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Copyleft
L'espressione inglese copyleft (talvolta indicato in italiano con permesso
d'autore[1]) un gioco di parole sul termine copyright nel quale la parola
"right", che significa "diritto" (in senso legale), viene invertita con "left", che
vuol dire "ceduto"; giocando sul secondo significato delle parole, si pu notare
come "right" (ovvero "destra") viene scambiata con "left" ("sinistra").
In particolare Copyleft individua un modello di gestione dei diritti d'autore
basato su un sistema di licenze attraverso le quali l'autore (in quanto detentore
originario dei diritti sull'opera) indica ai fruitori dell'opera che essa pu essere
utilizzata, diffusa e spesso anche modificata liberamente, pur nel rispetto di
alcune condizioni essenziali. Nella versione pura e originaria del copyleft (cio
quella riferita all'ambito informatico) la condizione principale obbliga i fruitori
dell'opera, nel caso vogliano distribuire l'opera modificata, a farlo sotto lo
stesso regime giuridico (e generalmente sotto la stessa licenza). In questo
modo, il regime di copyleft e tutto l'insieme di libert da esso derivanti sono
sempre garantiti[2].
La c rovesciata
dentro un cerchio
il simbolo del
copyleft.
La c cerchiata il
simbolo del
copyright.
Esempi di licenze copyleft per il software sono la GNU GPL e la GNU LGPL, per altri ambiti le
licenze Creative Commons (pi propriamente con la clausola share alike) oppure la stessa licenza
GNU FDL usata per Wikipedia fino al 2009 (data del passaggio alla licenza Creative Commons).
Storia
Il concetto di copyleft nacque mentre Richard Stallman stava lavorando ad un interprete Lisp. La
ditta Symbolics chiese di poter utilizzare l'interprete Lisp e Stallman accett di fornire loro una
versione di pubblico dominio della sua opera. Symbolics estese e miglior l'interprete Lisp, ma
quando Stallman volle accedere ai miglioramenti che Symbolics aveva apportato al suo interprete,
Symbolics rifiut. Cos Stallman, nel 1984, inizi a lavorare per sradicare questo tipo di
comportamento, che chiam "accaparramento del software" (in inglese "software hoarding").
Dal momento che Stallman riteneva improbabile, a breve termine, eliminare le norme in materia di
copyright e le ingiustizie che esse permettevano di compiere, decise di lavorare all'interno
dell'ambito delle leggi vigenti e cre una sua propria licenza, la GNU General Public License (GNU
GPL), la prima licenza di tipo copyleft. Per la prima volta il detentore del copyright poteva, se lo
desiderava, assicurare che il massimo numero di diritti si trasferisse in maniera perpetua agli utenti
del programma, a prescindere da quali modifiche sarebbero successivamente state apportate da
chiunque al programma originale. Questo trasferimento di diritti non si applica a chiunque, ma solo a
chi ha ottenuto il programma. L'etichetta di licenza di tipo copyleft venne adottata successivamente.
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La licenza non deve essere altro che un metodo per raggiungere gli scopi del copyleft; la licenza
dipende dalle leggi che governano le propriet intellettuali e poich queste leggi possono essere
differenti in diversi paesi, allora la licenza pu essere differente a seconda del paese in cui applicata
in modo da adattarsi al meglio alle leggi locali. Per esempio in alcuni stati pu essere accettabile la
vendita di software senza garanzia (come indicato negli articoli 11 e 12 della licenza GNU GPL
versione 2.0), mentre in altri, come in molti stati europei, non possibile non fornire nessuna
garanzia su un prodotto venduto, per queste ragioni l'estensione di queste garanzie sono descritte in
molte licenze di copyleft europee (vedere la licenza CeCILL, una licenza che permette l'uso della
GNU GPL art. 5.3.4 della licenza CeCILL in combinazione con una garanzia limitata art. 9).
Etimologia
Il termine copyleft, secondo alcune fonti, venuto da un
messaggio contenuto nel Palo Alto Tiny BASIC, una
versione libera del linguaggio BASIC scritta da Li-Chen
Wang alla fine degli anni settanta e derivata dal Tiny BASIC.
Il listato dei programmi conteneva le frasi "@COPYLEFT" e
"ALL WRONGS RESERVED" (TUTTI I TORTI
RISERVATI), giochi di parole su "copyright" e "all rights
reserved" (tutti i diritti riservati), frase comunemente usata
nelle dichiarazioni di copyright.
Richard Stallman afferma che la parola viene da Don
Hopkins, che definisce come una persona molto
immaginifica, il quale gli mand una lettera nel 1984 o 1985,
nella quale era scritto: "Copyleft all rights reversed."
(Copyleft tutti i diritti rovesciati.[6])
Inoltre left il participio passato del verbo to leave, che significa "lasciare", "abbandonare": in questo
modo vi un ulteriore gioco di parole sul rilasciare i diritti invece che riservar(seli), bench
Stallman rigetti questa interpretazione.
Alcuni leggono nella parola left un riferimento agli ambienti culturali che tradizionalmente si battono
contro i diritti di autore - cio a quelli di sinistra - in avversione a quelli che tradizionalmente ne sono
i difensori - quelli di destra. A sostenere questa interpretazione ha contribuito l'attivismo politico di
Stallman.
All'inizio degli anni settanta stato usato nei Principia Discordia il termine kopyleft con la notazione
"All Rites Reversed", la cui pronuncia assomiglia a "All Rights Reserved"; il significato letterale
Tutti i riti rovesciati, ma ha un suono simile alla frase Tutti i diritti riservati (con l'eccezione di
reversed, che pure un anagramma di reserved. Pu essere stata questa la fonte di ispirazione di
Hopkins o di altri).
Ci sono problemi nel dare una definizione al termine "copyleft" per la controversia che lo
caratterizza. Il termine, creato come un'affascinante contro-parte del termine "copyright",
originariamente un sostantivo, indica il tipo di licenza pubblicata sotto la GNU General Public
License ideata da Richard Stallman come parte del lavoro della Free Software Foundation. Quindi "il
tuo programma coperto da copyleft" quasi sempre considerato come un programma pubblicato
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sotto licenza GPL. Quando viene usato come verbo in inglese, ma intraducibile in italiano, come
nella frase "he copylefted his most recent version", pi difficile trovare una definizione adatta in
quanto pu riferirsi ad una qualsiasi delle molte licenze simili, collegandosi cos all'idea presente
nell'immaginario collettivo del "diritto di copia". Si faccia riferimento alla prossima sezione per
ulteriori dettagli in merito.
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Share alike
Molte licenze share alike (condividi allo stesso modo) sono licenze copyleft parziali (o non
complete). La share alike, tuttavia, implica che qualsiasi libert garantita in relazione al lavoro
originale (o le sue copie) rimanga immutata in qualsiasi lavoro derivato: ci implica ulteriormente
che ciascuna licenza copyleft completa automaticamente una licenza share alike (ma non il
contrario!). Invece di usare il motto del copyright "tutti i diritti sono riservati", o quello del copyleft
completo "tutti i diritti sono rovesciati", le licenze share alike utilizzano piuttosto l'affermazione
"alcuni diritti sono riservati". Alcune permutazioni della licenza Creative Commons sono un esempio
di una licenza share alike.
L'ideologia
Per approfondire, vedi m:Free knowledge based on Creative Commons licenses/it.
Per molte persone, il copyleft una tecnica che usa il copyright come mezzo per sovvertire le
restrizioni, tradizionalmente imposte con il copyright, allo sviluppo e alla diffusione della
conoscenza. Secondo questo approccio, il copyleft in primo luogo uno strumento di un'operazione
su vasta scala che ha come obiettivo quello di eliminare permanentemente tali restrizioni.
Nonostante "copyleft" non sia un termine legale, visto dai sostenitori come uno strumento giuridico
all'interno del dibattito politico e ideologico sulle opere d'ingegno. Alcuni vedono il copyleft come
un primo passo per liberarsi da ogni tipo di legge sul copyright. Il software nel pubblico dominio,
senza una protezione come il copyleft, vulnerabile. Gli sviluppatori non avrebbero restrizioni alla
diffusione e vendita di forme binarie prive di documentazione e del codice sorgente. Se le leggi sul
copyright fossero abolite in toto, non ci sarebbe modo di far valere una licenza copyleft, ma ne
diminuirebbe anche la necessit (eccetto per quanto riguarda il software hoarding).
Il copyleft "virale"?
Viene talvolta utilizzata per le licenze copyleft la locuzione licenze virali di copyright, spesso da
coloro che sentono di riceverne un danno, poich ogni lavoro derivato da uno copyleft deve utilizzare
la stessa licenza. In particolare i lavori copyleft non possono essere incorporati legalmente in altri
che non vengono distribuiti senza sorgente, come la maggior parte dei prodotti commerciali, senza il
permesso specifico degli autori; di conseguenza il loro utilizzo nellindustria pesantemente limitato
al solo uso interno. Esiste per un paradosso evidenziato dai sostenitori del BSD[7][8][9] secondo cui
un lavoro o un codice concesso su licenza BSD non-copyleft viene assorbito in un lavoro o codice
GPL copyleft senza per che il lavoro originale ne possa beneficiare mentre allo stesso tempo
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Il copyleft ha ispirato anche le arti (in particolar modo laddove le nozioni tradizionali di propriet
intellettuale hanno dimostrato di danneggiare la creativit e/o la collaborazione creativa e/o una
distribuzione semplice di quanto realizzato) con movimenti come la Libre Society e l'emergere di
case discografiche open-source. Per esempio, la Free Art license una licenza copyleft che pu
essere applicata a qualsiasi lavoro artistico.
Le licenze copyleft per materiale diverso dal software includono le licenze share alike Creative
Commons e la GNU Free Documentation License (la licenza GNU per i contenuti liberi, abbreviata
in GNU FDL, GFDL, o FDL). La GFDL pu essere utilizzata per applicare il concetto di copyleft a
lavori che non hanno un codice sorgente distinguibile, mentre il requisito della GPL di pubblicare il
codice sorgente senza senso quando il codice sorgente indistinguibile dal codice compilato o dal
codice oggetto o dal codice eseguibile o codice binario. La GFDL effettua una distinzione tra una
"copia trasparente" e una "copia opaca", usando una definizione differente rispetto alla differenza
della GPL tra "codice sorgente" e "codice oggetto".
Si noti che la nozione di copyleft, per avere senso, richiede che sia possibile effettuare in qualche
modo una copia gratuita e libera da particolari vincoli (ad esempio come avviene per i file di un
computer o per le fotocopie), ossia per metterla in un altro modo, che chiunque possa dare
senza "perdere" quello che sta ridistribuendo (allo stesso modo della conoscenza): per esempio
molto difficile mettere in pratica il concetto di copyleft per quelle arti che sono caratterizzate dalla
produzione di oggetti unici, che non possono essere copiati cos come sono men che mai se ci sia
paura di danneggiare l'originale nel procedimento.
Questo e altri esempi possono indicare che il copyleft non la pietra filosofale definitiva che
potrebbe risolvere tutti i problemi relativi alla propriet intellettuale una volta per tutte: specialmente
in campo artistico, che ha anche una tradizione di creazione come processo solitario (insieme a, ma
abbastanza separato da, una tradizione di cooperazione creativa), un processo di creazione "diretto
dalla comunit" non desiderato in tutti i casi.
Le licenze copyleft per l'arte tengono conto di tali limitazioni, quindi differiscono dalle licenze
copyleft per il software, ad esempio facendo una distinzione tra il lavoro iniziale e le copie (in questo
caso gli obblighi di copyleft sono applicabili soltanto alle copie) e/o passando sopra alle nozioni che
sono meno facili da mettere in pratica in modo oggettivo (diventando pi simili a dichiarazioni
d'intenti), ad esempio stipulando un copyleft che sia soggetto a rispetto nel mondo dei
programmatori la realizzazione del copyleft stesso il massimo rispetto che si possa ottenere. In altre
parole: in arte il copyleft deve tener conto di nozioni pi ampie riguardanti i diritti degli autori, che
sono spesso pi complessi (e differiscono maggiormente tra diverse nazioni) che la mera legge sul
copyright.
Allo stesso modo delle licenze Creative Commons di tipo share alike, la GNU Free Documentation
License permette agli autori di applicare delle limitazioni a certe sezioni del loro lavoro, sollevando
da alcune parti della loro creazione gli obblighi connessi al meccanismo del copyleft. Nel caso della
GFDL queste limitazioni includono l'uso di sezioni "invarianti", che non possono essere modificate
da futuri editori.
Questo tipo di licenze di copyleft parziale possono essere usate anche al di fuori del contesto
artistico: per la GFDL questo era addirittura previsto nelle intenzioni iniziali, in quanto era stata
creata come un dispositivo per supportare la documentazione del software (copyleft).
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Molti artisti pongono il loro lavoro sotto licenza copyleft nell'intenzione di venir riconosciuti come
autori dell'opera originale. Ci sono per problemi di cui essere coscienti: ad esempio il loro lavoro
potrebbe venire usato in un modo che va contro il loro volere, come un'opera derivata che
rappresenta principi morali opposti ai loro. Chiaramente, in certi casi, essere associati a lavori
controversi dal punto di vista ideologico (morale, politico, religioso o altro) potrebbe non essere
quello che ci si prefigurava nel momento di pubblicare una creazione sotto licenza copyleft. Si
consideri, dall'opposto punto di vista, che in linea di principio non esiste alcuna garanzia che ci sia il
riconoscimento della paternit dell'opera originale in questi casi in cui sarebbe desiderabile per
l'artista.
Brevetti
Idee simili al copyleft vengono sempre pi spesso suggerite per i brevetti (passando quindi ad un
corpus relativo alla legge sui brevetti invece che alla legge sul copyright), cos come dei pool di
brevetti aperti che consentano l'utilizzo dei brevetti del pool senza il pagamento di royalty sotto certe
condizioni (come rinunciare al diritto di richiedere nuovi brevetti che non vadano a incrementare il
pool). Esse non hanno preso piede, forse in parte perch i brevetti sono relativamente costosi da
ottenere, mentre il copyright gratuito.
Poich per la maggior parte delle creazioni copyleft tale caratteristica assicurata soltanto dalla
legge sul copyright, i meccanismi dei brevetti potrebbero minacciare le libert garantite dalle licenze
copyleft, specialmente in quei paesi nei quali la legge sui brevetti ha la precedenza sulla legge sul
copyright (o che possa in ogni caso creare degli impedimenti al libero diffondersi delle creazioni
copyleft), come potrebbe essere il caso per le nuove norme riguardanti i brevetti che si stanno
sviluppando nell'Unione europea agli inizi del Duemila.
Non sembra esserci una risposta semplice a tali minacce, mentre si riconosce che generalmente le
comunit che sviluppano prodotti copyleft non hanno n le risorse n l'organizzazione per gestire le
complesse procedure previste per ottenere i brevetti. Risposte organizzate, tuttavia, sembra che
inizino ad emergere da luoghi di discussione quali Groklaw. Inoltre IBM pu essere considerata
alleata della comunit open source quando si tratta di combinare le tradizionali protezioni del
copyright per le creazioni copyleft con le invenzioni brevettate; si veda al riguardo un articolo su
Infoworld che rende noto che IBM afferma che non far valere i propri brevetti contro il kernel
Linux.
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lavoro, o del modello di servizio di un lavoro copyleft. Generalmente ci si attende che i profitti
finanziari di un business "copyleft" siano inferiori di quelli generati da un business che utilizza lavori
proprietari. Ditte con prodotti proprietari possono far soldi con vendite esclusive, dal possesso
esclusivo o trasferito, e lucrare sulle cause per i diritti di una creazione.
Nuovi modelli di business possono avvantaggiarsi delle particolarit dei lavori copyleft, ad esempio
permettendo a programmatori volontari e a organizzazioni di sentirsi coinvolti e contribuire allo
sviluppo; inoltre, il "far parte della comunit" aiuta a mantenere l'idea che ci si "possa fidare" di
un'opera anche molto complessa, la cui creazione viene divisa e verificata dalla comunit nel suo
complesso.
A livello di investimenti economici, il software copyleft viene oggi considerato come il solo
meccanismo che consenta di competere con grandi ditte monopoliste che fanno affidamento ai
benefici economici delle leggi sui brevetti, sui trademark e i copyright.
A livello artistico il concetto di "creare un servizio commerciale basato su una creazione copyleft" ,
se possibile, ancora pi difficile da mettere in pratica che nello sviluppo del software. Varie idee
circolano in rete, anche ad opera della Electronic Frontier Foundation, in particolare per la
distribuzione di opere d'ingegno facilmente distribuibili mediante reti P2P (come ad esempio file
contenenti opere musicali).
Note
Classificazione del Software Libero e non libero - Progetto GNU - Free Software Foundation (FSF)
Sapete cos' il copyleft? - guide.supereva.it
Il copyleft spiegato ai bambini - wumingfoundation.com
Definizione di Software Libero
5.0 5.1 L'accesso al codice sorgente ne un prerequisito.
About the GNU Project - GNU Project - Free Software Foundation (FSF)
Bill Stewart, Re: propose: `cypherpunks license' (Re: Wanted: Twofish source code), Cypherpunks
mailing list, 8 ottobre 1998. URL consultato il 29 aprile 2007.
8. Joe Buck, Re: Using of parse tree externally, GCC mailing list, 10 ottobre 2000. URL consultato il 29 aprile
2007.
9. L. Adrian Griffis, The GNU Public Virus, 15 luglio 2000. URL consultato il 29 aprile 2007.
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Bibliografia
Simone Aliprandi, Copyleft & opencontent. L'altra faccia del copyright, PrimaOra/CopyleftItalia.it, 2005, ISBN 88-901724-0-1.
Simone Aliprandi, Teoria e pratica del copyleft. Guida all'uso delle licenze opencontent,
NdaPress, 2006, ISBN 88-89035-14-5.
Simone Aliprandi (a cura di), Compendio di libert informatica e cultura open,
PrimaOra/Copyleft-Italia.it, 2006, ISBN 88-901724-3-6.
Giulio Concas, Giulio De Petra; Giovanni Battista Gallus; Giaime Ginesu; Michele Marchesi;
Flavia Marzano, Contenuti aperti, beni comuni (PDF), McGraw-Hill, 2009, p. 280,
ISBN 978-88-386-6552-3. URL consultato il 18 dicembre 2009.
Richard M. Stallman, Software libero pensiero libero - Volume primo, Viterbo, Stampa
Alternativa, 2003. ISBN 978-88-7226-754-7.
Richard M. Stallman, Software libero pensiero libero - Volume secondo, Viterbo, Stampa
Alternativa, 2004. ISBN 978-88-7226-786-8.
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Voci correlate
All Rites Reversed
Brevetto software
Copyright e Diritto d'autore
Creative Commons
Copyzero
Edizioni OMP
Etichetta open source
Collegamenti esterni
Generici e informativi
Copyleft-Italia.it
Libert informatica e cultura open documento PDF
Libre Society
FreeCulture.org
FreeCreations.org
The Electronic Frontier Foundation
Eye Magazine - Articolo su Copyleft e Copyright
Copyleft e software
www.gnu.org: What is copyleft? (nota: anche se in seguito le licenze copyleft GNU vennero
applicate in altri ambiti, questo articolo stato scritto fondamentalmente dal punto di vista dei
programmi per computer)
Un sito web di Copyleft Software norvegese
Copyleft Mexico
a European report (2000) Rapporto che comprende parti su un possibile modello economico
per il software libero e Open Source.
Why Free Software's Long Run TCO must be lower Un'analisi economica del software
copyleft e del mercato del software.
Linus Torvalds sul potenziale commerciale del software Linux (intervista dell'ottobre 2004)
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version of the Sunday, February 15, 2015. The text is available under the Creative Commons
Attribution/Share Alike (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/) but additional terms may
apply for the media files.
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