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nel bambino che vende il giornale e viene duramente sgridato dal patrigno o
dalla matrigna per non averne venduti abbastanza. Come triste la storia di
questi bambini. Ma Ges assume tutto questo stanotte.
Dov Dio? Dio con i pi vulnerabili. Questo dovrebbe essere un assioma per
ogni cristiano e ogni cristiana che legge la Bibbia. E questo, naturalmente,
significa che lunit della Chiesa, se vera unit con Ges Cristo,
strettamente legata al suo essere dove Cristo. Per Romero, lunit della
Chiesa strettamente legata allessere unita con Cristo attraverso la
solidariet con i poveri. La vocazione del credente quella di essere dove
Cristo e, come Cristo, di dare voce al grido dei sofferenti e dei diseredati.
Parlare con Cristo e per Cristo, parlare da dove si trova Cristo, parlare dal
luogo degli spogliati e degli emarginati.
Il motto episcopale dellarcivescovo Romero era Sentire cum Ecclesia. A volte,
lespressione stata usata per confermare unaffermazione piuttosto
irragionevole di qualsiasi cosa la Chiesa dicesse in un determinato momento
attraverso i suoi funzionari. Per larcivescovo Romero il suo significato era
molto diverso. Per lui, sentire cum Ecclesia pensare a partire dalla prospettiva
dei diseredati e con la loro prospettiva. Pensare da dove Cristo. Riprendendo
unespressione del grande pensatore cattolico contemporaneo James Alison,
imparare ad avere lintelligenza della vittima. Imparare a leggere il mondo e a
vedere il mondo dal punto di vista di coloro che non hanno potere, perch
questa la prospettiva di Cristo.
Chiesa dei poveri e Chiesa dei ricchi?
Ma larcivescovo Romero affermava chiaramente che questo sentire con i
poveri, pensare con i poveri, questa profonda solidariet con i diseredati, era
pi di un altro programma di parte. Naturalmente, come si poteva prevedere,
venne accusato durante la sua vita, come lo furono molti teologi della
liberazione, di non proclamare la buona novella a tutti: il fatto che la Chiesa
abbia unopzione per i poveri questo lassunto significa certamente che ha
unopzione contro i ricchi. Egli ebbe molto da dire su questo, molto da dire
riguardo al modo in cui di fatto la Chiesa era gi divisa fra ricchi e poveri. E su
come lopzione per i poveri, e il parlare a partire dallintelligenza della vittima,
era paradossalmente un modo per ristabilire ununit pi profonda.
Nel novembre del 1979 cos riflette su questo tema: Laltro giorno, a una
persona che proclama la liberazione in un senso politico stata posta questa
domanda: Per lei, qual il significato della Chiesa?. Ha risposto con queste
parole scandalose: Vi sono due Chiese, la Chiesa dei ricchi e la Chiesa dei
poveri. Noi crediamo nella Chiesa dei poveri, ma non nella Chiesa dei ricchi.
ricchezza e di potere in una qualsiasi societ sono una fonte perenne di paura,
di ansia e di violenza. Alcuni anni fa uscito quel sorprendente libro,
intitolato The Spirit Level, di Richard Wilkinson e Kate Pickett, che molti di voi
avranno letto. Il libro mostrava molto chiaramente che le societ
profondamente ineguali erano pi ansiose e pi infelici rispetto alle societ
nelle quali cerano meno disuguaglianze fra gli abbienti e i non abbienti.
Sembra proprio che il Vangelo cristiano sia sulla buona strada quando afferma
che buona notizia per i poveri buona notizia per tutti. La spirale della
disuguaglianza profondamente ostile al benessere umano.
Una povert spirituale non sufficiente
Una sicurezza vera e duratura in questo contesto non dipende dalla nostra
illimitata capacit di difendere noi stessi e i nostri interessi, ma dipende da una
sorta di spossessamento, come un mollare la presa; come il Signore dice nei
Vangeli, noi salviamo la nostra vita perdendola. E, nel contesto della maggior
parte di ci che ha da dire larcivescovo Romero, questo significa che la
relazione ideale fra le persone in una societ quella nella quale tu puoi con
fiducia lasciare che altri siano responsabili di te, come tu con fiducia sei
responsabile di loro. Se tu sai che gli altri perseguono con passione i tuoi
interessi, come tu persegui con passione i loro, sarai sempre pi intollerante
riguardo ai modi in cui noi proteggiamo noi sessi, io proteggo me stesso, dal
rischio dello scambio vivificante, della responsabilit fiduciosa, che ci che
Dio si propone per la sua creatura umana, e anche, bench questo sia un altro
tema, per il mondo attorno a noi.
Il Nuovo Testamento ci presenta il modello della societ umana nella quale
ognuno responsabile di tutti e tutti sono responsabili di ognuno. Ci presenta
una societ nella quale le persone sono libere dalla brama del possesso in
misura tale da sapere che non hanno bisogno di preoccuparsi di proteggere se
stesse, perch sanno che il loro prossimo l per loro. questa la visione che
ha animato la vita e la morte dellarcivescovo Romero.
Ecco alcune cose che egli scriveva al riguardo. Nellottobre del 1978: Perch la
Chiesa predica solo ai poveri? Perch noi parliamo di una Chiesa dei poveri? I
ricchi non hanno lanima? S, i ricchi hanno lanima e noi li amiamo
profondamente e desideriamo che si salvino e non siano prigionieri della loro
propria idolatria. Chiediamo loro di diventare persone spirituali, di diventare
poveri in spirito e di sperimentare langoscia dei bisognosi.
Nel luglio del 1979: E ai ricchi io voglio dire anche che una povert spirituale
non sufficiente, una sorta di desiderio ma senza effetto; a loro io dico: finch
il loro desiderio della povert evangelica non si incarna in opere e non
assumono la causa dei poveri come se fosse la loro causa come se essi
fossero Cristo stesso continueranno a essere chiamati i ricchi, coloro che Dio
disprezza, perch confidano di pi nel loro denaro.
Nel febbraio del 1980: Che cosaltro fa la Chiesa? Annuncia la buona notizia ai
poveri. Ma non in un senso demagogico, escludendo il resto. Al contrario, coloro
che hanno ascoltato cattive notizie nei circoli profani, e hanno vissuto realt
peggiori, attraverso la Chiesa ascoltano la parola di Ges sul regno di Dio che
vicino, che nostro. Beati voi, i poveri, perch il regno di Dio vostro. E questo
significa anche che c una buona notizia da annunciare ai ricchi: diventino
poveri per condividere con i poveri le cose buone del regno di Dio che
appartiene ai poveri.
Imparando a mollare la presa, imparando a condividere e a essere responsabili
per coloro che sono nel bisogno, i potenti e i ricchi sono evangelizzati e liberati.
Essi ascoltano la buona notizia, sono liberati dalla loro prigione. Sono nutriti
dagli affamati che essi servono.
La buona notizia per tutti
Tutto questo per cercare di esprimere ci che potrebbe significare
laffermazione secondo cui la Chiesa unita se unita con Cristo, il Cristo che
nei poveri e nei vulnerabili, e ha ununica buona notizia per tutto il popolo di
Dio. Ununit dimostrata dal fatto che tutti sono responsabili di ognuno e
ognuno di tutti. E per larcivescovo Romero, lunit sacramentale della Chiesa,
ad esempio una Chiesa riunita attorno allaltare, era al tempo stesso un segno
visibile di questa assunzione di responsabilit e una sorgente di grazia e di
forza per perseguire la realizzazione di questa visione per la societ umana.
Infatti tutti andiamo alla celebrazione eucaristica come persone affamate e
bisognose e il nostro bisogno viene soddisfatto insieme, e nelleucaristia viene
data a tutti la libert e la capacit di nutrirci gli uni gli altri e di assumere
questa responsabilit gli uni per gli altri.
Nel marzo del 1979, Romero scrive: Quando andiamo alla messa la domenica,
realizziamo lalleanza che Dio ha stabilito. Ogni messa domenicale una
realizzazione dellalleanza che ci porta a rispettare lalleanza e a sperimentare
Dio come lunico vero Dio. Davanti a questunico vero Dio dobbiamo
distruggere tutti gli idoli che vogliono prendere il suo posto, idoli che vogliono
mettere radici nel nostro cuore o nel cuore del nostro popolo: gli idoli del
potere, del denaro e dalla lussuria, gli idoli del possedere cose che ci
allontanano da Dio. Per noi la domenica deve essere unoccasione per
rinnovare la nostra alleanza con Dio.
che sono. Il Cristo che con i poveri e nei poveri non semplicemente uno
straordinario maestro umano, ma il Figlio di Dio, il Signore onnipotente, che si
riveste della nostra povert in modo che noi possiamo essere rivestiti della sua
ricchezza divina. Se non crediamo questo, tutta questa faccenda dellessere
uniti con lui nei poveri non avrebbe alcun senso. E se Ges Cristo fosse solo un
uomo buono grande e interessante, allora leucaristia sarebbe priva di
significato e sarebbe tuttal pi una commemorazione vagamente melanconica
di una delle innumerevoli tragedie della storia, nelle quali uomini grandi e
emozionanti tendono a essere uccisi in modo sgradevole.
Leucaristia il luogo nel quale ci viene offerta la vera vita del Figlio di Dio
incarnato; leucaristia il luogo nel quale si rinnova, approfondisce e stabilisce
su nuovi fondamenti la nostra responsabilit degli uni verso gli altri. Questo
anche ci che d senso agli impegni che noi introduciamo nei nostri
coinvolgimenti nel mondo. Questi impegni sono il fondamento dellintera
visione ed essi contano teologicamente proprio perch sono ci che fonda e
ispira la visione della solidariet con i poveri.
Ma in qualche modo, il punto questo: dobbiamo riscoprire molti dei nostri
impegni teologici e delle nostre preoccupazioni teologiche per cos dire facendo
una deviazione, passando attraverso questa esperienza di identificazione con i
poveri e di solidariet con i bisognosi. Andare in giro e scoprire tutta la valenza
di queste formule dottrinali e pratiche sacramentali ancorarci pi
profondamente, pi sicuramente al Cristo che si fatto povero per noi, in modo
che possiamo conoscere tutti la sua giustizia e la sua ricchezza.
Nelle nostre discussioni ecumeniche sulle dottrine, sui sacramenti e sulla
disciplina, questo fa parte della strada che dobbiamo percorrere. Se diciamo
che questa o quella convinzione importante, dobbiamo scoprire perch
potrebbe essere importante precisamente nel contesto nel quale impariamo a
essere uniti con Cristo e nel quale impariamo a essere dove Cristo. Non
semplicemente per ripetere un pregiudizio ereditato, unabitudine ereditata,
non semplicemente per negoziare sul piano formale degli slogan, ma per
cercare insieme i modi in cui la nostra convinzione e impegno sul piano
teologico possono essere la forza motrice per condurci pi vicino a dove
Cristo e a dire ci che dice Cristo. Riguardo a ogni pratica, riguardo a ogni
dottrina, dobbiamo chiederci se essa permette o ostacola ununit con Cristo in
coloro che non hanno voce e non hanno potere. Nelle nostre discussioni
sullunit non dobbiamo mai perdere di vista questo aspetto. Le nostre
discussioni su diverse accentuazioni teologiche e discipline devono chiedersi
avanzare verso lunit con Ges Cristo, con la fiducia sostenuta dalla preghiera
che in quel momento che cominciamo a camminare gli uni verso gli altri.
Larcivescovo Romero credeva profondamente che c, come abbiamo visto,
ununica Chiesa; una Chiesa di coloro che sono veramente dove Cristo, che
parlano veramente con la sua voce in quella situazione e al di fuori di essa. E
quando noi tendiamo a essere ansiosi o cinici, o persino disperati, riguardo alla
possibilit che le Chiese possano mai unirsi, giova non poco ricordare che
Cristo gi e eternamente uno, che il suo corpo uno, che la sua buona notizia
una e che noi stiamo avanzando barcollando verso ci che gi reale in lui.
Infatti, come riconoscerebbe ogni santo e martire, ci che veramente importa
nella Chiesa non ci che noi realizziamo, ma ci che Dio ha donato, dona e
doner. E noi ringraziamo Dio che ha donato, dona e doner una grande grazia
attraverso la vita e la morte di Oscar Romero.
Rowan Williams