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Dossier n. 14

Maggio 2015

P APA
F RANCESCO ALLE
A CLI : SIATE
FEDELI AI POVERI
A cura di
Marta Simoni
dossier@fondazioneachillegrandi.it

Dossier n. 14 Maggio 2015

Indice

Premessa

1. Il saluto iniziale del Presidente nazionale Acli Gianni Bottalico

2. Le parole del Presidente nazionale al Santo Padre

3. Il discorso di Papa Francesco alle Acli

4. Lincontro sui media: la consonanza di accenti tra il Papa e le Acli

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5. Contenuti multimediali

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I dossier della Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune

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PAPA FRANCESCO ALLE ACLI: SIATE FEDELI AI POVERI

Dossier n. 14 Maggio 2015

Premessa
In occasione del settantesimo anniversario delle Acli, oltre 7000 aclisti provenienti da tutta
Italia e anche da molti Paesi esteri si sono stretti la mattina del 23 maggio 2015 attorno a
Papa Francesco, in Vaticano, in rappresentanza di quasi un milione di iscritti. Un nuovo
pellegrinaggio alla Cattedra di Pietro, a distanza di nove anni dallincontro con Benedetto
XVI, ed a tredici da quello con Giovanni Paolo II. Le celebrazioni per il settantesimo
anniversario delle Acli sono iniziate alle 10 del mattino ed hanno visto lalternarsi momenti
di preghiera, testimonianza e festa. Sul palco dell'Aula Paolo VI, prima dell'arrivo del Papa,
i filmati della storia delle Acli hanno introdotto i racconti delle esperienze pi significative
dellAssociazione sui territori.
Nel suo saluto al Papa il Presidente Bottalico ha ricordato che Cristiani e lavoratori:
sono i tratti distintivi delle Acli: in settant'anni di storia lAssociazione ha lottato per il
riscatto sociale e l'acquisizione dei diritti di cittadinanza dei lavoratori. Un impegno, quello
delle Acli per il lavoro, che si incrocia, in questi tempi di crisi profonda, con quello del
contrasto al progressivo impoverimento dei ceti medi lavoratori, delle famiglie e, insieme,
alla lotta alla povert.
Papa Francesco ha sottolineato che lispirazione cristiana e la dimensione popolare
determinano il modo di intendere e di riattualizzare la storica triplice fedelt delle Acli ai
lavoratori, alla democrazia, alla Chiesa e ha incoraggiato le Acli a continuare ad occuparsi
dei poveri: nel contesto attuale, in qualche modo si potrebbe dire che le vostre tre storiche
fedelt ai lavoratori, alla democrazia e alla Chiesa si riassumono in una nuova e sempre
attuale: la fedelt ai poveri.
70 ANNI DI ACLI
Le Acli sono unassociazione di laici cristiani che promuove il lavoro e i lavoratori, educa ed incoraggia
alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione
di emarginazione o a rischio di esclusione sociale. Attraverso una rete diffusa e organizzata di circoli,
servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche e professionali, le Acli, movimento educativo e
sociale, contribuiscono a tessere i legami della societ, favorendo forme di partecipazione e di
democrazia. Nello specifico, le Acli sono una associazione di promozione sociale, un soggetto
autorevole della societ civile e del mondo del terzo settore: il volontariato, il non profit, limpresa sociale.
Le Acli promuovono la vita associativa valorizzando le specificit territoriali, attraverso la dislocazione in
strutture di base e una diffusa rete di servizi, associazioni specifiche e imprese sociali che contano oggi
895.700 iscritti, in Italia e allestero, e oltre 7.000 circoli e strutture di base, 106 sedi provinciali e 21
regionali; ogni anno vengono forniti servizi a circa 3 milioni e mezzo di persone.

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1. Il saluto iniziale del Presidente nazionale Acli Gianni Bottalico

Care amiche e amici, siamo molto felici nel vedervi qui cos numerosi e provenienti da ogni
parte dItalia e anche da molti paesi esteri. Non vi nascondo che veramente una forte
emozione essere qui insieme.
Innanzitutto vi ringrazio perch avete accolto da subito con entusiasmo e con gioia linvito
a festeggiare il nostro settantesimo insieme.
In unoccasione celebrativa come quella che stiamo per vivere, non sterile retorica dire
grazie a tutti coloro che si sono adoperati per lo sviluppo della nostra associazione, siano
essi ancora con noi o meno. Ognuno in questi anni ha fatto qualcosa, ha portato idee, ha
dedicato il proprio tempo, le proprie energie e non poco!
Ringrazio i presidenti delle Acli che mi hanno preceduto e che sono qui oggi con noi per
fare memoria della nostra lunga storia: Emilio Gabaglio, Domenico Rosati, Giovanni
Bianchi, Franco Passuello, Luigi Bobba e Andrea Olivero.
Un saluto particolare agli ospiti che ci onorano della loro presenza, i parlamentari, i
rappresentanti delle Associazioni.
Settantanni sono una tappa importante per la nostra associazione e per questo
ringraziamo il Signore che ci dona di celebrare questo anniversario.
E qui oggi insieme a noi nella nostra memoria ci sono i volti degli uomini e delle donne che
hanno fatto grandi le Acli e che hanno contribuito a renderle protagoniste della societ
civile e del mondo del terzo settore. Ci sono i nostri circoli, i promotori sociali, i volontari e
i dirigenti, i rappresentanti di tutte le associazioni e i servizi.
Siamo in tanti qui oggi, ma - sono certo che anche tutti quelli che non sono riusciti a
venire ci siano vicini e siano in comunione con noi.
Celebrare i 70 anni delle Acli significa per noi riflettere sul passato per costruire il futuro,
significa fare memoria di un cammino lungo, non sempre facile, ma che ci d coraggio di
fronte alle sfide che pone il futuro, dandoci la capacit di cogliere il presente.
Fra poco incontreremo il Santo Padre e ascolteremo le parole che vorr donarci. Non c

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un modo pi bello per noi di ripartire con pi slancio, con pi convinzione e determinazione
a fianco dei lavoratori, per la difesa della democrazia, per la tutela della persona a
salvaguardia della sua dignit, integrit ed uguaglianza, nella testimonianza quotidiana del
Vangelo.
Anche per noi oggi dopo settantanni valgono ancora le parole del fondatore Achille Grandi:
"Non so se faremo un tentativo destinato a fallire o se faremo un esperimento di portata
storica. Abbiamo il merito di aver affrontato un grande compito!"
E sono certo che gli aclisti e le Acli non si sottrarranno da questo compito cos grave e
urgente.

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2. Le parole del Presidente nazionale al Santo Padre

Santo Padre, la ringraziamo dal profondo del cuore, per averci fatto il dono pi grande per
il Settantesimo anniversario di fondazione delle Acli, quello di poterLa incontrare. Eccoci,
siamo qui, con una piccola rappresentanza della nostra associazione proveniente da tutta
Italia e dall'estero e ci stringiamo attorno a Lei con grande affetto, gioia e riconoscenza.
Le Acli sono presenti nelle grandi aree urbane cos come nella provincia italiana fin nei
piccoli centri. In questi territori spesso incontrano quelle periferie sociali verso cui rivolta
in particolare la sollecitudine pastorale della Chiesa. Sulle orme di milioni di nostri
concittadini che cercavano un futuro le Acli si sono sviluppate anche all'estero, nei Paesi
di pi forte emigrazione italiana, come la sua Argentina. E per questo che sentiamo come
una ferita anche nostra le attuali sofferenze e tragedie che colpiscono i migranti al confine
meridionale dell'Italia e dell'Europa.
Cristiani e lavoratori: sono i tratti distintivi delle Acli. Intendiamo continuare ad essere
una presenza evangelizzatrice nel mondo del lavoro e nella societ, pronti ad affrontare le
nuove sfide che i cambiamenti impongono. Nei nostri settant'anni di storia abbiamo
condiviso il cammino per il riscatto sociale e l'acquisizione dei diritti di cittadinanza dei
lavoratori. Oggi siamo impegnati a promuovere una nuova cultura del lavoro, improntata
ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, in una epoca in cui, come Lei ha ricordato
nel discorso al Parlamento europeo, necessario ridare dignit al lavoro. Un lavoro
dignitoso garantisce un futuro per la propria famiglia e per i propri figli: non crediamo che
sia una richiesta assurda.
E non possiamo nemmeno tollerare che oggi, soprattutto ai pi giovani, sia offerto un
lavoro povero, precario, mal remunerato, illegale: puro sfruttamento che nemmeno
garantisce una esistenza decorosa.
Per questo l'impegno delle Acli per il lavoro si incrocia, in questi tempi di crisi profonda,
con quello del contrasto al progressivo impoverimento dei ceti medi lavoratori, delle
famiglie e, insieme, alla lotta alla povert. Un italiano su dieci, sei milioni di cittadini, sono
al di sotto della soglia di povert assoluta. La diminuzione dei redditi da lavoro, per chi li

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ha ancora, i tagli allo stato sociale, alle pensioni, alla sanit, prospettano una societ che
nei prossimi anni vedr i pochi ricchi accrescere le loro ricchezze ed una maggioranza, un
intero popolo, di poveri. Abbiamo promosso, insieme a molte altre associazioni laiche e
cattoliche, l'Alleanza contro la povert per mettere un argine a questo inaudito aumento
delle disuguaglianze, per proporre uno strumento di inclusione sociale che sostenga chi
in difficolt, per non lasciare nessuno escluso. Le affidiamo, Santo Padre, la sofferenza del
popolo delle Acli, che ben riflette quello della nazione, prostrata, in particolare nel
Mezzogiorno d'Italia e fra i ceti sociali pi deboli, da anni di prioritaria attenzione ai bilanci
invece che alle persone.
Tuttavia guardiamo al futuro con fiducia e speranza, con la gioia del Vangelo, determinati
ad andare controcorrente di fronte alle difficolt e alla delicatezza dell'attuale momento
storico; determinati a dialogare con tutti gli uomini e le donne di buona volont nel servizio
ad una vita dignitosa per tutti. Ci proponiamo di essere sempre pi una Associazione di
laici cristiani con le porte aperte, parte di una Chiesa in uscita 1 che annuncia a tutti il
Vangelo di Nostro Signore Ges Cristo. Un'Associazione che costruisce legami di
comunit sui territori; che forma laici cristiani e li prepara ad assumersi delle responsabilit
nella societ e nella politica, che guarda fuori da se stessa per farsi capire e formulare
proposte concrete, a servizio della comunit civile e della Chiesa.
Molte cose sono mutate in questi settant'anni. Le Acli si rinnovano e cambiano per
rispondere al meglio ai nuovi bisogni sociali, anche attraverso la nostra rete dei Servizi al
cittadino. Ma rimane immutata la nostra anima associativa che ci fa essere fedeli al
lavoratori, alla democrazia, alla Chiesa. E che in questo tempo ci fa individuare nella
attenzione alle disuguaglianze la chiave di una lettura popolare della storia, illuminata
dall'esperienza di fede, vissuta nella comunit cristiana, e fortificata dall'esempio di coloro
che, come monsignor Oscar Romero, hanno dato la vita per i poveri e per il Vangelo.
A nome di ciascun presente, a nome di ciascuna donna e di ciascun uomo, che a vario
titolo compongono la realt associativa delle Acli, desidero dire con commozione, con
gioia, con riconoscenza: Grazie Papa Francesco, le Acli Ti vogliono bene!

Francesco, Esort. ap. Evangelii gaudium, n. 46.

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3. Il discorso di Papa Francesco alle Acli

Cari fratelli e sorelle,


vi saluto con affetto in occasione del 70 anniversario della fondazione delle Associazioni
Cristiane dei Lavoratori Italiani, e ringrazio il Presidente per le sue parole tanto cortesi.
Questo anniversario unoccasione importante per riflettere sulla vostra anima
associativa e sulle ragioni fondamentali che vi hanno spinto e vi spingono tuttora a viverla
con impegno e passione.
Alle porte della vostra Associazione oggi bussano nuove domande, che richiedono nuove
e qualificate risposte. Quello che cambiato nel mondo globale non sono tanto i problemi,
quanto la loro dimensione e la loro urgenza. Inedite sono lampiezza e la velocit di
riproduzione delle disuguaglianze. Ma questo non possiamo permetterlo! Dobbiamo
proporre alternative eque e solidali che siano realmente praticabili.
L'estendersi della precariet, del lavoro nero e del ricatto malavitoso fa sperimentare,
soprattutto tra le giovani generazioni, che la mancanza del lavoro toglie dignit, impedisce
la pienezza della vita umana e reclama una risposta sollecita e vigorosa. Risposta sollecita
e vigorosa contro questo sistema economico mondiale dove al centro non ci sono luomo
e la donna: c un idolo, il dio-denaro. E questo che comanda! E questo dio-denaro
distrugge, e provoca la cultura dello scarto: si scartano i bambini, perch non si fanno: si
sfruttano o si uccidono prima di nascere; si scartano gli anziani, perch non hanno la cura
dignitosa, non hanno le medicine, hanno pensioni miserabili E adesso, si scartano i
giovani. Pensate, in questa terra tanto generosa, pensate a quel 40%, o un po di pi, di
giovani dai 25 anni in gi che non hanno lavoro: sono materiale di scarto, ma sono anche
il sacrificio che questa societ, mondana e egoista, offre al dio-denaro, che al centro del
nostro sistema economico mondiale.
Davanti a questa cultura dello scarto, vi invito a realizzare un sogno che vola pi in alto.
Dobbiamo far s che, attraverso il lavoro il lavoro libero, creativo, partecipativo e
solidale (cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 192) lessere umano esprima ed accresca
la dignit della propria vita. Vorrei dire qualcosa su queste quattro caratteristiche del lavoro.

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Il lavoro libero. La vera libert del lavoro significa che luomo, proseguendo lopera del
Creatore, fa s che il mondo ritrovi il suo fine: essere opera di Dio che, nel lavoro compiuto,
incarna e prolunga limmagine della sua presenza nella creazione e nella storia delluomo.
Troppo spesso, invece, il lavoro succube di oppressioni a diversi livelli: delluomo
sullaltro uomo; di nuove organizzazioni schiavistiche che opprimono i pi poveri; in
particolare, molti bambini e molte donne subiscono uneconomia che obbliga a un lavoro
indegno che contraddice la creazione nella sua bellezza e nella sua armonia. Dobbiamo
far s che il lavoro non sia strumento di alienazione, ma di speranza e di vita nuova. Cio,
che il lavoro sia libero.
Secondo: il lavoro creativo. Ogni uomo porta in s una originale e unica capacit di trarre
da s e dalle persone che lavorano con lui il bene che Dio gli ha posto nel cuore. Ogni
uomo e donna poeta, capace di fare creativit. Poeta vuol dire questo. Ma questo pu
avvenire quando si permette alluomo di esprimere in libert e creativit alcune forme di
impresa, di lavoro collaborativo svolto in comunit che consentano a lui e ad altre persone
un pieno sviluppo economico e sociale. Non possiamo tarpare le ali a quanti, in particolare
giovani, hanno tanto da dare con la loro intelligenza e capacit; essi vanno liberati dai pesi
che li opprimono e impediscono loro di entrare a pieno diritto e quanto prima nel mondo
del lavoro.
Terzo: il lavoro partecipativo. Per poter incidere nella realt, luomo chiamato ad
esprimere il lavoro secondo la logica che pi gli propria, quella relazionale. La logica
relazionale, cio vedere sempre nel fine del lavoro il volto dellaltro e la collaborazione
responsabile con altre persone. L dove, a causa di una visione economicistica, come
quella che ho detto prima, si pensa alluomo in chiave egoistica e agli altri come mezzi e
non come fini, il lavoro perde il suo senso primario di continuazione dellopera di Dio, e per
questo opera di un idolo; lopera di Dio, invece, destinata a tutta lumanit, perch tutti
possano beneficiarne.
E quarto, il lavoro solidale. Ogni giorno voi incontrate persone che hanno perso il lavoro
questo fa piangere , o in cerca di occupazione. E prendono quello che capita. Alcuni mesi
fa, una signora mi diceva che aveva preso un lavoro, 10/11 ore, in nero, a 600 euro al
mese. E quando ha detto: Ma, niente di pi? Ah, se non le piace se ne vada! Guardi
la coda che c dietro di lei. Quante persone in cerca di occupazione, persone che
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vogliono portare a casa il pane: non solo mangiare, ma portare da mangiare, questa la
dignit. Il pane per la loro famiglia. A queste persone bisogna dare una risposta. In primo
luogo, doveroso offrire la propria vicinanza, la propria solidariet. I tanti circoli delle
ACLI, che oggi sono da voi rappresentati qui, possono essere luoghi di accoglienza e di
incontro. Ma poi bisogna anche dare strumenti ed opportunit adeguate. E necessario
limpegno della vostra Associazione e dei vostri Servizi per contribuire ad offrire queste
opportunit di lavoro e di nuovi percorsi di impiego e di professionalit.
Dunque: libert, creativit, partecipazione e solidariet. Queste caratteristiche fanno parte
della storia delle ACLI. Oggi pi che mai siete chiamati a metterle in campo, senza
risparmiarvi, a servizio di una vita dignitosa per tutti. E per motivare questo atteggiamento,
pensate ai bambini sfruttati, scartati; pensate agli anziani scartati, che hanno una pensione
minima e non sono curati; e pensate ai giovani scartati dal lavoro: e cosa fanno? Non
sanno cosa fare, e sono in pericolo di cadere nelle dipendenze, cadere nella malavita, o
andarsene a cercare orizzonti di guerra, come mercenari. Questo fa la mancanza di lavoro!
Vorrei toccare brevemente ancora tre aspetti - un po lungo questo discorso, scusatemi
-. Il primo: la vostra presenza fuori dItalia. Iniziata al seguito dellemigrazione italiana,
anche oltreoceano, essa un valore molto attuale. Oggi molti giovani si spostano per
cercare un lavoro adeguato ai propri studi o per vivere unesperienza diversa di
professionalit: vi incoraggio ad accoglierli, a sostenerli nel loro percorso, ad offrire il vostro
supporto per il loro inserimento. Nei loro occhi potete trovare un riflesso dello sguardo dei
vostri padri o dei vostri nonni che andarono lontano per lavorare. Possiate essere per loro
un buon punto di riferimento.
Inoltre, la vostra Associazione sta affrontando il tema della lotta alla povert e quello
dellimpoverimento dei ceti medi. La proposta di un sostegno non solo economico alle
persone al di sotto della soglia di povert assoluta, che anche in Italia sono aumentate
negli ultimi anni, pu portare benefici a tutta la societ. Allo stesso tempo va evitato che
nella povert scivolino coloro che fino a ieri vivevano una vita dignitosa. Noi, nelle
parrocchie, nelle Caritas parrocchiali, vediamo questo tutti i giorni: uomini o donne che si
avvicinano un po di nascosto per prendere il cibo da mangiare Un po di nascosto perch
sono diventati poveri da un mese allaltro. E hanno vergogna. E questo succede, succede,
succede Fino a ieri vivevano una vita dignitosa Basta un niente oggi per diventare
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poveri: la perdita del lavoro, un anziano non pi autosufficiente, una malattia in famiglia,
persino pensate il terribile paradosso la nascita di un figlio: ti pu portare tanti problemi,
se sei senza lavoro. E una importante battaglia culturale, quella di considerare il welfare
una infrastruttura dello sviluppo e non un costo. Voi potete fare da coordinamento e da
motore dellAlleanza nuova contro la povert, che si propone di sviluppare un piano
nazionale per il lavoro decente e dignitoso.
E infine, ma non per importanza, il vostro impegno abbia sempre il suo principio e il suo
collante in quella che voi chiamate ispirazione cristiana, e che rimanda alla costante fedelt
a Ges Cristo e alla Parola di Dio, a studiare e applicare la Dottrina sociale della Chiesa
nel confronto con le nuove sfide del mondo contemporaneo.
Lispirazione cristiana e la dimensione popolare determinano il modo di intendere e di
riattualizzare la storica triplice fedelt delle ACLI ai lavoratori, alla democrazia, alla Chiesa.
Al punto che nel contesto attuale, in qualche modo si potrebbe dire che le vostre tre
storiche fedelt ai lavoratori, alla democrazia e alla Chiesa si riassumono in una nuova
e sempre attuale: la fedelt ai poveri.
Vi ringrazio di questo incontro, e benedico voi e il vostro lavoro. E per favore, non
dimenticatevi di pregare per me, ne ho bisogno.
Adesso, prima di dare la benedizione, vi invito a pregare la Madonna: la Madonna che
tanto fedele ai poveri, perch lei era povera.

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4. Lincontro sui media: la consonanza di accenti tra il Papa e le Acli

Se l'intento era manifestare la vicinanza e il sostegno delle Acli a papa Francesco,


l'obiettivo stato pienamente raggiunto. Lo ha scritto sull'Avvenire, che ha dedicato
all'incontro delle Acli con il Papa il titolo di apertura dell'edizione del 24 maggio e un intera
pagina interna di Mimmo Muolo, che ha notato entusiasmo e festa all'arrivo del papa, ma
soprattutto consonanza di accenti e di temi tra il discorso del Pontefice e il saluto, che a
nome dell'associazione gli ha rivolto il presidente nazionale, Gianni Bottalico.
Lavoro, welfare e cultura dello scarto che danneggia anche i giovani, sono alcuni dei
temi che hanno suscitato l'attenzione di tutti i tipi di media, in quello che, a detta di molti
osservatori, stato uno dei pi bei discorsi di papa Bergoglio sui temi sociali, pronunciato
il 23 maggio scorso durante ludienza riservata alle Acli nellAula Paolo VI per i 70 anni
dellassociazione.
La mancanza di lavoro ha detto il Papa, ripreso dal quotidiano cattolico Avvenire, toglie
dignit, impedisce la pienezza della vita umana e reclama una risposta sollecita e vigorosa
contro questo sistema economico e mondiale dove al centro non luomo e la donna, ma
il dio denaro! Che distrugge e provoca quella cultura dello scarto oggi cos presente nella
societ. La cultura dello scarto, sono le parole del pontefice, il motivo per cui i bambini
non si fanno, si sfruttano o si uccidono prima di nascere, gli anziani non hanno cure
dignitose, non hanno medicine, hanno pensioni miserabili, i giovani con loltre 40% di
disoccupazione in Italia sono un sacrificio che questa societ mondana ed egoista offre
al dio denaro.
Papa Francesco ha poi sottolineato limportanza di un lavoro dignitoso per tutti e che
non sia strumento di alienazione, ma di speranza e di vita nuova". Quattro sono le
caratteristiche, scrive ancora Avvenire, che deve avere il lavoro: deve essere libero,
creativo, partecipativo e solidale.
Due gli inviti che il pontefice ha rivolto alle Acli. Il primo, come riporta La Repubblica, di
dare delle risposte alle persone che perdono il lavoro e contribuire con i servizi e i
circoli nuovi percorsi di impiego e di professionalit.

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Il secondo invito di quello di continuare a contrastare la povert, di essere fedeli ai


poveri, fedelt che riassume in s le tre fedelt tradizionali delle Acli: alla democrazia, alla
Chiesa e ai lavoratori, come riporta lagenzia di stampa Agensir.
Basta un niente oggi per diventare poveri ha continuato papa Francesco la perdita del
lavoro, un anziano non pi autosufficiente, una malattia in famiglia, persino, pensate il
terribile paradosso, la nascita di un figlio. Si deve evitare che nella povert scivolino coloro
che fino a ieri vivevano una vita dignitosa.
Ed per questo, hanno ripreso tutti i giornali tra cui il Corriere della Sera, che il welfare
non pu essere considerato un costo. "La proposta di un sostegno non solo economico
alle persone al di sotto della soglia di povert assoluta, che anche in Italia sono aumentate
negli ultimi anni, - ha aggiunto il pontefice pu portare benefici a tutta la societ"
Ben venga dunque il provvedimento che richiedono le Acli, insieme alla Caritas e ad altre
associazioni. Si tratta del Reis, il reddito di inclusione sociale, un progetto che come
riportato da Famiglia cristiana trova il sostegno di papa Francesco.
A chiusura del suo discorso il papa ha ricordato i giovani che emigrano. Oggi riporta
tra laltro La Stampa molti giovani si spostano per cercare un lavoro adeguato ai propri
studi o per vivere un'esperienza diversa di professionalit: vi incoraggio ad accoglierli, a
sostenerli nel loro percorso, ad offrire il vostro supporto per il loro inserimento. Nei loro
occhi potete trovare un riflesso dello sguardo dei vostri padri o dei vostri nonni che
andarono lontano per lavorare.
RASSEGNA STAMPA DEGLI ARTICOLI USCITI SULLINCONTRO DELLE ACLI CON PAPA FRANCESCO
Acistampa

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5. Contenuti multimediali

Il video integrale dell'incontro con Papa Francesco.


Galleria fotografica.
Ulteriore documentazione sull'evento disponibile digitando l'hashtag per le reti sociali:
#70anniAcli

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I dossier della Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune

1. Dossier sulle riforme costituzionali e istituzionali


2. Dossier sulla legge di stabilit e bilancio
3. Le proposte di sostegno al reddito
4. La riforma dei partiti e il finanziamento della politica
5. LEuropa che vogliamo
6. La legge delega Fiscale
7. Il Fiscal Compact: cos e cosa prevede
8. Rappresentanza di genere: i numeri di un percorso incompiuto
9. Legge di Stabilit 2015
10. Verso lelezione del nuovo Presidente della Repubblica
11. Le frontiere del welfare italiano: nuovi modelli e prospettive future
12. La riforma delle banche popolari
13. La Buona Scuola

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