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1.

Massimi e minimi di funzioni di due o pi variabili


1.1 Finitezza degli estremi di una funzione continua in un insieme chiuso e limitato
Lemma. Se f(x,y) una funzione continua sopra un insieme I chiuso e limitato contenuto nel piano,
allora lestremo inferiore e superiore di f sono finiti.
Dimostrazione. Linsieme limitato e quindi contenuto in un rettangolo R = ((x,y)/ axb, cyd).
Dimostriamo ad esempio che la funzione limitata superiormente. Sia allora S = sup f = estremo
superiore dellinsieme (f(x,y)) dei valori assunti su I da f e supponiamo per assurdo che S = +.
Allora (si veda ..) esiste una successione ( zn ) di elementi di Im f che tende a S. E sufficiente in
effetti scegliere z1 = f ( x1 , y1 ) > 1 , z2 = f ( x2 , y2 ) > 2 , z3 = f ( x3 , y3 ) > 3 , ..... , sapendo che ci si
pu fare per la definizione di estremo superiore infinito (si veda ).
Consideriamo ora la successione di punti del piano (( x1 , y1 ) , ( x2 , y2 ) , ( x3 , y3 ) , ..... ) : si tratta di
infiniti punti contenuti in I e quindi nel rettangolo R. Se dividiamo il rettangolo in quattro parti
uguali (bisecando i lati), uno (almeno) dei sottorettangoli contiene infiniti di tali punti. Questo
ragionamento si pu ripetere per costruire una successione (Rn) di rettangoli incapsulati, i cui lati sia
orizzontali sia verticali formano una successione di intervalli incapsulati. Gli intervalli orizzontali
determinano lunico punto a0 e quelli verticali lunico punto b0 . Si ottiene quindi il punto
P = (a0 , b0 ) . E facile vedere che, per ogni intero n > 0, si pu scegliere un punto ( xn , yn ) tale che
1
| ( xn , yn ) ! (a0 , b0 ) |< . Di qui si conclude facilmente che lim( xn , yn ) = (a0 , b0 ) . Siccome la
n !"
n
funzione continua, si ottiene anche lim f ( xn , yn ) = lim f ( zn ) = f (a0 , b0 ) e questo in
n !"

n !"

contraddizione con il fatto che la successione ( zn ) diverge. Ci prova che S un numero reale
finito.
In modo del tutto analogo si vede che lestremo inferiore S ' anchesso un numero reale finito.
1.2 Esistenza di massimo e minimo
Se f(x,y) una funzione continua sopra un insieme I chiuso e limitato contenuto nel piano, allora
essa raggiunge il suo massimo e il suo minimo, cio esistono P e Q nel dominio tali che
-

f ( P) ! f ( x, y ) per ogni punto (x,y) nel dominio


f (Q) ! f ( x, y ) per ogni punto (x,y) nel dominio

Dimostrazione. Proviamo ad esempio che esiste il massimo (per il minimo si procede in modo
analogo). Sia S lestremo superiore della funzione (finito per il lemma precedente). Se S non
raggiunto dalla funzione, la nuova funzione S ! f ( x, y ) sempre positiva e quindi ben definita la
1
funzione G(x, y) =
che continua sul dominio I e quindi limitata per il lemma
S " f (x, y)
precedente. Ma questo assurdo, in quanto, dato n intero > 0 qualsiasi, esistono valori di x e y tali
1
che S ! f ( x, y ) < . Di qui si deduce che G(x,y) > n e cio che G(x,y) non limitata. Ne segue che
n
!
lestremo superiore un valore assunto dalla funzione.

1.3 Come si determinano massimi e minimi di funzioni di due o pi variabili


Sia f(x,y) una funzione di due variabili definita in un cerchio aperto Cr di raggio r e centro il punto
P = (a,b), dotata di derivate parziali continue fino al secondo ordine e tale che f x ( P) = f y ( P) = 0 .
Grazie alla formula di Taylor si pu scrivere in Cr:
1
f ( x, y ) " f ( P) = ( f xx ( P)( x " a ) 2 + f yy ( P)( y " b) 2 + 2 f xy ( P)( x " a )( y " b)) + ! ( x, y )(( x " a ) 2 + ( y " b) 2 )
2
dove ! ( x, y ) tende a 0 quando (x,y) tende ad (a,b).
Posto x-a = X, y-b = Y, il segno della differenza f(x,y)-f(P) determinato dal segno della forma
quadratica
f xx ( P) X 2 + f yy ( P)Y 2 + 2 f xy ( P) XY
e dal segno dell'infinitesimo.
Vogliamo far vedere che l'infinitesimo di ordine maggiore di due ! ( X 2 + Y 2 ) non influenza in
realt il segno della differenza f(x,y) ! f(P), che completamente determinato da quello della forma
quadratica, purch questa non abbia autovalori nulli.
Supponiamo ad esempio che la forma quadratica sia definita positiva, il che corrisponde a due
autovalori entrambi positivi della matrice simmetrica
! f xx f xy "
#
$
% f xy f yy &
(dove tutte le derivate sono calcolate in P).
Questo significa che sono positivi i due numeri f xx + f yy

e f xx f yy .

Consideriamo ora la forma quadratica che tiene anche conto del resto infinitesimo di ordine
maggiore di due, cio q = ( f xx + ! ) X 2 + ( f yy + ! )Y 2 + 2 f xy XY , dove il coefficiente ! dipende dalle
variabili X e Y. Ricordiamo per che se si sceglie a piacere ! > 0 , esiste ! > 0 tale che, nel cerchio
di centro P e raggio ! , si ha: | ! |< " . Il segno degli autovalori dipende dai due numeri
( f xx + ! ) + ( f yy + ! ) e ( f xx + ! )( f yy + ! ) .
Quindi
1
( f xx + f yy ) .
4
Analogamente si vede che anche il segno del prodotto degli autovalori non cambia se si aggiunge
l'infinitesimo.
( f xx + ! ) + ( f yy + ! ) > f xx + f yy # 2" > 0

se " <

In conclusione l'aggiunta dell'infinitesimo non cambia i segni dei due autovalori se sono entrambi
positivi. Ma facile vedere che lo stesso avviene se sono entrambi negativi o di segni opposti, e
quindi la decisione se si tratti di massimo o minimo o punto di sella pu essere presa guardando alla
segnatura della forma quadratica associata alla matrice hessiana.
Nel caso in cui uno degli autovalori sia nullo, la forma quadratica associata alla matrice hessiana
non permette di arrivare a una conclusione, come si vede nei seguenti esempi:
1. f ( x, y ) = x 2 + y 4 ha un minimo nell'origine,
2. f ( x, y ) = ! x 2 ! y 4 ha un massimo nell'origine,

3. f ( x, y ) = x 2 ! y 4 non ha nell'origine n un minimo n un massimo.


Qualora si tratti funzione di tre o pi variabili, si possono ripetere tutti i ragionamenti precedenti
sulla forma quadratica associata alla matrice hessiana.

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