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Vecchi e nuovi paradigmi

(estratto dal "Codice delle Leggi")

Bruno E. G. Fuoco
La visione emergente della realt fisica.
Nuovi Paradigmi concettuali e comportamentali
1. La visione scientifica della realt fisica.

Si affermato, in modo condivisibile, che la visione della scienza influenza le nostre percezioni,
modifica i nostri stati danimo, ha effetti sulla nostra stima del valore individuale, e del merito sociale,
entra nella serie delle idee, delle emozioni, dei valori e delle ambizioni che formano la nostra
coscienza (E. Laszlo, Luomo e luniverso, Ed. Urra, 2002, pagg. 26 - 27).
Per questa ragione appare opportuno dare risalto, in queste pagine, a una nuova visione scientifica
della realt esteriore emersa da moltissimi anni, ma che fatica, tuttora, ad entrare nella cultura
generale. Vi sono, sempre, resistenze ad accettare le idee nuove:la rivelazione pi facile da
accettare quando non si hanno idee preconcette su ci che deve essere vero. La pressione sociale e
professionale a conformarsi alle idee accettate pu essere enorme anche quando una mole crescente
di dati contraddice la loro validit. Il fenomeno noto con il nome di dissonanza cognitiva (cos, G.
L. Schroeder, Luniverso Sapiente, 2002, Il saggiatore, pag. 217).
La nostra visione scientifica della realt mutata, radicalmente, nel secolo scorso, grazie ai contributi
della fisica quantistica. Ormai acclarato che mediante i cinque sensi percepiamo una realt esteriore
che non la vera e definitiva realt. Noi percepiamo con i cinque sensi, a livello quantitativo, solo una
piccolissima parte della realt: la materia ordinaria costituisce il 4% della massa nelluniverso e
rappresenta la massa visibile. La materia oscura rappresenta invece il 22%, mentre lenergia oscura
ben il 74% (1). Non solo, ma le forme della realt stessa che noi vediamo non sono assolute, ma
relative come diremo tra poco.
Gli scienziati, agli inizi del secolo scorso, ritenevano di poter scoprire lelemento fondamentale
dellUniverso, cio la particella pi piccola dalla quale tutta la materia sarebbe scaturita. Invece, gli
scienziati rimasero stupiti nello scoprire che non esisteva ununit pi piccola (cd. mattone
fondamentale) in quanto lesistenza appariva come unonda di infinite possibilit, intrecciate e
connesse. La vita non proveniva dalle particelle, a livello subatomico, e gli oggetti materiali solidi
della fisica classica, e che appaiono tali ai nostri occhi, si dissolvevano in configurazioni di onde di
probabilit.
Al livello della fisica sub-atomica, l'universo che sembrava intrinsecamente materiale ha rivelato che
la sua essenza fondamentale pura energia immateriale. I campi fondamentali di energia che
costituiscono la base della realt fisica, obbedendo alle leggi proprie della fisica quantistica,
manifestano un ordine intrinseco che rivela, al livello del campo unificato, l'intelligenza pi profonda
della natura (2).
Tutta la materia energia, e ad un livello sottostante allenergia c linformazione, una base
totalmente immateriale per lesistenza ogni particella, ogni corpo, ogni aspetto dellesistenza
espressione dellinformazione che attraverso il cervello o la mente interpretiamo come il mondo
fisico (3).
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Tutti gli oggetti fisici e luomo compreso, hanno una loro frequenza vibrazionale, e quindi un campo
di energia, luniverso materiale compresi particelle, stelle, pianeti, rocce e organismi viventi non
materiale: tutte queste cose che sembrano materia sono onde complesse nel vuoto quantico (4).
Tutta la materia caratterizzata da una frequenza e una lunghezza donda specifiche cio con un
certo numero di cicli donda per secondo ogni cosa noi compresi, ha una funzione donda (5).
Il nostro corpo fisico, gli alberi, gli oggetti materiali che vediamo e utilizziamo, nella realt pi
profonda non sono solidi, separati tra loro e statici come appaiono alla vista (6).
I nostri sensi selezionano una porzione di cambiamento, la bloccano in fase e cos la possono
percepire come una realt fissa, ma la vibrazione universale non ha pause (7). La vita si rinnova
continuamente e compie scambi continui. Vi un flusso continuo di energie che noi non vediamo con
i cinque sensi, cos come non constatiamo gli scambi di queste particelle con altre particelle
dellUniverso. Pensiamo al rinnovamento del nostro corpo che sfugge alla nostra percezione; eppure,
il nostro corpo fisico fatto anche di particelle subatomiche che sono parte della materia
dellUniverso (8).
Unimmagine di questo flusso di energia la possiamo elaborare grazie al racconto del famoso fisico F.
Capra, contenuto nel Tao della Fisica: In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva alloceano,
osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando allimprovviso ebbi la
consapevolezza che tutto intorno a me era parte di una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico,
sapevo che la sabbia, le rocce, lacqua e laria erano composte da molecole e da atomi in vibrazione
ma fino a quel momento ne avevo avuto esperienza solo da grafici, diagrammi, teorie matematiche.
Sedendo in quella spiaggia, le mie esperienze presero vita. Vidi scendere dallo spazio cascate
denergia; vidi gli atomi degli elementi e del mio corpo danzare; percepii il ritmo, ne sentii la musica.
E in quel momento seppi che questa era la danza di Shiva, il dio dei danzatori. Non a caso il governo
indiano ha donato al Cern (Centro europeo per la ricerca in Fisica delle Particelle) di Ginevra, il 18
giugno del 2004, una statua della divinit indiana Shiva Nataraja, il Signore della Danza. Nella scelta
dell'immagine di Shiva, il governo indiano ha inteso riconoscere il significato profondo della
metafora della danza di Shiva quale danza cosmica delle particelle subatomiche, osservata e
analizzata dai fisici del Cern.
Tra noi e la materia solida che osserviamo, non v la separazione che vediamo con gli occhi. Lo
spazio che consideriamo vuoto, in verit, non tale, ma colmo di energie che vibrano a frequenze
superiori a quella visiva, vi un continuum di energie (9).
I nostri cinque sensi sono organizzati per percepire gli oggetti come tridimensionali e solidi. Ma nella
realt quantica la solidit non esiste, esiste solo energia che vibra a varie frequenze. La fondamentale
unicit dell'universo, afferma F. Capra, caratteristica principale dell'esperienza mistica, anche una
delle pi importanti rivelazioni della fisica moderna. Essa diviene evidente a livello atomico e si
manifesta tanto pi chiaramente quanto pi si penetra in profondit nella materia, fino al mondo
delle particelle subatomiche. I costituenti della materia e i fenomeni fondamentali ai quali essi
prendono parte sono tutti in rapporto reciproco, interconnessi e interdipendenti; non possono essere
compresi come entit isolate, ma solo come parti integrate del tutto. Per quanto ci addentriamo nella
materia, la natura non ci rivela la presenza di nessun mattone fondamentale isolato, ma ci appare
piuttosto come una complessa rete di relazioni tra le varie parti del tutto. Queste relazioni includono,
inoltre, sempre l'osservatore.
Dunque, anche i corpi fisici sono distanti e separati, solo se osservati sotto il profilo della loro forma,
poich, in realt, essi con le loro vibrazioni sono in contatto tra loro. Anche lidea della separazione
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tra individuo e natura , dunque, illusoria, maya. Questultimo concetto notorio nelle filosofie
spirituali le quali hanno, da sempre, affermato che luomo non un essere isolato, in quanto tramite
le energie sottili emanate in contatto con lUniverso. La nostra vita non separata dalle altre. Come
il Sole si estende tramite i suoi raggi al di l del suo corpo fisico, cos luomo, grazie alle sue
emanazioni, si diffonde nello spazio, anzi, luomo cammina nello spazio (O. M. Avanhov, Leggi della
Morale cosmica, Prosveta, 2000, pag. 64) (10).
Infatti, sta emergendo sempre pi, a livello scientifico, il convincimento che la nostra vita sia come
unimmensa rete: Negli ultimi anni sono state fatte molte scoperte sorprendenti. Gli scienziati pi
avanzati di oggi vedono nell'universo incredibili relazioni quantiche generali: ogni particella che
abbia assunto lo stesso stato quantico di un'altra resta collegata a quest'ultima in maniera non-locale.
Sembra che a livello cosmologico esistano gli stessi collegamenti sottili, di l dello spazio e del tempo,
osservati in campo quantico. Legami altrettanto sorprendenti emergono all'interno degli organismi
viventi e tra l'organismo e il suo ambiente: "connessioni transpersonali" collegano la consapevolezza
degli individui alla consapevolezza e al corpo di altre persone, a prescindere dal tempo e dalla
distanza (E. Laszlo, Scienza e Conoscenza n. 27/2009, pag. 34).
Luniverso non fatto di cose e di eventi separati, di spettatori esterni e di uno spettacolo
impersonale Si tratta di un intero, di un tuttuno. A differenza del mondo despiritualizzato della
fisica classica, il cosmo non frammentato in cose materiali e nei domini disgiunti della vita e della
mente La recente scoperta dellunit delluniverso frutto di ricerche approfondite, basate su
osservazioni e messe alla prova tramite esperimenti. Essa fornisce una visione del tutto diversa del
mondo rispetto allimmagine meccanicistica, materialistica e frammentata insegnataci a scuola. Un
cosmo connesso, coerente e unito, che richiama un antico concetto presente nella tradizione di ogni
civilt; un cosmo nuovamente impregnato di spirito (E.Laszlo, Risacralizzare il Cosmo cit., pag. 239).
Anche il fisico e matematico Erwin Schrodinger, Premio Nobel per la fisica nel 1933, avverte che la
pluralit di oggetti che percepiamo soltanto unapparenza, non reale.
Parimenti, Roger Penrose, famoso fisico e matematico inglese, sostiene: la realt una cospirazione
creata dall'illusione dei sensi.
James Jeans, fisico e matematico inglese, puntualizza: Quando consideriamo noi stessi nello spazio e
nel tempo, le nostre coscienze sono ovviamente come individui separati di una particella-immagine,
ma quando passiamo al di l dello spazio e del tempo forse esse possono diventare ingredienti di un
singolo continuo flusso di vita. Come avviene con la luce e l'elettricit, cos pu avvenire con la vita; i
fenomeni possono essere come individui che conducono esistenze separate nello spazio e nel tempo,
mentre, nella realt pi profonda, oltre lo spazio e il tempo, noi tutti possiamo essere membra di un
unico corpo.
Anche David Bohm sottolinea lunit della vita: Nonostante la sua apparente solidit, l'Universo in
realt un ologramma gigantesco (gigantesco a misura nostra) e splendidamente dettagliato. Sono gli
elettroni che, con i loro balzi quantici, conferiscono massa e volume al nucleo dell'atomo dandoci la
"percezione" della solidit dei corpi di materia. Il motivo per cui le particelle subatomiche restano in
contatto, indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione in
verit un'illusione. Ad un livello di realt pi profondo, tali particelle non sono entit individuali ma
estensioni di uno stesso organismo fondamentale".
Anche Albert Einstein aveva osservato che Un essere umano parte di un tutto che chiamiamo
'universo', una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni
come qualcosa di separato dal resto, in quella che una specie di illusione ottica della coscienza.
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Questa illusione una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le
poche persone che ci sono pi vicine. Il nostro compito quello di liberarci da questa prigione,
allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta
la natura nella sua bellezza.
La visione parziale della realt esteriore elaborata dai cinque sensi stata superata anche da unaltra
scoperta, il cd. entaglement. Lentanglement denota uno stato prettamente fisico di legame
indissolubile tra due particelle elementari come ad esempio due elettroni o due fotoni che hanno
interagito almeno una volta. Il legame di natura quantistica e significa che entrambe le particelle si
comportano come un tuttuno. La prova cruciale di questa specie di miracolo della natura la ebbe per
la prima volta il fisico francese Alain Aspect con un epocale esperimento effettuato in laboratorio nel
1982. Si osserv che se si cambiava una propriet (come ad esempio lo spin o la polarizzazione) della
prima particella anche la stessa propriet dellaltra cambiava istantaneamente ... esso si realizza a
qualunque distanza le particelle si trovino luna dallaltra, sia essa anche di miliardi di chilometri
Fisici teorici come Brian Josephson, fisici sperimentali come Robert Jahn, e psicologi sperimentali
come Dean Radin e Roger Nelson, ritengono che i cosiddetti poteri telepatici e i casi di coscienza
collettiva, non solo siano eventi reali ma anche che essi rappresentino uno stato di entanglement tra
le coscienze di due o pi persone separate, le quali cos riescono a comunicare in maniera istantanea
in base ad un meccanismo fisico simile alla risonanza. In sintesi, lentanglement una propriet
teoricamente e sperimentalmente dimostrata delle particelle elementari, ma alcuni indizi piuttosto
recenti fanno ritenere che esso si realizzi in una forma speciale anche nella scala biologica, nella scala
psichica e nella scala cosmologica (cos Massimo Teodorani, L'intreccio nel mondo quantistico:dalle
particelle alla coscienza, Macro Edizioni, 2007).
Il fisico H. Pagels afferma: "La vecchia idea che il mondo esista effettivamente in uno stato definito
non pi sostenibile. La teoria quantistica svela un messaggio interamente nuovo: la realt in parte
creata dall'osservatore La situazione si presenta paradossale al nostro intuito, perch stiamo
cercando di applicare al mondo reale un'idea dell'oggettivit che sta solo nelle nostre teste, una
fantasia" (H. Pagels, Il codice cosmico cit., pagg. 134 - 137).
L'osservatore umano non necessario solo per osservare le propriet di un oggetto, ma necessario
anche per determinare queste propriet. Nella fisica atomica non possiamo parlare delle propriet di
un oggetto in quanto tale: esse hanno un significato solo nel contesto dell'interazione dell'oggetto con
l'osservatore. Come affermava Niels Bohr, le particelle materiali isolate sono astrazioni, poich le
loro propriet sono definibili ed osservabili solo mediante la loro interazione con altri sistemi.
Se la mente dell'osservatore, con la sola intenzione di osservare, incide sulla realt dei fenomeni
osservati, ci vuol dire che il nostro pensiero, le nostre intenzioni hanno una influenza sulla materia
che compone anche la nostra struttura.
La realt materiale, quindi, non pu essere intesa come qualcosa che sta fuori di qui con
losservatore separato; la vecchia parola osservatore deve essere sostituita con il termine
partecipatore, afferma il fisico John Wheeler.
Cio non possiamo semplicemente considerare loggetto come qualcosa che esiste in modo
indipendente, l fuori. Loggetto emerge a causa della nostra attivit e cos, in effetti, noi e gli
oggetti co-emergiamo, coderiviamo. Da questincarnazione enattiva derivano due conseguenze. Se la
mente non nella testa, dove mai si trova? precisamente questo uno dei passaggi pi rilevanti: in
questo non-luogo della co-determinazione di interno ed esterno, tanto che non si pu affermare che
fuori o che dentro. Laltra conseguenza che ne consegue, meno comune, che la mente non pu
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essere separata dallorganismo inteso nella sua totalit. Siamo portati a pensare che la mente sia nel
cervello, nella testa, ma il fatto che lambiente comprende anche il resto dellorganismo; implica che
il cervello sia intimamente collegato a tutta la muscolatura, allapparato scheletrico, allintestino, al
sistema immunitario, agli equilibri ormonali e cos via. Questo rende il tutto ununit estremamente
salda. In altre parole, lorganismo, in quanto reticolo di elementi completamente codeterminantisi fa
s che le nostre menti siano, letteralmente, inseparabili non solo dallambiente esterno, ma anche da
quello che Claude Bernard gi chiamava il milieu interieur, il fatto che noi non abbiamo solo un
cervello ma un intero corpo. Per qualche strana ragione, nella tradizione occidentale c la bizzarra
percezione che la materia possa essere s supporto della mente, ma che la mente non abbia diretta
influenza sulla materia. Bene, si pu dimostrare che questo sbagliato (Francisco Varala, Quattro
pilastri per il futuro della scienza cognitiva, in Pluriverso, anno V n. 2, Aprile - Giugno 2000).
Evidentemente, quanto appena rilevato deve valere anche rispetto alle azioni esteriori: quando
tocchiamo un oggetto, i nostri campi denergia e relative nubi di elettroni si incontrano, minuscole
porzioni si fondono e si separano. Anche se percepiamo noi stessi come integri, in realt, abbiamo
ceduto parte del nostro campo energetico a quelloggetto specifico acquisendo un brandello della sua
energia. A ogni incontro noi procediamo a tali scambi e in seguito ci ritroviamo leggermente
cambiati (cos D. Chopra, Le coincidenze cit., pag. 21).
Dunque, sia le attivit interiori (meditare, pensare, pregare, contemplare) e sia quelle esteriori
(gesti ...) implicano, sempre, uno scambio di particelle con la realt: diamo e prendiamo Ambiente
interiore).
Evidentemente, parliamo di cambiamenti a livello subatomico e qualcuno potrebbe osservare che per
questa ragione, si compie un salto logico, se si cerca di estendere ai comportamenti umani, le verit
scientifiche relative alle particelle subatomiche. Ma le energie del mondo interiore non sono anche
esse particelle e onde? Non siamo anche noi costituiti dalla stessa materia-energia? Il premio Nobel
Wigner ha affermato, a questo proposito, che non vi sono evidenze che laccuratezza della
meccanica quantistica incominci a svanir via via che aumenta la grandezza del sistema e la linea
divisoria tra sistemi microscopici e macroscopici non certamente molta netta (Laffermazione
riferita da L. Dossey, Spazio, Tempo, Medicina cit., pag. 165. Sulle relazioni tra comportamento delle
particelle subatomiche e il comportamento umano, cfr. ivi pag. 171 e segg.). Evidentemente, occorre
tener conto delle debite proporzioni.
La fisica quantistica ha, dunque, illuminato, anche se non completamente, le radici del mondo
manifesto. Oltre alla realt sensibile e visibile ai nostri occhi, grazie alla quale possiamo vivere
lesperienza della nostra vita differenziata ed evolvere sulla Terra, esiste una realt c.d. quantica ove
tutto interconnesso e interdipendente, dove il vuoto e la solidit non esistono.
Le distanze tra la scienza e le antiche tradizioni spirituali, negli ultimi anni, si sono ridotte
notevolmente e non vi sono ragioni per ritenere che questo percorso di avvicinamento non debba
ancora proseguire.
Ci detto, molti studiosi si sono chiesti, giustamente, ma quale Mente tiene unite le due realt, quella
visibile e quella quantistica? Qual la forza che organizza tutte le energie e le informazioni del campo
quantico, lega le particelle quantiche per creare atomi, unire gli atomi per dare vita alle molecole e in
seguito alle strutture fisiche che noi vediamo e tocchiamo? Se c una Mente organizzatrice, dov?
Notoria la seguente affermazione di Max Planck: tutta la materia ha origine ed esiste solamente in
virt di una forza ... dobbiamo supporre che dietro questa forza ci sia una mente consapevole e
intelligente. Questa mente la matrice di tutta la materia. [...]
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Un contributo scientifico circa lesistenza di un ulteriore realt pi sottile discende dal fenomeno
prima menzionato dellentanglement (intreccio) il quale supera un altro principio che pare ovvio per
i nostri cinque sensi, cio quello della localit. Ad esempio, secondo il principio di localit, il pallone
pu colpire il muro se vicino al muro, o se in grado di mettere in moto meccanismi che, passo dopo
passo, giungano fino al muro. Il principio di localit implica una successione lineare di eventi. Nella
realt subatomica, invece, la distanza non rileva: il fenomeno del non localit enunciato dalla prima
legge della fisica quantistica spiega che in ogni accadimento naturale si produce un effetto in cui, con
perfetta sincronia, accordo e compartecipazione, losservatore, losservato e levento fisico, nelle loro
parti individuali, sono totalmente coinvolti nello stesso processo in divenire di cui sono co-autori
reciprocamente influenzabili e delocalizzati ... in pratica, la totalit delluniverso, tutto interconnesso
in ogni sua parte, sembra essere presente al di l dello spazio tempo, in ogni luogo e tempo (V.
Marchi, La scienza cit., pag. 281).
Praticamente, in un mondo non localizzato, le connessioni si realizzerebbero ad una velocit
maggiore di quella della luce, in quanto avverrebbero all'istante.
Vi sarebbe, dunque, una dimensione unitaria, una Mente non locale, cio una mente non
localizzabile nel tempo e nello spazio. Lastrofisico M. Teodorani afferma: Dove si situano tutti quei
meccanismi di derivazione quantistica in grado di determinare coerenza e sincronicit? Sembra che
tutto ci abbia origine nel vuoto, o per la precisione in quel vuoto subquantistico di cui parla il
filosofo e fisico ungherese Erwin Laszlo. Il vuoto sarebbe la matrice di tutta la realt da cui sarebbe
nato l'Universo come fluttuazione quantistica. Il vuoto non realmente vuoto ma un ribollire di
particelle, come fu provato da un importante esperimento del fisico olandese Hendrik Casimir
(allievo e amico di Wolfgang Pauli) che dimostr l'esistenza della cosiddetta energia di punto zero.
Sembra che il vuoto possa essere stimolato e che l alberghino unite indissolubili sia la mente che la
materia dell'universo il regno dove nascono i quanti, ovvero le particelle elementari e dove ogni
particella ed essere vivente connesso. Esso sarebbe anche la matrice della coscienza dell'universo, e
allo stesso tempo il deposito di memoria di tutto quanto accade, accaduto o accadr Alcuni
scienziati sono partiti dal vuoto per ritrovarsi nel concetto di sincronica interconnessione e unit nel
tutto. Altri scienziati, come il fisico quantistico David Bohm sono approdati al cosiddetto ordine
implicato per descrivere quel regno astratto che sta alla base di tutta la materia conosciuta e che ne
costituisce la coscienza Il fisico Marco Todeschini riprendendo e rielaborando una antica
concezione cartesiana dell'Universo ha definito questo regno come etere, mentre il fisico quantistico
Wolfgang Pauli assieme allo psicologo del profondo Carl Jung hanno posto queste basi nel cosiddetto
inconscio collettivo. C' buona ragione di ritenere che inconscio collettivo, etere, vuoto, ordine
implicato rappresentino differenti modi di nominare esattamente lo stesso concetto che la
matrice dell'unit e sincronicit dell'Universo (cfr. Sincronicit, Macro edizioni, 2006, pagg. 103 104)
La nozione, afferma il prof. Krippner, secondo cui tutto in qualche modo collegato per via sottile a
tutto il resto, effettivamente, molto antica. A ogni modo, dal punto di vista della scienza
contemporanea essa relativamente nuova. Essenzialmente questa la proposta del concetto del
Campo A [campo subquantistico che trasmette e conserva le informazioni, introdotto da Ervin Laszlo
ed altri scienziati], unita allidea che la coscienza sia lessenza di tutto lessere. Per parafrasare il fisico
Sir James Jeans ( ), spesso sembra che luniverso sia strutturato pi come una grande mente che come
un regno fisico. Questa visione implica il fatto che la materia sia pi un pensiero che una sostanza
inerte e senza vita, e che anche una roccia possegga una qualche coscienza. Questo modo molto
antico di guardare la vita delluniverso sembra risolvere anche i paradossi introdotti dalla moderna
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fisica quantistica. Sembra che la scienza stia finalmente bussando alla porta della spiritualit
(Stanley Krippner, in Risacralizzare il Cosmo cit., pag. 115).
Le propriet quantiche delluniverso, ha affermato il prof. Lothar Schfer, rivelano lerrore delle
vedute di Monod. vero che noi cerchiamo unalleanza con la natura. vero che noi abbiamo dei
bisogni spirituali, ma non perch siamo discendenti di animisti. Ne abbiamo bisogno perch il nostro
spirito ha bisogno di essere a contatto con ci che di egual natura il fondo spirituale del reale
(Lothar Schfer, L'importanza della fisica quantica nel pensiero di Teilhard de Chardin e in una nuova
prospettiva dell'evoluzione biologica, Un Futuro per lUomo n. 9/2005). Questo autore aggiunge
che Gli aspetti caratteristici della realt quantica hanno sulla nostra personale natura umana delle
conseguenze potenzialmente considerevoli. Se l'universo una rete di connessioni istantanee e non
separabili, e assai probabile che noi facciamo parte di questa rete. Se nelluniverso agisce un elemento
di Coscienza, e assai probabile che comunichi con la nostra Coscienza. Poich non viviamo in una
macchina gigante, dobbiamo considerarci degli attori in una realt che non la realt abituale che
conosciamo, ma piuttosto una realt interconnessa, tanto metafisica quanto fisica, e con qualit
spirituali. Ma la nostra coscienza pu elevarsi per permetterci di accedere a questo mondo superiore
dellUnit, considerato che con la coscienza ordinaria, tramite i sensi vediamo solo un corpo solido
che il nostro intelletto misura, analizza e compara?
Come sostenuto da William James: La normale coscienza dello stato di veglia, che chiamiamo
coscienza razionale, soltanto un tipo di coscienza particolare, mentre tutto intorno ad essa, separate
da schermi sottilissimi, esistono forme potenziali di coscienza completamente diverse.
Scrive Laszlo: William James, il padre della psicologia americana, percepiva tali interconnessioni.
Egli scrisse: "Dalla mia esperienza... emerge dogmaticamente una conclusione... che noi, con le nostre
vite, siamo come isole nel mare, o alberi nella foresta. L'acero sussurra al pino con le sue foglie, e
viceversa ... Inoltre, gli alberi intrecciano le radici nell'oscurit sotterranea e le isole si saldano tra loro
nei fondali oceanici. Allo stesso modo, esiste un continuum di consapevolezza cosmica, contro la
quale la nostra individualit non erige altro che recinzioni temporanee e in cui le nostre menti si
tuffano come in un mare materno o in un serbatoio..." (E. Laszlo, L'esperienza Akashica - Leggere il
campo di memoria e informazione del Cosmo Scienza e Conoscenza, n. 27/2009, pag. 34).
Se teniamo conto che la nostra coscienza intessuta implicitamente in tutta la materia e la materia
intessuta dalla coscienza, come ha affermato David Bohm, appare possibile accedere alla realt fisica
non visibile: per, a tal fine, non dobbiamo pensare ed osservare con i cinque sensi, essendo questi
strutturati e dedicati sulla sola realt sensibile. Dobbiamo sospendere, affermano le tradizioni
filosofiche, losservazione con i sensi e attivare altre facolt, altrettanto naturali e strutturate a tale
scopo, quali la meditazione, la contemplazione e lintuizione (cfr.O. M. Avanhov, La vita psichica:
elementi e strutture, Prosveta).
Giustamente, Einstein ci invitava a stare attenti a non fare dell'intelletto il nostro Dio; esso ha,
certamente, muscoli potenti, ma nessuna personalit. La mente intuitiva un dono sacro e la mente
razionale un fedele servo. Noi abbiamo creato una societ che onora il servo e ha dimenticato il
dono.
Il pensiero, come afferma, O. M. Avanhov, una sorta di scala della quale dobbiamo imparare a
servircene per elevarci (cfr. cap. DallIntelletto allIntelligenza, in La vita psichica cit.): il pensiero
pu limitarsi a scrutare il mondo visibile e a ritenere che gli esseri umani siano separati come
appaiono alla vista, ma pu anche innalzarsi per scrutarne le radici in alto, come Unit.
Secondo Brian Josephson, premio Nobel per la fisica nel 1973, vi sono tre ordini di realt fisica:
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classico, quantistico e implicato. Abbiamo cos tre ordini di esperienza soggettiva, che si possono
descrivere come sensoriale, mentale e trascendentale. La mente lesperienza del livello quantistico
della realt, la meditazione permette di sperimentare lordine implicato.
Peraltro, anche dal punto di vista medico si rilevato che lo studio attento dei racconti dei mistici ha
convinto seriamente un gruppo di neurologi che in questi racconti vengono descritte esperienze
reali, percepite realmente da chi le vive, simili in tutti coloro che le hanno vissute
indipendentemente dalle epoche, dalla cultura di appartenenza e persino dalla religione. Si pu
affermare che il cervello umano capace di provare beatitudine, estasi, rapimento e senso di
comunione con lAssoluto e con gli altri esseri creati, e che la persona umana pu arrivare a
sperimentare uno stato emotivo e di consapevolezza che descrive come sentirsi amata da Dio. Sono
stati eseguiti numerosi studi rigorosi che hanno analizzato cosa accade nellorganismo e nel cervello
quando si prega profondamente o si medita e cosa accade in un soggetto che sta vivendo uno stato
destasi e possono essere descritti ormai in dettaglio i circuiti cerebrali che vengono attivati e quelli
invece che vengono bloccati durante lesperienza di trascendenza, cos come le variazioni del respiro,
della frequenza cardiaca e del metabolismo (dott.ssa M. Semizzi, Le basi biologiche della
contemplazione, Centro di documentazione interdisciplinare di Scienza e Fede, novembre 2010).
2. Alcuni credo obsoleti

Nell'ebook "La felicit nel cambiamento"(di Ervin Laszlo, Roveda, Mikhail Gorbaciov, Fritjof Capra,
Deepak Chopra...) si afferma che "Alcune cose che crediamo vere, che guidano le azioni e le
aspirazioni nel mondo contemporaneo, si rivelano oggi seriamente obsolete e altamente
controproduttive. Per esempio:
1) Il pianeta inesauribile. La vecchia credenza che la Terra sia un inesauribile fonte di risorse e un
deposito senza fondo per i rifiuti conduce alla depredazione delle risorse naturali e al sovraccarico
dei cicli rigenerativi della biosfera;
2) La natura un meccanismo.La credenza che si possa modificare la natura cos come si costruisce
un palazzo o un ponte produce
una miriade di imprevedibili e brucianti effetti collaterali,la distruzione di equilibri naturali e la
scomparsa di un numero indicibile di specie viventi;
3) La vita una lotta in cui il pi adatto sopravvive. Si asserisce che nella societ,cos come in
natura,solo il pi adatto sopravvive. Il pi adatto,cio il pi furbo,il pi ambizioso,il pi temerario,il
pi ricco e potente. Ma lo stesso Charles Darwin non intendeva il pi forte e potente, bens il pi
sensibile e capace di cambiare;
4) Il mercato distribuisce benefici. La gente pi influente tende a continuare a credere che il libero
mercato,governato da quella che Adam Smith chiamava la mano invisibile,distribuisca i benefici
delle attivit economiche. Quando fanno del bene per se stessi, presumono,nel contempo fanno del
bene per la societ. La povert e lemarginazione di quasi la met della popolazione mondiale sono
eloquenti testimonianze del fatto che questo paradigma non funziona nei mercati del mondo
contemporaneo,distorti dalla fame di potere e ricchezza".
3.Nuovi paradigmi concettuali e comportamentali

Questa nuova visione della realt qui tratteggiata consente di anticipare alcuni aspetti di un nuovo
paradigma concettuale:
1) luomo influenza la realt esterna non solo tramite il corpo fisico, ovvero, tramite i comportamenti,
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i gesti, ma anche tramite la vita interiore (pensieri, sentimenti, etc.) rilevato che il sol fatto di
osservare la realt produce cambiamenti sulla stessa, evidentemente, in proporzioni diverse;
2) la Natura non un insieme di oggetti separati e indipendenti da noi, come ci appare alla vista (11);
3) gli esseri umani non sono divisi e separati tra loro, indipendenti gli uni dagli altri, come ci
appaiono alla vista (12).
Ma che cos' un paradigma, e perch cos importante in questo momento storico?
"Un paradigma uno schema collettivo di interpretazione della realt, un modello dell'essere umano
e del mondo, che pu condizionare positivamente o negativamente - il modo di pensare e di vivere
di una piccola parte della societ o di un'intera civilt. Il paradigma che ha dominato la nostra civilt
negli ultimi secoli un paradigma dicotomico. La base filosofica di questo paradigma si basa sulla
divisione o dicotomia cartesiana tra scienza e coscienza, tra materia e spirito, tra res extensa e res
cogitans. Questa dicotomia tra scienza e coscienza ha creato una biologia priva del concetto di vita,
un concetto di evoluzione casuale senza intelligenza, una medicina senza anima, una psicologia
senza coscienza, una logica economica senza etica" (Enciclopedia olistica).
Se ci addentriamo ad esaminare i comportamenti tenuti nella vita corrente possiamo enucleare un
modello comportamentale basato, per lo pi, sui seguenti assunti:
1) la vicenda interiore pu essere soggetta s a regole pedagogiche, etiche, o religiose, giammai a leggi
vere e proprie comparabili a quelle fisiche;
2) la vicenda interiore nella sostanza sfugge alle regole, in quanto chi potrebbe sapere cosa succede
nel foro interiore e chi potrebbe applicare eventuali sanzioni;
3) la sfera interiore impalpabile ai cinque sensi, riguarda solo il singolo individuo e non interagisce
con il resto dellumanit e con la Natura Tutta; non vi traccia delle cose che pensiamo e sentiamo;
4) allesterno, cio in pubblico, sufficiente assumere un contegno anche solo, apparentemente,
rispettoso delle regole;
5) allinterno, nella duplice accezione di sfera interiore e privata, non essendo osservato dagli altri,
luomo pu coltivare ogni sorta di idea, di sentimento e adottare pure, qualsivoglia, comportamento.
Questa visione ordinaria pu essere esplicitata anche in questi termini:
- la vita interiore del singolo uomo (pensieri, sentimenti) priva di rilevanza concreta per lindividuo,
e, a maggior ragione per gli altri esseri;
- la Natura un insieme di oggetti separati, esterna a noi, indipendente da noi, come ci appare alla
vista;
- gli esseri umani sono divisi e separati tra loro, indipendenti gli uni dagli altri, come ci appaiono alla
vista;
- luomo solo il corpo fisico e ne segue le sue sorti, come ci appare alla vista; i bisogni delluomo
sono i bisogni del corpo da soddisfare in una visione quantitativa: quanto pi possiedo, quanto pi
consumo, tanto pi sono gratificato e felice;
- luomo influenza la realt esterna solo tramite il corpo fisico, ovvero, tramite comportamenti, parole,
pensieri scritti.
Questi modelli poggiano su presupposti infondati, come abbiamo potuto evincere dallesposizione
delle leggi che disciplinano il mondo interiore, in disparte gli apporti chiarificatori forniti anche dalla
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visione scientifica emergente[ ...]


Proviamo,ora, a focalizzare solo alcuni aspetti importanti di un nuovo paradigma concettuale e
comportamentale, tenuto conto della cultura emergente:
1) la vicenda interiore soggetta a leggi vere e proprie come quelle fisiche (>>Leggi di causa effetto e
di affinit);
2) la vicenda interiore non sfugge alle regole in quanto tutto registrato (cfr. capitolo IV, paragrafo
2.4);
3) occorre responsabilit nelluso delle energie interiori, in quanto luomo influenza la realt esterna
anche tramite la vita interiore, cio con i pensieri e i sentimenti; occorre rispettare, dunque, il proprio
mondo interiore, selezionando le energie da introdurre e rispettare il mondo interiore degli altri,
immettendo nellatmosfera psichica energie pulite, cio armoniose, altruistiche, costruttive
(>>Ambiente interiore);
4) la Natura e gli uomini sono in relazione di interdipendenza, non sono divisi, indipendenti e
separati come appaiono alla vista. Anzi ad uno stadio profondo della Vita, tutti gli esseri sono Uno.
La fraternit, la condotta altruistica e cooperativa dovrebbero rappresentare il livello relazionale
normale da raggiungere, in quanto, effettivamente, e non metaforicamente, siamo "Uno"(>>
evoluzione);
5) occorre un uso equilibrato e non egocentrico delle risorse in tutti i campi; i bisogni del corpo fisico,
poi, possono essere soddisfatti in dosi omeopatiche, considerato che si rilevata illusoria la tesi
secondo la quale quanto pi consumo, tanto pi sono gratificato (cfr. cap.IV, paragrafo 2.6);
6) tutto ci che presente nel mondo psichico tende a condensarsi, successivamente, nel piano fisico,
di qui la priorit del mondo interiore, cio se vogliamo cambiare la qualit del mondo esteriore,
dobbiamo anche agire sui fattori causali operanti nel piano psichico individuale e collettivo (cfr.
capitolo IV, paragrafo 2.2);
7) vivere una vita interiormente intensa (cfr. cap. V).
Secondo il prof. Laszlo (Cfr.I sette aspetti della nuova coscienza, www.enciclopediaolistica.com) vi
sono almeno sette caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza che ciascun uomo pu e
deve acquisire.
La prima caratteristica la visione olistica per contrastare la visione frammentaria che separa tutto: la
mente dalla natura, l'uomo e la societ dalla biosfera, e tutti i campi della realt l'uno dall'altro.
La seconda il pensiero trasversale, globale, tra i due emisferi: non pensare sempre con l'emisfero
sinistro razionale, o essere dipendenti solo dall'emisfero destro, quello pi creativo e mistico e meno
orientato all'uso della lingua. Bisogna avere la possibilit di muoversi, in modo armonico e fluido, tra
l'uno e l'altro, utilizzare l'interezza delle nostre potenzialit. Questa la base della vera creativit.
La terza la valorizzazione della comunicazione, non solamente possedere delle conoscenze, ma
comunicarle.
La quarta caratteristica lo stile di vita semplice, orientato ad un consumo responsabile, ecologico,
etico.
La quinta la spiritualit, il rinascimento della nuova spiritualit. Questa spiritualit viene
dall'antichit, ha migliaia di anni, e non localizza la divinit fuori dalla natura e dall'uomo, ma
dentro: tutto divino e siamo tutti collegati attraverso questa divinit. Anche questo un movimento
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in crescita ed una grande speranza per il futuro.


La sesta caratteristica riscoprire la salute globale, individuale (cibi naturali, ecologia, ambiente
sano).
Settima la coscienza planetaria, ovvero,imparare a sentirsi parte del sistema Terra, passare da una
vita locale ed egocentrica ad una visione globale, planetaria. importante comprendere la bellezza e
la complessit della rete ecosistemica e umana che forma l'intero pianeta, Gaia. Le sue leggi, le sue
difficolt, gli ostacoli al suo sviluppo armonico. Allargare il nostro punto di vista, usare la tolleranza,
l'etica per superare ingiustizie e fanatismi, per un futuro planetario umano e sostenibile".
Evoluzione
"Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!"
(1) M. Teodorani, Latomo e le particelle elementari, 2007, pag. 153. Fino alla prima met del 900 si
riteneva che la quasi totalit della massa delluniverso risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse
sono contenute. Bastava monitorare luniverso con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e
dedurre, automaticamente, che solo ci che emette luce dotato di massa. Poi, proprio da unaccurata
analisi delle osservazioni astronomiche ci si accorti che le cose non stanno cos i corpi celesti
luminosi rappresentano solo il 4% della massa delluniverso, cos M. Teodorani, ivi, pag. 149. Vi ,
infatti, una materia oscura avente effetti gravitazionali in molteplici fenomeni astronomici non
emette alcuna radiazione elettromagnetica e quindi non risulta individuabile dagli strumenti di
analisi degli astronomi cos Idem, La mente creatrice, 2009, pag. 99. In altri termini, scrive V. Marchi,
La scienza dellUno, 2007, pag. 31, noi osserviamo la luce elettromagnetica che interagisce con un
solo tipo di materia, quella ordinaria la realt dellinvisibile ben pi vasta di quella che appare ai
nostri limitatissimi sensi chi vive il mondo di scena vede solo quel segmento discontinuo di realt
costituito dalla materia nucleare da cui partono le radiazioni elettromagnetiche che impressionano la
retina dellocchio lapparato visivo umano riesce a cogliere solo quelle di lunghezza donda
compresa tra i 400 e i 700 nm. Ma oltre ad una materia oscura, nelluniverso, vi sarebbe anche una
energia oscura. Il fenomeno dellenergia oscura stato scoperto in epoche recenti, nel 1998, e da
allora ha giocato un ruolo sempre pi pesante nella conoscenza del cosmo. Gli astronomi hanno,
infatti, calcolato che il 74% delluniverso composto da energia oscura quindi viviamo in un
universo invisibile Lenergia oscura un termine coniato dal cosmologo Michael Turner, ma la sua
esistenza teorica laveva preconizzata Albert Einstein inventando la costante cosmologica per
contrastare gli effetti della gravit e far tornare i conti dellidea di un universo stazionario allora in
voga, Corriere della sera scienze, 27 marzo 2010.
(2) F. Coppola, Il segreto dellUniverso, Et dellAcquario, 2003, pag. 57.
(3) G.L.Schroeder, op. cit., pagg. 20 e 32
(4) E. Laszlo, Risacralizzare il cosmo cit., pag. 99.
(5) G. L. Schroeder, op. cit., pagg. 42 - 43.
(6)Osserva F. Capra, Tao della fisica, pag. 83: L'aspetto solido della materia una conseguenza di un
tipico effetto quantistico collegato al comportamento duale onda-particella della materia, una
caratteristica dei mondo subatomico che non trova l'analogo nel mondo macroscopico. Ogni volta che
una particella confinata in un piccolo spazio, essa reagisce a questa limitazione agitandosi dentro, e
tanto pi piccola la regione in cui confinata, tanto pi velocemente la particella vi si muove.
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Nell'atomo allora sono presenti due forze antagoniste. Da una parte, gli elettroni sono legati al nucleo
da forze elettriche che cercano di trattenerli il pi vicino possibile. Dall'altra, essi reagiscono a questa
limitazione ruotando vorticosamente, e quanto pi strettamente sono legati al nucleo, tanto pi alta
sar l loro velocit; di fatto, il confinamento degli elettroni all'interno di un atomo porta a velocit
enormi, di circa 900 chilometri al secondo! Queste alte velocit fanno si che l'atomo appaia come una
sfera rigida, proprio come avviene per un'elica in rapida rotazione la quale appare come un disco.
molto difficile comprimere ulteriormente gli atomi e ci d alla materia l'aspetto solido familiare.
(7) D. Chopra, Le coincidenze, Sperling & Kupfer, 2007, pag. 192
(8) Osserva G. L. Schroeder:proprio in questo momento nel vostro corpo, nuove cellule vengono
prodotte alla velocit di quattro o cinque milioni al secondo e vuol dire che si producono 140
chilogrammi di nuove cellule ogni anno ci che eravate un anno fa, gli atomi e le molecole che
formavano il vostro corpo non corrisponde a ci che siete oggi. Il corpo perde e scarta 140 chili di
tessuto corporeo ogni anno, op. cit., pag. 231 e segg.
(9) Cfr. H. Pagels, Codice Cosmico, Boringhieri, pag. 257
(10) Sul piano scientifico, cfr., ad esempio, la teoria della Mente estesa del biologo R. Sheldrake.
(11) Vi un paradigma che oggi sta perdendo valore e credibilit (che) ha dominato la nostra cultura
per molte centinaia di anni, durante i quali ha plasmato la civilt occidentale moderna e ha esercitato
un'influenza significativa sul resto del mondo. Questo paradigma consiste in una quantit di idee e di
valori radicati nella mentalit comune, fra cui la visione dell'universo come sistema meccanico
composto da mattoni elementari, la visione del corpo umano come macchina, la visione della vita
sociale come competizione egoistica per l'esistenza, la fiducia in un progresso materiale illimitato da
raggiungere attraverso la crescita economica e tecnologica, cos F. Capra, La rete della vita, Bur
Rizzoli, 2001, pag.16. Purtroppo, afferma E. Laszlo, la visione scientifica oggi prevalente antiquata
e ingannevole perch fornisce un quadro disumano del mondo luniverso rappresentato come un
meccanismo senzanima, la vita intesa come mera casualit [invece] la scienza contemporanea
portatrice di una visione molto diversa alla luce delle pi recenti ricerche, luniverso non un
aggregato, senza vita e senza anima, di pezzi inerti di materia; somiglia pi a un organismo vivente.
(12)L'uomo moderno consapevole di se stesso, nella maggior parte dei casi, come un io isolato che
vive all'interno del proprio corpo. La mente stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito
superfluo di controllarlo; ci ha provocato la comparsa di un conflitto tra volont cosciente e
dinamismi involontari. Ogni individuo stato ulteriormente suddiviso in base alle sue attivit,
capacit, sentimenti, opinioni, ecc., in un gran numero di compartimenti separati, impegnati in
conflitti inestinguibili, che generano una continua confusione metafisica e altrettanta frustrazione.
Questa frammentazione interna dell'uomo rispecchia la sua concezione del mondo esterno, che
visto come un insieme di oggetti e di eventi separati. Si considera l'ambiente naturale come se fosse
costituito da parti separate che devono essere sfruttate Questa visione non unitaria ulteriormente
estesa alla societ, che viene suddivisa in differenti nazioni, razze, gruppi religiosi e politici. La
convinzione che tutti questi frammenti - in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra societ - siano
realmente separati pu essere vista come la causa fondamentale di tutte le crisi attuali, sociali,
ecologiche e culturali, cos F. Capra, Il Tao della fisica cit., pag. 24.

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Evoluzione: cooperazione, altruismo e fraternit


(estratto dal "Codice delle Leggi")

Bruno E. G. Fuoco
La legge dellevoluzione riguarda tutti i regni della natura ... ma dove stiamo andando?
In pi punti abbiamo evidenziato che lintenzione contraria alla legge evolutiva quella egocentrica,
mentre lintenzione in armonia con la legge evolutiva quella altruistica (1). Uno dei maggiori
genetisti in campo mondiale ha affermato: io ho constatato che dare e dare sia un principio pi
vicino alla verit. Se volete attivare i vostri geni, molto pi efficace latteggiamento di dare e dare
(2 ), piuttosto che quello convenzionale di dare e prendere.
Nello stesso senso, tutte le filosofie spirituali affermano che gli uomini dovrebbero avere una vita di
relazione improntata ai valori di fraternit.
Queste affermazioni sono presenti anche nelle concezioni laiche della Vita. Ad esempio, gi la
Costituzione repubblicana francese del 4 novembre 1848 recava, espressamente, il riferimento al
valore della fraternit:
- la Repubblica francese si fonda anche sul principio di Fraternit (preambolo, IV);
- i cittadini devono concorrere al benessere comune aiutandosi fraternamente gli uni con gli altri, e
allordine generale osservando le leggi morali e le leggi scritte che reggono la societ, la famiglia e
lindividuo (preambolo, VII);
- la Repubblica deve con unassistenza fraterna, assicurare lesistenza dei cittadini bisognosi
(preambolo, VIII).
Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, afferma allart.1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in
dignit e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito
di fratellanza.
Tutto sommato, anche le Costituzioni vigenti recano lidea implicita di fratellanza laddove
contemplano i doveri di solidariet (3).
Ma a prescindere dagli intenti programmatici di natura politica e giuridica, dallosservazione
razionale si evince che la Natura evolve in termini cooperativi e fraterni: Se esaminiamo con
attenzione gli elementi della Natura, vediamo che laltruismo la base della vita. Ogni organismo
vivente ed ogni sistema sono composti dallassemblaggio di cellule o parti che cooperano,
complemento luna dellaltra, e che si aiutano una con laltra. Questi elementi condividono tutto e
sopravvivono grazie alla legge altruistica dellUno per tutti Quando indaghiamo la Natura in
profondit troviamo sempre pi esempi di reciproca connessione, e ci accorgiamo che la legge
generale della Natura : legami altruistici fra elementi egoistici. La Natura ha progettato la vita in
maniera tale che ogni cellula deve diventare altruistica nei confronti delle altre, in modo tale da
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costruire un corpo vivente. Questa stessa Natura ha creato la regola per cui il collante che unisce le
cellule e gli organi di un corpo vivente consiste nella relazione altruistica che intercorre fra loro. Di
conseguenza ne deriva che la forza che ha creato e sostiene la vita altruistica, una forza di dazione e
condivisione. Il suo obiettivo consiste nel creare una vita basata sullesistenza altruistica, armoniosa e
bilanciata fra i suoi elementi Lo scopo generale di tutto luniverso, che lumanit raggiunga lo
stato nel quale tutti i suoi componenti siano come una famiglia. Tutti prenderanno in considerazione
gli altri e diventeranno garanti di tutti ed ognuno quando le persone arriveranno al livello di
dazione comune, saranno desiderose di cambiare verso il nuovo il tipo di relazione, che si basa su
ama il tuo prossimo (4).
Se vogliamo restare nellambito della scienza, afferma il prof. E. Laszlo, dobbiamo dire che
luniverso capace di evolversi in una direzione, anche se non lineare, e la direzione del cosmo la
stessa che c in noi stessi come individui. Il cosmo un sistema in evoluzione non casuale, c
unonda e questa onda ingloba anche tutti quelli che fanno parte del sistema. Questonda un campo
informativo, che di tipo olografico: dentro questo campo sono presenti tutte le informazioni
contemporaneamente e in maniera distribuita Alla base delluniverso probabilmente esiste un
campo olografico in cui il tempo non esiste perch tutti gli elementi sono compresenti. Si tratta di una
concezione quasi metafisica, ma secondo me la migliore restando nellambito della scienza. Se un
sistema auto-direttivo, quando varia dalla direzione preferita, quando cambia la direzione
programmata commette unazione per lui non positiva. Il valore per un individuo la vita e il
sistema nella sua totalit orientato verso la vita, verso una sua propria sostenibilit: questa la
direzione da mantenere la visione di questi sistemi integrati evolutivi ci dice che un individuo fa
parte di un sistema pi grande di lui: in questottica lindividuo fa il suo bene se si armonizza con il
sistema che sta intorno a lui, quello che bene per la biosfera bene per lumanit, quello che bene
per tutta lumanit bene anche per uno Stato, quello che bene per uno Stato bene anche per
unimpresa, i valori sono sempre valori riferiti al sistema pi ampio. Io, come individuo, sono parte
della biosfera e della societ, il mio valore basilare quello di vivere ed essere felice, e questi valori
dovranno essere sintonizzati con i valori del sistema di cui faccio parte. Tutti questi sistemi hanno un
unico valore di base, che quello di co-evolvere con gli altri. Pensare che io non sia collegato ad altri
porta al disfacimento del sistema anche finanziario - che osserviamo in questo periodo ( E. Laszlo,
Intervento al Convegno: La rete della Vita - verso una visione integrata della realt cit.).
Un altro autorevole scienziato, lastrofisico Eric Jantsch ha elaborato la teoria della co- evoluzione,
prima cennata,: questo studioso basandosi sulle teorie di Prigogine, porta una nuova interpretazione
dell'intero processo di evoluzione, visto non pi come sistema casuale di crescita ma come sistema
intelligente e ordinato di individui che crescono grazie alla auto-trascendenza, intesa come capacit
di trasformare se stessi oltre i propri limiti attuali, e alla co-evoluzione. La co-evoluzione si pone in
modo polare rispetto al concetto di competizione individuale evolutiva, come lotta per la
sopravvivenza di ogni singolo essere contro tutto e tutti. Nella co-evoluzione si pone in risalto
lelevatissima coerenza e cooperazione che si instaura tra individui della stessa specie e anche di
specie diverse come logica di migliore evoluzione collettiva (cos, www.enciclopediaolistica.com. ).
Molto interessante il pensiero della biologa Elisabeth Sahtouris, esperta delle strutture dei sistemi
viventi, che proviamo a sintetizzare con le sue parole: Mi era stato insegnato che la coscienza un
prodotto recente dell'evoluzione in un universo non vivente su un pianeta non vivente, dove la vita si
evoluta per casualit, attraverso cambiamenti casuali. Io a quella storia non ci credo pi. Mi sembra
ora molto pi plausibile arguire che la coscienza arrivi per prima, come una risorsa per la creazione
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materiale, per l'evoluzione materiale. Questa coscienza e intelligenza era l prima che l'evoluzione
materiale cominciasse. Semplicemente non posso sostenere l'idea che fango muto si porti da solo al
livello di intelligenza o che la non-coscienza si elevi nella coscienza La globalizzazione
dellumanit un processo naturale, biologico ed evolutivo. Tuttavia, stiamo attraversando una
profonda crisi perch laspetto centrale e fondamentale della globalizzazione la sua economia
attualmente organizzato in maniera tale da violare gravemente i principi fondamentali dei sistemi
viventi sani, minacciando di morte la nostra civilt. Dal mio punto di vista, la globalizzazione
levento pi grande mai avvenuto dopo la cellula nucleata. La nostra economia globale, e pi in
generale la nostra famiglia globale, saranno composte di individui, famiglie e unit sociali pi grandi
essenzialmente, stiamo formando un superorganismo di specie che riuscir a fondersi in maniera
cooperativa con i nostri ecosistemi e con i sistemi viventi della Terra. Finora, nella nostra fase
adolescenziale (durata diecimila anni) abbiamo utilizzato grandi quantit di risorse terrestri per
costruire le nostre societ, nazioni e imprese. Ma adesso riconosciamo che questa distruzione deve
finire, e dobbiamo creare alleanze pi cooperative. Questo il nostro imperativo biologico, e la nostra
alternativa al suicidio in quanto specie. Lostacolo principale il nostro sistema economico, perch la
sua mentalit fondata sulla perdita o il guadagno appropriata solo per una specie infantile. Il
capitalismo competitivo un sistema programmato per concentrare la ricchezza nelle mani di pochi,
impoverendo inevitabilmente la grande maggioranza. Un comportamento cos distruttivo possibile
solo perch non abbiamo riconosciuto che noi, in quanto specie, siamo un sistema vivente, allo stesso
modo dei nostri corpi individuali e le nostre famiglie. Le famiglie non riducono alla fame tre figli per
sovralimentare il quarto, n abbelliscono un angolo del giardino distruggendo gli altri tre ... La
scienza ha interpretato la natura in termini di fisica e ingegneria, considerandola composta di
meccanismi. Linnovazione pi grande di cui abbiamo bisogno una concezione scientifica del
mondo completamente nuova, basata sulla prospettiva degli esseri viventi. Un modello di universo
vivente, basato sulla biologia, mostra olarchie (sistemi autosufficienti incastrati in modo
interdipendente tra loro, come una cellula, un organismo o un ecosistema) a regolazione e
organizzazione automatiche. La gravit e la radiazione, lentropia e la sintropia, sono in equilibrio
ciclico, cos come lanabolismo e il catabolismo (la formazione e la distruzione-riciclaggio dei tessuti
viventi). un universo meraviglioso ed elegante. Ma difficile cambiare una visione scientifica del
mondo; gli scienziati della vecchia guardia non vogliono capire e riconoscere le prove che
sconvolgono la loro visione del mondo. come aspettarsi che un bruco sia entusiasta di dissolversi,
affinch possa nascere una farfalla! (5).
Questo pensiero forte della scienziata, in verit, condiviso da tante persone che con semplicit
avvertono lanomalia dellattuale situazione di vita, con una certa preoccupazione, per se stessi e le
future generazioni.
Lo stesso Einstein in un saggio del 1949 aveva cos stigmatizzato la crisi interiore delluomo
prigioniero del proprio egoismo: Ho raggiunto oggi il punto in cui posso indicare brevemente in
cosa consiste per me lessenza della crisi del nostro tempo. Riguarda la relazione dellindividuo con
la societ. Lindividuo diventato pi conscio che mai della sua dipendenza dalla societ. Ma non
vive questa dipendenza come un valore positivo, come un legame organico, come una forza
proattiva, ma piuttosto come una minaccia ai suoi diritti naturali, o persino alla sua esistenza
economica. In pi, la sua posizione nella societ tale che gli impulsi egoistici della sua formazione si
accentuano costantemente, mentre i suoi impulsi sociali, che sono per natura pi deboli, si
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deteriorano progressivamente. Tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro posizione nella societ,
soffrono per questo processo di deterioramento. Prigionieri inconsapevoli del loro stesso egoismo, si
sentono insicuri, soli, e privati di quel godimento naturale, semplice, e genuino della vita. Luomo
pu trovare il significato della vita, breve e problematica come , solo dedicando se stesso alla
societ.
Anche per Avanhov, lumanit deve avviarsi verso il concetto di unica e grande famiglia; luomo
ha sviluppato, in modo eccessivo, lattivit intellettuale, il suo ego e ha rotto i legami con la Natura,
trascurando il cuore, cio laspetto collettivo della Vita, di qui le divisioni e le separazioni tra gli
uomini; occorre, invece, che lumanit si prepari a lavorare insieme, per armonizzarsi e bandire le
ostilit e le guerre: lamore che bisogna realizzare la vita collettiva, la vita della fraternit
quella nella quale si sviluppa la bont, il sacrificio, la generosit, il perdono, la tolleranza Solo in
apparenza gli uomini hanno risolto il problema della vita collettiva. Se, esteriormente, essi hanno
formato delle nazioni, organizzato societ i cui membri si sostengono a vicenda, dove tutti sono al
servizio di tutti e possono approfittare di ogni cosa, interiormente essi restano isolati, aggressivi,
ostili gli uni verso gli altri. Tutti i progressi che sono riusciti a realizzare nella vita materiale, nel
campo dell'organizzazione e delle tecnica, non hanno saputo trasferirli nella vita interiore. Ecco
perch, malgrado tutti questi progressi, l'umanit soffre ancora degli stessi mali: guerra, miseria,
fame, oppressione e in proporzioni fino ad oggi sconosciute. Bisogna ormai comprendere che i veri
miglioramenti si avranno solo grazie a un profondo cambiamento della mentalit. sul piano
psichico e spirituale che gli uomini devono sentirsi legati in modo da riuscire a formare l'unica, vera
societ: la fratellanza universale interiore. Quando ciascun individuo si sforzer di raggiungere la
coscienza superiore dell'unit, allora le societ, i popoli e le nazioni cominceranno a vivere nella
pienezza e nella libert (6).
Questa marcia verso l'Unit presente anche nella visione di Teilhard de Chardin secondo il quale, si
detto, "l'evoluzione della materia orientata verso l'uomo; per la coscienza, l'intelligenza, lo spirito
non appaiono solo con l'uomo, ma sono da sempre ... vi nelle cose un elemento interno, un'intima
struttura coscienziale del reale, alla cui totale e compiuta affermazione l'evoluzione orientata nella
sua inarrestabile marcia in avanti. In questa marcia cosmica della materia... verso stadi di
organizzazione sempre pi complessi emerge infine la coscienza ... ogni energia essenzialmente di
natura psichica. Anche la nascita della cellula non che un momento di un processo biogenetico
orientato alla psicogenesi, all'affermazione del pensiero, al passo della riflessione, al passaggio
che non un salto dalla biosfera alla "noosfera", cio all'uomo. L'umanit, sempre pi complessa e
quindi sempre pi cosciente, lo spirito della terra, non ancora compiuto in se stesso, ma animato
da un movimento in avanti, verso un punto di convergenza, Dio, centro sovrapersonale
dell'evoluzione, che ne guida il movimento e gli d un fine".
Il seguente pensiero esprime bene la profondit di vedute di Teilhard de Chardin: "Il mondo si sta
costruendo. questa la verit fondamentale che bisogna, dapprima, intendere, ed intendere cos bene
da renderla una forma abituale e come naturale del nostro pensiero. A prima vista, gli esseri ed il loro
destino rischiano di apparirci come distribuiti a caso, o per lo meno arbitrariamente, sulla Terra.
Quasi quasi, penseremmo che ciascuno di noi sarebbe potuto nascere indifferentemente o pi presto
o pi tardi, o qua o l, pi felice o meno fortunato, come se lUniverso, dal principio alla fine della sua
storia, costituisse, nel Tempo e nello Spazio, una specie di ampia aiuola i cui fiori fossero
interscambiabili a piacere del giardiniere. Tale idea non sembra giusta. Pi si riflette, con lausilio di
quanto cinsegnano, ognuna nella sua sfera, scienza, filosofia e religione, e pi ci si avvede che il
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Mondo devessere paragonato non gi ad un fascio di elementi artificialmente giustapposti ma


piuttosto ad un qualche sistema organizzato, animato da un ampio moto di sviluppo che gli
specifico. Nel corso dei secoli, si rivela un piano dinsieme che sembra davvero in via di realizzarsi
attorno a noi. Nelluniverso v unimpresa in corso, un risultato in posta, che non sapremmo
paragonare meglio che ad una gestazione, ad una nascita: la nascita della realt spirituale costituita
dalle anime e dal quanto di materia che trascinano con s. Laboriosamente, attraverso e mediante
lattivit umana, la nuova Terra si raccoglie, si decanta, e si epura. No, non siamo paragonabili agli
elementi di un mazzo, bens alle foglie ed ai fiori dun grande albero, sul quale ogni cosa appare al
suo momento ed al suo posto, su misura ed a richiesta della Totalit" (7).
Tra le filosofie spirituali e il pensiero di molti autorevoli scienziati appare emergere un chiaro punto
di incontro sulla direzione cooperativa e fraterna della nostra Vita.
(1) Scrive U. Veronesi, in una prospettiva evoluzionistica,: L'uomo per sua natura sempre stato
animato da un senso di generosit e di altruismo. Se gettiamo uno sguardo alle nostre origini,
scopriamo che nel processo evolutivo degli esseri viventi la selezione della specie umana ha
rappresentato un elemento di rottura. Quando le condizioni non erano idonee alla vita, soprattutto
alla vita dei pi deboli, delle donne e dei bambini, l' uomo le ha trasformate: il fuoco, i ricoveri, le
semine per fare scorta di cibo sono state altrettante sfide che l' uomo primitivo ha lanciato alla pura e
semplice selezione naturale. Ad animarlo in queste lotte era un senso anche di altruismo verso il
prossimo pi debole e inerme, la capacit di distinguere ci che era giusto e ci che non lo era.
Secondo l' antropologo Donald E. Brown ... alcune disposizioni d' animo, cio quella che noi
chiamiamo bont, come l' empatia, la generosit, il riconoscimento dei diritti altrui, la proscrizione di
violenze come l' omicidio hanno sempre albergato nel cuore dell' uomo, anche quello delle caverne
Da alcuni decenni, soprattutto dopo la scoperta del Dna, la scienza della moderna genetica
molecolare e l' antropologia delle pi avanzate teorie evoluzionistiche cercano di dare una risposta ad
alcune domande fondamentali: dove nasce il nostro senso della bont? perch siamo buoni?
Gregory Berns, professore di psichiatria alla Emory University di Atlanta, utilizzando tecniche di
imaging cerebrale ha scoperto che quando le persone mettono in atto comportamenti altruistici nel
loro cervello aumenta il flusso di sangue proprio nelle aree che vengono attivate dalla vista di cose
piacevoli Come dire che un gesto generoso, il semplice fare la carit, gi sufficiente a farci sentire
felici (Generosit e altruismo sono sentimenti innati nella specie umana cit.).
(2) Kazuo Murakami, Il Codice Divino della Vita cit., pag. 80
(3) Gli studiosi del diritto impiegano lespressione processo di giuridicizzazione della fraternit in
solidariet per descrivere lemersione, nel secolo scorso, del valore della solidariet nei testi
costituzionali.
(4) Cos M. Laitman, op. cit. Come ricorda F. Capra, (L'universo che si auto-organizza: l'evoluzione
per Ilya Prigogine ed Erich Jantsch): Il concetto di evoluzione, che costituisce la pi rilevante
conquista del pensiero scientifico del XIX secolo, fu formulato dalle due maggiori branche della
scienza naturale in due modi apparentemente contraddittori. Mentre i biologi Lamark e Darwin
asserivano che il mondo vivente si era sviluppato da un disordine iniziale, per giungere all'ordine,
attraverso stadi di complessit sempre maggiore, i fisici Clausius e Boltzman svilupparono una teoria
conosciuta come termodinamica classica, secondo la quale sistemi fisici isolati procedono
inevitabilmente da una situazione di ordine verso il disordine. La famosa seconda legge della
termodinamica sembrava implicare che l'universo intero dovesse rallentare la propria attivit sino ad
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arrestarsi del tutto. Il conflitto tra queste due teorie rimase irrisolto per pi di un secolo dalla morte
di Darwin [fino a quando non venne presentata la teoria delle strutture dissipative di Prigogine
che] non solo fornisce il primo modello coerente della dinamica dellevoluzione, ma risolve anche il
puzzle della seconda legge della termodinamica, poich basata su di una nuova termodinamica di
sistemi aperti costituisce la pietra miliare di una nuova impostazione dei sistemi per levoluzione,
che stata sviluppata negli ultimi dieci anni da un certo numero di scienziati di varie discipline ci
permette di superare il dibattito tra meccanicismo e teleologia. Piuttosto che vedere levoluzione
come il risultato di mutazioni casuali, stiamo cominciando a riconoscere il creativo dispiegarsi della
vita in forme di sempre crescente diversit e complessit come una caratteristica intrinseca di tutti i
sistemi viventi. ... Una struttura dissipativa un sistema aperto che si mantiene in uno stato lontano
dallequilibrio. La dinamica di una struttura dissipativa include lemergenza spontanea di una nuova
forma di ordine nei punti di instabilit. Questo fenomeno dellemergenza, noto anche come autoorganizzazione, stato riconosciuto come lorigine dinamica della crescita, dello sviluppo e
dellevoluzione (cfr. Idem, La Natura ha uno scopo?, 1998). In una prospettiva spirituale, si afferma
(Alice Bailey, La Coscienza dellAtomo) che Levoluzione una continua marcia accelerata di tutte le
particelle delluniverso che le conduce simultaneamente dallatomo materiale a quella coscienza
universale in cui sono realizzate lonniscienza e lonnipotenza: in una parola, alla completa
realizzazione dellAssoluto: Dio da quelle minute diversificazioni che noi chiamiamo molecole e
atomi fino ai loro aggregati e forme; continua sempre con la costruzione di forme sempre pi grandi
fino a che abbiamo un intero sistema solare. Tutto procede secondo le stesse leggi basilari che
governano tanto levoluzione dellatomo quanto levoluzione di un sistema solare. Il macrocosmo
ripete se stesso nelluomo, il microcosmo, e il microcosmo a sua volta riflesso in tutti gli atomi
minori. Secondo C. Haanel, La Mente Universale il principio vitale di ogni atomo esistente. Ogni
atomo si sforza continuamente di manifestare maggiore vita. Tutto intelligente e tutto cerca di
portare alla luce il proposito per il quale stato creato. Sulla legge di evoluzione e sul senso del
sacrificio che ne alla base, cfr. O. M. Avanhov, Il lavoro alchemico e la ricerca della perfezione,
pagg. 111-128.
(5) Elisabeth Sahtouris, La danza della vita: Gaia, dal caos al cosmo,1991; Idem, La saggezza dei
sistemi viventi, rivista telematica EnlightenNext. La metamorfosi del bruco e della farfalla ricordata
dalla Sahtouris proprio una delle immagini alle quali ricorre Avanhov per descrivere lo stadio
attuale della nostra filosofia di vita e del balzo in avanti che possiamo compiere: secondo la logica del
bruco, il mondo intero stato fatto per lui, e ci gli d il diritto di devastare tutto senza preoccuparsi
delle leggi della Natura, leggi che, del resto, ai suoi occhi non esistono. Ha bisogno di mangiare le
foglie, cio di soddisfare i suoi appetiti a scapito degli altri. La sua vita limitata, triste, oscura:
limitata a causa delle sue azioni distruttive, triste a causa dei suoi piaceri puramente materiali, e
oscura a causa dei suoi pensieri egoistici. Ma un giorno l'uomo prova vergogna per il suo
comportamento e decide di migliorarsi; inizia allora a concentrarsi, a meditare e soprattutto a
preparare un bozzolo per proteggere il suo lavoro interiore, e da quel bozzolo un giorno uscir una
farfalla che non mangia pi le foglie, e che si nutre del nettare dei fiori, cfr. Alchimia spirituale, pag.
19. Ricordiamo che gi la famosa biologa Lynn Margulis aveva ipotizzato, con riferimento alle cellule
batteriche, che la nozione darwiniana di una evoluzione fondata sulla competizione, fosse incompleta
in quanto l'evoluzione appariva basata piuttosto sulla cooperazione, interazione, e dipendenza
mutuale tra organismi; molto famosa la seguente affermazione della Margulis: "la Vita non
colonizz il mondo attraverso il combattimento, ma per mezzo dell'interconnessione" cos
Microcosmos: Four Billion Years of Evolution from Our Microbial Ancestors. Summit Books, New
York, 1986.
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(6) O. M. Avanhov che ha dedicato il Suo insegnamento ai metodi di avanzamento spirituale nella
prospettiva della realizzazione della fraternit, sostiene che lumanit ha conosciuto nel passato
molteplici Insegnamenti spirituali utili ed elevati, ma in questa epoca deve essere realizzato lIdeale
della Fraternit, cfr. amplius, La filosofia dellUniversalit, Prosveta."Nulla pu evolvere se prima non
si involuto. Per questo, ci che la scienza chiama evoluzione della specie stata necessariamente
preceduta da un movimento di involuzione. vero per le creature ed vero anche per la materia.
Prima dellevoluzione della materia, c stata uninvoluzione dello spirito. I sostenitori
dellevoluzione hanno osservato le cose solo dallesterno, dal punto di vista dellorganizzazione della
materia, senza tener conto delle forze invisibili che avevano prima lavorato su di essa. Levoluzione
non che la met di un processo di manifestazione. Osservandola isolatamente, la si separa dalla
verit della vita. Preso isolatamente, questo processo non trova posto in natura. Non si pu provare
che levoluzione sia possibile senza che un impulso labbia precedentemente messa in moto e
continui a sostenerla; e questo impulso viene dallalto. Prima di tutto, lo spirito che sceso, e se si
vede la materia evolvere, perch trascinata dal movimento ascendente dello spirito che la fa
risalire verso il suo luogo dorigine. "( Pensieri Quotidiani, 2011)
(7) La Signification et la Valeur constructrices de la Souffrance, 1933. Appare utile riportare altri
pensieri di Teilhard de Chardin, estratti dalle sue opere sul tema della evoluzione:"ogni elemento del
Cosmo concretamente intessuto di tutti gli altri; lEvoluzione unascesa verso la coscienza: deve
quindi culminare in qualche Coscienza Superiore; siamo attualmente i soggetti di una trasformazione
organica profonda di tipo collettivo; noi non abbiamo bisogno di un testa a testa o di un corpo a
corpo, ma di un cuore a cuore; vicino il giorno in cui LUmanit si accorger di trovarsi
biologicamente posta fra il suicidio e ladorazione; lUniverso si unifica solo attraverso relazioni
personali e cio sotto linflusso dellamore; nessun avvenire evolutivo pu profilarsi per lUomo senza
la sua associazione con tutti gli altri uomini; in ogni ambito, progredire significa unificarsi,
impossibile andare in Alto senza muoversi in Avanti, n di progredire in Avanti senza
spostarsi verso lin Alto.

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Partecipare al cambiamento
(estratto dal "Codice delle Leggi")

Bruno E. G. Fuoco
Una cosa appare certa, affermano le filosofie spirituali: per partecipare al cambiamento dobbiamo
fare affidamento sul nostro lavoro individuale. Il mondo in cui viviamo il mondo delle conseguenze
e dei fatti, per cambiare i quali occorre agire sulle cause che li hanno determinati. Queste cause sono
nel piano psichico (pensieri e sentimenti). Per questa ragione, il lavoro interiore finalizzato a
sopprimere dentro di noi le cause delle disarmonie che vediamo operare allesterno e a migliorare la
qualit del nostro mondo interiore, per immettere nella vita, energie costruttive e altruistiche. un
lavoro difficile, ma lunico in grado di dare autenticit e stabilit alle conquiste esteriori. Cio, se
aumenta la pace nel mondo interiore degli uomini, automaticamente, avanza la pace sulla Terra, in
quanto gli avvenimenti sono la risultante delle forze esistenti sul piano psichico collettivo.
Che il cambiamento individuale non sia un contributo illusorio, ma concreto, non vi sono dubbi.
Come ricorda Chopra, la nostra trasformazione causa la trasformazione del mondo perch noi siamo
il mondo Se c' guerra perch noi siamo d'accordo a che ci sia la guerra, perch la nostra
coscienza non vi si oppone. Se vi commercio delle armi perch noi abbiamo accettato che vi sia. Se
vi distruzione dell'ecosistema perch noi lo abbiamo accettato. Il mondo intorno a noi non altro
che il nostro accordo collettivo e la nostra storia, ossia la storia che noi ci raccontiamo sia come
individui che come collettivit, direttamente in relazione alle nostre intime intenzioni. per questo
che se una massa critica di persone nel mondo cambiano la propria storia, questo porter a
modificare la storia del mondo.
Occorre, dunque, partire da s stessi per sfuggire alla trappola concettuale creata da una prospettiva
egocentrica seconda la quale costituisce una priorit, non il proprio cambiamento, ma quello altrui o
quello che si manifesta allesterno di noi. Anche secondo il prof. Laszlo il grande compito, la grande
sfida del nostro tempo cambiare se stessi (Cfr.I sette aspetti della nuova coscienza cit.).
Questa societ, afferma E. Morin, ha bisogno sia come condizione sia come effetto che nella psiche di
ciascuno si inscriva e si approfondisca una coscienza nello stesso tempo etica e politica e di
appartenenza a una stessa Terra Patria (Etica cit., pag. 167).
Anche il Dalai Lama ha avuto modo di sottolineare:Se vuoi cambiare il mondo, prova prima a
migliorare e a trasformare te stesso. Questo aiuter la tua famiglia a cambiare e da qui la cosa
semplicemente si allargher sempre di pi. Tutto ci che facciamo ha qualche effetto, qualche
impatto (La via della tranquillit, meditazioni per un anno, 1998).
Nello stesso senso affermava Gandhi: se esiste un uomo non violento, perch non pu esistere una
famiglia non violenta? E perch non un villaggio? una citt, un paese, un mondo non violento?.
In termini ancor pi stringenti, affermava:Sii il cambiamento che tu desideri vedere nel mondo.
Come insegna un proverbio orientale: se c luce nella tua anima, ci sar bellezza nella tua persona.
Se c bellezza nella tua persona, ci sar bellezza nella tua casa. Se c bellezza nella tua casa, ci sar
ordine nel tuo paese. Se c ordine nel tuo paese, ci sar pace sulla terra.
Certamente, questo lavoro anche esteriore perch dovremmo essere cittadini e consumatori
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consapevoli. Scrive E. Laszlo: tempo che la parte pi saggia e consapevole dell'umanit si riunisca
e collabori per invertire l'attuale tendenza distruttiva e realizzare un futuro comune di pace, di
comprensione umana e di rispetto della Terra. Ogni individuo, ogni associazione determinante in
questo processo di evoluzione della coscienza globale. La sfida che ora dobbiamo affrontare quella
di scegliere il nostro futuro. La nostra generazione chiamata a decidere il destino della vita su
questo pianeta. A creare una societ globale pacifica e cooperante, continuando cos la grande
avventura della vita, dello spirito e della consapevolezza sulla Terra" (Tu puoi cambiare il mondo,
cit.).
Il fatto ineludibile che il lavoro debba essere individuale non comporta, quindi, che esso non possa
essere svolto per gli altri. Afferma Avanhov: "Prefiggetevi un ideale di perfezione che non abbia
soltanto come scopo la vostra evoluzione; pensate che debba essere utile, vantaggioso per tutti. in
questo senso ormai che deve avvenire il progresso. Fino ad ora, tutti gli insegnamenti spirituali hanno
spinto, pi o meno, gli uomini sulla strada della salvezza individuale: il sapere, i poteri, le
rivelazioni ... Gli spiritualisti facevano tutte queste acquisizioni per se stessi. Ecco perch rimanevano
isolati, nascosti da qualche parte nelle grotte o nei monasteri, per non essere disturbati dalle frenesie
del mondo esterno. una filosofia ormai superata; la nuova insegna che bisogna s perfezionarsi ma
senza mai isolarsi dagli altri. Al contrario, bisogna accettare gli inconvenienti, fare sacrifici, persino
soffrire, ma essere utili. Evolvere per essere utili alla collettivit, questa la vera Perfezione" (Pensieri
Quotidiani, 2000 ).
Il fatto che il lavoro debba essere individuale non comporta, poi, che esso non possa essere svolto
anche con gli altri. Afferma, ancora, Avanhov: "Si costretti a constatarlo: gli spiritualisti non
hanno molto peso nella societ. Perch? Perch sono disuniti. Si ignorano o si guardano con ostilit,
non pensano di avere qualche cosa da fare insieme. Guardate invece i materialisti quante cose
intraprendono e quanti successi riportano! Quanto agli scienziati ... quanti di loro lavorano insieme, si
sostengono, si aiutano a vicenda! Essi si comunicano le proprie scoperte Allora, quando si
decideranno anche gli spiritualisti ad unirsi per lavorare al bene dell'umanit?"...
Ma concretamente in cosa pu consistere la partecipazione individuale al cambiamento mediante il
lavoro interiore, secondo la filosofia spirituale?
Questo contributo partecipativo si muove lungo alcune direttrici:
- sforzarsi di governare il proprio mondo interiore al fine di propagare energie costruttive nel mondo;
- sforzarsi di compiere nella realt materiale gli atti della vita quotidiana in una ottica di
consapevolezza e sacralit. Alla base vi , dunque, uno stile di vita che permea i gesti della vita
quotidiana: quando, ad esempio, ci nutriamo con intelligenza e amore, quando pensiamo in modo
impersonale, quando agiamo con onest e disinteresse, quando amiamo senza bramosie [...].
Se ci osserviamo, serenamente, possiamo constatare che nella nostra storia, abbiamo provato a
cambiare con i discorsi religiosi e con i programmi politici, abbiamo impugnato la spada, abbiamo
abbracciato i fucili e lanciato bombe, abbiamo protestato, abbiamo subto e inflitto persecuzioni e
torture. E in molti casi, purtroppo, stiamo perseverando.
A questo punto, dopo avere provato di tutto, cambiare se stessi, diffondere una cultura che aiuti a
prendere coscienza del mondo interiore, cercare di essere un esempio dei valori in cui si crede,
appaiono essere gli unici fattori ineludibili per il cambiamento.

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La ricerca della giustizia, inizia da se stessi!


(estratto dal "Codice delle Leggi")

Bruno E. G. Fuoco
-Approccio olistico al diritto
-La definizione di Giustizia.
1. Approccio olistico al diritto.
Il Diritto, nellaccezione ordinaria, inteso come il complesso di norme che individuano le condotte
umane obbligatorie, vietate o permesse nellambito delle relazioni tra i membri della collettivit (cd.
diritto oggettivo).
Il Diritto svolge funzioni fondamentali per la vita sociale, come quella ordinatrice, regolatrice e
portatrice di Giustizia.
A ben vedere, queste funzioni albergano, prima ancora che nelle leggi giuridiche, dentro di noi e
nell'Universo, quali Leggi Morali, cio quali leggi oggettivamente e fisicamente operanti nella nostra
Vita.
Lapproccio olistico vuole sottolineare, in questo ambito, due aspetti: il volersi conformare a Leggi
Morali intese quali leggi fisiche o di Natura, nonch lattenzione per lintero di cui la vita interiore
individuale parte. Si detto, infatti,: c un codice morale iscritto nel tessuto stesso della natura e
del cosmo qualsiasi cosa facciamo influisce in qualche modo su ci che ci circonda, sulla rete della
vita. Nessun aspetto della vita pu essere separato dalla Comunit e dallambiente (W. Bloom).
L'Etica, come afferma E. Morin, la coscienza di essere in relazione, di essere interdipendenti:
rispetto agli altri esseri umani e rispetto al mondo fisico che abitiamo. La negazione dell'Etica,
sostiene Morin, il dimenticare di essere parte dell'universo biologico.
Questo intrinseco legame tra lindividuo e lUniverso venne esplicitato da Platone con queste parole:
Anche quel piccolo frammento che tu rappresenti, o uomo ha sempre il suo intimo rapporto con il
cosmo o un orientamento a esso, anche se non sembra che tu ti accorga che ogni vita sorge per il tutto
e per la felice condizione delluniversa armonia. Non per te infatti questa vita si svolge, ma piuttosto
tu vieni generato per la vita cosmica (Le Leggi X, 903 c).
Osserva lo scienziato H. Maturana, "niente di ci che facciamo come esseri umani banale, e tutto
quello che facciamo diventa una parte del mondo da noi realizzato come entit sociali immerse nel
linguaggio ... la responsabilit umana nei multiversi totale (Autocoscienza e realt, pagg. 125-126).
Letica o la morale, in virt di tali relazioni di interdipendenza, possiedono, a ben vedere, una base
razionale e oggettiva, ottimamente illustrata dallo scienziato E. Laszlo secondo il quale: possiamo
discernere tra bene e male, giusto e sbagliato. Questo perch nel modo in cui le cose sono, alberga
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effettivamente, unindicazione di come dovrebbero essere. Le cose non sono passive, inerti, ma si
evolvono e co-evolvono con le altre possiamo dire se unazione merita di essere considerata bene o
male in relazione al fattore che d energia al processo evolutivo: pi esattamente, in relazione al
fattore che, se manca, lo indebolisce. Questo fattore la coerenza. Come una particella coesa a
unaltra, un atomo a un altro atomo in una molecola, e una molecola, cellula, organismo ... con altre
molecole cos in una biosfera planetaria la coerenza permette levoluzione di forme pi elevate per
struttura e complessit accompagnate da forme pi elevate di mente e coscienza. La coerenza d
forza allevoluzione anche nel mondo umano. La coerenza in noi significa salute: il funzionamento
ottimale del corpo ... quando un organo non coerente con il resto funziona male a sua volta la
coerenza intorno a noi equivale al funzionamento integrale dei gruppi e delle organizzazioni di cui
facciamo parte: famiglia, comunit, nazione ...La coerenza in noi e intorno a noi sono collegate e si
rafforzano a vicenda Tutto quello che facciamo promuove o ostacola la coerenza e quindi
levoluzione e lo sviluppo dellambiente comportamenti caratterizzati da equit, mutuo rispetto e
solidariet meritano di essere valorizzati e premiati a differenza dei comportamenti antisociali e
antiecologici che meritano di essere sanzionati. La dimensione morale nella vita, afferma Laszlo, la
possiamo ritrovare, allora, nella capacit di discernere lazione che promuove coerenza dentro di noi
e intorno a noi.
Il bene, conseguentemente, costituito da intenzioni (energie del mondo interiore) e azioni (energie
del mondo fisico) costruttive in rapporto al processo evolutivo.
Lidea del vivere coerentemente alla Natura, adombrata nelletica stoica, ben esplicitata e
attualizzata nella prospettiva di Laszlo anche sulla base delle conoscenze scientifiche dei nostri
giorni.
La morale, in realt, "non stata inventata dagli uomini, dalla societ o dalle istituzioni religiose, essa
reale in quanto insita nella Natura e nelluomo ... la morale designa un insieme di leggi inscritte
nellorganismo umano, nel cuore delle cellule dei suoi organi" (O. M. Avanhov).
Lapproccio olistico al diritto promuove le regole coerenti con la Morale come sopra descritta, cio
coerenti con il processo evolutivo e preordinate alla tutela della giustizia nel nostro modo di vivere,
cio di pensare, di sentire e agire. I destinatari di queste regole, in primis, non sono gli altri, ma siamo
noi stessi.
Ma nel cercare con sincerit la giustizia (si detto, se pur con una prospettiva diversa): allinizio,
ognuno di fronte a se stesso (G. Zagrebelsky).
Come leducazione olistica mira alla trasformazione dellumanit, incominciando da noi stessi, cos
l'approccio olistico si prefigge di aumentare la Giustizia nella nostra vita collettiva, iniziando, per,
da noi stessi.
Non si tratta di moralismo, ma di non coltivare illusioni: non si pu trasmettere agli altri ci che non
possediamo. Dobbiamo, dunque, partire da noi stessi, da quel nucleo forte e positivo che tutti
possediamo.
Il diritto olistico pu essere inteso, allora, come insieme di regole destinate, soprattutto, a se stessi, ma
dotate, comunque, di una certa rilevanza per tutta la collettivit. La vita, anche quella interiore,
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genera effetti sulla vita collettiva, pure in ragione della comune atmosfera psichica condivisa. Questa
circostanza ammessa dagli insegnamenti spirituali trova importanti conferme anche nel pensiero
scientifico, in tema di studi ed esperimenti condotti sullazione del mondo interiore (meditazione,
preghiera ) [ ...]
Ad esempio, anche il ruolo dellintenzione cosciente comincia a farsi spazio nelle teorie scientifiche:
in un universo interconnesso a livello sottile, dove le persone possono accedere a qualche aspetto
della coscienza degli altri ... probabile che una persona intuisca intenzioni che inducono coerenza in
unaltra come presenza di bene, intenzioni che inducono incoerenza in unaltra come presenza di
male. Questo conferisce responsabilit morale non soltanto alle nostre azioni, ma anche alle nostre
intenzioni. Possiamo produrre il bene nel nostro ambiente anche sintonizzando le nostre intenzioni
verso la coerenza e il male tramite le nostre intenzioni di frammentazione, separazione,
incompatibilit e caos (E. Laszlo).
L'approccio olistico valorizza e responsabilizza la condotta interiore e quella esteriore, in quanto
entrambe rilevano per la collettivit sul piano oggettivo e soggettivo. In una parola, questo approccio
valorizza l'esigenza di essere un esempio.
[...]
Le leggi giuridiche sono, evidentemente, necessarie ed utili, ma esprimono, in modo incompleto, la
funzione giuridica necessaria alla collettivit umana.
Queste leggi non garantiscono che siano rispettati i relativi contenuti valoriali, sia in sede di
comportamento spontaneo del singolo, sia in sede di applicazione delle sanzioni. Non a caso, il
diritto attuale non idoneo a orientare le forze egocentriche perturbatrici degli equilibri naturali nei
molteplici campi della vita. Anche le leggi giuridiche aventi contenuti elevati e qualificati rischiano di
essere frustrate da volont umane fraudolente, come tutti possono constatare.
Di qui la necessit di un diritto, non alternativo, ma complementare rispetto a quello ordinario, cio
di un approccio olistico al diritto. Vi la necessit di recuperare un diritto che si occupi delle cause,
di un diritto che ponga in luce le prescrizioni che sono in rerum Natura, cio coerenti con la natura
spirituale delluomo. Per queste ragioni, il diritto olistico pu fondarsi, solamente, sulla
consapevolezza e sulla volontariet.
Ma ci non toglie che anche questo diritto abbia un intenso vinculum iuris, un vincolo, a ben vedere,
ineludibile in quanto governato non dalle mutevoli istituzioni umane, ma dallIntelligenza della Vita
e della Natura.
L'espressione "diritto olistico" nota negli Stati Uniti, sia a livello accademico che di prassi, con
riferimento alle professioni legali, nell'ambito del movimento dei giuristi aderenti al "The
Comprehensive Law Movement". In questo contesto, l'approccio olistico porta alla valorizzazione, ad
esempio, della giustizia riconciliativa o ricostitutiva (restorative justice) "della quale si rintraccia
la presenza gi nel diritto ebraico, nell'istituto del ryb (un procedimento per riparare i torti
configurato come a disputa a due il cui scopo non la punizione del colpevole, ma il ricomponimento
della controversia attraverso il riconoscimento del torto compiuto e il perdono) per arrivare a
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esperienze recenti come quella offerta dalla Commissione di verit istituita in Sudafrica nel dicembre
1995 con il compito di condurre fuori dall'odio e dalla violenza generati dalla politica della apartheid
e aprire a un paese dilacerato la strada della pacifica convivenza. Qui lo scopo non la punizione del
colpevole ma il componimento della controversia attraverso il riconoscimento del torto compiuto, il
perdono e quindi la riconciliazione e la pace. l'umanit dell'avversario che si cerca di toccare e su
questa si vuol influire, perch si interessati prima di tutto a essa. L'obiettivo non dunque la
giustizia retributiva invece il ristabilimento di una comunanza, incrinata o infranta dal torto
commesso e subto. L'immagine non l'occhio per occhio, ma il nodo da riallacciare. Per reintegrare il
diritto e quindi il rapporto, l'offeso assume il ruolo di accusatore ma, in un certo senso, anche di
giudice, perch la sua azione contro l'altra parte non si ferma finch anch'essa giunge a riconoscere il
torto commesso, manifesta l'interesse a ristabilire con l'offeso il legame vitale infranto e si dispone a
una condotta conseguente. L'eventuale risarcimento non propriamente una pena ma l'ovvia
conseguenza dell'ammissione di colpa. I due contendenti vedranno cos ristabiliti legami originari,
rinnovati e persino resi pi forti (cos G. Zagrebelsky, Definire la giustizia cit.).
Nella nostra prospettiva, lapproccio olistico al diritto va oltre il momento professionale per
abbracciare la complessiva armonizzazione del singolo ai valori di giustizia. Il diritto nellapproccio
olistico non un costrutto mentale ma un modo di essere da perseguire e da realizzare. Questo
approccio pu aiutarci a guarire dalle ingiustizie, in primis, dalle nostre, e pu consentirci di
contribuire, tramite lacquisizione di una maggiore consapevolezza, in modo pi autentico al
miglioramento della vita collettiva.
Il diritto ordinario disciplina le relazioni esterne tra gli uomini che si esplicitano in fatti esteriori,
prevedendo uno specifico apparato sanzionatorio. Le leggi giuridiche recano prescrizioni rivolte alla
condotta umana, una volta che essa risulti visibile, esteriorizzata. Occuparsi delle condotte esteriori,
vuole dire, per, occuparsi dei fatti, cio delle conseguenze, posto che latto umano lultimo tassello
di un processo iniziato nel mondo interiore. Il diritto olistico disciplina anchesso le relazioni esterne
tra gli uomini, ma nella fase germinale. La genesi delle relazioni esterne tra gli uomini si colloca,
infatti, nella sfera interiore e nellatmosfera psichica collettiva. In queste atmosfere si disegna ci che,
successivamente, si manifester. I contenziosi e le sofferenze per le ingiustizie germogliano nella
realt esteriore in quanto sono stati, preliminarmente, seminati nel territorio interiore. Proprio in
questo territorio, l'approccio olistico al diritto pu proiettare la sua Luce. Le ingiustizie e i conflitti si
possono e si debbono curare nella societ laddove si manifestino, ma preferibile agire al fine di
prevenirne linsorgere.
Non a caso il Preambolo alla Costituzione dellUnesco, firmata a Londra il 16 novembre 1945,
contiene unaffermazione profonda coerente con quanto evidenziato: poich le guerre nascono
nello spirito degli uomini, nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace.
Questo precetto riconosce, espressamente, che la causa della pace si trova nel mondo interiore
delluomo, cio, secondo il linguaggio atecnico della Costituzione citata, nello spirito degli uomini.
La cultura dovrebbe sostenere la consapevolezza di questa problematica.

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Parimenti, se vogliamo una societ pi equa dobbiamo partire da noi stessi, in quanto il gesto
concreto connotato da ingiustizia riflette una relazione interiore ottenebrata tra la propria coscienza
e il bene che si vuole conquistare o difendere, a seconda dei casi.
Questo aspetto per noi faticoso da accettare perch siamo abituati a non prestare attenzione alla
semina delle nostre forze, delle nostre energie; questa una fase che non percepiamo perch ci stato
insegnato che essa o irreale o libera da regole; siamo stati abituati a cimentarci con i soli fatti
esteriori e ora ci costa fatica preoccuparci ab initio della semina. Effettivamente, per riappropriarci
consapevolmente di questa porzione della nostra vita, spesso istintiva, occorrono nuove energie
psichiche che dobbiamo distogliere da altre attivit meno importanti, ma alle quali, spesso, siamo
molto attaccati. Alla base di questa nuova conquista occorre, dunque, un apparente sacrificio, cio un
disinvestimento di energie da un vecchio ambito per poter procedere ad un investimento delle stesse
energie in nuovi ambiti pi costruttivi.
2. La definizione di Giustizia
Le definizioni della Giustizia offerte nella storia del pensiero sono state numerose e hanno riguardato
profili molto diversi: individuali, sociali, civici, spirituali, religiosi, filosofici, giuridici etc. (1)
A nostro avviso, la definizione, in questa epoca, densa di maggiori potenzialit trasformatrici del
nostro stile di vita, perch solo in questa ottica si muove il nostro interesse, quella che possiamo
ricavare dal pensiero di O. M. Avanhov il quale ha saputo declinare nei vari atti della vita quotidiana
il valore della giustizia intesa come qualit di misura e ha saputo illustrare la rete della vita grazie
alla quale riusciamo a vivere e della quale dobbiamo essere consapevoli e grati (cfr., ad esempio, La
Bilancia cosmica - la scienza dellequilibrio - Prosveta).
Che la giustizia debba essere posta in relazione alla ricerca di un equilibrio, di una giusta misura e
che in moltissime tradizioni la giustizia sia stata correlata al simbolo della bilancia, notorio (2). Ma
che la giustizia debba palesarsi, dapprima, come una qualit dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti,
e poi delle nostre azioni costituisce un aspetto di estrema attualit e poco coltivato dalla cultura
tradizionale molto attenta alla mera analisi del pensiero dei singoli studiosi, piuttosto che alla
sperimentazione dei valori nella vita vissuta.
Certamente anche Platone aveva gi, acutamente, affermato che la giustizia consiste nell'adempiere i
propri compiti non esteriormente, ma interiormente, in unazione che coinvolge veramente la propria
personalit e carattere (Repubblica IV, 443 c).
Ma, come si traduce concretamente questa affermazione? Questo il vero problema da approfondire
per non restare irretiti da questioni nominalistiche.
La parola "equilibrio" deriva dal latino aequilibrum (da aequus, uguale, e libra, bilancia) ed esprime
"lo stato di un corpo che si mantiene ritto per giusto contrappeso" (Sapere). L'equilibrio esprime "lo
Stato di quiete di un corpo, condizione per la quale un corpo sta fermo per un compensarsi delle
azioni che su di esso si esercitano, o, anche muovendosi, conserva un suo determinato assetto"
(Treccani). Ma quali sono le attivit che fanno da contrappeso e che permettono la Vita, cio la
continua oscillazione della bilancia?
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Noi viviamo, come afferma il prof. M. Laitman, nel sistema della natura, ed in essa governa una
legge, la legge dellequilibrio suddivisa in due azioni principali, la ricezione e la Dazione. Nello stato
ideale dellequilibrio, la legge della ricezione segue questa logica: ognuno secondo le proprie
necessit, mentre la legge della dazione funziona cos: ognuno secondo le proprie capacita La
Natura governa i livelli, inanimato, vegetale ed animale e li equilibra per fare si che restino in
armonia mutua. Per questa ragione tutti gli elementi in Natura, consumano soltanto ci che
necessario per la sopravvivenza... Luomo, tuttavia, deve raggiungere lo stesso equilibrio mutuo con
essa, mediante la sua partecipazione cosciente ... La societ insegna alluomo come deve comportarsi
verso la caratteristica della ricezione che impressa in lui non rubare, non uccidere, ecc ma non
esiste nessun obbligo, da parte della societ, riguardo al mettere in pratica la caratteristica della
Dazione ... Oggi giorno siamo arrivati ad uno stato in cui, tutti noi dipendiamo dagli altri; siamo
come ruote dentate, assemblate con precisione in un sistema che attualmente contrario alla Natura.
Questa unenorme preoccupazione perch lunica causa delle crisi contemporanee.
Il meccanismo di equilibrio su cui poggia il pianeta presente, spiega il famoso genetista K.
Marukami, anche nei geni come principio di autoregolazione: per ogni ambiente la natura ha
previsto un numero appropriato. Se una specie animale supera un certo numero, la sua popolazione
inizia a decrescere ... lo stesso fenomeno si ritrova nei geni i nostri geni sono programmati per
mantenere un numero appropriato e la morte un parte essenziale di questo processo viceversa,
uno sguardo al comportamento umano suggerisce che abbiamo perduto larte di autoregolarci a
mano a mano che si avvicinata lera moderna (3).
Il processo di autoregolazione il cardine della teoria della Terra quale organismo vivente (Ipotesi
Gaia) elaborato dallo scienziato Lovelock: la teoria di Gaia supera il sapere convenzionale che
considera la Terra un pianeta morto fatto di rocce, oceani e atmosfera inanimati, e semplicemente
abitato dalla vita. Bisogna considerare la Terra come un vero e proprio sistema, che comprende tutta
quanta la vita e tutto quanto il suo ambiente strettamente accoppiati cos da formare unentit che si
autoregola...Non possiamo pi pensare alle rocce, agli animali e alle piante come se fossero entit
separate. La teoria di Gaia dimostra che c una stretta concatenazione fra le parti viventi del pianeta
piante, microrganismi e animali e le sue parti non viventi rocce, oceani e atmosfera (F. Capra, La
rete della Vita).
Lorganismo "non un sistema statico chiuso verso lesterno e tale da contenere sempre gli stessi
componenti: un sistema aperto in stato (quasi) stazionario. E che, rispetto allambiente esterno,
in una relazione continua di scambio di materiali (Ludwig von Bertalanffy).
Ma "equilibrio", come spiega O.M. Avanhov, non significa immobilit. Con la creazione, "la bilancia
cosmica si messa in movimento, ha iniziato ad oscillare. La Creazione presuppone una perpetua
oscillazione dei due piatti della bilancia, e finch non sar terminata ... la bilancia continuer ad
oscillare. L'oscillazione della bilancia esprime che la Creazione sempre in divenire. L'equilibrio
perfetto impedirebbe gli scambi; ora, la vita fatta unicamente di scambi. Tuttavia questo movimento
deve essere misurato, perch se uno dei due piatti si alza eccessivamente, l'altro si abbassa troppo, e
si ha la caduta: l'oscillazione si ferma e non c' pi vita. Ci che chiamiamo "equilibrio" dunque in
realt un certo disequilibrio, un equilibrio momentaneamente rotto per essere subito ristabilito. Da
questa rottura di livello, scaturiscono forze che devono essere rapidamente riprese da un movimento
contrario, al fine di essere dominate. quindi questa oscillazione a generare la vita, e si pu dire che
la vita sia uno squilibrio continuamente corretto". Coerente con questo pensiero appare la teoria delle
strutture dissipative del premio nobel I. Prigogine.
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Ci detto, possiamo affermare pacificamente che la nostra Vita nei mondi fisici e psichici poggia su
un equilibrio, su uno scambio tra il dare e il ricevere. Ogni organismo vivente "si trova in un processo
costante di cambiamento del mondo in cui vive prendendo dei materiali ed espellendone altri. Ogni
atto di consumo anche un atto di produzione e viceversa. Quando consumiamo del cibo,
produciamo non solo gas ma anche prodotti solidi di scarto, che sono a loro volta i materiali di
consumo di altri organismi" (L. Margulis D. Sagan, Microcosmo. Dagli organismi primordiali
alluomo: unevoluzione di quattro miliardi di anni).
Afferma il famoso scienziato Maturana: "voglio un mondo nel quale si rispetti la natura che ci
alimenta, un mondo nel quale si restituisca quello che la natura ci presta per vivere. In quanto esseri
viventi siamo esseri autonomi, ma nel vivere non lo siamo (H. Maturana X. Dvila, Emozioni e
linguaggio in educazione e politica).
Questa condivisbile affermazione, risulta cruciale in tema di giustizia. Ma cosa riceviamo e doniamo?
Cosa dobbiamo porre, concretamente, sui due piatti della bilancia?
La risposta potrebbe essere semplice: la nostra vita, ci ricorda O.M. Avanhov, possibile grazie alle
molteplici risorse (aria, luce solare, acqua, calore, corpo fisico...) prodotte e fornite dalla Natura, dai
genitori ...cio da tanti organismi viventi. Ma anche il Paese e la societ nei quali viviamo offrono
risorse importanti ottenute con il lavoro, con il sacrificio di chi ci ha preceduto. Tanti esseri hanno
lavorato per permettere la nostra vita sulla Terra. Noi, a nostra volta, dobbiamo dare qualcosa ai
soggetti dai quali abbiamo preso e dovremmo pensare ad agire per il meglio anche per le future
generazioni. Infatti, si detto, a questo proposito, che dovremmo avere "una coscienza con il
teleobiettivo, cio che veda in alto e lontano nello spazio e nel tempo" (Hans Jonas).
Sui piatti del dare e del ricevere dovremmo considerare, per, come illustrato da O.M. Avanhov,
tutte le energie della nostra vita, comprese quelle che sgorgano dai nostri cuori e dalle nostri menti
(affetto, stima, sostegno morale, gratitudine ). Lequilibrio tra dare e avere riguarda, quindi, anche
le energie psichiche che sono energie reali in Natura e del cui corretto uso si occupano le leggi Morali.
In senso stretto, "la giustizia una qualit di misura: essere giusto, come ci indica il simbolo della
bilancia, significa riuscire a conservare sempre l'equilibrio; non ci si appoggia mai su un solo piatto
della bilancia, ma si sta attenti ad aggiungere un po' da una parte e togliere un po' dall'altra"
(Avanhov) in quanto nella vita, come sopra rilevato, non vi immobilismo, ma una continua
oscillazione, cio uno squilibrio continuamente corretto".
La giustizia , dunque, una qualit di misura delle risorse che prendiamo, assorbiamo e di quelle che
doniamo.
La definizione di giustizia, allora, contiene due profili:
- uno formale indicante il rispetto di una misura, il rispetto del livello di equilibrio tra i due piatti
della bilancia, tra le due attivit fondamentali e necessarie sulle quali poggia la nostra vita, cio il
prendere e il dare. Evidentemente, rispettare la giusta misura nellarco della propria esistenza
estremamente difficile, stante la natura anche immateriale delle energie che riceviamo e doniamo. Ma
se non rispettiamo l'equilibrio, in quanto prendiamo pi di quello che doniamo, siamo nella
ingiustizia formale e sostanziale. Se non rispettiamo l'equilibrio, in quanto doniamo pi di quanto
riceviamo, siamo sul piano formale ingiusti, ma nella sostanza entriamo nella dimensione superiore
dell'amore (4). Per tale ragione, la giustizia rispetto al percorso evolutivo individuale, non l'obiettivo
finale, non la massima delle virt (come affermato da alcune correnti filosofiche), ma una tappa
intermedia seria e ineludibile, una porta da superare. Chi aderisce ad una prospettiva egocentrica,
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predatoria non varca quella porta in quanto ha scelto di ripiegarsi su se stesso, sui suoi presunti ed
illusori bisogni che premono, incessantemente, come le sirene incontrate da Ulisse. Non si tratta di
punizione, ma di autolimitazione;
- uno sostanziale, oggetto esso stesso di misurazione, ovvero, unattitudine coerente con levoluzione,
cio pensieri, sentimenti e gesti di natura altruistica e cooperativa. Questa attitudine dovrebbe
manifestarsi sia quando prendiamo e sia quanto doniamo. Possiamo, infatti, ricevere con gratitudine,
riconoscenza, nel rispetto di una misura connaturata ai bisogni naturali e possiamo dare con
altruismo e impersonalit.
La legge di giustizia, in termini concreti, ci avverte: esaminate con molta sincerit, come vi
comportate con i vostri genitori, i vostri figli, i vostri amici, con la societ, con la natura e infine con
Dio. Scoprirete che avete preso una quantit di cose alle creature visibili e invisibili, senza
preoccuparvi minimamente di restituire. Avete, dunque, dei debiti (Avanhov, op. cit. pag. 198).
In questo senso, l'affermazione dei filosofi antichi secondo cui "iustitia est ad alterum" cio la giustizia
riguarda il mio rapporto con l'altro, condivisibile, se per "altro" non intendiamo, esclusivamente, le
persone che incontriamo nel corso della vita e se con la parola rapporto ricomprendiamo luomo
nella sua interezza (pensieri, sentimenti e azioni).
Ad esempio, dovremmo avere unattitudine di rispetto nei confronti delle risorse che la Natura
elabora per noi, nei confronti delle nostre cellule che hanno una loro vita e che lavorano con compiti
diversi ed in funzione cooperativa, sempre, per Noi. Perch, allora, nella catena della Vita noi uomini
dovremmo lavorare, invece, in funzione egocentrica e non cooperativa? (cfr.>> Evoluzione)
"I livelli: inanimato, vegetale e animale della Natura, agiscono seguendo i loro propri istinti e non
possiamo qualificare le loro azioni come buone o cattive perch essi semplicemente e sinceramente
obbediscono al loro programma, in perfetta armonia e reciprocit con la Natura e tra di loro. Tuttavia,
studiando la condizione umana, scopriamo che essa , essenzialmente diversa dal resto della Natura,
infatti luomo lunica creatura che sente piacere nello sfruttare e dominare i suoi simili e che si
compiace nellisolarsi e nell essere unico e superiore agli altri. Cos facendo, legoismo delluomo in
lotta con la Natura e ne altera lequilibrio. I secoli di evoluzione dellegoismo non ci hanno portato la
felicit e neanche la garanzia minima di un futuro stabile quindi siamo confusi e il nostro sconcerto
allorigine delle crisi e delle sfide che ci tormentano. La predilezione che lessere umano ha per
ricercare piacere a spese degli altri si intensificata col passare del tempo e oggi giorno, alcune
persone ritengono giusto costruire il loro successo sulla rovina del prossimo e lintolleranza,
lalienazione e lodio raggiungono livelli spaventosi, ponendo a rischio lesistenza stessa della specie
umana. Nellesaminare la Natura, vediamo che tutte le creature viventi sono state create per
osservare i principi dellaltruismo e per prendersi cura degli altri. Le cellule dellorganismo sono
unite da un vincolo di donazione reciproca e tutte concorrono al mantenimento del corpo. Ogni
cellula usa ci che necessario al suo sostentamento e dona la restante energia a beneficio
dellorganismo. In ogni livello della Natura, lindividuo lavora per il bene di un tutto, del quale
parte integrante e nel farlo trova la pienezza. Senza il funzionamento altruista, il corpo non potrebbe
sussistere e la vita stessa non sarebbe possibile. Oggi, dopo numerose ricerche in diversi campi, la
scienza arrivata alla conclusione che anche lumanit, parte di un unico organismo, ma purtroppo
non sembra ancora rendersene conto.Dobbiamo capire che tutti i problemi attuali non sono una
semplice coincidenza e non potremo risolverli con le formule usate in passato, ma continueranno a
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crescere fino ad obbligarci ad adempiere alla legge della Natura, la legge dellaltruismo" (M.
Laitman).
Attualmente, questa sensibilit sviluppata relativamente alle relazioni genitori figli. In questo
ambito si ritiene ingrato il figlio che non ha rispetto e riconoscenza per i sacrifici dei genitori.
Lesempio del figlio ingrato rispetto ai sacrifici dei genitori tocca sempre le nostre coscienze. Ma forse
anche noi adulti riceviamo ed usiamo tante risorse sulla cui origine non ci poniamo molti
interrogativi. Proprio come quei figli ingrati, ci rifiutiamo di considerare che le risorse che
impieghiamo sono limitate, dimensionate, nonch ottenute con il lavoro e il sacrificio di altri esseri.
Mai come adesso, si detto, "ci dobbiamo sentire lontani dallideale baconiano di dominio sulla
Natura; lontani dal considerarla, con Leopardi, matrigna; lontani da Laplace, che la identificava con
un meccanismo; e dobbiamo invece sentirla, come appunto ha scritto Edgar Morin, Terra-Patria"
(Complessit e formazione, AA.VV, Enea, 2008). Morin afferma che "il nostro legame consustanziale
con la biosfera ci porta ad abbandonare il sogno di Prometeo del dominio della natura per
laspirazione alla convivialit della Terra...che non la somma di un pianeta fisico, di una biosfera e
di una umanit. La Terra una totalit complessa fisica-biologica-antropologica".
Ad esempio, dovremmo riflettere sul fatto che mangiare oltre misura un atto ingiusto verso le
nostre cellule in quanto ne aggraviamo i compiti, oltre ad essere un atto antisociale: mangiando pi
del necessario ci si abitua a prendere quello che destinato ad altri, e se sono in molti a fare la stessa
cosa, alcuni mangiano troppo e altri non abbastanza; ne consegue uno squilibrio nel mondo. Tutti i
malintesi, tutti gli scontri hanno come origine la bramosia, l'avidit, la mancanza di misura di coloro
che accumulano ricchezze (cibo, terreni, oggetti) di cui altri vengono allora privati ... Il bisogno di
prendere, di assorbire pi di quanto necessita, spinge gli esseri ad asservire gli altri e perfino a
sopprimerli alla minima resistenza od opposizione. Si deve dunque iniziare molto presto a dominare,
misurare e regolare questo bisogno di accaparrare tutto. Se non lo si sorveglia, pu prendere
proporzioni gigantesche in tutti i campi dell'esistenza, e sar fonte delle pi grandi ingiustizie e dei
pi grandi mali (O.M. Avanhov). Non a caso, secondo le stime del Global Footprint Network, la
domanda di servizi ecologici da parte dell'umanit eccede, da alcuni decenni, la capacit rigenerativa,
l'offerta del sistema Terra, a cagione delleccessivo tenore di vita. Se riuscissimo a nutrirci in modo
misurato, con gratitudine, senza far uso, ad esempio, di carne animale, compiremmo senza dubbio
un atto piccolo, ma encomiabile in quanto portatore di giustizia. Eppure, molti ritengono normale
imporre al mondo animale direttamente e indirettamente una serie di violenze, ormai note a tutti, al
fine di poter compiacere il proprio palato (5).
Ad esempio, potremmo riflettere sul fatto che quando prendiamo, in modo egocentrico, cio senza
gratitudine e senza contraccambiare, gli affetti e la stima, noi stiamo, forse, svaligiando,
simbolicamente, la banca altrui.
In effetti, agevole teorizzare una umanit pi giusta o riflettere sullidea di giustizia, difficile ,
invece, per noi agire sui nostri molteplici attaccamenti egocentrici e ammettere che anche questi si
collocano, a pieno titolo, nella filiera delle ingiustizie che solo teoricamente non vorremmo vedere nel
mondo, soprattutto, quando noi ne siamo i destinatari.
Cercare la giustizia in modo autentico vuole dire iniziare ad agire sulle nostre tendenze egocentriche,
per non essere noi stessi un piccolo tassello delle ingiustizie che operano nel mondo. Occorre
aumentare lo spettro della nostra sensibilit e coscienza in tutti i campi della vita, al fine di mettere in
circolo una nuova qualit di energie. Come affermava Ghandi, Sii tu il cambiamento che vuoi vedere
nel mondo.
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Lapproccio olistico e spirituale reca una grande sfida in quanto promuove una cultura fatta di
intelletto e di cuore per migliorare concretamente i propri stili di vita. Nel passato, la cultura
dellesempio non era sconosciuta. Paradigmatico a questo proposito, quanto accadde al filosofo
Zenone al quale gli Ateniesi riconobbero pubblici onori con la seguente motivazione: "Poich Zenone
di Cizio ... per molti anni stato nella nostra citt per far filosofia e per tutto il resto ha vissuto da
uomo buono, e i giovani che andavano da lui, esortandoli alla virt e alla moderazione, li spingeva
alle cose migliori dopo aver offerto a tutti la propria vita come modello; con il favore del Fato ha
decretato il popolo di dar lode a colui che era coerente con i discorsi che faceva con gli altri, a Zenone
di Cizio, figlio di Mnasea, e attribuirgli una corona doro secondo la legge, in riconoscimento della
virt e della moderazione, e di costruirgli anche un sepolcro a spese pubbliche nel Ceramico" (SVF
I.7).
[...]
Ma quali criteri e metodi possono aiutarci a prevenire o ad affrontare i conflitti? ...
(1) La parola giustizia ha molteplici accezioni. In senso giuridico-politico, la conformit dei
comportamenti umani a una norma giuridica o a un complesso di norme poste dall'autorit statale
costituita. Si pu anche alludere al potere di realizzare il diritto e di dar forza esecutiva a esso.
L'autorit che esercita tale potere la magistratura (Sapere). In senso sociale, la giustizia la
regolamentazione ordinata di una societ in merito ai bisogni, capacit e meriti dei suoi membri
(Sapere). Da questo punto di vista sociale, la giustizia svolge due funzioni fondamentali: riparare i
torti (g. retributiva) e distribuire i beni (g.distributiva).
Secondo la giustizia retributiva, "il male richiama il male, il bene, il bene; il delitto merita una pena
equivalente, la buona azione, il premio corrispondente. una proiezione dell'idea del contrappasso o
del contraccambio: la giustizia come >> vendetta o come riconoscenza. La funzione della giustizia
distribuire sanzioni e ricompense. Non detto per che cosa sia bene e che cosa male; che cosa sia
pena e premio. Per questo, siamo ancora una volta di fronte solo a una formula Non ha a che
vedere con la costruzione di una societ giusta, ma solo con il ripianamento di uno squilibrio
particolare (nel bene o nel male) determinatosi tra due soggetti. Non una virt attiva che porta a
fare del bene, ad agire spontaneamente da giusto. una virt reattiva che ha come fine la
soddisfazione del torto subito o il ricambiamento del bene ricevuto, perch tutto torni a restare come
prima. Riportate le cose com'erano e, spenta la sete di vendetta o pagato il debito di riconoscenza, si
pu andare di nuovo ciascuno per la propria strada e, magari, non incontrarsi mai pi" (Gustavo
Zagrebelsky).
La giustizia distributiva"mira a promuovere un'equa ripartizione delle risorse comuni cio una
societ materialmente giusta, nella quale non vi sia posto per invidie o risentimenti per le fortune
altrui. solo una formula. Non detto, ma deve essere deciso, che cosa sia il contenuto di questa
forma di giustizia. Non detto quali siano le risorse, non necessariamente solo materiali, da
distribuire; n quale debba essere il criterio della distribuzione. Si pu ritenere che debba dipendere
dal merito cio, per esempio, dal contributo che ciascuno ha dato alla produzione del bene da
distribuire (Aristotele, Et. nic., V, 4, 1131 b); oppure che debba pareggiare le disuguaglianze naturali
esistenti tra gli uomini, per soddisfare le esigenze vitali di tutti. Come che sia, questi modi di
intendere la giustizia, che hanno prodotto ideologie, movimenti e lotte politiche, indicano una
tensione verso una qualche realizzazione di giustizia sociale, differenziandosi cos dalla giustizia
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retributiva"(Gustavo Zagrebelsky).
Oltre alla giustizia retributiva e distributiva, espressioni di una "giustizia particolare" cio relativa al
singolo individuo, stato elaborato il concetto di "giustizia generale o legale" relativa al bene comune
della societ, cio di una giustizia che muove ciascuno a dare volentieri il proprio contributo per il
bene comune (Aristotele, Tommaso d'Aquino ...). L'idea del bene comune presente nella dottrina
cattolica della giustizia sociale: "La societ assicura la giustizia sociale allorch realizza le condizioni
che consentono alle associazioni e agli individui di conseguire ci a cui hanno diritto secondo la loro
natura e la loro vocazione. La giustizia sociale connessa con il bene comune e con l'esercizio
dell'autorit".
Famosa anche la definizione di giustizia di tipo formale "unicuique suum" cio dare a ciascuno il
suo (Ulpiano - Digesto I, 1, 10). Come osserva Zagrebelsky si tratta di "una formula tautologica e
vuota, che chiunque il superuomo nietzschiano, come l'apostolo della fratellanza umana; il
combattente per il comunismo universale come il fautore della libert dello stato di natura o il
fanatico dello stato razzista pu facilmente fare propria perch lascia indeterminato ci che
decisivo, la nozione di suum. Come tutte quelle puramente formali, anche questa rinvia a chi dispone
della forza per stabilirla. Pi che la formula della giustizia, la massima del potere".
La giustizia stata intesa anche con una accezione concernente la relazione uomo - universo. Ad
esempio, :nell' antica Grecia la giustizia esprimeva anche lordine dellintero cosmo, in ragione del
quale ogni cosa occupava il proprio posto e svolgeva il compito che le era stato assegnato: "Da un
capo allaltro del mondo, dagli inizi della preistoria, la credenza secondo cui la societ deve seguire
una certa strada o Via per conservare se stessa e il mondo che la circonda, stato un tema
corrente che ha attraversato molte societ e culture. Questa Via, che una societ deve seguire per
conservare lordine del cosmo, definita come quella che si conforma alle norme tradizionali, o
leggi leggi cui gli antichi greci alludevano parlando di Nomos o Dike intese nel senso di
giustizia, rettitudine o moralit ... La Via secondo i greci, doveva essere seguita non soltanto da tutti
gli esseri umani, ma dal mondo naturale, dal cosmo e dagli stessi di. Cera, cos, una singola legge
che governava lintera gerarchia cosmica. Temi nel mondo di Zeus, come scrive Pitagora, e Dike
nel mondo di quaggi, occupano lo stesso posto e hanno lo stesso rango di Nomos nelle citt degli
uomini; cos, colui che non fa bene il dovere prescrittogli pu sembrare un trasgressore dellordine
generale delluniverso ... Cos, nellantica Cina, il Tao allude, al contempo, allordine e alla Via del
cosmo ...Esso rappresenta tutto quello che nelluniverso corretto, normale o giusto (ching o twan); e
infatti, non devia mai dal suo corso ... Nellantico Egitto, il concetto di Maat svolse un ruolo simile.
Significava infatti il giusto ordine nella natura e nella societ, cos come venne instaurato dallatto
della creazione quello che giusto, quello che corretto, legge, ordine, giustizia non soltanto
nella societ, ma nellinsieme del cosmo ... Un concetto simile esisteva nellIndia vedica. Ad esso si
faceva riferimento parlando di Rta ...Pi tardi, anche il concetto di Dharma fu usato dagli ind in un
senso molto simile ...Nellinduismo di Bali, il Dharma visto come la forza organizzatrice che
mantiene lordine, lorganizzazione che governa luniverso nel suo insieme, i rapporti tra le varie parti
delluniverso e le azioni nelle varie parti delluniverso ... Il Dharma buddista la legge universale
che abbraccia il mondo nel suo complesso ... Quando un lama buddista fa girare il suo mulino da
preghiera, esegue un rituale che ha un profondo significato sia in termini di Dharma che di Rta.
Trova se stesso nella solidale relazione con la Ruota dellUniverso; compie latto che mette in
movimento la Ruota della Giustizia. Egli non osa girare la ruota in senso contrario, per paura di
sconvolgere tutto lordine della natura.. .nella Avesta persiana, si accenna alla Via in quanto Asha,
rappresentante celeste della giustizia sulla terra ... Nellantico giudaismo i termini usati sono
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Mishpat, che significa giustizia o retto giudizio e sedeq pi comunemente tradotto come rettitudine.
Queste virt sono attribuite a Dio, ma la visione dominante quella di una societ umana in
armonia con il cielo ... Questa armonia Shalom, pace (Societ arcaiche e ordine cosmico di Edward
Goldsmith).
Ma accanto ad una nozione oggettiva di giustizia portata avanti anche dai Pitagorici (per i quali la
giustizia era armonia, in coerenza con la concezione matematica dell'universo) e da Platone, altri
pensatori, come i sofisti, hanno propugnato una visione relativa della giustizia (c.d. relativismo
individualistico), ponendo in discussione lunit tra natura, physis, e le leggi della polis, nomos. In
ragione di ci, ad esempio, si affermava: "Quali cose a ogni citt sembrino giuste e belle, queste sono
tali per essa, fintanto che tali le creda" (Protagora). Di ogni cosa si pu discutere, diceva Protagora,
con pari attendibilit da punti di vista opposti (Sen., ep. 88, 43).
Un altro filone di indagine ha riguardato la descrizione dei requisiti della societ giusta: ad esempio,
lo studio di John Rawls concerne i principi che devono possedere le istituzioni di una societ
perfettamente giusta, rispettosa della libert e della uguaglianza (Teoria della giustizia). Un altro
filone di studio ha riguardato le modalit concrete di azione per arrivare ad una effettiva societ
giusta o pi giusta: ad esempio, la ricerca di Amartya Sen "riguarda la possibilit di trovare unintesa
fondata sulla ragione su come ridurre lingiustizia nonostante le nostre diverse idee sullo stato
ideale delle cose ... privilegiando la teoria della scelta sociale rispetto a quella del contratto sociale
(Lidea di giustizia).
(2) Si pensi alle immagini che rappresentano la psicostasia egiziana (cio la cerimonia cui, secondo il
Libro dei morti dell'antica religione egiziana, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere
all'aldil) e alla pesatura delle anime da parte dellArcangelo Michele nelle rappresentazioni cristiane.
Anche nella tradizione tibetana si fa menzione di una bilancia sui cui piatti, due entit pongono
ciottoli bianchi e scuri a seconda delle azioni commesse. Nello Zoroastrismo si narra di un processo
dove lanima veniva pesata su una bilancia doro. Anche lescatologia islamica contempla la bilancia,
cio una prova di pesatura: su un piatto venivano collocati i manoscritti recanti i peccati e su laltro
un foglio con la professione di fede.Ma se la vita, in sede di autoregolazione, ci costringesse, dopo la
dipartita dalla terra, a riequilibrare la bilancia, cio il bilancio in perdita della nostra vita, come
adombrato nel giudizio di pesatura presente nelle tradizioni religiose, quali potrebbero essere le
risorse oggetto di misurazione? La risposta, se ci dovesse accadere, potrebbe essere semplice: la
quantit e la qualit di tutte le energie prese e donate.
(3) Kazuo Marukami, Il Codice Divino della Vita cit., pagg. 156-157. Questo scienziato
aggiunge:studiando i geni, infinitesima parte della creazione, ho percepito lesistenza di una simile
entit (c chi lo chiama Dio, e chi lo chiama Budda) e questo mi ha profondamente commosso. La
vera capacit di autodisciplinarsi nasce dalla consapevolezza che esista Qualcosa di Grande e tale
coscienza pu aiutarci a crescere enormemente come esseri umani, ivi pag. 158
(4)"L'amore una forma di ingiustizia, ma prima di imparare a manifestare tale ingiustizia che
l'amore, bisogna imparare a manifestare la giustizia. Mos aveva imposto al popolo giudaico delle
leggi implacabili: "Occhio per occhio, dente per dente"... Il minimo sbaglio doveva essere punito, non
esisteva l'indulgenza n il perdono. Era normale, l'umanit era ad un livello di evoluzione che
necessitava di regole ferree. A quell'epoca la giustizia era gi un grande progresso Ges venuto
ad insegnare il perdono. Studiate il modo in cui si comportava con i poveri, i peccatori: attraverso il
suo comportamento trasgrediva la legge di giustizia. Tuttavia nel trasgredire la legge di giustizia,
istituiva la legge dell'amore." (Omraam Mikhal Avanhov) .
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(5) "La prossima volta che mangi una bistecca pensaci su. Pensa ai liquami che filtrano nelle falde
acquifere, alle foreste disboscate, all' anidride carbonica e al metano che intrappolano il globo in una
cappa calda. S perch ogni hamburger equivale a 6 metri quadrati di alberi abbattuti e a 75 chili di
gas responsabili dell'effetto serra. Ma pensa anche alle tonnellate di grano e soia usate per dar da
mangiare alla tua bistecca. E non dimenticare che 840 milioni di persone nel mondo hanno fame e 9
milioni ne hanno tanta da morirne. Il 70% di cereali, soia e semi prodotti ogni anno negli Usa serve a
sfamare animali...la deforestazione per creare pascoli significa desertificazione ... Quasi la met
dell'acqua dolce consumata negli States destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame...
stato calcolato che un chilo di manzo beve 3.200 litri d'acqua. Il risultato che le falde acquifere del
Mid-West e delle Grandi Pianure statunitensi si stanno esaurendo. Non solo: l'allevamento richiede
ingenti quantit di sostanze chimiche tra fertilizzanti, diserbanti, ormoni, antibiotici ..
(www.progettogaia.it).

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Alla ricerca delle Leggi Morali


(estratto dal "Codice delle Leggi")

Bruno E. G. Fuoco
-Premessa: domande e risposte
-La parola "Legge"
-Legge fisica e legge giuridica
-Legge giuridica e legge morale
-La definizione di Morale
-La legge della libert o della Provvidenza
Premessa
Cosa significa lespressione: Codice delle leggi morali?
Il termine "Codice" ha un significato anche di tipo formale che tutti conosciamo: la raccolta
sistematica di leggi relative ad una determinata materia; si parla di Codice civile, codice
amministrativo. Cos nel codice delle leggi morali, ritroviamo lesposizione sistematica delle leggi
cd. Morali, con questa precisazione importante: il volume propone una prospettiva elaborata da molti
pensatori, antichi e contemporanei, dei quali si d puntuale riscontro. La parola morale, in questo
contesto, non concerne i costumi e le consuetudini (mores), oppure, le convinzioni soggettive dei
singoli (ethos), ma leggi vere e proprie, come le leggi fisiche.
Il contenuto delle leggi Morali
Queste leggi, in termini sintetici, hanno il seguente contenuto: ci che nutriamo nel mondo interiore
(pensieri, intenzioni, desideri ) si sviluppa come un seme e si concretizza in seguito nella nostra
vita per cui i nostri comportamenti e la nostra realt collettiva sono la conseguenza del nostro
mondo interiore. Vi una relazione di causa effetto tra mondo interiore e mondo esteriore.
Ci ricorda un fisico statunitense (Gerald Schroeder) nel famoso libro Luniverso sapiente: il fatto
che lesistenza possa essere lespressione dellinformazione, di unidea non una fantasia si
tratta di scienza convenzionale che proviene da Universit come Princeton il mondo pi un
pensiero che una cosa lumanit ha avuto bisogno di millenni prima che Einstein scoprisse che, per
quanto bizzarro possa sembrare, la base della materia lenergia cio che la materia, in effetti,
energia condensata. Dunque, come la materia che noi vediamo e tocchiamo la condensazione di
energie, cos i nostri comportamenti sono la condensazione dei nostri mondi interiori.
In questo ambiente interiore albergano le cause dei nostri comportamenti, e quindi anche la genesi
della cd. questione morale.
Il mondo interiore chiamato anche mondo morale proprio perch in esso elaboriamo
consapevolmente o inconsapevolmente, le nostre scelte e maturano le nostre responsabilit.
Queste affermazioni fanno parte da tempo del patrimonio culturale: le ritroviamo nellinduismo,
buddismo, cristianesimo, ebraismo e pi recentemente, nel pensiero di filosofi come Steiner,
Deunov, Aivanhov, nella cultura olistica e non solo pensiamo alla letteratura e ai seminari che si
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occupano di crescita personale anche in ambito aziendale, ove si afferma notoriamente che: Ci che
pensiamo, e desideriamo determina le nostre azioni. Tutto parte, dunque, dal nostro mondo
interiore o morale.
Dobbiamo vigilare sulle nostre credenze profonde in quanto esse, presto o tardi, tenderanno a
concretizzarsi.
Cosa significano approccio olistico e codice olistico?
Lapproccio olistico (dal greco , cio" intero) valorizza i legami di unit e interdipendenza tra
uomo e natura: infatti l'approccio olistico riconosce che un codice morale opera nel tessuto stesso
della natura e del cosmo: ci vuol dire che qualsiasi cosa facciamo influisce in qualche modo su ci
che ci circonda, sulla rete della vita!
La ricerca scientifica da molti anni ha illuminato la bellezza e la complessit della Rete della Vita della
quale noi facciamo parte. Luniverso, osserva il prof. Laszlo, non fatto di cose e di eventi separati,
non siamo spettatori esterni di uno spettacolo impersonale Si tratta di un intero, di un tuttuno. La
recente scoperta dellunit delluniverso frutto di ricerche approfonditeEssa fornisce una visione
del tutto diversa del mondo rispetto allimmagine meccanicistica, materialistica e frammentata
insegnataci a scuola. Abbiamo un cosmo connesso, coerente e unito Siamo parte gli uni degli altri
e della natura; non siamo estranei nelluniverso. Siamo parte coerente di un mondo coerente; n pi
n meno di una particella, una stella o una galassia. Soltanto che noi siamo una parte cosciente del
mondo.Lapproccio olistico aiuta, quindi, anche a focalizzare linteresse collettivo connesso al
consumo individuale delle risorse e ai comportamenti individuali.
Alcune citazioni famose:
-Non vi granello di polvere, cellula o elettrone nell'universo che con le sue vibrazioni non sia
collegato a tutto l'universo...Nonostante le apparenze la separazione non esiste, un'illusione, nulla e
nessuno separato. Anche se non ne siamo consapevoli, tutto il nostro essere continuamente
collegato a tutto il cosmo. Quando facciamo del male agli altri, anche se al momento non lo
avvertiamo, facciamo del male anche a noi. Viceversa, quando facciamo loro del bene, lo stesso bene
lo facciamo anche a noinella coscienza dellunit il fondamento della vera morale (O. M.
Avanhov)
-Ci troviamo in un momento critico della storia della Terra, un periodo in cui lumanit deve
scegliere il suo futuro. In un mondo che diventa sempre pi interdipendente e vulnerabile, il futuro
riserva grandi pericoli e grandi promesse. Per andare avanti dobbiamo riconoscere che allinterno di
una straordinaria diversit di culture e di forme di vita siamo ununica famiglia umana e ununica
comunit terrestre con un destino comune (Carta della Terra)
-Un essere umano parte di un tutto che chiamiamo UniversoSperimenta se stesso, i pensieri e le
sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che una specie di illusione ottica della
coscienza. Questa illusione una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto
per le poche persone che ci sono pi vicine. Il nostro compito quello di liberarci da questa prigione,
allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta
la natura nella sua bellezza (A. Einstein)
-Niente di ci che facciamo come esseri umani banale, e tutto quello che facciamo diventa una
parte del mondo da noi realizzatola responsabilit umana nei multiversi totale (H. Maturana)
-La visione della separazione, luno dallaltro, una visione meccanicistica che non pi supportata
dalla scienzaoggi importante avere una visione pi vasta che vede noi stessi come elementi di un
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processo pi grande, di un processo co-evolutivo essenziale il ruolo delleducazione e della scuola


perch la societ capisca limportanza di questo cambiamento (E. Laszlo)
-La morale la coscienza di essere in relazione, di essere interdipendenti: rispetto agli altri esseri
umani e rispetto al mondo fisico che abitiamo. La negazione della morale il dimenticare di essere
parte dell'universo biologico! (E. Morin)
La morale pu avere un fondamento oggettivo?
S la morale ha, nellapproccio olistico, un fondamento oggettivo ben esplicitato da Ervin Lazlo,
autorevole professore di filosofia della scienza e massimo esperto della teoria dei sistemi, il quale ci
spiega, partendo dal concetto scientifico di coerenza, che possiamo riconoscere una base obiettiva
per la moralit: possiamo distinguere tra bene e male, tra ci che giusto e ci che sbagliato. Il bene
tutto ci che coerente con lEvoluzione ed costituito da intenzioni e azioni costruttive come lo
sono i comportamenti caratterizzati da equit, mutuo rispetto e solidariet che meritano di essere
valorizzati e premiati, a differenza dei comportamenti antisociali e antiecologici In un universo
interconnesso a livello sottile, dove le persone possono accedere a qualche aspetto della coscienza
degli altri ... probabile che una persona intuisca intenzioni che inducono coerenza in unaltra come
presenza di bene, intenzioni che inducono incoerenza in unaltra come presenza di male. Questo
conferisce responsabilit morale non soltanto alle nostre azioni, ma anche alle nostre intenzioni.
Possiamo produrre il bene nel nostro ambiente anche sintonizzando le nostre intenzioni verso la
coerenza e il male tramite le nostre intenzioni di frammentazione, separazione.. e caos.
Osserva Rupert Sheldrake, famoso biologo,: Ci hanno insegnato a credere che la mente sia solo
dentro la nostra testa, che lattivit mentale non sia altro che attivit cerebrale. Alcune prove
sperimentali suggeriscono che la nostra mente si estenda ben oltre il cervello; estendendosi
attraverso dei campi che ci collegano al nostro ambiente e gli uni agli altri. I campi mentali sono
radicati nel cervello, proprio come i campi magnetici che circondano un magnete sono radicati nel
magnete stesso (La Mente Estesa).
Dove sono scritte le leggi Morali?
Trattandosi di leggi di causa effetto esistenti in Natura, e quindi anche nella nostra vita psichica, per
conoscerle occorre osservare la nostra vita interiore ed esteriore e sperimentarne la validit.
Daltronde, la legge di gravitazione non la vediamo nella sua completezza, ma la sperimentiamo,
certo la modalit di verifica pi agevole, in questo caso.
La morale non pu essere imposta, deve essere verificata, sperimentata e acquisita liberamente dal
singolo individuo. La morale in questo approccio abbandona sia il terreno dogmatico-religioso che
quello speculativo autoreferenziale in quanto non richiede un lavoro di solo cervello ma anche
qualcosa di pi profondo che tocca il cuore del nostro stile di vita.
Ad esempio, come non riconoscere un fondamento oggettivo alla necessit di rispettare lequilibrio (o
legge morale di giustizia) in relazione a tutte le risorse che riceviamo e doniamo.
Questo evidente sul piano delle risorse fisiche: limpronta ecologica rappresenta proprio lunit di
misura della domanda di risorse naturali fruibile da parte dell'umanit.mette in relazione il
consumo umano di risorse naturali con la capacit della Terra di rigenerarle, per cui ad ogni essere
umano corrisponde una quota di natura a disposizione, stante il carattere limitato delle risorse.
Secondo alcune stime dal 2010 la domanda di servizi ecologici da parte dell'umanit eccede la
capacit rigenerativa (quindi l'offerta) del sistema Terra perch l'umanit conduce un tenore di vita
al di sopra delle proprie possibilit. Tutto ci ci fa comprendere che la vita senza misure,
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preconizzata per fare presa sugli adolescenti, non , a ben vedere, una vita coraggiosa,
semplicemente una vita egoistica, cio una vita calibrata sul proprio ego. Dovremmo rinunciare
allidea illusoria che lassunzione di maggiori quantit di risorse, al di l dei propri bisogni effettivi,
possa produrre uno stato di maggior benessere, anzi produce iniquit.
Scriveva Voltaire (Dizionario filosofico) Non c' che una sola morale Gli agricoltori, i manovali, gli
artigiani non hanno mai seguito corsi di morale; il tintore indiano, il pastore tartaro e il marinaio
inglese, non appena si mettono a riflettere, conoscono il giusto e l'ingiusto e non hanno letto
Cicerone n le Etiche di Aristotele ma diventano senza saperlo discepoli di Cicerone.
A cosa serve la conoscenza delle leggi morali?
Serve a prendere coscienza della necessit di dare vita ad un nuovo modello di umanit coerente con
la nostra essenza profonda e del percorso che ciascuno chiamato a compiere.
Da tempo si diffuso un modello dove luomo un predatore di risorse materiali (denaro e beni
materiali) e talora anche umane (affetti, stima) antagonista rispetto agli altri uomini e alla natura
un uomo che impiega le proprie abilit, soprattutto intellettuali, per imporsi sugli altri ed
impossessarsi delle risorse. Tutto ci non lo si dice apertamente, ma lo si pratica consapevolmente o
inconsapevolmente! I risultati sociali di questa prospettiva sono visibili a tutti!
Questo modello non pi sostenibile e deve lasciare spazio ad un nuovo paradigma ove luomo non
pi predatore ma un costruttore-cooperatore che impiega, in una logica di unit-interdipendenza
con la Natura e luomo, le proprie abilit per favorire usi solidali ed equi delle risorse, in tutti i campi.
Siamo convinti che questo stile di vita possa portare benessere interiore ed autostima a coloro che lo
praticano, ed incrementare i livelli di giustizia e sostenibilit nella vita collettiva.
Quale percorso pu essere seguito per il cambiamento secondo lapproccio olistico?
Una famosa frase di Gandhi esprime bene il percorso: Si tu il cambiamento che vuoi vedere nel
mondo. Ognuno di noi deve cominciare da se stesso se vuole essere agente reale e responsabile del
cambiamento nella nostra societ.
Facciamo un esempio concreto: vogliamo una societ pi onesta? Siamo tutti daccordo, ma
scopriamo subito che non bastano le parole, le leggi giuridiche, gli impegni formali Ci accade
perch le cause dei nostri comportamenti sono nel mondo interiore: per essere autentici, per essere
coerenti, occorre amare realmente i valori e qui si apre un percorso educativo che coinvolge tutti
noi per ri-orientare i nostri valori. Talvolta, noi stessi amiamo non prendere atto di queste nostre
realt interiori ( ).
Quindi linvito allautocoscienza sincera, superando atavici pregiudizi. Guardiamo dentro di noi
con sincerit e coraggio e chiediamoci cosa desideriamo e cosa amiamo effettivamente. Edgar Morin,
non a caso, ritiene che lautocoscienza dovrebbe essere promossa nelle scuole pubbliche fin dai primi
anni ( ).
Se nel territorio interiore lintelletto e i desideri non sono in sintonia sulla stessa mta, il
comportamento concreto non potr essere autentico e coerente. Nessuno dichiara pubblicamente:
devo riversare nel mare e nei fiumi vari veleni perch devo risparmiare i costi di smaltimento;
devo alterare il cibo per vendere pi prodotti;
devo impedire la divulgazione di una scoperta, in quanto danneggerebbe la mia azienda;
voglio ottenere posti di comando ed emarginare tutte le persone che possono oscurare le mie
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aspirazioni.
Dunque occorre consapevolezza. La consapevolezza individuale , infatti, la risorsa prioritaria per il
cambiamento! Essa si promuove con lesempio personale e con la divulgazione di una cultura che
possa toccare la coscienza e il cuore delle persone.
Possiamo aggiungere unaltra riflessione: vi una situazione paradossale nella nostra societ. Lo
studio del mondo interiore, trascurato in sede educativa, risulta, invece, molto praticato in alcuni
settori economici al fine di predeterminare le nostre opinioni sociali e di consumo, come dimostrano i
numerosi studi sugli effetti della pubblicit. Ci vuol dire, che,a ben vedere anche oggi, come nel
passato, non vi un interesse generale affinch luomo agisca quale soggetto attivo nel mondo
interiore. Il mondo interiore delle persone deve essere cloroformizzato in quanto deve risuonare solo
in base agli input desiderati e selezionati da alcune persone una forma insidiosa di schiavit
permane dunque lo stadio imminente, noi ci auguriamo, possa essere quello della consapevolezza
senza la quale non potr esservi un mondo stabilmente migliore.
Cosa lambiente interiore?
Lambiente interiore larea ove noi formiamo consapevolmente o inconsapevolmente i nostri
desideri che muovono i nostri comportamenti reali. E un ambiente reale e non immaginario! Non a
caso si parla di inquinamento psichico.
Chiunque abbia analizzato se stesso, ha avuto modo di osservare, almeno in talune circostanze, che a
seguito di scambi interiori o esteriori, pu ricevere ispirazioni, benessere, slanci di bont, di
generosit, oppure, preoccupazioni, perdita di entusiasmo, ansie e malessere. Lo stesso pu accadere
a seguito della visione di un programma televisivo o della frequentazione di un dato ambiente
umano. La realt tangibile delleffetto depauperante o di quello arricchente comprova che certe
energie sono state introdotte nel nostro mondo interiore e hanno toccato la nostra psiche.
Le energie accolte interiormente, consciamente o inconsciamente, entrano in circolo alla stessa
stregua degli alimenti, e per tale ragione, possono avere un effetto intossicante o rigenerante. Gli
studiosi parlano, a questo proposito, di emozioni tossiche, oppure, con riferimento ai media, di
intossicazione emozionale.
Dobbiamo, quindi, proteggere il nostro ambiente interioresi dice, infatti, luomo ci che pensa e
sente.
Lambiente non , quindi, solo costituito dalla notoria materia che circonda i cinque sensi, cio dai
laghi, fiumi, mari. ambiente anche quello costituito dalla materia, meno tangibile, dei pensieri e
dei sentimenti.
Noi siamo in contatto reale e continuo con entrambi gli ambienti. Non bisognerebbe imbrattare luno
e laltro. Dobbiamo proteggere le risorse naturali, la sacralit della Natura, ma occorre proteggere
anche la sacralit della vita interiore. In questo spazio sacro dobbiamo liberamente e
consapevolmente scegliere i valori da amare e il nostro modello di umanit da desiderare. Se non
ne siamo consapevoli, altri sceglieranno per noi...proiettando nei nostri ambienti interiori ogni sorta
di input, come avviene, peraltro, oggi.
Quale visione delleducazione civica propone la prospettiva olistica?
Nel volume vi sono alcune pagine dedicate al diritto e alla giustizia in chiave olistica Una
brevissima riflessione . diciamo che l'educazione civica divulga soprattutto le conoscenze
giuridiche delle istituzioni. Ci necessario, ma insufficiente. Sulla base di quanto abbiamo prima
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detto, educare luomo alla conoscenza del mondo interiore dovrebbe essere il fondamento di una
sana educazione civica Una cultura fondata sulle sole regole formali e sulle sole conoscenze
intellettuali ha mostrato vistose lacune e non pare in grado di orientare il nostro percorso di vita.
Infatti, tutti constatiamo che il tasso di mancato rispetto delle norme resta notevole in quanto il
rispetto effettivo di un precetto etico o giuridico, non deriva solo da fattori intellettuali Occorre
abituarsi da piccoli a nutrire ideali elevati: questa la migliore cura!
La consapevolezza non esprime un qualcosa di astratto, ma una risorsa a tutti gli effetti, la
premessa del cambiamento: non a caso, in questo momento di crisi, questa parola inizia ad essere
impiegata frequentemente anche nel vocabolario delle Istituzioni.

Alla ricerca delle Leggi Morali


(estratto dal "Codice delle Leggi")

Bruno E. G. Fuoco
-La parola "Legge"
-Legge fisica e legge giuridica
-Legge giuridica e legge morale
-La definizione di Morale
-La legge della libert o della Provvidenza
1.La parola Legge
Come noto, nel campo giuridico, la legge (la parola legge richiama lidea di vincolo o di legame
posto, cio di legame reso esplicito - lat. lex, gr. lghein, radice indo. legh) indica una prescrizione che
ha come fine quello di regolare il comportamento dei membri di una comunit. Questa prescrizione
posta dalle autorit competenti, a seconda dei diversi contesti sociali. Questa legge viene definita
legge positiva e deve essere rispettata, pena lirrogazione di sanzioni.
La nozione di legge presente, come noto, anche in ambito scientifico: nel suo significato pi
generale, si intende con essa esprimere una connessione stabile e verificabile, fra grandezze
osservabili che concorrono in un determinato fenomeno, di solito mediante il ricorso ad un
formalismo logico-matematico ( Leggi Naturali, Giuseppe Tanzella - Nitti, Dizionario
Interdisciplinare di Scienza e Fede). Questa legge detta legge fisica o legge della natura. Le leggi
della natura riflettono i modi in cui funziona il mondo, i quali, pi che imposti vengono scoperti e
sono in massima parte inviolabili(Peter Kosso, Leggere il Libro della Natura, Il Mulino, 1995, pag.
28).
Nella storia delluomo si diffusa lidea che esistano anche prescrizioni aventi il loro fondamento in
leggi diverse da quelle giuridiche. Queste leggi sono definite Leggi naturali o morali. La legge
naturale stata concepita, come ha illustrato un autorevole storico della filosofia del diritto (G. Fass,
Storia della filosofia del diritto, I vol., Laterza, 2002), soprattutto, secondo tre diverse matrici: una
matrice teologica, naturalistica e razionalistica. Una delle definizioni pi famose di legge naturale
quella tramandata da Cicerone: Vi una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in
tutti, invariabile, eterna, da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti
dallagir male. Questa legge non ... pu essere abrogata. Essa non diversa a Roma o Atene, oppure
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oggi o domani: essa unica, eterna, immutabile, e capace di reggere tutte le genti in ogni tempo.
Unico infatti il Dio, signore e guida di tutte le cose, che ha scoperto, elaborato e dettato questa
legge( De Republica III, 22).
Riepilogando, ai fini della nostra tematica, abbiamo tre tipologie di Leggi: leggi fisiche, leggi
giuridiche e leggi morali o naturali.
2. Legge giuridica e legge fisica
La distinzione tra legge giuridica e legge fisica evidente. Prendiamo la seguente proposizione: se io
lancio un pallone contro il muro che ho di fronte, si produce un effetto di rimbalzo del pallone.
Abbiamo, in questo caso il lancio del pallone contro il muro (fenomeno a) che genera il rimbalzo
(fenomeno b). La causalit fisica e attiene al mondo dei fatti. La legge fisica esprime, quindi, un
rapporto causale tra due fenomeni della realt fisica.
Esaminiamo, invece, la seguente proposizione giuridica: il contratto di vendita stipulato oggi,
produce il dovere di pagamento dellacquirente Tizio a favore del venditore Caio. Qui abbiamo
alcuni fogli di carta sottoscritti (fenomeno materiale a cui il diritto attribuisce rilevanza giuridica di
contratto) e il conseguente dovere di pagamento, cio un dover essere (Cfr. A. Falzea, Efficacia,
Enciclopedia del diritto, Giuffr, 1965).
Il pagamento, a differenza del rimbalzo del pallone, non una conseguenza reale. Il pagamento un
dover esser che pu non realizzarsi nella realt, sia perch pu non esservi il pagamento volontario
pattuito e sia perch il sistema giustizia, per svariate ragioni, pu non produrre quel risultato atteso.
La legge giuridica pone, dunque, un rapporto tra un fenomeno fisico e un dover essere che si riferisce
al piano dei valori e non dei fatti materiali.
3. Leggi Morali e leggi giuridiche
Vediamo come si configurano le Leggi Morali secondo le filosofie spirituali.
Prendiamo, ad esempio, la proposizione centrale della legge Morale: quello che semini,
raccoglierai. Da questa proposizione possiamo ricavare, ad esempio, la seguente regola: se noi
alimentiamo un determinato pensiero o sentimento (simbolicamente, lancio un pallone) si produce
nel tempo un effetto di maturazione e di ritorno del nostro pensiero o sentimento (effetto di
rimbalzo). Abbiamo una energia da noi irradiata (semina) che compie un percorso e ritorna da noi
che labbiamo irradiata (raccolto). Le Leggi Morali pongono una relazione tra i semi che ho piantato
nella mia Terra (il mio mondo interiore) e i frutti che raccoglier nella vita.
Queste Leggi esprimono un rapporto causale tra due fenomeni, entrambi, in questo esempio,
espressione della realt psichica (energie veicolate tramite i pensieri e sentimenti). Considerato,
inoltre, che quanto contenuto nella realt psichica tende nel tempo a materializzarsi in situazioni
concrete di vita, le Leggi Morali pongono, anche, una relazione causale tra un fenomeno psichico (il
mio mondo interiore, fatto di pensieri e sentimenti) e un altro fenomeno oggettivo e cio le situazioni
di vita concrete in cui io mi trover. Le situazioni che oggi vivo qui sulla terra sono, secondo le Leggi
Morali, la necessaria concretizzazione del mio mondo interiore: raccolgo oggi ci che ieri ho
seminato.

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La legge morale non focalizza, enormemente, lattenzione sullazione materiale, non gi perch essa
sia ritenuta priva di rilevanza, ma perch essa la concretizzazione di ci che interiormente luomo
ha deliberato. Comunque, evidentemente, anche lazione materiale, cio i gesti compiuti generano
effetti rilevanti sul piano morale, poich anche essi sono espressione di una tipologia di semina.
La Legge Morale scritta, trattandosi di una legge fisica, nella Natura che organismo intelligente e
vivo di cui anche luomo parte. Questa legge permea la struttura psichica delluomo (sfera dei
pensieri, dei sentimenti, dellimmaginazione).
La violazione del dover essere giuridico pu, come gi detto, non produrre conseguenze concrete;
la violazione del dover essere morale (ad esempio, la semina di pensieri e sentimenti di odio)
produce, sempre, conseguenze sfavorevoli.
La conformit al dover essere giuridico pu produrre conseguenze favorevoli, se la legge scritta ha
previsto un vantaggio (effetto premiale); la conformit al dover essere morale produce, invece,
sempre conseguenze favorevoli.
Il dover essere giuridico attinge dalletica di quel dato popolo, in un determinato momento storico.
I valori etici di un popolo transitano nei principi giuridici e nelle regole giuridiche contenute nelle
leggi scritte.Osserva P. Ricoeur che I principi generali del diritto sono l`elemento di connessione tra
la giustizia come mero ideale e la giustizia legata al diritto positivo ed alle leggi scritte, che possono
essere talvolta anche leggi criminali I principi generali del diritto sono appunto l`espressione
della sensibilit morale dell`umanit in un dato momento storico, giacch presentano una certa
visione dei rapporti di coesistenza tra gli uomini, tali da rendere sopportabile la vita in comune si
trovano nelle dichiarazioni universali dei diritti come per esempio nella Dichiarazione
d`indipendenza della Rivoluzione americana, nella Dichiarazione dei diritti dell`uomo e del cittadino
della Rivoluzione francese e nel preambolo di molte costituzioni, che spesso contengono principi pi
giusti rispetto al contenuto determinato delle leggi che seguono.
Il dover essere della legge morale , invece, un modo di conformarsi della struttura psichica umana
e, in ragione di ci, ha una validit universale.
Possiamo sottolineare, sinteticamente, che:
1) secondo le leggi giuridiche si pu pensare, immaginare e desiderare tutto ci che si vuole (sfera
interiore), ma non si pu fare tutto ci che si vuole (sfera esteriore). Il giudizio umano non pu
concernere gli atti interiori, e quindi la legge umana pu riferirsi solo agli atti esteriori, come gi
aveva rilevato San Tommaso nella Summa Teologica.
Secondo Marsilio da Padova (G. Fass, op. cit., pag. 247) gli atti volontari regolati dallintelletto sono
di due specie: immanenti in quanto restano interni al soggetto (pensieri, sentimenti, moventi
interiori); transeunti in quanto toccano altri soggetti (sfera intersoggettiva, cio le azioni soggette al
diritto umano). Secondo Marsilio gli atti immanenti sono soggetti alla legge Divina il cui fine
ultraterreno e le cui sanzioni hanno luogo nelle vite future;
2) secondo le leggi morali non si pu pensare, immaginare e desiderare e fare tutto ci che si vuole
(sfera interiore ed esteriore), nel senso che si liberi, evidentemente di scegliere, ma a ogni azione e
intenzione segue, sempre, una conseguenza, una reazione. Il mondo psichico reale, esiste alla stessa
stregua di quello fisico, entrambi i mondi veicolano energie, forze, entrambi i mondi sono soggetti a
leggi;
3) le leggi morali, sul piano del funzionamento, sono, quindi, pi vicine alle leggi fisiche che a quelle
giuridiche.
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4. La definizione della Morale.


I libri di filosofia ci insegnano che luomo fin dallantichit si interrogato sulla natura delle leggi
morali o naturali. Ci siamo chiesti: esistono leggi non scritte antecedenti alle leggi create dalluomo?
Se s, quali sono? Come le apprendiamo? Una volta riconosciute, come operano concretamente nella
realt delluomo? Queste leggi hanno un fondamento oggettivo, oppure, rispecchiano
necessariamente latteggiamento soggettivo e morale del singolo, cio sono il riflesso di opzioni
filosofiche e religiose? Ma se queste leggi sono violate, cosa succede? Vi sono conseguenze che si
esauriscono nella sola sfera intima, oppure, si riflettono nel corso della vita mediante eventi concreti?
La vicenda di vita del singolo uomo si esaurisce, in via definitiva, nel ciclo di una sola esistenza,
dimodoch le eventuali ingiustizie subite e commesse a danno degli altri, si annullano? La vita nella
sue diverse manifestazioni (bene e male, dolore e piacere) organizzata sulla base di relazioni
causali predeterminate tra fatti ed effetti (il seme buono genera il bene e cos via)? Raccoglierai ci che
semini, esprime solo una forma di saggezza popolare, oppure, esprime una legge oggettiva? Tra i fatti
generatori di effetti possiamo collocare non solo le azioni materiali, ma anche gli stati di coscienza e
cio i pensieri, i sentimenti e le intenzioni? Lo studio delle leggi morali pu fondarsi sulla lettura del
libro della Natura, di cui luomo parte, oppure, deve basarsi sulla conoscenza delle varie categorie
speculative e terminologie coniate dai singoli pensatori che si sono succeduti nel corso della storia?
A questi interrogativi sono state fornite risposte diverse e, talora, antitetiche tra loro. Le diversit pi
rilevanti hanno riguardato la genesi delle norme morali (1), la rilevanza concreta delle norme morali
nella vita e lindividuazione di singole norme morali, soprattutto, laddove queste ultime dovevano
assurgere a parametro valutativo delle leggi giuridiche (pensiamo, ad esempio, alle problematiche in
tema di famiglia, terapie mediche, etc.).
In merito al senso delle norme morali, interessante osservare che nel mito di Epimeteo e Prometeo
raccontato da Platone nellopera Protagora (320 C - 324 A), la facolt di conoscere e rispettare le leggi
morali venne data dal Divino alluomo per permettere la convivenza e la sopravvivenza delluomo.
Vi era un tempo, si legge [...]
Questo racconto illustra lorigine divina del senso morale e la necessit sociale delle norme morali. Su
questultimo aspetto, cio sulla necessit almeno pratica delle leggi morali ai fini della convivenza
umana, vi una generale condivisione.
Ma cosa la Morale?
Alcuni pregiudizi concettuali hanno ostacolato, a nostro avviso, una serena ricerca di possibili Leggi
Morali. Proviamo ad individuarli.
In primo luogo, lavere affermato il carattere meramente pedagogico ed esortativo delle prescrizioni
morali in generale, ed in particolare, di quelle enunciate nei Vangeli, per gli occidentali. In ragione di
ci si escluso, a priori, che le leggi morali potessero avere una valenza reale, cio causale sulla vita
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dellUomo e sulla sua evoluzione. La difficolt concreta di raggiungere il grado di perfezionamento


idoneo ad orientare anche le nostre energie pi intime, ha indotto molti a banalizzare il significato
delle prescrizioni evangeliche le quali sono state snaturate in semplici precetti pedagogici non
riconducibili a leggi dotate di conseguenze reali. [...] Lopera di snaturalizzazione delle prescrizioni
etiche stata completata in occidente con la banalizzazione della reincarnazione e dellidea relativa
alla prosecuzione della vita dellanima dopo labbandono del corpo (2).
In secondo luogo, lavere affermato che il male (cio lenergia istintiva) una energia antitetica
allIntelligenza creatrice dellUniverso, mentre, in realt il bene e il male sono energie serventi alle
manifestazioni della Vita. Il vero male che provoca sofferenze ed ingiustizie deriva dalluso errato
delle energie che abbiamo in dotazione (gli istinti). Losservazione della vita quotidiana istruttiva. Vi
sono uomini che orientano il proprio ego (natura umana, o s inferiore), usandolo come risorsa per
ascendere nei livelli di coscienza, al fine di manifestare comportamenti altruistici. Vi sono uomini che,
invece, assumono il proprio ego come guida della propria esistenza, cagionando innumerevoli
sofferenze anche agli altri, in proporzione al ruolo ricoperto nella societ [ ...] Lesperienza ha, infatti,
mostrato che luomo che si limiti a lottare contro gli istinti, si depaupera, perch, a ben vedere lotta
contro se stesso. Pertanto, il precetto di lottare contro i nostri istinti, quali energie distinte dal bene,
essendo in contrasto con la Vita e i suoi disegni, ha creato danni e molte sofferenze psichiche, ha
indebolito i nostri slanci interiori e ha diffuso una implicita rassegnazione. Questa impostazione
concettuale, essendo votata allinsuccesso, ha legittimato la filosofia giustificazionista seconda la
quale quasi impossibile cambiare se stessi a differenza di quanto pu accadere ad alcuni esseri per
imperscrutabili ragioni. Daltro canto, in assenza di una luce esplicativa sullutilit concreta e il senso
profondo della trasformazione delle energie istintive, a molti risultava incomprensibile astenersi dal
fare alcune cose, verso le quali risultavano fortemente sospinti dalla stessa natura umana. Il mero
ossequio alla Morale o alla religione non pareva una ragione sufficiente e convincente per seguire
nella vita una disciplina fonte di limitazioni e rinunce. Daltronde, talvolta, anche coloro che
impartivano severi precetti, illustrandone le gravi conseguenze in caso di condotte difformi,
risultavano afflitti dalle stesse o ben peggiori debolezze. Lassenza di una cultura, di una pedagogia
idonea ad affrontare questa delicata problematica ha lasciato il segno nel nostro passato. Di questa
errata impostazione, se ne era avveduto anche San Giovanni Bosco il quale aveva scritto uno degli
inganni principali con cui si allontanano i giovani dalla virt di metter loro in mente che il
servire al Signore consista in una vita malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non
cos, cari giovani. Io voglio insegnarvi un modo di vita cristiana, che possa nel tempo stesso rendervi
allegri e contenti, e mostrarvi quali sono i veri divertimenti e i veri piaceri (Il giovane provveduto,
Edizioni S.E.I., 1951). Infatti, la parola sacrificio, precisa, O.M. Avanhov, non deve essere associata
allidea di perdita, ma ad una trasformazione di una materia in unaltra, di unenergia in unaltra, cio
ci si priva di una cosa per sostituirla con unaltra migliore (Lalchimia spirituale, 2009).
In terzo luogo, lidentificazione dellIo con il corpo fisico e con i suoi bisogni e la visione, rivelatasi
scientificamente errata, della Natura intesa sommatoria di oggetti solidi e distanti, indipendenti gli
uni dagli altri. Questa visione della realt visibile ha prodotto lillusione ottica della separativit tra
gli esseri umani e tra questi e la Natura Ma adesso la fisica quantistica dice che vi , per davvero,
una realt profonda dove gli esseri e anche gli oggetti non sono effettivamente separati ma in stretto
contatto, in un continuum di energie. Per molti, questa verit scientifica conferma che tutti gli esseri
sono interdipendenti ed espressione di una stessa unit anche nel piano interiore, posto che la realt
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interiore delluomo fatta anche essa di energia, cio di onde e particelle (cfr. paragrafo 2, capitolo I).
Taluni aggiungono che nei livelli ancora pi profondi della Vita: Tu e Io siamo letteralmente Uno.
La separativit tra gli uomini , dunque, frutto di una illusione. In ragione di ci, colui che, seguendo
legocentrismo, infligge colpi agli altri, silenziosamente, nel corso del tempo, li prover su se stesso.
Come se noi colpissimo una nostra gamba ritenendola erroneamente una parte distinta ed estranea al
nostro essere []
Afferma Ervin Laszlo: La visione emergente della realt pi di una teoria, e coinvolge non soltanto
gli scienziati. Essa ci avvicina pi che mai allatto di sollevare il velo della percezione sensoriale e di
comprendere la vera natura del mondo. Si tratta di una riscoperta felice anche per la nostra vita e il
nostro benessere, che convalida qualcosa che abbiamo sempre sospettato ma che in tempi moderni
non potevamo esprimere Questo qualcosa un senso di appartenenza, di unit. Siamo parte gli
uni degli altri e della natura; non siamo estranei nelluniverso. Siamo parte coerente di un mondo
coerente; n pi n meno di una particella, una stella o una galassia. Soltanto che noi siamo una parte
cosciente del mondo, esseri attraverso cui il cosmo pu conoscere se stesso. Questa comprensione
costituisce una solida base per il recupero di un significato pi profondo della vita, e per un nuovo,
pi affidabile orientamento in questo passaggio cruciale della storia. Possiamo vivere il nostro pieno
potenziale come esseri coscienti: possiamo arrivare a conoscere il cosmo nuovamente spiritualizzato.
Occorre, infine, prendere atto che certa una ritrosia concettuale su queste tematiche ha un particolare
retaggio storico. Effettivamente, nel corso della storia, la questione della vita interiore stata usata,
talora, per legittimare il proprio potere sugli altri o per imporre alla collettivit visioni particolari
tramite leggi giuridiche o altri strumenti. A ci aggiungasi che non veniva offerta alla collettivit una
visione concettuale della vita interiore ed in ragione di questa circostanza, vi era una certa legittima
sospettosit nel dover compiere una delega interpretativa in bianco a chicchessia. La libera scelta,
invece, un pre-requisito della Legge Morale. La morale non pu essere imposta, ma deve essere
verificata dal singolo. Infatti, si ha un progresso morale, quando l'uomo non eleva a motivo del suo
agire semplicemente il comandamento di una autorit esterna o di quella interna, ma quando si
sforza di riconoscere la ragione, per cui una certa massima deve valergli come motivo. Questo
progresso quello che distingue dalla morale autoritaria l'azione fondata sul giudizio morale.
L'uomo giunto a questo gradino studier la necessit della vita morale e dalla conoscenza di questa si
lascer determinare alle sue azioni (R. Steiner).
Sgomberato il terreno da questi pregiudizi, possiamo rispondere al quesito precedente, facendo
nostra questa definizione, chiara e semplice, di morale: Il pi delle volte viene chiamato cos un
insieme di regole ispirate dalle diverse condizioni geografiche, storiche o sociali. Qui, immorale
mostrare la caviglia, mentre l affatto morale apparire mezzi svestiti. Qui, immorale che un uomo
guardi il volto di una donna ... ecc. Ovviamente, tutto questo non ha niente a che vedere con la vera
morale la morale linsieme delle leggi inscritte dallIntelligenza cosmica nellorganismo umano,
nel cuore delle cellule dei suoi organi Lorigine della morale dunque nelluomo stesso. Quando
studiate la questione da questo punto di vista, constatate che esiste una morale assoluta, valida per
tutti e poich vive nelluomo, la vera morale non pu essere distrutta la morale non stata
inventata dagli uomini, dalla societ o dalle istituzioni religiose, essa reale in quanto iscritta nella
Natura e nelluomo la legge Morale stata promulgata dallIntelligenza della Natura e costituisce
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il prolungamento delle leggi naturali nell'ambito della nostra psiche (O. M. Avanhov, Leggi della
Morale cosmica, Prosveta).
Voltaire ha, acutamente, affermato: La morale non sta nella superstizione, non sta nelle cerimonie,
non ha nulla in comune con i dogmi. Non si ripeter mai abbastanza che tutti i dogmi sono diversi,
mentre la morale la medesima in tutti gli uomini che fanno uso della ragione. La morale viene
dunque da Dio, come la luce. Le nostre superstizioni non sono che tenebre. Lettore, rifletti: sviluppa
questa verit e traine le conseguenze. Voltaire, poi, polemizzando con uno storico francese (il quale
aveva scritto che cristiani avevano una morale, ma i pagani non ne avevano nessuna) ha aggiunto che
Non c' che una morale Gli agricoltori, i manovali, gli artigiani non hanno mai seguito corsi di
morale; non hanno letto n il De finibus bonorum et malorum di Cicerone n le Etiche di Aristotele;
per, non appena si mettono a riflettere, diventano senza saperlo discepoli di Cicerone: il tintore
indiano, il pastore tartaro e il marinaio inglese conoscono il giusto e l'ingiusto (Dizionario filosofico,
I vol., Rizzoli, 1982, pagg. 256 - 257).
O.M. Avanhov, in sintonia con maggioranza delle tradizioni occidentali e orientali, afferma che si
pu comprendere la Morale, leggendo il Libro della Natura vivente (3): i contadini quando non
seminano, non si aspettano nessun raccolto Allora perch un uomo che semina odio e discordia
dovrebbe sperare di raccogliere amore e pace? Per avere un palazzo di marmo, non si utilizzano dei
mattoni. Per avere un corpo sano, non ci si ciba di alimenti avariati. Come possiamo pensare di avere
una psiche solida, resistente,un'intelligenza limpida ed un cuore generoso, se continuiamo
incessantemente ad agitare pensieri e sentimenti disordinati, avvelenati dall'avidit o dal rancore?
indispensabile essere selettivi con i pensieri e i sentimenti, esattamente, come lo si con il cibo o con
la costruzione di una casa.
Il nucleo centrale delle leggi morali , dunque, costituito dalla legge di causa - effetto: si raccoglie ci
che si semina. La legge morale reca lobbligo di selezionare le energie che seminiamo nel nostro
mondo interiore e con i nostri atti, perch da come impieghiamo le energie della Vita, in una
direzione altruistica o egocentrica, nasce la nostra responsabilit morale.
Lo scopo ultimo della legge morale quello di far evolvere lUomo: il primo gradino di questo
percorso dato dalla necessit di far provare alluomo ci che egli fa agli altri, al fine di ampliare la
sua consapevolezza e vincere listinto alla separativit. Pertanto, possiamo anche dire che il senso
autentico della morale deve basarsi sulla coscienza che lessere umano riempie tutta la creazione
[e] spesso ci scontriamo con gli esseri e gli oggetti senza renderci conto che essi sono pure noi stessi
(O.M. Avanhov).
Lidea della Morale quale prolungamento delle leggi fisiche nel mondo interiore, trova conferma ad
esempio nelle tesi dello scienziato E. Laszlo secondo il quale la morale ha basi oggettive: possiamo
discernere tra bene e male, giusto e sbagliato. Questo perch nel modo in cui le cose sono, alberga
effettivamente, unindicazione di come dovrebbero essere. Le cose non sono passive, inerti, ma si
evolvono e co-evolvono con le altre possiamo dire se unazione merita di essere considerata bene o
male in relazione al fattore che d energia al processo evolutivo: pi esattamente, in relazione al
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fattore che, se manca, lo indebolisce. Questo fattore la coerenza. Come una particella coesa a
unaltra, un atomo a un altro atomo in una molecola, e una molecola, cellula, organismo ... con altre
molecole cos in una biosfera planetaria la coerenza permette levoluzione di forme pi elevate per
struttura e complessit accompagnate da forme pi elevate di mente e coscienza. La coerenza d
forza allevoluzione anche nel mondo umano. La coerenza in noi significa salute: il funzionamento
ottimale del corpo ... quando un organo non coerente con il resto funziona male a sua volta la
coerenza intorno a noi equivale al funzionamento integrale dei gruppi e delle organizzazioni di cui
facciamo parte: famiglia, comunit, nazione ...La coerenza in noi e intorno a noi sono collegate e si
rafforzano a vicenda Tutto quello che facciamo promuove o ostacola la coerenza e quindi
levoluzione e lo sviluppo dellambiente comportamenti caratterizzati da equit, mutuo rispetto e
solidariet meritano di essere valorizzati e premiati a differenza dei comportamenti antisociali e
antiecologici che meritano di essere sanzionati.
La capacit di intendere lazione che promuove coerenza dentro di noi e intorno a noi, dona alla vita
una dimensione morale. Il bene costituito, dunque, da intenzioni e azioni costruttive in rapporto al
processo evolutivo (E. Laszlo).
La tematica delle leggi morali o della legge naturale sta, dunque, abbandonando il terreno religioso.
Infatti, anche la Chiesa, nel documento denominato Alla ricerca di unetica universale: nuovo
sguardo sulla legge naturale, redatto dalla Commissione teologica internazionale, ammette che la
legge naturale "fondata sulla ragione comune a tutti gli esseri umani, la base di collaborazione fra
tutti gli uomini di buona volont, al di l delle loro convinzioni religiose.
"Il ruolo della religione" - afferma Ratzinger- "nel dibattito politico non tanto quello di fornire tali
norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti ancora meno quello di
proporre soluzioni politiche concrete, cosa che del tutto al di fuori della competenza della religione
bens piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sullapplicazione della ragione nella scoperta
dei principi morali oggettivi (cos Westminster Hall di Londra, 17 settembre 2010).
Dunque, anche secondo la religione cattolica, la conoscenza delle leggi morali non richiede,
contrariamente a quanti molti ritengono, lintermediazione delle strutture religiose o della religione.
La tematica delle leggi morali dovrebbe abbandonare, per, non solo il terreno religioso e dogmatico
e ci sta accadendo, ma anche quello accademico-autoreferenziale. Ad esempio, se sfogliamo i libri
anche pi recenti che trattano la questione morale constatiamo che essi impiegano terminologie poco
accessibili (etica normativa, etica descrittiva, ragione pratica, etc). Il ricorso a questo linguaggio
tecnico, sganciato dall'esperienza della vita verificabile, fa s che queste riflessioni restino sterili anche
se dense di significato per i soli addetti ai lavori. Questa cultura non comunica con la coscienza
generale della collettivit in quanto molto attenta al pensiero dei singoli pensatori e alle varie
categorie terminologiche piuttosto che alla realt della vita sperimentabile dal singolo individuo.
Nel ricercare le leggi morali, occorrerebbe avere, a nostro avviso, un approccio analogo a quello che
noi nutriamo allorch cerchiamo di scoprire le leggi del mondo fisico. A tal fine dobbiamo vincere il
pregiudizio secondo il quale il mondo psichico (ove operano le nostre facolt psichiche) sia irreale e
privo di leggi ed aprirci ad una riflessione serena ed attenta della realt psichica.
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Come constateremo in seguito le filosofie spirituali da secoli, non a caso, affermano gli stessi concetti
in tema di morale ed in particolare in tema di legge di causa ed effetto.
La morale deve essere verificata dal singolo: questo un ulterirore aspetto fondamentale
dell'approccio spirituale. Infatti, si ha un progresso morale, quando l'uomo non eleva a motivo del
suo agire semplicemente il comandamento di una autorit esterna o di quella interna, ma quando si
sforza di riconoscere la ragione, per cui una certa massima deve valergli come motivo. Questo
progresso quello che distingue dalla morale autoritaria l'azione fondata sul giudizio morale.
L'uomo giunto a questo gradino studier la necessit della vita morale e dalla conoscenza di questa si
lascer determinare alle sue azioni (R. Steiner).
Nello stesso senso, si affermato che non si tratta di credere o di non credere, bensi di studiare, di
osservare, di verificare; e per poter verificare, bisogna, comunque, accettare una disciplina
(Avanhov).
5. La legge della Libert o della Provvidenza.
Il quadro esposto sarebbe molto parziale se non dessimo contezza di unaltra Legge operante nella
nostra vita, secondo le filosofie spirituali. La nostra coscienza, il nostro mondo interiore, a ben vedere
sono s soggetti alle leggi morali, ma non sono incatenati dalle relazioni causa - effetto. La nostra
esperienza ci dice che noi siamo sempre liberi nelloggi di decidere interiormente quali semi piantare,
anche se perdurano gli effetti dei nostri pregressi comportamenti. Nelloggi, nel presente, luomo pu
sempre progettare il suo futuro, procedere a nuova semina. In caso contrario, se non ci fosse questa
libert, luomo sarebbe perennemente condizionato da una prima semina e non vi sarebbe la
possibilit di evolvere. Daltronde, per queste ragioni, le filosofie spirituali hanno sempre invitato
luomo a vivere il presente.
Anche gli scienziati ci avvertono: la realt della fisica quantistica ha dimostrato che il futuro non
unestensione del presente c un margine di azione nella direzione presa dal flusso degli eventi.
Quel margine di variabilit consente di operare le nostre scelte, di fare uso del nostro libero arbitrio
nel nostro cervello lo spettro probabilistico si riferisce alla gamma di pensieri da cui scegliamo la
nostra prossima azione. In un certo senso, questa divergenza apre un territorio di opzioni da cui noi
possiamo scegliere, sia per mezzo della logica dei nostri lobi frontali, sia per mezzo delle pure
emozioni dellamigdala (G. L. Schroeder, op. cit., pag. 213).
F. Coppola precisa a questo proposito che l'indeterminazione quantistica permette un piccolo
margine per un "libero arbitrio" della natura, che poi viene "amplificato" e "valorizzato" negli
organismi biologici e quindi nell'uomo. Questo punto assume un'importanza filosofica colossale,
perch solo in questa ipotesi l'uomo viene ad assumere una vera libert nelle sue azioni. Altrimenti
egli solo un burattino in balia delle leggi meccaniche della fisica (cos op. cit., pag. 281).
Anche dal punto di vista delle neuroscienze si sostenuto che luomo conserva la propria libert,
malgrado abbia un proprio dna. Affermare che "noi siamo il nostro Dna" equivale a identificare
lintero essere umano con le informazioni genetiche che sono alla base del suo sviluppo e del suo
funzionamento. Dato che il cervello viene costruito a partire dalle istruzioni contenute nel Dna, si
dice, esso sarebbe predeterminato dalle informazioni genetiche e quindi non potrebbe essere
considerato un soggetto libero. Non cos. Innanzitutto il genoma umano comprende circa
ventiquattromila geni per capire quante informazioni i geni possono contenere, bisogna come
minimo paragonare il loro numero con lorganismo che essi devono codificare. Il solo encefalo umano
costituito da circa ottantasei miliardi di cellule nervose, i neuroni: chiaro che con ventiquattromila
geni impossibile codificare le propriet di ottantasei miliardi di neuroni: per ogni gene abbiamo tre
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milioni e mezzo di neuroni. Non basta. La realt del sistema nervoso umano ancora pi complessa,
perch la vera unit funzionale il contatto, detto sinapsi, che permette la trasmissione di segnali tra
una cellula nervosa e laltra. I neuroni ricevono e trasmettono segnali da molti contatti sinaptici.
Ognuno dei neuroni principali della corteccia cerebrale riceve circa diecimila sinapsi. Quindi, lintera
rete di connessioni consta di un numero enorme di sinapsi, stimato in poco meno di un milione di
miliardi. Di conseguenza, i geni possono solamente specificare le linee generali che guidano lo
sviluppo delle strutture nervose e delle loro connessioni ... Nello sviluppo del sistema nervoso
entrano in gioco molti altri fattori, come linterazione di ogni cellula con il microambiente in cui si
trova e soprattutto come i segnali elettrici e chimici ricevuti da altre cellule. I segnali nervosi
importanti per la formazione delle strutture encefaliche provengono in gran parte dallambiente
esterno. Quindi, si pu considerare che la propria storia personale, unica e irripetibile, inizi molto
prima che il soggetto acquisti la coscienza di esistere. Si potrebbe affermare che il nostro stesso corpo
plasmato dallinsieme delle esperienze sensoriali che agiscono sul sistema nervoso da prima della
nascita (Prof. F.Tempia, Ma nel Dna, la mente non c, 2010).
Questa libert di cambiare la propria vita interiore dimostra che la vita delluomo non regolata solo
dalla legge di causalit contenuta nelle leggi morali. Esiste anche una Legge Superiore, che possiamo
chiamare anche della Provvidenza, in assenza della quale il percorso delluomo sarebbe sottomesso
solo alla legge di causalit, cio al cosiddetto destino.
In qualsiasi situazione si trovi, e quale che sia il suo passato morale, luomo pu, sempre, nelloggi,
gettare le basi per una trasformazione radicale della propria esistenza futura. Loggi non , quindi,
completamente condizionato dal passato. Questa grande possibilit di riscatto una conseguenza
della legge della Provvidenza che non abbandona nessuno e che permette a tutti di ritrovare la
massima espressione del proprio S superiore. Per questa ragione si afferma che fondamentale un
cambiamento interiore, ancorch avvenga negli ultimi istanti della vita sulla terra giacch si tratta di
una semina che dar i suoi benefici frutti.
Siamo abituati a ritenere riflessioni di questo genere teoriche e distanti dalla nostra vita, ma se ci
riflettiamo bene, tutti abbiamo toccato, in alcuni momenti, talora difficili, direttamente gli effetti di
questa legge, per la comprensione della quale non occorrono approfondimenti intellettualistici, ma la
pratica sincera di pensieri, sentimenti e gesti altruistici .
Molti hanno sperimentato di fronte a grandi dolori o perdite, questi stati di coscienza ove non vi pi
ribellione o accettazione passiva, ma, al contrario, liberazione dallego. Afferma, a questo proposito,
W. Dyer: Se riuscite a comprendere questo campo, che chiamiamo mondo dello spirito; se riuscite a
farvi ritorno e a riconoscerne laspetto, il suono e le emozioni che vi fa sentire; se riuscite a capire che
questo campo d origine a tutte le cose, compresa la forma della vostra vita; allora potete capire anche
che in qualche modo l dentro, in questo campo invisibile, da dove io stesso provengo, esiste qualcosa
che stato messo in moto e che ha determinato tutto quello che io sto per diventare. E tutto quello che
io diventer stato predeterminato da me stesso nel campo di energia da cui tutto proviene [ma]
uno degli ostacoli che si oppone al ricongiungimento con la Sorgente lego.
Ci che la religione chiama "Provvidenza", si detto, deriva dalla certezza radicata in certi esseri, i
quali ne hanno fatto l'esperienza, che qualcosa in loro assolutamente al sicuro e sfugge a tutte le
vicissitudini (O. M. Avanhov, Alle sorgenti inalterabili della gioia cit., cap. VIII).
La legge della Provvidenza espressione dellAmore che permea luniverso e accorda i suoi benefici
non in modo irragionevole, ma a coloro che si pongono con la loro esistenza sulla stessa lunghezza
donda. Porsi sulla stessa lunghezza donda non unaffermazione dai contenuti generici, o
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romantici, in quanto vuole dire porre il mondo interiore in sintonia con quei valori propri del mondo
che vogliamo raggiungere e conoscere: nutrire, effettivamente, pensieri e sentimenti altruistici ,
pertanto, lunica chiave di accesso per sentire questa dimensione.
La parola comprensione, nel linguaggio ordinario allude non solo alla facolt di fare propria una
nozione, ma anche alla capacit di rendersi conto, ad esempio, delle circostanze concrete e dei motivi
delle azioni di una persona e, a tal fine, si afferma che per comprendere una persona occorre provare
ad immedesimarsi con essa.
La comprensione soggettiva, afferma E. Morin, il frutto di una comprensione da soggetto a
soggetto che permette, per mimemis (proiezione identificazione) di comprendere ci che vive
laltro, i suoi sentimenti le motivazioni (E. Morin, Etica cit., pag. 107).
Per ottenere la comprensione reciproca, dovremmo essere in armonia con le vibrazioni mentali o di
pensiero degli altri (Swami Sivananda, La Potenza del Pensiero; nello stesso senso, O. M. Avanhov,
Leggi della Morale Cosmica cit.).
Quindi, se la comprensione costituisce una specie di sintonia o accordo con un soggetto o con un
essere che si vuole conoscere, se il mondo energia vibrante con diverse lunghezze donda, ne
discende che se vogliamo conoscere i mondi spirituali, fatti anche essi di energia, dobbiamo entrare
in sintonia con i relativi valori, cio parlare lo stesso linguaggio, vibrare sulla stessa lunghezza
donda, cio sintonizzarsi sulla frequenza dellaltruismo. Evidentemente, in questo caso, non occorre
una perizia tecnica per conoscere la lunghezza donda, in quanto essa connaturata alle qualit delle
nostre energie. La chiave di accesso a questa dimensione realmente esistente oggettiva: lo stile di
vita, i comportamenti concreti, il nostro mondo interiore reale. Non si tratta, dunque, di cimentarsi su
speculazioni accademiche, filosofiche o teologiche.
Anche la comprensione dei testi sacri soggetta alla stessa legge: Per interpretare le parabole di
Ges, ad esempio, l'analisi dei testi non sufficiente Noi comprenderemo i testi sacri solo quando
riusciremo a vibrare alla stessa lunghezza d'onda degli autori, altrimenti il loro linguaggio, il loro
vero linguaggio, ci rimarr estraneo. Dobbiamo sentire ci che essi stessi hanno sentito, vivere ci che
essi stessi hanno vissuto, ossia elevarci sino al loro livello di coscienza; allora, la luce scaturir
veramente! Ma quel livello di coscienza pu essere raggiunto solo se miglioriamo il nostro modo di
vivere, se ci mostriamo pi attenti, pi rispettosi delle leggi del mondo spirituale" (O. M. Avanhov,
Pensieri Quotidiani 2010, Prosveta).
Nella cultura comune, talora, la conoscenza del mondo della Provvidenza appare riservata a teologi,
oppure, rimessa a visioni genericamente fideistiche, laddove nella realt essa dovrebbe essere
valutata alla stregua di una Legge dotata di regole recanti aiuti in modo non casuale. Simone Weil,
giustamente, affermava: Vi una necessit e vi sono leggi anche nel regno della Grazia ... se
possibile c ancora meno arbitrariet e casualit nelle cose spirituali, bench libere (Simone Weil,
Lombra e la Grazia, Bompiani, 2002, pag. 169). Anche per Avanhov, la grazia non va ovunque, ma
solo da chi ha gi preparato, costruito qualcosa e possiede un capitale. Dir: "Quest'uomo lavora,
prega, medita, costruisce il suo tempio, quindi gli dar il necessario per terminare." La grazia dunque
va oltre la giustizia, tuttavia obbedisce ad una certa giustizia".
La consapevolezza del fatto che le leggi Morali e della Provvidenza sono leggi vere e proprie,
potrebbe offrire una maggiore determinazione nellimprimere alla vita la direzione desiderata.
Nelle pagine precedenti, abbiamo individuato proposizioni concrete riconducibili alle leggi fisiche,
giuridiche e morali. Occorre ora esplicitare una proposizione propria della legge di Provvidenza.
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Un esempio di proposizione autentica lo troviamo nei Vangeli, laddove Ges afferma Cercate il
Regno di Dio e la sua Giustizia, e tutto il resto vi sar dato in sovrappi. In questa frase abbiamo
come dato di partenza un comportamento umano (pensieri, sentimenti, condotta esteriore) teso a
cercare il Regno di Dio e la sua Giustizia e dallaltro un esito: e tutto il resto vi sar dato in
sovrappi. Dunque, sufficiente che luomo si ponga sulla strada della ricerca per ottenere pi di
quanto possa aver richiesto.
A ben vedere, anche in questa proposizione vi un nesso di causalit fondato, per, sullamore e non
sulla giustizia: non vi , infatti, qui una proporzione tra fatto (semina) ed effetto (raccolto), come
conferma la parola sovrappi. Alluomo prescritto il cercare il Regno di Dio, la Provvidenza
interviene e aiuta luomo per realizzare i suoi disegni impersonali e altruistici.
Il Regno di Dio e la sua Giustizia una espressione antica, impiegata in molteplici contesti e
potrebbe apparire obsoleta, barocca, se non fastidiosa, perch troppo condizionata dallimmagine
soggettiva che ciascun ha elaborato rispetto alle molteplice umanit che lha impiegata, talora con
manifestazioni di fanatismo e con condotte umane opinabili o addirittura, esecrabili. Oggi abbiamo
una riluttanza ad impiegare certe parole, ricorda lo scienziato G. L. Schroeder: Ascolta la forza
una frase accettabile sullo schermo cinematografico ma se lo sceneggiatore di Guerre Stellari avesse
scritto ascolta Dio il cinema si sarebbe svuotato (op. cit., pag. 10) []
5 A titolo di riepilogo, possiamo affermare che abbiamo le seguenti leggi ai fini, beninteso,
dellargomento di nostro interesse:
1) leggi fisiche proprie della Natura che governano anche il nostro organismo fisico;
2) leggi giuridiche che governano la societ;
3) leggi Morali che governano il nostro mondo psichico cio la sfera dei pensieri e dei sentimenti,
delle intenzioni. Queste leggi disciplinano le relazioni tra le scelte compiute nel mondo psichico e le
situazioni che incontriamo nel percorso di vita in conseguenza delle prime (cfr. capp. III - IV);
4) leggi della Provvidenza, che sono espressione del mondo Divino, cio del mondo dello Spirito
del quale luomo partecipe tramite il suo S superiore. Queste leggi concedono alluomo che adotta
atti di amore disinteressato, occasioni e condizioni aggiuntive per vivere le dimensioni pi elevate e
per perfezionarsi. Queste leggi sono superiori a quelle morali, come illustreremo in seguito (cfr. cap.
IV, paragrafi 2.2.1 - 2.2.2), fermo restando che i mondi fisici, morali e divini non sono separati ed
indipendenti, altrimenti, le situazioni delluomo sulla terra sarebbero immodificabili.
Le filosofie spirituali ci spiegano che ciascuno deve essere consapevole di possedere una forza
progettuale e realizzativa disciplinata da leggi: ciascun essere umano ha, dentro di s, le leve per
attivare nella propria esistenza quei processi idonei a realizzare gli effetti voluti, vuoi sulla base delle
leggi morali, vuoi sulla base della legge della Provvidenza. Queste leve sono costituite non solo dai
nostri comportamenti esteriori, ma anche dai nostri pensieri e sentimenti.
[ ...]
Le leggi morali.
Prima di enumerare le singole leggi di riferimento (4), evidenziamo che la molteplice articolazione
delle stesse vuole essere solo la sottolineatura di diversi aspetti di una unica Legge che governa la
conduzione della Vita psichica dellessere umano. Queste leggi possono essere riguardate anche
come modalit di manifestazione della Natura psichica, cio del mondo interiore:
1) Legge della creativit;
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2) Legge di causa ed effetto;


3) Legge di affinit o attrazione;
4) Legge di registrazione;
5) Legge della selezione;
6) Legge di giustizia.
Lessere umano con la sua vita interiore ed esteriore modifica sempre la realt in cui vive (creativit).
Ogni modificazione registrata (registrazione) e comporta conseguenze nella vita propria e altrui
(causalit e affinit). Per tale ragione occorre selezionare ex ante la qualit dei pensieri e dei
sentimenti che immettiamo nella vita, anche tramite i nostri gesti (selezione). La responsabilit
morale concerne il corretto impiego delle nostre energie: in questo ambito, la legge fondamentale da
rispettare la legge di giustizia o dellequilibrio.
Abbiamo, quindi, leggi che illustrano:
1) come avviene il processo di manifestazione del nostro mondo psichico e le conseguenze di questo
processo sul nostro percorso evolutivo;
2) il criterio generale cui deve essere improntata la condotta umana rispetto a tale processo, cio il
rispetto dellequilibrio in relazione a tutte le risorse ricevute e donate (condotta secondo giustizia) e,
implicitamente, il discernimento delle propriet dei pensieri e sentimenti che assorbiamo ed
emettiamo.
Nella vita delluomo si manifestano in aggiunta, ma non in deroga alle leggi morali sopra citate, le
seguenti situazioni:
1) opportunit realizzative collegate alla condotta altruistica (cfr. cap. II, paragrafo 4, e infra,
paragrafo 2.2.1);
2) opposizioni correlate alla legge di polarit in funzione evolutiva, in quanto a prescindere dai nostri
singoli comportamenti, siamo obbligati a conoscere, comunque, le situazioni oppositive (dualit), al
fine di arrivare allUnit. Lintensit e le tipologie di queste situazioni sono, evidentemente, anche
esse correlate ai vari fattori personali (cfr., infra, paragrafo 2. 2. 2).
Sia le opportunit aggiuntive che le situazioni oppositive sono gli effetti giuridici della Legge della
Provvidenza (cfr. cap. II, paragrafo 4).

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