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Ieri a Parigi i delegati di 195 paesi che partecipano alla

Conferenza mondiale sul clima hanno firmato un accordo


in cui si impegnano a ridurre le emissioni inquinanti in tutto
il mondo. Il New York Times ha definito laccordo storico,
un termine utilizzato anche da moltissimi altri giornali di
tutto il mondo. Limportanza dellaccordo data
sostanzialmente dal fatto che stato sottoscritto da tutti i
paesi partecipanti: anche da quelli emergenti, che spesso
sfruttano pesantemente fonti di energia non rinnovabile.
Laccordo contiene sostanzialmente quattro impegni per gli
stati che lo hanno sottoscritto (il testo integrale lo
trovate qui).
Mantenere laumento di temperatura inferiore ai 2 gradi,
e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi.
Smettere di incrementare le emissioni di gas serra il
prima possibile e raggiungere nella seconda parte del
secolo il momento in cui la produzione di nuovi gas serra
sar
sufficientemente bassa
da
essere
assorbita
naturalmente.
Controllare i progressi compiuti ogni cinque anni, tramite
nuove Conferenze.
Versare 100 miliardi di dollari ogni anno ai paesi pi
poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno
inquinanti.
Alcune di queste disposizioni sono legalmente vincolanti,
mentre alle altre i vari paesi aderiscono solo in maniera
volontaria. Ad esempio, tutti i paesi saranno obbligati dal
trattato a fornire lobbiettivo di riduzione delle emissioni a
cui mirano e a partecipare al processo di revisione

quinquennale. La maggiore critica che viene avanzata al


documento per il fatto che non sono previste sanzioni in
caso in cui gli obbiettivi non vengano raggiunti, e che
sostanzialmente diversi paesi avranno margine per
ignorare le raccomandazioni contenute nel documento.
BBC ha raccolto le reazioni allaccordo di alcune ONG in
seguito allaccordo. Greenpeace ha detto che il documento
stato depotenziato rispetto alle loro aspettative, ma ha
aggiunto che comunque mette le societ petrolifere e i
produttori di carbone dal lato sbagliato della storia.
Secondo il WWF si tratta di un forte segnale, mentre,
secondo ActionAid il testo non abbastanza ambizioso.
Oxfam sostiene invece che i paesi ricchi non hanno
promesso abbastanza finanziamenti ai paesi in via di
sviluppo per bilanciare le perdite che subiranno per
lutilizzo di macchinari meno inquinanti ma pi costosi.
La conferenza Cop21 iniziata a Parigi lo scorso 30
novembre e sarebbe dovuta proseguire fino all11
dicembre, ma negli ultimi giorni un accordo era sembrato
cos vicino che la fine della conferenza stata rimandata di
un giorno (non una novit: quasi tutte le conferenze sul
clima degli ultimi 20 anni sono durate qualche giorno in pi
del previsto).
Inizialmente si temeva in particolare lopposizione dei paesi
in via di sviluppo e di quelli che sono importanti esportatori
di energia. I delegati cinesi, ritenuti tra i principali
oppositori del piano prima della conferenza, hanno definito
laccordo non ideale, ma buono. Cina, India e molti altri
paesi in via di industrializzazione si opponevano da anni a
un accordo che imponesse regole troppo severe da
rispettare perch in genere le loro industrie sono

particolarmente inquinanti e limitare le emissioni potrebbe


causare un rallentamento della crescita economica.
Per motivi opposti, anche il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama ha detto che laccordo non perfetto, ma
che comunque ambizioso. Gli Stati Uniti, come lEuropa,
hanno da tempo introdotto tecnologie che hanno permesso
loro di ridurre le emissioni e durante la conferenza si
battevano per lintroduzione di norme severe contro le
emissioni.
Il Guardian ha
raccontato alcuni
retroscena
sulle
trattative che hanno portato agli accordi. Gli ostacoli pi
grossi alla trattativa, racconta il quotidiano, arrivavano non
soltanto dai paesi produttori di combustibili fossili e da
quelli in via di sviluppo, ma anche dagli Stati Uniti, contrari
a qualunque accordo legalmente vincolante perch un
accordo di questo tipo avrebbe dovuto essere approvato
dal Congresso, dove la maggioranza repubblicana lo
avrebbe quasi certamente bocciato.
Per risolvere questi problemi, tra mercoled e gioved,
Europa e Stati Uniti hanno presentato una coalizione
trasversale di 90 paesi che rappresentava nazioni ricche e
nazioni in via di sviluppo. Grazie allaiuto di questo gruppo,
i negoziatori sono riusciti a convincere India, Cina e Arabia
Saudita ad accettare laccordo. Le obiezioni americane
sono state aggirate nella notte tra venerd e sabato,
quando i negoziatori francesi hanno preparato una bozza di
piano prendere o lasciare. Sabato sera, la bozza, che
costringeva tutte le varie parti a rinunciare ad alcune delle
loro linee rosse, stata finalmente approvata.

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