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ZONA ROSSA
Visti i danni registrati, la situazione di alcune zone e edifici pericolanti, la possibilit di ulteriori scosse di forza
pari o superiore a quella registrata, 27 localit vengono dichiarate zona rossa e viene impedito il libero
accesso. Numerosi sono gli edifici importanti, dal punto di vista strategico, che fanno parte della zona rossa:
Anche la maggior parte delle sedi provinciali ha subito ingenti danni, impedendo cos sia il regolare sviluppo
delle funzioni sul territorio, che una gestione dellemergenza organizzata fin dallinizio e compatibile con le
dinamiche e la gravit dellevento che aveva colpito il Comune. Tra gli edifici provinciali colpiti ci sono:
LA GESTIONE DELLEMERGENZA:
Si costituisce il tavolo gestito dalla Protezione Civile Nazionale con gli Enti; si individua nella cittadella della
caserma Vincenzo Giudice della Guardia di Finanza (Reiss Romoli parte operativa della Funzione 1) il luogo
adatto per ospitare la DI COMA C (direzione comando e controllo), che, strutturata in funzioni, svolge attivit
di direzione e di coordinamento. Si riuniscono moltissimi volontari e si recuperano alcune attrezzature, tra cui
2 computer, una stampante e un plotter, strumenti base con cui iniziare ad affrontare la situazione.
In assenza di altre possibili localizzazioni, la DI.COMA.C viene ospitata allinterno del Palazzetto dello Sport.
Nel organizzare lassistenza alla popolazione colpita, vengono emessi due decreti, il Decreto n. 2 e il
Decreto n.5 del Commissario Delegato, che hanno come scopo quello di:
- Istituire i C.O.M. 8 Centri Operativi Misti (attivit di soccorso e assistenza sotto la direzione della
DICOMAC) per ottenere un maggiore livello di coordinamento sul territorio (7 AQ, 1 TE); questi dipendono
direttamente dal Prefetto e vi sono rappresentati i sindaci.
- Istituire i C.O.I. Centri Operativi Intercomunali per dare assistenza agli sfollati presso i Comuni costieri
A fine Aprile la popolazione assistita arriver a 67.459 persone:
PRIME 48 H
MASSIMO RAGGIUNTO
AL 29 GENNAIO 2014
10.028
27.772
67.459
Tendopoli: 17.772
Hotel: 10.000
Tendopoli: 35.690
Hotel: 31.769
Tendopoli: 0
Alberghi/caserma: 7.652
Case private: 2.376
AREE DI RICOVERO
30
171
TENDE
2.962
5.957
CUCINE DA CAMPO
10
107
13
47
POPOLAZIONE
ASSISTITA
LA GESTIONE DELLEMERGENZA
La DI.COMA.C si struttura in funzioni (collaborazione della Provincia dellAquila):
Censimento danni
Strutture operative/viabilit
Tutela ambiente
Coordinamento enti locali
Il censimento danni e la valutazione dellagibilit sismica degli edifici pubblici e privati lattivit di maggiore
impegno per quantit di forze in campo e di maggiore impatto sulla gestione dellemergenza e sulla fase
della ricostruzione. Bisognava valutare con cura la gravit e lentit dei danni e la necessit di ricostruire gli
edifici.
LA SCHEDA AEDES
Scheda AeDES (Agibilit e Danno nellEmergenza Sismica); la scheda di primo livello di rilevamento
danno, pronto intervento e agibilit per edifici ordinari nellemergenza sismica.
Il fine quello di stabilire un linguaggio comune nel rilevamento delle caratteristiche tipologiche, del danno e
dellagibilit degli edifici ordinari nella fase di emergenza post sisma.
Per edificio ordinario intende ununit strutturale di tipologia costruttiva ordinaria (muratura, calcestruzzo
armato o acciaio intelaiato o a setti) delledilizia per abitazioni o servizi.
La scheda ed il suo manuale frutto delle esperienze effettuate sul campo ed stata elaborata da un
gruppo di ricercatori ed esperti. Era stata approvata alcuni mesi prima del terremoto in Conferenza Unificata
Stato Regioni, acquisendo validit nazionale.
ESITI SCHEDA AEDES
Esito A: edificio agibile; ledificio, anche se lievemente danneggiato, pu continuare ad ospitare le funzioni a
cui era destinato, rimanendo ragionevolmente protetta la vita umana nel caso si scossa successiva almeno
pari a quella che ha motivato le ispezioni.
Esito B: edificio temporaneamente inagibile, ma agibile con provvedimenti; edificio agibile solo a seguito di
lavori di pronto intervento. E il caso tipico di un edificio con assenti o limitati danni strutturali, ma con elevati
danni non strutturali. Il rilevatore deve indicare nella scheda quali sono i provvedimenti urgenti per la
riduzione del rischio e per poter di conseguenza utilizzare ledificio.
Si tratta di interventi atti a garantire la privata incolumit (rimozione di un controsoffitto o puntellamento di un
architrave lesionato) ovvero interventi necessari a garantire la pubblica incolumit su spazi pubblici
(rimozione di cornicioni, tegole o comignoli pericolanti).
Esito C: edificio parzialmente non agibile; il caso di un edificio con assenti o limitati danni strutturali, ma
con elevati danni (generalmente) non strutturali, localizzati in una parte delledificio. Leventuale collasso
parziale o totale della parte inagibile non deve comportare rischio nella parte dichiarata agibile.
Esito D: edificio temporaneamente inagibile da rivedere; nel caso esistano situazioni di danneggiamento
atipico o situazioni geologiche geotecniche, o di altro tipo, che richiedono un approfondimento specifico. Si
tratta sempre e comunque di una ulteriore analisi visiva.
Esito E: Edificio inagibile; ledificio non pu essere utilizzato in alcuna delle sue parti neanche a seguito di
provvedimenti di pronto intervento. Questo non vuol dire che i danni non siano riparabili, ma che la
riparazione richiede un intervento tale che, per i tempi dellattivit progettuale e realizzata e per i relativi
costi, opportuno sia ricondotto alla fase della ricostruzione. Nelle osservazioni finali va indicato se la
condizione di inagibilt presumibilmente antecedente allevento.
Esito F: edificio inagibile per rischio esterno; per esigenze di organizzazione viene distinto il caso di
inagibilit effettiva delledificio per rischio strutturale, non strutturale o geotecnico (E) dallinagibilit per grave
rischio esterno (F), in assenza di danni consistenti alledificio.
Criteri di localizzazione: aree prevalentemente agricole, idonee dal punto di vista della sicurezza sismica,
idraulica e idrogeologica, nonch della viabilit di accesso e di unadeguata integrazione con gli spazi
destinati a servizi e al verde pubblico.
I C.A.S.E. formano 19 aree, per un totale di 185 edifici, con una superficie occupata pari a 1.278.648 mq,
comprensive di opere di urbanizzazione e aree verdi. Il costo totale stato di 800 milioni di Euro.
I M.A.P. realizzati invece furono 3399, 1225 nel Comune dellAquila e 2174 in altri Comuni. Il costo totale fu
di 85 milioni di Euro.
I progetti C.A.S.E. puntano sullisolamento sismico; il loro modello realizzativo prevede una sottostruttura di
fondazione, dispositivi di isolamento caratterizzati da elevata deformabilit, sovrastruttura che trasmette i
carichi verticali alle fondazioni e risulta libera di muoversi nel piano. Per quanto riguarda le soluzioni tecniche
adottate si tratta di: getto di magrone su terra, piastra di fondazione, pilastri (acciaio o c.a.), isolatori sismici,
piattaforma di basamento edifici.
Si evitato di scommettere fin da subito sulla rinascita della citt in favore di una logica orientata a fornire
semplicemente un tetto sulla testa dei terremotati.
In termini di impatto mediatico loperazione sembra essere riuscita ma il target, pi che le popolazioni
terremotate, sembra essere stato lelettorato italiano nella sua generalit.
Lalternativa doveva essere una strategia integrata e pluridirezionale con maggiore attenzione per il recupero
e per la messa in sicurezza degli edifici esistenti con danni minori.
I M.A.P. vennero realizzati in via provvisoria anche su terreni non edificabili, autorizzati con Delibera del
Consiglio comunale n.58 del 25 maggio 2009.
Oggi il Comune si trova a gestire la scelta controversa di unazione di forza di fronte alla nascita di comitati
anti abbattimento.
Un altro obiettivo stato il ripristino dellistruzione e il ritorno a settembre dei ragazzi nelle scuole del
territorio (il 5% degli studenti ha fatto domanda di trasferimento).
Lintervento stato di due tipologie: la riparazione/ristrutturazione degli edifici scolastici meno danneggiati e
la realizzazione di M.U.S.P. (Moduli Uso Scolastico Provvisori). Luniversit stata ricollocata nelle aree
industriali di Pile e Bazzano allinterno di edifici in prevalenza prefabbricati.
LA RI-PIANIFICAZIONE
E compito della strategia urbanistica generale guidare il processo di ricostruzione. Questo quanto scrive
la commissione dei giuristi, facendo riferimento alla valutazione operata dalla commissione degli urbanisti
incaricate dal ministro Barca di effettuare lo studio e lapprofondimento delle questioni afferenti il processo di
ricostruzione. Di ci si mostrato consapevole lo stesso legislatore dellemergenza che, allarticolo 2,
comma 12-bis, del D.L. n. 39/2009, ha previsto che i Comuni interessati provvedano alla ripianificazione del
territorio comunale.
Obiettivi della ripianificazione: ripresa socio-economica, riqualificazione dellabitato, armonica ricostruzione
del tessuto urbano abitativo e produttivo.