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Paradosso all’Assemblea Regionale Siciliana in dirittura d’arrivo una riforma senza copertura

finanziaria, è la legge sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti. I nuovi Consorzi che si
andranno a creare mancheranno delle necessarie risorse economiche e i debiti delle società
non potranno essere risanati perché ai Comuni mancheranno le anticipazioni che tanto si
aspettavano. Mancano all’appello 500 milioni di euro per attivare i mutui degli ATO.
Obiettivi della riforma implementare al massimo la raccolta differenziata con il servizio porta a
porta. La riforma prevede degli obiettivi in percentuale che i Comuni devono rispettare se non
vogliono essere commissariati (previsto dall’art 14) infatti tra le sanzioni previste in caso non
si rientri nei parametri stabiliti dalla legge è previsto lo scioglimento del Consiglio Comunale.
L'articolo 14 poi definisce i casi nei quali in presenza di inadempienze delle Srr, per mancata
adozione del piano d'ambito o per inadempienze nel bilancio si prevede il commissariamento
delle società da parte dell'assessorato alle Autonomie sociali.
Il varo della legge di riforma degli Ato, risulta ancora più urgente affinché si possano attuare
le procedure per il rientro dal deficit per oltre 1,2 miliardi dell'attuale sistema di ambiti
territoriali. Già con la legge finanziaria si devono trovare le risorse per sgravare i Comuni da
un costo che rende asfittici i bilanci degli Enti locali a danno di tanti servizi essenziali e del
welfare
Gli obiettivi fissati dalla Legge n.. 525-528/A per la raccolta differenziata il 20% entro il 2010,
il 40% della raccolta differenziata entro il 2012 ed il 65% entro il 2025.
Crescendo la percentuale di raccolta differenziata diminuisce il numero delle discariche ove
conferire che in una fase di transizione si dovrà crearne di nuove.
L’articolo 11 definisce le azioni che la Regione dovrà attivare, anche attraverso convenzioni con
soggetti pubblici e privati, per prevenire la produzione dei rifiuti: dalla riduzione degli
imballaggi monouso alla minimizzazione dei materiali di scarto.
La Legge prevede la creazione di aziende per il riutilizzo delle materie raccolte con la
differenziata.
L'articolo 12 prevede le azioni per favorire la raccolta differenziata e le forme di recupero
finalizzate alla creazione in Sicilia della cosiddetta 'green economy', cioè la produzione di
manufatti per uso civile e industriale realizzati con materie provenienti dalla raccolta
differenziata.
E’ imposto a tutti gli Enti Pubblici della Sicilia l’obbligo della differenziata.
Gli articoli 15 e 16 riguardano i criteri della definizione delle gare di appalto per l'affidamento
del servizio di gestione integrata dei rifiuti. L'articolo 17 stabilisce invece i parametri per le
procedure di autorizzazione relative alla gestione integrata dei rifiuti.
Restano da varare le parti della legge che riguardano alcuni nodi centrali della riforma come la
possibilità di "salvare i cosiddetti Ato virtuosi" cioé quelli che in questi anni hanno raggiunto
standard di efficienza e la gestione del personale attualmente in servizio.

Tutte le assunzioni fatte dai vecchi Ato senza concorso pubblico dopo il 2007 sono ritenute nulle e
le nuove società non potranno assumere nuovo personale per tre anni. Di fronte alle polemiche,
anche all'interno della maggioranza, il governatore, in aula assieme all'assessore all'Energia Pier
Carmelo Russo, ha ritirato l'emendamento che prevedeva il salvataggio dei cosiddetti Ato virtuosi,
individuati tra quelli che aveva raggiunto almeno il 15% di raccolta differenziata.
Domani l'Assemblea sara' chiamata ad esprimere il voto finale sulla legge nel suo complesso.

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LA COLPA DEI SINDACI NEL FALIMENTO DEGLI ATO
Assemblea Regionale Siciliana mercoledì 10 marzo 2010 alle ore 16
Apprendi Chiedo di Parlare
Presidente Ne ha facoltà
Apprendi Signor Presidente, onorevoli colleghi
La vicenda degli ATO è una vicenda triste e non capisco come mai alcuni colleghi si ostinino a
difendere la gran parte dei sindaci che sono, non solo complici, ma artefici del disastro gli ATO.
I sindaci che sono stati nei consorzi sono stati essi stessi attori dei disastri degli ATO; hanno
determinato le assunzioni facili; hanno gonfiato gli organici; non hanno messo in riscossione la
TRASU. Perché non lo hanno fatto? Solo per clientela: non chieder le tasse dovute ai cittadini
doiventa clientela per la prossima elezione.
Adesso, chi pagherà questo danno? Lo faranno i cittadini che sono stati presi in giro da questi stessi
sindaci. Adesso i costi sono diventati altissimi, si sono triplicati, e pagheranno i lavoratori di quelle
cooperative o i lavoratori assunti dalle agenzie interinali in periodi elettorali, con la promessa di un
posto di lavoro. Lavoratori che adesso non possono essere assunti. E voglio vedere questi sindaci ed
amministratori che si sono sbracciati, durante le campagne elettorali, per provvedere alle assunzioni
di questo personale.
Abbiamo una grande scommessa e, se si chiede qualche giorno di riflessione, credo sia necessario
concederlo perché - come ha detto qualche collega - occorre approfondire il disegno di legge e,
piuttosto che partorire una legge che può creare qualche difficoltà, perdere qualche giornata in più
può aiutarci certamente a renderlo un atto che può essere accolto dalla popolazione anche con
grande entusiasmo. Infatti i cittadini vogliono che si tolga l’immondizia dalle strade, davanti alle
case, davanti alle scuole, davanti ai negozi. E allora questa grande scommessa, assessore, ci vedrà sì
protagonisti perché sappiamo che stiamo toccando interessi, grandi interessi - quello delle
discariche gestite in una certa maniera, quello dei noli a caldo, quello delle assunzioni facili - e,
quindi, sarà un tragitto pieno di ostacoli. A noi la capacità di dare una risposta seria perché sarà
veramente un risultato importante se saremo capaci di rendere partecipi i siciliani in questo sforzo
che il nostro Parlamento saprà fare...........

RUSSO Pietro Carmelo, assessore per l’energia e i servizi per la pubblica utilità.
Signor Presidente, mi pare che siano emersi spunti interessanti, peraltro, del tutto posti
all’attenzione e cioè, in particolare, quello del maggiore coinvolgimento dei comuni e quello della
salvaguardia finanziaria che, credetemi, è un incubo, che io ho, delle amministrazioni locali. Il
problema però è che l’incubo del disastro finanziario dei comuni si sta trasferendo
sulla Regione siciliana.
L’Aula è, ovviamente, sovrana! Io desidero semplicemente dirvi che alla presenza, fra gli altri,
dell’onorevole Adamo, dell’onorevole Mineo, dell’onorevole Greco, alle ore 15.30 di questo
pomeriggio, nella Sala Rossa, davanti a me c’erano dodici sindaci che urlavano
come ossessi perché nell’ATO Palermo 1 vi è ancora una volta una situazione di
grave pericolo per l’igiene e la sanità pubblica. Ancora una volta ho autorizzato
la Regione siciliana ad “attingere alla cassa!”
Tutti voi sapete quello che significa. Significa, mandato allo scoperto. Ripeto, l’Assemblea
è sovrana, ma io non potrò più autorizzare, in nessun modo, interventi di sostegno dei comuni
rispetto alle esigenze di emergenza ambientale. Dall’assessorato all’economia mi comunicano che
la cassa non è più in condizione di reggere ulteriori accessi finanziari.

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La riforma TOGLIE agli ATO la gestione del ciclo integrato. Si realizza cioè la seperazione tra
gestione da un lato ed il controllo, la programmazione e le scelte dall’altro.
Gli ATO non saranno più Società di capitali ( S.p.a) [ ma Consorzi (obbligatori purtroppo) di
Comuni di tutta la Provincia] , che decidevano Autonomamente se gestire da sè o affidare in
maniera totalmente discrezionale in appalto tutto o in parte la gestione.
Avranno INVECE l’enorme potere di affidare ad un soggetto ESTERNO, tramite gara, la gestione
del servizio .
I Comuni dovranno obbligatoriamente sottoscrivere il Contratto con quel gestore. In ciò consiste la
sua “responsabilità” !!
In realtà quindi è un obbligo, un dovere.
Gli utenti dovranno pagare TIA o TARSU decisi dal Comune su indicazione dell’ATO. Il Comune
può decidere pure se non fare pagare nulla, ma si assume comunque l’onere di pagare prendendo i
soldi da un’altra voce di bilancio comunale.
Si parla di “multinazionali” (tre volte). Perchè dare per scontato questo fatto altamente
improbabile ? Le ditte saranno “italianissime” anzi “sicilianissime” mascherate in involucri
dall’aspetto “nazionale” o anche “multinazionale”.
La mia idea, invece, è che i consorzi debbano nascere su base VOLONTARIA e partendo dalla
delimitazione geografica attuale.
Tutti salvi quindi ? NO !
Dovrebbero essere salvati quelli che hanno dimostrato di avere realizzato negli anni 2008, 2009, e, a
consuntivo da verificare, nel 2010 obbiettivi di qualità del servizio ( per esempio ANCHE
percentuali discrete di raccolta differenziata) e obbiettivi economici (deficit al di sotto di una certa
soglia come per esempio si fa nella Unione Europea)
Questo principio era presente nel progetto PD , ma poi il PD ci ha rinunciato nell’arco di tre giorni,
visto che ha sottoscritto il nuovo disegno di legge di Giunta.
Ad evitare equivoci, i Comuni del Consorzio dovrebbero comunque essere Direttamente tirati in
causa nel pagamento del servizio. “ Ca nisciuno è fesso”.
“La Regione dovrebbe individuare i siti delle discariche”.
La legge quadro nazionale 152/2006 e il disegno di legge in discussione attribuiscono alla Regione
(delegandolo all’Assessorato) il compito di individuare i CRITERI in base ai quali si individuano le
AREE NON IDONEE e le AREE IDONEE. Le Province poi dovrebbero individuare queste AREE
e i SITI IDONEI.
Nulla si dice sulla proprietà e sulla gestione di questi siti.
Ora sappiamo che le discariche sono un terreno di coltura non solo di batteri, virus, materiali
velenosissimi e inquinanti, ma anche di interessi MAFIOSI legati al traffico di rifiuti tossici e di
rifiuti speciali.
Le discariche, aperte e chiuse, devono essere invece “aperte” al controllo delle comunità presso le
quali si trovano, gestite secondo il principio della SICUREZZA PUBBLICA E DELLA
SICUREZZA SOCIALE ( cioè del controllo mafioso) a prescindere da quanto costa. E questo lo
può garantire MAGGIORMENTE (non al 100% purtroppo) la PROPRIETA’ E LA GESTIONE
PUBBLICA della discarica. Chi mi garantisce la bonifica futura ? Il privato che le ha gestite in base
al criterio del profitto immediato ?
Per me è la Regione che deve farsi carico di questo. Per tutte le discariche della Regione.

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“Siamo convinti che la gestione integrata dei rifiuti debba essere fatta in regime di libera
concorrenza tra piccole ditte pubbliche e private locali”
Io sono convinto che l’iniziativa privata possa (non debba) essere consentita ed esercitata comunque
NON IN REGIME DI MONOPOLIO. Sono convinto inoltre che nel caso di servizi pubblici, il
servizio gestito dal pubblico (Regione, Provincia, Comune, o consorzi vari) DEBBA avere la
priorità sul privato( e non, come dice il recentissimo decreto Ronchi, il contrario).
Questo in modo particolare per le discariche e per tutti gli impianti che abbiano un forte impatto
sull’ambiente, sulla legalità, e sul sociale.
salvatore.durante@alice.it

Ritengo, innanzi tutto, che noi possiamo dare un giudizio di merito sull’operato dell’attività
legislativa della Regione solo se conosciamo bene due cose:

a)i margini di intervento del parlamento regionale, rispetto alla normativa nazionale e a
quella comunitaria;
b)quale sistema, nel nostro territorio, può rappresentare l’optimum ed in che cosa consiste
questo optimum.
Riguardo il primo punto ci interessa sapere se, in qualche punto del nuovo piano, sarà
previsto l’obbligo di passare definitivamente dalla tassa alla tariffa.
La legge 158/99, istitutiva della tariffa, che sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1°
gennaio 2000 in tutta Italia, nel Mezzogiorno è stata di fatto derogata e ancora oggi il
parametro di calcolo prevalente per la determinazione di quanto le famiglie devono
pagare, con la TARSU, è costituito dalla superficie dell’abitazione in cui si vive. Con questo
autentico atto di sabotaggio della R.D., i Comuni , hanno continuato a coprire la spesa per
la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti con il gettito della TARSU, dell’ICI e dell’IRPEF.
L’effetto più pernicioso del reiterato rinvio dell’applicazione della tariffa, tuttavia, è
stato quello di scollegare completamente l’importo pagato dai cittadini dall’”efficienza”
dei cittadini stessi nel fare la R.D..
In assenza del pur minimo riconoscimento (anche economico) all’utente per l’impegno nel
praticare la R.D. ed in assenza del servizio porta a porta, per farla breve, si è arrivati
all’emergenza con il commissariamento, delle cui vicende siamo tutti informati. La
ciliegina dei commissariamenti e della gestione della maggior parte degli ATO-carrozzoni è
consistita nel fatto che nessuno di questi soggetti, nonostante le ingenti somme stanziate
ed elargite, era tenuto a garantire dei risultati.
Una cosa che mi piacerebbe leggere nel nuovo piano di rifiuti regionale non è l’applicazione
della tariffa ma anche (se la Regione ha la possibilità di farlo) una modifica della 158/99
nel senso di ridurre al minimo i parametri relativi alla superfici delle case ed al numero dei
componenti il nucleo familiare, enfatizzando quello del comportamento dei cittadini nei
confronti della R.D..
Nel piano rifiuti regionale ci dovrebbe essere una norma correttiva della legge nazionale
(che è una libera interpretazione delle direttive europee) che prevede, per i condomini, il
conferimento dei rifiuti in cassonetti comuni. Ciò, rendendo impossibile la tracciabilità del
sacchetto, vanificherebbe ogni opera di responsabilizzazione dei singoli utenti.
Nel quadro della strategia per la prevenzione della produzione dei rifiuti, di cui si fa un
gran parlare ma di cui si fa poco, la Regione dovrebbe prendere esempio dal Comune di
Torre Boldone, la cui amministrazione, fattosi bene i conti, ha trovato economicamente
conveniente regalare alle mamme con bambini piccoli dei pannolini riusabili, più igienici ed
economici di quelli usa-e-getta, ed istituire un servizio di raccolta-lavaggio-riconsegna dei
pannolini a domicilio. Il costo dei pannolini e quello del servizio era inferiore al costo di
conferimento dei pannolini in discarica e si salvava l’ambiente su cui non gravava il peso di
una frazione merceologica praticamente intrattabile.
Per quanto riguarda gli impianti di compostaggio c’è da fare un paio di considerazioni. La

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prima si riferisce all’attuale legge che, non considerando le nuove tecnologie con cui questi
impianti oggi vengono costruiti, li considera impianti industriali e impone di costruirli fuori
dai centri abitati.
In realtà, da un punto di vista strettamente tecnico, essi potrebbero essere alloggiati in
una costruzione anche in pieno centro città senza tradire la loro presenza, grazie ai filtri
biologici di nuova concezione, con qualsivoglia odore molesto.
La scelta del commissario straordinario, che probabilmente non sarà messa in discussione
nel nuovo piano, privilegiando discutibili “economie di scala”, prevede pochi grossi
impianti a cui i comuni, distanti anche centinaia di chilometri devono conferire il materiale
organico.
Questa impostazione non tiene conto di alcune necessarie considerazioni:
a) le economie di scala vengono abbondantemente annullate dai maggiori costi di
trasporto. Si verifica pure l’assurdo che molti comuni ad economia agricola, e quindi
potenziali utilizzatori del compost, devono trasportare l’organico all’impianto e da quì
riportare il compost maturo nelle proprie campagne.
b) Alla fine del processo di compostaggio, il compost maturo e pronto per essere usato o
trasportato, pesa poco più della metà della massa di origine. Se invece di trasportare
direttamente l’organico questo viene fatto prima compostare in loco, si dimezzano i costi
di trasporto. Se poi il compost viene impiegato nel luogo di produzione questi costi vengono
quasi azzerati.
L’impianto di compostaggio, che per funzionare ha bisogno anche di reintegrare l’acqua che
nel processo di bio-ossidazione si perde sotto forma di vapore, e di una certa quantità di
azoto organico per alimentare i batteri responsabili della fermentazione, trova il suo
naturale complemento in un impianto di trattamento dei liquami urbani, che produce
fanghi ricchi, appunto, di acqua e di azoto.
In conclusione, il nuovo piano dei rifiuti dovrebbe prevedere almeno un impianto di co-
compostaggio per ogni comune che, in un colpo solo, risolverebbe vantaggiosamente sotto
molteplici aspetti il problema dei rifiuti urbani organici, sia nella loro forma solida che in
quella liquida.
Copiando ciò che ha già realizzato il Comune di Milano, dovrebbe imporre la creazione di
fontanelle pubbliche dove viene erogata, gratis o a prezzi politici, acqua senza cloro e
disinfettata con ozono e raggi UV. Dovrebbe pure prevedere incentivi fiscali per quei
negozianti che vendono detersivi e latte alla spina.
Oltre a limitare drasticamente la quantità di contenitori di plastica, si realizzerebbe pure
un notevole risparmio energetico.
Per realizzare tutto ciò la forma ATO è, a mio giudizio, inadeguata. La formula vincente
sarebbe il ritorno ad una gestione in economia per quei comuni che lo richiedono, offrendo
loro l’appoggio logistico dell’ATO di appartenenza unicamente per il trattamento e la
destinazione dei rifiuti speciali e della frazione residua della R.D., uniche frazioni per le
quali il Comune dovrebbe pagare un corrispettivo per il servizio.
Un piano rifiuti degno di questo nome dovrebbe seriamente considerare l’impiego dei
cenciaioli, prevedendo (esattamente il contrario di quanto ha fatto Cammarata), un
concreto e consistente appoggio logistico per la loro attività. Non ho fatto bene i conti ma,
ad occhio e croce, grazie ai cenciaioli, i comuni e gli ATO si troverebbero nella condizione
di realizzare consistenti economie e di poter disporre di personale in esubero da impiegare
proficuamente nei nuovi servizi e, soprattutto, nei controlli.
Per quanto riguarda l’idea di chiedere il parere di Angelini sono d’accordo, ma con qualche
cautela: il personaggio è molto preparato e conosce la materia come pochi. Non dobbiamo
però dimenticare che, ai tempi del governo Capodicasa, è stato l’autore, assieme a
Michelon, del P.I.E.R., in cui erano previsti degli inceneritori...

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Seduta n. 153 Martedì 16 marzo 2010
ALLEGATO EMENDAMENTI APPROVATI NEL CORSO DELLA SEDUTA DISEGNO DI LEGGE “GESTIONE
INTEGRATA DEI RIFIUTI E BONIFICA DEI SITI INQUINATI” (NN. 525-528/A)
Riprende il seguito della discussione del disegno di legge numeri 525-528/A
PRESIDENTE. Riprende il seguito della discussione del disegno di legge numeri 525-528/A
Si passa all’articolo1.
Ne do lettura:
«Titolo I Oggetto finalità e competenze

Articolo 1 Oggetto e finalità


1. Oggetto della presente legge è la disciplina della gestione integrata dei rifiuti e la messa in
sicurezza, la bonifica, il ripristino ambientale dei siti inquinati, nel rispetto della salvaguardia e
tutela della salute pubblica, dei valori naturali, ambientali e paesaggistici, in maniera coordinata
con le disposizioni del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed
integrazioni, in attuazione delle direttive comunitarie in materia di rifiuti. Finalità della presente
legge sono le
seguenti:
a) prevenire la produzione di rifiuti e ridurre la pericolosità;
b) promuovere la progettazione di prodotti ed imballaggi tali da ridurre all’origine la produzione
di
rifiuti, soprattutto non riciclabili, adottando anche le necessarie forme di incentivazione;
c) promuovere l’informazione e la partecipazione dei cittadini, attraverso adeguate forme di
comunicazione, rivolte anche agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado;
d) promuovere il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti urbani e speciali;
e) promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e di quelli assimilati agli urbani,
adottando in via prioritaria il sistema di raccolta porta a porta e definendo sistemi di premialità e
penalizzazione finalizzati ad aumentarne le relative percentuali;
f) incrementare l’implementazione di tecnologie impiantistiche a basso impatto ambientale, che
consentano un risparmio di risorse naturali;
g) ridurre la movimentazione dei rifiuti attraverso l’ottimizzazione dello smaltimento in impianti
prossimi al luogo di produzione, con la garanzia di un alto grado di tutela e protezione della
salute e
dell’ambiente;
h) favorire la riduzione dello smaltimento in discarica;
i) riconoscere il ruolo dei comuni quali responsabili del servizio erogato ai propri cittadini,
anche
attraverso soggetti diversi;
l) valorizzare la partecipazione dei cittadini, con particolare riferimento a forme di premialità
economiche in funzione dei livelli di raccolta differenziata raggiunti;
m)rendere compatibile l’equilibrio economico del servizio di gestione integrata dei rifiuti con
le
risorse pubbliche disponibili e con le entrate derivabili dalla riscossione della TARSU o della
TIA,
avuto riguardo alla necessità di tutelare con misure di perequazione le fasce sociali più deboli
e di
ridurre l’evasione e la elusione fiscale in materia.
2. Ai fini di quanto previsto dal comma 1 la Regione assicura lo smaltimento dei rifiuti urbani non
pericolosi attraverso una progressiva autosufficienza degli Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.) di

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cui all’articolo 200 del decreto legislativo 152/2006. Per i rifiuti speciali prodotti dalle aziende
commerciali e dalle industrie si applica, per quanto possibile ed ambientalmente conveniente, il
principio della vicinanza del luogo di produzione a quello di smaltimento, tenendo conto del
contesto geografico, delle eventuali condizioni di crisi ambientale o della necessità di impianti
specializzati. Il conferimento dei rifiuti avviene previo decreto emanato dal competente
Dipartimento regionale delle acque e dei rifiuti, che verifichi l’esistenza di tutte le condizioni
necessarie al conferimento stesso.
3. Per quanto non disciplinato dalla presente legge, si applicano le disposizioni contenute nel
decreto legislativo 152/2006 e nella normativa statale e comunitaria vigente».
Comunico che sono stati presentati i seguenti emendamenti:
PRESIDENTE. L’Assemblea ne prende atto.
Pongo, quindi in votazione l’articolo 1, così come risulta emendato.
Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.
(E’ approvato)

All’articolo 1:
Emendamento 1.14:
Al comma 2 sono soppresse le parole ‘prodotti dalle aziende commerciali e dalle industrie’.

«Articolo 2 Competenze della Regione

1. Alla Regione compete quanto previsto dall’articolo 196 del decreto legislativo 152/2006 ed in

particolare:
a) la promozione della gestione integrata dei rifiuti, come complesso delle attività volte a ridurre
la
quantità dei rifiuti prodotti, nonché ad ottimizzare la raccolta, compresa la raccolta differenziata,
il
recupero e lo smaltimento dei rifiuti;
b) l’approvazione, sentita la Conferenza Regione-Autonomie locali, del piano regionale di
gestione dei rifiuti;
c) la verifica di conformità al piano regionale di gestione dei rifiuti dei Piani d’ambito di cui
all’articolo 10;
d) il rilascio dell’autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei
rifiuti
sanitari, nonché l’autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti, secondo le disposizioni
statali e comunitarie e sulla base di quanto stabilito dal piano regionale di gestione dei rifiuti;
e) la predisposizione, sentita la Conferenza Regione-Autonomie locali, dello schema degli atti
previsti per la costituzione dell’Autorità d’Ambito;
f) la determinazione, sentita la Conferenza Regione-Autonomie locali, dei criteri per la
determinazione di idonee misure compensative in favore:
1) dei soggetti proprietari degli impianti di recupero, trattamento e smaltimento da conferire
in
disponibilità all’Autorità d’Ambito, rapportandole agli investimenti effettuati per la
realizzazione
degli impianti medesimi ed ai relativi ammortamenti, nonché ai costi di gestione in fase
postoperativa;
2) dei comuni interessati dall’impatto ambientale determinato dalla localizzazione degli
impianti di
recupero, trattamento e smaltimento;
g) le funzioni di approvazione dei progetti e di autorizzazione all’esercizio delle attività relative
ad

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impianti di recupero e smaltimento rifiuti, previste dagli articoli 208, 209, 210 e 211 del decreto
legislativo 152/2006;
h) la definizione degli standard minimi da inserire nel bando e nel capitolato e l’adozione di uno
schema tipo di contratto del servizio integrato di gestione dei rifiuti;
i) l’elaborazione, l’approvazione e l’aggiornamento dei piani per la bonifica di aree inquinate;
j) la determinazione degli interventi finanziari necessari per l’attuazione del piano regionale di
gestione dei rifiuti;
k) la determinazione degli interventi a favore della realizzazione di impianti di ricerca e di
sperimentazione di cui all’articolo 211 del decreto legislativo 152/2006;
l) le funzioni di monitoraggio, programmazione e controllo in ausilio all’Osservatorio nazionale
sui rifiuti, di cui all’articolo 206 bis del decreto legislativo n. 152/2006;
m)l’adozione, nei casi previsti, degli interventi di controllo sostitutivo;
n) l’autorizzazione a smaltire, per un periodo limitato, rifiuti urbani presso impianti ubicati fuori
dal territorio provinciale di produzione degli stessi;
o) le disposizioni tecniche e le prescrizioni per l’organizzazione della gestione dei rifiuti
speciali;
p) l’attivazione della raccolta differenziata dei rifiuti non pericolosi, ai sensi dell’art. 5 del
decreto
del Presidente della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254.

2. L’Assessore regionale per l’energia ed i servizi di pubblica utilità definisce con


proprio decreto:

a) le forme di concertazione e di consultazione, anche mediante la costituzione di un tavolo


tecnico istituzionale, allo scopo di garantire la massima diffusione e concertazione non
vincolante
sulle decisioni in materia di gestione dei rifiuti;
b) l’approvazione delle linee guida in materia di gestione integrata dei rifiuti necessarie
all’attuazione della presente legge.

3. Fatta salva ogni diversa previsione espressa, l’Assessorato regionale dell’energia ed i


servizi di pubblica utilità adotta con decreto del dirigente generale tutti i provvedimenti applicativi
inerenti alle attribuzioni affidate all’Amministrazione regionale in forza della presente legge. In
particolare, sono definiti con decreto del dirigente generale:
a) gli standard minimi e massimi della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, ai sensi dell’articolo
238 del decreto legislativo 152/2006, rilasciando parere preventivo alle Autorità d’ambito che ne
facciano richiesta. Nel caso in cui un’Autorità d’ambito approvi una tariffa al di fuori dei limiti
minimi e massimi individuati, la Regione attiva d’ufficio la verifica dei costi di gestione dei rifiuti
dell’autorità d’ambito e della loro congruenza con la tariffa determinata;
b) gli standard minimi e massimi della tariffa per lo smaltimento, il trattamento ed il recupero dei
rifiuti urbani ed assimilati, nonché delle misure compensative sulla base dei criteri di cui al comma
1, lettera f), rilasciando parere preventivo alle Autorità d’ambito che ne facciano richiesta. Nel caso
in cui un’Autorità d’ambito approvi una tariffa al di fuori dei limiti minimi e massimi individuati, la
Regione attiva d’ufficio la verifica dei costi dell’impianto e della loro congruenza con la tariffa
determinata;
c) gli standard minimi e massimi dei servizi di gestione dei rifiuti urbani, predisponendo altresì
bando, capitolato e contratto di servizio tipo sulla base dei quali hanno luogo le procedure di
evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi, nonché la stipula dei relativi contratti d’appalto».

All’articolo 2:
Emendamento 2.33:
Al comma 1 sostituire il primo alinea con le seguenti parole ‘Nel rispetto delle linee guida e dei
criteri generali di cui all’articolo 195 del decreto legislativo 152/2006 la Regione esercita le

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competenze di cui all’articolo 196 del medesimo decreto legislativo anche provvedendo alla’.
Emendamento 2.7:
Al comma 1, lettera b) sostituire la parola “approvazione” con la parola “adozione”.
Emendamento 2.32 (I parte):
Al comma 1, lettera e) sostituire le parole “dell’Autorità d’ambito” con le parole “società di
regolamentazione del servizio di raccolta rifiuti, di cui al successivo articolo 6”.
Subemendamento 2.8.2 all’emendamento 2.8.1:
Dopo le parole “degli impianti medesimi” aggiungere le parole “al netto delle risorse pubbliche
investite per la realizzazione degli impianti”.
Subemendamento 2.8.1.1 all’emendamento 2.8.1:
Al terzo rigo sostituire la parola ‘prodotti’ con la parola ‘trattati’.
Emendamento 2.8.1 di riscrittura dell’emendamento 2.8:
‘1) dei soggetti proprietari degli impianti di recupero, trattamento e smaltimento, operanti alla
data del 31 dicembre 2009, da conferire in disponibilità totale o parziale alle SRR, rapportandole
all’uso storico dell’impianto ossia alla quantità dei rifiuti prodotti, agli investimenti effettuati per
la realizzazione degli impianti medesimi ed ai relativi ammortamenti nonché ai costi di gestione
in fase post-operativa;’.
Emendamento 2.32 (II parte):
Al comma 1, lettera f), punto 1) sostituire le parole “all’Autorità d’ambito” con “S.R.R.”.
Emendamento 2.10:
Al comma 1, lettera f), punto 2), dopo le parole “dei comuni interessati” aggiungere le parole “ivi
compresi quelli limitrofi alle discariche o la cui area urbana è interessata al transito di mezzi
adibiti al trasporto dei rifiuti,”.
Emendamento 2.19:
Al comma 1, lettera g) sostituire le parole “le funzioni” con le parole “le competenze”.
Emendamento 2.18:
Al comma 1, lettera g), cassare il richiamo all’articolo 209.
Subemendamento 2.2.1:
All’emendamento 2.2 le parole ‘utilizzate solo per ridurre la’ sono sostituite dalle seguenti:
‘finalizzate alla riduzione della’.
Emendamento 2.2:
Al comma 1, lettera j) dopo le parole “piano regionale di gestione dei rifiuti” aggiungere le parole
“che dovranno essere utilizzati solo per ridurre la tariffa sostenuta dai cittadini”.
Emendamento 2.32 (III parte):
Al comma 1, lettera n), dopo le parole “degli stessi” aggiungere le parole “per le ipotesi previste
dall’articolo 191 del decreto legislativo n. 152/2006”.
Emendamento 2.34:
La lettera o) del comma 1 è soppressa.
Emendamento 2.12.1 di riscrittura dell’emendamento 2.12:
Al comma 1 aggiungere la seguente lettera:
‘q) per gli aspetti di propria competenza l’attivazione dei centri di raccolta nazionale individuati ai
sensi dell’articolo 195, comma 1, lettera f)’.
Emendamento 2.3:
Al comma 3 dopo le parole “pubblica utilità” aggiungere le parole “ferme restando le competenze
di cui all’articolo 91 della legge regionale n. 6/2001”.
Subemendamento 2.32.1 all’emendamento 2.32 (IV parte):
Dopo le parole ‘in particolare’ aggiungere le parole ‘sono indicati’.
Emendamento 2.32 (IV parte):
Al comma 3, sostituire le parole “in particolare, sono definiti, con decreto del dirigente
generale”con “in particolare, con decreto del dirigente generale”.
Emendamento 2.32 (V parte):
Al comma 3, sostituire la lettera a) con la seguente:
“a) sono rilevati i livelli impositivi applicati nei singoli ambiti territoriali ottimali, al fine di

9
accertare e valutare, per ogni ambito, la congruenza fra l’imposizione tributaria applicata ed i
costi del servizio di gestione integrata dei rifiuti”;
Emendamento 2.4:
Al comma 3, lettera a) sostituire le parole “gli standard minimi e massimi della tariffa per la
gestione dei rifiuti urbani” con “i criteri e standard minimi per la definizione della tariffa per
assicurare il complesso della gestione del ciclo integrato dei rifiuti”.
Emendamento 2.32 (VI parte):
Al comma 3, sostituire la lettera b) con la seguente:
“b) sono rilevati i livelli applicati della tariffa per lo smaltimento, il trattamento ed il recupero dei
rifiuti solidi urbani ed assimilati, nonché delle misure compensative, sulla base dei criteri di cui
all’articolo 2, comma 1, lettera f), al fine di accertare la congruenza fra i costi dell’impianto e la
tariffa determinata”.
Emendamento 2.5:
Al comma 3, lettera b) sostituire le parole “gli standard minimi e massimi” con le parole “i criteri
e standard minimi e massimi”.
Emendamento 2.32 (VII parte):
Al comma 3, lettera c) prima delle parole “gli standard minimi” aggiungere le parole “sono
definiti”.
Emendamento 2.6:
Al comma 3, lettera c) sostituire le parole “gli standard minimi e massimi” con le parole “i criteri
e standard minimi e massimi”.

Seduta n. 154
Mercoledì 17 marzo 2010
«Art. 3. Competenze delle province
l. Le province esercitano le funzioni di cui all’articolo 197 del decreto legislativo 152/2006 e in
particolare:
a) il controllo e la verifica degli interventi di bonifica ed il monitoraggio ad essi conseguenti;
b) il controllo periodico su tutte le attività di gestione, di intermediazione e di commercio dei
rifiuti, ivi compreso l’accertamento delle violazioni delle disposizioni di cui alla parte quarta del
decreto legislativo 152/2006;
c) la verifica ed il controllo dei requisiti previsti per l’applicazione delle procedure semplificate;
d) l’individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui
all’articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove già adottato, e delle
previsioni di cui all’articolo 199, comma 3, lettere d) e h), del decreto legislativo 152/2006, nonché
sentiti l’Autorità d’ambito ed i comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di
smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di
smaltimento dei rifiuti. Le province istituiscono, ai sensi della legge 23 marzo 2001, n. 93,
l’Osservatorio provinciale sui rifiuti, per coadiuvare le funzioni di monitoraggio, programmazione e
controllo dell’Osservatorio regionale sui rifiuti, provvedendo ai relativi adempimenti utilizzando le
risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente;
e) la tenuta del registro delle imprese e degli enti sottoposti alle procedure semplificate di cui agli
articoli 214, 215 e 216 del decreto legislativo 152/2006, integrando tale registro con i dati relativi
agli impianti comunque autorizzati ed operativi presenti sul proprio territorio, ed inviano i relativi
dati all’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente, all’Assessorato regionale dell’energia e
dei servizi di pubblica utilità ed all’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente (A.R.P.A.
Sicilia);
f) la stipula, previa approvazione dell’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica
utilità, di accordi interprovinciali per la gestione di determinate tipologie di rifiuti, al fine del
raggiungimento di una maggiore funzionalità ed efficienza della gestione dei rifiuti non perseguibile
all’interno dei confini dell’ATO;

10
g) la redazione dell’elenco delle imprese e degli enti sottoposti alle procedure semplificate di cui
all’articolo 214 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni.
2. II presidente della provincia adotta le ordinanze di cui all’articolo 191 del decreto legislativo
152/2006 e successive modifiche ed integrazioni, per tutte le tematiche che esulino dal
territorio di un singolo comune e che ricadano nell’ambito del territorio provinciale, ove non
altrimenti attribuite.
3. Per le attività di propria competenza la provincia si avvale del supporto tecnico scientifico
dell’ARPA Sicilia, rimborsando i soli costi sostenuti dalla predetta Agenzia e con espresso
divieto
del ricorso a soggetti esterni.
4. La Provincia invia ogni trimestre alla Regione le informazioni e i dati autorizzativi ed ogni
anno redige ed invia alla Regione una relazione sulle attività svolte».

All’articolo 3:
Emendamento 3.15:
Al comma 1 il primo alinea è sostituito dal seguente periodo: “La provincia esercita le funzioni di
cui all’articolo 197 del decreto legislativo 152/2006 anche provvedendo nell’ambito della propria
competenza alle seguenti funzioni:”.
Emendamento 3.14:
Al comma 1 lettera d) sostituire le parole “l’Autorità d’ambito” con le parole “la società di
regolamentazione, di cui al successivo articolo 6, territorialmente competente”.
Emendamento 3.18:
Al comma 1 lettera d) la parola “istituiscono” è sostituita con le parole “possono istituire”.
Emendamento 3.2:
Al comma 1 lettera d), ultimo capoverso, dopo le parole “strumentali e finanziarie” aggiungere la
parola “già” e sopprimere le parole “a legislazione vigente.”.
Emendamento 3.16:
Al comma 1 cassare la lettera g).
Emendamento 3.1:
Al comma 2 dopo le parole “modifiche ed integrazioni” aggiungere “nonché”.
Emendamento 3.6:
Al comma 3, alla fine del periodo, dopo le parole “soggetti esterni” aggiungere le parole “salve
apposite convenzioni con altre strutture pubbliche o universitarie che si impegnino a stipulare
accordi economici di consulenza e prestazioni alle medesime condizioni praticate dall’ARPA
Sicilia”.

«Articolo 4 Competenze dei comuni


1. I comuni concorrono alla gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati, secondo quanto
previsto dall’articolo 198 del decreto legislativo 152/2006, in raccordo con le Autorità d’ambito che
esercitano le relative competenze ai sensi dell’articolo 200 del citato decreto legislativo 152/2006. I
comuni approvano, altresì, i progetti di bonifica dei siti inquinati.
2. Per le finalità di cui al comma 1 i comuni:
a) stipulano il contratto di appalto per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti
con
i soggetti individuati con le modalità di cui all’articolo 15 dalle Autorità d’ambito, relativamente
al
territorio di ogni singolo comune;
b) assicurano il controllo del pieno adempimento dell’esecuzione del contratto di servizio nel
territorio comunale;
c) provvedono al pagamento del corrispettivo per l’espletamento del servizio di gestione
integrata

11
dei rifiuti nel territorio comunale, assicurando l’integrale copertura dei relativi costi,
congruamente
definendo a tal fine, sino all’emanazione del regolamento ministeriale di cui all’articolo 238 del
decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni, la tariffa d’igiene
ambientale
(TIA) o la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), ovvero prevedendo nei
propri
bilanci le risorse necessarie e vincolandole a dette finalità, secondo le modalità di cui all’articolo
6,
comma 6;
d) provvedono, altresì, all’adozione della delibera di cui all’articolo 159, comma 2, lettera c) del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, vincolando le somme destinate al servizio di gestione
integrata dei rifiuti e garantendo il permanere del vincolo di impignorabilità, mediante pagamenti
in
ordine cronologico;
e) adottano, ove necessario, la delibera di cui all’articolo 194, comma 1, lettera b) del decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267, avviando la conseguente azione di responsabilità nei confronti
degli amministratori dell’ Autorità d’ambito;
f) adottano il regolamento comunale per la raccolta differenziata in conformità alle linee guida
allegate al piano regionale di gestione dei rifiuti di cui all’articolo 9 ed al piano d’ambito di cui
all’articolo 10;
g) adottano disposizioni per la tutela igienico-sanitaria nella gestione dei rifiuti;
h) determinano ed approvano la TARSU ed approvano la TIA determinata dall’Autorità
d’ambito;
i) provvedono all’abbattimento delle barriere architettoniche nel conferimento dei rifiuti;
j) esercitano le funzioni atte a garantire la raccolta delle diverse frazioni di rifiuti urbani e
prescrivono le disposizioni per la corretta gestione dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti
cimiteriali;
k) emanano le ordinanze per l’ottimizzazione delle forme di conferimento, raccolta e trasporto
dei
rifiuti primari di imballaggio e la relativa fissazione di obiettivi di qualità;
l) regolamentano, per quantità e qualità, i rifiuti speciali non pericolosi assimilabili ai rifiuti
urbani
ai fini della raccolta e dello smaltimento sulla base dei criteri fissati dalle norme vigenti, ove non
disciplinati dalla Regione;
m)prevedono, di concerto con la Regione, le province e le Autorità d’ambito, all’interno degli
strumenti di pianificazione urbanistica, le infrastrutture e la logistica necessaria per la raccolta
differenziata e per lo smaltimento, riciclo e riuso dei rifiuti;
n) promuovono attività educative, formative e di comunicazione ambientale a sostegno della
raccolta differenziata;
o) verificano lo stato di attuazione della raccolta differenziata e la qualità del servizio erogato dal
soggetto gestore, attraverso un comitato indipendente costituito da rappresentanti delle
associazioni
ambientaliste, dei consumatori e di comitati civici.
3. I comuni rappresentanti almeno il 20 per cento delle quote di partecipazione all’Autorità
d’ambito possono promuovere la valutazione, da parte dell’Assessorato regionale dell’energia e dei
rifiuti, dei costi stimati nel piano d’ambito per l’espletamento del servizio di gestione integrata dei
rifiuti. L’Assessorato medesimo assume le proprie determinazioni entro sessanta giorni dalla
richiesta, prorogabili per una sola volta per ulteriori sessanta giorni, ove necessario per esigenze
istruttorie. Trascorsi i predetti termini, i costi del servizio si intendono definitivamente assentiti,
fatta salva la potestà per le singole amministrazioni comunali di impugnazione della relativa
delibera o del silenzio-assenso in sede giurisdizionale o con ricorso straordinario al Presidente
della Regione.

12
4. II sindaco adotta le ordinanze di cui agli articoli 191 e 192 del decreto legislativo 152/2006 e
successive modifiche ed integrazioni, per tutti gli interventi che ricadano nell’ambito del territorio
comunale.
5. Nell’ambito del proprio territorio, ciascun comune esercita il controllo sulla qualità e
l’economicità del servizio espletato per la gestione integrata dei rifiuti, attivando, di concerto con
l’Autorità d’ambito e con il gestore del servizio, tutte le misure necessarie ad assicurare l’efficienza
e l’efficacia del servizio e l’equilibrio economico e finanziario della gestione».

All’articolo 4:
Emendamento 4.38:
Al comma 1 è soppresso l’ultimo periodo.
Emendamento 4.37:
Al comma 1 il primo alinea è sostituito con il seguente periodo: “I comuni esercitano le funzioni
di cui all’articolo 198 del decreto legislativo 152/2006 anche provvedendo, nell’ambito della
propria competenza, alle finalità di cui al comma 2.
Emendamento 4.35 (II parte):
Al comma 2 lettera a) sostituire le parole “Autorità d’ambito” con le parole “delle società
consortili”.
Emendamento 4.35 (III parte):
Al comma 2 lettera e) sostituire le parole “dell’Autorità d’ambito” con le parole “delle società
consortili”.
Emendamento 4.3:
Al comma 2 lettera g) dopo le parole “adottano” aggiungere le parole “per quanto di
competenza”.
Emendamento 4.35 (IV parte):
Al comma 2 lettera h) sostituire le parole “ed approvano la TIA determinata dall’Autorità
d’ambito” con le parole “e la Tariffa di igiene ambientale con le modalità e nei limiti previsti
dall’articolo 238 del decreto legislativo n. 152/2006;”.
Emendamento 4.35 (V parte):
Al comma 2 lettera m) sostituire le parole “Autorità d’ambito” con le parole “società consortili tra
enti locali di cui al successivo articolo 6”.
Emendamento 4.30:
Al comma 2 lettera m) aggiungere dopo le parole “per la raccolta differenziata” le parole “per la
separazione secco umido”.
Emendamento 4.41:
Al comma 2 lettera o) dopo la parola “gestore”, aggiungere la parola “anche”.
Emendamento 4.35 (VI parte):
Al comma 3 sostituire le parole “all’Autorità d’ambito” con le parole “alla società consortile di
regolamentazione d’ambito”
Emendamento 4.35 (VII parte):
Al comma 5 sostituire le parole “con l’Autorità d’ambito” con le parole “con la società consortile
di regolamentazione”.
«Art. 5. Ambiti territoriali ottimali per la gestione integrata dei rifiuti

1.Gli Ambiti territoriali ottimali (ATO) coincidono con il territorio di ciascuna provincia e sono

di seguito individuati:
a) ATO l – PALERMO;
b) ATO 2 – CATANIA;
c) ATO 3 – MESSINA;
d) ATO 4 – AGRIGENTO;
e) ATO 5 – CALTANISSETTA;

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f) ATO 6 – ENNA;
g) ATO 7 – RAGUSA;
h) ATO 8 – SIRACUSA;
i) ATO 9 – TRAPANI.

2. I comuni appartenenti all’ATO possono richiedere il passaggio ad un diverso ATO, secondo


quanto previsto dall’articolo 200, comma 6, del decreto legislativo 152/2006. La richiesta è
corredata da delibera favorevole da parte dell’ATO di appartenenza e dell’ATO di destinazione. Il
passaggio è disposto mediante decreto dell’Assessore regionale per l’energia ed i servizi di pubblica
utilità, previa istruttoria da parte del competente Dipartimento ed è adottato entro centottanta giorni
dalla presentazione della richiesta, che si intende assentita nel caso di infruttuoso decorso del
termine.»
ALLEGATO EMENDAMENTI APPROVATI NEL CORSO DELLA SEDUTA DISEGNO DI LEGGE “GESTIONE
INTEGRATA DEI RIFIUTI E BONIFICA DEI SITI INQUINATI” (NN. 525-528/A)

All’articolo 5:
Emendamento 5.22:
L’art. 5 è così riformulato
«Art. 5.
Ambiti territoriali ottimali per la gestione integrata dei rifiuti
1. Sulla base delle esigenze di efficacia, efficienza ed economicità di cui all’articolo 200, comma
1, lettera f) del decreto legislativo n. 152/2006 ed in attuazione dei principi di coordinamento della
finanza pubblica di cui ai commi 33 e 38 dell’articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244,
nonché al fine di consentire il sollecito avvio dell’assetto organizzativo derivante
dall’applicazione della presente legge sono confermati gli Ambiti territoriali ottimali costituiti in
applicazione dell’articolo 45 della legge regionale n. 2/2007, quali identificati nel D.P.R.
n. 127/2007, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 6 giugno 2008, n. 25.
Essi sono i seguenti:
ATO 1 – PALERMO;
ATO 2 – CATANIA;
ATO 3 – MESSINA;
ATO 4 – AGRIGENTO;
ATO 5 – CALTANISSETTA;
ATO 6 – ENNA;
ATO 7 – RAGUSA;
ATO 8 – SIRACUSA;
ATO 9 – TRAPANI;
ATO 10 – ISOLE MINORI.
2. Il piano regionale dei rifiuti di cui all’articolo 9 della presente legge, comunicato ai comuni ed
alle province interessate, costituisce, sulla base di un dettagliato studio sul punto, la sede per il
riscontro dell’adeguatezza della nuova delimitazione degli ATO rispetto agli obiettivi generali del
piano stesso. Il numero complessivo degli ATO non può comunque eccedere quello di cui al
precedente comma 1.
3. I singoli comuni appartenenti all’ATO, entro trenta giorni dalla comunicazione di cui al comma
2 possono richiedere il passaggio ad un diverso ATO, secondo quanto previsto dall’articolo 200,
comma 6, del decreto legislativo n. 152/2006. Il passaggio è disposto mediante decreto
dell’Assessore regionale per l’energia ed i servizi di pubblica utilità, previa istruttoria da parte del
competente Dipartimento ed è adottato entro centottanta giorni dalla presentazione della richiesta,
che si intende assentita nel caso di infruttuoso decorso del termine.
«Articolo 6 Autorità d’Ambito ed Organi
1. Per l’esercizio delle funzioni di gestione integrata dei rifiuti, la provincia e i comuni
ricompresi
in ciascun ATO formano un consorzio a partecipazione obbligatoria, ai sensi dell’articolo 31 del
14
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Il consorzio costituisce l’Autorità d’ambito di cui
all’articolo 201 del decreto legislativo 152/2006 e all’articolo 2, comma 38, lettera a) della legge
24
dicembre 2007, n. 244.
2. Le quote di partecipazione degli enti locali a ciascuna Autorità d’ambito sono determinate nel
seguente modo:
a) 95 per cento ai comuni sulla base della popolazione residente in ciascun comune, quale
risulta
dai dati dell’ultimo censimento generale della popolazione;
b) 5 per cento alla provincia appartenente all’ATO.
3. Organi del consorzio sono l’assemblea dei sindaci, il presidente dell’assemblea dei sindaci ed
il
presidente del consorzio. Il presidente dell’assemblea dei sindaci è il presidente della provincia.
La
funzione di presidente e di componente dell’assemblea dei sindaci è esercitata a titolo gratuito.
4. L’assemblea dei sindaci elegge al suo interno oltre al presidente del consorzio, che ha la
rappresentanza dell’Autorità d’ambito, sei componenti. La funzione di presidente e componente
del
consorzio è esercitata a titolo gratuito. L’assemblea dei sindaci si esprime preventivamente su
tutti
gli atti relativi a programmazione e organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti,
organizzazione territoriale dei servizi, programmazione e pianificazione impiantistica, modalità
gestionali e personale.
5. Il presidente del consorzio resta in carica per tre anni e comunque fino alla scadenza del suo
mandato amministrativo.
6. L’assemblea determina ed approva la tariffa di cui all’articolo 238 del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni. Nelle more dell’emanazione del
decreto
ministeriale di cui al comma 11 dell’articolo 238 del decreto legislativo 152/2006 e successive
modifiche ed integrazioni, l’Autorità d’ambito individua uno standard medio al quale è
parametrata la tariffa di igiene ambientale o la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani
per i comuni compresi negli Ambiti Territoriali Ottimali, come introdotti dalla presente
legge. I comuni possono adeguare la TIA o la TARSU allo standard, fermo restando che, ove
necessario, sono comunque tenuti a individuare nel proprio bilancio le risorse finanziarie,
ulteriori rispetto a quelle provenienti dalla tariffa o dalla tassa, vincolandole alla copertura dei
costi derivanti dal servizio di gestione integrata dei rifiuti.
7. Nelle votazioni dell’assemblea dei sindaci ogni comune ha diritto ad un voto ogni diecimila
abitanti e per frazioni oltre cinquemila, fino a un massimo di voti pari al 30 per cento dei voti
totali,
calcolati sulla base della popolazione residente nell’ambito territoriale ottimale al 31 dicembre
2007, secondo i dati ufficiali dell’ultimo censimento generale della popolazione. I comuni con
popolazione inferiore a diecimila abitanti hanno in ogni caso diritto a un voto. Per il
funzionamento del consorzio si applicano le norme dell’Ordinamento autonomie enti locali
(O.A.EE.LL.) vigente nella Regione ed il relativo regolamento di esecuzione.
8. Gli atti adottati dal consorzio sono pubblicati per intero sul sito web dello stesso».

All’articolo 6:
Subemendamento 6.31.1.17 all’emendamento 6.31.1 GOV:
Al comma 2 le parole da “Per gli ambiti territoriali” a “su base provinciale” sono soppresse.
Subemendamento 6.31.1.20 all’emendamento 6.31.1 GOV:
Al comma 4 dopo le parole “codice civile” cassare le parole “il Presidente della provincia ne
assume la presidenza”.
Subemendamento 6.31.1.13 all’emendamento 6.31.1 GOV:
15
Il comma 5 è soppresso.
Subemendamento 6.31.1.19 all’emendamento 6.31.1 GOV:
Dopo il comma 7 aggiungere: “L’Amministrazione ed il controllo sulle società sono disciplinati
altresì dai rispettivi atti costitutivi e statuti che si conformano alle indicazioni di cui alla presente
legge.”.
Subemendamento 6.31.1.14 all’emendamento 6.31.1 GOV:
Al comma 6 sopprimere le parole da “I comuni” sino a “rifiuti”.
Emendamento 6.31.1 GOV:
L’articolo 6 è sostituito dal seguente:
«Art. 6 Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti ed Organi
1. In attuazione di quanto disposto dall'art. 45 della l.r. n. 2/2007, per l'esercizio delle funzioni di
gestione integrata dei rifiuti la provincia ed i comuni ricompresi in ciascun Ambito territoriale
ottimale costituiscono, per ogni ATO, una società consortile di capitali per l'esercizio delle
funzioni affidate alla società stessa con la presente legge. Le società sono denominate “Società per
la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti”, con acronimo S.R.R.. Alla società consortile
non possono partecipare altri soggetti pubblici o privati.
2. Per gli ambiti territoriali ottimali la cui popolazione superi il milione di residenti o per quelli la
cui città capoluogo abbia un numero di residenti superiore ad un terzo di quello complessivo della
provincia, possono essere costituite, mediante adesione volontaria, due SRR, fermo restando che
le stesse società non possono essere costituite da un solo comune. Qualora l'adesione interessi un
numero di comuni che rappresenti almeno il 75% della popolazione residente nella Provincia, la
SRR è costituita obbligatoriamente su base provinciale.
Tutti gli oneri per la costituzione ed il funzionamento delle SRR sono posti a carico dei comuni
consorziati.
3. Le quote di partecipazione degli enti locali a ciascuna Società consortile sono determinate nel
seguente modo:
a) 95 per cento ai comuni sulla base della popolazione residente in ciascun comune, quale risulta
dai dati dell’ultimo censimento generale della popolazione;
b) 5 per cento alla provincia appartenente all'ATO.
4. Gli Organi della Società consortile sono individuati ed eletti secondo la disciplina prevista al
riguardo per le società stesse dal codice civile il Presidente della Provincia ne assume la
presidenza. Le relative funzioni sono svolte a titolo gratuito.
5. Il presidente del consorzio resta in carica per tre esercizi e comunque per la durata del suo
mandato amministrativo.
6. La SRR, nelle more dell'emanazione del decreto ministeriale di cui al comma 11 dell'articolo
238 del decreto legislativo 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni, individua uno
standard medio al quale è parametrata la tariffa di igiene ambientale o la tassa per lo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani per i comuni compresi negli Ambiti Territoriali Ottimali, come introdotti
dalla presente legge. I comuni possono adeguare la TIA o la TARSU allo standard, fermo
restando che, ove necessario, sono comunque tenuti a individuare nel proprio bilancio le risorse
finanziarie, ulteriori rispetto a quelle provenienti dalla tariffa o dalla tassa, vincolandole alla
copertura dei costi derivanti dal servizio di gestione integrata dei rifiuti.
7. Nelle votazioni dell'assemblea dei sindaci ogni comune ha diritto ad un voto ogni diecimila
abitanti e per frazioni oltre cinquemila, fino a un massimo di voti pari al 30 per cento dei voti
totali, calcolati sulla base della popolazione residente nell'ambito territoriale ottimale al 31
dicembre 2007, secondo i dati ufficiali dell'ultimo censimento generale della popolazione. I
comuni con popolazione inferiore a diecimila abitanti hanno in ogni caso diritto a un voto. Per il
funzionamento del consorzio si applicano le norme del codice civile.
8. Gli atti adottati dal consorzio sono pubblicati per intero sul sito web dello stesso.».

Si passa all’articolo 6 bis del Governo, l’ultimo articolo rimasto.


L’articolo 6 bis è stato riscritto totalmente. Adesso è numerato 6.31.1.18.6.
A questo è stato presentato solo un sub emendamento: il 6.31.1.18.6.1, a firma dell’onorevole

16
Cracolici.
Si tratta del seguente emendamento:
«Al comma 2, sostituire ‘la lettera b)’ con la seguente TARSU o TIA domestica inferiore a cento

EMENDAMENTO AGGIUNTIVO:
Emendamento 6.31.1.18.6:
Dopo l’articolo 6 è aggiunto il seguente:
“Art. 6 bis
1 I contratti di appalto con i soggetti affidatari del servizio di gestione integrata dei rifiuti sono
soggetti alle disposizioni di cui all’art. 2 della l.r. n. 15/2008.
2. Il capitolato generale di cui all’art. 16 della presente legge deve prevedere idonea fideiussione
bancaria rilasciata ai sensi dell’art. 75 del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., a garanzia dell’eventuale
riscossione dell’intero gettito stimato della tariffa di igiene ambientale e della tariffa integrata
ambientale.
3. Le spese per la realizzazione degli impianti necessari alla gestione integrata dei rifiuti, nonché
le spese connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione degli impianti sono opere di
pubblica utilità, indifferibili ed urgenti. Esse possono essere ubicate anche in zone classificate
agricole dai vigenti strumenti urbanistici comunali, purché distino almeno 5 chilometri dal centro
abitato.

«Articolo 7 Avvio operativo dell’Autorità d’Ambito


1. L’Assessore regionale per l’energia ed i servizi di pubblica utilità, sentite le associazioni di
province e di comuni, adotta con proprio decreto gli schemi di convenzione e di statuto del
consorzio, trasmettendoli alla provincia per l’ulteriore invio ai comuni interessati.
2. Gli enti locali appartenenti all’ATO sono convocati dalla provincia entro i successivi sessanta
giorni per l’assemblea di insediamento e per l’approvazione della convenzione e dello statuto.
3. Entro quarantacinque giorni dall’approvazione degli atti di cui al comma 1 il consorzio elegge i
propri organi. Con l’elezione degli organi il consorzio è costituito.
4. L’Autorità d’ambito ha un patrimonio costituito dal fondo di dotazione, nonché dagli eventuali
conferimenti effettuati dagli enti locali consorziati e dalle acquisizioni già realizzate o da realizzare
dagli enti consorziati e dall’Autorità d’ambito con fondi nazionali, regionali o comunitari.
5. Il fondo di dotazione è sottoscritto da ogni comune in proporzione alla popolazione servita,
secondo le modalità fissate nello statuto e nella convenzione, che determinano altresì la ripartizione
fra i comuni delle quote di finanziamento dell’Autorità d’ambito.
6. Il patrimonio di beni mobili ed immobili degli enti locali appartenenti all’ATO, utilizzato per la
gestione dei servizi di gestione integrata dei rifiuti, il cui esercizio è di competenza dell’Autorità
d’ambito, è conferito in disponibilità alla stessa Autorità.
7. Nei trasferimenti di beni ed impianti di cui al comma 4 dell’articolo 204 del decreto legislativo
152/2006, si tiene in considerazione anche il valore di eventuali contributi pubblici erogati a favore
degli stessi.
8. L’Autorità d’ambito conferisce in comodato eventuali beni propri o dei propri soci ai soggetti
affidatari del servizio integrato di gestione dei rifiuti, che ne assumono i relativi oneri nei termini e
per la durata prevista dal contratto di servizio.
9. La dotazione organica dell’Autorità d’ambito è adottata dagli organi della stessa Autorità ed
approvata con decreto dell’Assessore regionale per l’energia e dei servizi di pubblica utilità, con le
modalità di cui all’articolo 4, quarto comma, del decreto presidenziale 28 febbraio 1979, n. 70. La
mancata definizione del procedimento di approvazione impedisce il ricorso, da parte dell’Autorità
d’ambito, a qualsiasi assunzione ed, altresì, all’instaurazione di qualsiasi rapporto di consulenza,
collaborazione o incarico esterni, nonché all’acquisizione di forme di lavoro disciplinate dal decreto
legislativo 24 ottobre 2003, n. 276. In fase di prima applicazione, la dotazione organica è
determinata, in via provvisoria, con le modalità di cui all’articolo 18.
10. Con il decreto di cui al comma 9 sono altresì disciplinate le modalità attraverso cui la
Autorità

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d’ambito provvedono al fabbisogno del personale occorrente alle loro funzioni, ricorrendo in via
prioritaria alle procedure di mobilità interna all’ATO e successivamente alle procedure di mobilità
esterna. Nel caso in cui l’attivazione delle predette procedure non sia sufficiente a coprire il
fabbisogno necessario, è consentito il ricorso all’assunzione mediante pubblico concorso ai sensi
dell’art. 49 della legge regionale 5 novembre 2004, n. 15.

All’articolo 7:
Subemendamento 7.30.9 all’emendamento 7.30 GOV:
Al comma 4 dopo la parola “rifiuti” sono aggiunte le seguenti parole: “Sono esclusi dal fondo di
dotazione i beni già trasferiti ai Consorzi ed alle Società d’Ambito, esistenti alla data di entrata in
vigore della presente legge, che accedono alla gestione liquidatoria di cui al successivo art. 18,
comma 2”.
Emendamento 7.30:
Sostituire l’articolo 7 con il seguente:
«Art. 7 Avvio operativo della Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti - SRR
1. L'Assessore regionale per l'energia ed i servizi di pubblica utilità, sentite le associazioni di
province e comuni, adotta con proprio decreto lo schema-tipo di atto costitutivo e di statuto della
SRR, predisposti dall'Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana che si avvale a tal fine del
supporto tecnico del Dipartimento regionale per le acque ed i rifiuti, trasmettendoli alla provincia
per l'ulteriore invio ai comuni interessati.
2. Gli enti locali appartenenti all'ATO sono convocati dalla provincia entro i successivi sessanta
giorni per l'assemblea di insediamento e per l'approvazione della convenzione e dello statuto.
3. Entro quarantacinque giorni dall'approvazione degli atti di cui al comma 1 il consorzio elegge i
propri organi. Con l’elezione degli organi il consorzio è costituito.
4. Il patrimonio delle SRR comprende un fondo di dotazione, nonché gli eventuali conferimenti
effettuati dagli enti locali consorziati e dalle acquisizioni già realizzate o da realizzare dagli enti
consorziati con fondi nazionali, regionali o comunitari, relative al servizio di gestione integrata
dei rifiuti.
5. Il fondo di dotazione è sottoscritto da ogni comune in proporzione alla popolazione servita,
secondo le modalità fissate nello statuto e nella convenzione, che determinano altresì la
ripartizione fra i comuni delle quote di finanziamento delle Società consortili.
6. Il patrimonio di beni mobili ed immobili degli enti locali appartenenti all'ATO, utilizzato per la
gestione dei servizi di gestione integrata dei rifiuti, il cui esercizio è di competenza della SRR, è
conferito in disponibilità alla stessa società.
7. Nei trasferimenti di beni ed impianti di cui al comma 4 dell'articolo 204 del decreto legislativo
152/2006, si tiene in considerazione anche il valore di eventuali contributi pubblici erogati a
favore degli stessi.
8. La SRR conferisce in comodato eventuali beni propri o dei propri soci ai soggetti affidatari del
servizio integrato di gestione dei rifiuti, che ne assumono i relativi oneri nei termini e per la durata
prevista dal contratto di servizio.
9. La dotazione organica della SRR è adottata dagli organi della stessa società ed approvata con
decreto dell'Assessore regionale per l'energia e dei servizi di pubblica utilità, con le modalità di
cui all'articolo 4, quarto comma, del decreto presidenziale 28 febbraio 1979, n. 70. La mancata
definizione del procedimento di approvazione impedisce il ricorso, da parte della Società
consortile, a qualsiasi assunzione ed, altresì, all'instaurazione di qualsiasi rapporto di consulenza,
collaborazione o incarico esterni, nonché all'acquisizione di forme di lavoro disciplinate dal
decreto legislativo 24 ottobre 2003, n. 276.
10. Con il decreto di cui al comma 9 sono altresì disciplinate le modalità attraverso cui le società
consortili provvedono al fabbisogno del personale occorrente alle loro funzioni, ricorrendo in via
prioritaria alle procedure di mobilità interna all’ATO e successivamente alle procedure di mobilità
esterna fra personale assegnato ad altri ATO. Nel caso in cui l’attivazione delle predette procedure
non sia sufficiente a coprire il fabbisogno necessario, è consentito il ricorso all’assunzione
mediante pubblico concorso ai sensi dell’art. 49 della legge regionale 5 novembre 2004, n. 15,
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nonché dell'art. 45 della l.r. n. 2/2007 e dell'art. 61 della l.r. n. 6/2009
11. Tutti i termini di cui al presente articolo hanno natura perentoria e danno luogo ad intervento
sostituivo dell'Assessorato regionale per l'Energia ed i servizi di pubblica utilità. In specie, nel
caso di infruttuoso decorso del termine assegnato per la costituzione dei consorzi, l'Assessorato
regionale per l'Energia ed i servizi di pubblica utilità che provvede:
a) alla costituzione delle SRR di cui all'art. 6, comma 1 della presente legge, nel caso in cui non
siano stati costituiti i consorzi volontari,
b)alla costituzione in consorzio dei comuni che non abbiano aderito alle SRR a partecipazione
volontaria, disciplinati nel precedente art. 6, comma 2.».

«Articolo 8 Funzioni dell’Autorità d’ambito


l. L’Autorità d’ambito esercita le funzioni previste dagli articoli 200, 201, 202, 203 del decreto
legislativo 152/2006. Provvede all’espletamento delle procedure per l’individuazione del gestore
del
servizio integrato di gestione dei rifiuti, con le modalità di cui all’articolo 15.
2. L’Autorità d’ambito esercita attività di controllo finalizzata alla verifica del raggiungimento
degli obiettivi qualitativi e quantitativi determinati nei contratti a risultato di affidamento del
servizio con i gestori. La verifica comprende l’accertamento della realizzazione degli
investimenti e dell’utilizzo di tutta l’impiantistica indicata nel contratto e nel piano d’ambito,
intervenendo in caso di qualsiasi evento che ne impedisca l’utilizzo, verificando altresì il
rispetto dei diritti degli utenti, per i quali è istituito un apposito call-center.
3. L’Autorità d’ambito è tenuta alla trasmissione dei dati relativi alla gestione dei rifiuti con le
modalità indicate dalla Regione nonché a fornire alla Regione ed alla provincia tutte le informazioni
richieste sulla gestione dei rifiuti urbani.
4. L’Autorità d’ambito attua attività di informazione e sensibilizzazione degli utenti funzionali ai
tipi di raccolta attivati, in relazione alle modalità di gestione dei rifiuti ed agli impianti di recupero e
smaltimento in esercizio nel proprio territorio.
5. Qualora nel piano regionale di gestione dei rifiuti siano previsti attività ed impianti commisurati
a bacini di utenza che coinvolgono più ATO, le relative Autorità d’ambito concludono accordi
per la programmazione, l’organizzazione, la realizzazione e la gestione degli stessi».
All’articolo 8:
Emendamento 8.9 (I parte):
La rubrica dell’articolo è così sostituita: “Funzioni della Società di regolamentazione del servizio
di gestione rifiuti”.
Il comma 1 è così sostituto: “La SRR esercita le funzioni previste dagli articoli 200, 202, 203 del
decreto legislativo 152/2006. Provvede inoltre all’espletamento delle procedure per
l’individuazione del gestore del servizio integrato di gestione dei rifiuti, con le modalità di cui al
successivo art. 15.”.
Emendamento 8.9 (II parte):
Al comma 2 le parole “L'Autorità d’ambito” sono sostituite con le parole “La Società”; prima
della parola “intervenendo” è aggiunta la parola “eventualmente”; le parole “verificando altresì”
sono sostituite con la parola “ed” e le parole “per i quali è istituito ” sono sostituite con le parole
“deve comunque essere”.
Subemendamento 8.1.1:
Al comma 2, dopo le parole “per i quali deve comunque essere istituito un apposito call-center”
aggiungere le parole “senza oneri aggiuntivi per la SSR”.
Emendamento 8.9 (III parte):
Al comma 3 le parole “L'Autorità d’ambito” sono sostituite con le parole “La S.R.R.” e dopo le
parole “le informazioni” sono aggiunte le parole “da esse” e le parole “sulla gestione dei rifiuti
urbani”sono soppresse.

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Emendamento 8.9 (IV parte):
Al comma 4 le parole “L'Autorità d’ambito” sono sostituite con le parole “La società”.
Emendamento 8.9 (V parte):
Al comma 5 le parole “le relative Autorità d’ambito concludono accordi” sono sostituite con le
parole “le relative Società consortili possono concludere”.

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