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ma di indirizzo. Non un fatto personale - dice il capogruppo Giorgio Ciaccio ma di tenuta e di dignit delle istituzioni. C' una condanna definitiva che un
fatto grave e che incrina i criteri di trasparenza e imparzialit che tocca il
vertice pi alto dell'amministrazione. Il dibattito in Aula doveroso, anche se
Crocetta mi ha detto che in caso di rimozione della dirigente, era pronto a
nominarla assessore". A votare a favore dell'ammissibilita', oltre i dodici
deputati M5S, un deputato Mpa e cinque di Forza Italia.
"Immoralit e ingiustizia nel gesto dei parlamentari del Pd e dell'opposizione,
che si sono rifiutati di trattare la mozione di censura nei confronti del
Segretario generale di Palazzo d'Orleans, Patrizia Monterosso, condannata dalla
Corte dei conti, quando era a capo del dipartimento della Formazione
professionale. La Monterosso dovr risarcire all'erario 1 milione e 279 mila
euro. Oggi in Aula il Pd ha fortemente sostenuto il no dimostrando poca etica
su una questione che di etica non ha proprio nulla". A dirlo il deputato del
Pds-Mpa all'Ars, Giovanni Greco. "Una mozione - prosegue l'autonomista finora sommersa in fondo agli ordini del giorno dell'Ars e mai trattata. Ma che
di fronte a una condanna "in appello" non poteva essere ignorata
dall'Assemblea regionale. Mi auguro che la Monterosso comprenda la gravit
della vicenda e si dimetta al pi presto. Sarebbe un gesto pi dignitoso. Nel
frattempo - conclude Greco - ho invitato la presidenza dell'Assemblea a inviare
la relazione e gli atti prodotti alla Procura della Repubblica e alla Procura della
Corte dei Conti".
L'Ars dice no al referendum sulle trivellazioni. La Sicilia non far parte
delle Regioni italiane che propongono il referendum contro le trivellazioni
petrolifere. Questo proprio nel giorno in cui il voto positivo della Sardegna ha
fatto raggiungere il quorum minimo di consigli regionali per proporre il
referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni e
gli espropri a scopo di prospezione per la ricerca e estrazione di idrocarburi nel
sottosuolo, previste
nello
"Sblocca
Italia"
e
nel
decreto
Sviluppo.L'Assemblea regionale non ha raggiunto il quorum di 46 voti
favorevoli (la maggioranza pi uno dei parlamentari, pari a 90) per i due
quesiti relativi all'art.38 dello "Sblocca Italia" e all'art.35 del decreto Sviluppo:
il primo ha ottenuto 38 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astenuti; il secondo 32
favorevoli, 15 contrari e 2 astenuti. Un voto che arriva dopo le tante polemiche
sulle trivellazioni off shore nel Canale di Sicilia e una mozione votata proprio
dall'Ars. A pesare, a quanto sembra il voto contrario del Pd. Il referendum
abrogativo, comunque, ha raggiunto lo stesso la soglia minima di cinque
regioni che lo propongono. Oltre alla Sardegna hanno votato s la Basilicata,
Regione capofila, e successivamente Marche, Molise, Puglia e Sardegna. Prima
del 30 settembre, data entro la quale i quesiti dovranno essere depositati
presso gli uffici della Corte di Cassazione, si riuniranno anche i Consigli
regionali di Abruzzo, Veneto, Campania, Calabria, Liguria ed Umbria.
"Oggi stata scritta una brutta pagina della storia del Parlamento siciliano.
Contrari ed assenti dovranno rendere conto ai siciliani dell'isolamento della
nostra regione rispetto ad un tema delicatissimo come quello della difesa della
5di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
FONDI EXTRA
CONDANNATA
BUDGET:
ASSOLTO
LOMBARDO,
MONTEROSSO
http://gds.it/2015/07/21/formazione-dalla-corte-dei-conti-nuovacondanna-per-patrizia-monterosso-assolto-lombardo_385904/
CROCETTA: NON LICENZIER PATRIZIA MONTEROSSO
11di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
Viviamo in uno stato democratico o in uno stato dove non esistono garanzie?
Vogliamo distinguere il reato amministrativo dal reato penale? Non mi pare che
un presidente possa revocare un contratto sulla base di una condanna della
Corte dei Conti. Questo ci porrebbe di fronte a responsabilit civili inaudite e di
danni da risarcire. La Regione di fronte ad una responsabilit amministrativa di
un funzionario pu fare solo una cosa: pagare. Lo ha detto il presidente della
Regione siciliana, Crocetta rispondendo ai giornalisti allArs che gli chiedevano
se dopo la condanna del segretario generale della Regione Patrizia Monterosso
da parte della Corte dei conti sono previsti provvedimenti. Monterosso stata
condannata a pagare allerario 1,2 milioni di euro.
http://www.siciliainformazioni.com/173316/crocetta-non-licenziero-patrizia-monterosso
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13di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
HTTP://ISOLAPULITA.BLOGSPOT.IT/2014/04/IV-COMMISSIONE-AMBIENTETERRITORIIO.HTML
HTTP://ISOLAPULITA.BLOGSPOT.IT/2015/09/STUDIO-APERTO-IN-DIRETTA-DA-ISOLADELLE.HTML
HTTP://ISOLAPULITA.BLOGSPOT.IT/2015/09/CASO-CICERO-CROCETTA-LASCIA-ALLASUA.HTML
HTTP://ISOLAPULITA.BLOGSPOT.IT/2015/09/IRSAP-ALESSANDRA-DI-LIBERTOSUCCEDE.HTML
HTTP://ISOLAPULITA.BLOGSPOT.IT/2015/09/CROCETTA-NOMINA-MARIELLA-LOBELLO-ALLE.HTML
http://isolapulita.blogspot.it/2015/05/blog-post_80.html
http://isolapulita.blogspot.it/2015/09/irsap-crocetta-nomina-alessandradi.html
Per leggere il manifesto dellAssociazione vai sul link che segue: http://goo.gl/O1ySgL
http://palermo.meridionews.it/articolo/27979/inchiesta-vi-raccontiamo-come-ladottoressa-patrizia-monterosso-e-stata-nominata-segretario-generale-della-regione/
N. 01244/2014 REG.PROV.COLL.
N. 02026/2012 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
da:
contro
Presidenza della Regione Siciliana e Giunta di Governo della Regione Siciliana,
rappresentate e difese per legge dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato,
domiciliata in Palermo, via A. De Gasperi, 81;
nei confronti di
18di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
per l'annullamento
- quanto al ricorso principale del D.P. Reg. n. 5068 del 19 luglio 2012 con il quale, in esecuzione della
deliberazione della Giunta Regionale n. 248 del 13 luglio 2012, veniva conferito
lincarico di Segretario Generale della Presidenza della Regione alla dott.sa
Giuseppa PatriziaMonterosso, soggetto esterno allAmministrazione regionale,
per la durata di anni quattro.
- quanto ai motivi aggiunti
della delibera n. 49 del 5 febbraio 2013, con la quale la Giunta Regionale siciliana
conferma lincarico di Segretario Generale della Presidenza della Regione, sino alla
sua naturale scadenza, ex art. 9, comma 3, l. r. n.10 del 2000 in favore
di PatriziaMonterosso, gi conferitole con Decreto Presidente Regione n. 5068
del 19 luglio 2012.
Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio della Presidenza della Regione Siciliana,
della
Giunta
di
Governo
della
Regione
Siciliana
di
oltre che per mancata impugnazione della deliberazione della Giunta regionale n.
248 del 13 luglio 2012, atto presupposto.
Con memoria depositata il 28 marzo 2013 anche lAvvocatura dello Stato eccepiva
il difetto di giurisdizione del giudice adito, svolgendo comunque difese di merito e
chiedendo, altres, il rigetto della domanda risarcitoria.
Con ricorso per motivi aggiunti, notificato il 29 marzo 2013 allAvvocatura dello
Stato e direttamente a Patrizia Monterossoe depositato il 17 aprile 2013, gli
originari ricorrenti impugnavano la delibera n. 49 del 5 febbraio 2013 con la quale
la Giunta regionale siciliana confermava, ex art. 9, comma 3, l. r. n.10 del 2000,
l'incarico di Segretario Generale della Presidenza della Regione in favore
di Patrizia Monterosso.
Ribadivano
la
sussistenza
della
giurisdizione
per ai sensi del comb. disp. artt. 43, co. 2, c.p.a. e 170 c.p.c. presso il domicilio
eletto, e rispetto ai quali dichiarava di non accettare alcun contraddittorio
Alludienza pubblica del 16 aprile 2014 la causa stata chiamata e posta in
decisione.
DIRITTO
1. Occorre preliminarmente esaminare leccezione di difetto di giurisdizione
sollevata dalla controinteressata Monterosso e dallamministrazione resistente.
1.1. La valutazione delleccezione richiede la previa esatta individuazione
delloggetto del giudizio, altro profilo su cui, peraltro, si incentrano i rilievi di
inammissibilit formulati dalla difesa della controinteressata. Asserisce, infatti,
questultima che il ricorso principale sarebbe inammissibile anche per mancata
impugnazione dellatto presupposto, ossia della deliberazione della Giunta
regionale n. 248 del 13 luglio 2012.
Il rilievo non coglie nel segno.
Loggetto dellimpugnativa promossa col ricorso principale (di quello per motivi
aggiunti si dir pi avanti) da individuare tanto nella deliberazione di Giunta
regionale n. 248/12, quanto nel decreto presidenziale n. 5068/12 che, privo di
autonomo contenuto e motivato essenzialmente con riferimento alla deliberazione
suddetta, ne costituisce atto esecutivo.
Al di l del dato squisitamente formale rappresentato dalla ambigua formulazione
dellepigrafe del ricorso, ove la domanda di annullamento appare indirizzata
avverso il D.P. 5068/12, adottato in esecuzione della deliberazione della Giunta
Regionale n. 248 del 13 luglio 2012, la lettura dellintero atto introduttivo del
giudizio, nella sua articolazione in fatto ed in diritto, proposto fra laltro nei
riguardi tanto della Presidenza quanto della Giunta, non lascia dubbio alcuno in
merito alla volont dei ricorrenti di contestare ed ottenere lannullamento di
entrambi i provvedimenti.
22di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
La parte in fatto, iniziale e descrittiva, d, infatti, conto anche del testo della
delibera di Giunta, i motivi in diritto sono proposti avverso il decreto e la
deliberazione, e nel corpo delle censure ci si riferisce sempre ai provvedimenti
impugnati dei quali, nelle conclusioni, si chiede lannullamento.
1.2. Cos precisato loggetto del giudizio e tenuto conto della concreta
formulazione della domanda, il Collegio ritiene che leccezione di carenza di
giurisdizione debba essere respinta, essendo la controversia radicata avanti al
giudice amministrativo legittimato in sede di riparto.
A sostegno dellassunto sufficiente richiamare la motivazione dellordinanza delle
Sezioni Unite, segnalata dalla stessa difesa della controinteressata nella memoria
conclusiva, ordinanza intervenuta su regolamento di giurisdizione promosso in un
analogo giudizio (il n. 926/10 R.G.), proposto proprio innanzi a questo Tar
sempre nei confronti, tra gli altri, dellaMonterosso.
Le Sezioni Unite, con linvocata ordinanza del 3 novembre 2011, esattamente la n.
22733 (non risultando corretto il numero citato nella sentenza n. 213/12, che ha
definito il giudizio n. 926/10 R.G. cit., riportata dalla controinteressata), hanno:
- riconosciuto che spettano alla giurisdizione generale di legittimit del giudice
amministrativo le controversie nelle quali, pur chiedendosi la rimozione del
provvedimento di conferimento di un incarico dirigenziale (e del relativo contratto
di lavoro), previa disapplicazione degli atti presupposti, la contestazione investa
direttamente il corretto esercizio del potere amministrativo mediante la deduzione
della non conformit a legge degli atti organizzativi, attraverso i quali le
amministrazioni pubbliche definiscono le linee fondamentali di organizzazione
degli uffici e i modi di conferimento della titolarit degli stessi;
- nello specifico giudizio, affermato la giurisdizione del giudice ordinario, rilevando
che l'oggetto di impugnazione costituito esclusivamente dagli atti di
conferimento degli incarichi e dalla delibera relativa alla cessazione degli incarichi
23di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
vigente (artt. 9, co. 4 e 8, l.r. n. 10/2000 e 11, co. 4 e 5, l.r. 20/03), ad assumere
lincarico di Segretario generale, essendo dirigenti di terza fascia. Per questo
motivo sarebbe ravvisabile una carenza dinteresse.
3.1. Rileva a tal proposito il Collegio che sebbene sia stata proprio la stessa Giunta,
nellatto impugnato, a scrutinare anche questa categoria di dirigenti, compresi i due
ricorrenti, scegliendo espressamente di effettuare una seconda ricognizione con
riferimento ai dirigenti anche di terza fascia, che abbiano ricoperto incarichi di
struttura di massima dimensione, sicch gli odierni ricorrenti sono stati parte del
procedimento, per altro non in loro ravvisabile la qualit di giusta parte cui
corrisponde linteresse sostanziale a ricorrere.
corretto, infatti, il rilievo della controinteressata, condiviso peraltro
espressamente dalla difesa dellamministrazione (sia pure con espresso riferimento
solo allart. 9, l.r. n. 10/00: vd. pag. 3 della memoria del 28 marzo 2013), secondo
cui la normativa regionale non consente laffidamento degli incarichi di dirigente
generale ai dirigenti di terza fascia.
3.2. Occorre dare rapidamente conto della normativa in questione.
Ai sensi dellart. 9, co. 4, l.r. n. 10/00 l'incarico di dirigente generale pu essere
conferito a dirigenti di prima fascia, e nel limite di un terzo, che pu essere
superato in caso di necessit di servizio e nel rispetto del limite numerico di cui alla
tabella A allegata alla presente legge, a dirigenti di seconda fascia ovvero a soggetti
di cui al comma 8, ossia a persone non dei ruoli dellAmministrazione.
Lart. 11 l.r n. 20/2003, contenente Misure urgenti per la funzionalit
dellAmministrazione regionale, dopo aver stabilito che lincarico di dirigente
generale poteva essere affidato a dirigenti di prima fascia o ad esterni (comma 4),
prevedeva al comma 5, nella sua originaria stesura, che Lincarico di dirigente
generale pu essere, altres, conferito a dirigenti dellamministrazione regionale,
appartenenti alle altre due fasce, purch, in tal caso, gli stessi siano in possesso di
27di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
laurea, abbiano maturato almeno sette anni di anzianit nella qualifica di dirigente,
Linciso appartenenti alle altre due fasce veniva impugnato dal Commissario
dello Stato che rilevava come la previsione si porrebbe in contrasto con l'art. 97
della Costituzione sotto il profilo del buon andamento della pubblica
amministrazione, in quanto consentirebbe il conferimento delle funzioni di
dirigente generale anche ai dirigenti della c.d. "terza fascia" (i quali, prima
dell'entrata in vigore della L.R. 15 maggio 2000, n. 10, recante "Norme sulla
dirigenza e sui rapporti di impiego e di lavoro alle dipendenze della Regione
Siciliana. Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali. Istituzione dello
Sportello unico per le attivit produttive. Disposizioni in materia di protezione
civile. Norme in materia di pensionamento", svolgevano funzioni direttive e non
dirigenziali) senza alcuna verifica delle loro capacit professionali ed attitudinali in
relazione al nuovo incarico. Con ord. 28 aprile 2004, n. 131 la Corte
Costituzionale dichiarava cessata la materia del contendere, rilevando che dopo la
proposizione del ricorso, la legge approvata dall'Assemblea regionale siciliana il 13
novembre 2003 stata promulgata (L.R. 3 dicembre 2003, n. 20) con omissione
delle parti impugnate, sicch risulta preclusa la possibilit che sia conferita efficacia
alle disposizioni censurate.
3.2. Ne consegue che lart. 11, co. 5, l.r. n. 20/03, come promulgato e vigente,
privo di quellinciso, importa che lincarico di dirigente generale non pu essere
attribuito ai dirigenti di terza fascia, categoria avverso cui si incentravano
specificatamente i rilievi del Commissario.
N tale esegesi pu dirsi inficiata dallultimo periodo del co. 5, a sensi del quale
La distinzione in fasce non rileva ai soli fini del conferimento dell'incarico di cui
al presente comma, su cui si concentra la difesa dei ricorrenti (vd. pag. 23 della
memoria del 3 marzo 2014). In uninterpretazione logica complessiva della
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disposizione, che tenga conto anche del suo iter, tale periodo pu riferirsi solo ai
dirigenti di prima e seconda fascia, questultimi non incisi dallintervento del
Commissario dello Stato (anche se in effetti non pi contemplati espressamente
dal testo come promulgato, ma pur sempre menzionati nel co. 4 dellart. 9 l.r. n.
10/00), la cui posizione comunque non viene in rilievo nel caso in esame.
3.3. Il ricorso , quindi, inammissibile per carenza dinteresse, essendo stati i
ricorrenti, quali dirigenti di terza fascia, illegittimamente scrutinati e non potendo
aspirare, neanche in caso di riedizione del potere, al conseguimento dellincarico
per il quale vertenza.
3.4. Siffatta inammissibilit colpisce ovviamente non solo la pretesa impugnatoria,
ma anche quella risarcitoria, che peraltro sarebbe gi tendenzialmente
incompatibile con la domanda di annullamento cos come articolata.
Ed infatti, per un verso, lannullamento dellatto presupposto, supportato da un
preteso interesse solo oppositivo, si sarebbe posto gi come integralmente
satisfattivo della pretesa, giacch lamministrazione avrebbe dovuto rinnovare la
procedura conformandosi alle prescrizioni contenute in sentenza; per altro verso
poi, i due ricorrenti, quali dirigenti di terza fascia, non hanno titolo a lamentare
danni risarcibili, quali perdita di chance o danni allimmagine (in ipotesi neppure in
via autonoma, se pure la domanda di annullamento la si volesse qualificare
subordinatamente come mera domanda di accertamento dellillegittimit dei
provvedimenti impugnati), non potendo in ogni caso aspirare allincarico di
Segretario generale.
Per tutto quanto esposto il ricorso , nel suo complesso, inammissibile.
4. Il collegio ritiene opportuno dar conto anche di unaltra eccezione di
inammissibilit, connessa alla irrituale notificazione dei motivi aggiunti, che viene
esaminata per la sua stretta correlazione con il percorso argomentativo sin qui
svolto.
29di 37AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2015
N. 02730/2014 REG.PROV.COLL.
N. 03861/1994 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 3861 del 1994, proposto da:
Monterosso Vincenzo e riassunto, a seguito del suo decesso, dagli eredi. Rausa
Salvatrice, Monterosso Maria Elvira eMonterosso Patrizia, rappresentati e difesi
dagli avv. Antonio Vitale e, Katia Gloria, con domicilio eletto presso lo studio
dellavv. Cristina Gulisano in Catania, largo Bordighera, 23;
contro
Comune di Piazza Armerina (En), in persona del legale rappresentante p.t.
rappresentato e difeso dall'avv. Marcella Polizzotto, con domicilio eletto presso lo
studio dellavv. Gaetano Leo in Catania, piazza S.M. della Guardia, 28;
per l'accertamento
del diritto a percepire il trattamento retributivo nel periodo 1 luglio 1992- 13
aprile 1993 e conseguente condanna dell'Amministrazione.
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di piazza Armerina (En);
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 7 ottobre 2014 la dott.ssa Gabriella
Guzzardi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
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FATTO e DIRITTO
Con il ricorso introduttivo, proposto dal signor Monterosso Vincenzo e
proseguito in riassunzione dai suoi eredi, viene rivendicato il diritto alla percezione
degli emolumenti e dei connessi accessori per il periodo in cui il ricorrente non ha
espletato il proprio servizio alle dipendenze del Comune intimato, malgrado avesse
richiesto di potere prolungare la permanenza in servizio oltre il limite dei
sessantacinque anni det, nelle more del raggiungimento del minimo pensionabile,
in coerenza con i principi enunciati dalla Corte Costituzionale con la sent. n. 282
del 18/06/1991.
Specifica il ricorrente che la delibera di G.M. n. 445 del 9/04/1992 con la quale era
stato posto in quiescenza per raggiunti limiti det, malgrado la presentazione
dellistanza di mantenimento in servizio, stata revocata con delibera di G,M n.
1118 del 26/10/1992, e che solo con delibera di G.M. del 9/03/1993 stato
riammesso in servizio, dopo nove mesi e tredici giorni di illegittima interruzione
del rapporto lavorativo. Chiede conseguentemente la restituito in integrum per il
periodo intercorso tra il primo luglio 1992 (data di effettiva interruzione del
rapporto) al 13 marzo 1993 (data di riammissione in servizio) e la condanna del
Comune al pagamento delle relative mensilit retributive con i relativi ratei di
tredicesima mensilit e connessa regolarizzazione contributiva, oltre ad interessi e
rivalutazione monetaria.
Il Comune di Piazza Armerina, costituito in giudizio, ha chiesto il rigetto delle
pretese azionate sul presupposto che non sarebbe intervenuto laccertamento
giurisdizionale di illegittimit delloperato dellamministrazione la quale, peraltro,
avrebbe revocato e non annullato latto di collocamento in quiescenza del
ricorrente.
Con atto di intervento depositato in data 23 febbraio 2012 si sono costituiti in
giudizio
signori
Rausa
Salvatrice, MonterossoMaria
Elvira
e Monterosso Patrizia, aventi causa del signor Monterosso Vincenzo che, fatte
proprie le ragioni dedotte in ricorso ne hanno chiesto laccoglimento.
Con Decreto Presidenziale n. 1177/14 stato revocato il precedente decreto di
perenzione n 3932/13 sulla scorta della dichiarazione di interesse ex art. 1 comma
2, all. 3 al c.p.a., notificata in data 4/02/2014 e successivamente depositata in
giudizio.
Con memoria depositata in data 15 luglio 2014, parte ricorrente ha ribadito le
richieste contenute in ricorso.
Alla Pubblica Udienza del 7ttobre 2014 la causa stata trattenuta per la decisione.
Tutto ci premesso in fatto, il Collegio rileva la fondatezza delle pretese di parte
ricorrente.
Il signor Monterosso Vincenzo stato posto in quiescenza al raggiungimento del
sessantacinquesimo anno det, malgrado lo stesso non avesse maturato, a quella
data, il periodo minimo richiesto per il conseguimento della pensione, ed avesse
proposto apposita istanza di permanenza in servizio fino alla maturazione di tale
minimo. Ci determina la violazione del dictum della Corte Costituzionale che con
la sent. n. 282 del 18/06/1981 ha dichiarato la illegittimit dellart. 4, I comma del
DPR 1092/1973 nella parte in cui non consentiva al personale la permanenza in
sevizio, fino al raggiungimento del numero minimo di anni per ottenere il
trattamento di quiescenza.
LAmministrazione
Comunale
ha
infatti
adottato
il
provvedimento
di