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Terzi A LEuropa ha bisogno di una scossa per uscire dalla stagnazione

LEuropa ha bisogno di una scossa per uscire dalla stagnazione: un taglio dellIVA del 50%
di Andrea Terzi

LEuropa rimane nella morsa della stagnazione. La crescita del Pil dellEurozona nel secondo
trimestre 2014 piantata sullo zero. Leconomia tedesca fa peggio della media e arretra: meno
0,2%. Chi nelle settimane scorse vedeva rosa notando il moderato calo della disoccupazione
europea ora ne sorpreso. Ma chi oggi si sorprende, chi si aspettava un risultato, sia pur
minimo, dai tassi negativi della Bce e dagli annunci di programmi dacquisto, o dagli 80 euro,
non ha studiato a fondo la macroeconomia.
Nessuna sorpresa. Le economie creano lavoro quando c fatturato. E il fatturato dipende dalle
libere decisioni dei privati guidate da criteri di redditivit e opportunit. Le famiglie, in primo
luogo, spendono quando sentono di poter disporre di qualche soldo in pi. E il risparmio
strettamente correlato al disavanzo pubblico, come spiego in Salviamo lEuropa dallausterit
(Vita e Pensiero, 2014). Tagliare il disavanzo significa tagliare le gambe ai risparmi delle
famiglie e delle imprese. In queste condizioni, abbassare i tassi non serve e pu essere
controproducente se le famiglie che hanno messo da parte qualche soldo si accorgono che il loro
gruzzolo non rende pi nulla.
pur vero che in Europa alcuni paesi vanno meglio di altri. E come potrebbe essere altrimenti?
Ma davvero pretestuoso largomento secondo cui se lItalia va peggio di tutti significa che il
problema italiano e non europeo. Sarebbe come se nel 2009 Obama avesse puntato il dito sul
Michigan, dove la disoccupazione era di oltre 4 punti percentuali pi elevata della media, e si
fosse rifiutato di fare la manovra federale di 797 miliardi di dollari, chiedendo invece al
Michigan di fare le riforme!
Le differenze tra paesi non cambiano la diagnosi: la politica dellausterit non altro che un
freno a mano tirato sulleconomia dellEurozona. E non era nemmeno difficile prevedere il calo
del Pil tedesco: se la Germania cos brava a vendere agli altri e se i suoi partner tradizionali
sono in Europa, a chi mai potr esportare se allItalia e alla Francia non restano che gli occhi per
piangere? E se la Germania cos brava perch salari e stipendi della classe di reddito basso e
medio non crescono ormai da anni. Qualche sollievo la Germania lo aveva trovato nei mercati
extra-europei. Ma la crescita mondiale non poi cos robusta. E leuro caro. E lo rimarr
finch dura lausterit e la deflazione, qualsiasi sia la politica della Bce.
Da anni ormai un numero crescente di economisti si adopera e si affanna per far passare il
messaggio che lausterit deve finire. E che finch non la si supera, assieme, non c futuro per
lEurozona. A ci si obietta facendo ricorso ad argomenti in parte legittimi ma decisamente fuori
tema. Si obietta che la spesa pubblica italiana ancora troppo elevata e di scarsa qualit. Vero,
forse. Ma parlare di dimensione e qualit dello stato significa parlare daltro. Non serve ad
abbassare il freno a mano. Si obietta che le politiche fiscali espansive non si possono fare con un
livello di debito come quello italiano.
Vero, nel contesto istituzionale carente dellEurozona oggi. Ma la politica fiscale si pu e si deve
fare, anche in assenza di un governo e di un bilancio federale. Occorre solo escogitare come.
Quel che occorre al pi presto non una politica della crescita. una politica che renda la
crescita possibile. E la macroeconomia generosa di suggerimenti. Occorre solo scegliere quello
politicamente pi accettabile. Si pu modificare il fiscal compact. Per tutti. Non solo per
lItalia. A me questa sembra la strada pi in salita e politicamente improponibile. Oppure si
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possono deliberare nuove spese infrastrutturali pro-quota, approvate in comune e finanziate in


comune. Si pu creare un programma europeo che sospenda tutti i sussidi di disoccupazione e
fornisca un lavoro temporaneo di utilit sociale a tutti i disoccupati: non c nulla di peggio che
una disoccupazione di lunga durata per creare danni materiali e psicologici permanenti al nostro
capitale umano. Si pu dare un taglio del 50% allIVA di tutto il continente, finanziato
centralmente dallEuropa.
La mia personale preferenza va a questultima perch sono convinto che sarebbe quella con i
risultati pi rapidi e pi semplice nel disegno. Ancor meglio, se parallelamente si apre un tavolo
comune europeo per studiare insieme le riforme cui dare la priorit. Non so se il Senato italiano
sia una di quelle. Pi probabilmente la lotta allevasione e allillegalit, non solo italiana, e una
nuova genuina collaborazione per tagliare le gambe alla criminalit organizzata che si mangia
una bella fetta della torta europea che rimane. E intanto che si fanno queste riflessioni sulle
colonne dei blog, il fronte politico europeo si distingue per limmobilit, lincapacit a
formulare unalternativa realistica e politicamente proponibile per il bene di tutti.
Articolo pubblicato su ateconomics

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