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Ezio Albrile
1. Estraneit
Luniverso culturale dellantico gnosticismo un complesso intersecarsi di
insegnamenti misterici, mitologie e filosofie ellenistiche, un crocevia erudito il
cui fine dimostrare un unico assunto: la discesa e limprigionamento nel
nostro mondo di un principio spirituale superiore, una scintilla luminosa che
solo attraverso la vera conoscenza luomo pu riconoscere e ritrovare in se
stesso (vedi fig. 1). Il mito centrale dello gnosticismo espressione di una nostalgia delle origini, un desiderio precosmico dal quale si sviluppa una colpa
anteriore, una lacerazione che porta alla creazione delluomo e del mondo,
intesi entrambi quali carceri dellAnima divina.
Le concezioni e le aspettative della gnosi sono ben rappresentate dai cinquantadue trattati ritrovati in circostanze rocambolesche, fra i cocci di una giara, nel 1945 presso Nag-Hammadi (lantica Chenoboskion), nellAlto Egitto.
Tra i pi interessanti il terzo trattato dellundicesimo codice1, un libro apocalittico scritto da un certo 'Allogenj = Allogeno, lo Straniero, a beneficio
del figlio Mssoj. Sullidentit e sulle funzioni di questo secondo personaggio
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sono state avanzate diverse ipotesi2. La prima propone letimologia dal greco
Msoj cio colui che sta nel mezzo, fra il divino (il plrwma) e il mondo
inferiore (il knwma). Mentre la pi probabile sembra essere quella che riconduce il greco Mssoj al biblico Mos (MH), dove le due s rendono probabilmente il suono della lettera ebraica shin (&). Tra le apocalissi menzionate dagli
Gnostici di Plotino troviamo infatti una Apocalisse di Meso (Mssoj) che
potrebbe corrispondere allApocalisse di Mos, un apocrifo veterotestamentario molto diffuso in ambito giudeo-cristiano e gnostico3.
Allogeno il nome dietro al quale si cela Seth, figlio di Adamo ed Eva4, il
Salvatore della gnosi cosiddetta sethiana5: i suoi figli erano detti Allogeni6
ed egli era ritenuto autore di una serie di libri eponimi7. Allogeno trascrive la
sua esperienza visionaria nel suo libro8, esortando il figlio a nasconderlo, affinch anche i posteri possano partecipare alla salvezza: Scrivi [le cose che]
ti dir... E lascerai questo Libro su di una montagna e invocherai il guardiano
[dicendo]: Vieni, o terribile (friktj)9. chiara lallusione ai custodi delle
porte celesti che vegliano sul viaggio astrale dellanima, ma non solo.
Il testo presenta la relazione fra il Redentore celeste Seth e le stele che ne
comunicano la rivelazione, connessione ben nota nellantichit per Hermes10,
2
H. M. Jackson, The Seer Nikotheos and his lost Apocalypse in the light of Sethian Apocalypses
from Nag Hammadi and the Apocalypse of Elchasai, in Novum Testamentum 32 (1990) 259 n. 15.
3
E. Preuschen, Die apokryphen gnostischen Adamschriften aus dem armenischen bersetzt und
Untersuch, in W. Diehl et alii (Hrsg.), Festgruss B. Stade, Giessen 1900, 65 ss. Il testo esordisce con
le parole: Storia e vita di Adamo ed Eva, i primi uomini creati, quale fu rivelata da Dio al suo servo
Mos.... In realt nel seguito non si fa pi parola di Mos: la cosa non deve sorprendere, poich in gran
parte della letteratura apocalittica sovente il rivelatore citato unicamente allinizio dellopera quale
auctoritas della rivelazione: per le problematiche del testo ed il suo inserimento storico e cronologico
tra gli scritti del cosiddetto ciclo adamico, cfr. L. Rosso Ubigli, Introduzione, in Apocrifi dellAntico Testamento, a cura di P. Sacchi, II, Torino 1989, 381 ss.
4
F. Graf, s.v. Allogenes, in DNP, I, Stuttgart-Weimar 1996, 529.
5
Epiph. Pan. haer. 40, 7, 2.
6
Ibid. 40, 7, 5.
7
Ibid. 39, 5, 1; 40, 2, 2.
8
M. W. Meyer, s.v. Allogenes, in The Coptic Encyclopedia, I, New York-Toronto 1991, 105 a-b;
versione di J. D. Turner-O. S. Wintermute, in Ch. W. Hedrick (ed.), Nag Hammadi Codices XI, XII,
XIII (Nag Hammadi Studies, XXVIII), Leiden-New York-Kbenhavn-Kln 1990.
9
Allog. XI, 68, 16-23 (Turner-Wintermute, 238-239).
10
Cfr. W. Bousset, Die Beziehungen der ltesten jdischen Sibylle zur chaldischen Sibylle
und einige weitere Beobachtungen ber den synkretistischen Charakter der spatjdischen Literatur,
in Zeitschrift fr die Neutestamentliche Wissenschaft 3 (1902) 44-48; A.-J. Festugire, La rvlation
dHermes Trismegiste, I, Paris 1944, 319-324.
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11
Melch. IX, 27, 7-10 (trad. B. A. Pearson in Id., [ed.], Nag Hammadi Codices IX and X [Nag Hammadi Studies XV], Leiden 1981, 82-83).
12
Apoc. Adam. V, 69, 19-24; 75, 22-76, 7; anche Zostr. VIII, 1, 5-2, 14; 129, 16-130, 9.
13
E. S. Drower-R. Macuch, A Mandaic Dictionary, Oxford 1963, 293 b.
14
Gen. 4, 25 = J. W. Wevers (ed.), Genesis (Septuaginta, Vol. I), Gttingen 1974, 101.
15
G. A. G. Stroumsa, Another Seed. Studies in Gnostic Mythology, (Nag Hammadi Studies, XXIV),
Leiden 1984, 17 ss.
16
H. Jonas, Gnosi e spirito tardoantico, trad. e cur. C. Bonaldi, Milano 2010 (ed. or. Gttingen
19884-19934) 160 ss.; Id., Lo gnosticismo, trad. it. M. Riccati di Ceva, Torino 19952, 85.
17
Id., Gnosi e spirito tardoantico, 181 ss.; Id., Lo gnosticismo, 92.
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50
Cfr. R. Gunon, Le condizioni dellesistenza corporea, in Rivista di Studi Tradizionali 35
(1971) 92-96.
51
Per una rassegna di queste tecniche, cfr. F. Michelini Tocci, Simboli di trasformazione cabalistici ed alchemici nellE mearf con un excursus sul libertinismo gnostico, in Annali dellIstituto
Orientale di Napoli N. S. 31 (1981) 78 ss.
52
F. Michelini Tocci, Dottrine ermetiche tra gli Ebrei in Italia fino al Cinquecento, in Italia Judaica. Atti del I Convegno internazionale, (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Pubblicazioni
degli Archivi di Stato Saggi, 2), Roma 1983, 293.
53
Fihrist 60, 7-61, 13 (= G. Flgel, Mani, seine Lehre und seine Schriften, Leipzig 1862); cfr. J. C.
Reeves, Manichaica Aramaica? Adam and the Magical Deliverance of Seth, in Journal of the American Oriental Society 119 (1999) 433.
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La propensione a rappresentare la realt infestata da Arconti, demoni gelosi creatori del mondo, il tratto fondante dellantico gnosticismo. degli
gnostici cosiddetti Ofiti, Adoratori di serpenti (probabile traduzione greca
dellebraico Nam, Naasseni), un famoso cosmogramma (vedi fig. 2) che il
pagano Celso credeva cristiano, ma che Origene non si stancava di denunciare
come gnostico59. Un diagramma configurato in dieci cerchi separati gli uni
dagli altri, ma conchiusi entro un altro cerchio, ritenuto lAnima del mondo
e chiamato Leviathan60. Il Leviathan, che nel Diagramma chiamato anche
Behmn = Behemoth, il Serpente di Isaia 27, 1, immaginato dagli Ofiti in
fattezze di Orobroj, il Serpente o il drkwn avvolto su se stesso, eternato
nellatto di inghiottire e divorare la propria coda61. Al suo interno, come in un
utero, stanno i mondi planetari governati dagli Arconti, dal pi oscuro al pi
perfetto; oltre le sue spire sta un tetrgwnoj, un rettangolo che simboleggia il Paradiso62; pi sopra un cerchio infuocato con su disegnata una spada
fiammeggiante, a custodia dellAlbero della Conoscenza e della Vita63.
Celso racconta di aver avuto fra le mani libri di magia, posseduti da attempati
Gnstikoi che egli crede cristiani, contenenti formule, incantesimi e nomi barbari di demoni64 utili ad oltrepassare le frontiere arcontiche, confini per lAnima
di luce che vuole ritornare nello splendore paterno65. Nel Diagramma, oltre le
sfere degli Arconti sono tracciati infatti altri cerchi, a rappresentare i mondi paradisiaci ('Agph e Zw; Gnsij e Snesij) e gli spazi ipercosmici del Figlio e
del Padre66. Per liberarsi, lAnima dapprima deve superare la fragmj kakaj,
59
H. Leisegang, Die Gnosis, (Krners Taschenausgabe, Band 32), Leipzig 1924, 169, che nella
terza edizione del suo lavoro (Freiburg 1941) rivede parzialmente lo schema (p. 170, n. 3) seguendo
Th. Hopfner, Das Diagramm der Ophiten, in Charisteria Alois Rzach zum achtzigsten Geburstag
dargebracht, Reinchenberg 1930, 86-98; due nuove interpretazioni sono quelle di A. J. Welburn, Reconstructing the Ophite Diagram, in Novum Testamentum 23 (1981) 261-273 e B. Witte, Das Ophitendiagramm nach Origenes Contra Celsum VI 22-38 Altenberge 1993, in partic. pp. 142-143.
60
Or. Contr. Cels. 6, 25; cfr. A. J. Welburn, Reconstructing, 277 n. 43.
61
K. Preisendanz, Aus der Geschichte des Uroboros, in F. Herrmann-W. Treutlein (Hrsg.),
Brauch und Sinnbild. Eugen Fehrle zum 60. Geburtstag, Kalsruhe-Heidelberg 1940, 194-209; cfr. H. J.
Sheppard, The Ouroboros and the Unity of Matter in Alchemy, in Ambix 10 (1962) 83-96; G. Luck
(cur.), Arcana Mundi. Magia e occulto nel mondo greco e romano, II: Divinazione, astrologia, alchimia, Milano 1999, 258-259; 372.
62
Secondo la ricostruzione di H. Leisegang, Die Gnosis, 169.
63
Or. Contr. Cels. 6, 33.
64
Ibid. 6, 40.
65
Ibid. 6, 39.
66
Ibid. 6, 38; A. J. Welburn, Reconstructing, 281, fig. 2; 283, fig. 3 .
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la barriera del male eretta da Ialdabath, il primo67 e ultimo Arconte nelle cui
fattezze leonine (leontoeidj)68 si pu riconoscere il Tempo69, An o Crnoj, inteso quale Krnoj, Saturno, lultimo pianeta. Non a caso Saturno appare
associato dagli Gnostici al Dio ebraico YHWH, ritenuto il capo degli Arconti
perch il settimo giorno, il abbat o Sabato, era a lui consacrato (cfr. Gen. 2, 3;
Lev. 23,16)70.
Parallelamente alla lista di nomi arcontici, il Diagramma ofitico presenta
unaltra lista di nomi arcangelici associati sempre ai pianeti, dei quali i primi
quattro, Michele, Suriele71, Rafaele e Gabriele, corrispondono ai quattro animali simbolici del ayyt ha-qode, i quattro viventi (Leone, Toro, Aquila,
Uomo) della visione di Ezechiele (Ez. 1, 14-15) ripresa in Apocalisse 4, 1 ss.,
dove i ventiquattro vecchi indiademati e i quattro viventi, za, celebrano
lintronizzazione dellAgnus Dei. A loro volta le quattro creature sono legate alle quadruplicit astrologiche, cio ai Segni fissi, i quattro segni zodiacali
(Toro Leone Scorpione Acquario) in cui si trova il Sole nella maggior
espansione di ciascuna stagione. Se nel cosmogramma zodiacale si uniscono
con una linea il Toro (segno di terra) al segno opposto dello Scorpione (segno
dacqua) e con unaltra linea si congiungono il segno del Leone (segno di fuoco) con il suo opposto, il segno dellAcquario (segno daria), si ottiene infatti
la cosiddetta Croce fissa formata dai quattro elementi72.
Il primo cielo, la Luna, e il settimo, Saturno, appartengono allo stesso Arconte, Ialdabath, primo e ultimo. Il mese sinodico, lunare, ha una durata di 29 giorni
e mezzo. Non a caso Saturno completa la sua rivoluzione nei segni zodiacali in
Ibid. 6, 27; Ir. Adv.haer. I, 30, 10.
U. Bianchi, Protogonos. Aspetti dellidea di Dio nelle religioni esoteriche dellantichit, in
Studi e Materiali di Storia delle Religioni 28 (1957) 127-128.
69
Cfr. D. W. Bousset, Der Gott Aion, in Religionsgeschichtliche Studien. Aufstze zur Religionsgeschichte des hellenistischen Zeitalters, Hrsg. A. F. Verheule, Leiden 1979, 192-230; M. J. Vermaseren, A Magical Time God, in J. R. Hinnells (ed.), Mithraic Studies, I, Manchester 1975, 451 ss.;
G. Zuntz, Aion Plutonios, in Hermes 116 (1988) 291-303; G. Zuntz, An. Gott des Rmerreiches,
Heidelberg 1989; G. Zuntz, An im Rmerreich: die archologischen Zeugnisse, Heidelberg 1991;
L. Foucher, Ain, le Temps absolu, in Latomus 55 (1996) 5-30; C. Tavella, Aion e liconografia
bizantina dei mesi, in Patavium 4 (1996) 111-139; importante materiale iconografico raccolto da D.
Levi, Aion, in Hesperia 13 (1944) 269-314; L. Musso, s.v. Aion, in Enciclopedia dellArte Antica
Classica e Orientale, Supp. II/1, Roma 1994, 134 b-142 a; e M. Le Glay, s.v. Aion, in LIMC, I/1,
Zrich-Mnchen 1981, 399-411; I/2, 404-405.
70
A. J. Welburn, Reconstructing, 265.
71
Il testo conosce una variante significativa in Oril = Uriele, cfr. PG 11, col. 1340, n. 18.
72
A. J. Welburn, Reconstructing, p. 266.
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Nel 1866, durante gli scavi nel Teatro di Dioniso ad Atene, fu rinvenuta una sfera di marmo
bianco del diametro di 20 cm. e 91 di circonferenza, ricoperta di iscrizioni, disegni e figure in tenue
rilievo. Successivamente il reperto trov posto nel Museo Epigrafico di Atene (Sala 4, n 1044), luogo
dove qualche decennio pi tardi fu oggetto di studio da parte del grande Armand Delatte (tudes sur la
Magie Grecque: I. Sphre magique du Muse dAthnes, in Bullettin de Correspondance Hellnique
37 [1913] 247-278 + pl. II-III).
81
E. Albrile, La posterit di Iao, in Antonianum 76 (2001) 521-549.
82
R. Kieckhefer, La negromanzia nellambito clericale nel tardo Medioevo, in A. Paravicini
Bagliani- A.Vauchez (cur.), Poteri carismatici e informali: chiesa e societ medievali, Palermo 1992,
210-223.
83
R. Kieckhefer, La negromanzia, 217.
84
Ibid., 211-212.
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Ibid., 217-218.
L. Thorndike, A History of Magic and Experimental Science, VII: The Seventeenth Century, New
York 1958, 339-340.
87
R. Righi, Intercedente mora. Martin Delrio e la fascinatio, in M. Hinz-R. Righi-D. Zardin (cur.),
I Gesuiti e la Ratio Studiorum, Roma 2004, 251 n. 1.
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Fig. 2: Il Diagramma degli Ofiti nella ricostruzione di H. Leisegang, (Die Gnosis, Lei-