Speriamo di esserci portati nella nostra traduzione in modo che nessuno, normodotato di spirito, possa lamentarsi
di noi. Perch vi si prendono delle libert, s, ma senza mancare del rispetto che dovuto allautore. Tradurre non
esautorare, e a ogni scrupolo di coscienza seguir, debita, la nota al nostro testo. Ci scuseremmo anche per i pasticci
lessicali se fossimo stati noi i primi a cominciare; ma lavora cos Marziale, traduce cos Ceronetti, cos chiunque valga la pena di esser letto. E poi non mai stato questo il punto. Il punto che il piacere della ricreazione traduca alla
lettera la jouissance della scrittura.
Il pubblico di questi epigrammi non abita necessariamente nei dipartimenti di lettere classiche. Il lettore per noi
quello che parla un volgare, il nostro, che non si arrende allidea di esser pi morto di una lingua morta: un idioma
affrancato dal monolinguismo coatto, ancora abbastanza capace di stare allo scherzo. Perch, naturalmente, ciascuno
scherza sempre col proprio passato.
Entri, dunque, il Catone filologo nel nostro teatrino intertestuale e, una volta entrato, faccia un po cosa gli pare1.
I
II
II
VII
VII
La colomba, trastullo del mio Stella,
lo dico anche se Verona origlia
ha vinto il passerotto di Catullo.
Sta, Massimo, il mio Stella al tuo Catullo
come al passero sovrasta la colomba.
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
semicerchio
81
Marziale
IX
IX
Bellus homo et magnus uis idem, Cotta, uideri:
Sed qui bellus homo est, Cotta, pusillus homo est.
X
Petit Gemellus nuptias Maronillae
Et cupit et instat et precatur et donat.
Adeone pulchra est? immo foedius nil est.
Quid ergo in illa petitur et placet? tussit.
XI
XI
Cum data sint equiti bis quina nomismata, quare
Bis decies solus, Sextiliane, bibis?
Iam defecisset portantis calda ministros,
Si non potares, Sextiliane, merum.
XXII
XXII
XXIV
XXIV
XXVIII
XXVIII
XXIX
XXIX
XXX
XXX
82
semicerchio
rivista
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Marziale
XXXII
XXXVII
XXXVII
XXXVIII
XL
XLI
15
20
Fidentino, Fidentino,
questo che reciti il mio librettino.
Quando, per, lo reciti malino
comincia ad esser tuo.14
XL
Qui ducis uultus et non legis ista libenter,
Omnibus inuideas, liuide, nemo tibi.
10
XXXVIII
XLI
L
Si tibi Mistyllos cocus, Aemiliane, uocatur,
Dicatur quare non Taratalla mihi?
rivista
di
poesia
comparata
2004
semicerchio
83
XXXII
Marziale
LVI
LVI
LXV
LXV
LXXVII
LXXVII
LXXXVIII
LXXXVIII
XCVIII
XCVIII
CI
CI
84
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Marziale
NOTE
1 Questo il luogo e il tempo di ringraziare per lamichevole ospitalit e i consigli Alessandro Barchiesi e Maria Serena Marchesi
per linsostituibile lavoro di filologia Mario Citroni e Peter Howell.
Senza di loro, non.
Il testo latino quello della seconda edizione M. Lindsay, Marci
Valerii Martialis Epigrammata, Oxford, Clarendon Press 1929.
2 post cineres: oggi, giudaico-cristianamente, i cadaveri si sotterrano. Ma pu darsi si possa presto ritradurre alla lettera.
3 brevibus ... tabellis: si risponde a un tecnicismo (rotolo, codice,
enchyridion) con uno simile, ma uptodate.
4 me duce certus eris: si recupera un intratesto epigrammatico
(Marziale, XIV.188: Cicero in membranis) di lunga durata. In nuce,
questo il vulnus Ciceronianum del Petrarca e il refrain del Digestivo Antonetto dellantica pubblicit.
5 La Pace era tra Largo Corrado Ricci e la Chiesa dei Santi Cosma
e Damiano a Roma. Oggi, al limite, c il disarmo.
6 Au contraire: immo.
7 nomismata: buoni-vino (come i buoni pasto). Il greco in latino
la lingua della techn; qui e di seguito lo sar linglese.
8 calda: si glossa sulla diversit dei costumi e si importa nella traduzione luso latino di diluire il vino con acqua tiepida. Acqua e annacqua: rima derivata come, sopra, dieci e venti.
9 Dacus puer: genericamente, per noi, la Dacia un luogo indefinito oltre-cortina. I carri, mutatis mutandis, sono armati. I bambini
invece sono sempre gli stessi.
10 incomptis ... capillis ... triste supercilium: il va sans dire che
lintera couture che attribuiamo al filosofo-patriota , alla luce della
pointe, da rileggere con sguardo malizioso.
11 nupsit heri: alla lettera andato in sposa. Onestamente, sarebbe stato abbastanza; ma il verso ci ha preso la mano.
12 in lucem semper ... bibit: la compressione rasenta qui la giapponeseria. Abbiamo distillato il vino di Marziale in una grappa da coro
degli Alpini.
13 clinicus: morto il gioco sul lettino operatorio e la bara entrambi,
in greco, kline se ne fa un altro.
14 Fidentine: Fidentino ci apparso affine al Buchettino delle nostre infanzie: colgono, entrambi furtivamente, fior da fiore.
15 verna: oriundo per Pier Paolo Pasolini, Una vita violenta.
16 otiosae ... coronae: da sempre lozio il padre dello shopping.
Il nostro a chi traduce limpersonalit del consumatore.
17 tomacla: salsicce insaporite di timo (for John Bodel). Per noi
hanno il suono di fantacucina mediterranea.
18 de Gadibus: necessariamente il dirty dancing latino-americano.
19 Gabbam ... Tettium: si sono persi, nella traduzione, questi che
rivista
di
poesia
comparata
2004
semicerchio
85
SERGEJ ZAVJALOV:
UN MORDVINO A SAN PIETROBURGO
Inediti russi
Sergej Zavjalov nato nel 1958 a Carskoe Selo, sobborgo di reminiscenze letterarie, nei pressi di San Pietroburgo, citt in cui egli vive attualmente. Proviene da una
famiglia di mordvini, popolazione stanziata sul medio
Volga1. Insegna lingue classiche e letteratura russa contemporanea. Nel 1985 entrato a far parte del gruppo
Club-81. Negli anni Ottanta ha pubblicato in riviste
samizdat (Predlog, Obvodnyj kanal, Sumerki,
Mitin urnal, asy) vari cicli poetici, che poi sono
confluiti nel volume Ody i epody [Odi ed epodi] (San
Pietroburgo, Borej Art 1994). Negli anni Novanta suoi
versi sono apparsi su varie riviste: Kommentarii,
NLO, Arion, Ulov, Zvezda, Druba narodov,
TextOnly; e in volumi collettivi (Poezija i Poiesis [Poesia e Poiesis], etc.). Nel 1998 uscita presso leditrice
Argorisk (Mosca) la raccolta Melica. Nel 2002 il ciclo
Perevody s russkogo [Traduzioni dal russo] entrato
nella short list del prestigioso premio letterario Andrej
Belyj. Nel 2003 uscito presso NLO (Mosca) un nuovo
volume, intitolato Melica, che raccoglie testi tratti dai cicli
precedenti. Suoi versi sono apparsi in traduzione italiana
sulla rivista Poesia (marzo 2003) e nel volume La nuova
poesia russa (Crocetti, 2003).
Zavjalov ha organizzato alcune manifestazioni culturali: il ciclo di serate letterarie I poeti di Pietroburgo
(1997), il festival Genius loci della poesia di Mosca e
Pietroburgo (1998). Nel 1999 ha curato lomonimo volume collettivo, che raccoglie i testi degli autori invitati al
festival. Ha tradotto inoltre le Odi di Orazio (1997). Nel
1999 si aggiudicato il terzo posto nel concorso letterario on-line Tenta (sezione Raccolte poetiche). Infine
si dedica alla saggistica. Suoi saggi sono apparsi su riviste come Ex libris, Novaja russkaja kniga, NLO,
Neprikosnovennyj zapas.
Sergej Zavjalov appartiene a quella generazione di
poeti russi che negli anni Ottanta cresciuta sulle rovine della seconda cultura, ma solo negli ultimi tempi
ha avuto la possibilit di delinearsi in tutta la sua importanza.
86
semicerchio
rivista
di
Egli si pone allincrocio tra due mondi: come filologo classicista padroneggia il materiale greco e latino (
autore di una dissertazione sulla colonometria greca) e,
come figlio del suo popolo, attinge dalla tradizione mordvina. Non a caso nellopera di questo autore i tratti di
una concezione arcaica del mondo, presi a prestito dal
folclore mordvino, sono strettamente intrecciati con i
motivi, con i costrutti retorici e compositivi della melica
greca antica. Aspirando allespressione lirica obiettiva,
massimamente chiara, il poeta tornato alle fonti pi
antiche della lirica.
Cercando nella poesia russa degli ultimi decenni, si trover come suo illustre predecessore Gennadij Ajgi (n.
1934). Sono vari i punti di contatto tra i due autori: entrambi
appartengono a una piccola etnia (Ajgi un ciuvascio);
entrambi si caratterizzano per il primitivismo (derivato dalle canzoni delle rispettive tradizioni folcloristiche);
entrambi rifiutano la metrica regolare, la rima, la punteggiatura ed elaborano nuove possibilit prosodiche.
Molte poesie di Zavjalov sono caratterizzate da fratture sintattiche, semantiche e grammaticali: rivelano la
frammentariet del mondo. Si ha limpressione che rimangano i brani di unopera perduta, ma noi siamo in grado
di ricreare da questi frammenti il mondo del poeta. Nei
testi spesso sono lasciate numerose lacune, spazi vuoti:
svolgono la funzione dei segni di interpunzione. il lettore che deve ricostruire i legami sintattici. Aleksandr
Skidan, giovane poeta e critico letterario, parla di vera e
propria glossolalia, di una partitura a pi voci, che rimanda
alla drammaturgia antica, basata sulla polifonia2. Effettivamente i versi di Zavjalov si sviluppano come una rappresentazione corale.
Si pu parlare di tekst - ruina, ovvero testo rudere: il componimento trova la sua conferma come opera
poetica disgregandosi, lasciando la nuda intelaiatura.
Laspetto grafico deforma il materiale poetico e diventa un
principio decostruttivo, lelemento dominante del testo3.
Il ciclo Traduzioni dal russo costituisce un esperimento molto interessante. Lautore prende alcune celebri
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Sergej Zavjalov
Vedi?
questo verme
che striscia fuori
cos untuosamente lilla
***
***
rivista
di
poesia
comparata
2004
e giunger lautunno
semicerchio
87
Inediti russi
NOTE
Inediti russi
Sergej Zavjalov
La nostra felicit
o il dolore
li riconoscerai dopo
Senti? Seduto in un giardinetto borbotto versi
tra me e me
poi li trascrivo
su uno spartito apparso Dio solo
sa da dove
-
?
Gi oggi
***
***
. .
AUTUNNO. PETERGOF.
? ?
. .
Gilgame
-
-
Qualcuno ti dir
che questo solo
il fruscio delle foglie secche
sotto i tuoi piedi
Qualcuno guarder
al crepuscolo
dai vetri scuri del palazzo
le lacrime accumulatesi
E soltanto tu
vaghi nel sentiero
con lo sguardo spento
per le lusinghe di questo mondo
intorpidite
nel petto soave
e nel grembo caldo
88
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Sergej Zavjalov
***
EXPROMT
Perch
cos freddo il vento di questa nuova primavera
cos avaro degli odori
per i quali si pu guardare
il viale attraverso le lacrime
Perch
non trattenere il respiro
sul palmo della mano
non trattenere il tuo respiro nel palmo della propria mano
come non trattenere il ricordo di te
nei propri occhi
avendo coperto il viso col palmo
***
***
A SARANSK1
gi il secondo giorno
che il vento porta la pioggia
da uno dei confini russi
gi il secondo giorno
che attraversando lInsar gonfio
vedo lacqua torbida
***
***
TEMNIKOV2.
LA VECCHIA STRADA MOSCOVITA
( )
-
Vedi: un angelo
mi hai detto
Siamo corsi
e per poco abbiamo guardato a occidente
Una freccia (probabilmente questo il colore della porpora)
pronta a essere infilata nellarco
se ricordo esattamente
blu scuro
quasi violetto
-
-
***
rivista
di
***
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
semicerchio
89
Inediti russi
***
Sergej Zavjalov
Inediti russi
Michail Lermontov
?
(
)
?
:
-
-
guarda l
(il cielo biancastro
tu puoi dirmi
immagina soltanto:
la vastit delloceano
la pioggerella ghiacciata il ponte che sfugge da sotto i piedi
lo so la muove qualcosa di pi grande
della semplice felicit
no
altrimenti non si separerebbe affatto
n dalla lontananza color fumo
di questo golfo
n da questo
sole settentrionale
che tramonta tardi
***
***
Aleksandr Pukin
, ;
.
***
***
Fdor Tjutev
;
.
90
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
: -
-
***
***
Osip Mandeltam
,
.
da quanto
***
Boris Pasternak
,
.
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
semicerchio
91
Inediti russi
Sergej Zavjalov
Inediti russi
Sergej Zavjalov
come la continuazione
delle tue lunghe dita
come londeggiare
dei tuoi capelli sciolti
sai spogliarti
in maniera cos commovente:
due colpi leggeri
delle scarpette sul pavimento
***
***
Gavriil Deravin
;
.
?
?
NOTE
1 Saransk, capitale della Mordovia, situata lungo il corso superiore dellInsar, a circa 600 km a est da Mosca.
2 Temnikov, antica citt mordvina.
92
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
GZA GYNI
UN POETA UNGHERESE
NELLA GRANDE GUERRA
Inediti ungheresi
Brodsky e Firenze
merito di Szalai Sndor aver richiamato lattenzione sul dimenticato Gyni Gza (nom de plume di chim
Gza), nato nel 1884 nella contea di Pest e morto in prigionia nel 1917. Con la curatela di Csak egy jsakra
(Budapest, Szpirodalmi Knyvkiad 1967) e di Az let
szeretje (Szpirodalmi Knyvkiad, Budapest 1984) ha
riproposto la figura e le liriche di un poeta esemplare, per
il percorso che lo ha condotto da posizioni ideali di acceso nazionalismo ad un sofferto sentimento di fratellanza
universale. Folco Tempesti non ne registra la presenza, n
avrebbe potuto, nella sua antologia dei Lirici ungheresi
(Vallecchi, Firenze 1950), ma non manca di ricordarlo nel
volume che dedica alla Letteratura ungherese (Firenze,
Sansoni, Accademia, 1969), citando la sua lirica pi conosciuta, Csak egy jszakra... (Soltanto per una notte...),
aspra invettiva contro i retori patriottardi, i faziosi, gli speculatori, che Gza vorrebbe per una notte almeno in trincea accanto a s, sotto la gragnola delle bombe. Una poesia di ardita tessitura metrica, sette strofe di sette versi,
doppi senari in rima baciata (o assonanzata che rimandano al doppio senario eroico, hsi hatos, della poesia
narrativa tradizionale ungherese), con un senario semplice in terza sede che intona il ritornello (Csak egy jszakra), ripreso nei versi iniziali di ogni strofa, dove lo
sferzante clangore delle gutturali sembra voler esprimere
la rabbia di chi si sente tradito da un Paese che ha mandato allo sbaraglio la propria giovent migliore. Anche
Gyni per la verit non era stato insensibile al richiamo
della demagogia nazionalistica ed era partito anchegli
volontario; uno di quei tanti tanti che Thomas Mann (La
montagna incantata) e Italo Svevo (La coscienza di Zeno)
ci descrivono in pagine indimenticabili mentre si avviano euforici verso il macello. La sua partecipazione alla
rivista
di
poesia
comparata
2004
semicerchio
93
Inediti ungheresi
Gza Gyni
ADY ENDRNEK
A ADY ENDRE
94
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Gza Gyni
CSODK
MIRACOLI
Przemysl, 1914. X. 3
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
semicerchio
95
Inediti ungheresi
1908
Inediti ungheresi
Gza Gyni
Przemysl, november
Przemysl, novembre 1914
Lngol vrsben
Lengyel hegyek orma.
Ltlak-e mg egyszer
Szlfalum tornya?
Kinylik-e mg rm
Egy kis ablak szrnya?
Megltom-e magam
Egy szeld szemprba?
In rosso fiammante
la cima delle colline polacche.
Ti vedr una volta ancora
campanile del paese natio?
Si aprir ancora per me
il battente di una finestrella?
Potr ancora specchiarmi
nei suoi dolci occhi?
Vigye a levelem
Bg galamb szrnya,
Az n desemnek
Szp Magyarorszgba.
Mondja el fennszval:
96
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Mondja el fennszval:
Erdei haraszton
des-csndes lmt
Fegyverben virrasztom.
Mondja el halkabban:
Jrok piros vrben;
Esti harangszkor
Imdkozzon rtem.
Viszi mr levelem
Bg galamb szrnya.
Hozza is a vlaszt
Kilencednapjra:
Esti harangszkor
Talpig hfehrben
Gynyr virgszl
Imdkozik rtem.
Inediti ungheresi
Gza Gyni
VGVRI SNCOKBAN
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
semicerchio
97
Inediti ungheresi
Gza Gyni
Przemysl, februr 27
SRVERS
POESIA FUNEBRE
Krasznojrszk, 1916
Krasnojarsk, 1916
AZ LET TITKA
1917. VI. 14
14 giugno 1917
98
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
di
poesia
comparata
questo libro presenta aspetti interessanti. Venuto in possesso del manoscritto, cio dellunica copia esistente del
manoscritto, attraverso i buoni uffici del Vicinelli, leditore Mondadori lo manda nel 1943 a una tipografia di
Torino, che viene completamente distrutta poco dopo in
un bombardamento. Voglio sottolineare un fatto a mio
avviso importantissimo. Maria nata nel 1865, questo significa che nel 1943 aveva 78 anni. Ebbene, questa donna di 78 anni che, nel mezzo di una guerra (e che guerra!), perde allimprovviso il lavoro a cui si dedicata per
quasi met della sua vita, cosa fa? Si lascia prendere dalla disperazione? No, Maria, silenziosamente, coscienziosamente lo riscrive. Non si mette per pi in contatto con
leditore, non ritenta la pubblicazione, di fatti, per quel
che se ne sa, non ne parla pi con nessuno. Alla sua morte, 10 anni dopo (aveva quindi 88 anni), saranno trovate
quasi mille pagine manoscritte, che costituiscono appunto, con alcune modifiche, la prima parte di Lungo la vita
di Giovanni Pascoli. Anche per la parte mancante, quella
che lei non ha avuto il tempo di scrivere o di riscrivere,
molto del lavoro di ricerca e di ordinamento del materiale era gi stato fatto da Maria ed stato trovato da Vicinelli, che lha utilizzato per la stesura del resto della vita
di Pascoli.
chiarissimo che questo libro di memorie, il libro che,
presumibilmente, occupa gran parte dei quaranta anni
durante i quali Maria sopravvive a Giovanni, importantissimo per chi lo scrive. Come lei stessa dice pi volte,
importante che sia lei a scrivere la storia di Giovanni, lei
che la depositaria della verit e pu quindi rettificare le
tante cose errate che si son venute dicendo sul fratello.
Ma, secondo me, un altro motivo, altrettanto importante,
la spingeva a scrivere e a riscrivere la storia, che la loro
storia. Difatti, leggendola risulta evidente al lettore che la
biografia di Giovanni Pascoli scritta da Maria piuttosto
anomala. Cio, mentre chiaro che nessun biografo mai
totalmente obiettivo e sempre traspare il suo punto di vista, nel caso di Lungo la vita... chi scrive non solo biografo ma anche, e soprattutto, uno dei due personaggi
principali, impegnato attivamente nelle svolte e direzioni
che la vita progressivamente prende. Si pu quindi dire
che la storia di Maria senzaltro particolarmente tendenziosa, non intendendo per questo aggettivo in senso negativo, volendo dire che in tutta la parte del libro scritta
da Maria il suo punto di vista quello dominante e la sua
X X X-XXXI
2004
semicerchio
99
Inediti italiani
Brodsky e Firenze
di Fiorenza Weinapple
Inediti italiani
Maria Pascoli
100
semicerchio
rivista
di
vero che il ritratto di Maria muto, ma il suo esserci dimostra che DAnnunzio lha vista (e ricordiamo che
i loro incontri non sono stati che brevissimi e non pi di
due o tre), come certamente non si vede una apriporte o
una portacaff, i soli ruoli che qualcuno si aspetterebbe
possa avere avuto nellincontro di due grandi poeti, e ha
anche sentito la forza della sua presenza muta.
Lepisodio ha poi un ulteriore sviluppo. DAnnunzio
manda a Maria, in occasione del Natale dello stesso anno,
un panettone. A questo dono lei risponde con la poesia di
ringraziamento citata sopra e Gabriele, appena ricevutala, le chiede il permesso di farla pubblicare, definendola
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Maria Pascoli
rivista
di
poesia
comparata
dunque, in Maria, lode alla domesticit e linno alla bellezza del lavoro femminile, ma, piuttosto, un assenso alle
convenzioni sociali, per poterle poi evadere impunemente. Legato a questo tema quello dei figli non nati, che
potrebbe, preso alla lettera, significare il rammarico frustrato di una zitella, ma che, invece, in lei vela il suo
rapporto con la poesia, con i suoi versi, che non potranno
mai vedere la luce. Questi due temi appaiono, nella forma forse pi compiuta, in due delle poesie pubblicate sul
Marzocco e poi in appendice ai Canti di Castelvecchio:
Rimpianto e Dopo il ritorno. A Laura.
Inediti italiani
Rimpianto9
Anchio, nei dolci sogni di mia vita,
sognai di voi, che mai non vidi e sento
garrire ne la mia stanza romita,
figli, con voci piccole dargento.
Oh! per voi certo queste magre dita,
cos lodate nel mio buon convento,
la bella veste avrebbero cucita
con bianche trine e lunghi nastri al vento!
Erano sogni; sono: e ne leterna
ombra voi resterete, e su voi scende
loblio del tempo, o figli miei non nati.
Sogni! ed vana lopera materna
e vani i baci; ch nessun mi tende
le sue manine, o figli miei non nati!
X X X-XXXI
2004
semicerchio
101
Maria Pascoli
Inediti italiani
Caro Giovannino
Le trine, ahim! le calze e tutto quanto
opra di donna, il far continuamente
mannoia e maddolora tanto tanto.
Sibylla12
M. P. 5 Luglio 1896
102
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
Maria Pascoli
Inediti italiani
Dicembre 1901
Notte15
notte: io guardo e medito al balcone.
Porte, finestre, tutto chiuso e tace:
solo una fonte scivolando in pace
mormora sotto un pallido lampione.
Da Messina
Via Legnano
Panorami immensi della mente
Sibylla
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
semicerchio
103
Maria Pascoli
Da Messina
NOTE
Primavera sempre?
Inediti italiani
104
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004
TRITTICO DELLACQUA
I (rusalki)
Per annegarvi continuamente
nel panno fradicia pelle
acqua indocile indifferente
acqua fiore risucchia le nubi
sui pavimenti torrente scanalati
deserti dacqua morta lalga
torta impressa piccole dita capelli
croste di secoli appesi al secchio
Acqua zingara cerchio di sorte acqua
taglio di pietra sgorgante.
Lacqua il segreto di chi muore
lamuleto del viandante
il gorgoglio diffuso della notte.
Si leva difforme affonda scorre.
Come dita allacciate alla gola
come voce sonnambula
implora come dolce saliva divora.
Lacqua fin gi nella pancia
socculta negli occhi e fra i denti.
Canto di donna che afferra.
Radice obliqua alla mia terra.
II (virginia)
Spesso lungo il fiume mi sono seduta e ho visto
il pietrame del volto come uno specchio rotto fluire
al fondo e poi ricomposto un fiotto di voci sillabe
rivista
di
poesia
comparata
III (morgana)
Un lungo strepito e poi
levigare dombra la roccia
un cucchiaio di sale nella tazza
sbreccata del mare il mio petto
riaperto a ogni flusso
sommerso.
Non sono io a temere il profilo
di ogni morto
aggrappato a un relitto
un digrignar di cani
le anime pi dense
mi scrollo dalle braccia
senza fame.
E finis terrae e angosce dirupate
rotolano a chiudermi il calcagno
ma sempre altrove locchio
come marmo
sul tempio senza dio delle mie brume
un campo di cotone rarefatto
un dissipar di fiati lento
e vasto.
X X X-XXXI
2004
semicerchio
105
Inediti italiani
FRANCESCA MATTEONI
MARIO FRESA
Inediti italiani
RISOLUZIONE
PADRE
Legato al suo rifugio, le gambe spezzate dal gelo:
dopo lentrata silenziosa, era il momento
di accendere le stanze, di raccogliere i fiati
nei bicchieri. Hai vinto tu. Se vuoi,
potrai partire anche domani: perch
adesso, qui, restare come muovere
parole quando il medico tintasca
il suo cucchiaio sulla lingua.
Pulendosi le scarpe, lo sguardo
a mezzo, facendo finta, dalla finestra,
di lisciare con le dita i muri
che sergevano di fronte.
Timidi baci, anche, appena dietro
la porta, ma questa una giornata
senza odore, cominciando a girare,
nervoso, per il bianco, sottile
corridoio, cercando almeno
di riattaccare gli adesivi colorati,
pendenti dalla parete antica
della cucina. Diceva: come
se anchio svanissi, riallacciando
furioso le belle figurine: questa
colla non tiene, vedi, e i piedi
hanno gi laria di cercare riposo
sulla terra, chiudendosi crudeli,
come una bocca stanca di baciare.
Poi, fitte parole, consegnate soltanto
al vetro del balcone, locchio
106
semicerchio
rivista
di
poesia
comparata
X X X-XXXI
2004