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54 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 28 FEBBRAIO 2010

l’incontro
Visionari Alla soglia dei sessant’anni
questo newyorchese del Queens
di padre italiano è il più celebre
performer di video-art, un creatore
di spazi abitati da luce
e ombra, forme e figure,
dove gli spettatori-
protagonisti possono
camminare. Eppure
i suoi “eroi” sono Giotto
Bill Viola e Masaccio, e lui
si definisce un pittore senza pennello
“Amo i video – dice – perché sono come
la vita: immagini sempre in movimento”
CLOE PICCOLI mento sullo schermo mi ha conquista- tiero, in questa lunga stanza e attraver- mistica medioevale cristiana, ma il suo The Crossing è fra i lavori più intensi
to. Non ho avuto il minimo dubbio. sare il ciclo eterno della vita e della mor- approccio alla vita e all’arte non è tanto sulla rinascita, intesa come purificazio-
MILANO Quella era la strada. È stato straordina- te, della creazione e della distruzione. Il

B
religioso quanto spirituale, nelle sue ne e rigenerazione. Su uno schermo ap-
rio. Era un passaggio epocale, in cui la titolo deriva dal Libro dei Morti dell’an- opere distilla una spiritualità contem- poggiato al pavimento in una stanza
ill Viola ha un talento spe- nuova tecnica stava cambiando anche tico Egitto, e si riferisce al momento del poranea che ha conquistato il mondo. A buia si scorge in lontananza un uomo
ciale che lo porta a co- la visione del mondo. Come quando trapasso in cui dal buio si passa nella lu- iniziare dalla prima uscita al Whitney fi- che avanza lentamente da un fondo
struire immagini sugge- Masaccio con la Trinità a Santa Maria ce. È incredibile osservare come l’idea no al toccante Padiglione degli Stati scuro. L’uomo cammina fino ad arriva-
stive persino con le paro- Novella a Firenze ha iniziato a usare la della luce intesa come rivelazione sia Uniti alla Biennale di Venezia del 1995, re in primo piano dove si ferma, in si-
le. Mentre si racconta, senza rispar- prospettiva come una nuova forma di presente indistintamente in tutte le tra- la sua prima importante mostra in Ita- lenzio, di fronte allo spettatore. Una
miarsi, affiorano dalla memoria perso- visione della realtà». dizioni religiose». lia, passando per i musei più blasonati: piccola fiamma che sale da terra si tra-
ne, luoghi, situazioni e lui crea immagi- Nel 1974 Viola è in Italia, a Firenze, La luce, appunto, per Viola è fonda- la National Gallery di Londra e il l MO- sforma subito in un fuoco avvolgente
ni quasi tangibili, persino quando parla dove incontra Maria Gloria Bicocchi mentale. I suoi lavori inondano gli am- CA di Los Angeles; l’Operà di Parigi, do- che dissolve l’essere umano fino a farlo
di visioni e rivelazioni. È su questo che che aveva aperto il mitico centro di bienti di luci, penombre, e a volte per- ve nel 2005 ha “messo in scena” la sua scomparire. Sull’altro lato dello scher-
si soffermano i suoi video, dittici, tritti- produzione per la Media Art, uno dei sino zone di buio. Le sue opere sono to- versione video/contemporanea del mo un secondo uomo è inghiottito fino
ci, interi ambienti, installazioni e pro- primi in Europa, Art/Tapes/22. Viola tali, nel senso che trasformano radical- Tristano e Isotta di Wagner; il Palazzo a dissolversi da uno scroscio d’acqua vi-
duzioni colossali proiettati in musei, entra a lavorare nel team. Intanto visi- mente gli ambienti. E il pubblico si tro- delle Esposizioni di Roma. goroso che inizia a cadere dall’alto pri-
gallerie, cupole, teatri, chiese sconsa- ta Assisi, Arezzo, Roma, Bologna, Pa- va all’interno, coinvolto in queste rive- A Bologna lo scorso 29 gennaio nel- ma con poche gocce e poi con l’impeto
crate, nella spirale del Guggenheim di dova. Ama Giotto e il Rinascimento. lazioni contemporanee, di cui, lo l’antica chiesa sconsacrata di Santa Lu- di una cascata. Silenzio. Buio. E poi, di
New York, e nei cieli sopra Tokyo al Mo- Adora la storia dell’arte e la pittura. voglia o meno, si sente protagonista. È cia, invitato da Arte Fiera, ha presenta- nuovo, il ciclo ricomincia, e dal fondo
ri Museum. «Cerco di portare in super- «Anche se non lavoro con il pennello questa una delle chiavi del successo di to con il compositore estone Arvo Pärt scuro su ambedue i lati dello schermo,
ficie qualcosa che esiste già. È già lì. So- ma con il video, mi sento un pittore che Viola. Addentrarsi in temi universali e Diario dell’Anima, un incontro epico davanti e dietro, ricompare in lonta-
lo che non la vediamo. L’arte per me è ri- realizza immagini». Pittura e movi- condivisi. fra musica e immagini. «Ho incontrato nanza quell’essere umano enigmatico
velazione». mento sono i poli fra cui si muove que- Luce e rivelazione. Viola conosce il Pärt per la prima volta in Vaticano. Un e universale, minuscolo elemento di un
Nato a New York da padre italiano, st’artista che realizza in video solenni buddismo zen, il sufismo islamico, la bel posto per incontrasi no? Era no- ordine cosmico in cui ogni cosa si tra-
cresciuto nel Queens, primo invito im- pale d’altare laiche contemporanee, in vembre, quando il Papa ha invitato gli sforma ma non si perde.
portante alla Biennale del Whitney nel cui scandaglia passioni ed emozioni,
1975, oggi Bill Viola è il più riconosciuto aspirazioni e desideri. Il mio maestro zen artisti. Siamo entrati subito in sintonia
e abbiamo pensato di fare un lavoro in-
«Budda ha detto: all life is change. Si-
gnifica che le cose spariscono e cam-
artista video vivente, ma confessa: non
l’avrebbe mai immaginato. È stato un
Go Forth by Day, una delle sue instal-
lazioni video più potenti, realizzata per mi diceva: sieme». Per l’occasione l’artista ha in-
stallato Tristan’Ascension (The Sound of
biano in continuazione». Continua Bill
Viola, che ha appena visitato il Lago
percorso graduale, una rivelazione,
l’attuarsi di un destino. L’unica cosa di
la prima volta al Guggenheim Museum
di New York, è un’opera sulla rivelazio-
devi imparare a Mountain Under a Waterfall), una
scenografica video-installazione resa
Maggiore fino a Luino, sulle tracce dei
luoghi dove è cresciuto suo nonno Car-
cui è sempre stato certo, questo sì, è che
il video sarebbe stato il suo strumento
ne, su quella labile linea di passaggio dal
buio alla luce. Il lavoro spettacolare e
a essere vuoto ancora più d’impatto dalla sapiente
collocazione in uno spazio così solen-
lo prima di emigrare in Europa e poi a
New York in cerca di lavoro: «L’albero
per indagare il mondo. «Sono nato nel
1951, il video e la televisione sono arri-
scenografico, scandito da immagini e
sequenze di straordinaria bellezza, rit-
Aveva ragione ne, in cui il destino di Tristano si compie
in un trionfo d’acqua scrosciante, se-
che vedo adesso fuori dalla mia finestra
a Long Beach, California, al sole, questo
vati nel mondo pochi anni dopo la mia
nascita», continua a raccontare energe-
mato dall’alternarsi di zone di silenzio a
momenti in cui il sonoro satura l’intero
ma io avevo studiato gno di purificazione, catarsi, rinascita,
virata in tutti i toni traslucidi e lumino-
stesso albero se torno tra cent’anni se
ne sarà andato. La mia interpretazione
tico e solare. «All’università di New ambiente, si sviluppa in cinque gigan- anni per riuscire si del blu. La rinascita, quella sottile e in- delle parole di Budda è: all life is a mo-
York, nel 1969, questa tecnica era speri- tesche proiezioni dal pavimento al sof- definibile linea di passaggio, è un altro ving image. Questo è quello che siamo.
mentale, nuova, eccitante. Le macchi- fitto. È qui che Viola instaura un ritmo di a essere pieno dei temi che affascinano Viola, nella vi- Questo è il motivo per cui amo i video,
ne erano complesse, difficili da usare in confronti serrati fra opposti: acqua e ta privata e nel lavoro. perché sono come la vita. Sono in movi-
bianco e nero. Ma l’immagine in movi- fuoco, aria e terra, luce e tenebra, vita e di idee e progetti La sua rinascita avviene durante un mento continuo».
morte, caduta e rinascita, e il lavoro pro- viaggio in Giappone con la moglie Kira © RIPRODUZIONE RISERVATA
cede fino a un ideale confluire in un or- Petrov, fotografa conosciuta in Austra-
dine cosmico in cui ogni elemento tro- lia nel 1977, sposata un anno dopo, e
va la sua collocazione. tuttora sua compagna e direttore ese-
«L’idea è nata quando ho visitato la cutivo dello studio. «Erano gli anni del-
Cappella degli Scrovegni a Padova, so- la guerra del Vietnam e della contesta-
no rimasto folgorato. Giotto è uno dei zione», ricorda Bill Viola, «in America la
miei eroi. Penso abbia fatto il primo di- cultura e la religione orientale erano un
pinto virtuale. Quando ho visto lo spa- simbolo. Volevamo andare a vedere di
zio sono rimasto sopraffatto. Dopo il
primo impatto, quando mi sono ripre-
persona. Quel viaggio ci ha cambiato la
vita. Siamo rimasti in Giappone diciot-
‘‘
FOTO ROBERTO SERRA/IGUANA PRESS/GETTY IMAGES

so, ho riflettuto sul fatto che ogni super- to mesi, fra il 1980 e il 1981, e abbiamo
ficie era affrescata, è stato come entrare avuto la fortuna di incontrare un mae-
in una realtà virtuale». Spiega Viola che stro zen straordinario: Tanaka Daisen.
ama la storia dell’arte, la pittura me- Praticavamo con lui quasi tutti i giorni,
dioevale, e il Rinascimento italiano. eccetto quando lui viaggiava. Era un
«Così ho iniziato a progettare un gran- uomo magico. Mi diceva “devi impara-
de ciclo di immagini, connesse ma indi- re a essere vuoto”. Se lo immagina? Ave-
pendenti. Quello che mi ha affascinato vo studiato anni per imparare a essere
era entrare in uno spazio e camminare pieno, di idee, progetti, immagini, e ora
dentro le immagini. È quello che ho fat- quest’uomo mi diceva che dovevo esse-
to in Go Forth by Day. Entri in un luogo re vuoto, e perso, e imparare a lavorare
illuminato solo dai bagliori delle proie- da una posizione di fragilità. Era pazze-
zioni per camminare, come in un sen- sco, ma aveva ragione».

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