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Finalmente il manifesto con una pagina di lettere pubblicata il 30 aprile ha

fatto autocritica rispetto alla posizione spocchiosa e difensiva (di casta, oserei
dire) presa in questi anni sul fenomeno Grillo. Mi chiedo come sia possibile
non rendersi conto che le battaglie portate avanti in questi anni dal comico
genovese sono chiaramente, inequivocabilmente "di sinistra", comunque si
intenda questa parola? La cecit del giornale pi aperto, avanzato e plurale
della sinistra italiana non la dice lunga sulla cecit complessiva della
rappresentanza politica di sinistra spazzata via dalle elezioni? Certo, Grillo
non esaurisce lo spettro di ci che una sinistra dovrebbe fare, ma oggi nessun
soggetto che opera "politicamente" pu illudersi di sintetizzare l'agenda delle
cose da fare. Ciascuno pu occupare uno spazio: ebbene, come i Girotondini
illo tempore occuparono lo spazio - ora vuoto - della tutela democratica, cos
Grillo e la rete da lui creata occupa un duplice spazio: il primo quello della
denuncia della "democrazia dimidiata" presente in Italia. Non ci si faccia
ingannare dalle forme, dai "vaffa...", scambiandoli per qualunquismo o
populismo. Grillo rimasto l'unico, nella campagna elettorale soft, a gridare
con la necessaria indignazione che l'Italia non un paese democratico, che in
nessun paese del mondo il padrone dei media in Italia potrebbe fare politica,
che la legge Gasparri un'aberrazione intollerabile. La sinistra si limitata a
rimuovere il problema, come un fastidio. La denuncia del Parlamento italiano
come ricettacolo di condannati il secondo punto di forza della sua denuncia.
Anche qui, come si fa a non considerare questa una battaglia della sinistra?
Come tollerabile che il Presidente del Consiglio sia il mandante della
corruzione che ha portato l'avvocato Cesare Previti in galera? Il secondo
spazio occupato da Grillo, a livello metodologico, quell'immenso territorio
disertato dalla sinistra classica: la rete. Grillo sta indicando una via possibile
di azione politica che utilizza il mezzo pi avanzato della terza rivoluzione
industriale. Anche qui, come non capire che questo spazio va agito, che rompe
le forme classiche dell'aggregazione politica ma offre inaudite nuove
possibilit di agire collettivo? Perch tanta spocchia, tanto sprezzo per le
migliaia di persone che vanno ai "comizi-spettacolo" e, attraverso la rete,
agiscono, raccogliendo firme, organizzando campagne di boicottaggio o,
semplicemente, informandosi in maniera alternativa, costruendo
informazione? Non scandaloso che l'oltre milione di firme raccolte il 25
aprile sia stato relegato dal Corriere e da Repubblica in un trafiletto di
dieci righi? Dunque, il mio appello iniziare la costruzione di una rete di
sinistra plurale, di cui parte integrante sia questo popolo, diverso
geneticamente da chi "viene" dalla Sinistra, ma inequivocabilmente vicino nei
contenuti delle battaglie e, spero, soprattutto nelle forme innovative con cui
svolgerle.

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