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5/10/2015

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N.04529/2015REG.PROV.COLL.
N.03960/2015REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente
SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale


3960 del 2015, proposto da:
Presidenza
persona

della
del

Repubblica,
Presidente

in
della

Repubblica pro tempore, Presidenza del


Consiglio dei Ministri, in persona del
Presidente del Consiglio dei Ministri,
Ministero dellInterno, in persona del
Ministro pro tempore, Prefettura di
Palermo, in persona del Prefetto pro
tempore, tutti rappresentati e difesi ex
lege dallAvvocatura Generale dello
Stato, domiciliata in Roma, Via dei
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Portoghesi, n. 12
contro
Giovanni Geloso, Gabriele Nunzio
Brusca,
Caruso,

Rosario

Candela,

Giacomo

Caruso,

Andrea
Vito

Antonino Di Napoli, Pietro Angelo


Polizzi,

Giuseppe

Provenziano,

Francesco Donato, Giusi Abbate, Lino


Gaio, tutti rappresentati e difesi
dallAvv.

Giovanni

Immordino

dallAvv. Giuseppe Immordino, con


domicilio eletto presso lAvv. Bruno
Imbastaro in Roma, Via dellAcqua
Traversa, n. 185
nei confronti di
Comune di Giardinello (PA)
per la riforma
della sentenza del T.A.R. LAZIO ROMA: SEZIONE I n. 04060/2015,
resa tra le parti, concernente lo
scioglimento del Consiglio comunale
di Giardinello (PA) e la nomina della
Commissione Straordinaria per la
Gestione del Comune di Giardinello
(PA) con attribuzioni spettanti al
Consiglio comunale, alla Giunta e al
Sindaco
visti il ricorso in appello e i relativi
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allegati
visti gli atti di costituzione in giudizio
di Giovanni Geloso e di Gabriele
Nunzio Brusca e di Rosario Candela e
di Andrea Caruso e di Giacomo
Caruso e di Vito Antonino Di Napoli
e di Pietro Angelo Polizzi e di
Giuseppe Provenziano e di Francesco
Donato e di Giusi Abbate e di Lino
Gaio
viste le memorie difensive
visti tutti gli atti della causa
relatore

nelludienza

pubblica

del

giorno 16 luglio 2015 il Cons.


Massimiliano Noccelli e uditi per le
parti lAvv. Giovanni Immordino e
lAvvocato dello Stato Agnese Soldani
ritenuto e considerato in fatto e diritto
quanto segue.
FATTO e DIRITTO
1. Gli odierni appellati, Giovanni
Geloso, nella qualit di Sindaco, e tutti
gli altri in epigrafe meglio indicati,
quali membri del Consiglio comunale
e/o della Giunta del Comune di
Giardinello (PA), hanno adto il T.A.R.
Lazio per chiedere lannullamento dei
provvedimenti che hanno condotto
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allo

scioglimento

dello

stesso

Consiglio comunale, ai sensi dellart.


143 del T.U.E.L., chiedendo di essere
reintegrati

nelle

funzioni

precedentemente svolte.
2. Nel primo grado di giudizio si sono
costituite le Amministrazioni intimate
per resistere al ricorso ex adverso
promosso.
3. Il T.A.R. Lazio, con lordinanza n.
12285/2014,

ha

allAmministrazione

intimato

dellInterno

di

depositare la relazione della Prefettura


di Palermo in versione integrale, e ha
fissato con priorit, ai sensi dellart. 55,
comma 10, c.p.a., la trattazione, nel
merito, del ricorso.
4. Infine, con la sentenza n. 4060 del
12.3.2015, il T.A.R. Lazio ha accolto il
ricorso, annullando i provvedimenti
impugnati, con il conseguente obbligo,
per

la

gestione

dellAmministrazione

straordinaria
comunale,

di

disporre la piena reintegrazione dei


ricorrenti nelle proprie funzioni e con
definitivo passaggio delle consegne da
effettuarsi entro il termine di trenta
giorni dalla comunicazione o dalla
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notifica, se anteriore, della sentenza.


5. Con verbale prot. n. 2596 del
24.3.2015,

in

esecuzione

della

sentenza, il Sindaco, la Giunta e il


Consiglio

comunale

venivano

nuovamente reinsediati nella effettivit


e nella pienezza dei loro poteri.
6. Avverso la sentenza hanno proposto
appello il successivo 4.5.2015 la
Presidenza

della

Repubblica,

la

Presidenza del Consiglio dei Ministri, il


Ministero dellInterno e la Prefettura di
Palermo, chiedendone la riforma con
due

distinti

motivi,

relativi,

rispettivamente, alla violazione dellart.


143 del d. lgs. 267/2000 e allerronea
interpretazione

delle

risultanze

istruttorie, e ne hanno chiesto, previa


sospensione, la riforma.
7. Si sono costituiti gli odierni
appellati, ricorrenti in prime cure, con
una

lunga

articolata

memoria

difensiva, per resistere al gravame


proposto dalle Amministrazioni.
8. Nella camera di consiglio del
27.5.2015, fissata per lesame della
domanda

cautelare,

ritenuto

di

il

dover

Collegio,
decidere

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speditamente

la

controversia

nel

merito, lha rinviata, per la relativa


trattazione, alla pubblica udienza del
16.7.2015.
9. In tale udienza il Collegio, sentiti i
difensori delle parti, ha trattenuto la
causa in decisione.
10.

Lappello

proposto

dalla

Presidenza della Repubblica, della


Presidenza del Consiglio dei Ministri,
del Ministero dellInterno e della
Prefettura di Palermo fondato e va
accolto.
11. Il primo giudice ha ritenuto, in
sintesi, che il materiale raccolto nel
corso dellistruttoria amministrativa,
pur di particolare ampiezza e di
estrema complessit, non consente di
trarre una univoca interpretazione
delle circostanze di fatto evidenziate,
alla

stregua

congruenza,

di

un

criterio

ragionevolezza

di
e

proporzionalit, quali indici di un


fenomeno di infiltrazione mafiosa in
atto, considerato che i denunciati contatti
con la criminalit organizzata hanno
riguardato

in

primo

luogo

non

lamministrazione oggetto del provvedimento


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impugnato

la

relativa

maggioranza

consiliare, bens ambiti politici vicini a


precedenti Gruppi politici oggi di minoranza,
che

le

denunciate

frequentazioni

essenzialmente di tipo personale e privato e


quindi sostanzialmente estranee, salvo casuali
ed occasionali momenti, allesercizio di
funzioni pubbliche vanno inquadrate nella
fisiologica possibilit di rapporti personali
ed affettivi nellambito della ristretta comunit
presente in un piccolo Comune, e che le
affermate

irregolarit

dellattivit

della

struttura amministrativa comunale, in parte


ancora da accertare ma, evidentemente, da
contrastare in ogni caso, non sembrano per
riconducibili ad un disegno unitario da cui
possano

evincersi

fenomeni

in

atto

dinfiltrazione mafiosa presso gli organi di


direzione politica, ove non suffragate da
ulteriori

specifiche

circostanze

atte

dimostrare la coltivazione, o comunque la


copertura, o comunque la mancata vigilanza,
da parte dei nuovi vertici politici, di eventuali
derive di contiguit della gestione degli uffici
amministrativi comunali con la criminalit
organizzata (pp. 18-19 della sentenza
impugnata).
12. Il ragionamento del primo giudice,
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cos sviluppato nei suoi passaggi


essenziali, non convincente e non va
esente da censura.
13. Occorre ricordare qui brevemente
che, in base ai consolidati principi di
questo Consiglio, le vicende che
costituiscono

il

provvedimento

presupposto
di

del

scioglimento

devono essere considerate nel loro


insieme, e non atomisticamente, e
devono risultare idonee a delineare,
con una ragionevole ricostruzione, il
quadro

complessivo

del

condizionamento mafioso (cfr., ex


plurimis, Cons. St., sez. VI, 10.3.2011,
n. 1547).
13.1.

Assumono

quindi

rilievo

situazioni, come ha chiarito sempre


questa Sezione (v. di recente, ex
plurimis, Cons. St., sez. III, 24.4.2015,
n. 2054), non traducibili in episodici
addebiti personali ma tali da rendere,
nel loro insieme, plausibile, nella
concreta realt contingente e in base ai
dati dellesperienza, lipotesi di una
soggezione degli amministratori locali
alla criminalit organizzata (vincoli di
parentela

affinit,

rapporti

di

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amicizia o di affari, frequentazioni) e


ci pur quando il valore indiziario degli
elementi raccolti non sia sufficiente
per lavvio dellazione penale o per
ladozione di misure individuali di
prevenzione (Cons. St., sez. III,
2.7.2014, n. 3340).
13.2.

La

Sezione

riaffermare

anche

deve

quindi

in

questa

controversia il principio, gi enunciato


dalla sua consolidata e, comunque, pi
recente giurisprudenza, secondo cui il
sindacato del giudice amministrativo
non pu arrestarsi ad una atomistica e
riduttiva analisi dei singoli elementi,
senza tener conto dellimprescindibile
contesto locale e dei suoi rapporti con
lamministrazione del territorio, ma
deve valutare la concreta permeabilit
degli organi elettivi a logiche e
condizionamenti mafiosi sulla base di
una loro complessiva, unitaria e
ragionevole valutazione, costituente
bilanciata sintesi e non mera somma
dei singoli elementi stessi (v. gi, sul
punto, Cons. St., sez. III, 14.2.2014, n.
727).
13.3. Orbene, tenendo a mente queste
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fondamentali coordinate interpretative


dellart. 143 del T.U.E.L., rileva il
Collegio

che

accoglimento,

sia

meritevole

anzitutto,

il

di

primo

motivo dellappello, con il quale le


Amministrazioni hanno lamentato la
violazione di tale previsione normativa.
13.4. Dallesame delle intercettazione
ambientali e telefoniche disposte nel
corso

delloperazione

investigativa

Nuovo mandamento, anzitutto, risulta


ben evidente come vi sia stato,
anzitutto, un preciso condizionamento
degli ambienti malavitosi locali e, in
particolare, del locale boss mafioso,
Giuseppe

Abbate,

sulle

elezioni

comunali di Giardinello e come


lappoggio di detto boss alla lista poi
risultata vincitrice abbia determinato,
al

di

di

ogni

dubbio,

un

condizionamento degli organi politici


da parte della criminalit organizzata di
stampo mafioso.
13.5. Non giova in senso contrario
assumere, come deducono gli appellati,
che in realt il locale capomafia
appoggiasse altra lista, risultata poi
perdente alle elezioni comunali, poich
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lesame delle intercettazioni rivela, al


contrario, che la mafia condizionava e
influenzava, con il peso dei suoi
voti, indistintamente tutte le liste e, per
la sua influenza fattasi ormai pervasiva,
era

in

grado

comunque,

la

di

condizionare,

vita

amministrativa

locale anche prescindendo dal contatto


con il candidato o gli esponenti di
questa o quella singola lista.
13.6.

Questo

Consiglio

non

ha

mancato di rilevare, gi in analoga


situazione, che il condizionamento
mafioso riguardante tutte le liste nel
caso di specie si trattava di due liste
candidatesi

in

un

comune

del

napoletano entrambe influenzate ed


eterodirette,

nella

sostanza,

dalla

criminalit camorristica costituisce


un segno inequivoco dellinteresse della
malavita organizzata ad interferire in modo
illecito

sul

regolare

svolgimento

della

amministrazione dellEnte (Cons. St., sez.


V, 18.3.2004, n. 1425).
13.7. La vasta e multiforme esperienza
delle organizzazioni criminali mafiose,
soprattutto in un contesto territoriale
assai circoscritto come quello in
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questione, insegna che linfluenza di


tali organizzazioni pu essere tanto
capillare e profonda da determinare un
contesto

di

condizionamento

ambientale diffuso e pervasivo.


14. Dalla relazione della Prefettura di
Palermo del 14.5.2014, in particolare,
emerso un quadro del genere, che ha
visto contrapposte, nel corso delle
elezioni amministrative svoltesi il 6 e il
7 maggio 2012 nel Comune di
Giardinello (PA), tre liste: la LISTA 1,
Tradizioni nuove idee, che faceva capo
a Giovanni Geloso la LISTA 2,
Nuova generazione, idee, identit, che
faceva capo a Mario Caruso e la
LISTA 3, Giardinello che cambia, che
faceva capo a Marcello Bommarito.
14.1.

Le

indagini

confluite

nelloperazione di polizia, gi citata,


Nuovo mandamento (aprile/ottobre
2013) hanno messo in luce come, in
occasione delle elezioni del 2012, si
siano

verificati

coinvolgimenti

contatti tra alcuni candidati alla carica


di Sindaco e di consigliere comunale e
i vertici delle famiglie mafiose di
Giardinello e Montelepre che, di volta
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in volta e in ragione di accordi


intrapresi

con

gli

amministratori
determinato

aspiranti

locali,
e

hanno

condizionato

la

confluenza dei voti, lelezione dei


candidati a loro graditi nonch la
nomina degli assessori.
14.2.

Lesame

complessivo

delle

conversazioni intercettate ha restituito,


con efficace colorazione, come si legge
nella relazione prefettizia (p. 3), una
gestione veloce delle candidature da
parte

dellAbbate,

con

sostanziale

interscambiabilit dei candidati, indizio


esplicito del controllo mafioso sulle stesse.
15. Quello della interscambiabilit dei
candidati e della sostanziale fungibilit
delle liste, per la locale consorteria
mafiosa, un elemento centrale nella
valutazione

prefettizia,

non

correttamente valorizzato dal primo


giudice, perch tale elemento, lungi dal
confutare lomogeneit e lunivocit
del quadro indiziario posto a sostegno
del provvedimento contestato, rafforza
anzi il ragionevole convincimento della
totale permeabilit delle liste, di
qualsiasi lista, e dunque di qualsiasi
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organo elettivo del Comune, una volta


svoltesi le elezioni, a perverse logiche
mafiose.
16. I plurimi contatti di Giuseppe
Abbate con tutti indifferentemente gli
esponenti e i candidati sindaci delle tre
liste e, tra essi, con lo stesso
Giovanni Geloso ne rappresentano
eloquente e inconfutabile conferma.
16.1. Basta leggere, al riguardo, il
contenuto del dialogo tra Giuseppe
Abbate e Giovanni Geloso registrato
nel corso dellintercettazione della
conversazione

telefonica

dell11.4.2012, alle ore 20.22, tra lo


stesso Giuseppe Abbate e la propria
amante, Vita Caruso, conversazione
non interrotta dallo stesso Giuseppe
Abbate, allorch questi, trovandosi con
lei al telefono, incontra Giovanni
Geloso, al fine di consentire alla stessa
Vita Caruso di ascoltare il dialogo con
lo stesso candidato sindaco, poi eletto,
incontrato dallAbbate nella piazza del
paese.
16.2. Con espressioni brachilogiche e
allusive, visto il contesto dellincontro
(la piazza del paese), ma rivelatrici di
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un

consolidato

frequentazione

e,

rapporto

di

comunque,

di

conoscenza, se non di sudditanza,


Giuseppe

Abbate

impartisce

al

candidato sindaco alcune sintetiche ma


precise raccomandazioni, che non
sono diversamente spiegabili se non
alla luce di tale consolidato rapporto.
16.3.

Subito

Giuseppe

Abbate

richiama il suo interlocutore alla


necessit di recarsi quanto prima dal
vecchio capofamiglia di Giardinello,
suo zio Vito Abbate, per definire al
meglio gli accordi elettorali, assieme al
candidato Giacomo Caruso, trovando
la piena e incondizionata, per non dire
supina,

disponibilit

di

Giovanni

Geloso (quando dici tu, per me pure


stasera al tardi o domani sera, quando dici
tu).
16.4.

Dopo

disponibilit,

avere

ottenuto

peraltro,

tale

Giuseppe

Abbate chiede al candidato sindaco se


tutto proceda bene, raccomandandogli
il

massimo

silenzio

lassoluta

riservatezza sui loro accordi (Sempre


tenetevi

sempre

chiusi,

capito?

Bello

sistemato!... ).
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16.5. A questo punto il discorso si


focalizza sulla lista avversaria, facente
capo al candidato sindaco Mario
Caruso, poich Giuseppe Abbate e
Giovanni Geloso commentano la
presenza, nella lista in questione, della
candidata

al

consiglio

comunale

Giovannella Donato.
16.6. Il riferimento a tale lista consente
a Giuseppe Abbate di ricordare a
Giovanni Geloso il tentativo, fatto da
alcuni appartenenti a tale coalizione, di
avvicinare lo stesso Abbate per cercare
con lui un accordo al fine di ottenere il
suo appoggio elettorale, senza tuttavia
riuscire nel loro intento, poich egli
aveva gi stretto gi accordo con lo
stesso Geloso.
16.7. Nel riferirsi a tali tentativi e a tali
preliminari abboccamenti, tra i quali, in
particolare, lapproccio da parte del
sindaco

uscente

di

Giardinello,

Salvatore Polizzi, Giuseppe Abbate


ribadisce a Giovanni Geloso il valore
dellaccordo con la lista facente capo
allo stesso Geloso e limportanza della
parola data alla lista da questo
capeggiata (Mi volevano corrompere ma
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parola ce n una, Esatto).


16.8. Il colloquio, pur breve ma
estremamente significativo, si conclude
con la raccomandazione, fatta da
Giuseppe Abbate a Giovanni Geloso,
di guardarsi dalle false promesse dei
salta banchi e, cio, di quanti, con
trasformismo tipico del malcostume
politico

(anche

locale)

italiano,

sarebbero potuti passare da una lista


ad unaltra (Stiamo attenti, non vorrei
qualche inghippo, Troppi salta banchi,
c! ).
17. Nel riprendere, dopo tale incontro,
la conversazione telefonica con Vita
Caruso,

rimasta

volutamente

ininterrotta per consentirle, come gi si


veduto, di ascoltare il dialogo con
Giovanni Geloso, Giuseppe Abbate le
indica il nome di battesimo del suo
interlocutore

(Giovanni

fornendo

prezioso

un

cera),
elemento

identificativo del proprio interlocutore


in Giovanni Geloso, candidato sindaco
e rappresentante della lista civica
Tradizioni nuove idee.
17.1. A questo punto Vita Caruso, fino
a

quel

momento

rimasta

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silenziosamente in ascolto, commenta


il tono, a suo parere distaccato, tenuto
da Giovanni Geloso, con Giuseppe
Abbate che, pur concordando, motiva
tale atteggiamento con leccessiva
sicurezza del candidato, arrivando ad
ironizzare,

paradossalmente,

sulleventualit che lo stesso Giuseppe


Geloso non lo tenga in considerazione
e

non

gli

attribuisca

il

giusto

spessore mafioso (Pu essere che gli


pare che siamo una pedina piccola, non lo
so) e valutando, ma solo per mera
congettura, lipotesi di non appoggiarlo
pi elettoralmente.
17.2. Ma lo stesso Giuseppe Abbate
a

spiegare

le

dellatteggiamento,

vere
in

ragioni
apparenza

distaccato e sbrigativo, tenuto da


Giovanni

Geloso,

motivato

con

evidenza dallinopportunit di farsi


vedere assieme a lui nel paese,
considerata la notoria appartenenza di
Giuseppe Abbate al sodalizio mafioso,
particolare del quale lo stesso Geloso
era ben consapevole, come ricorda,
con buona dose di prudenza, lo stesso
Abbate (Ma siccome lui sa che io sono con
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quelli, capito? E gli ho detto sempre pi poco


ci vediamo, meglio ! ).
17.3. Certamente Giuseppe Abbate
diffida dellatteggiamento tenuto dallo
stesso

Geloso,

per

motivi

di

convenienza, ma ben consapevole


che, appunto, esso dettato da tali
motivi, oltre che dalla presenza, al
momento dellincontro, della moglie e
dei figli dello stesso Giovanni Geloso.
17.4. Giuseppe Abbate si mostra,
infatti, sicuro che la lista di Giovanni
Geloso prevarr nella competizione
(perch lui, lui sale, quello vero, capito? ),
predicendone lelezione, e gi pregusta,
svelando il disegno del sodalizio
criminoso, la realizzazione di tale
disegno, consistente, soprattutto, nel
piazzare un uomo di fiducia
Giacomo Caruso al posto di
assessore (Uno di noialtri va a fare
lassessore).
17.5. Lo stesso Giuseppe Abbate
conferma che laccordo consiste nella
confluenza dei voti sulla famiglia
mafiosa, a beneficio del candidato
Giacomo
predice,

Caruso,
con

del

altrettanta

quale

egli

certezza,

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lelezione (Quando sale Giacomino, ed io


gli faccio il patteggio (ndr: accordo) prima,
lui lo sa che cinquanta voti noi glieli
raccogliamo, chiarendo il peso derivante
dallappoggio

politico-elettorale

mafioso in un contesto tanto ristretto


come

quello

di

Giardinello

(E

cinquanta voti sono cinquanta voti, non che


sono noccioline, in un paese come
noialtri).
17.7. perfino superfluo sottolineare
il peso determinante dellinfluenza
mafiosa sulle elezioni comunali di
Giardinello

il

condizionamento

conseguente
delleletta

amministrazione comunale, per la


quale, usando licastica metafora dello
stesso boss, cinquanta voti, qualunque
sia stato poi il distacco, in termini di
voti, dalle altre liste, non potevano
certo essere noccioline in una realt
piccola come Giardinello.
17.8. La lucidit del ragionamento e la
sicurezza

dellatteggiamento

manifestato da Giuseppe Abbate, nel


sottolineare il peso preponderante che
lappoggio mafioso pu avere nel
contesto di Giardinello, lesistenza di
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accordi (patteggio) con i candidati


della lista civica poi uscita vincitrice
dalle elezioni, il rapporto di colleganza,
se non di sudditanza, tra il capomafia e
il

candidato

da

lui

appoggiato,

nonostante il prudente e formale


distacco tenuto da questo per motivi di
convenienza, durante lincontro, alla
presenza della sua stessa famiglia e nel
centro del paese, sono tutti elementi
che

inequivocabilmente

concordemente depongono nel senso


di

una

forte,

influenza

della

certa,

inesorabile

mafia

locale

sullandamento delle elezioni e sulla


vita degli organi comunali.
18. Essi non sono sminuiti dalla
contraria ricostruzione, pur suggestiva
e ricca di interessanti spunti, offerta
dagli odierni appellati,

che nella

propria memoria difensiva (pp. 41-50)


si sforzano di dimostrare, senza
tuttavia credibilmente riuscirvi, che il
dialogo

tra

Giuseppe

Abbate

Giovanni Geloso sarebbe stato una


semplice conversazione, dal contenuto
assolutamente trasparente tra un
soggetto allepoca incensurato che, con
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fare ipocrita, avrebbe millantato il


proprio appoggio elettorale in favore
del Geloso, mentre cos non era, e il
futuro sindaco, che non avrebbe mai
richiesto n sollecitato tale appoggio,
come dimostra il fatto che, in dieci
mesi di intercettazioni telefoniche e
ambientali a carico di Giuseppe
Abbate durante le indagini penali, mai
vi sarebbe stato alcun contatto, diretto,
indiretto, fisico, telefonico, tra i due.
18.1.

Largomento

prova

troppo

perch di tale contatto non vi era


affatto bisogno, considerato il contesto
ambientale

ben

rappresentato

dallintercettazione ed emerso nel


corso

delloperazione

Nuovo

mandamento, ben potendo gli accordi


tra mafia e politica locali essere
stipulati tra intermediari, soggetti di
fiducia, in una realt piccola e
contraddistinta da fitte trame di
relazioni interpersonali, come quella in
questione, e il linguaggio secco, ma
essenziale, che ha contraddistinto la
conversazione tra i due, nella piazza
del paese, dimostra che lesistenza e
lattuazione di tali accordi, persino in
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un incontro casuale (o, per meglio dire,


casualmente intercettato nel corso
delle indagini e per tutti altri fini), era
affare certo, scontato, da liquidare in
poche battute, senza troppe parole
(inopportune di fronte alla famiglia del
futuro sindaco e in una pubblica
piazza, alla luce del sole), e non certo
una millanteria fatta da un potente boss
della locale consorteria mafiosa, per
quanto

allepoca

incensurato,

nei

riguardi di un candidato addirittura


freddo, distaccato e altero nei suoi
riguardi, come vorrebbero gli appellati.
18.2.

La

pur

suggestiva

rappresentazione che questi ultimi


offrono

dellepisodio,

significativo

del

condizionamento

altamente
pesante
mafioso

sullandamento delle elezioni e sullo


stesso

futuro

sindaco,

inverte

rapporti di forza realmente esistenti tra


la mafia e il governo del territorio nel
mandamento mafioso di Partinico che,
storicamente, uno tra i pi potenti e
cruenti della malavita organizzata in
Sicilia.
18.3. Prova ne che Giuseppe Abbate,
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ottenuto il successo nella tornata


elettorale, se ne compiace in una
successiva telefonata del 7.5.2012,
puntualmente intercettata, con la sua
amante, dicendo espressamente che
noialtri vedi che abbiamo fatto un figurone
e che il botto solo noialtri lo abbiamo
fatto.
18.4.

Linteresse

secondo

quanto

del

locale

emerge

boss,
dalle

intercettazioni, si appunta, al di l
dellassessore di sesso femminile (di
cui pure lo stesso boss parla nel corso
delle

sue

sullassessorato
poich

conversazioni),
ai

lavori

pubblici,

nellintercettazione

del

15.5.2012 tra Giuseppe Abbate e Vita


Caruso appare ben evidente tale
interesse (a noi interessa lAssessore ai
Lavori Pubblici).
18.5. Tale interesse si concretizza,
come ha ben messo in rilievo la
relazione prefettizia, con la nomina
dellarchitetto Andrea Caruso quale
Assessore ai lavori pubblici, essendo
egli cugino dellamante del boss, n
giova

smentire

lassoluta

significativit di tale rilievo, come


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assumono gli appellati (p. 48 della loro


memoria), che questi non sia il
soggetto indicato preferenzialmente
nelle intercettazioni dal boss nel suo
omonimo Giuseppe Abbate, poich
egli un soggetto senza dubbio legato
al boss, per il tramite della sua amante,
non rilevando che le famiglie di
Andrea Caruso e di Vita Caruso non
intrattengano da anni rapporti, al di l
della veridicit (non dimostrata) di tale
assunto.
19. La relazione prefettizia pertanto, al
di

di

ulteriori

significative

circostanze, bene ha messo in rilievo


che:
- il sindaco Giovanni Geloso stato
per anni consigliere comunale di
Giardinello (PA) e viene eletto con
lappoggio del boss
- lassessore ai lavori pubblici Andrea
Caruso, cugino dellamante del boss e
riconducibile a Giuseppe Abbate,
ricopriva gi lo stesso ruolo nella
precedente amministrazione comunale,
fortemente compromessa, ormai da
anni, con la criminalit locale di
stampo mafioso
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- lassessore di sesso femminile, con


deleghe ai servizi sociali, attivit
produttive e zootecnia, stata poi
individuata in Giusi Abbate, cugina di
primo grado di Giuseppe Abbate.
20. Si tratta di elementi che, gi in s,
tratteggiano un quadro significativo e
inquietante di un condizionamento
dellambiente malavitoso sugli organi
elettivi del Comune sulla base di
accordi, di legami, di parentele che,
proprio per la interscambiabilit delle
liste agli occhi della locale consorteria
mafiosa, costituiscono una pesante
ipoteca

sulla

vita

politica

amministrativa di Giardinello (PA).


21. La relazione prefettizia, oltre a tali
gravi elementi, gi di per s bastevoli a
giustificare

lo

scioglimento

del

consiglio comunale, ha per posto in


rilievo ulteriori elementi di criticit,
nella gestione dellente, che, come si
legge

nelle

conclusioni

della

Commissione di accesso, appare del


tutto compatibile con le risultanze
investigative delle operazioni di polizia
e ha posto in luce, nel suo insieme, un
antico

solido

rapporto

con

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lambiente

politico-burocratico

dellente con la consorteria mafiosa


locale, da ultimo rappresentata dal
capomafia Giuseppe Abbate.
22. La Commissione ha sottolineato
che

dallesame

della

documentazione

voluminosa

amministrativo-

contabile emergono oggettivi elementi


di riscontro che attestano i vantaggi
diretti

degli

appartenenti

alla

consorteria mafiosa, i quali, in forza di


una consolidata e ramificata rete di
agganci

costituita

da

parentele,

amicizie,

frequentazioni,

comuni

interessi

economici,

hanno

condizionato lazione amministrativa


dellente
appalti,

nellassegnazione
nei

incarichi,

nel

concessori

riscossione

dei

degli

conferimenti
rilascio

degli

di

titoli

lottizzazioni,

nella

tributi

persino

nellelargizione dei contributi a favore


di cittadini bisognosi.
23.

Prendendo

le

mosse

da

questultimo elemento, di non scarsa


significativit, si deve rilevare, ad
esempio, che tra gli ammessi al
contributo

per

il

servizio

civico

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comunale figura, al primo posto, Stella


Moceri, nata a Palermo il 9.1.1977,
moglie di Salvatore Abbate, figlio di
Vito Abbate, referente di cosa nostra per
Giardinello negli anni 80, e cugino di
primo grado del pi volte citato
capomafia Giuseppe Abbate.
23.1.

La

Commissione,

oltre

rinvenire una costante violazione del


rispetto dei requisiti formali nella
presentazione
mancanza

delle

istanze,

la

di

controlli

sulle

autocertificazioni

prodotte

dagli

interessati, lassenza di relazioni nel


fascicolo concernente la valutazione
economica sullo stato di bisogno
redatta in collaborazione con i vigili
urbani, ha constatato anche una
accentuata

ripetitivit

dei

beneficiari,

poich tra gli ammessi a contributo


dallamministrazione

comunale

ha

riscontrato la presenza di soggetti


appartenenti o contigui alle famiglie
mafiose del luogo, tra i quali spiccano i
nomi

di

Francesco

Trapani,

componente della famiglia mafiosa di


Montelepre, Flavia Geloso, moglie di
Giacomo Giuseppe Caruso, cugino di
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primo grado del boss Giuseppe Abbate,


Maria Iliana Sgroi, appartenente alla
nota famiglia mafiosa di Giardinello,
nonch sorella di Antonino Sgroi,
consigliere comunale nella precedente
sindacatura di Polizzi, coniugato con
Francesca Maniaci, appartenente alla
famiglia mafiosa di Montelepre.
23.2. Si tratta di circostanze, queste,
assai

gravi,

che

ulteriormente

confermano il fondato sospetto di


condizionamenti dellamministrazione
comunale nellelargizione di sussidi e
benefici, senza dire dei contributi
generosamente dal Comune concessi
una tantum, per presunte situazioni
impreviste ed eccezionali di bisogno
non

comprovate

mai

da

alcuna

documentazione, in favore di soggetti


contigui alle consorterie mafiose come
Giovanni Cognato, Giusy Mannino,
Giacomo Giuseppe Mannino e, non
ultimo, lo stesso padre di Giuseppe
Abbate, Giovan Battista Abbate.
23.3. Tali elargizioni, ben sottolineate
dalla relazione prefettizia, non sono
state smentite nemmeno dagli odierni
appellati nella loro memoria difensiva.
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23.4.

Numerose

sono

poi

le

irregolarit, le anomalie e le operazioni


fortemente sospette riscontrate dalla
Commissione di accesso nella gestione
degli appalti e nel rilascio dei titoli
concessori.
23.5. Basti qui citare per tutti, a titolo
esemplificativo, le gare concernenti la
fornitura

di

materiali

necessari

allattivit dei cantieri di lavoro per


disoccupati,

avviati

dal

Comune,

connotati da iter procedurali piuttosto


anomali, ed entrambe aggiudicate alla
ditta Giacomo Ferrante di Isola delle
Femmine, impresa unica partecipante
alla

gara

risultata

essere

particolarmente gradita alle consorterie


mafiose locali, e le gare concernenti il
Centro Polifunzionale da destinare alla
formazione

di

operatori

turistici,

aggiudicate alla P.P.P. s.r.l. di Maniace,


il cui titolare risulta segnalato per mafia
dalla Squadra Mobile di Catania, e ad
ATI dAlberti Costruzioni s.a.s. di
Francesco DAlberti, il cui padre,
Giuseppe DAlberti, stato indagato,
nel 2000 e nel 2003, per associazione
mafiosa.
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23.6. La relazione prefettizia contiene


unanalitica

descrizione

delle

irregolarit e delle anomalie compiute


in queste come in altre procedure di
gara, irregolarit e anomalie che, al di
l di singole imprecisioni, confermano
il quadro complessivo di un pesante
condizionamento dellattivit politica e
amministrativa

comunale, in ogni

settore della vita pubblica e anche


prescindendo dalle convenienze e/o
dalle

connivenze

dei

singoli

amministratori, da parte della locale


consorteria mafiosa.
24. Ritiene il Collegio che il quadro
ricostruttivo

vividamente

rappresentato
prefettizia,

nella
sorretto

relazione
da

adeguata

istruttoria e convincente motivazione,


lasci pienamente emergere nel suo
complesso e al di l di singoli errori e
imprecisioni, che tuttavia non ne
sminuiscono singolarmente la validit
dinsieme,

lesistenza

di

elementi

concreti, univoci e rilevanti, che


giustificano, ai sensi dellart. 143 del
T.U.E.L., lo scioglimento del Consiglio
comunale di Giardinello (PA) per il
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pesante condizionamento mafioso dei


suoi organi elettivi e della sua stessa
attivit amministrativa in ogni settore
della vita pubblica, nessuno escluso.
25. In conclusione, per tutte le ragioni
sin

qui

esposte,

lappello

merita

accoglimento e pertanto, in integrale


riforma della sentenza impugnata, deve
essere respinto il ricorso proposto in
primo grado da Giovanni Geloso e da
Gabriele Nunzio Brusca e da Rosario
Candela e da Andrea Caruso e da
Giacomo Caruso e da Vito Antonino
Di Napoli e da Pietro Angelo Polizzi e
da

Giuseppe

Provenziano

da

Francesco Donato e da Giusi Abbate e


da Lino Gaio.
26. La legittimit, qui accertata, dello
scioglimento del Consiglio comunale,
ai sensi dellart. 143, commi 1 e 2, del
T.U.E.L.,

impone

reintegro

della

limmediato
Commissione

straordinaria, gi nominata, con le


attribuzioni

spettanti

al

Consiglio

comunale, alla Giunta e al Sindaco.


27. Le spese del doppio grado di
giudizio,
complessit

considerata
delle

lestrema

vicende

qui

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esaminate, possono essere interamente


compensate tra le parti.
P.Q.M.
Il

Consiglio

giurisdizionale
definitivamente

di

Stato

in

(Sezione

sede
Terza),

pronunciando

sullappello, come in epigrafe proposto


dalla Presidenza della Repubblica, dalla
Presidenza del Consiglio, dal Ministro
dellInterno e dalla Prefettura di
Palermo, lo accoglie e per leffetto, in
riforma della sentenza impugnata,
rigetta il ricorso proposto in primo
grado da Giovanni Geloso e da
Gabriele Nunzio Brusca e da Rosario
Candela e da Andrea Caruso e da
Giacomo Caruso e da Vito Antonino
Di Napoli e da Pietro Angelo Polizzi e
da

Giuseppe

Provenziano

da

Francesco Donato e da Giusi Abbate e


da Lino Gaio.
Compensa interamente tra le parti le
spese del doppio grado di giudizio.
Ordina che la presente sentenza sia
eseguita dallautorit amministrativa.
Cos deciso in Roma nella camera di
consiglio del giorno 16 luglio 2015 con
lintervento dei magistrati:
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Giuseppe Romeo, Presidente


Carlo Deodato, Consigliere
Salvatore Cacace, Consigliere
Dante D'Alessio, Consigliere
Massimiliano Noccelli,
Consigliere, Estensore

L'ESTENSORE ILPRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 28/09/2015
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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