponganfi gli Architravi di
legno, fatti di travi incatenate affieme . dimoftrando ancora la maniera d'incatenar quelle
travi , che a motivo di brevit tralafcio di ris
effe travi infegna poi qual debba
ferire.
ltrer
giudicate
Capitelli
di
rico fu
XIII.
BEnch
go
maniera
effere la groffezza
della
Colonna
Cima, ma nulla
in
ftabilifce dell'
b) tanti
moduli alte
Opera
Colonna
fono
delia
cosi aderto
chiamando
fia
Bottaccio;
{*)
fa
Plinto,
il
egli
la
feconda all'Ovolo,
il
fi
mente.
con
/'
detto
non avrebbe
al Collarino con
dia la terza
Amilo; ma pi
fi
/'
Aflr agolo , e l
tofto : la terza al Collarino con /' Anello Dal non
interpretarli in tal guifa quefto luogo nato
.
ove fono
tali
infidi gli
Capitelli
Ma
fi
fofsero altres la
f fopra vuol Vifenza altro interporvi , fia il Timpacollocato . Tralafcia egli parimente di pref-
no
ond' io
&
Tenia
Apephygi
Hypotraeielio , tum Aflragalo y
L. 4. C 7. Sint altitudini f moduli f Ut , qui a magnitudine operis poftulabantur .
(e) Supra traber ,
Il/idem.
fupra farittes
(d) L. 3. C. 7. Qrnantque fgnis fiftiiib'ui inaurati! earum Fafligia Tufeanico more.
(a)
(b)
&
Ordine
,,,
ORDINE TOSCANO.
Ordine Tofcano del Palladio
la
C A P O
XIV.
noveje mezza
d'una
ORano
ne
Jibero
a'
Profeflbri di
due membra
abbiamo
il
ed ha fette membra ; il
Collarino , un Liftello, una Gola , un' altro Liftello, 1* Abaco , una Gufcia , e 1 Orio Lo fporto
unfefto di diametro, L* Architrave, che avr
d'altezza un duodecimo pi d; mezzo diametro
la
met
del diametro
Orlo Il
Fregio riftretto , poich queft' Ordine cosi
raafficio non richiede intagli , et ha d' altezza fette duodecimi ,
La Cornice , eh'
di molto belle parti , e afTai maeftofa e foda
alta due terzi et un diciotwfimo, con fette
membra :una Gufcia, un Liftello , un* Ovolo , la
Corona, un'altro Liftello, Ja Gola diritta e
Il fuo Agetio il pareggia all'altezza L'
l' Orlo
far di
Architrave, Fregio
1*
fi
manco un
terzo di diciottefimo
quefte
parti dieciotto,
di
altri
di
CAPO
in
XV.
ECco
ti
do
pofeiach effen-
Cimacia quella parte, che dalle acque difende il corpo de Piedeftalli, cos aver deve la
fua Corona e Gociolatojo , come hannp le Cornici, onde tutto 1* Edificio riman difefo. La Bafe
alta mezzo diametro non comprendendovi egli
la Cimbia ;etha di fporto un fedo di diametro
per parte. Due fono le fue membra: Plinto, e
Toro. Il Tronco della Colonna con le Cimbie, e
la
voglia
>
fefti,e
d'una
di queftefi
come
Ordina
ORDINE TOSCANO.
CAPO
XVI.
Ordine Tofcano del Vignola
di quelli , che
abbiamo inanzi veduti, queft' Ordine
Tofcano del Serlio , eflendo formato di poche
parti, ma grandi e maflccie. Egli nonpalefa
da quale antica Fabrica V abbia prefo , e non
dice pure d' averlo efso inventato. In molte
cofe accordai! con Vitruvio, in molte altre da
lui s'allontana. Fa il Piedeftallo di tre parti,
Bafamento , Dado, e Cimacela , ma tutto quadro e fchietto e fenza membri . Vuole il Dado tanto largo ed alto, quanto largo '1 Plinto
Piedeftallo egli
nomina quadrata.
to e la Cimacia faranno
Dado, cio cos l'uno,
Il
Basimen-
come
l'altra quafi
tre
ottavi di diametro
r la Bafe alta
la
fa-
la
Ja larghezza e lunghezza del Plinto. Neil' altezza dei Fufto '1 Serlio da tutti gli altri diverfo, perch detto Fufto fecondo lui non deve eifer maggiore di cinque diametri , venendo
ad eifere fei diametri con Bafe, e CapiQuella proporzione die' egli eifere uniforme alla proporzione, che ha il piede umano
col rimanente del corpo, eh' d'elfo la fella
parte. Una grande utilit da tale proporzione
deriva, cio fodezza e robuftezza maggiore, la
quale pi che in ogni alcr' Ordine in quefto fi
defidera, come quello, che fotto gli altri collocato. Il Capitello far alto mezzo diametro,
con quattro membra; il Collarino, un Liftello, I' Ovolo, e l'Abaco. L'Abaco ha di fporto
un'ottavo di diametro per parte, venendo cos
a riufeire quale fi vuole da Vitruvio, cio tanto largo, quanto grofsa la Colonna da piedi.
Dell' Architrave , che molto fodo , 1*
altezza mezzo diametro, e due fono le membra : una Fafcia , e 1' Orlo . Eguale 1' altezza del Fregio, un quarto di cui far la Fafcia,
che ferve di Cimacio. La Cornice , alta parimente mezzo diametro, ha tre membra: una
Fafcia, la Corona, et un Bottaccio, che ferve
per Scima L' Architrave , Fregio , e Cornice
cos
tello.
fono
la
met
della
Colonna
e mezzo, e
d'
una
di
quelle
Divide!! turta
due
fi
1'
diciottefimi
former
il
Mo-
CAPO
XVII.
SI
pretella
tichit di
il
Roma
idea lavorato
In fatti riefee molto bello, la grazia con la fodezza accoppiando , e ci che fa pi al propofito
noftro, da tutti gli altri differente; imperci
che non credo poterli ricavare dagli Studiofi
maggior giovamento, che dall' ofservare la divertita , che pafsa tra buoni Autori, e le diverfe loro buone maniere, imbevendo con ci la
mente di belle e variate idee, e prendendo facilit di mutar partiti , per adattarli fecondo
occorre a* fiti, e atant'altre neceflit, che poffono a chi opera apprefentarfi. Ma per venire alle particolari parti di queft' Autore, il Piedeftallo alto due diametri e un terzo , ed
largo un diametro e tre ottavi, Ha tre parti:
Bafamento , Dado, e Cimacia, Il Bafamento ha due membra; un Zocco, e un Liftello;
et ha d' altezza un quarto di diametro. Il Dado alto un diametro e cinque felli, e la Cimacia un quarto , come il Bafamento , della
due fono le membra ; una
qiiale parimente
Gola roverfeia, e 1' Orlo. La Bafe in tutto
all' altre fomigliante, e avr d' altezza mezzo
diametro con la Cimbia. \\ Fufto della Colonna far fei diametri, e fi fminuir poco meno d' un quinto di diametro. Alto quanto la
Bafe far il Capitello, che avr cinque membra il Collarino, un Liftello, l'Ovolo, l'Abaco, e 1 Orlo. L' Abaco far largo un diametro ed un fello; e pi mezzo duodecimo di diametro far la larghezza dell' Orlo, Mezzo diametro far 1' Architrave, con due membra una
Fafcia, e l'Orlo, L'altezza del Fregio, che far fempre fchietto, e fenza intagli , fuperer
d* un duodecimo di diametro 1' altezza dell'
Architrave. La Cornice alta due terzi di diametro, et ha di projettura tre quarti, della quale fei fono le membra; una Gola roverfeia, un
:
Liftello, la
una
di quelle
fi
parti dieciotto,
forma
come
il
nella
Modulo
divifo in
Tavola Vili.
De??
ryn
S^
Vo
^S^i
5\
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Serto
ViijnoCa
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Vo
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fc
Af
.tf.
IN
^S
ORDINE TOSCANO.
54
Degr
Archi, et Jmpofle
Ordine Tofcano .
Jatercolonn)
de
CAPO
XVIU.
fono da
Vitruvio infegnate, che d' efse favellando adopera i nomi Greci, de* quali per efsere ormai ci comunemente in ufo apprefsotutti gli Scrittori , io parimente fon coflretto fervirmi. La prima chiamali Pycnojlylos y et ha di
larghezza un diametro e mezzo; la feconda
G' Interfi dice Syflylos y et di due diametri
colonnj di quefte due prime maniere Vitruvio
per efsere troppo angufti Euflylos chiamata la terza maniera , bench egli in
ultimo luogo la ponga, quale di duediametri et un quarto; et da lui la pi bella ed elegante fra tutte 1' altre reputata. Diaflylos
s'
la quarta, eh' di tre diametri; e l' ultima
chiama
vizio/i
una
gere
te diametri, e due terzi , ma circa la larghezza, io tengo per cerco, che nella prima edizione del Francefchi cadeffe errore, dalla quale fi trasfufe ancora nella feconda del Caram*
medefime
fei
tavole fervirono.
diametri, e cin*
Autore
1*
intenzione
Notato
ci, che pur era neceffario avvertire, le miLa iarghezfure del Palladio profeguiremo
za del Pilaflro un diametro, ed un trente.
fimo pi
di
cinque
fefti
il
parte della luce d' elfi Archi I Membretti fono larghi un terzo, e un decimo di
diametro, e gli Archivolti un poco meno .
la terza
fi prendefporgeranno
poco pi d'
r delle Imporle, che
Ne
diametro.
egli due
propone
un quarto di
ciafhanno
fette
membta
per
quali
fagome,le
fono
una
Fafcia
una
Goprima
,
la
cheduna. Nel
a roverfeia, un Lirtello, la Corona, una Gufeia , un Liflello , e l'Orlo; e nella feconda una
Fafcia , una Gufcia, un Lirtello , una Gola
j
diritta, un Liflello,
Veniamo
una Gola
roverfeia
l'
Or-
allo
Due
g a un terzo et un duodecimo nel pi baffo.
Maniere d' Imporle fempre ci propone ; una
Di
la chiama maggiore, e l'altra minore.
quella
fi
fervi negli
Archi fenza
Piedeflallo,
Piedeflallo. Ci fu
perci
penfamento,
a mio credere un' ottimo
certamenil
Membretto
c he fenza Piedeflallo
te far di minore altezza, onde un' Importa
dell' altra,
quando pone
il
fono
no,
ORDINE TOSCANO.
no, un Lineilo, una Gola diricca, un LibelCorona, un' afero Lincilo, e V Orlo
Ha di fporeo un fedo di diametro, ec alca
nove vemefimi.GIi Archivolti fono larghi ambidue, il maggiore quafi mezzo dia metro , e il
minore un trzo, ec un decimo, avendo ambidue le /lene membra, che fono quattro: due
Fafcie, un Li dello, e l' Orlo. Altri due Autori ci reit no a vedere: il Serlio, e *1 VignoIl primo fa li vani degli Archi di due larla
ghezze, i Piiaftri la met della larghezza d'
elfi Archi, e 1 Membrecca 1* occava parrei
cio meno diametro ; poich vuole, che di
lo, la
Sca-moZ/jr
SS
tte
non
fa
Pai ui di e
Rf
\*
#v
IN
TV
ffl.<f.
pupi-
,,
ORDINE DORICO
DEL
A N M
C H E L
CAPO
mafliccioe
il
'1
infieme e meraviglia de* riguardanti Dell' origine di quel? Ordine , come di tutti il pi antico
afii malagevole , cofa alcuna ftabihre . VitruVio (*) lo artribuifce a Doro figliolo d'Elleno ed
Optica Ninfa , Re fecondo lui dell' Achaja e del
Peloponnefo , oggi dette Livadia, e Morea , che
primo di tutti alzandoin Argo un Tempio a
Giunone di quefta maniera , in ella il nome trafA M'incontro i noftri Italiani Scrittori , fu
fufe
molte autorit de* Greci fondandoli, vogliono
che fufTetal' invenzione polla inufo da' popoli
Donciin tempi afTai lontani da quelli del Re
Doro. Quanto a me per quello , eh' ho potuto
da Scrittori antichi raccogliere , pare eh' errafle
Vitruvio (fia detto con buona pace d' Autor fi
grande ) e in creder quel Doro Re del Peloponnefo,ech ivi alzato egli aveffe quel Tempio,
onde fecondo lui ebbe il nome l'Ondine Dorico
qual giudico folle di quel Tempio pili antico affai In fatti antichiltimi elTcre fiati i Popoli
che Dorici o Doriefi nomati furono da Doro figliolo d' Elleno, ricavo da Tucidide, il quale dice
nel i., chele genti condotte da Elleno e da' fuoi
Figlioli fi chiamarono foli Elleni, cio Greci, e
che non tutti i Greci con un cognome folo chiamati furono da Omero , ma i foli difeendenti di
coftoro,che vennero di Ptiotide con Achille;
ed Erodono nella Clio nomina come delle pi
antiche di Grecia la gente Dorica e l'Jonica. Che
pofeia i Doriefi ftudiofiflimi fulTero d' Archirettura, fi legge in Stabone nel 14. (*) Quel Do
.
XIX.
m*n Ie
M *e
ni della TeiTaglia,
Teflon* come
i
fi
F.r^^n,
e in Strabone nel
peregrinarono, ora altri cacciando, et ora da altri vinti e cacciati, come oltre il citato libro d
Erodoto Ci trae da Platone nel Q. delle Leggi , e da
Tucidide in un* altro luo<*o del i. libro, ove
fcrive folo 6o anni dopo la rovina di Troja avere i Dori la Morea pofleduta
Ma f quelle
ent
i dal fudetto Doro spellate fuflio Doriche
g
o Doriefi, trovo in ci difcordi Erodoto, e Strabone. Dice quelli parlando d' efio Doro e de'
.
, cos da [e
incontro afferma Erodoto , che que' popoli folo dopo efler venuti
nelPeloponnefo nominati fiuTero Dorici, avendo poche parole avanti fatta gi menzione di
Doro figliol d' Elleno ,che ancora fecondo lui
veniva ad eiTere flato Re loro molto tempo avanti, ciomentr' eranoancorain Teflaglia,ponendofi da Erodoto quel Regno di Doro in
Iftbtide fotto monti Ofla , et Olimpo Ma dicendofi altres da Vitruvio , che quel Doro era
figliolo d'Elleno ,e veggendofi ne' Greci Au-
Doriefi: e quelli
chiamati
che
lafciolli
[e fopravijfero
Et
all'
feri vendoio
lia i e
re a me quafi certo, che s'inventafse il Dorico ( qualunque fiifse il tempo, o l'Autore di tal*
invenzione ) per lo divin culto, e che il primo
Dorico Edificio fofse un Tempio deliramente;
$\ perch molti famofiflmi Tempi de' Greci
leggo in Strabone, in Paufania ,ein Vitruvio effere fiati d' Ordine Dorico , s perch ne" Fregi
di quei? Ordine , come fi vede negli antichi momunenti, fi fcolpi vano cofe, le quali folo a' Sacrifici
V'ima <3
(a)
() Otucalionit filium
HelUnum
fuijfe Ut,
g.
n^t^ 1l
""""""
Wirron
"
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Vwtt^
'Brti*w%**iww'
Sj
,,
ORDINE DORICO
appartenevano, come Patere, teftefpolTori con f iti e ghirlande,! le quali
cofe ftate cos farebbono in que' tempi ad un
profano Edificio, come ne' noftri ad un facro
fconvenevoli. E veramente chi adefsouna Chiefa
di quell'Ordine a fabrcare intraprendefse, in
afsai biasimevole impropriet incorrerebbe, f
crificj
pat
di
inferiore adornata
te-
impropriet, e apparifcencir Opera tale ornamento e leggiadria, ch'erta pu con la bellezza delle antiche fiare in paragone. Da' Tempj
pafs queft' Ordine ad eiTere per Teatri, ed Anfiteatri adoperato; pofcia indifferentemente per
ogni forte di Fabriche fu porto in ufo , ma particolarmente per Arfenali, Zecche, PortediCitt , Moli ed altri fimili Edifcj , a nefluno de*
quali erto maidifconviene per lefue belle proporzioni e giufla fimetria, e per la robuftezza,
che ha di foftenere fopra f altri Ordini pi dilicati , quali affai benefempre col Dorico fi coni
ti
fi
former
Le
Alet-
fuo Cimacio ha d'altezza tre duodecimi e mezzo di diametro ; ed ha fette membra : due Fafcie, un Liflcllo, e 1' Orlo, una Gufcia , un
Liftello, ed un Tondino. Il Fregio alto tre
ottavi di diametro, e alta poco meno far la
Cornice. Il fuo fporto due noni e mezzo di
diarretro; et undici fon le membra: cinque Liflelli , unaFafcia, un'Ovolo, due Fafcie da un
Gola
, che fervono per Corona , la
faPiedeftallo
.LaCimaciadel
l'Orlo
diritta , e
cinavr
ed
Bafamento
,
del
alquanto
minore
r
que membra: una Gufcia , un Liflello, la Corona, una Gola roverfeia , e l'Orlo. Lo fporto
Liftello di vife
due noni e mezzo di diametro. Ancora nelintagliare fi potranno, come nel BaCimacia
la
famento, la Gufcia, e la Gola. Gli Antichi a
queft' Ordine non dieder Bafe, comeda* Mofar
Bafe detta da Vitruvio Attica , o Atticurga Alta quella mezzo diametro , con fei membra il
Plinto, il Toro, un Liilello, un Cavetto, un*
altro Liftello,e'l Baftone o Toro fuperiore.
Avr di fporto poco pi di due duodecimi e
mezzo; e fi potranno intagliare il Toro, il Cavetto , e '1 Baftone. Il Tronco della Colonna
avr d'altezza, comprefi gli Aftragalie laCimbia , Cene diametri ; ma perch deve adornarli
e non cos nudoelifeio rimanere ,come nelTof.
cano,s'adoprinoper adornarlo
le
fcanalature,
ORDINE DORICO.
co
le quali
fono
d'adornamento,
ponendo; e in quella guifa f non tutti, almeno quafi tutti qui raccolti cotali modi verremo
a dimoftrare.Sar il primo , come appunto a
quefl' Ordine
'1 pi
fodo , fi
, che fra tutti
conviene, poco cavato; e la forma del l'incavo fi
vedr nella Figura a delira del Piedefiallo, nella quale una punta del Triangolo fervi r per
centro al circo lo dell' incavo, che dovr toccare
ambedue 1* altre punte del Triangolo con le
fue eiremit. Quelli canali fono ventiquattro,
come fi ha nella pianta della Colonna , e fono
larghi poco pi d'un duodecimo di diametro
Ma per defcrivere le proporzioni generali di queile fcanalature (gi che in altro luogo non ne
abbiamo ragionato) diremo primieramente,
che non dovranno in una Colonna elfer mai
meno di venti canali, n pi di vent'otto.Opporremifi potrebbe, che ne permetta Vitruvio
fin trenradue ; il che pu farli , lafciandofi i pianuzzi: ma co' pianuzzi e tanta quantit di canali fi vede chiaro , f le Colonne troppo per
cos dire fminuzzate verrebono a rimanere. Avvertir fi deve, che da' canali, f in minor mimero fono , e meno incavati , rifulta maggior
fermezza, e f in maggior numero e pi inca
vati, maggior vaghezza e leggiadria; onde pi
numerofi, e pi incavati elfi fieno nelle Fabriche pi nobili e pi adornate, ed all' incontro
.
nelle
men
nobili
meno
incavati e di
numero
minore. Li Pianuzzi, che fono tra canali, farannoo poco pi del terzo d' elfi canali, o non
mai minori della quarta parte. Di verfe maniere
di quelli canali fi veggono negli Ediflcj antichi , e ne* moderni ancora; /mpercioch parte
per tutta la lunghezza della Colonna, e parte
fon cavati per due terzi folamente , iettando
la terza
come
dentro fulTe un battone; il che oltre il difendere li pianuzzi, che fcantonati non fieno e
gualli, apporta alle Colonne un grandiffmo
adornamento. Quanto ora abbiam detto, fervira per general regola di tutti gli altri Ordini
ancora, e palleremo intanto ad oflervare il Capitello, Architrave, Fregio, e Cornice. Otto
fono le membra del Capitello, alto mezzo diametro: il Collarino ( dove fogliono intagliarli
quattrorofe, le quali fervono ordinariamente
per dillinguere queft' Ordine dal Tofcano , ptendo di leggieri avvenire, che per la troppa
uno con l'altro confondali) tre AOvolo, J' Abaco, una Gola rovcr-
fomiglianza
neJIi, un'
fcia, e l'Orlo
Di
quelle
membra
fi
poller
Gola roverfcia La
maggior larghezza dell' Abaco, con Jo fporto
del fuo Cimacio , o dir vogliamo dell' Orlo,
un diametro ed un quarto. Mezzo diametro
forma l'altezza dell'Architrave, e tre fono le
intagliare
l'Ovolo, e
membra: due
la
Quelle goccie
nominate,
fono
chiodi
e particolarda molti
gli
Architravi,
i quali per
menteutili fono per
per
altro
apparirebbono
dove
goccie
quelle
( la
un poco nudi ) rimangono convenevolmente
adornati Tre quarti di diametro formeranno
l'altezza del Fregio, nei quale fi devono Triglifi e le Metope ripartire. Quelli Triglifi altro non lignificano e fingono che le telle de'
Travi, che fporgano fuori del vivo.S'intagliano inetti due canali interi, e due mezzi ne*
cantoni per far moflra, che io elfi V acque
fcorrendo, dall'ingiuria delle pioggie reflino i
Triglifi ben difefi. Sono efii alti quanto il Fregio, e larghi mezzo diametro. Di quella arghezza faccianfi fei parti, tre delle quali a' piani
rinchiufi fra canali s' attigneranno , alli due
canali di mezzo l'altre due, e quella pofcia ,
che rimane, in due parti rompendoli, fra li
due mezzi canali de' Iati fi divider. In mezzo
a* Triglifi faranno le Metope, cio que* fpade* canali ne' Triglifi incavati.
intagliano
s'
fi
dilfe nel
no fempre
come
gi
errar
non
vuole farfi quadrate. Una difficolt ne rimane, quale , che nelle cantonate, dovendoli
far Loggie con Colonnati femplici, nelle qualifempreunaMetopa,enon un Triglifo, por
fi dee, qualora della folitafua grandezza facciali
quella Metopa ,o mezza di qua e mezza di l,
non fi potrebbono pi allora Colonne fottoporre,o pi fovra la mezzana dell' ultima Colonna
l'ultimo Triglifo perpendicolare non rettereb-
be.Tal difordine
fi
fchiver,
quando l'ultima
faccia,
na.
(a)
Metopa non pu arSemimetope, f fieno, come infegna Vitru vio, un fol quarto di diametro, folamente a' Pilaftri quadrati , che non fminuifcano, fi deono fovraporre ; ma quando por fi
Cap.
3.
r.xn
Sedici.
(
jy
Gol
ORDINE DORICO
62,
debbano fovra Colonne, che fminuifcano, allora Tempre Ja lor grandezza al fovradetto fpazio, eh' dal Triglifo al vivo della
Colonna,
Menfoloni , che proprj fon di queir.' Ordine, e fotlengono il Gocciolatolo^ una Gola roverfeia, un Liflello, la
i
Triglifi fportano
Corona
LiUello,
la
quali fiano
camente
Gola
Scima , al dir
di Vitruvio lib. 5. cap. 3., pelle di Leoni intagliare fi foleano a diritto de' Modiglioni, dalle quali le raccolte acque; fuori fi mandavano; nulladimenocirare volte, ancorch riefea
ottimamente, e dai Sanmicheli, e dagli altri
buoni Moderni fu praticato. Ma efendoci noi
proporlo di neiTuna tralafciare di quelle co-
le, che da faperfi fono pi neceflrie a chiunque vorr con lode quella belliffima Profeflione efercitare , ora un penfieroin mente mi cadde, che non avendo ne' Capitoli generali della
diminuzione delle Colonne favellato , fi potrebbe da taluno ragionevolmente giudicar man*
chevole quell'Operetta, come priva 4' una parte, fenza la quale Ilare non pu la buona Ai>
chitertura ; impercioch qual bellezza , e qual
grazia aver potrebbono le Colonne , che con
bella regolata diminuzione dall' Architetto non
nella
diritta detta
ta.
far fegnato
il
fuo raftremamento. In cotal
guifa quella gonfiezza , come dal fovraflante
pefo, onde premute fono le Colonne, cagionata, cofa naturale e propria (a che tutte V
Arti tender f m pre devono) ralTmbrer. L*
altra maniera, che pi comunemente s' adopera, fpiegheremo brevemente, dicendo che
fatte , come detto abbiamo , le tre parti , la in*
piombo
due fminuifdee una diligentiflima offervazione e diverfit, che lo Scamozzi intorno al dividere il Furto in parti vuole fia in ciafehedun* Ordine avvertita. I Fufli
tutti fecondo lui in dodici parti dividendoli ,
tre di quelle parti nelle Colonne Tofcane,
tre e mezza nelle Joniche , e quattro nelle
Corintie a piombo rimaranno, Non da cos
rillretti termini circoferitto nelle Doriche e
nelle Compofite far V operare dell' Architetto , che quel numero di parti , per lafciarle a piombo, elegger , quali fecondo
a quelle proporzioni giudicher pi convenevoli. Quanto pofeia v fi deggia , perch
feriore refli a
1'
altre
fi
Lettori nella vicina Tavoja fi vedranno efeguite con efatezza Ma non bada porre tanta
cura e diligenza perch bene diminuifeano. 1*
inferiori e fuperiori parti, che fi deve ancora
trovar modo, come la parte, che fminuifee
.
refla
piombo } o raflremaG
che
la
racchiudonp,
fi
formi un femicircolo,
in cui terminando la parte inferiore, e la fuperiore cominciando , con leggiadra graziola unione ambedue congiunte reflino et anno-
illimo
date. Efpolla quella dottrina, che pretermetterli non dovea, per la quale pi opportuno
Non
formaffero?
altri noltri
Autori, anOrdina
ORDINE DORIGO.
64
CAPO
XX,
MOlto
chiaramente e pi diffufamentedel
fuo coftume da Vitruvio deferitto il
Dorico, cui perefporre fecondo la mentefua,
quanta per me fi pu diligenza ed efatezza
maggiore , non ho
Piedeftalli
non parler,
gi che Vitruvio
De*
non
preferive determinata
le
Podio alto
fia la
duode-
Orcheftra Per certa regola trovar non fi pu per farne giudi difegni
ond' io, che prefitto mi fono di non lavorare
di fntafia ingannando chi legge, ma d'efporre con ogni fchiettezzae fincent la mente degli Autori, quale appunto la trovo neh" ope
re, o ne' libri loro , ho tralafciati elfi Piedeftalli , come pure n' ha tralafciata la dichiara
zione T Alberti, che qui unito con Vitruvio
vedr il Lettore. Come abbiam detto, Bafe
alcuna egli al Dorico non affegna , deferiven
do in vece 1' Atticurga, della quale io pure
mi fervir , veggendola da quali tutti i buoni
Autori adoperata- Ma qui non accade pi favellarne, avendola io gi tfefcritta nel Sanmicheli, L' altezza del Tronco della Colonna
far fei diametri, e nella fommitla fella parte della grolTezza da pie dovr fminuire. fri
torno a quelle diminuzioni ci Jafcia Vitruvio
un belliflimo ricordo, il quale Tempre dovrebbefi porre in ufo. Dice che fecondo 1* altezza
delle Colonne fi devela lor diminuzione regolare ; peroch nelle Colonne di molta altezza 1' oggetto all' occhio fi fminuifee, onde
in que' caii neceffaria non tanta diminuzio*
ne, quanta nelle balle e corte abbifogna. Per
f la Colonna alta fia da quindici fino a venti
piedi , il fuo diametro fi divida in fei parti ,
e di cinque di quelle parti fi faccia la grolTezza di cima, fminuita cos rimanendo la fella
parte. In quelle poi, che fono da venti fino
a trenta, il diametro fi divider in parti fette,
di fei delle quali fi far la grolTezza di cima,
ond' effe fminuifeano un fettimo di diametro.
Cos in quelle da trenta fino a quaranta il diametro fi divider in fette e mezza ; in quelle
da quaranta fino a cinquanta in otto ; e cos
cima parte
dell'
zione s'adeguer. Il Capitello far, mezzo diametro, e avr le membra medefime, che abbiamo nel Sanmicheli vedute ; ma lo fporto
egli non vuole fia pi , eh' un ottavo di diametro; quale fporto dal Barbaro fcarfo e manchevole, e invero non fenza ragione, fu giudicato. Si potranno intagliare il Bottaccio e la
Gola roverfeia. L' Architrave, alto mezzo diametro, avr due membra
una Fafcia, e 1'
Orlo, e pofcia le fue Goccie e '1 Regoletto.
II Fregio far eguale al deferitto nel Sanmicheli; ma tre noni e mezzo di diametro alta
far la Cornice, con fette membra: una Gola roverfeia , un Liftello ,
la Corona , una
Gola roverfeia , un' altro Liftello, la Gola
diritta , e
1' Orlo
Tre ottavi di diametro
formino 10 fporto della Corona ; e fra quelle
membra fi poflno intagliare le Gole. L' Architrave, Fregio, e Cornice poco faran minori della quarta parte della Colonna
Tutta 1'
altezza fi divider in parti diecifette, e due noni
e d' una di quelle fi former il Modulo divifo
in parti dieciotto, come nella Tavola XIII.
:
Ordine Dprico
dell'
CAPO
QUeft'
Alberti
XXI.
fecondo, far
membra
fi
poflno intagliare
1'
Ovolo
d'una
di quelle
fi
Ordine
r?
xn
ORDINE DORICO.
66
di quelle
fi
dieciotto,
CAPO
former
come
il
nella
Modulo
divifo in parti
Tovola XIV.
XXII.
Ordine Dorico dello Scarno^
L'Ordine
Dorico
Autore in molquello di Vitruvio, e del Sanmicheli conforme, onde per non replicare le
gi dette cofe notvmolto ora s' emenderemo. Il
di queft'
CAPO
te parti a
PArimente
XXIII.
ri
la Gufcia
terzo
Orlo ;
tra le quali
1'
Ovolo
s'
intaglier
La
mente
Plinto all'Orlo della Cimaeia del Piedeftallo; cofa con grandiflmo giudizio penfata , e di molto ornamento infieme
ed utilit al Piedeftallo , il quale cos ehafomma grazia, e difefo refta dall' ingiurie dell' acque , che non vi fi poflno fermar fopra , n
aggiacciandofi offenderlo
Il Furto della Colonna, f appoggiato a'Pilaftri,fecondoqueft'
Autore, far otto diametri e cinque duodecimi, e
fol fette e mezzo o otto, f ifolato. Lo adorna egli
con ventiquattro canali, nella fommit la decima partedella grettezza da pie reftringendolo
Alto '1 Capitello mezzo diametro, e tutte le
}>arti avendo da Vitruvio infegnate, foloinci
i diftingue , che nel Coliarinooltre le Rofe riceve quattro altri fiori parimente di baffo rilievo. Il fuo fporto poco pi d' un quinto di
diametro. Dell'Architrave e del Fregio , che
a' gi defcritti faranno fomiglianti , altro non
parleremo. Il Capitello de* Triglifi far alto
la nona parte del Fregio , cio la duodecima
d'un diametro. Mezzo diametro ed un duoattaccafi
il
decimo fanno
l'altezza della
Cornice, che ha
otto membra runa Gufcia, unLiftello, un'Ovolo , la Corona , una Gola roverfeia , un' altro Li ftel lo, la Gola diritta, e l'Orlo. Il fuo
fporto fata dell'altezza maggiore, eflendo tre
quarti di diametro , comprendendovi!! per il
picciolo fporto del Capitello de' Triglifi.
Le
membra, che
fi
una
zi
molto
alli
Due dia-
famento , tre al Dado , e la fefta alla CimaBafamento far alto tre quarti di diametro con fei membra : un Zocco , un Battone, un Liftello, una Gola diritta, un' altro
Liftello, ed una Gufcia. Il fuo fporto poco minore d' un quarto di diametro e atti per
g' intagli fono il Baftone e la Gola L' altezza del Dado, che far lifeio, e fenza membro
alcuno, da un diametro fi former e da tre ottavi; come altres da tre ottavi, e non da pi,
come pone le Blond, quella della Cimacia,
che avr fei membra: una Gufcia, unLiftello, un'Ovolo, la Corona, un' altro Liftello,
e l'Orlo Il fuo {porto far poco pi d' un quarto di diametro; e non altro, che l'Ovolo , pu
eia, l
intagliarli.
La Bafe
Fufto della Colonna, che far fette diametri e mezzo , fminuendofi un quinto di diametro nella fommit ; e '1 Pianuzzo
li
adorneranno
tra
li
il
Tre ma-
niere di Capitelli
il
fi
il
Fregio altres, da quelli degli altri non fi diftingue. Sette decimi di diamft.ro fan l' altezza della
Cornice , di cui dodici fon le membra una Gola
roverfeia , un Liftello , il Dentello, del quale
:
parleremo
nell'
l'
cinque fefti di diametro; e intagliar fi potrebbero le Gole roverfeie, la Gufcia, el' Ovolo Il
di
Piedeftallo alto
una
Co-
Tavola XIV.
Ordine
TXV
^
*
rr
r\
su-
&_
?
-F
^J^
3
Co
ORDINE DORICO.
68
CAPO
Serlio.
XXIV.
ANcora quell'Ordine
, pi che da qualunqu' altro de* noflri Autori, fodo e fchietto formoffidal Serlio, il quale Tempre mai alla
gravit pi attefe e aJ decoro, che alla vaghez-
za e agli ornamenti. Il Piedeftallo far formato di tre parti : Bafa mento , Dado, eCimacia.
Del Bafamento
Tutta
nice.
ciotto,
fi
come
nella
Tavola
XV.
l'altezza
CAPO
del
di
XXV.
Ordine Dorico
del Vignola
modinatura dell'
e degniffima
mi un quadrato;
ti,
to
la
altezz?
fon le
membra
d'efl
tura arrivare al perpendicolo del Piintodella Bafe , nella qual cofa verameute Ha detto con buo(
il Serlio eccedelTe, n
faprei configliare alcuno ad imitarlo, f bene
afferma egli aver ci nelle anrich' Opere offervato . Di fTe aperta mente V Autore che corrotto fofpettava il tefto di Vitruvio , ove parlali d*
eira projettura , e per ueflo egli una maggiore
a
q
fuo modo ne difegn ; il che far doveafi dal Cambray volendo egli il Dorico del Serlio ra pprefen-
Serlio error
fi
il
pretefe.
Ma
torniamo invia.
fette
la
Lifiello, la
eflre,cos da quelli
che
d*
Piedeflallo fa-
Il
eli
tre par-
Bafamento
della
Colonna
Si divider tutta
l'
altezza in parti
venticinque, e d'una di quefle fi former il Modulo divifo in parti dieciotto , come nella Tavola
XV.
DegV
^O
zmt
(0
Ve
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4*
cs>
"^l
fi:/.
GB/
^5
ORDINE DORICO.
DegV
Archi , ed Impofte
Ordine Dorico.
Jntercoonnj
dell*
CAPO
la
XXVI.
COnfiderato
gi queft'Ordine in ogni parAutore , refta ora , che non cos didimamente /e opinioni de* medefimi Autori
ticolare
tutti
infieme circa
la
fembrarono fommamente.
L'altezza della prima crefce un poco di cinque
noni, e qualche poco ancora aggiungendovi,
avremo l'altezza della feconda. Tre quarti e
mezzo diciottefimo diede egli d' altezza alla terza, e all'ultima mezzo diametro. Le membra
della prima fon* otto: due Fafcie, due Ovoli , la Corona , un Liftello , una Gufcia , e 1*
Orlo L' agetto tre ottavi di diametro ; e fra
le dette membra gli Ovoli , e la Gufcia s' intaglieranno. Undici fono quelle della feconda: un
ziofe e gentili a noi
un Tondino,
La prima ha otto membra : due Liun'Ovolo, un'altro Liftello, una Godiritta, un'altro Liftello, una Gola rover-
ottavi.
ftelli,
il
Gole
Gola
roverfcia
un
Liftello,
un* altro Liftello, la Corona, una Gola roverfcia , e 1' Orlo; e tutte le tre Gole fi ptrebbono intagliare. Cinque duodecimi e mezzo di diametro fanno l'altezza della minore,
che fporgendo poco pi d'un fefto di diametro Ha fette membra tutte limili a quelle ,
che di fopra alla Gola roverfcia fono nella mag-
giore,
la.
Ha
zo diametro
Impofta fua , per fervirquella, crT nel primo Ordine del Tea-
di
Lo
minore
o maggiore
altezza
in cui tolto
il
Quella per
tutti gli Ordini , e per tutti gli Autori ancora far regola generale. Ed eccoci con 1' efatezza e brevit maggiore, che abbiam potuto,
Piedeftallo
1*
al fine deli*
Opere rimarranno
ORD-
7*
ORDINE IONICO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XXVII.
di
men
Ione
ivi
figliolo di
Xuto
limita, e nell'
bone
vedefi
Tempio
al
truviolib.
4.
cap. 1
fi
trasferiffero
primo, eh' im
T
non Ione,
ma
Androclo, che vilTe molto dopo, effendo Ila
to figlio di Codio , Re famofo degli Ateniefi;
e Plutarco in Omero citando Arifotele nella
Poetica vuole , chela Coionia Ionica pattata
nell' Afia un' altro figliolo del detto Codro per
,
nome
NeIeo,aveffe per conduttore. Parimente dall' Acaja di Paufania fi ricava eflere flato
il
dopo
Ione, cui etto Paufania chiaramente fcrive effere morto in Attica; e che gli difendenti d'
fece
da quelle genti
nell'
fotte
chiarimmo
Arcadia, ove
di
Urania.
pollo in ufo in
in quel
fi
parla
Minerva Alea,
luogo
dell'
di
Europa
Paufania
antichiflimo
Colonne, quelle
d'etto
no
le
Tempio erano
quali circa
Non fi pufen-
porremo
fubito a confiderare l'Ionico nel noflro Sanmicheli,di cui poche Opere Ioniche s' incontrano, almeno d*
la noflta via,
fi
poich fono
Opere , che fue fono con ficurezza , le mifure ho traete, che qui deferivo. Divide egli
tutta 1' altezza in parti ventinove e fette diciottefmi, d'una delle quali ho formato il
le
Modulo
to.
1'
Un
divifo
come
il
Colonna former
fenza
il
Zoccolo
il
(a)
Lelegat ejeciffent , eam terra regione* a Duce fuo Ione apellaverunt loitnmortalium conjhutmes caperunt fana edificare .
(b) Acbeorunty qui lonas ftdibuf fuit exegerunt &c. Herod- !ib. r
(e) Alea Minerva vetus Templum Aleus edificavt
facile Tempia carer, qua in Peloponneso , funt fperet
... . tertiut extra Temp'um , Ioni ee columne
funt Paufaniat in Arcadici f ,
:
7*
ORDINE IONICO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XXVII.
Dorico men
quell'Ordine, che
SEmaeflofoe
men fodo ma pi gentile e pi
di
del
delicato, e
1*
di quella gravit,
intelletto richiedefi
inven-
tori fiuTerogl' Ionici dell'Attica, o gli altri Ionici, che pannarono nell' Afia minore in quel
bone
al
truviolib.
4.
cap. 1
poich l'opinion
diftruggerfi affatto
dagli altri
Scrittori
bens
Per
quanto da loro
Io di
dre fu Deucalione;
chiama con
altro
bro
delle
tempo
Androclo, che
vifle
to figlio di Codio ,
e Plutarco in Omero citando Ariflotele nella
Poetica vuole , chela Colonia Ionica paffata
nell' Afia un' altro figliolo del detto Codro per
,
Ione
ivi
che
to
fi
Ach
d'
quale di quello
figliolo di Xuto fece anche menzione nel
l'innia^ e nell' Urania. Che poi queft' C
da quelle genti folle porto in ufo in I
vedefi chiarimmo , in quel luogo di P;
nell' Arcadia , ove fi parla dell' anticJ
nell'
(*)
il
Tempio
d'elfo
no
le
IO
di
na>no
Ma
:mo
de-
p1
ezza
te;
t
DeIL
r temer cer-
alme-
tutta
1'
ia
Modulo
Un
to.
d'una
divifo
il
fette
folito
le
ormato
ti
ivideei
delle quali
come
da qu
venni
altezza in parti
fo-
fr
non
diecic
forme
Zoccolo
il
Civiftet rum Comi) 13 Lelegar ejecijfent , eam terra regionem a Duce fuo
Htam ibiqut Tempia Deorum immortalium conflituentes caperum fana adificart .
(b) Acheorum> qui lonas fedibut fuh exegerunt &c. Herod. lib. i
(e) Ale* Minerva ve tur Templum Alai edificavi t .... facile Tempia cor era, qua in L
(a) H<e
pellavtrunt
Temp'um
Paufaniat in Arcadi eh
fo
funt
fiiper
z$
ORDINE IONICO.
74
quale veramente del Piedestallo non paril quinto del Tronco quella
dell'
Architrave, Fregio , e Cornice. La luce dell'
Arco far maggiore in altezza di due quadri; e
mezzo diametro faranno i Membretti , come
altres 1 Archivolto, e leImpofte.La[luce della Porta larga fia tre diametri , ed alta fette ;
e d'effe la quarta parte fia l'Ornamento, che
il
te; e quafi
la
XXV.
faran moftrate.
Gf
Intercolonnj
fa-
ranno
di quella
un
za
la
Cornice.
diciottefimo di pi
Le membra
glierannp l'Ovolo, e
le
la
projettura del-
(fra le quali
Gole
s'
inta*
roverfcie) fon
dodici;
un
membra
il
Collarino
una Gola diritta, un' altro Liftello, la Corona, una Gola roverfcia , e 1'
Orlo, fra le quali all' intaglio fi daranno le
due Gole. La Bafe la Steffa con que'mem*
Liftello
un
un
ne
Liftello,
altra
Gufcia
tra quali in
Opere
affai delicate
fi
potreb-
fe, rattorcendofi
do.
Come
mo
nel Cap.
effa
quefta Voluta
I. ,
come debba
effa al
ch ci con
facilit
oliatura,
que
la
ho pofta
la faccia,
1*
pianta, e
di tutto formili
eftremit dell'
da Vitruvio chiamata Cateto, dalla quale avremo il centro dell' occhio , che far dove quella linea taglier per mezzo il Tondino. Intorno a quefto centro un circolo, che del Tondino non fia pi grande, fi girer, dentrocui
la
ta
vii! la
medefimi, ch'infegna Vitruvio, nella quale, veramente con gran giudizio e dottrina da-
no
bri
gli
Situate, e trovata altres la mezzaria del fiC, ivi facciali come un nodo, che finga
anco
una,
ORDINE IONICO.
*7
una e
dall' altra
chiere. Indi
s'
delle
un quarto di
pire cofe
fi
convenevoli et adattate Non termina eflb nel fondo a fquadra , ma dolcemente in fuori piegandoli con l'eftremit dell' Orlo dell Architrave fi congiunge, in quella maniera, che le Colonne s'unifcono alle CimbieJ
il che per fchivarfi deve effendovi intagli, a'
quali molto di grazia da tale unione fi (cernerebbe. La Cornice, alta mezzo diametro e due
per
mano ,
noni, ha
del Fiegio;
metro ed
tagliarli
mo
le
fubito
chiarare iDentelli.Quefti fingonfi eflere le tette de' travetti , che ad altri pi grofli fovra-
il
far
non
qualunque
poffa, quale
dall'Artefintafivede.Ora che direbbero i buoni Antichi , f vedefTero fi fovente nelle Fabriche de' noflri tempi 1' Arte, che a bello Audio cerca d' efTere non imitatrice ma diflruggitrice della Natura , a cui da qualunque pi
rozzo intelletto fubito ettre fi conofee affatto
impoffibile ci, che dall'altra ci viene rapprefentato,' Ma per tornare a' Dentelli, faranno
effi larghi in fronte un duodecimo di diame*
tro, ed il cavo o fpacio fra l'uno e l'altro un
diciottefimo . Sar qui pregio dell' opera il
trattare d'una regola, che fu da Vitruvio con
ogni avvedimento infegnata, ma per quanto ho potuto ofTervare da pochiffimi efeguita
Quefla , che tutte le membra piane degli Architravi, Fregi, Cornici , Timpani , e tutte
quelle, che a' Capitelli fovrapongorfi, le quali fon dell'altre pi alte, non fiano a perpendicolo,
in fuori
ma
la
nella
pane fuperiore
duodecima parte
fiano piegate
pojje
Ordir
T^fX
lynyti^^
il
Ty-
-w-
4-
^
-kr
m:
**\
V>F
xSctfii
J,
IMM"miiim
CB.</.
*-./
-
'
, ,,
ORDINE IONICO.
CAPO
XXVIII.
I*
che
dieci
vola
adunque avrai'
altez-
zadella Voluta, e fette la larghezza Neilemembra poi e negl' intagli in auto fimile quefto
Capitello all' altro gi dimoftrato nel SanmiL' Architi a ve far , come abbia m detto , a
cheli
.
Fafcie, una
1'
Orlo
l'
intenzione
Vit uvio al noftro Modulo accomodare, le medefime fue parole riporter (*) // Cimacio dell'
di
XXI.
Ordine Ionico
Colonna .Otto
Mo
facciafi la
dell* Alberti
CAPO
della
il
membra
medefime
le tre
d'efla Bafe, le
Liftello,
Dentello, un altro Liftello , la Corona , un' altra Gola roverfcia, pure un altro Liftello, la
Gola diritta, e 1* Orlo. Pi dell* altezza fporge-
Quello
F' vio
ve
XXIX.
dell' Ionico
,
nella Bafe
particolarmente ,
quale
medefima , che gli altri al Corintio fttopongono. Alta quefta mezzo diametro, ed un
ottavo il Plinto, che dieci volte far pi largo ; onde verr la Bafe a fporgere poco pi d'
unfefto didiametro. Undici fon le membra:
il Plinto , il Toro, quattro Liftelli , due Gufeie, due Tondini , ed un Barione; e queft'
ultimo, ed il Toro poffono intagliarfi. Otto
diametri formano l'altezza della Colonna, e
un fedicefimo di tale altezza fa quella del Capitello, che in tutto a quello di Vitruvio fola
migliarne d'altra dichiarazione non ha meftieNegli Architravi vuole eflb pure fi oflervi
quanto da Vitruvio fi preferive circa la grandezza della Colonna Uno qui n abbiamo di-
ri.
piedi , che
fegnato fopra una Colonna di venti jvivm,
far d' efl un trediceilmo , cio cinque ottavi
una Gola
1'
I* Ovolo.
I.' Architrave, Fregio, e Cornice
L'Architrave,
eccedono d'un duodecimo la quarta parte del
il
Modulo
Tavola
come
XXL
Ordine
(*)
ttreimacium dividendo
ma
qui n que
efi
altitudini!
in parte t duodecim
efi
facendum %
&
in proieiura
efi
facienda
v.>.it6
&
C(
V>J-
JE
\jJ
!
<5>
>
<1
V-l^.s.
\v|_
v>
>>
oc^
>?
r.
5
"">
Vo
&
a^^
Cl.
'
ORDINE IONICO.
So
CAPO
macia
vuole
XXX.
metri , equafi due terzi Il Bafamento , che fporge un quarto, e quafi tre n'ha d* altezza, ha fei
membra: un Zocco, un Baffone , un Liftello,
una Gola diritta, un altro Ditello, ed una Gufcia; fra lequali fervire tre pofTono per gl'intagli,
cio il Baffone, la Gola, e la Gufcia.il Dado
un diametro e fette duodecimi; e un terzo la
Cimacia , che ha fette membra : una Gufcia , un
.
non pu
faccia
Nel Capitello
dagli al-
fi
ond'
jpi d'
tri
non
feguitato da le Blond
tri 'i
effo
otto diametri e tre quarti , e agli nove diametri, fecondo le mifure dell' Autore, arrivar
il
quando piano
efl fuffo
le
za otto diametri,
Liftello,
intagli
ma cur-
un Liftelo , un'Ovolo , i Modiglioni , una centro, onde s' avr la circonferenza della CoGola roverfcia , la Corona , un' altra Gola rover- lonna, Liftello, e Tondino. Pofcia fujlediafcia , un Liftel/o , la Gola diritta, e
gonali dal centro verfiquattroangoli per ogni
l'Orlo. Le
Gole s' Staglieranno , e l' Ovolo AH' iaJtezza e- latofette ottavi di diametro fi tirino a fquadra,
guale lo fporto , ma non minore ,eome fi veda^ quali s' avranno 1' eftremit delle quattro
de ne difegni del Cambray ,e le Blond , i quali fjmgfc Jecui punte a' iati del quadrato arrivenon s' accordano con quarito mifur , ne con "xoifo Indi fatto di quelle corna un triangolo
quanto fcrifle l'Autore, in cui fi leggono que- equ |atero, cheall' Abaco fegni il centro della
fte parole.' Sporge tanto infuori, quanto
^ytui a , compiuta avremo la pianta del Capigraffa.
Il Piedeftallo quafi la terza parte
tello che ancora con l' Abaco quadro potr fordel Tronco
della Colonna J e T Architrave , Fregio, e
marfi Altro dir non occorre dell'Alzato, che
Cornifcia
mo, d'una
delle quali
fi
former
Ordine Ionico
dello
il
fi
deci
Modulo
Tavola
di-
di-
XXH.
Scamo^j.
C A P O XXXI
hi
FA
re dovendoli
Ordine Ionico , cme infegna loScamozzi, il Bafamento $ trequarti con lette membra
un Zocco , un Baffone, un Liftello, una Gola diritta un Ton,
dino, un Liftello, ed una Gufcia, che fi
potr intagliare, come altres la
Gola, e '1 Baffone. Lo fporto crefce d'un quarto,
f bene
le mifure di le Blond il facciano
minore af&ir
Alto '1 Dado un diametro, e tre ottavi la Cil'
fi
rafiomi-
Partiamo all'altre parti L' Architrave , alto fette duedecimi di diametro, ha cinque membra : tre Fafcie , una Gola roverfcia , e f Orlo Il
Fregio alto fette quindecimi di diametro dall'
Autore, perch non dimoftri debolezza, curvo
non fi vorrebbe. La Cornice, alta fette decimi e
non pi , come fegna le Blond , ha dieci membra:
cinque Liftelfi, tre Gole io verfeie, una Falcia, i
Modiglioni, la Gola diritta , e l'Orlo. L'getto
glia
mezzociciottefimo pi dell'altezza ; e le membra per intagliarli fono l' Ovolo e le Gole Il Piedeftallo j una di tre parti e mezza, e l'Architrave .,J^gio, e Cornice fono un quinto della Co.
lonna^Tutta
l'altezza
fi
fei,d*ta dellequalififormera.il
in parti dieciotto corne nella
Modulo divifo
Tavola XXII.
-Ordine
ORDINE IONICO.
8i
Ordine
CAPO
al numero 6 , il quale terminar dee nell' occhio della Voluta. Ma in quefta maniera, che
vuole il Serlio, e che nell' ultima Tavola fi
vedr difegnata, non riefce molto rotonda, n
a quello uniforme, che pare voglia Vitruvio
XXXII.
il
nelle fue parole inferire. Quanto all'Architrave da Vitruvio non difcorde, n quanto al
folito
to, Dado,
Dado
le
fei
volte
meno
il
fi
ciotto,
diciottefimi ed
fedici
jLifteHo,
former
come
il
nella
Tavola XXIII.
Aftragali, contro
la
La
Scamozzi
CAPO
XX XI IL
BReviflimamente
diverfit. Il Pjedeftallo
do, e Cimacia
Bafamento, di
un Zocco, un
ha Bafamento, Da-
Un
quarto di diametro *1
cui quattro fon le membra:
Liftello
la
Gola
roverfcia >
ti
gi dichiarati. Della Cornice alta un diametro manco un ottavo dieci fon le membra: una Gola roverfcia , il Dentello, un Liftello, un Tondino, un Ovolo, la Corona,
una Gola roverfcia, un Liftello, la Gla di-
1*
ritta, e
Voluta per e
Formato
il
la
regola di formarla
in quefta
maniera
fi
afli
far
,
che
altri
ra s*
ingann.
Il
Colonna
,
e la quarta fono
Fregio, e Cornice Tutta T
altezza fi divider in parti vent* otto e mezza, d'una delle quali fi former il Modulo
1'
Architrave
come
nella
Tavo-
XXIII.
DcgV
ORDINE IONICO.
84
DegV
Intercolonnj Archi
dell'
Im porte
Capo con
del Sanmicheli
le
delle
ha nove membra; un
un Tondino, il Collarino, unaGufcia , un Liftello, la Corona, un altro Liftello , la Gola diritta, e 1' Orlo. Lo {porto
{lue noni; eia Gufcia, e la Gola s' intaglieranno. La feconda alquanto minore e pi gengli Aftragali,
Liftello,
lo,
altro Liftello
L* altezza
membra
un Li'
nove
fon
le
Aftragali
,
e
gli
la
roverfcia
;1*
ftello, un Tondino, una Gola diritta, un altro Liftello , un' altra Gola diritta , pure un
Liftello, la Corona, una Gola roverfcia, el'
gli
riufcirebbe.
Pattando al Palla-
far
il
Pilaftro
Due
Impofte
leggiadre
di fronte
per par-
Arco, alta
ferraglia dell'
un diametro, tanto
quanto
1*
una Gola
na
diritta
un
altro Liftello, la
un
Liftello,
rona
un
un Tondino, un Ovolo,
una Gola
tro Liftello, una Gola diritta, pure un Liftello, la Corona, una Gola roverfcia, e l'Orlo.
Agi' intagli dar 1' Ovolo, e le due Qoje j e
glialtri
il
Tondino, e
1'
la
la
Co-
Orlo. Sporge
roverfcia , e
,
terzo dell* altezza; e agi' intagli
Ovolo,
duodecimi
Colonna -La
te della
infieme
Poco mi*
ma
feconda,
la
fette
quattro
quali nel Cap. 1 9. promeffa abbiamo la fpiegaLa prima alta mezzo diametro non
zione
comprefi
nore
XXXIV,
principio a quefto
un
quafi
Impojle
Ordine Ionico,
CAPO
Aremo
ed
riferva
1*
tempo
ci
Ma
rimangono,
di ragionare.
ORD-
'
86
ORDINE CORINTIO
DEL
SANMICHELI
CAPO
XXXV.
ora fi fpaziammo,a*
fodezza , particolari
pregi loro, infondono del maeftofo e per dir cos
del fevero, avegnach in uno d' efli col grave
il gentile fia mefcolato; onde forf pi dilettevoli riufciranno le oflervazioni , che faremo
fu gli altri due, de' quali a trattare ci rima-
ne,
tutti delicati e
Da
dria
quegli Ordini
fErquali
gravit e
fin'
la
la
ed' ogni leggiache quando ritrovati furono, potrebbe dirli , come d* Anacreonte e del Petrarca diflero alcuni Interpreti ,che
con gli Amori le Grazie tutte, quafi miniftre
gentili,
ripieni et adorni,
comincieremo , da Vitruvio ad una Verginella di frefca et raflbmigliato, che di leggiadre e ricche vefti le tenere delicate membra ricoprendo vigore accrefce alla naturale bellezza, la quale tra quegli
ornamenti
come
gemma in finiffimo oro maeftrevolmente rinfiorata, alletta ed ilo voglia con maggior forza la villa e i cuori de* riguardanti. L' invenzione del
ambo
gi
prodotti
gam-
crefcevano, ripiegare
Sar (tato quel Callimaco , che nominato fu
da Paufania nell' Attica per occasione di rammemorare una lucerna d' oro, in cui fempre
ardente durava 1' oglio un anno intero, fatta
aduna
Iati
(tatua di
di cui feri ve
il
mo,
che foraffe
la perizia inferiore, tutti nella diligenza fitpe-
r; la qual lode di diligenza a lui fu data ancora da Plinio Iib. -4. cap. 8. , che Io chiam
calumniatore di [e flejfo, cio che non mai ponendo fine alla diligenza ritrovava fempre che
non
Ora veggiamo,che
ma
ancora in tutte 1*
altre parti, e per le varie fue(mmetrie,e per
li diverfi ornamenti molto il Cormtio dall' Ionico, e dagli
che dopo
ij
quello dedurre
fi
potrebbe, che
mane
Antichit
le diverfi-
fi
Romani ad intropotrebbe, f l'et perdonato avefl ad alcuno de' tanti Scrittori Greci , che di queft' Ordine avran trattato ficuramente, de' quali oltre gli Scritti perirono ancora i nomi ; impercioch quelli , de' quali attera Vitruvio nel belliffimo Proemio del libro
7. aver del Corintio fcritto, furon tutti Romani; come tra gli altri Argellio, che tratt
delle Simmetrie Corintie'^ Coflucio Romano, che
fcrifle del
Tempio ( giudicato Corintio ) di
Giove Olimpio, cominciato da quattro Ateniefi Architetti fotto Piilftrato, e dugent'anni dopo dall' iiteflb Coflucio con gran diligenza
fufleguiti cominciaflero da'
e feienza
fomma
fi
Re
Mudo,
Antioco: e C.
illuftr il Tempio dell' Onore, e della Virt, tenuto dagli Antiquari e dagli Architetti
per la delicatezza d' Ordine Corintio; del quale Edificio fece anco menzione Plutarco nel libro della Fortuna de* Romani. Ma molto pi
certa notizia avremmo, che ne' tempi avanti
Vitruvio foflero in ufo porte l* altre differenti
ze di quefi'
Ordine,
tempo
'I
diftrutte
non
Co-
Mum-
mio, pu
e
di
che
,
Greche Regioni fu-
I'
altre
mente
tu
nifi.,
u u
unni ni
hi
w.
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il
iisinniHHiri
ili:
ili
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ili
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iu
w w w
'iii'ii iiii[i.iuiiiij;i
Scola
\n
w w
ni
maui
i'
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niii'mi'niiimimn mirniHiniiM
~^
w mo
:i
ili
tlu
nmi'ii:,vi
'joW 'iu'WWWWw'"u''ii
uwim
iT-rtinriiTmi-ii-.f n,
,,
,,
ORDINE CORINTIO.
88
mente
due
Dea
flirter
me
pajono i pi famofi: quello antichiflimo in Pafo, che defcritto da Tacito nel 2. delle Storie , e nel quale, per dinotarne 1' immenfa grandezza ,pofero
cento Altari Virgilio al 1. dell' Eneide, e Stazio al 5. della Tebaide'y f bene fopra ci niun
lume fomminiftrano li due antichi Scottarti
Servio, e Lutacio; e un altro in Corinto ,
magnifico fopra modo ericcbijjimo , ma che ad ufo
indegno deftinavafi; come raccontano Strabone nelP 8., ed Ateneo nel lib. 13, cap. n.
de' fuoi Dinnofofifli ; quale infame ufo trovo
dedicati ; tra quali
eflere flato la
libro.
Di
non fpenderemo,
po farebbono
come pu
onde
le
vederi! in
prefe
ed
Mem-
mezzo diametro , come altres V A rchivolLe Impofte al luogo , dove fi vedranno dife-
bretti
to.
gnate , trafporteremo G' Intercolonnj eccederanno d' un quinto e poco pi due diametri
venendo in tal modo a cadere cinque Modiglioni
framezzoa que'duc, che fopra faranno alle Colonne. Alla fefta parte della Colonna non arriveranno 1' Architrave , Fregio , e Cornice , qualora nel Fregio non fieno intagli e fcolture,
.
ma quando voglia il Fregio fcolpirfi, a proporzione deh* Opera, come altrove avvertimmo
f
crefeeranno ancor le mifure La Porta dal Sanmicheli prefa in gran parte da un' antica, che fi
vede circa un miglio lontana da Spoleti, e che poi
fu dal Serlio eliminata ed illuftrata,e propofla nel lib. 4. per modello delle Prte Corintie
Le proporzioni di quefla Porta in tutto aquelle non fon conformi, che ventilammo nel Cap.
3. ove delle Porte fi ragion ; nulladimeno ptrebbono, e non con molta fatica, ad erte conformarli , fenza punto alterarne le fimmetrie ,s
belle in vero ed eleganti , che in s graziofo e
.
gentil*
Ordine meritarono
di trovar
luogo. L'
Tutta
1*
altezza
ho
e cinque quarti
le quali ho fatto
il
due
una
del,
modulo divifo conforme il
parti trenta
divifa in
di
diciottefimo
Ho
d'
non allontanarmi punto dalle mifure, che nel noftro Autore ho ritrovate; ma
sione, per
putarte
minuta e confufa
re-
regolandola fodisfarfi
Il Zoccolo del Bafamento potr fare di parti tredici e mezza
folamente, e dividendo allora tutta 1' altezza
in parti trenta e due terzi , d' una di quelle faccia il fuo modulo, Ora poniamoci a confiderare ogni parte a membro per membro mi,
nutamente.
Il
Piedeftallo,
come
cinque; un Baftone
diritta,
un
altro
un
membra fon
Lifiello,
Liflello,
una Gola
eduna Gufcia;
la
T.XXVJ
Online Corintio,
Micheli.
MS
fi
'<
.'
i
1"^
h^
*
;>
.5
.N
..
rf\\
V
.*
h^.
/
-
ORDINE CORINTIO.
88
mente
Dea
fuflero
me
pajono i pi famofi: quello antichilfimo in Pafo, che deferitto da Tacito nel 2. delle Storie , e nel qua
le, per dinotarne l'immenfa grandezza ,pofero
cento Altari Virgilio al i. dell' Eneide, e Stazio al 5. della Telaide', f bene fopra ci niun
lume fomminiftrano li due antichi Scoliafti:
Servio, e Lutacio; e un altro in Corinto ,
magnifico fopra modo e riccbijfimo , ma che ad ufo
indegno dellinavafi; come raccontano Strattone nelP 8., ed Ateneo nel lib. 13, cap. ri.
de* fuoi Dinnofofifii ; quale infame ufo trovo
effere flato la prima volta ne' publici Tempj
introdotto da un Solone: come fi ha da Nicandro Colofonio , e da un fragmento di Filemone, citati da Ateneo al Cap. 9. del detto
libro. Di tale iniqua ufanza cagione far (lato per avventura il foverchio eccedente ludo
de' Corintj, che vituperato da Platone nel
Dialogo 3. della Republica Ma o Corintio, come perfuade ogni ragione a credere di q u' podedicati ; tra quali
due
non fpenderemo,
po farebbono
de
g'
intendenti,
ma
degl* ignoranti
(tedi
de' plebei
due larghezze
il
to.
altres
ed
1'
Mem-
A rchivol-
dife-
gnate , trafporteremo G' Intercolonni eccederanno d' un quinto e poco pi due diametri,
venendo in tal modo a cadere cinque Modiglioni
framezzoa q u' due, che fopra faranno alle Colonne. Alla fella parte della Colonna non arriveranno 1' Architrave , Fregio , e Cornice , qualora nel Fregio non fieno intagli e fcolturc,
.
ma quando
ed illu{lrata,e prt
o delle Porte Corin
a Porta in tutto aq
e ventilammo nel
fu dal Ser
nel
fra
Le
le
iib.
propor;
non fon
3. ove delh
trebbono, <
ion
formarli
terarne le firn m.
, fi
belle in vere
gentil*
nulladirru
ad
Ita fatica,
che
Oidi
in
e.
gr
10 di trovar Ito
mezzo diam
altezza della
di
larghezze; <
parte. Un (
micheli nece
ad una
l'Architetto
fminuirlo,ea;
luce elfo 01
czamenti della
ero
alto fu
luogo nel
lar
Ifcri.
fuo potr, qi
ta parte dell'
to ridurre , e
la 26. notato
ttore
L'
altt
cinque p
elle
cui la lunghe.
ca
il
cinque parti
Piedeflal
lonna, elfo d
ielle
Tutta
in
1*
altezi
far
fc
parti tre
e cinque qua
quali ho faf
tefimo , d*
odivifo conf
folito in parti
Ho
le
mi punto de
ho ritrovi
jre
ninuta e con;
verfa manieri
Zoccolo de
tredici e
rti
ora tutta 1'
in parti trenta-
zi ,
fuo
fiderare ogni p,
)ra
nutamentc.
Ile faccia
il
Bafamento,
to ha fotto un
parti
fi
facia
tutti
com|
-*-
Bai
Il
quale
al
piacer
fi ,
Architetto potr,
cinque: un Bai-
diritta
un
alt
s'
ii
<J
mem
come
el
una e
poniamoc
d'
sro per
Il
ora vedu.
tri fin'
>-
folamente, e
feguita
altre
memb
aflone
to
non
la
<
arriva
do un nono
Iri
Vedr nn(
.
della Porta,
Neil'
fon fette mem
[lice.
,
,
due Gole
1*
Orlo
Fri
ORDINE CORINTIO.
Gola
roverfeia
un
altro Liftello, la
Co-
rona ,pur un Liftello, un Tondino, la Gola diritta, e T Orlo. Di mezzo diametro T agetto; e agi* intagli fi diano fra tante membra
1' Ovolo , e '1 Tondile Gole roverfeie ,
no- Nella Cimacia fono fette membra: una
Gufcia, un Liftello, un Tondino, un Ovolo, la Corona, una Gola roverfeia, e 1' Orlo. Sporge quafi un terzo; e per g' intagli ferba
il
Tondino, T Ovolo, e
La
la
Gola
roverfeia.
membra
di
con cui perfettamente alla leggiadria di queft' Ordine corrifponde Le fue membra fon undici ij Plinto, il Toro, un Liftello, un Cavetto, un
altro Liftello, due Tondini, un altro LifteJ-
lo, un altro Cavetto, un Liftello, e '1 Toro
fuperiore, Le Gufcie, e li due Tori fi poflno intagliare. Il Tronco di quefte Colonne ha
d' altezza otto diametri e mezzo j e tutto Ci
deve adornar di Canali, ora in maggiore ora
in minor numero, come le intra prefe Fabriche o meno o pi magnifiche richiederanno.
Nella fola Fig. A due maniere di profondarli
di gentilezza e grazia
non cede
dimoftrer. Ma palliamo finalmente a trattare del Capitello, che per la gentilezza per 1'
ornamento e per la maeft lungo tratto e 1'
Ionico, e quanti fin' ora veduti abbiamo , fi
lafci a dietro
In vece di quattro, fono in
cflb otto Volute, quattro maggiori negli anTali Vogoli, e nel mezzo quattro minori
.
lute
me
non
fotto
1'
nell' Ionico
Abaco immediatamente,
ma
co-
Caulicoli nafeeranno,
quali
il
gambo
loro
medefima guifa
girar
fi
devono
come
in-'
una parte ed
aggirif
Capitello
un quarto di trentafei del
1'
efler
quadro
curvo
e con
Abaco, che
fotto
LiftelD'un
come
vedefi
pianta.
nella
deve,
lo, ed un Ovolo comporto fia il Cimaciodeli*
za.
L'Orlo
della
campana
alto
Abaco , che
do
tutta
ma
fenza eccedere
Le
J'
altezza dell'A-
ci
diciottefimo 1' altezza; e fra le nominate membra fcielganfi per g' Intagli 1' Ovolo, e le
Ma
veggendofi in quefta Cornice Moe Dentelli contro 1' opinione, come oifervatofii,di Vitruvio, potr per avventura parere a molti il noftro Autore degno
di riprenfione, che cofe da Vitruvio biafi*
mate nelle fue Fabriche non isfugg Con qual
ragione dunque il noftro Sanmicheli efeufe-
Gole.
diglioni
altra
Ordine
,.
ORDINE CORINTIO,
9^
CAPO
XXXVI.
Ma
trovamento
affai
querP Ordine
foffe
il
fu Tragici e fu gli altri Poeti Gren fu Poeti Latini , ne' q uali fi leggono Delubri e Palazzi con Loggie, Atrj, e Colonnati e in
Troja, e avuti da' vecchi ReTeban, Argivi, e
Latini pi antichi di Salomone; o che ricavili
da' Scrittori gravi foffe prima di Salomone alzata
qualche Piramide Egiziana ; n chealtres prima
alcuni famofi Tempi de ? Greci, calcolando fu
quanto fcrivono antichi profani Autori, foller
cominciati ; n che fecondo effi il Dorico e l' Ionico inventati foriro da' poco lontani difeendenti di Deucalione, bens falfamente confufo da*
Greci con No, come oltre Ovidio fi vede pi
chiaramente in Luciano nel Dialogo della Dea
Siria, ma per ancora feconSo pi veri computi
damento
ci ,
molto
a Salomone anteriore- Tutto ci fi forpaffi,e ficonfiderin folole autorit, eh' ora ac-
cenner
Omero fecondo
a' fuoi
il
Cronico Eufebiano
coetaneo,
che
no } Citt
bene edificata
lazzi ornatiffimi
quali a
gi, Corniciameli, Triglifi e
Metopejcome
cagion d* efempio nel 4. libro , dove fa meraviglie Telemaco con Pififlrato figliolo di Neftore
delbelliffimo Palazzo di Menelao, paragonandolo alla Reggia di Giove ; e nel 7. , dove deferitto in molti verfiediffufamente quello d' Alcinoo; emeglJoneIi9. dove fi parla di quello d*(/0
Uliffe Poi nel Tempio di Dagone, ove Sanfone
per , non eran Colonne ? e f in altre Regioni avantiSalomone fiate non foffero bene architetta
te Fabriche, come potea Salomone chiamar da
Tiro e da Sidone peririffimi Artefici , che fecero
Colonne e Capitelli? Cornei Re Fenicj ed Egiziani tante milliaja d' Operaj mandarono in
.
Mos
dell'
Architettura?
Ordine Corintio
dell'
Alberti
C A P O XXXVII.
ALtro dir non occorre dell' Alberti, che
fe-
Ordine
fa)
(d)
Enimuero
18
tnibi parietes
Abiegnteque trabes
77XX.V77/
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^o
^
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5-t^o
Ci-
"=TcT
,,
ORDINE CORINTIO.
94
CAPO
XXXVIII.
famento, per
all' Attica fomigliante , f non f di membra pi ricca, e fupera d'adornamento e vaghezza quante fino ad ora vedute abbiamo.
Come
di tutte
1'
altre,
mezzo diametro
l'al-
ro, un Tondino,
un
Liftelio,
verfeia
Gola
ritta, e l'Orlo.
Ovolo.
S'intaglieranno le Gole e
Colonna. Tutta
1'
altezza
fi
divider in parti
fi
former
otto,
come
il
Modulo
nella
Tavola
una
delle
CAPO
qua
XXXIX-
tre diametri ed
parti
XXXIX.
un Zocco, un Baftone, un Liftello, una Gola roverfeia, un altro Liftello, una Gufcia, un Liftello, ed un Baftoncino
L' Agetto d' un quarto; e le membra, che ricever
poflbno intaglio, fono i due Baftoni e la Gola
Nel Tronco , che in fondo ha un Liftello
come in cima altres, 1' altezza di due duodecimi e mezzo oltre due diametri Nelle fronti fai' Autore un riparto con due Liftelii , che
in mezzo prendono una Gola , la quale far
intagliata. Non dee tal riparto all' indentro
incavarli , poich debolezza cosi inoltrerebbe
ma facciali rilevato in fuori La Cimacia
tre ottavi , con nove membra una Gola roverbra:
un
feia,
Liftello,
ftello, la
roverfeia
duodecimi e mezzo; e per intagliare prenGole e 1' Ovolo. La Bafe belliffima, e quale gi deferitta fu nel Palladio.
Il Fufto s'alza otto diametri ed un terzo, e di
tre
danli le due
fopra un ottavo della grolTezza da piedi fi fminuifee. Quello Tronco dall' Autore fi vorrebbe o fchietto, o di fole fcanalature adornato,
com'egli fcrive a chiare note nella P. 2. l-6.cap.
il. onde leggiadra idea fu quella di le Blond,
che vi pofe le Colonne fpirali , quali ancora
vanameutecon un ramo accerchi , adoftndo
al povero Scamozzi ci, che appunto da lui fi
condanna nel detto Capo , e ci , di che non fi vede veftigio alcuno in tutti i libri, e difegni fuoi,
n in quante Fabriche o per villa o per relazione
fappiamo che furono da lui lafciate Il Capitello
pure, come la Bafe , a quello conformali del Palladio L' Architrave alto due terzi di diametro ha
.
Gola
roverfeia,
O volo,
un
Liftello,
mettono l'intaglio. Il
Architrave
il Corintio rifervar volScamozzi , che di tutti gli altri Ordini il pi gentile ed ornato Io giudic Il
Piedeftallo fecondo queft* Autore ha d' altezza
Piedeftallo
un terzo, e
il
1"
quinto
Colonna. Si divider tutta l'altezza in partrenta e due terzi, d'una delle quali fi former
della
le lo
un Tondino, un
ti
il
modulo
Tavola
XXIX
come
nella
Ordina
t.
XK/X
"1+
<1
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:
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-=H^-'-
*
-^
cTr.ft
M
Js
e*
li
s-H-
5H*
-I
,
.
ORDINE CORINTIO.
96
CAPO
TRattando
lio
XXXX.
di queft'
medefime veftigia
non gi formando
1*
guagli l'altezza, e
N qui paflr fi dee fotto filenzio un' utiliffima regola del noftro Serlio, fu la quale e formandoli quella Bafe e in qualunque altro cafo
fi dovr porre dall Architetto diligentiffimaoffervazione Quando fia la Bafe all' altezza in circa del noftro occhio, regolate faranno ed ottime le afTegnate proporzioni; ma f la Bafe in
luogo fuperiore all' occhio de' riguardanti far
collocata , maggiori allora fi facciano tutti que'
membri, che da altri membri verranno per la
diftanza ad edere occupati. Se poi, come accade, un'Ordine all' altro fovraponendofi, in
maggiore altezza far la Bafe, meno allora numerofe fieno le membra, che quanto di numero fi fminuiranno, altretanto di fodezza maggiore dovran formarli Il Furto della Colonna
abbia fette diametri, come quello dell'Ionica.
.
Nel
dicemmo,
pontualmente feguiti da le Blond Di due Cornici , ch'egli propone quella, che fu da me fciel,
ta, ha poco pi di quattro felli d' altezza , e dieci
membra: una Gola roverfcia, un Dentello , un*
altra Gola roverfcia > un Liftello , un Ovolo , la
.
voglia;
fi
divider in parti vent' otto e in un ottavo di diciottefimo , d' una delle quali fi former il Modulo
fu peri ancora, f
fette fra la
la
CAPO
XXXXI.
QUanto elegante ed ornato V Ordine Corintio che nel libro del Vignola ritrovafi
pero, che tanto far per riufcire a* miei Lettori
dilettevole la dichiarazione, ch'ora intraprendo
Veramente confederando ; eh' efto, libro dei Vignola vada tutto d per le mani degli Architetti
de' noftri tempi , fi vede il famofo detto di Medea prefl Ovidio in loro avverarli, che con s
belle idee e perfette modanature fotto gli occhi
vogliono a bella poftacon le irragionevoli invenzioni di fregolato corrotto gufto loro edificj contaminare Ma fenza replicare altri lamenti , alla
cofa difcendiaino. Il Piedeftallo fia di quattro diametri^ di due fedi il Bafamento in quefte cinque
f
membra compartiti un
un Toro, un
Tondino ; tra
le quali il Toro , la Gola, e '1 Tondino fi polfono
intagliare Il Dado ha nel fondo un Liftello , ed
un altro nella fommit. La Cimacia, che non
deve eguagliare, come difegna le Blond , ma fuPlinto ,
diritta , ed un
:
Liftello
, una Gola
perard'undiciottefimo
il
Bafamento, ha otto
.*
nella
Ta-
XXX
Desi*
Vo
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-4-cO
'
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',
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C^
iimniii^uiiiL
5
cr>
5^;
:
-J
ORDINE CORINTIO.
98
DegV
ed
Intercolonni Archi
f>
Corona, una Gola roverfeia, e l'OrIo, la r
I* Sporge effa un fello , e agi' intagli conce
de il Collarino, il Tondino fuperiore, l'Ovo-
Impofte
P<>
Conuf/o.
^ n Or**
"
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A t> r\
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le
membra
Gole,
mente
per
'1
g' intagli
Tondino Volendoli*
.
lo, e la Gola.
negl*Intercolonnjunaproporzione adopera il Vignola da tutte le proporzioni di Vitruvio molto diverfa facendoli
due diametri ed un terzo; il che alla maniera
Euftylos pi , che ad alcun* altra , s' avvicina.
In quei? Ordine per 1' Architetto a quella ptra di tali proporzioni , che gli far pi a grado
applicare con libert. Nulladimeno fi dovr
porre avvertenza , che i Modiglioni delle Cornici vengano fopra le mezzane delle Colonne
a cadere.
il
Da
de; impercioch quella, lecon do lui , non folamente none didue larghezze, o maggiore, ma
minore
affai,
avendo
quefto provedimento
Divide la larghezza in
tre parti , e di cinque d'effe parti forma V altezza; il che lafcier eh' altri giudichi f poffa
.
in queft'
Ordine
dilettevole riufeire
Una
di
quelle tre parti '1 Pilaftro; e per l'Importa dice, che la proporzione del Capitello Dorico,
purch differenti fieno le membra , poffa adopeMa perch,come molte volte replicammo,
rarfi.
noftra intenzione e del buono invogliare iFabricatori, e con l'efempio del buono fotto gli occhi
ridurli a correggere il viziofo, e perch li poco
di queft' Ordine
facendoli Colonnati femplici ,
vuole queft' Autore s* adoperi , come nel Porti-
ftudiofi Architetti d'oggid nell'una cofa dal fuloro inezie intatta lafciarono , e per tutte
i' re
membra, cio
dette
Ovolo, e
con l'ornamento
ta,
1'
la
di
il
corrifponda
Ma
verfeie,
lo. Intaglili
rimanente
affai fomigliafi
alla
maggiore
G*
f-
condo
la
larghi
gli
&
Je Architettoniche parti
andremo
al fine delle
noftre fati-
che avvicinando , e dell'ultimo fra li cinque Ordini,chedegl' Italiani '1 fecondo , pafferemo a
ragionare.
ORD-
^^
/
\
,1
/
/.
7.-'
10O
ORDINE COMPOSITO
DEL
SANMICHELI
CAPO
X XXXIII.
ECco finalmente a
pofTono
ridurre
la
queNa perfezione
ritrovati degli
a cui
Uomini un'
arte
merc
1*
ventato, dopo
dagli antichi
Romani
in-
il
d*
effi
riutj,
le
loro
fimmetric
alla
[mone trasportate
Nella verfione del qual luogo gravemente il
Caporali inciamp, che nella parola Pulvinati, quale deve intenderli per Ionici , come fopra un altro luogo di Vitruvio dimollra il
Barbaro, equivoc con Pulvinar, qual fignifi-
fottigliezz# di nuove
Sculture
ca guanciale, overo letto maritale, come preffo Giuvenale nella Sat. 7. , overo Origliere, co
il
non molto
Architetti per altro intendentiflmi di Vitruvio;e i primi furono, per quanto io mi ricordi
il Rufconi, e lo Scamozzi, che '1 detto luogo
efaminando s* accorgi fiero ivi efTere accennati
i principi, avvegnach molto manchevoli, del
inferiori agl'ingegni
compimento
follevarla.
tempi
il
giunta, a cui
efTer
umano ingegno
Pare
et
le
forze dell'
mai poffano
induflria gi
a noi
Compofito
Ma
poffiamo nominare',
maniere
ma
le
delle
proprie firn-
Colonne non
nomi
publico magnifica
filiche,
li,
che
oltre
far doveanfi
modo
do Tito
folo
imper,
a cui quell'
Arco
fu ai-
ed ornamenti s
pieno di quefl' Ordine il pi nobile efempiare. Di queflo mio parere indubitata prova
ricavo da Plinio, che nel lib. 56. cap. 23. deile Colonne, e degli Ordini favellando omife
il Romano, di cui taciuto non avrebbe ficurazato, che di tutte
mente,
Ordine
quando
le bellezze
egli
furie flato,
ci fcriffe, tale
quefl'
a'
tem"
Pi
ORDINE COMPOSITO.
io:
lifeo,
che
prica,
non capace
a'
ma
pofizione;
fatto , che
il
ingannarono
s*
Su le
Tavole del Colifeo ne* libri del Serlio, e del
Defgodetz veggo la Bafe Attica , la mifiira
delle Colonne Corintia, e Gorintj i Capitelli. Qualche dubio rimarrebbe fu la Cornice,
che quando anco forte Compofita , nulla fareb-
be contro
di noi
hanno
giudicato.
impercioch folo
a'
tempi di
Tito efla vi fu porta, fotto cui fu ridotto a fine quell'incomparabile Edificio, come non folo afferfee , ma prova incontraftabii mente il
fovralodato Maffei
Da queir Arco e dall'
Anfiteatro prefero l' idea del Compofito i no.
ilri
quali nella
quell'Ordine come
, che meglio avvifaroni],
che
e
per efemplare del Compofito fi propofero il detto Arco, ed altre Antichit , delle
formazione
re
fi
in duefehie-
di
divifero. Quelli
men
no
in
,,
numero
affai
particolarmente nell' Opere delicate , in formar le quali elfo pi fovente il Corintio Ordine adoper Nuliadimeno alcune fiate egli
fece molto adorno anco queft Ordine; ne' quali cafi le altre parti Corintieal Capitello Com
polito fovrapofe
due Tori
, e una Gola diritdiametri manco un notanto delicato , e d' adornamenti s ricco, farebbe ottimo penfamento con qualche riparto all' infuori, come detto abbiamo, arricchirlo, il che dal Sanmicheli e da tutti gli altri buoni fu praticato. Non
intagliarli, cio
Il
potrebbe a baflanza efprimere , qual giovaEdificio apportino cotefli riparti, f a luogo fuo e giudiciofamente fien polli , i quali particolarmente in facciate di Palazzi, di Chiefe, e d' altre cofe, dove pi fi
richiede copia d' ornati, s bene riefeono , che
merc d' elfi , e con rifparmio di fpefa , ricchi, gentili, e maeflofi apparifeono gli Edi*
a cagion d* efempio confiderando io dificj
yerfe Fabriche del Territorio Vicentino, dove
il Palladio quelli riparti di
flucco mefcol
fi
mento ad un
con
quanto
elle beile,
doli
regolati feguire
modeilamente
gli
ador-
namenti
delle Cornici, dell' Erte, e delie altre parti, alle quali vicini fi pongono, edibaf-
come
f far
non
voleffero di f
ma appunto
quindici
diciottefimi ed un quarto, una delle quali fervir di Modulo , che fi divider in parti djeciot*
fatti
feomparti
per dare in effo luogo agli fpezzamenti della Porta , de' quali ora parler . L'
Architrave due terzi , con dieci membra :
un Liflello, un Ovolo, un altro Liflello,
ma
l'
altezza
fi
divider in
parti
trenta
parte della
Colonna
La
fibile
il
difegnare
nei
fuderto
Dado
quelli
Liflello
una Gola
ro-
fono
ORDINE COMPOSITO.
jo4
Il Fregio
fono 1' Ovolo , e le due Gole
modo
incagliarli
, ha la
che dovrebbe per o^ni
1*
Architrave;
come
alinedefima altezza, che
dieci
ha
quale
parimente
tres la Cornice , la
; ed atfporto di poco
Gole
le
dil'Ovolo,
e
fono
te per intagliarli
tralafciaripigliare
il
per
Ma
ritta e royerfcia.
to filo, onde per quefta non inutile digreffio-
membra: un Liftello
fai
l*
pi graziofa e adorna
altre
membra
la
rende
e a tutte
accrefce incomparabilmente
mezzo
dia-
membra: il Plinto, un
Liftello, il Toro, un Tondino, un altro Li^
ftello, un Cavetto, pur un Liftello , un altro Tondino, e 1 Toro fuperiore. Lo fporto
le
abbia riguardo
Architetto alle varie occafioni, come tante volte avvertito abbiamo, e a'
varj cali, che fempre nuovi e particolari glifi
poffono offerire, dovendo egli fempre avere
per guida due cofe in fommo grado a lui neceifarie, cio ftudio e prudenza. Nella fornir.':t deve il fudetto Tronco fminuire un nono
di diametro. Il Capitello nelle proporzioni in
tutto al Corintio affornigliafi , ma non cos
nella forma, impercioch trattane la lunghezza della campana, e le aggiunte foglie, poco
f
dall Ionico s* allontana, e da quello particolarmente, che al capo 31. nello Scamozz ab1'
biam olfervato
Neil'
Abaco poi
e nelle foglie
Corintio s' uniforma , onde con giufta ragione comporto delle bellezze dell'uno, e dell'
altro fi pu chiamare. Se ad alcuno, in vederlo, foni ma mente elfo non piacefle , colui per
verit non dir d'intelligenza , ma privo di
fenno potrebbe giudicarli
Neil' Architrave,
che d' altezza mezzo diametro, fon cinque
membra tre Fafcie, una Gola roverfcia, e 1'
Orlo. Lo fporto d'un nono; e la Gola roverfcia fi pu intagliare Nel Fregio, che molto da fin* ora veduti differente , in vece d'
intagli fon Modiglioni ; da' quali per non
cos fono efclufi g' intagli , che non poflno
elfi nelle Metope, o vogliam dire negli fpaz;
fra 1' uuo e 1* altro Menfolone , per maggiore
vaghezza dell' pera trovar luogo
Hanno di
fporto i detti Modiglioni un terzo di diame-
al
il Cimacio ,
il quale per
maggiore degli btudiofi unito abbiamo a' membri della Cornice Quefta Cornice
ha cinque noni d' altezza , e fette membra :
una Gola roverfcia, un Liftello, la Corona ,
un altro Liftello, un Tondino, una Gola di
Lo fporto della Cornice fuoritta , e 1' Orlo
ri del vivo far pi d' un intero diametro; e
in elTa intagliare, la Gola roverfi potranno
tro
non comprefo
facilit
fcia
'1
Tondino
Ma
palliamo
agli
altri
Autori
Ordine
T-XX#/V
31
-ipl
ORDINE COMPOSITO,
J04
fi Fregio ,
fono 1' Ovolo , e le due Gole
che dovrebbe per ogni modo intagliarfi , ha la
medefima altezza , che 1' Architrave; come altres la Cornice , la quale parimente ha dieci
membra: un Liftello
un Ovolo , un
altro Li-
Ma
abbia riguardo
Architetto alle varie occafioni, come tante volte avvertito abbiamo, e a'
varj cali, che fempre nuovi e particolari glifi
polfono offerire, dovendo egli fempre avere
per guida due cofe in fommo grado a lui neceflrie, cio ftudio e prudenza Nella fomtr.it deve il fudetto Tronco fminuire un nono
di diametro. Il Capitello nelle proporzioni in
1'
"
tutto
^ifomigliafi
al
form
nella
za della cai
dall'
al
verfcia, e l'Orlo. Sporge quali quattro duodecimi ; e fi potr nelle due Gole rovefcie e
nella diritta e nel Tondino intagliare . Pi
altro
fenno potrebbe
che d' altezza
membra tre F
Orlo. Lofport
Liftello,
1'
altre
membra
accrefce incomparabilmente
mezzo
dia-
membra: il Plinto, un
Liftello, il Toro, un Tondino, un altro Liftello, un Cavetto, pur un Liftello , un altro Tondino, e '1 Toro fuperore. Lo fporto
le
Ionia
lar mente,
biam
pu
Se ad alcuno, in veder-
lo, foni ma me
non
verit
fi
pu
in
nelle
fra
imo
l'
Mdi^
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non
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Metope
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per
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privo
,
Neil' Architrave,
J
'.ametro, fon cinque
Gola roverfeia , e 1'
>no; e la Gola ro\ Fregio, che molante , in vece d'
piacefle
igenza
dir
verfeia
cosi
olferv
Corintio i-*
gione compo
fi
ma non
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'1
Tondino
Corona ,
Gola di
fornice fuotiametro; e
loia rover
Cornice
membra
agli
fy
Autori
altri
ORDINE COMPOSITO.
ic6
CAPO
VItruvio
poco pi
XXXXIV.
del
trat-
t; ci' Alberti, trattone il Capitello in poche parole da lui defcritto, non ci Jafci cofa
d'importanza; onde Cubito palleremo al Palladio, che form queft' Ordine, quale fi dovea,
pieno di leggiadria e ricchiflmo d'ornamenti.
Il Piedestallo fece egli molto pi fvelto del Corintio, e lo alz tre diametri ed un terzo. Lo
divife in parti otto, d' una facendo il Bafa,
dell' altra la
lafciando al
que
fefti,
Cimacia, e
1'
altre fei
roverfcia, pur
1'
danfi
difegnato da le
e deli* Ionica
e mezzo
la veggo mezzo diametro
diciottefimo, con un quinto di fporto
Ma
tengo per certo , che nella Tavola del Palladio errore fia corfo ne' numeri ; impercioch
ftrana effondo 1' aggiunta di quel mezzo diciottefimo, e dalj' ordinario u ^ lontana, f tale fofle ftata 1' intenzione di lui , n' avrebbe
egli certamente addotta ne' fuoi difcorfi alcuna ragione. Io per, quale l'ho trovata ne'
Alta io
libri Uioi,
Tavola f ho
dife-
alta la
Cornice
>
un
Gola
Liftello, la
Gole,
le
I'
Ovolo, e
diritta, e
g' intagli
pren-
Tondini; e
lo
come
nella
Tavo-
XXXV,
e che fporge
fefti
ranno un Baftone e una Gola diritta, e faranno altre quattro membra : un Zocco , un
Liftello, un Tondino, ed un altro Liftello,
Il
cinque
mento
di
ricca di tredici
CAPO
XXXXV.
molte parti
Palladio uniforme
INremo
lo Scamozzi,
quale
bene
al
il
troveall'
ul-
La Bafe
alla belliflma
del Sanmicheli molto fi raflomiglia, in ci Gaiamente diyerfa, che fotto il Toro fuperiorc
non ha Tondino. Otto diametri ed un duodecimo '1 Fufto; e '1 Capitello da' gi veduti
non diffimile. Alto 1' Architrave quafi due
terzi con otto membra: tre Fafcie , tre Gole
roverfeie, un Tondino, e 1' Orlo.S' intagliano le Gole , e '1 Tondino
Il Fregio alzali
quafi fei duodecimi e mezzo , e nel piede gra.
membra
no,
Corona,
quella
dell'
la
Architrave, Fregio,
e Cornice
XXXV.
Ordine
T.XXW
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ORD NE
io8
CAPO
CO
XXXXVI.
fi
il
quale
e
,
proponendoli per esemplare 1* Architrave, Fregio, e Cornice del quarto Ordine del Colifeo,
le quali parti egli Compofite giudic ,fcrivendo
che da' Romani polle furono fopra li Capitelli
da lui bene {limati Corintj d* elfo grande Edificio, per dimoftrare, che come in guerra effi
trionfarono dell' altre Nazioni , cosi 1' Ordine
loroquafi trionfatore teneva fotto i piedi gli
Ordini de' Greci; in che giuflarriente riprefo
quefto Autore dallo Scamozzi. Quanto a me
non affermo, n affolutamente niego, che le
La Bafe
Ialleffa ,che
1'
altezza del
Tronco ;e'l
no le proporzioni Dalla
.
na in cima formali
ma
O.
Modulo
Tavola.
come
nella
XXXVI.
i!
tio.
tezza
diffonde
Compofito
POco nell' Ordinefodo
fchietto Io forma
to
Architrave, Fregio, e Cornice . Tutta V alfi divider in parti trentadue, cinque diciottefimi e mezzo , e d' una d' elle fi former
il
Serlio,
groffezza della
Colon-
CAPO
XXXXVII.
e leggiadria delle
Il Piedellallo conferva le medefime proporrioni , che
abbiamo offervatc nel Corintio. Il Bafamento
ha cinque membra : nn Plinto , un Toro , un
LHlello, una Goia roverfcia,ed un Tondino.
Si polfono intagliare la Gola , e "1 Toro . Nel
Dado fon due Cimbie,una in fondo, e l'altra
nella fommit. Otto fon le membra della Ci-
parti e de'
membri
la grazia
voglia confiderarfi .
macia: un Tondino,
gliarli
pur
s'
il
Collarino
una Gu-
pu inta, che
roverfeia
Gola
, che
la
,
una
Corona
,
intaglia , e 1" Orlo. La Bafe poi fi come
un
feia,
Liflello,
un Ovolo
nelle proporzioni
arli
dovrebbe
il
medefimo Fregio,
nifee attaccandofi
Tavola
XXXVI.
D#r
ORDINE COMPOSITO.
no
DegV
Intercolonni, Archi
dell"
Slamo
dell'
noftra
Dio merc
al fine
vollero gli Autori diflimigliante. Dal Sanmicheli cominciando una fua Importa defcriver,
di cui T altezza mezzo diametro , lo fporto
Tondino,
la
virfi,
no
tro fia T altezza ,eche fieno i Pilaftri una parte di due, e due terzi della larghezza dell'Arco, cio che dividendoci in parti otto la luce,
tre di quelle parti la larghezza compongano
de* Pilaftri AH' ufo fuo due maniere prefcri.
bra:
una Gola
ro-
verfcia,
terzo
e intagliare
alerai' altezza
pofsono
Gole. Dell'
non forpafsa mezzo diametro,
fi
le tre
1'
XXXXVIII.
gi pervenuti la
Opera
trattane
ed Impone
Ordine Compofito.
CAPO
un
le
membra
affaticato* vanamente a lavorare, non facendo efso il detto taglio, f non dopo compiuta la Cornice tutta lunga , come f appunto a
fquadrole fudette eftremit commettere fi dovefsero. Per rifparmiare dunque una tal vana o-
gettata,
facciafi dall'
Architetto an-
che
la
ma con gli {porti maggiori. Acciocch pofeia ntrovinfi giustamente quefti maggiori fporti, fi
fagoma B. cadere 1 perpendicoli I.
e cos profeguendo , fopra quali fi tiri la
diagonale e. d., che tanto dalla linea della
latrino dalla
2. 3.4.
li
Una
tal regola
non
per quelle ancora, che girano circolarmenIteofinuofe, pu adoperarci; e in vero gratiffima a' feguaci della corrente maniera riufeir
dovrebbe, i quali non facendo mai una Cornice, che rettamente profeguifea un braccio, frequentiffimi fono in quefti rifalti , che dagli
antichi e da' moderni de' buoni tempi rare volte ufati, e con buon difeernimento , armonia,
ma
gra-
Txxxvn
TT
~\
^./
3f
^7
(B.c
,.
ORDINE COMPOSITO.
112
gi fpargere le grazie con la mano , ma verfare col facco, dilnanza arrecano e confufione.
Della rrefla regola fi faccia ufo ne' tagli , che
alle volte far conviene non perpendicolari , ma
obliqui , prolungando cos le membra , come
mo
parlato al
Capo
32.
dine , non poteva l'Opera noftra , nella quale abbiamo procurato , per quanto s' eftendono le noItre forze, d'iliuirare la
pi bella importante
parte dell' Architettura , cio li cinque Ordini
e con porre avanti gli occhi ottimi efempj ne'
, econ ragionamenti ricavati da' precetti
e dalia pratica di quegli Autori , a'quali la medefima noftra et,chenon li vuole imitare,
per forzata a concederei comune confentimento le prime Iodi. Veramente di molte altre
Architettoniche cofe a trattare ci rimarrebbe,
che agli Ordini appartengono; ma ferebbe un
non finir mai, f voleflimo abbracciar tutto, imperocch volendone una porre , dieci altre fubito
occorrono, che fembra non dovrebbonfi tralafeiare A cagion d' efempio potrebbonfi fpiegare
lefimmetrie deforme di quelle Colonne, che
difegni
nel
di
Femine( ben-
ch fpefie fiate ancora di Mafchi) delle quali parla ancor Plinio nel lib. 36. Cap. 5. , e dette Cariatidi , non da un albero di noce , ove fall per paura
d' una rovina un Coro di Vergi ui, come al 4. della
Teb. v. 225. fcrifTe l'antico Scoliafte di Stazio,
ma da una Citt del Peloponneso , come fi legge
nel 1. di Viti uvio, e ne' Meffenici di Paufania,
e nel 6. d* Ateneo. Cos parlar potretimo di
duopo
ci, eh'
Opera riufeendo , ci s' aprir l' adito qj*Vvorarla con pi agio , e pi forf compiuta , o per
vero dire, meno imperfetta e alTai meno impoli-
queft'
mandarla fuori.
ta
Ma
mi
Che un
facolt
altres
chiunque di
ponelTe ( ma deporta
ogni prevenzione) a fedamente confiderai^ la
fabricare intraprende,
maeftjla vaghezza,
fi
le giule
fimmetrie di tut-
parte le andaiTe paragonando, Forf da tal confronto aliai pi , che da quanto io non bene
avr faputo dire, o mofirare , a poco a poco
quel buon effetto nelle Citt Italiane deriver ,
ch'io tanto defidero, non folo per lo ben publico,
che per I' onore di mia Nazione , che tanto
ne' buoni fecoli
in quella,
come
in tutte 1'
fi
fegnalata,
mo! #
.*^&&r^
*.*-