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dell'HuffPost

Corrado Passera Manager e uomo politico

Italicum e riforma del


Senato: diciamo no
all'approssimazione di
Renzi
Pubblicato: 10/03/2015 10:27 CET

Dovevano essere il terreno della condivisione nell'interesse del


paese e invece, come il nuovo passaggio nell'aula di
Montecitorio dimostrer, le riforme costituzionali e quella
elettorale sono tornate ad essere divisive. Ma il punto vero,
che interessa sul serio i cittadini e che per me e Italia Unica
l'unico che conta, un altro: con queste riforme l'Italia avr o
no istituzioni pi moderne e in linea con quelle di altri paesi
europei? Istituzioni, cio, in grado di garantire democraticit,
partecipazione e governabilit; effettiva possibilit per i
cittadini di scegliere i loro rappresentanti; linearit del
processo di formazione delle leggi; equilibrio con adeguati
contrappesi tra la funzione governativa e quella parlamentare?
Come noto, Italia Unica fin dal primo momento si posta in
posizione fortemente contraria ad entrambi i provvedimenti.
La risposta dunque a quegli interrogativi un no secco.
Accompagnato ad un pressante invito affinch tutti i
parlamentari e non solo quelli di opposizione votino contro.
Provo a spiegare il perch di un rifiuto cos netto. Prima per
voglio sgombrare il terreno da una critica che sento

rimbombare (opportunisticamente) da parte dei fan del


premier e (in buona fede) da settori non trascurabili
dell'opinione pubblica. Che, in buona sostanza, questa: ma
come, dopo anni e anni passati ad invocare il superamento del
bicameralismo e la cancellazione della porcata Porcellum, ora
che grazie alla velocit renziana quelle riforme si avvicinano al
traguardo volete azzerare tutto?
S, Italia Unica chiede proprio questo, e lo fa con convinzione e
cognizione di causa. Perch il problema nella premessa: la
velocit di Renzi. Una velocit che scolora
nell'approssimazione, che al posto di favorire un processo
riformistico lo impantana, che al contrario di favorire il
bipolarismo e soprattutto l'alternanza, che poi il sale della
democrazia, rischia di affossarle entrambe.
La cosiddetta riforma del Senato, infatti, mette palazzo
Madama nelle mani dei Consigli regionali. Il che significa:
nessuna diminuzione dei costi, nessuno snellimento del
processo legislativo viste che le materie su cui pu continuare
ad intervenire sono una marea, nessuna revisione seria del
federalismo. Al contrario i "nuovi" senatori saranno
inevitabilmente attratti dal loro "particulare"; dagli interessi,
legittimi ma fuorvianti, del loro territorio. Se davvero si voleva
superare il bicameralismo, molto meglio un abolizione secca
del Senato, che esattamente la proposta di Italia Unica: pi
chiara, pi comprensibile dagli italiani, pi rispettosa
dell'impegno di modernizzare il processo legislativo.
Per non parlare della nuova legge elettorale. L'Italicum, infatti,
addirittura peggio del Porcellum. Introduce un doppio turno
farlocco perch non consente a chi vuole di presentarsi al
primo turno e poi, in mancanza di una chiara vittoria,
stringere alleanze trasparenti al secondo. Al contrario
favorisce la creazione di listoni buoni solo per prendere il
premio di maggioranza e poi liquefarsi il giorno dopo secondo
le convenienze dei singoli partiti. Il premio stesso poi, per la
sua enorme dimensione, una aberrazione: ad una forza
politica del 20 per cento o anche meno, viene consegnata la
maggioranza parlamentare, il governo del paese, la possibilit
di eleggere il capo dello Stato, di nominare i giudici
costituzionali e la quota del Consiglio superiore della
magistratura di spettanza parlamentare. democrazia questa?

voglia di favorire il bilanciamento dei poteri e l'equilibrio


delle decisioni politiche? A me, a noi, pare proprio di no.
Per non parlare del punto forse pi delicato: la
rappresentanza, il rapporto fiduciario eletti-elettori. Invece di
mettere in campo collegi uninominali dove i cittadini (e gli
organi di informazione) possano passare ai raggi X i vari
candidati e stimolare un vero confronto tra chi si propone di
rappresentarti previsto il meccanismo dei capilista nominati,
accompagnato a quello, gi bocciato a grandissima
maggioranza dagli italiani con un apposito referendum di cui
tanti ora fanno finta di essersi dimenticati, delle preferenze.
questa la spinta a superare l'astensionismo di oltre met degli
elettori? Anche stavolta a me, ad Italia Unica - e ora a quanto
pare fortunatamente non pi solo a noi - pare davvero di no.
Dunque doppio turno vero di coalizione con apparentamenti
al ballottaggio; collegi uninominali; soglie di sbarramento di
tipo europeo: queste sono le nostre proposte concrete e
praticabili. Su di esse, vogliamo costruire il massimo di
convergenze possibili. In forza di esse chiediamo a deputati e
senatori di non farsi complici di un disegno che
allontanerebbe ancora di pi il paese reale da quello legale.
Con quali conseguenze per il sistema democratico facile
immaginare.
Un'ultima parola per i comportamenti di alcune forze
politiche, quelle che in Parlamento e fuori si intestano la
rappresentanza della parte moderata dell'elettorato.
certamente sconcertante che Forza Italia si appresti a votare
no dopo che quella riforma, assieme all'Italicum, hanno
contribuito a scrivere. parimenti inquietante che altre forze
politiche che annunciano di volersi presentare
all'appuntamento elettorale di fine legislatura (quando sar) in
alternativa al Pd di Matteo Renzi- ed il caso dell'Ncd di
Alfano - siano pronte a votare provvedimenti che, spero di
averlo dimostrato con obiettivit, sono lontanissimi dalle
esigenze di democraticit e modernizzazione che quella parte
del paese pi di altre insegue. Alla fine, come sempre e come
giusto, saranno gli elettori a giudicare.

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