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Istituto superiore "Fermo Corni" di Modena

Liceo scientifico delle scienze applicate

L'Universo: Storia e modelli filosofico-scientifici del


cosmo e del reale

Diplomando
Gianluca Degli Esposti

Anno scolastico: 2014/2015

Indice
Introduzione
1. Cosmologia nella storia
1.1 Cosmogonia secondo le religioni
1.2 Cosmologia dantesca e aristotelica
1.3 Rivoluzione Copernicana e Galileo
2. L'Universo dopo il Novecento
2.1 Teoria del Big Bang e cronologia dell'Universo
2.1.1 Teoria della Relativit Generale e metrica di Friedmann
2.2 Teorie divergenti sulla sul destino del cosmo
2.2.1 Energia oscura, costante cosmologica
2.3 Questioni aperte
3. Universo tra filosofia e informatica
3.1 Ipotesi della simulazione
3.2 Ontologia della fisica e filosofia della conoscenza sensibile
3.2.1 Realt come rappresentazione [Kant]
3.2.2 Solipsismo, realt come pura illusione della mente
4. Conclusioni e teorema dell'incompletezza

Introduzione
L'universo tutto ci che esiste, ogni quanto di energia, ogni particella subatomica, l'esistenza, e lo
stesso spaziotempo fanno parte e sono contenuti nell'universo.
La teoria oggi pi accreditata (l'uso della parola teoria non casuale, ma sar chiaro pi avanti)
quella del Big Bang, il quale contrariamente al pensiero comune non va immaginato come
un'enorme esplosione ma come la rapidissima espansione dello spazio stesso da un punto
(singolarit) infinitamente denso fino a diventare come lo conosciamo oggi.
Sono molte tuttavia le domande lasciate aperte da questa teoria, in primo luogo non ci permette di
andare indietro fino al momento esatto del Big Bang in quanto le equazioni di campo di Einstein
collassano dando risultati senza senso, e in secondo luogo non si pu in alcun modo sapere cosa vi
fosse prima di tale evento, anche se ci risulta difficile immaginare qualcosa prima dell'esistenza
stessa di spazio e tempo.
Le reali dimensioni, la forma e composizioni dell'Universo sono a noi sconosciute, possiamo solo
fare affermazioni sull'Universo "osservabile", cio la porzione che possiamo conoscere tramite
osservazione diretta, di diametro circa 93 miliardi di anni luce.
Lo spaziotempo viene interpretato come spazio euclideo, formato da tre dimensioni spaziali e una
temporale, o "quarta dimensione". Tutto ci che accade o esiste deve essere decomponibile in
eventi. Un evento la minima determinazione spaziotemporale possibile, individuata
dall'assegnazione di tre coordinate spaziali ed una temporale. L'insieme degli eventi costituisce lo
spaziotempo. Dal punto di vista fisico naturale assumere, ed e stato tacitamente assunto nella
formulazione della meccanica classica, che lo spaziotempo abbia una natura continua (cioe una
topologia localmente omeomorfa a R4, di Hausdorff ed a base numerabile) e differenziabile (per
potere impostare equazioni differenziali che determinano l'evoluzione dei sistemi fisici).
Assumiamo quindi che lo spazio-tempo sia una variet differenziabile a 4 dimensioni.
Intorno alla possibilit della conoscenza umana tanti hanno riflettuto in ambito gnoseologico ed
epistemologico (i due termini sono spesso equivalenti), alcuni affermano che l'uomo non potr mai
avere conoscenza vera sul mondo ma filtrata da meccanismi soggettivi, altri che attraverso la
ragione l'uomo pu scandagliare il reale in quanto razionale.

Universo osservabile

Capitolo 1

Cosmologia nella storia


In questo capitolo riporteremo l'evoluzione sintetica delle teorie cosmologiche e cosmogoniche da
un punto di vista storico-religioso.

1.1

Cosmogonia greca

Riguardo il mondo greco, il miglior documento della mitologia ellenica rappresentato dal poema
in 1022 esametri di Esiodo intitolato la Teogonia. Gli studiosi concordano sulla influenza dei miti
orientali su Esiodo e, in pi, aggiungono, centra anche lorigine asiatica della sua famiglia.
Lo schema del racconto ripete in parallelo la mitologia mesopotamica: c una coppia iniziale
Urano/Gaia (vedi quella mesopotamica Anu/Ea), e seguono le violenze tra divinit.
GR)
,

,
[,
,

,]
, ,
,

(IT)
Dunque, per primo fu il Chaos, e poi
Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di
tutti
gli immortali che tengono le vette dell'Olimpo
nevoso,
e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle
ampie strade,
e poi Eros, il pi bello fra gli di immortali,
che rompe le membra, e di tutti gli di e di tutti gli
uomini
doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.

Urano odia i figli e li sprofonda nelle caverne della terra ed Gaia (la Terra) che geme nelle sue
viscere fino a incoraggiare i figli a vendicare loltraggio. La vendetta del figlio minore Kronos che
evira e detronizza il padre Urano, le cui gocce di sangue cadute in terra generano le Erinni, mentre il
membro virile galleggia sulle acque del Ponto ed il mescolamento della schiuma di sperma e quella
di mare determina aphrs, la bianca spuma da cui emerge Afrodite, Venere. Ma c ancora un
passaggio generazionale di violenza: Kronos sposa la sorella Rea ed inghiotte i figli che sa che sa
che lo detronizzeranno fin quando Rea fugge a Creta dove partorisce Zeus, che salva nascondendolo
ed ingannando Kronos, cui fa ingoiare al posto del neonato un fagotto che contiene una pietra. Zeus
dopo 10 anni di lotta vince Kronos con astuzia e violenza ed instaura il suo regno. Ultimo atto della
serie interminabile di violenze: la rivolta delle altre divinit arcaiche, i Titani fratelli di Kronos che
ingaggiano la Titanomachia contro Zeus che li vince e li sprofonda nel Tartaro, riaffermando il suo
potere e lordine tra gli uomini (secondo un'altra versione del mito, i Titani sarebbero stati folgorati
per essersi cibati delle membra di Dioniso, e dalle loro ceneri sarebbero nati gli uomini).

interessante notare qui come, al contrario di


altri miti, l'entit primigenia (Chaos) non
esiste da sempre, ma si manifesta
all'improvviso e perdura nel tempo.
Secondo alcuni autori, tuttavia, Chaos
sinonimo di vuoto, il buio che precede la
creazione del cosmo e di tutti gli altri dei.
Altri interpreti della Teogonia avvertono che
Chaos non coinciderebbe solo con il "Vuoto",
e ricordano che su questa nozione/divinit
non si ha concordanza tra gli studiosi ma si
in generale d'accordo che non
semplicemente il "vuoto", il "luogo" dove le
entit vengono in essere e trovano
collocazione; ma, da un attento esame
disamina del termine, risulterebbe essere
un'entit non solo spaziale ma anche
materiale: una sorta di nebulosit senza
forma associata all'oscurit. (Graziano
Arrighetti)

1.2

Cosmologia Dantesca e Aristotelica

Aristotele, nella sua opera Il Cielo, descrive la sua teoria dei luoghi naturali, il riferimento per la
spiegazione della struttura dell'universo. Sostanzialmente egli efferma che i quattro elementi
naturali (acqua, terra, aria e fuoco) hanno un "luogo" naturale assegnato per natura e che tende a
raggiungere quando si trova in condizione di libert e senza vincoli esterni. Gli elementi si
dispongono nel seguente modo: la terra in basso, poi l'acqua, l'aria e infine il fuoco.
Aristotele giustifica tale affermazione osservando che un
sasso in acqua va a fondo, le bolle d'aria vanno verso l'alto, e
il fuoco sale quando nell'aria mentre l'acqua e la terra
cadono.
In secondo luogo afferma che l'universo ha forma sferica,
poich la sfera era considerata la forma perfetta, che la terra
si trova necessariamente al centro di esso (dal ragionamento
precedente), che l'acqua si trova sopra di essa, e via dicendo.
Se vi fossero questi elementi anche nel resto dell'universo
essi avrebbero raggiunto la terra, il loro luogo naturale,
quindi il resto del cosmo deve essere formato da un quinto
elemento: l'etere.
Poich nei cieli l'elemento unico non pu esservi alterazione, nascita, morte o in generale
cambiamento (se non locale).
Come conseguenza il filosofo greco afferma un dualismo tra mondo terrestre e mondo celeste: il
nostro mondo soggetto a nascita, morte, corruzione, cambiamento, mentre il mondo celeste
rimande rigido e immutabile.
Da quasto punto di partenza Aristotele postula una cosmologia, perfezionata da Tolomeo, famosa
come il sistema Aristotelico-Tolemaico, che resister fino a Galileo per quasi duemila anni.

Secondo questa visione la Terra si trova al centro dell'universo, circondata dalla sfera della luna.
I corpi celesti non sono liberi di vagare nel cosmo ma sono fissati sa sfere di etere, la sfera della
luna racchiusa da quella di Mercurio, questultima da quella di Venere, poi del Sole e cos via fino
alla sfera delle stelle fisse che chiude l'universo, di dimensione finita.
Il movimento dei corpi rimane tuttavia inspiegato. Aristotele ammette che ogni sfera mossa da
quella che la racchiude, perci secondo questo ragionamento il necessario ammettere un motore
primo, identificato con Dio.
Nell'universo aristotelico non esiste il vuoto. Se lo
spazio inteso come il limite o contenitore di
corpi, allora non esiste uno spazio esterno
all'universo, cio un vuoto extracosmico, poich
l'universo il contenitore di tutte le cose.
Possiamo inoltre parlare di tempo solo se vi
cambiamento, se si ha un prima e un dopo. Il
tempo quindi "il numero del movimento
secondo un prima e un dopo". Egli sottolinea che
che il tempo deve essere scandito, misurato,
perci ha senso parlare di tempo solo se esiste un
soggetto che lo scandisca, unendo passato,
presente e futuro.
La visione Dantesca del cosmo deriva
direttamente da quella appena citata: terra al
centro, pianeti che orbitano intorno ad essa su
sfere rigide, e il tutto chiuso dalla sfera delle stelle fisse.
In aggiunta dante descrive l'inferno, il purgatorio e il paradiso a livelli: ogni uomo che nel corso
della propria vita compia determinate azioni destinato a finire in uno e un solo livello di paradiso,
purgatorio o inferno (a seconda del tipo di comportamento).
Tolomeo, ispirandosi alla dottrina di Aristotele, introdusse un nono cielo, il Primum mobile, che non
conteneva alcun astro visibile, ma originava e alimentava il movimento degli altri otto cieli; i
teologi medioevali ripresero questa visione, rafforzata dal fatto che il numero nove era considerato
"perfetto" in quanto espressione della trinit di Dio (9 = 33).
Nella parte pi elevata, sopra le stelle fisse, vi era l'empireo, il pi alto dei cieli, luogo della
presenza fisica di Dio, dove risiedono gli angeli e le anime accolte in Paradiso.
Noi siamo usciti fore
del maggior corpo al ciel ch' pura luce:
luce intellettal, piena d'amore;
amor di vero ben, pien di letizia;
letizia che trascende ogne dolzore.
Qui vederai l'una e l'altra milizia
di paradiso, e l'una in quelli aspetti
che tu vedrai a l'ultima giustizia.
(Paradiso XXX, 38-45)
Nella parte pi bassa dell'inferno, nei pressi del centro della Terra, troviamo Lucifero parzialmente
immerso nel ghiaccio che tiene nelle sue tre bocche Giuda, traditore di Cristo, Bruto e Cassio,
traditori di Cesare.

1.3
Rivoluzione Copernicana, Galileo, Keplero e
Newton
Questa visione dell'universo, per quanto scomoda e ingombrante, sopravvisse senza opposizioni per
quasi tredici secoli, fino a quando l'astronomo polacco Niccol Copernico propose nel sedicesimo
secolo una teoria radicalmente differente. Il motivo per cui le stelle sembrano orbitare attorno alla
terra, affermava, causato dal fatto che la terra stessa a ruotare sul suo asse ogni ventiquattr'ore, e
l'apparente movimento dei cieli causato dall'osservatore mobile.
Suggerire che la terra si muovessere era tuttavia considerato eresia, ma Copernico argoment che il
moto dei pianeti poteva essere spiegato perfettamente nel caso in cui essi, terra compresa,
orbitassero intorno al sole. Questo port alla teoria che la terra stessa non fosse il centro
dell'universo, ma piuttosto un pianeta come gli altri.
Essendo un uomo di chiesa, Copernico sapeva che le visioni del Vaticano in merito alla feccenda
erano estremamente salde, e proponendo tale teoria egli non sfidava soltanto la scienza ortodossa,
ma la visione religiosa della realt, che in quel periodo era pi importante di quella scientifica.
Temendo la reazione della chiesa egli decise di tenere la sua teoria solo per se stesso per trent'anni,e
solo avvicinandosi alla morte decise di condividerla piuttosto che portarsela nella tomba
pubblicando il testo "Sulla rivoluzione delle Sfere Celesti" nel 1543, il quale venne subito messo
sull'indice dei libri proibiti.
Cos rest, ignorata e dimenticata per quasi ottant'anni, finch uno scienziato italiano, Galileo
Galilei, si interss alla questione del moto dei pianeti. Utilizzando il nuovo telescopio da lui
inventato, vennero a galla evidenze convincenti del modello Copernicano; scopr infatti che Venere,
come la luna, caratterizzata da fasi, a volte mezza, o solo una crescente, parte di essa era
illuminata, il ch era possibile solo nel casi in cui Venere orbitasse intorno al sole.
Egli scopr inoltre che Giove ha le sue lune che gli orbitano intorno, negando la tesi che affermava
che tutto ruota attorno alla terra.
Dopo aver pubblicato le sue scoperte, Galileo venne contattato da Papa Paolo V, che gli chiese
formalmente di ritrattare le sue idee eretiche. Temendo per la sua vita, Galileo, accett. Alcuni anni
dopo, infelice del fatto che una verit cos importante venisse soprressa, pubblico un trattato
scientifico brillante dal nome "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo" in cui prese
nettamente le difese del sistema Copernicano.Di nuovo, sotto minaccia di tortura e morte, venne
costretto ad "abiurare, maledire e detestare" l'assurda visione che la terra potesse muoversi intorno
al sole. Venne successivamente messo agli arresti domiciliari in modo che potesse essere tenuto
d'occhio per prevenire ulteriori problemi.
Nello stesso periodo, un matematico tedesco, Keplero, aggiunse un altro tassello al puzzle della
verit. Copernico rimase coerente con la teoria platonica dei moti circolari dei pianeti, e anche se il
suo modello spiegava i movimenti planetari molto meglio di quello geocentrico, vi erano ancora
alcune irregolarit. Keplero ebbe la fortuna di essere lo studente dell'astronomo Danese Tycho
Brahe, il quale lo mise al lavoro per risolvere i problemi del moto di Marte.
Il passo avanti di Keplero risiede nella scoperta che il movimento di Marte e degli altri pianeti
poteva essere spiegato se le orbite fossero ellittiche invece che circolari, ma il motivo per cui
dovessero essere ellissi invece che cerchi perfetti rimaneva un mistero.
Il pezzo finale del puzzle venne sistemato, cinquant'anni dopo, dal matematico inglese Sir Isaac
Newton.
Egli si pose forse una delle domande pi importanti mai fatte dall'uomo: se una mela cade, allora
cade anche la luna?
Newton rispose affermativamente, la luna cade a causa della legge della legge della gravitazione
universale, e cos la mela. Egli formul, nel suo testo Philosophiae Naturalis Principia
Mathematica , una teoria unificata dei cieli, realizzando che i pianeti sono governati dalle stesse

leggi che governano i corpi terrestri, perci la forza che tiene la luna in orbita alla terra la stessa
che fa cadere la mela.
Derivando le equazioni risultanti egli stabil che ogni corpo orbitante deve per forza muoversi
descrivendo una ellisse, come affermato da Keplero.
La rivoluzione fu cos completa. Il viaggio, iniziato da Copernico, ha richiesto diverse menti
altrettanto brillanti per completarsi, e termin con Newton dopo quasi 150 anni.
Se ho visto pi lontano, perch stavo sulle spalle di giganti
-Isaac Newton

Capitolo 2

L'Universo dopo il Novecento


L'evento che rivoluzion definitivamente la visione dell'Universo fu la pubblicazione, da parte di
Albert Einstein, della Teoria dell Relativit Generale, la quale concepisce la gravit non come una
misteriosa forza che agisce a distanza tra due corpi ma come il risultato della curvatura dello spazio
causata da massa o pi in generale massa/energia. Lo scopo di questo secondo capitolo di
introdurre in modo sintetico la visione moderna del cosmo e della sua storia, dal Big Bang alla sua
ipotetica fine.

2.1

Teoria del Big Bang e cronologia dell'Universo

La teoria oggi pi accreditata la teoria del Big Bang. Secondo questo modello l'Universo iniziato
13.8 miliardi come una singolarit, ossia un punto infinitamente denso che conteneva tutto ci che
esiste oggi. Da quel momento esso ha iniziato a espandersi rapidissimamente tramite un processo
conosciuto come "inflazione", e dopo pochi secondi si inizi a formare la materia.
Contrariamente da ci che suggerisce il nome, tuttavia, il Big Bang non va immaginato come
un'esplosione, ma piuttosto come l'espansione dell'universo a partire da un singolo punto.
Poich gli strumenti attuali non ci permettono di risalire
fino all'esatto momento in cui tutto ebbe inizio, molto di
ci che sappiamo sull'origine del cosmo deriva da modelli
e teorie matematiche, ma nonostante ci gli astronomi
possono sentire "l'eco" del Big Bang, anche conosciuta
come radiazionie di fondo.
La radiazione di fondo la radiazione elettromagnetica
che permea l'Universo, scoperta nel 1964 da Arno Penzias
e Robert Woodrow Wilson.
Essa pu essere descritta come la radiazione delle fasi
iniziali della nascita dell'Universo, ed una delle prove pi
importanti a sostegno della teoria del Big Bang.
All'inizio della sua vita, l'Universo aveva dimensioni
molto pi contenute. temperatura molto pi elevata ed era
permeato da una radiazione che interagiva con il plasma di
idrogeno.
I fotoni, ad elevata energia, interagivano con la materia
impedendo il legame tra elettroni e protoni per formare i
primi atomi di idrogeno.
Con il tempo, tuttavia, la temperatura diminu e l'energia
dei fotoni cal tanto che i nuclei di idrogeno cessarono di
assorbirli. A questo punto la materia divent trasparente a queste radiazioni, le quali con il tempo si
progarono e iniziarono a perdere lentamente energia.

Secondo il modello cosmologico standard la storia dell'Universo divisa in epoche. Ci che segna
il passaggio da un'epoca a quella successiva una transizione di fase, come quelle che avvengono
quando si passa dallo stato liquido a quello solido.
Le transizione cosmiche riguardano le interazioni fondamentali e la comparsa delle unit
microscopiche della materia.

Prima epoca, dal Big Bang a 5,310-44 s: riguardo a questa epoca la fisica non ha strumenti per
avanzare ipotesi, ma si pensa che tutte le forze siano unificate.
Seconda epoca, da 5,310-44 s a 10-35 s: la temperatura media 1032 K, e si ha la separazione
dell'interazione gravitazinoale dalle altre, ancora unificate. un miscuglio di materia, antimateria,
fotoni e neutrini in equilibrio termico.
Terza epoca, da 10-35 s a 10-10 s: la temperatura scende sotto i 1028 K, e l'interazione forte si
diversifica da quella elettrodebole. La materia ancora nello stato di plasma di quark e gluoni.
Quarta epoca, da 10-10 s a 10-5 s: a causa dell'inflazione l'Universo si raffreddato fino a una
temperatura di circa 1015 K. Le forze fondamentali si differenziano completamente e i quark e i
gluoni perdono la loro libert rimanendo confinati negli adroni.
Quinta epoca, da 10-5 s a 1s: l'energia dell'Universo equamente distribuita fra radiazione e
particelle. Indifferentemente, per esempio, le coppie di elettroni e positroni possono annichilarsi in
fotoni e i fotoni materializzarsi in coppie di elettroni e positroni.
Sesta epoca, da 1s a 100s: la temperatura si abbassa notevolmente e si formano i primi nuclei.
Settima epoca, da 100s a 1010 s: gli elettroni e i protoni, prima liberi nel plasma, iniziano a
combinarsi e formare i primi atomi di idrogeno.
Ottava epoca, da 1010 s a 1013 s: la temperatura scende a qualche migliaio di gradi, e l'equilibrio
termodinamico descritto in precedenza si rompe dando origine alla radiazione di fondo.
Nona epoca, da 1013 s ad oggi: la materia inizia a strutturarsi in forma stabile.
interessante notare come l'Universo non sia completamente connesso dal punto di vista causale,
cio esistono punti che non possono interagire e non possono aver interagito, e ci dovuto al fatto
che la loro distanza maggiore di quella che avrebbe percorso la luce dall'origine dell'Universo,
cio 14 miliardi di anni luce.
Secondo il quadro originario difficile spiegare
sia l'omogeneit dell'Universo su larga scala sia
le disomogeneit su piccola scala, in quanto
come pu esso essere isotropo e omogeneo se le
sue parti pi estreme non sono mai state in
comunicazione tra loro?
Per rispondere a questa domanda Alan Guth
propose la teoria dell'inflazione, la quale afferma
nei primi istanti dopo il Big Bang l'universo ha
subito un'espansione esponenziale invece che
lineare, la quale fece aumentare le sue
dimensioni di un fattore dell'ordine di 1050.

2.1.1 Teoria della Relativit Generale e metrica di Friedmann

La teoria della Relativit Generale ha rivoluzionato la fisica moderna. Essa una teoria che collega
la gravitazione allo spazio e tempo, e che sfida la teoria della gravitazione di Isaac Newton, che
resistette per pi di due secoli. Secondo la teoria Newtoniana, lo spazio e il tempo sono immutabili,
statici. Nella gravit Einsteiniana, al contrario, lo spazio e il tempo sono interconnessi in una sorta
di tessuto, che pu essere distorto e manipolato. La distorsione di tale tessuto il fenomeno della
gravit.
Con l'introduzione della Relativit Generale, numerose porte si sono spalancate per la fisica. Alcuni
fenomeni spiegati tramite tale teoria sono le lenti gravitazionali, i buchi neri e l'espansione
dell'universo. La spiegazione di tali fenomeni risiede nelle Equazioni di Campo.
Essendo l'argomento estremamente ampio e complesso matematicamente parlando ci limiteremo ad
una trattarazione sintetica evitando gli artifici matematici necessari ad una descrizione pi avanzata.
Il primo concetto a cui lavor Einstein fu la contraddizione tra l'equazione della gravitazione di
newton e i principi della Relativit Ristretta.
Mentre secondo la sua teoria nessuna informazione pu viaggiare pi veloce della luce, l'equazione
di Newton tempo-indipendente, infatti nella formula

F =G

m1 m2
r2

non compare una dipendenza dal tempo, il che significa che la gravit dovrebbe essere una forza
istantanea.
Pensiamo, per esempio, se il sole dovesse ipoteticamente scomparire. La versione tempoindipendente della gravit dice che i pianeti verrebbero immediatamente sparati al di fuori delle loro
orbite. Se ci fosse vero, quindi, verrebbe violato il principio della Relativit Ristretta.
Per risolvere questo problema, Einstein svilupp una teoria della gravitazione che non era
istantanea, ma piuttosto che "trasmetteva" l'effetto della gravit alla velocit della luce.
Egli propose una idea rivoluzionaria secondo la quale le tre dimensioni dello spazio e quella del
tempo sono interconnesse in un tessuto quadridimensionale (spaziotempo) che pu essere distorto e
deformato da grandi (o piccole) masse. I corpi celesti come pianeti, stelle, galassie, buchi neri, ecc.
curvano il tessuto spaziotemporale un po' come una palla da bowling curverebbe un telo di gomma.

La gravit come intesa da Einstein non quindi una forza, ma piuttosto la curvatura nello
spaziotempo creata da oggetti massicci che definisce il percorso seguito dagli oggetti vicini ad esso.
Con questi preconcetti lo scenario precedente avrebbe conseguenze diverse, in sostanza la
scomparsa del sole formerebbe delle increspature o onde nello spaziotempo che si propagano alla
velocit della luce, perci gli effetti non sarebbero istantanei ma tempo-dipendenti.
Pi un oggetto massiccio, pi curver lo spaziotempo e viceversa. Pi grande la curvatura dello
spaziotempo pi intenso sar il campo gravitazionale generato.
Questa teoria non concepisce lo spazio e il tempo come statici, ma come una sola entit
manipolabile dalla materia.
Senza andare nel dettaglio, le equazioni di campo della Relativit Generale sono 10 equazioni
differenziali alle derivate parziali non lineari del secondo ordine racchiuse nella seguente formula:
1
8 G
R g R= 4 T
2
c
dove gli indici greci sono indipendenti e vanno da 0 a 3, ma date alcune simmetrie le equazioni si
riducono da 16 a 10.
Questa equazione descrive in linguaggio matematico come "la materia dice allo spaziotempo come
curvarsi e lo spaziotempo dice alla materia come muoversi", in quanto tutto ci che si trova nel
primo membro descrive la curvatura, e il termine al secondo membro descrive la densit e flusso di
energia e quantit di moto nello spaziotempo (tensore stress-energia).
La forma di questa equazione svolge un ruolo primario nella formulazione della Relativit
Generale, infatti per descrivere lo spaziotempo occorre farlo "dall'interno", essendo esso una entit
non immersa in uno spazio di dimensione superiore. Per farlo si ricorre alla geometria differenziale
sviluppata precedentemente da Riemann, e ci rende le equazioni di campo delle equazioni
tensoriali, in grado di descrivere la geometria intrinseca di una variet differenziabile.
Un altro pregio delle equazioni tensoriali la covarianza: essendo impossibile adottare un sistema
di riferimento universale, occorre che le equazioni di campo siano indipendendi dal sistema di
riferimento scelto, e per farlo si usa il calcolo tensoriale.
Per trovare le soluzioni esatte delle equazioni di campo si sfruttano determinate simmetrie dello
spaziotempo, come quella sferica per la soluzione di Schwarzschild.
Una soluzione si presenta come una metrica, ossia una funzione che fornisce informazioni su come
calcolare la distanza tra due punti in un determinato sistema di riferimento, data da ds2, definita da:
2

ds = g dx dx

dove g il tensore metrico, ossia l'incognita che caratterizza la metrica stessa.


Per esempio, la metrica dello spaziotempo piatto si riduce alla metrica di Minkowski:
2

ds =c dt dx dy dz

con il seguente tensore metrico:


c
0
g =
0
0

0
1
0
0

0
0
1
0

0
0
0
1

Per anni gli scienziati si sono interrogati sul destino finale dell'universo, e grazie alla Relativit
Generale si fatto un importante passo avanti verso la risposta.
L'unica metrica che verr brevemente discussa in questa dissertazione la metrica di Friedmann Lematre - Robertson Walker:
ds 2=dt 2 a 2 t[

dr
r 2 d 2sin 2 d 2 ]
2
1kr

dove a(t) il fattore di scala, che descrive l'espansione relativa dell'universo mettendo in relazione
la distanza propria tra due oggetti a un tempo t0 e t.
La metrica di Fridman-Lematre-Robertson-Walker o FLRW viene spesso denominata Modello
Standard della cosmologia moderna, ed una metrica di Riemann che descrive a grande scala un
universo omogeneo, isotropo in espansione o in contrazione.
Essa importante in quanto viene utilizzata come prima approssimazione per il modello
cosmologico standard del Big Bang.
La metrica FLRW lascia spazio a pi di una possibile interpretazione geometrica del nostro
universo: aperta, chiusa o piatta, a seconda del fattore k.

L'universo potrebbe essere rispettivamente aperto, chiuso o piatto nei casi in cui si abbia k=+1, -1,
0, ma rimane ugualmente isotropo e omogeneo su larga scala.

2.2 Teorie divergenti sul destino del cosmo


Mentre siamo in possesso di informazioni abbastanza sicure sul Big Bang e l'origine del cosmo, vi
un acceso dibattito in merito al suo destino ultimo.
Parlando comunque di tempi estremamente lunghi, dell'ordine di grandezza di decine di miliardi di
anni, l'universo si trasformer radicalmente in qualcosa che non riusciremmo nemmeno a
riconoscere, ammesso che vi saranno forme di vita a testimoniarlo.
Nel capitolo 2.1 si brevemente discusso il fenomeno dell'inflazione senza dare motivazioni
concrete al riguardo. Teoricamente, infatti, sarebbe dovuto accadere l'esatto opposto: mano a mano
che le galassie si ammassano dovrebbero attrarsi a vicenda a causa della gravit rallentando
l'espansione dell'universo.
Successe che, al contrario, una forza pi intensa della gravit super questa attrazione e acceler
esponenzialmente l'espansione dell'universo. Questa forza, chiamata energia oscura, candidata
come uno dei concetti meno compresi dall'uomo, e verr trattata con pi precisione nel prossimo
capitolo (per il poco che ne sappiamo). Tutto ci che conosciamo che si tratta di una forza
repulsiva che causa l'espansione dell'universo ad una velocit sempre crescente.
A questo punto chiaro il motivo per cui il destino dell'universo rimane un mistero, essendo le
nostre informazioni profondamente incomplete.
Tutto ha una fine, la seconda legge della termodinamica afferma che l'entropia, cio il grado di
disordine, tende ad aumentare con il tempo. Le stelle, sole incluso, finiranno il loro combustibile, i
pianeti si staccheranno dalle loro orbite e le galassie si distruggeranno.
Vi sono varie idee in merito a come potrebbe finire, le principali correnti di pensiero sono: big rip,
big crunch, big freeze e big bounce. Quale scenario accadr dipende dall'energia oscura.
Secondo la teoria del big rip la velocit di espansione continuer a crescere senza limitazioni fino a
che le quattro interazioni fondamentali non saranno pi in grando di tenere unita la materia.
Secondo alcuni calcoli dovrebbe accadere tra circa 16.7 miliardi di anni, e il risultato sar la
disintegrazione di tutta la materia dell'universo in particelle subatomiche e radiazioni, separate tra di
loro da distanze cos grandi da
rendere impossibile qualunque tipo
di interazione.
Secondo la teoria del big crunch tra
circa 100 miliardi di anni la forza
dell'energia oscura sar indebolita a
tal punto che l'espansione
dell'universo inizier a rallentare.
A quel punto la gravit avr la
meglio e riportare tutta la materia
dell'universo in un punto, una
nuova singolarit, e persino lo
spazio e il tempo collasseranno in
essa con conclusioni sconosciute.
Il big bounce un modello di
universo oscillatorio con analogie
con il precedente. Secondo tale
modello il Big Bang stato una
conseguenza del big crunch, e dopo
il prossimo big crunch seguir un
Big Bang che porter alla formazione di un nuovo universo (forse con altre leggi e costanti fisiche).
L'ultimo scenario quello del big freeze, che dovrebbe accadere tra circa 100mila miliardi di anni.
Secondo questo modello l'energia oscura continuer ad allontanare i corpi celesti fino a che sar

tutto cos lontano che non vi sar pi energia termodinamica rimasta.


Non vi movimento, scambi di energia, vita, le stelle stelle finiranno la loro energia, non se ne
formeranno altre e il cosmo si dissiper in un freddo e buio nulla per l'eternit.
Queste non sono le uniche teorie, infatti alcuni cosmologi credono che l'aumento continuo di
entropia dell'universo lo renderanno qualcosa di cos complesso da diventare una entit
autocosciente.
Vi ancora una teoria, lasciata appositamente per ultima per le sue caratteristiche quasi
fantascientifiche, e ci quella dei multiversi. Secondo questa teoria il nostro universo solo uno dei
tanti, una sorta di "bolla" in un iperspazio che contiene un numero finito o infinito di universi.

2.2.1

Energia oscura e costante cosmologica

Come gi precedentemente affermato, la gravit avrebbe dovuto a un certo punto rallentare


l'espansione dell'universo senza problemi, ma si osserva che non cos. Le galassie si stanno
tutt'ora allontando le une dalle altre e sembra che la velocit continui ad accelerare.
Ci implica, tra le altre cose, che debba esserci una qualche forma di energia che agisce in maniera
opposta alla gravit allontando le galassie; tale energia misteriosa prende il nome di energia oscura
(di cui non si conosce quasi nulla, solo teorie).
Questa forma di energia non solo pervade tutto l'universo, ma ammonta a pi della met di esso.,
infatti essa costituisce circa il 70% dell'universo, mentre il resto materia ordinaria, radiazioni e
materia oscura (la quale rimane anch'essa un mistero).
Sommando materia ed energia oscura otteniamo circa il 95% di ci che esiste, il che significa che
siamo in grado di comprendere e studiare un misero 5% dell'universo, mentre il resto non ancora
intelligibile all'uomo.
Mentre la materia oscura verr messa da parte, discuteremo qui alcune delle teorie in merito
all'energia oscura.
Secondo alcuni essa non ha una fonte, sempre esistita nell'universo e prevale sulle altre oggi o nel

recente passato (dove recente passato inteso in termini cosmologici 7 miliardi anni).
Essa potrebbe essere costante, il che la renderebbe una quantit che prende il nome di costante
cosmologica, il cui significato sar discusso a breve.
Un'altra possibilit che essa sia un'entit che evolve nel tempo, era sottodominante all'inizio e per
qualche ragione ha dominato sulle altre forme di energia circa 7 miliardi di anni fa. Secondo questa
concezione l'energia oscura si comporterebbe come la materia e le radiazioni ordinarie, e prende il
nome generico di quintessenza (analoga alla quintessenza di aristotele, l'etere).
Secondo un'altra ipotesi tuttavia essa non ne dovuta a una misteriosa forma di energia ne una
quinta forza fondamentale, ma piuttosto la prima prova che la teoria della Relativit Generale
potrebbe essere errata per ordini di grandezza di miliardi di anni luce. Quest'ultima ipotesi prende il
nome di "teorie modificate della gravit".
Le equazioni di campo di Einstein citate nel capitolo 2.1.1 suggerivano inizialmente un'universo
instabile, e ci port Einstein a modificarle aggiungendo un termine, proporzionale al tensore
metrico, che renderebbe l'universo statico.
1
8 G
R g Rg = 4 T
2
c
Questo tentativo fu tuttavia un fallimento in quanto le osserviazioni di Edwin Hubble confermarono
che l'universo si stava di fatto espandendo, il che port Einstein a definire la costante cosmologica
"il pi grande fallimento che avesse mai fatto".
Oggi invece il ruolo della costante cosmologica potrebbe riemergere, infatti un valore positivo della
costante necessario per giustificare l'universo in espansione accelerata, quindi einstein potrebbe
avere ragione anche quando pensava di avere torto e ripescare la costante cosmologica dal cestino.

2.3

Questioni aperte

Le teorie moderne lasciano aperti numerosi questiti in merito all'universo, alcuni dei quali sono stati
gi discussi nel capitolo precedente. Quelli gi brevemente discussi in questa dissertazione sono:
energia oscura collegata al concetto di inflazione e costante cosmologica, forma e reali dimensioni
dell'universo (variet 3-dimensionale), futuro dell'universo e il momento esatto del big bang.
Un altro fenomeno ipotizzato da Einstein nel 1917 ma fino ad oggi sono le onde gravitazionali,
ossia delle increspature nello spaziotempo che si propagano a distanza come onde.
Fonti di onde gravitazionali potrebbero essere sistemi di stelle binarie composti da buchi neri, stelle
di neutroni, e nane bianche.
Il 17 marzo 2014 alcuni astronomi del HarvardSmithsonian Center for Astrophysics affermarono
di aver registrato la prima immagine diretta di onde gravitazionali nel cielo primordiale.
Tra i fenomeni pi inspiegabili vi anche la cosiddetta asimmetria barionica, che sinteticamente lo
squilibrio tra materia e antimateria, con la prima che prevale sulla seconda senza un motivo
apparente.
Secondo la teoria del Big Bang i primi fotoni diedero origine a tanta materia quanta antimatera, ma

allora perch l'universo apparte prevalentemente coposto dalla prima? Secondo alcuni esistono
galasse composte interamente da antimateria, solo che non riusciamo ad individuarle, mentre
secondo altri avvene qualcosa nelle prime fasi dello sviluppo dell'universo che provoc la rottura di
questa simmetria e la formazione di molta pi materia.
L'ultimo fenomeno preso in esame il flusso oscuro, che consiste nel movimento a grandi velocit
(circa 900 km/s) di alcune galassie verso i confini dell'universo (pi precisamente verso una regione
del cielo che si trova in mezzo tra le costellazioni del Centauro e della Vela). Gli astronomi
ipotizzano che la causa di questo dark flow sia o un'energia misteriosa o un corpo misterioso che
non possibile vedere perch sta al di l dell'universo osservabile ma che avrebbe una tale forza di
gravit da attrarre quelle galassie.
Il flusso oscuro appare muoversi in direzione delle costellazioni del Centauro e della Vela, cio
nella direzione del Grande Attrattore, un altro grande centro di attrazione gravitazionale scoperto
nel 1973. Tuttavia la sorgente di attrazione del Grande Attrattore appare originarsi dall'ammasso di
galassie noto come Ammasso della Norma, situato a circa 150-250 milioni di anni luce, mentre la
sorgente di attrazione del flusso oscuro sembra posizionata molto pi lontano, probabilmente nella
stessa direzione verso cui si sta muovendo il Grande Attrattore.

Capitolo 3

Il mondo e la realt come illusioni


Oltre alle teorie fisico-matematiche (in quanto la Relativit Generale una teoria geometrica oltre
che fisica) sono nate nella storia anche concezioni filosofiche e fantascientifiche sulla realt in cui
viviamo o, secondo alcuni, in cui crediamo di vivere.
Lo scopo di questo terzo capitolo di esporre in maniera organica e non da un punto di vista storico
alcune di queste teorie.

3.1

Ipotesi della simulazione

Se tutte le nostre teorie fisiche fossero vane, se la realt non esistesse, se la materia e l'energia non
fossero altro che informazioni digitali? L'ipotesi della simulazione afferma sostanzialmente questo,
ci che l'universo non sarebbe altro che una simulazione al computer di qualche altra civilt pi
avanzata.
certamente un'idea affascinante, e il preconcetto alla base di ci che l'unit fondamentale della
realt non energia, non la materia, ma informazioni, e fu il famoso astronomo John Archibald
Wheeler che coni la frase it from bit a portare grandi innovazioni alla fisica digitale.
L'idea che lo spazio non sia una variet continua come presupposto dalla Relativit Generale, ma
piuttosto discreto, diviso in blocchi, come una sorta di griglia.
Il gioco della vita del matematico inglese John Conway un esempio perfetto che dimostra come
semplici regole possano dare luogo ad alti livelli di complessit.
Si inizia da una griglia in 2 dimensioni popolando l'area, ossia riempiendo alcune parti della griglia,
e successivamente si d inizio alla simulazione. La cosa interessante che si tratta di un gioco senza
giocatori, il che significa che una
volta fatta partire la simulazione il
sistema ha una evoluzione
temporale che dipende
esclusivamente dalle condizioni
iniziali, cio da quali caselle
erano popolate.
Il sistema si evolve in base ad
alcuni semplici regole che non
verranno qui esposte ma che si
possono trovare nel link alla fine
della dissertazione insieme ad una
versione computerizzata della
simulazione di John Conway
sviluppata da Martin Edwin.

La cosa importante qui che ogni cella influenzata da quella vicine, e sono queste interazioni che,
grazie a poche semplici regole, danno origine a questo livello di complessit.
Gran parte dei fisici concordano che su scala dell'estremamente piccolo (molto pi piccolo delle
particelle del modello standard) lo spazio potrebbe veramente comportarsi in modo analogo, e la
presenza o assenza di informazioni potrebbe essere l'assenza o presenza di una particella in ordini di
grandezza della lunghezza di Planck.
Potremmo quindi essere noi stessi la simulazione computerizzata creata da una civilt superiore che
vive in una realt iperdimensionale o da future generazioni.
Secondo alcuni vi sono tre possibili scenari futuri: il primo che semplicemente l'umanit finir con
l'estinguersi come qualsiasi altra specie, il secondo che si otterranno tecnologie sempre pi
avanzate ma l'uomo semplicemente perder interesse nel testare simulazioni sempre pi complesse,
e il terzo infine prevede che si raggiungeranno tecnologie cos avanzate che ci permetteranno di
creare simulazioni sempre migliori fino ad arrivare a simulare un intero universo. A quel punto se
nascer la coscienza significa che avremo creato degli esseri che si evolveranno indipendentemente.
La tesi che avere tecnologie cos avanzate implica che estremamente probabile che noi stessi
siamo parte di una simulazione, e ci che vediamo non la realt ma semplicemente informazioni
salvate in un supercomputer. Questa argomentazione porta all'ipotizzare un numero indefinito di
simulazioni una che dentro l'altra come una matrioska, e come potremo mai saperlo?

3.2
Ontologia della fisica e filosofia della conoscenza
sensibile
L'elaborazione di un'ontologia in fisica nasce dal bisogno di postulare quali possano essere gli
eventuali fatti ed enti "fondamentali", almeno rispetto ad una determinata teoria fisica che abbia
immediati riflessi filosofici, a cui fare riferimento per l'elaborazione di una visione del mondo. Da
un punto di vista pi generale e filosofico, non solo l'utilit ma la necessit concettuale di elaborare
un'ontologia di tipo non metafisico appare inevitabile.
Limitata, in quanto scienza empirica, al mondo dei fenomeni e al suo metodo sperimentaleosservativo e matematico, la fisica in passato ha cercato di astenersi dalle speculazioni di carattere
ontologico, pur presupponendole per molti aspetti, e ricorrendovi solo qualora le teorie fisiche lo
rendessero strettamente necessario. Oggi l'ontologia fisica si va configurando come una branca della
filosofia, che ha accantonato le basi concettuali dell'ontologia metafisica tradizionale, basata su
argomentazioni logico-dialettiche discorsive, per fare invece riferimento alle evidenze scientifiche.
In un'ontologia filosofica che faccia riferimento alla fisica ad emergere non la pretesa di stabilire
una volta per tutte che cosa esista e che cosa non esista, e se tutto ci che esiste sia, in ultima
analisi, di natura fisico-materiale, ma posta una metodologia di approccio ai problemi fondativi
che nascono in seno alle teorie fisiche. Lasciata al suo destino una riflessione sulle "cose ultime" di
carattere metafisico, la quale ha peraltro una sua legittimit di natura logico-dialettica, per
definizione, al di l dell'ambito dell'empirico, sebbene non necessariamente del reale, un'ontologia
fisica altra cosa rispetto all'ontologia metafisica. L'ontologia metafisica, d'altra parte, nella sua
ricerca di un fondamento del fisico, ritenuto spesso "non fondamentale", vede esso ci che
trascende la sfera della fisicit. Ci significa che la metafisica si storicamente occupata del fisico
per lo pi come un mero "accidente fenomenico" o "ente transeunte" e lo relega in un ambito nonfondamentale o insosteanziale dell'essere.
D'altra parte una riflessione ontologica sulle odierne teorie fisiche (e biologiche) pu essere
considerata una ripresa contemporanea di indagini tipiche della filosofia naturale o filosofia della

natura, una specifica disciplina filosofico-scientifica di grande importanza storica, che ha


incominciato a tramontare all'inizio del XIX secolo in seguito alla critica (in direzioni opposte)
tanto dell'Idealismo tedesco (da Hegel in particolare, ma con l'eccezione di Schelling) che del
positivismo scientista. La filosofia naturale per molti secoli, in particolare prima della nascita della
scienza moderna, aveva sempre accompagnato (spesso in maniera confusa) l'indagine scientifica,
sia teorica che osservativa e sperimentale. Sarebbe poi opportuno distinguere una filosofia (e quindi
un'ontologia) della natura fisica da una filosofia della natura biologica (talvolta chiamata anche
filosofia dell'organismo o biologia filosofica).

3.2.1

Kant, la realt come rappresentazione

Nella filosofia di Kant lo spazio inteso come un'intuizione pura, indipendente dalle sensazioni,
mediante la quale tutte le sensazioni acquistano una forma. Come lo spazio d forma alle percezioni
interne il tempo ordina quelle interne.
Spazio e tempo quindi non derivano
dall'esperienza, essi sono trascendentali,
e di fatto la rendono possibile.
Secondo una delle analogie pi popolari
proposte da Kant, le intuizioni pure dello
spazio e del tempo sono come delle lenti
colorate che filtrano l'esperienza, e ci
che conosciamo non realt oggettiva,
ma al contempo la conoscenza
universale poich tutti gli uomini hanno
le lenti dello stesso colore.
Se da una parte la conoscenza sensibile
fenomenica, in quanto concerne le
manifestazioni della realt, dall'altra
universale perch tutti i soggetti sono
dotati delle medesime strutture a priori (nel caso dell'estetica le intuizioni di tempo e spazio).
Ci a cui abbiamo accesso dunque soltanto il fenomeno, perch non possiamo avere conoscenza
della cosa-in-s, ossia alla dimensione oggettiva del monto, che Kant indica con il termine
noumeno. Non possiamo semplicemente toglierci gli occhiali per conoscere il vero colore del
mondo, ma siamo destinati a percepirlo filtrato dalle intuizioni sensibili.
Un'altra famosa immagine proposta da Kant per spiegare la cosa-in-s quella dell'isola. Kant
paragona la conoscenza a un'isola conoscibile in ogni angolo e circondata da un vasto mare nel
quale non possibile entrare. L'isola rappresenza il fenomeno, la conoscenza sensibile rielaborata
dalle nostre strutture a priori, mentre il mare la cosa-in-s, il noumeno, che essendo oltre
l'esperienza inconoscibile, ma che deve tuttavia essere presupposta.
Kant descrive due accezioni del noumeno: la prima, positiva, atta a intedere esso come qualcosa
che non oggetto dell'intuizione sensibile ma di intuizione intellettuale, che per l'uomo non pu
conoscere.
La seconda, negativa, concepisce il noumeno come qualcosa al di fuori della nostra sensibilit, che
non possiamo conoscere ma del quale siamo costretti a supporre l'esistenza, e in questo senso
negativs poich un concetto limite, che ci mostra i confini della nostra conoscenza e ci fa capire
che esiste un mondo che non possiamo conoscere al di fuori della dimensione fenomenica.

Il noumeno, tuttavia, anche se inconoscibile non pu essere ignorato. La scienza infatti ci dice da
quali leggi sono regolati i fenomeni e come funziona il mondo, ma non pu dare spiegazioni sul che
cosa questo mondo, perch c', qual il senso della nostra esistenza. Queste domande vanno oltre
ci che l'uomo pu conoscere ma, se pur su un piano diverso, sollecitano una risposta, che il
filosofo cerca di dare nella Critica alla ragion pratica.
In Kant non l'oggetto che si impone al soggetto, ma piuttosto il soggetto che organizza e
incasella i dati dell'esperienza nella propria mente attraverso la funzione delle forme pure a priori di
spazio e tempo (nel caso della sensibilit), le categorie (nel caso dell'intelletto) e le idee di anima,
mondo e Dio (nel caso della ragione).
L'ordine e la regolarit dei fenomeni, che noi chiamiamo natura, siamo quindi noi stessi a
introdurli. D'altronde, noi non potremmo certo trovarli nella natura, se noi stessi (o la natura del
nostro animo) non li avessimo originariamente introdotti.
-Immanuel Kant

3.2.2 Solipsismo, realt come pura illusione della mente


La filosofia della conoscienza, lo studio di ci che scientificamente corretto, l'epistemologia.
Platone affermo che le cose che conosciamo sono cose che sono vere, che crediamo e per le quali
abbiamo una giustificazione per crederci. Tali giustificazioni possono essere razionali o irrazionali,
ma non vi fidate troppo in quanto provato non un sinonimo di vero. Vi sono, tuttavia,
affermazioni che possiamo prendere per vere senza bisogno di verifica, perci a priori, e sono le
tautologie. Un esempio tutti gli scapoli sono single: non c' bisogno di verificare che tutti siano
effettivamente single, in quanto la frase vera a priori essendo gli scapoli single per definizione.
Ora sorge per un dubbio, come facciamo ad avere conoscenza fin dall'inizio? Il mondo reale
davvero? Come si pu essere
sicuri al 100% che ci che viene
percepito non sono mere illusioni
ma realt effettuale? Questa
domanda , naturalmente,
piuttosto complessa e ha
impegnato menti brillanti, dai
greci fino ad epistemologi
moderni come Popper, senza
avere una risposta precisa.
La teoria secondo la quale il sole
ruota intorno alla terra
funzionava perfettamente, era in
grado di predire che il sole
sarebbe sorto ogni mattina per un
periodo lunghissimo, e fu solo
dopo pi di mille anni che
realizzarono che ci che
pensavano fosse vero si rivel essere l'opposto della verit.

Conosciamo o conosceremo mai la verit o siamo bloccati in un mondo dove la cosa migliore a cui
abbiamo accesso un'approssimazione di essa (per riprendere Popper) scoprendo ogni giorno delle
cose in pi senza mai conoscere la vera ed effettiva realt? La scienza pu provare che il mondo
esiste veramente e non una mera creazione della mente o una sorta di Matrix? La risposta no,
sfortunatamente la mente tutto ci di cui l'uomo dispone, e anche utilizzando microscopi e
acceleratori di particelle in ultima analisi la fase finale di elaborazione delle informazioni rimarr
sempre la mente. L'uomo da solo nella mente, il che rende impossibile provare scientificamente
che qualunque altra cosa esista. Il termine inglese per definire questa situazione egocentric
predicament, ossia letteralmente situazione egocentrica. Tutta la conoscenza riguardo il mondo
esterno dipende e viene creata dalla mente stessa.
La teoria secondo la quale solo il soggetto esiste mentre tutto il resto dell'universo creato
all'interno della mente conosciuta come solipsismo. Non vi modo di convincere un solipsista che
il mondo esterno reale, e allo stesso modo non c' modo di convincere qualcuno che l'universo
non stato creato tre secondi fa insieme a tutti i ricordi (illusori) riguardo il passato.
una sorta di rivelazione non semplice da gestire.
La visione che si contrappone al solipsimo il realismo, secondo la quale la realt esterna esiste
indipendentemente dal soggetto che la percepisce e dal suo phaneron (termine coniato da Charles
Sanders Peirce per indicare la realt filtrata dai dati sensibili). Il problema con il realismo, tuttavia,
che non si pu sapere al 100% che sia vero, si pu solo credere in esso.
Probabilmente l'uomo non sar mai in grado di rispondere a tutte le domande sull'universo, a
comprendere ogni singolo mistero, ma il semplice fatto di vagare in quelle domande, di esplorarle,
divertente.
Il dubbio uno stato di disagio e insoddisfazione da cui fatichiamo a liberarci per passare allo
stato di fede, mentre il secondo uno stato di calma e soddisfazione che non vogliamo evitare,
cambiare in una fede in qualcos'altro.
-Charles Sanders Peirce

Capitolo 4

Conclusioni sulla ricerca e teorema


dell'incompletezza
Se ci si aspetta che la scienza dia risposta alle meravigliose domande esistenziali del tipo "che cosa
siamo", "dove andremo" e "qual il destino dell'universo" probabilmente il risultato sar solo una
delusione e si cercheranno risposte mistiche a questi problemi. Bisogna esplorare e cercare di capire
tutto quel che possibile sul mondo, "cerchiamo le leggi ultime del mondo?" chiedono alcuni, e la
risposta no, stiamo solo cercando di capire il pi possibile sul mondo e se il risultato sar che
esiste un'unica visione che fornisce spiegazione a tutto allora cos sia, sarebbe una scoperta
piacevole. Se, al contrario, sar come una cipolla con milioni di strati e ci stancheremo di indagare
sullo strato successivo allora cos sia. Qualunque sia la "verit ultima" la natura ne indifferente e
si mostrer per quello che , non per quello che ci aspettiamo che sia. Quando si va ad investigare
bisogna quindi farlo senza decidere a priori la metodologia della ricerca se non lo scoprire il pi
possibile.
difficile, quindi, credere alle storie speciali che sono state inventate in merito alla nostra relazione
con l'universo, in quanto risultano essere troppo locali, troppo limitate. Dio si manifestato
venendo sulla terra, ma osservando cosa sta l fuori sembra improbabile e troppo sproporzionato.
Come possiamo sapere se qualcosa vero? Avendo tutte queste religioni e teorie sulle cose
normale iniziare a porsi domande, a dubitare, in quanto uno degli aspetti fondamentali dell'uomo
proprio il dubitare sulle cose e farsi domande. Quando dubiti e chiedi, a quel punto diventa molto
pi difficile credere ciecamente solo per fede.
Si pu vivere con il dubbio, senza una risposta, e anzi molto pi interessante vivere senza sapere
rispetto all'avere risposte che potrebbero essere sbagliate. Abbiamo risposte approssimative e
possibili teorie e diversi gradi di certezza riguardo diverse cose, ma non siamo assolutamente
sicurdi di nulla, e addirittura di alcune cose non sappiamo proprio nulla.
Ma non necessario avere una risposta, e non dovrebbe spaventarci il fatto di sentirci persi
nell'universo senza uno scopo, poich cos che stanno le cose in base a ci che sappiamo.
Nelle teorie moderne vengono introdotti ad hoc campi e particelle senza corrispondenze
sperimentali per far quadrare la matematica e renderla pi elegante, e anche se questo strattagemma
rende la teoria estremamente appagante non chiaro quanto sia lecito e quali corrispondenze essa
abbia con il mondo reale, in quanto tali verifiche sono ancora impossibili sperimentalmente.
Un esempio la "supersimmetria", una teoria fisica che ipotizza che ogni particella abbia un
superpartner, ossia una particella associata con massa uguale ma spin che differisce di mezza unit
(es. fotone-fotino, quark-squark).
Oltre alla supersimmetria vengono in generale costruite in maniera artificiosa teorie di gauge
unendo le simmetrie di diverse teorie, come nel caso della GUT (Grand Unification Theory), la
quale pu essere dotata di simmetria del gruppo ortogonale SU(10) oppure del gruppo unitario
speciale SU(5). Queste teorie prevedono che le forze siano unificate ad energie molto alte e che la
simmetria si "rompa spontaneamente" al di sotto di tale livello dando origine alla differenziazione.
Una grande variet di modelli di teorie unificate possono essere costruite, con o senza
supersimmetria. Se e quali potranno essere coerenti al mondo naturale una domanda che aspetta
ancora una risposta.

Ritengo che la cosa pi misericordiosa al mondo sia l'incapacit della mente umana a mettere in
correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero
mare dell'infinito, e non era destino che navigassimo lontano. Le scienze, ciascuna tesa nella
propria direzione, ci hanno finora nuociuto ben poco; ma, un giorno, la connessione di conoscenze
disgiunte aprir visioni talmente terrificanti della realt, e della nostra spaventosa posizione in
essa che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella
sicurezza di un nuovo Medioevo.
-H.P. Lovecraft
Nondimeno non tutti ritengono possibile racchiudere tutta la conoscenza sull'universo in un'unica
compatta ed elegante visione, e molti di essi sono motivati dal teorema dell'incompletezza di Gdel,
dimostrato nel 1931.
Questo teorema afferma che una qualsiasi teoria matematica non banale che ha una descrizione
finita o inconsistente o incompleta, e siccome ogni "teoria del tutto" sarebbe certamente una teoria
matematica consistente non banale, deve essere incompleta.
Il teorema di Gdel implica che la matematica pura inesauribile. Non importa quanti problemi
vengono risolti, ci saranno sempre altri problemi che non possono essere risolti con le regole
esistenti. [...] A causa di questo teorema, anche la fisica inesauribile. Le leggi della fisica sono un
insieme finito di regole e includono quelle della matematica, quindi il teorema di Gdel si applica
anche a loro.
-Freeman Dyson

Bibliografia
http://bgr.com/2014/08/27/is-the-universe-a-simulation/ - We are about to find out if our universe
really is a hologram
https://www.youtube.com/watch?v=YOxDb_BbXzU - Is the universe a computer simulation? Computerphile
https://www.youtube.com/watch?v=L45Q1_psDqk - Is anything real?
http://www.peterrussell.com/Reality/RHTML/R11.php - Copernican revolution Peter Russel
http://www.astro.ucla.edu/~wright/BBhistory.html - Brief History of the Universe
http://www.space.com/25126-big-bang-theory.html - What Is the Big Bang Theory?
http://www.astro.caltech.edu/~george/ay21/readings/peacock_cosmology_notes.pdf Astrophysical Cosmogy notes J.A. Peacock
https://www.youtube.com/watch?v=kJtCTIktZUc - The end of everything
http://bigthink.com/videos/whats-the-fate-of-the-universe-its-in-the-dark-matter-2 - Michio Kaku,
what could be the fate of the Universe?
http://map.gsfc.nasa.gov/universe/WMAP_Universe.pdf - WMAP's introduction to Cosmology
http://science.nasa.gov/astrophysics/focus-areas/what-is-dark-energy/ - Dark Energy, Dark Matter
http://www.space.com/19282-einstein-cosmological-constant-dark-energy.html - Right Again,
Einstein! New Study Supports 'Cosmological Constant'
http://www.bitstorm.org/gameoflife/ - Simulation of the Game of Life
http://www.journaloftheoretics.com/Articles/4-1/commentary4-1.htm - Journal of Theoretics Post-Classical Physical Ontology
http://web.physics.ucsb.edu/~mark/ms-qft-DRAFT.pdf - Quantum field theory and GUT
http://www.science.unitn.it/~moretti/RelativitaSpeciale.pdf - Relativit speciale, formulazione
matematica

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