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n !"
contraddizione con il fatto che la successione ( zn ) diverge. Ci prova che S un numero reale
finito.
In modo del tutto analogo si vede che lestremo inferiore S ' anchesso un numero reale finito.
1.2 Esistenza di massimo e minimo
Se f(x,y) una funzione continua sopra un insieme I chiuso e limitato contenuto nel piano, allora
essa raggiunge il suo massimo e il suo minimo, cio esistono P e Q nel dominio tali che
-
Dimostrazione. Proviamo ad esempio che esiste il massimo (per il minimo si procede in modo
analogo). Sia S lestremo superiore della funzione (finito per il lemma precedente). Se S non
raggiunto dalla funzione, la nuova funzione S ! f ( x, y ) sempre positiva e quindi ben definita la
1
funzione G(x, y) =
che continua sul dominio I e quindi limitata per il lemma
S " f (x, y)
precedente. Ma questo assurdo, in quanto, dato n intero > 0 qualsiasi, esistono valori di x e y tali
1
che S ! f ( x, y ) < . Di qui si deduce che G(x,y) > n e cio che G(x,y) non limitata. Ne segue che
n
!
lestremo superiore un valore assunto dalla funzione.
e f xx f yy .
Consideriamo ora la forma quadratica che tiene anche conto del resto infinitesimo di ordine
maggiore di due, cio q = ( f xx + ! ) X 2 + ( f yy + ! )Y 2 + 2 f xy XY , dove il coefficiente ! dipende dalle
variabili X e Y. Ricordiamo per che se si sceglie a piacere ! > 0 , esiste ! > 0 tale che, nel cerchio
di centro P e raggio ! , si ha: | ! |< " . Il segno degli autovalori dipende dai due numeri
( f xx + ! ) + ( f yy + ! ) e ( f xx + ! )( f yy + ! ) .
Quindi
1
( f xx + f yy ) .
4
Analogamente si vede che anche il segno del prodotto degli autovalori non cambia se si aggiunge
l'infinitesimo.
( f xx + ! ) + ( f yy + ! ) > f xx + f yy # 2" > 0
se " <
In conclusione l'aggiunta dell'infinitesimo non cambia i segni dei due autovalori se sono entrambi
positivi. Ma facile vedere che lo stesso avviene se sono entrambi negativi o di segni opposti, e
quindi la decisione se si tratti di massimo o minimo o punto di sella pu essere presa guardando alla
segnatura della forma quadratica associata alla matrice hessiana.
Nel caso in cui uno degli autovalori sia nullo, la forma quadratica associata alla matrice hessiana
non permette di arrivare a una conclusione, come si vede nei seguenti esempi:
1. f ( x, y ) = x 2 + y 4 ha un minimo nell'origine,
2. f ( x, y ) = ! x 2 ! y 4 ha un massimo nell'origine,